REGOLAZIONE RIFLESSA E CHIMICA DEL TONO ARTERIOLARE 1
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- Evaristo Coppola
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1 REGOLAZIONE RIFLESSA E CHIMICA DEL TONO ARTERIOLARE 1 Impulsi afferenti giungono costantemente al centro del tratto solitario situato nel bulbo, attraverso fibre nervose provenienti da ogni parte del corpo. Queste sono le vie afferenti dei riflessi vasomotori. RIFLESSI VASOCOSTRITTORI Determinate afferenze somatiche (specialmente provocate da stimoli sgradevoli ad es., dolori e rumori intensi, temperature estreme). La caduta della pressione arteriosa riduce il numero di stimoli generati dai barocettori situati in SENO CAROTIDEO e ARCO AORTICO } La caduta del ritorno venoso influisce sui recettori situati nell atrio destro. (IX) frequenza di impulsi, FATTORI CHIMICI PROVENIENTI DAL SANGUE Fattori Psichici ed Emozionali, ad es., la paura, possono agire su inibizione Aumento di CO 2 e H + o Diminuzione di O 2 nel Sangue stimolano CHEMOCETTORI (recettori di deficit di O 2 ) in GLOMO CAROTIDEO ARCO AORTICO Specialmente importante nell asfissia e negli stati emorragici. (X) A frequenza di impulsi, stimolazione BIOCOMPOSTI VASOCOSTRITTORI Endotelina-1 (dall endotelio vasale), Angiotensina II (pag. 183), Neuropeptide Y (cotrasmettitore della noradrenalina). Aumento di CO 2 nel sangue (e deficienza di O 2 se grave) sono assai importanti. Abbassamento della temperatura del sangue Vasopressina (dall ipofisi posteriore potente vasocostrittore). CENTRO VASOMOTORE nel Bulbo ADRENALINA immessa nel torrente circolatorio (dalla Midolla del Surrene) in situazioni di emergenza normalmente invia impulsi per mantenere le arteriole parzialmente costrette; nei riflessi vasocostrittori intensifica tali impulsi destinati a determinati settori del letto vasale. ARTERIOLE ADDOMINALI comprese quelle del rene VASOCOSTRIZIONE specialmente dopo caduta della pressione sanguigna Eccetto fegato e muscolo ARTERIOLE CUTANEE VASOCOSTRIZIONE specialmente in riflessi provocati da stimolazioni da freddo o dolorifiche sulla cute La vasocostrizione generalizzata fa aumentare la resistenza periferica e provoca innalzamento della pressione del sangue. 124
2 REGOLAZIONE RIFLESSA E CHIMICA DEL TONO ARTERIOLARE 2 RIFLESSI VASODILATATORI Determinate afferenze somatiche dalla cute (specialmente stimoli gradevoli, ad es., tepore) Riducono il tono vasocostrittore, cioè meno impulsi nervosi simpatici vengono inviati alle arteriole. Fattori Psichici ed Emozionali possono agire su INNALZAMENTO DELLA TEMPERATURA DEL SANGUE CENTRO VASOMOTORE SIMPATICO nel Bulbo METABOLITI LOCALI prodotti durante l attività dei tessuti, agiscono sui muscoli lisci delle arteriole ARTERIOLE CEREBRALI VASODILATAZIONE Soprattutto CO 2, H + e K + L innalzamento della pressione arteriosa stimola barocettori in SENO CAROTIDEO e ARCO AORTICO. L aumento degli impulsi afferenti inibisce il centro vasomotore. RIFLESSI per SECREZIONE SALIVARE L aumento del ritorno venoso stimola, per distensione, barocettori nelle pareti dell atrio destro provocando vasodilatazione. A frequenza di impulsi ADRENALINA immessa nel torrente circolatorio (dalla Midolla del Surrene) in situazioni di emergenza Fibre Simpatiche colinergiche ARTERIOLE CORONARIE VASODILATAZIONE Soprattutto adenosina ARTERIOLE dei MUSCOLI SCHELETRICI VASODILATAZIONE Sconosciuti;?K +, A osmolarità, ipossia, prostaglandine, H +. ARTERIOLE ADDOMINALI VASODILATAZIONE specialmente per riflessi barocettivi BIOCOMPOSTI VASODILATATORI EDRF, ossia Monossido di Azoto dalle cellule endoteliali. Bradikinina, Peptide Intestinale Vasoattivo (VIP), Peptide Calcitonina Gene Correlato (CGRP), Istamina, Prostacicline, Peptide Natriuretico Atriale (ANP). TESSUTO ERETTILENervo ARTERIOLE CUTANEE VASODILATAZIONE Liberazione di sostanza P Istamina da mastociti VASODILATAZIONE Pelvico Stimolazione RIFLESSO delicata ASSONICO della cute (ad es., da tepore o massaggio blando) CUTE La vasocostrizione generalizzata fa diminuire la resistenza periferica e provoca abbassamento della pressione del sangue. 125
3 CAPILLARI L ambiente immediatamente circostante di tutte le cellule è costituito da liquido interstiziale. Per mantenere costanti le caratteristiche di questo ambiente e la fornitura di nutrienti, si attua un continuo movimento di liquido attraverso l estremità arteriolare della semipermeabile parete dei capillari verso il liquido interstiziale e una rimozione di liquido da quest ultimo verso l interno dei capillari in corrispondenza della loro estremità venulare. Lo scambio di acqua e di elettroliti è determinato da forze dette forze di Starling, ossia dalla somma delle forze opponentisi idrostatica e osmotica tra SANGUE CAPILLARE e LIQUIDO INTERSTIZIALE. ALLA ESTREMITÀ ARTERIOLARE DEL CAPILLARE SANGUE CAPILLARE Forze nel capillare PRESSIONE IDROSTATICA esercitata da P.S.=32 mmhg 32 mmhg è contrastata dalla 2 mmhg PRESSIONE ONCOTICA (P.O.) esercitata dalle PLASMAPROTEINE (poiché queste non possono attraversare la membrana in quantità significative) 25 mmhg P.O.=25 mmhg ossia EFFETTIVA FORZA ESPULSIVA =9 mmhg [P.S. (32+2) 9 mmhg P.O. (25 0)] Forze opponentisi del liquido interstiziale: PRESSIONE IDROSTATICA del liquido interstiziale 2 mmhg PRESSIONE ONCOTICA esercitata dalle proteine del liquido interstiziale è praticamente zero 0 mmhg LIQUIDO INTERSTIZIALE spinge acqua ed elettroliti nel liquido interstiziale ALLA ESTREMITÀ VENULARE DEL CAPILLARE P.O.=25 mmhg P.S.=15 mmhg ossia EFFETTIVA FORZA ATTRATTIVA =8 mmhg [P.O. (25 0) P.S. (15+2)] 25 mmhg 0 mmhg 15 mmhg 2 mmhg 2 mmhg 8 mmhg richiama acqua ed elettroliti dal liquido interstiziale nel torrente sanguigno Questi scambi attuantisi nei capillari sistemici determinano un continuo turnover e rinnovo del liquido interstiziale. Anche gli elettroliti (cristalloidi, ad es., Na +, Cl, etc.) presenti nel plasma e nel liquido interstiziale esercitano una pressione osmotica (P.O.), che è enorme (circa 6000 mmhg). Poiché la concentrazione degli elettroliti è la stessa da ambo i lati della membrana capillare, la P.O. cristalloidale non influisce sul movimento del liquido. Le proteine disciolte sono confinate principalmente nel plasma, motivo per cui la loro P.O., cui si dà il nome particolare di pressione oncotica o colloido-osmotica, influisce sul movimento del liquido. 126
4 VENE: RITORNO VENOSO I Capillari si riuniscono a formare le Vene, che riconducono il sangue al cuore. Allorquando il sangue raggiunge le vene, la maggior parte della spinta impartitagli dalla contrazione cardiaca si è esaurita. Il RITORNO VENOSO al cuore dipende da vari fattori: GRAVITÀ nella stazione eretta giova al ritorno dalla testa, ma si oppone a quello dagli arti inferiori. Vis a fronte la forza agente frontalmente, dovuta alla contrazione del ventricolo che sposta in basso l anello A-V esercitando un effetto di suzione sul sangue che trovasi nelle grandi vene. POMPA RESPIRATORIA (a) La pressione intratoracica è sempre più bassa di quella atmosferica. Questa pressione negativa (che oscilla con i moti respiratori) esercita una trazione suggente che tende a spingere in alto la colonna di sangue proveniente dagli arti inferiori. (b) L abbassamento del diaframma durante l inspirazione fa aumentare la pressione intra-addominale e spinge in alto il sangue che trovasi nelle vene addominali. ATRIO DESTRO DIAFRAMMA Per mantenere il ritorno venoso al cuore è essenziale che ci sia abbastanza sangue per riempire il sistema e un adeguato tono della muscolatura liscia delle pareti venose (ad es., se troppi vasi sono dilatati contemporaneamente, un adeguato ritorno venoso al cuore non potrà essere mantenuto). Nervi simpatici mantengono parzialmente costrette le vene. Un aumento di questo tono simpatico (ad es., dopo emorragia) fa diminuire la capacità del sistema venoso e mobilizza il sangue contenuto in questi serbatoi venosi, facendo così aumentare il ritorno venoso al cuore. POMPA MUSCOLARE La contrazione dei muscoli scheletrici degli arti inferiori schiaccia le vene e spinge il sangue in alto. 15 mmhg AZIONE delle VALVOLE valvole unidirezionali, esistenti nelle vene degli arti inferiori, impediscono il reflusso CAPILLARI PRESSIONE ARTERIOSA POMPA CARDIACA La forza residua della spinta impartita dalla contrazione cardiaca è 15 mmhg, e concorre a sospingere il sangue venoso verso il cuore ( vis a tergo cardiaca). VENULE 127
5 FLUSSO DEL SANGUE La velocità di scorrimento del sangue varia nelle diverse parti del sistema vascolare. Essa è elevata nei grandi vasi; più bassa nei piccoli. [Più ampia è l area di sezione trasversale totale di una particolare classe di vasi, più lenta è la velocità di scorrimento]. Area della superficie di sezione trasversale 32 cm 2 La velocità del flusso aumenta a misura che le vene diventano più ampie, perché l area TOTALE di sezione trasversale diventa minore. GRANDI VENE Q = 5 I/min A.D. SCORRIMENTO DEL SANGUE MENO RAPIDO CHE NELL AORTA V.D. A.S. V.S. RAPIDO SCORRIMENTO DEL SANGUE Q =5 I/min L AORTA ha, di per sé, un ampio diametro area di sezione trasversale circa 8 cm 2. Si ramifica in arterie che, pur avendo calibro minore di essa, presentano complessivamente una maggiore area totale di sezione trasversale. La velocità di scorrimento del sangue è quindi in esse minore che nell aorta. VENE MUSCOLARI assai numerose CIRCOLAZIONE SISTEMICA Q =5 I/min SCORRI- MENTO LENTO A misura che le ARTERIE e le ARTERIOLE si ramificano per dare origine a sempre più numerosi vasi di minor calibro, l area di sezione trasversale complessiva di questi va progressivamente aumentando e la velocità del flusso ematico diminuisce. V= Q A V=Velocità di flusso. Q =Quantità di flusso. A=Area di sezione trasversale. I CAPILLARI hanno un diametro assai piccolo, ma sono in numero enorme. Ciò fa sì che essi rappresentino un area totale di sezione trasversale che si aggira tra 800 e 3200 cm 2. La velocità del sangue è bassa, e tale da consentire un agevole scambio di sostanze con il liquido interstiziale. 128
6 CIRCOLAZIONE POLMONARE 1 Nei CAPILLARI POLMONARI vige una pressione idrostatica minore che nei capillari sistemici. Di conseguenza, il richiamo osmotico esercitato dalle plasmaproteine (pressione oncotica), pari a 25 mmhg, supera la forza espulsiva della P.S. (5-10 mmhg) per l intera lunghezza del capillare polmonare. Questo fatto, insieme a un efficiente drenaggio linfatico degli spazi interstiziali, mantiene gli alveoli normalmente privi di liquido. La PRESSIONE SANGUIGNA POLMONARE è, di conseguenza, più bassa che nei corrispondenti vasi della circolazione sistemica. SISTOLICA 25 mmhg DIASTOLICA 10 mmhg Media 15 mmhg ARTERIOLE con meno muscolatura liscia, per cui offrono minore Resistenza Periferica al flusso sanguigno che le arteriole sistemiche (fornite di nervi simpatici costrittori e dilatatori). ARTERIE MUSCOLARI con assai meno muscolatura liscia che le arterie sistemiche. RETE NELLE PARETI DEGLI ALVEOLI ESTESA IN TUTTO IL TESSUTO POLMONARE VASI DISTRIBUTORI e COLLETTORI (calibro e spessore di parete simili) SANGUE 5 litri/ minuto VENOSO graduale transizione VASI FUNZIONALI ARTERIE ELASTICHE pareti sottili rispetto alla parete aortica, pertanto minor energia potenziale è immagazzinata durante la sistole; minor forza da impartire al sangue durante la diastole. VASI CONDUTTORI A.D. A.S. ARTERIOSO SANGUE V.S. V.D. V.D. espelle lo stesso volume di sangue che il V.S., ossia circa 5-6 litri al minuto, ma gli impartisce minore forza. Pronti a distendersi per accogliere grande volume di sangue. VENULE VENE MUSCOLARI graduale transizione VENE POLMONARI (4) L aumento della gettata cardiaca durante esercizio fisico si accompagna a un aumento solo moderato della pressione. La diminuzione della resistenza periferica si verifica soprattutto per apertura di capillari chiusi. Può concorrere anche una diminuita attività dei nervi vasocostrittori simpatici. 129
7 CIRCOLAZIONE POLMONARE 2 La gravità ha un importante effetto sulla circolazione polmonare. Quando si sta in posizione eretta, l apice del polmone si trova circa 20 cm al di sopra della valvola dell arteria polmonare (VAP) e la base circa 20 cm al di sotto. Dato che una colonna di sangue alta 13 cm esercita la stessa pressione di una colonna di mercurio (Hg) alta 10 mm, la pressione del sangue all apice del polmone sarà circa 15 mmhg al disotto di quella vigente a livello della valvola dell arteria polmonare, e la pressione alla base circa 15 mmhg al di sopra (vedi scala alla sinistra del diagramma). I polmoni possono essere suddivisi in tre zone, 1, 2 e 3. Le pressioni sistolica e diastolica nell arteria polmonare (AP) a metà di ciascuna zona sarà, rispettivamente, circa 15/0, 25/10 e 35/20 mmhg, e le pressioni medie nelle vene polmonari (VP) saranno, rispettivamente, 3, 7 e 17 mmhg. La pressione dell aria alveolare vigente nel polmone e circostante tutti i gruppi capillari A, B e C sarà all incirca corrispondente alla pressione atmosferica. Di conseguenza, nella 20 cm 30 cm LIVELLO VAP 13 cm 20 cm PA 25 Sist. 10 Diast APICE POLMONARE Zona 1 A 15/0-3 PRESSIONE ATMOSFERICA cioè O mmhg 25/10 35/20 Zona 2 B Zona 3 C 17 BASE (Tutti i valori sono in mmhg) 7 PV Media 7 zona 1 alcuni capillari si collasseranno durante la diastole. In effetti, il flusso apicale medio è circa un decimo del flusso basale, in stato di riposo. Nella zona 2 i capillari saranno continuamente aperti. Nella zona 3 i capillari saranno dilatati. Questi effetti della gravità vengono aboliti quando il soggetto giace orizzontalmente, condizione in cui la capacità dei vasi polmonari aumenta da circa 500 ml a circa 700 ml. L espirazione contro la glottide chiusa (manovra di Valsalva) fa aumentare le pressioni intra-alveolare e intra-pleurica; il ritorno venoso al cuore destro viene ridotto e la gettata dei ventricoli destro e, quindi, sinistro decresce lentamente. Può essere, in questo caso, raggiunta una pressione intrapleurica di +20 mmhg e, se questa viene mantenuta, può prodursi svenimento. Un basso valore di O 2 o uno alto di CO 2 distrettuali inducono vasocostrizione locale dirigendo così il sangue verso altri alveoli meglio ventilati. L ipossia cronica e l acidosi producono ipertensione polmonare. Le cellule endoteliali dei vasi polmonari svolgono importanti funzioni: producono l enzima convertitore dell angiotensinogeno che trasforma l angiotensina I nell attiva angiotensina II. Rimuovono la bradichinina e fanno diminuire la noradrenalina e la serotonina circolanti, come pure sintetizzano prostaglandine e trombossani. Nervi simpatici possono causare vasocostrizione via α-recettori adrenergici e vasodilatazione via β- recettori. Alcune fibre vagali che liberano VIP possono essere vasodilatatrici. 130
8 DISTRIBUZIONE DELL ACQUA E DEGLI ELETTROLITI NEI LIQUIDI CORPOREI L acqua costituisce circa il 60% del peso del corpo umano adulto, cioè ammonta a circa 42 litri in un uomo di 70 kg. Una parte è fuori dalle cellule. EXTRACELLULARE 14 litri La maggior parte è dentro le cellule. INTRACELLULARE 28 litri PLASMA SANGUIGNO LIQUIDO INTERSTIZIALE 3 litri 11 litri SANGUE bagna tutte le cellule. Attraverso questo compartimento si compiono tutti gli scambi tra e TESSUTI PLASMA 55% del Volume Totale del Sangue, che è 5-6 litri H 2 O L endotelio dei capillari è liberamente permeabile agli ELETTROLITI Na + filtrazione nei due sensi obbediente al gradiente di Pressione Osmotica Le membrane cellulari sono liberamente permeabili all ACQUA Filtrazione costante nei due sensi tra i compartimenti Passa liberamente dal liquido di minore Pressione Osmotica al liquido di maggiore Pressione Osmotica. Quest acqua contiene sostanze in soluzione. (Proteina ) Cl HCO 3 Na + Cl HCO 3 (Catione principale del liquido extracellulare) (Anioni principali del liquido extracellulare) H 2 O Le membrane cellulari sono selettivamente permeabili agli ELETTROLITI K + Mg 2+ PO 4 3 Proteina HCO 3 Cationi principali del liquido intracellulare Anioni principali del liquido intracellulare GLOBULI ROSSI 45% del Volume Totale del Sangue H 2 O K + Hb Cl HCO 3 Il Volume del Liquido Extracellulare comprende anche piccoli quantitativi di esso presenti in LIQUIDO CEREBROSPINALE ( ml) LIQUIDO INTRAOCULARE PERICARDICO PLEURICO PERITONEALE SACCHI [Le aree rappresentate nel diagramma non sono proporzionali ai volumi reali] LIQUIDO TRANS-CELLULARE 131
9 EQUILIBRIO IDRICO Nei soggetti sani la quantità totale di acqua corporea (e di sale) viene mantenuta pressocché costante malgrado ampie fluttuazioni dell assunzione giornaliera che è costituita dai liquidi ingeriti, dall acqua presente nei cibi e dall acqua che si forma nel metabolismo. Ogni giorno vengono acquistati e ceduti circa 2500 ml di acqua. Nel tratto gastrointestinale viene secreta e riassorbita una grande quantità di liquido. Un grande volume di quest ultimo viene filtrato e riassorbito nei reni. Si stabilisce un equilibrio tra ASSUNZIONE di LIQUIDO ad es.: Come BEVANDE 1000 ml Nei CIBI 1200 ml LIQUIDI TESSUTALI SALIVA 1500 ml SUCCO GASTRICO 1500 ml BILE 800 ml SUCCO PANCREATICO 1500 ml e PLASMA CELLULE CORPOREE acqua metabolica prodotta al giorno 300 ml ELIMINAZIONE di LIQUIDO (2500 ml) POLMONI 400 ml (dato che l aria espirata è satura di vapor d acqua) SUCCO INTESTINALE 1500 ml INTESTINO TENUE 8500 ml RIASSORBIMENTO DAL COLON 400 ml RENI Filtrazione ml NaCl Riassorbimento ml NaCl ghiandole sudoripare 100 ml 1500 ml CUTE una certa quantità di NaCl, e di K + una certa quantità di NaCl Nelle FECI (100 ml) Nel SUDORE (100 ml) Perspiratio (400 ml) una certa quantità di NaCl e K + da secrezione tubulare Nell URINA (1500 ml) Eccetto che nell accrescimento, nella convalescenza o nella gravidanza (quando si formano nuovi tessuti) un incremento o decremento di assunzione portano ad un appropriato incremento o decremento di eliminazione, per mantenere l equilibrio. La sudorazione è variabile e può aumentare fino a oltre 2 litri/ora. 132
10 SANGUE Il sangue è il tessuto fluido specializzato del sistema di trasporto. (Densità: 1,05-1,06; ph: 7,35-7,45; Volume: valore medio 5,6 litri, circa 8% del peso corporeo o 50/80 ml/kg). (a) Campione di sangue reso incoagulabile (mediante l aggiunta di un anticoagulante) e lasciato sedimentare (% in volume) PLASMA 55% ERITRO- CITI 45% COMPOSIZIONE PLASMA 55% Liquido quasi limpido, color giallo paglierino. Acqua 90% SOLIDI Plasma proteine 7g/100 ml. Prodotte soprattutto nel fegato Sostanze inorganiche 0,9/100 ml LEUCOCITI (b) Proteine regolatrici e protettive Sostanze organiche Albumine S 4g/100 ml Globuline S 2,7g/100 ml Fibrinogeno S 0,3g/100 ml Gas respiratori Ormoni Anticorpi Enzimi FUNZIONI CORRISPONDENTI Principali proteine responsabili della pressione osmotica di circa 25 mmhg che il plasma esercita attraverso la parete capillare (la pressione oncotica) importante per regolare il volume del liquido interstiziale. Svolgono anche importanti funzioni di carrier. Suddivise in α 1, α 2, β e γ. La maggior parte delle γ globuline sono immunoglobuline. Le globuline α e β agiscono da proteine carrier per, ad es., vitamine, ormoni, metalli (ad es. ferro) e farmaci. Precursore della fibrina che forma l impalcatura del coagulo di sangue. Sodio Cloruro, Rame Calcio, Magnesio Potassio, Piombo Bicarbonato Iodio, Ferro Materiali di rifiuto ad es., Urea, Acido Urico, Bilirubina, Creatinina, Ammoniaca Materiali nutritivi ad es., Aminoacidi, Glicoso, Grassi, Colesterolo Ossigeno Anidride carbonica CELLULE 45%. Più pesanti del plasma, sedimentano al fondo del campione. La percentuale delle cellule è detta Ematocrito. Leucociti (4,0-11,0 x 10 9 /litro) Eritrociti (4,2-6,4 x /litro) Piastrine (Trombociti) ( x 10 9 /litro) Messaggeri chimici dalle ghiandole endocrine. (Importanti nella coordinazione e nel controllo delle attività corporee). Importanti nelle reazioni immunitarie. Contribuiscono alla viscosità del sangue. Prodotti dell attività dei tessuti: trasporto da questi al rene (e alla cute) per escrezione. Sostanze nutritive in soluzione assorbite dall intestino, trasportate ai tessuti per utilizzazione e accumulo. Piccole quantità di ossigeno ispirato in soluzione, anidride carbonica, in soluzione e come bicarbonato, trasportata ai polmoni per essere espirata. Difesa contro i batteri Trasporto di O 2 e CO 2 Importanti per una normale coagulazione. Se il sangue viene fatto coagulare e il coagulo viene rimosso, il liquido restante è il SIERO. Questo è simile al plasma privato del fibrinogeno e dei fattori della coagulazione. 133
11 EMOSTASI E COAGULAZIONE DEL SANGUE Quando i vasi sanguigni vengono rotti, 3 meccanismi arrestano il sanguinamento (emostasi): 1. Costrizione dei vasi sanguigni spasmo della muscolatura liscia presente nelle loro pareti. 2. Piastrine otturano la falla; aderiscono al collageno esposto; liberano sia fattori di accrescimento che aumentano le cellule endoteliali, le cellule muscolari lisce e i fibroblasti, sia serotonina e trombossano A2 che concorrono alla costrizione dei vasi sanguigni. 3. Coagulazione del sangue, implicante la partecipazione di enzimi e composti chimici detti fattori coagulanti (F) che, in definitiva, hanno come effetto la formazione di TROMBINA catalizzante la formazione di FIBRINA. La COAGULAZIONE del SANGUE ha inizio quando il plasma contatta l endotelio danneggiato dei vasi sanguigni. CARICA NEGATIVA DI SUPERFICIE F. Hageman (XII) XIIa HMW Chininogeno MECCANISMO DI COAGULAZIONE INTRINSECO (nei vasi sanguigni) PRECALLICREINA (I numeri romani indicano fattori coagulanti. L attivazione è indicata da a.) MECCANISMO DI COAGULAZIONE ESTRINSECO Tessuti danneggiati all esterno dei vasi sanguigni liberano (XI) XIa CALLICREINA TROMBOPLASTINA TESSUTALE (III) F. Christmas (IX) Ca 2+ IXa (IX) VIIa XIIa (VII) F. Antiemofilia (VIII) HMW=Alto Peso Molecolare PF3=Fosfolipide piastrinico TROMBINA (V) VIIIa F. Stuart (X) TROMBINA PROTROMBINA (II) FIBRINOGENO (I) La sintesi dei fattori II, VII, IX e X richiede la vitamina K. Il fattore VIII è assente nella emofilia. Di norma, il sangue non coagula entro i vasi sanguigni indenni. Un TROMBO è un coagulo formatosi entro un vaso sanguigno. L antitrombina III inibisce trombina e Xa ed è potenziata dalla EPARINA, un potente anticoagulante. Attivatori del plasminogeno vengono usati nel trattamento iniziale della trombosi coronarica. Ca 2+ PF3 Va Xa ACa 2+ Ca 2+ PF3 TROMBINA FIBRINA (reticolo rilasciato) FIBRINA (reticolo serrato) + CELLULE EMATICHE FIBRINOLISI Disgregazione dei coaguli. Il proenzima plasmatico (X) PLASMINOGENO viene attivato, da streptochinasi, urochinasi, XIIa o da attivatori tessutali del plasminogeno, in PLASMINA Ca 2+ XIIIa TROMBINA (XIII) DIGERISCE COAGULO FIBRINA FIBRINOGENO (VIII); (V) etc. Per evitare confusione, un accordo internazionale ha stabilito di indicare i fattori coagulanti con i numeri romani, ma poiché alcuni nomi originali di tali fattori sono ancora in uso, essi sono stati riportati in questo schema. 134
12 FATTORI NECESSARI PER LA NORMALE EMATOPOIESI Ematopoiesi, detta anche Emopoiesi formazione dei normali elementi cellulari del sangue. Eritropoiesi formazione dei Globuli Rossi (G.R.). FATTORI DIETETICI Globuli rossi distrutti Fe immagazzinato; Pigmenti Biliari escreti FEGATO Vitamina B 12 e Acido folico vengono posti in riserva e poi ceduti secondo necessità alla Pigmenti Biliari escreti Proteine, ferro, rame, Mn, vitamina C, acido folico e FATTORE ESTRINSECO che (Vit. B 12 ) viene assorbito solo se il FATTORE INTRINSECO un enzima viene secreto dalla MUCOSA GASTRICA Capacità di trasporto di O 2 CIRCOLAZIONE GENERALE VITAMINA B 12 ERITROPOIETINA (ormone liberato dal rene stimola stimola MIDOLLO OSSEO (nelle ossa piatte e nelle estremità delle ossa lunghe negli adulti) ERITROPOIESI PROERITROBLASTO Ormoni Tiroidei e Corticoidi, Fe, Cu, Vit. C NORMOBLASTI (3 stadi) G.R. circola per 120 giorni, dopo di che si usura Fattori di crescita ematopoietici citochine La maggior parte dei G.B. vivono solo pochi giorni DANNO CELLULARE nei tessuti stimola LEUCOPOIESI RETICOLOCITO ERITROCITO o GLOBULO ROSSO (G.R.) MIELOBLASTICO LEUCOCITO GRANULATO (G.B.) Nel normale stato di salute il numero dei G.R. e la quantità di emoglobina (Hb) in ciascuno di essi contenuta restano abbastanza costanti. La distruzione dei globuli rossi invecchiati viene bilanciata dalla formazione dei nuovi. L anossia stimola la produzione di eritropoietina. I Colony Stimulating Factors (CSF) e le Interleuchine sono citochine e stimolano l ematopoiesi. 135
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