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2 Il volume è stato dato alle stampe in data 2 luglio 2002 ed è integralmente consultabile su Internet ai siti: Per la realizzazione della pubblicazione è stato costituito un gruppo di lavoro coordinato da Carla Fiorio Ufficio Studi CCIAA di Biella composto da: Ufficio Studi Camera di Commercio di Biella Cristina Bodega Roberta Boggio Togna Angelo Gianninò Giacomo Mazzarino Centro Studi Unione Industriale Biellese Nicoletta Bonino Impaginazione e realizzazione grafica dei capitoli a cura di Giacomo Mazzarino

3 Unione Industriale Biellese Centro Studi Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Biella Ufficio Studi Economia Biellese 2001 Biella 2002

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5 INDICE GENERALE Presentazione 2001: sintesi di un anno I 1. DEMOGRAFIA Evoluzione demografica della provincia di Biella Struttura della popolazione biellese per sesso ed età ISTRUZIONE Scuola Università MERCATO DEL LAVORO Forze di lavoro Cassa integrazione guadagni DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE SETTORI INDUSTRIALI Industria laniera Industria meccanica EDILIZIA COMMERCIO TURISMO 65

6 9. ARTIGIANATO AGRICOLTURA CREDITO SCAMBI CON L'ESTERO PROTESTI E FALLIMENTI PREZZI 99 APPENDICI LA STAGIONE DEI CENSIMENTI RICERCA BIBLIOGRAFICA SULL'ECONOMIA BIELLESE 111 INDICE DELLE TAVOLE E DEI GRAFICI 115

7 Presentazione L impostazione dell annuario 2001 non si discosta dalla linea sperimentata negli anni precedenti. L obiettivo del lavoro continua ad essere quello di offrire al lettore una panoramica il più possibile aggiornata e completa dei principali dati e indicatori socio-economici disponibili con disaggregazione provinciale. Il crescente interesse dimostrato da operatori e studiosi per questo strumento di lavoro ci conforta e ci incoraggia nel compiere, di anno in anno, uno sforzo in più. Abbiamo così continuato, anche nel 2001, il lavoro di rinnovamento sia dei contenuti che della veste grafica. In particolare abbiamo ampliato alcuni capitoli, creato la sezione dedicata all Università e pubblicato in appendice i primi dati relativi ai quattro censimenti che nel corso degli ultimi due anni l Istat ha condotto sul territorio. Ringraziamo gli Enti che, con la consueta disponibilità, rendono possibile la realizzazione di questo lavoro. GIOVANNI POZZI Presidente C.C.I.A.A. ERMANNO RONDI Presidente U.I.B.

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9 2001: sintesi di un anno 2001: SINTESI DI UN ANNO Il rallentamento economico avviato nel 2000 negli Stati Uniti si è trasformato in una progressiva riduzione dell attività a livello mondiale. Le previsioni relative all andamento internazionale sono state costantemente riviste al ribasso per tutto il Duemilauno: le stime sull anno parlano di +2% come variazione del Pil e addirittura +0,7% per quanto riguarda il Commercio Internazionale. Tale ridimensionamento del trend economico mondiale, come si evince dal grafico, emerge con evidenza dal confronto con gli analoghi indicatori rilevati nel 2000, anno peraltro eccezionale: +4,7 per il Pil e +13% per gli scambi commerciali. L attacco terroristico dell 11 settembre ha acuito quindi una situazione congiunturale già negativa, introducendo plurimi effetti shock e colpendo in particolare alcuni settori economici. Passata l ondata psicologica della cosiddetta economia della paura le caratteristiche della fase congiunturale mondiale di I

10 2001: sintesi di un anno fine anno sono apparse più simili agli episodi di rallentamento osservati nel corso degli ultimi anni, che ad una recessione vera e propria. Se per gli Usa si è potuto parlare di una lieve fase di crisi economica, ancora più seria è apparsa la situazione del Giappone, mentre per l Uem la crisi internazionale si è tradotta in un rallentamento più sensibile del previsto. La simultaneità della recessione negli Stati Uniti e nel Giappone e della minor crescita in Europa ha trasmesso tuttavia forti impulsi negativi verso i paesi emergenti e in via di sviluppo, in particolare verso quelli fortemente legati alla domanda statunitense. Il tanto atteso rallentamento fisiologico americano si è, in effetti, concretizzato nei primi mesi del 2001 in un soft landing con il sorgere di molteplici elementi di debolezza che hanno influenzato la crescita economica per tutto il corso dell anno. Già a partire dal primo trimestre si sono registrate vere e proprie avvisaglie di una frenata: bassi livelli del clima di fiducia di famiglie e imprese si sono accompagnati a segnali di diminuzione dei ritmi produttivi. Il periodo estivo ha fatto intravedere i primi indicatori contrastanti con una possibile stabilizzazione nell industria che si contrapponeva ad una sempre maggiore debolezza della domanda interna. L attacco terroristico si è dunque collocato in un contesto economico di grande incertezza trascinando verso i livelli cosiddetti di recessione tutti gli indicatori. La fase più grave dell economia americana è durata pochi mesi e già a fine anno gli occhi del mondo intero erano puntati verso l economia americana attendendo la sua preannunciata guarigione. Infatti gli esperti hanno annunciato che i primi germogli della ripresa si sono già intravisti in dicembre e che, passata la fase di riaccumulo delle scorte, si registrerà una inversione di tendenza: la risalita, anche se all inizio non sarà travolgente, riuscirà a trascinare le altre economie tra cui quella europea anche se proprio quest ultima manterrà un ritmo leggermente più lento. La debolezza di crescita dell economia nel terzo trimestre dell anno ha influenzato l andamento del Pil annuale che, dopo un incremento nel duemila pari ad oltre 4 punti percentuali si è attestata intorno ad un timido 1%. Nelle previsioni per il 2002 non si intravedono sostanziali accelerazioni: stima di crescita prevista +0,9%. Per tutto l anno non è emerso alcun segnale positivo nella congiuntura economica giapponese che chiude un anno in recessione: duemilauno, variazione del Prodotto interno lordo pari a 0,5%, domanda interna +0,4%, esportazioni nette 0,8%. Come si evince dagli indicatori la crisi è legata II

11 2001: sintesi di un anno fondamentalmente al debole andamento della domanda interna ed alla congiuntura internazionale negativa che non ha permesso all export di fornire un contributo in grado di compensare il crollo generale dei consumi. La produzione industriale è risultata quasi sempre in calo con una accelerazione della contrazione a partire dai mesi primaverili. Il tasso di disoccupazione è ancora salito attestandosi a quota 5,1%, valore, per gli standard nipponici, particolarmente alto. Gli indicatori qualitativi confermano per il 2001 uno scenario di debolezza per l economia europea. La variazione tendenziale è stata pari al +1,5%, di quasi due punti percentuali in meno rispetto a quella registrata nel 2000 (+3,3%), e tra i valori più bassi dalla recessione del Con lo scorrere dei mesi si è decelerato il ritmo di crescita dei consumi, conseguenza del peggioramento del clima di fiducia delle famiglie; in quasi tutti i paesi dell Uem sono contemporaneamente sfumati gli effetti espansivi degli sgravi fiscali. Si sono contratti gli investimenti e le esportazioni sono peggiorate a seguito della difficile situazione internazionale. ANNO 2001: ANDAMENTO DEI PRINCIPALI PAESI Stati Uniti Regno Unito Pil reale (var. %) 1,2 Pil reale (var. %) 2,4 Inflazione 2,9 Inflazione 1,2 Giappone Spagna Pil reale (var. %) -0,5 Pil reale (var. %) 2,8 Inflazione -1,5 Inflazione 3,7 Germania Italia Pil reale (var. %) 0,8 Pil reale (var. %) 1,8 Inflazione 2,4 Inflazione 2,8 Francia U.E.M. (12 paesi) Pil reale (var. %) 2,0 Pil reale (var. %) 1,5 Inflazione 1,8 Inflazione 2,7 Fonte: PROMETEIA, Rapporto di previsione, Aprile 2002 La cattiva performance dell industria emerge dal continuo calo dell indice della produzione industriale con un incremento medio tendenziale annuo neanche del 2% circa (+5,5% nella media del 2000). La reazione alla crisi statunitense si è rivelata più forte di quanto atteso facendo emergere con forza che il ciclo europeo non è svincolato da quello statunitense ma anzi più inerte e III

12 2001: sintesi di un anno caratterizzato da un certo ritardo temporale. E verosimile che la ripresa si avvii con maggior sicurezza solo nella seconda metà del 2002 quando lo scenario mondiale vedrà consolidati segni di miglioramento; sotto questi auspici rimangono ottimistiche le prospettive di ripresa nel biennio La fase di rallentamento, pur coinvolgendo in misura diversa i paesi dell Unione Europea, implica una riduzione della dispersione dei tassi di crescita, confermando un comportamento che tende a caratterizzare le fasi di rallentamento dello sviluppo negli anni novanta. Nell anno, come documentato dagli indicatori, la Germania si è confermata il fanalino di coda tra le economie europee a causa di molteplici problemi: la specializzazione produttiva, la composizione geografica delle sue esportazioni, che la rendono più esposta al rallentamento dell economia statunitense, la particolare sensibilità alle variazioni dell euro e l andamento dei consumi privati inferiore rispetto agli altri paesi europei. L industria manifatturiera tedesca sta ancora soffrendo e negli ultimi sei mesi i consumi hanno registrato ancora un ulteriore contrazione sul trimestre precedente. A livello prospettico, non pare ancora che i tempi siano in grado di rendere imminente la ripresa dell economia. La maggior dipendenza dell attività economica dal settore industriale rende più gravoso l attuale rallentamento del ciclo economico internazionale, particolarmente accentuato per il settore dei beni strumentali. Il 2001 si è chiuso con una variazione della crescita economica tedesca dello 0,7%, la stessa percentuale si prevede per il Nonostante gli effetti di rallentamento subiti anche dall economia francese, l antica Gallia chiude con una crescita del Prodotto interno lordo pari al +2% annuo. La voce più dinamica riguarda i consumi delle famiglie che hanno beneficiato degli interventi espansivi della politica di bilancio in vigore da luglio. Non sono migliorate invece nell anno le condizioni del mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione negli ultimi mesi dell anno è rimasto stabile per circa il 9%. Dopo alcuni anni di forte espansione, nel 2001 gli indicatori dell economia spagnola segnalano che a spingere il rallentamento dell attività economica hanno contribuito le principali componenti della domanda interna accanto ad un contributo leggermente negativo delle esportazioni nette. Dai dati tendenziali si osserva infatti che i consumi privati, con un andamento tendenziale del 2,6% e un valore medio per il 2001 dell 1,7% confermano la forte decelerazione intrapresa dalla fine del L indice della produzione industriale ha fatto registrare negli ultimi mesi dell anno una variazione sempre negativa. La IV

13 2001: sintesi di un anno dinamica del Pil nell anno 2001 è stata comunque al di sopra della media Uem: +2,8%. Anche nel Regno Unito trova evidenza il rallentamento internazionale con una crescita addirittura nulla del Pil nel quarto trimestre. Nella media del 2001 il Pil ha registrato un tasso di variazione pari al +2,4%. La domanda interna per beni e servizi si mantiene sostenuta e si conferma la componente trainante dell economia britannica, in particolare la parte proveniente dalle famiglie risulta in costante aumento in termini congiunturali. Nell anno sono migliorate le condizioni del mercato del lavoro, mentre le informazioni congiunturali relative agli ultimi mesi del 2001 indicano una flessione della produzione industriale. Le aree emergenti hanno continuato a risentire della debolezza dei paesi maggiormente industrializzati. Sono soprattutto le componenti di domanda estera a pesare nella contrazione delle economie dei paesi in via di sviluppo. Se si escludono la Cina e l India, nelle quali la domanda interna conferma ritmi di crescita sostenuti, i paesi del Sud-est asiatico e quelli dell America Latina stanno sperimentando un periodo di crescita contenuta e, in alcuni casi, di vera e propria recessione. In modo più o meno accentuato, i paesi del Sud-est asiatico stanno sperimentando una fase di contrazione del Pil, accompagnata da un aumento della disoccupazione e da prezzi in crescita generalmente contenuta e comunque inferiore alle attese. Questo ha consentito politiche fiscali e monetarie generalmente espansive accompagnate però da un rallentamento preoccupante per il medio periodo delle riforme strutturali necessarie al consolidamento, specialmente finanziario, di queste economie. Le prospettive economiche dell America Latina per l anno in corso risentono, in modo particolare, della debolezza dell economia mondiale e statunitense. In particolare la situazione finanziaria dell Argentina si sta aggravando; il Messico ha fatto registrare una caduta del Pil e sarà il paese latino-americano che risentirà maggiormente dell aggravarsi dello scenario mondiale. Lo sviluppo dell attività economica sembra più favorevole nei paesi dell Europa Centrale e orientale rispetto a quanto sperimentato in altre aree emergenti. Anche per l economia italiana per l anno 2001 la previsione iniziale di tutti gli indicatori è stata rivista al ribasso a cominciare dal Pil anche se gli eventi di settembre hanno costretto a ridimensionare le aspettative, peraltro in modo meno drastico di quanto si potesse temere inizialmente e con un contraccolpo minore rispetto ad altri paesi dell area euro. Secondo le stime formulate la crescita del Pil si attesterà, nel 2001, all 1,8%, oltre un punto percentuale in meno rispetto all andamento registrato nel 2000 e V

14 2001: sintesi di un anno la previsione per l anno 2002 è pari addirittura all 1,3%. L'economia italiana ha quindi subìto conseguenze esterne che sono andate ad incidere su di una situazione congiunturale già in decelerazione, come testimoniato dalla progressiva frenata del Pil rilevata nel secondo e terzo trimestre dell anno. Come negli altri paesi, il clima di fiducia dei consumatori in autunno è stato contraddistinto da una sorta di spartiacque rappresentato dall'inizio delle operazione belliche in Afghanistan. Le informazioni congiunturali riguardanti l andamento della domanda interna negli ultimi mesi dell anno, infatti, sono state principalmente di natura qualitativa. La fase di rallentamento sembra essersi attenuata se non arrestata per gli ordini interni di beni di investimento mentre prosegue per gli altri tipi di beni e per gli ordini dall estero. Le interviste effettuate dopo l'attacco hanno registrato una sensibile caduta del clima di fiducia, apparsa più ampia di quanto non fosse avvenuto all'indomani dell'attacco alle torri gemelle. Gli effetti del rallentamento delle economie mondiali si sono inoltre fatte sentire sulle esportazioni italiane che hanno subìto una flessione in termini tendenziali del 2,5%. Gli esperti confermano che nell aria c è la previsione di una ripresa veloce nella seconda parte dell anno prossimo, favorita dalle politiche economiche, anche se quantitativamente la vera ripresa si avrà solo a partire dal Passiamo ora in rapida rassegna i principali fenomeni economici biellesi, più diffusamente trattati nei capitoli successivi. Dopo un 2000 all insegna di indicatori con valori positivi da record, nel 2001 l industria provinciale, specie nella seconda parte dell anno, ha raggiunto i livelli del 1999, i più bassi in serie storica degli ultimi cinque anni. In contrasto con l andamento generale il settore artigiano biellese ha archiviato ancora un anno all insegna di indicatori positivi: i dati emersi dalla ormai consolidata indagine svolta in collaborazione con CNA e Confartigianato hanno mostrato, per entrambi i semestri, saldi ampiamente positivi con una previsione di crescita ancora rispondente all ottimismo. Rispetto al quadro nazionale sopra delineato, il settore commerciale della provincia di Biella segnala una condizione di maggiore difficoltà: l indice di andamento delle vendite, pur mantenendo il consueto andamento altalenante, non è mai salito nei quattro trimestri 2001 al di sopra dello zero. L andamento meteoclimatico del 2001 è stato complessivamente poco propizio per lo sviluppo delle attività agricole della provincia: forte siccità ad inizio anno e nei mesi autunnali ed invernali, grandinate nel periodo estivo nelle zone della VI

15 2001: sintesi di un anno vite e dei frutteti hanno fatto archiviare un annata complessivamente al di sotto degli standard medi. L industria turistica è senza ombra di dubbio uno dei settori che hanno assunto nel corso del tempo un importante posto all interno dell economia biellese. Si registra in continuo aumento l insieme delle strutture ricettive (che raggiungono quota 100 unità), mentre si è registrato nell anno un lieve calo delle presenze. Nel corso del 2001 l attività di intermediazione del credito in Provincia di Biella ha fatto rilevare un incremento degli indicatori di prestazione, proseguendo nei fatti una tendenza alla crescita già rilevata nei due anni precedenti. Per una più approfondita disamina, si rimanda ai testi, tabelle e grafici contenuti nei singoli capitoli. VII

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17 Capitolo 1 - Demografia 1. DEMOGRAFIA 1.1. Evoluzione demografica della provincia di Biella Nell ottobre del 2001 ha avuto luogo il 14 Censimento generale della popolazione e delle abitazioni. Le operazioni censuarie comportano la revisione delle anagrafi della popolazione detenute dai comuni e quindi una momentanea indisponibilità dei dati relativi ai flussi (nati, morti, immigrati, emigrati) registrati nell ultimo anno. Ciò non ha consentito l elaborazione di tutte le tabelle pubblicate di consueto nel capitolo della demografia, in particolare è stato impossibile calcolare la popolazione residente a fine anno, i tassi di natalità e di mortalità. Le uniche consistenze divulgabili in maniera provvisoria sono quelle fornite dai comuni con riferimento al giorno antecedente le rilevazioni del censimento: 20 ottobre Per quanto incompleti, i risultati denunciano un ulteriore peggioramento dei saldi demografici biellesi: la popolazione della provincia di Biella al 20 ottobre 2001 risulta pari a , divisa fra i residenti del capoluogo ed i abitanti degli altri comuni biellesi. L ormai consueta contrazione demografica della provincia si è manifestata, limitatamente ai primi dieci mesi del 2001, in 87 unità, pari allo 0,05 in termini percentuali. Questo calo, come già rilevato gli scorsi anni, è in realtà frutto di dinamiche opposte: il divario negativo tra nascite e decessi (-756) e la variazione positiva del saldo migratorio (+669, differenza tra i iscritti ed i cancellati). Il decremento demografico si è registrato anche nel comune capoluogo che, da gennaio a ottobre 2001, ha perso 16 unità risultato di un saldo naturale negativo (-170) e di un saldo migratorio positivo (+154). Si rimanda alle tabelle contenute nell appendice per la consultazione dei primi risultati provvisori provinciali del Censimento della popolazione

18 Capitolo 1 - Demografia Tav.1 - TASSI DI NATALITA' E DI MORTALITA' NELLA PROVINCIA DI BIELLA, IN PIEMONTE ED IN ITALIA NOTA BENE: valori per 1000 residenti BIELLA PIEMONTE ITALIA ANNI Tn Tm Tn Tm Tn Tm ,6 12,9 7,6 11,2 10,0 9, ,4 13,6 7,9 11,6 10,2 9, ,4 13,2 7,6 11,3 8,1 7, ,5 13,2 7,8 11,3 10,1 9, ,5 13,4 7,7 11,4 9,7 9, ,3 12,7 7,6 11,5 9,4 9, ,3 13,4 7,6 11,7 9,2 9, ,2 12,8 7,8 11,3 9,4 9, ,4 13,5 8,1 11,5 9,4 9, ,5 13,0 8,1 11,6 9,3 10, ,6 13,3 8,1 11,7 9,3 9, (a) 8,1 13,2 8,4 11,3 9,4 9,7 (a) non è possibile l'aggiornamento all'anno 2001 in quanto non sono ancora stati pubblicati i dati definitivi del 14 Censimento della popolazione FONTE: Istat - Nostre elaborazioni 2

19 Capitolo 1 - Demografia Tav.2 POPOLAZIONE RESIDENTE NELLA PROVINCIA DI BIELLA ( ) COMUNE DI BIELLA ALTRI COMUNI BIELLESI VARIAZ. RISPETTO VARIAZ. RISPETTO Numero Numero ANNI ANNO PRECEDENTE ANNO PRECEDENTE abitanti abitanti ass. % ass. % , , (a) , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , (b) , ,05 ANNI Numero abitanti TOTALE PROVINCIALE VARIAZ. RISPETTO ANNO PRECEDENTE ass. % , (a) , , , , , , , , , , (b) ,05 (a) le variazioni relative al 1991 sono influenzate dalle regolarizzazioni effettuate in occasione del Censimento avvenuto in tale anno. (b) dati provvisori riferiti alla data del 20 Ottobre FONTE: Istat - Nostre elaborazioni 3

20 Capitolo 1 - Demografia Tav.3 POPOLAZIONE RESIDENTE AL 20/10/2001 PER COMUNE NELLA PROVINCIA DI BIELLA (a) Ailoche Andorno Micca Benna Biella Bioglio Borriana Brusnengo Callabiana Camandona Camburzano Campiglia C Candelo Caprile Casapinta Castelletto C Cavaglià Cerreto C Cerrione Coggiola Cossato Crevacuore Crosa Curino Donato Dorzano Gaglianico Gifflenga Graglia Lessona Magnano (a) I dati sono provvisori e riferiti alla data del 20 Ottobre

21 Capitolo 1 - Demografia Segue Tav.3 POPOLAZIONE RESIDENTE AL 20/10/2001 PER COMUNE NELLA PROVINCIA DI BIELLA (a) Massazza Masserano Mezzana M.go Miagliano Mongrando Mosso (b) Mosso S. Maria (b) Mottalciata Muzzano Netro Occhieppo Inf Occhieppo Sup Pettinengo Piatto Piedicavallo Pistolesa (b) Pollone Ponderano Portula Pralungo Pray Biellese Quaregna Quittengo Ronco Biellese Roppolo Rosazza Sagliano Micca Sala Biellese Salussola Sandigliano (a) I dati sono provvisori e riferiti alla data del 20 Ottobre 2001 (b) nuovo ambito territoriale: nel 1999 i comuni di Mosso S. Maria e Pistolesa si sono fusi creando il comune di Mosso 5

22 Capitolo 1 - Demografia Segue Tav.3 POPOLAZIONE RESIDENTE AL 20/10/2001 PER COMUNE NELLA PROVINCIA DI BIELLA (a) S. Paolo Cervo Selve Marcone Soprana Sordevolo Sostegno Strona Tavigliano Ternengo Tollegno Torrazzo Trivero Valdengo Vallanzengo Vallemosso Valle S. Nicolao Veglio Verrone Vigliano B.se Villa del Bosco Villanova B.se Viverone Zimone Zubiena Zumaglia TOTALE (a) I dati sono provvisori e riferiti alla data del 20 Ottobre 2001 FONTE: Istat - Nostre elaborazioni 6

23 Capitolo 1 - Demografia Tav.4 MOVIMENTO NATURALE E MIGRATORIO DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE PER COMUNE NELLA PROVINCIA DI BIELLA 1 GENNAIO 20 OTTOBRE 2001 Ailoche Andorno M. Benna BIELLA Bioglio Borriana Brusnengo Residenti Nati Morti Saldo Naturale Iscritti Cancellati Saldo migratorio Saldo totale Residenti Callabiana Camandona Camburzano Campiglia C. Candelo Caprile Casapinta Residenti Nati Morti Saldo Naturale Iscritti Cancellati Saldo migratorio Saldo totale Residenti

24 Capitolo 1 - Demografia Segue Tav.4 MOVIMENTO NATURALE E MIGRATORIO DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE PER COMUNE NELLA PROVINCIA DI BIELLA 1 GENNAIO 20 OTTOBRE 2001 Castelletto C. Cavaglià Cerreto C. Cerrione Coggiola Cossato Crevacuore Residenti Nati Morti Saldo Naturale Iscritti Cancellati Saldo migratorio Saldo totale Residenti Crosa Curino Donato Dorzano Gaglianico Gifflenga Graglia Residenti Nati Morti Saldo Naturale Iscritti Cancellati Saldo migratorio Saldo totale Residenti

25 Capitolo 1 - Demografia Segue Tav.4 MOVIMENTO NATURALE E MIGRATORIO DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE PER COMUNE NELLA PROVINCIA DI BIELLA 1 GENNAIO 20 OTTOBRE 2001 Lessona Magnano Massazza Masserano Mezzana M.go Miagliano Mongrando Residenti Nati Morti Saldo Naturale Iscritti Cancellati Saldo migratorio Saldo totale Residenti Mosso (a) Mottalciata Muzzano Netro Occhieppo I. Occhieppo S. Pettinengo Residenti Nati Morti Saldo Naturale Iscritti Cancellati Saldo migratorio Saldo totale Residenti (a) nuovo ambito territoriale: nel 1999 i comuni di Mosso S. Maria e Pistolesa si sono fusi creando il comune di Mosso 9

26 Capitolo 1 - Demografia Segue Tav.4 MOVIMENTO NATURALE E MIGRATORIO DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE PER COMUNE NELLA PROVINCIA DI BIELLA 1 GENNAIO 20 OTTOBRE 2001 Piatto Piedicavallo Pollone Ponderano Portula Pralungo Pray Residenti Nati Morti Saldo Naturale Iscritti Cancellati Saldo migratorio Saldo totale Residenti Quaregna Quittengo Ronco B.se Roppolo Rosazza Sagliano M. Sala B.se Residenti Nati Morti Saldo Naturale Iscritti Cancellati Saldo migratorio Saldo totale Residenti

27 Capitolo 1 - Demografia Segue Tav.4 MOVIMENTO NATURALE E MIGRATORIO DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE PER COMUNE NELLA PROVINCIA DI BIELLA 1 GENNAIO 20 OTTOBRE 2001 Salussola Sandigliano S. Paolo C. Selve Marcone Soprana Sordevolo Sostegno Residenti Nati Morti Saldo Naturale Iscritti Cancellati Saldo migratorio Saldo totale Residenti Strona Tavigliano Ternengo Tollegno Torrazzo Trivero Valdengo Residenti Nati Morti Saldo Naturale Iscritti Cancellati Saldo migratorio Saldo totale Residenti

28 Capitolo 1 - Demografia Segue Tav.4 MOVIMENTO NATURALE E MIGRATORIO DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE PER COMUNE NELLA PROVINCIA DI BIELLA 1 GENNAIO 20 OTTOBRE 2001 Vallanzengo Vallemosso V. S. Nicolao Veglio Verrone Vigliano B. Villa del Bosco Residenti Nati Morti Saldo Naturale Iscritti Cancellati Saldo migratorio Saldo totale Residenti Villanova B. Viverone Zimone Zubiena Zumaglia TOTALE PROVINCIALE Residenti Nati Morti Saldo Naturale Iscritti Cancellati Saldo migratorio Saldo totale Residenti NOTA: I dati sono provvisori e riferiti alla data del 20 Ottobre FONTE: Istat - Nostre elaborazioni 12

29 Capitolo 1 - Demografia Grafico 1 COMUNI DELLA PROVINCIA DI BIELLA PER CLASSE DI AMPIEZZA DEMOGRAFICA FONTE: Istat nostre elaborazioni 13

30 Capitolo 1 - Demografia Tav.5 DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE DELLA PROVINCIA DI BIELLA PER ZONE GEOGRAFICHE ZONE Abitanti % Abitanti % 1 Biella e frazioni , ,3 2 Valle d'andorno , ,0 3 Alta Valle Cervo 860 0, ,4 4 Pianura Elvo - Cervo , ,0 5 La Serra , ,4 6 Valle dell'elvo , ,4 7 Colline centrali , ,9 8 Colline orientali , ,2 9 Valle Strona di Mosso , ,5 10 Valle del Sessera , ,7 11 Cossato , ,1 TOTALE BIELLESE , ,0 NOTE: 1) I dati riferiti al 20 Ottobre 2001 sono provvisori. 2) Legenda zone: 1 Biella, Pralungo. 2 Andorno, Miagliano, Sagliano, Tavigliano, Tollegno. 3 Campiglia, Piedicavallo, Quittengo, Rosazza, San Paolo Cervo. 4 Benna, Borriana, Candelo, Castelletto, Gaglianico, Gifflenga, Massazza, Mottalciata, Ponderano, Sandigliano, Verrone, Villanova 5 Cavaglià, Cerrione, Dorzano, Magnano, Roppolo, Sala, Salussola, Torrazzo, Viverone, Zimone, Zubiena. 6 Camburzano, Donato, Graglia, Mongrando, Muzzano, Netro, Occhieppo Inf., Occhieppo Sup., Pollone, Sordevolo. 7 Bioglio, Cerreto, Pettinengo, Piatto, Quaregna, Ronco, Ternengo, Valdengo, Vallanzengo, Valle San Nicolao, Vigliano, Zumaglia. 8 Brusnengo, Casapinta, Curino, Masserano, Mezzana M., Soprana,Sostegno, Villa del Bosco. 9 Callabiana, Camandona, Crosa, Lessona, Mosso, Selve Marcone, Strona, Trivero, Valle Mosso, Veglio. 10 Ailoche, Caprile, Coggiola, Crevacuore, Portula, Pray. 11 Cossato. FONTE: Istat - Nostre elaborazioni 14

31 Capitolo 1 - Demografia 1.2. Struttura della popolazione biellese per sesso ed età Al 31 dicembre 2000 (i dati relativi alla struttura della popolazione non sono ancora disponibili per l anno 2001) la popolazione complessivamente residente in provincia di Biella risultava pari a unità, di cui maschi (47,8%) e femmine (52,1%). La popolazione biellese continua ad essere investita dal processo di invecchiamento, fenomeno oramai noto e comune al resto della nazione. Nel 2000 i residenti anziani della provincia di Biella (> 64 anni) erano , una quota pari al 22,6% della popolazione complessiva: questa percentuale è salita rispetto al 1999 di sei decimali. Tanti fattori contribuiscono ad acuire il processo di invecchiamento della popolazione. Da un lato, la fecondità a livelli ridotti (intorno a 1,2 figli per donna) continua ad aggravare gli squilibri della struttura per età impoverendo le classi di età giovanili e producendo un invecchiamento dal basso nella piramide della popolazione. A questo si accompagna la crescita della popolazione in età anziana, determinata dall aumento della sopravvivenza che, permettendo ad un numero sempre maggiore di individui di raggiungere le età estreme della vita, produce un invecchiamento dall alto. Una nota positiva in questo senso riguarda l aumento dei nati in provincia passati dai del 1999 ai del Tuttavia gli altri indicatori ci informano dell inesorabile accentuarsi dello squilibrio demografico dell area biellese: l indice di ricambio del mercato del lavoro (giovani tra 15 e 19 anni per cento anziani tra 60 e 64 anni di età) ha raggiunto nel 2000 un valore pari a 59 ancora in peggioramento rispetto al dato riscontrato nel 1999 (61) e contro un dato regionale pari a 62; l indice di dipendenza della popolazione anziana (ultra sessantaquattrenni per 100 residenti compresi nella fascia di età 20-64) è del 37%, salito di un punto percentuale rispetto al 99 e di ben quattro punti percentuali in più rispetto all indicatore piemontese (33%); l indice di dipendenza strutturale, che misura il rapporto tra la popolazione in età non attiva ed in età attiva (rapporto percentuale fra le fasce 0-14 anni e 65 e oltre e la popolazione in età tra i 15 ed i 64 anni) risulta pari a 51,7%, quello piemontese riferito allo stesso anno è del 48,7%; 15

32 Capitolo 1 - Demografia l indice di vecchiaia (numero anziani con età > 64 anni su numero di giovani al di sotto dei 15 anni) raggiunge, per la provincia di Biella, quota 198, valore uguale a quello registrato l anno precedente. Questo stesso indicatore a livello nazionale è di 127, sale nell area Nord Ovest a 155 ed in Piemonte a 173. Senz altro i dati che emergeranno nei prossimi mesi dai risultati del 14 Censimento generale della popolazione e delle abitazioni ci potranno fornire ulteriori preziose informazioni circa l evoluzione della struttura demografica della nostra provincia. Grafico 2 PIRAMIDE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE IN PROVINCIA DI BIELLA ANNO 2000 Femmine Maschi > FONTE (anche Tav.6): Regione Piemonte Banca dati demografico-evolutiva 16

33 Capitolo 1 - Demografia Tav.6 POPOLAZIONE RESIDENTE DELLA PROVINCIA DI BIELLA PER ETÀ E SESSO ANNO 2000 Età Femmine Maschi Totale Età Femmine Maschi Totale > TOT

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35 Capitolo 2 - Istruzione 2. ISTRUZIONE 2.1. Scuola Dopo due anni consecutivi nei quali la popolazione scolastica biellese si è rilevata in calo, nell anno 2001/02 si è registrato un deciso aumento del numero di alunni (+3,9%) che raggiungono quota unità. Il risultato complessivo dipende dall aumento di allievi in tutte e tre i livelli di istruzione, anche se su differenti percentuali: +0,6% la crescita dei frequentanti le scuole elementari (7.571 numero alunni), +5,7% l aumento nelle scuole medie inferiori (4.577) e +6,8% l incremento degli alunni registrato nelle scuole medie superiori (5.919). In crescita anche la popolazione scolastica della città di Biella salita rispetto all anno precedente di 375 unità; nell anno 2001/2002 il numero di alunni della città di Biella è stato pari a 8.040, così suddivisi: elementari 2.073, medie inferiori e medie superiori La disaggregazione dei iscritti alle scuole medie secondarie della provincia ci informa che, come tradizione, il mondo giovanile biellese si indirizza sempre di più verso l istruzione tecnica-industriale che, con i suoi iscritti, rappresenta il 39% del totale (l anno prima pesava il 36,1%). In crescita anche il numero degli allievi dell istruzione tecnica commerciale (7,3% nel 00/01 e 7,8% nel 01/02) e di quella tecnica per geometri (dal 4,6% al 5,2% del totale). L analisi dei dati relativi alle iscrizioni alle prime classi conferma sostanzialmente questa tendenza. Si riscontra in calo, invece, la quota degli iscritti in scuole ad indirizzo professionale (18,7%), classico (6,8%) e scientifico (22,6%). 19

36 Capitolo 2 - Istruzione Tav.1 POPOLAZIONE SCOLASTICA DELLA PROVINCIA DI BIELLA ANNI NUMERO ALUNNI SCOLASTICI Medie Medie Elementari inferiori superiori Totale 1995/ / / / / / / Var. % 02/01 0,6 5,7 6,8 3,9 Tav.2 POPOLAZIONE SCOLASTICA DELLA CITTÀ DI BIELLA ANNI NUMERO ALUNNI SCOLASTICI Medie Medie Elementari inferiori superiori Totale 1995/ / / / / / / Var. % 02/01-1,0 6,5 7,3 4,9 FONTE: Centro Servizi Amministrativi di Biella e scuole - Nostre elaborazioni 20

37 Capitolo 2 - Istruzione Tav.3 ALUNNI ISCRITTI NELLE SCUOLE MEDIE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI BIELLA 99/00 ANNI SCOLASTICI 00/01 01/02 N scuole ISCRITTI N scuole ISCRITTI N scuole ISCRITTI N % N % N % Istruzione tecnica industriale , , ,0 Istruzione professionale , , ,7 - indirizzo industriale , , ,1 - indirizzo commerciale , , ,8 - altri indirizzi , , ,8 Istruzione tecnica commerciale , , ,8 Istruzione magistrale (a) , , ,0 Istruzione classica (b) , , ,8 Istruzione scientifica (c) , , ,6 Istr. tecnica per geometri (d) , , ,2 TOTALE , , ,0 NOTE (a) Scuola magistrale e istituto magistrale ad indirizzo psico-pedagogico - non più operativa a partire dall'a.s. (b) Compreso indirizzo linguistico (c) Compresi artistico, linguistico, liceo scientifico biologico-sanitario e biennio artistico / linguistico / commerciale (d) Non compresi gli studenti-lavoratori che frequentano il corso serale FONTE: Centro Servizi Amministrativi di Biella e scuole- Nostre elaborazioni 21

38 Capitolo 2 - Istruzione Tav.4 ISCRIZIONI ALLE PRIME CLASSI DELLE SCUOLE MEDIE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI BIELLA ANNI SCOLASTICI 99/00 00/01 01/02 iscritti % iscritti % iscritti % Istruzione tecnica industriale , , ,9 Istruzione professionale , , ,5 - indirizzo industriale 134 9,8 94 6,8 80 6,0 - indirizzo commerciale 61 4,5 63 4,6 57 4,3 - altri indirizzi 117 8, , ,2 Istruzione tecnica commerciale 52 3, , ,8 Istruzione magistrale (a) 0 0,0 0 0,0 0 0,0 Istruzione classica (b) 106 7,8 93 6,7 81 6,1 Istruzione scientifica (c) , , ,8 Istr. tecnica per geometri (d) 50 3,7 80 5,8 79 5,9 IN COMPLESSO , , ,0 NOTE (a) Scuola magistrale e istituto magistrale ad indirizzo psico-pedagogico - non più operativa a partire dall'a.s. 2001/02 (b) Compreso indirizzo linguistico (c) Compresi artistico, linguistico, liceo scientifico biologico-sanitario e biennio artistico / linguistico / commerciale (d) Non compresi gli studenti-lavoratori che frequentano il corso serale FONTE: Centro Servizi Amministrativi di Biella e scuole- Nostre elaborazioni 22

39 Capitolo 2 - Istruzione Grafico 1 SCUOLE SUPERIORI BIELLESI: STUDENTI PER RAMI DI ISTRUZIONE Totale iscritti Industriale Professionale Commerciale Classica 00/01 01/02 Scientifica Geometri Iscritti prime classi Industriale Professionale Commerciale Classica 00/01 01/02 Scientifica Geometri

40 Capitolo 2 - Istruzione 2.2. Università Ci è parso doveroso da quest anno ampliare il capitolo relativo all istruzione dedicando una sezione all università locale divenuta, in questi ultimi anni, una realtà sempre più attiva e consistente del sistema formativo biellese. L analisi della Tavola 5 ci illustra che la popolazione universitaria biellese raggiunge quota 385 studenti iscritti di cui 159 immatricolati nell anno accademico 2001/2002. Di questi ultimi: 94 frequentano il Politecnico, 28 la Scuola di Amministrazione Aziendale, 23 la Laurea in Servizio Sociale e 14 la facoltà di Scienze Politiche. Il confronto con l anno precedente mette in evidenza la forte crescita (+400% circa) degli iscritti ai corsi di Ingegneria. Il grafico pubblicato ci informa della provenienza degli studenti iscritti ai corsi universitari biellesi (esclusi i fuori corso): il 16% degli universitari risiede nella città di Biella, il 50% arriva dagli altri comuni della provincia di Biella, mentre il 34% raggiunge l Università biellese da fuori provincia. 24

41 Capitolo 2 - Istruzione Tav.5 STUDENTI ISCRITTI ED IMMATRICOLATI AI CORSI UNIVERSITARI BIELLESI Tipo di corso 94/95 95/96 96/97 97/98 98/99 99/00 00/01 01/02 Var. % ultimo anno Politecnico ,8% SAA ,5% DUOBC ,4% LSS ,9% Scienze Politiche TOTALE ,2% Politecnico ,7% SAA ,4% DUOBC LSS ,2% Scienze Politiche TOTALE ,7% FONTE: Città degli Studi, Nostre elaborazioni STUDENTI ISCRITTI STUDENTI IMMATRICOLATI NOTA BENE: Studenti immatricolati: frequentanti il primo anno; Studenti iscritti: frequentanti qualsiasi anno di corso (compreso il primo) LEGENDA. Politecnico: Ingegneria chimica; SAA: Scuola di Amministrazione Aziendale; DUOBC: Diploma di Operatore dei Beni Culturali; LSS: Laurea in Servizio Sociale Grafico 2 PROVENIENZA DEGLI STUDENTI ISCRITTI AI CORSI UNIVERSITARI BIELLESI A.A. 2001/2002 Fuori provincia 34% Biella città 16% Biella provincia 50% 25

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43 Capitolo 3 Mercato del lavoro 3. MERCATO DEL LAVORO 3.1. Forze di lavoro Come ogni anno l indagine sulle forze di lavoro fornisce i principali indicatori aggregati riguardanti il fronte occupazionale. I dati riguardanti Biella, esposti nella Tavola 1 e riferiti agli anni 2000 e 2001, risultano, come di consueto, particolarmente degni di attenzione: forze di lavoro (80 mila occupati e 2 mila persone in cerca di occupazione) contro non forze di lavoro (casalinghe, studenti, pensionati ecc. sopra i 15 anni di età). Gli 80 mila occupati in complesso sono principalmente impiegati nei servizi (48%) e nell industria (50,6%). Interessanti risultano anche i dati relativi al tasso di occupazione della provincia tessile: 48%, più elevato del saggio regionale (47,9%) e di quello nazionale (43,8%). Al di sopra della media il tasso di occupazione femminile: 40,4 contro il 38,1 del Piemonte ed il 31,7 dell Italia; già storicamente alto, nel corso del 2000 si è ancora incrementato dello 0,3% rispetto all anno precedente. I dati sulla disoccupazione confermano che la provincia di Biella ha ancora registrato un ulteriore abbassamento del tasso di disoccupazione sceso a quota 2,7%, un punto percentuale in meno di quello registrato nel In diminuzione rispetto all anno precedente anche gli indicatori riferiti al Piemonte dove il tasso è sceso dal 6,3% al 4,9% ed alla media italiana (dal 10,6% al 9,5%). 27

44 Capitolo 3 Mercato del lavoro Tav.1 FORZE DI LAVORO IN PROVINCIA DI BIELLA: PRINCIPALI RISULTATI ANNI Biella Piemonte Italia Indicatori FORZE DI LAVORO Occupati Persone in cerca NON FORZE DI LAVORO OCCUPATI IN COMPLESSO Agricoltura Industria in senso stretto Costruzioni Servizi NOTA BENE: dati in migliaia TASSO DI OCCUPAZIONE 47,9 48,0 47,5 47,9 43,1 43,8 Maschi 56,8 56,7 58,8 58,5 56,6 56,9 Femmine 40,1 40,4 37,0 38,1 30,6 31,7 TASSO DI DISOCCUPAZIONE 3,8 2,7 6,3 4,9 10,6 9,5 Maschi 2,9 3,3 3,8 3,3 8,1 7,3 Femmine 4,8 2,7 9,7 7,1 14,5 13,0 NOTA BENE: dati in percentuale FONTE: ISTAT - Forze di lavoro , nostre elaborazioni Grafico 1 TASSO DI DISOCCUPAZIONE, ANNI ,6 9,5 6,3 4,9 3,8 2,7 Biella Piemonte Italia

45 Capitolo 3 Mercato del lavoro 3.2. Cassa integrazione guadagni Dopo l ottimo duemila nel corso del quale i ricorsi alla cassa integrazione guadagni erano diminuiti rispetto all anno precedente del 66,7%, l anno 2001 ha visto accrescersi, per molteplici motivi, gli interventi alla CIG per tutte le industrie biellesi: ore integrate per operai e impiegati, dato di quattro volte superiore a quello rilevato nel L analisi trimestrale ci fornisce un utile chiave di lettura degli effetti di alcuni avvenimenti che hanno influito negativamente sull andamento gestionale delle aziende della provincia. I mesi nei quali si è registrato il numero di interventi al di sopra della media sono: Gennaio, Febbraio, Giugno, Luglio, Ottobre, Novembre e Dicembre. L aumento rilevato nel primo trimestre 2001 è sicuramente conseguenza diretta del famigerato tragico incendio subìto dalla Pettinatura Italiana il 9 gennaio. L incremento registrato nell estate è, invece, probabilmente frutto dell emergere dei primi e concreti segnali della crisi internazionale che si è fatta maggiormente sentire proprio ad inizio estate; il fortissimo picco di ore integrate registrato a fine anno si ricollega senz altro alle conseguenze che i fatti, tristemente noti come 11 settembre, hanno portato con sé. Per quanto riguarda il solo settore tessile le ore integrate sono state , con una crescita rispetto al 2000, del 190%; valori così alti non si registravano dal Hanno dovuto ricorrere alla cassa integrazione 212 aziende, di cui 176 appartenenti al settore tessile. 29

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