La Zona Valbisagno. Il progetto della Zona Valbisagno. Le tappe del progetto. Gruppi della zona
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- Ornella Mazzoni
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2 La Zona Valbisagno La Zona conta 9 gruppi e si estende geograficamente lungo tutta la vallata del torrente Bisagno. Per larga parte insiste sul Comune di Genova, nei seguenti municipi: I Centro Est, III Bassa Val Bisagno, IV Media Val Bisagno e VIII Medio Levante. Sono compresi nell areale di azione anche altri comuni dell entroterra genovese (Bargagli, Montebruno, Montoggio, Sant Olcese). La branca L/C conta 348 lupetti e lupette, la branca E/G 265 esploratori e guide, la branca R/S 117 rovers e scolte. Gruppi della zona Genova 8 (insieme al Genova 18) e la Comunità Capi, per un totale di 84 censiti. Genova 12 e la Comunità Capi, per un totale di 84 censiti. Genova 14 Il gruppo è composto da due Branchi misti, un Reparto misto, una Comunità RS e la Comunità Capi, per un totale di 123 censiti. Genova 18 (insieme al Genova 8) e la Comunità Capi, per un totale di 104 censiti. Genova 20 Il gruppo è composto da due Branchi misti, un Reparto misto, una Comunità RS e la Comunità Capi, per un totale di 90 censiti. Genova 21 e la Comunità Capi, per un totale di 104 censiti. Genova 23 (insieme al Genova 48) e la Comunità Capi, per un totale di 54 censiti. Genova 48 (insieme al Genova 23) e la Comunità Capi, per un totale di 70 censiti. Genova 206 Il gruppo è composto da due Branchi misti, due Reparti misti, una Comunità RS e la Comunità Capi, per un totale di 148 censiti. Il progetto della Zona Valbisagno Le tappe del progetto Il Progetto di Zona ha inizio dalla verifica del precedente progetto. I capi della Zona sono stati chiamati a definire punti di forza e criticità del cammino appena concluso attraverso gli incontri di branca; il Consiglio di Zona ha poi definito i tratti principali che caratterizzano la Zona e i suoi capi in questo periodo storico. Da questa analisi sono emersi gli ambiti di intervento in cui risulta necessario impegnarsi per accompagnare i capi nello svolgimento del loro servizio, per aiutare i Gruppi e la Zona a sentirsi sempre più parte attiva del territorio in cui ci troviamo a svolgere la nostra azione educativa. Il passo successivo ha visto la grande condivisione con tutti i capi dei contenuti del progetto, nell occasione dell assemblea interbranca di febbraio, dove divisi in gruppi misti si è ragionato insieme sulle tematiche scelte: Partecipazione e coraggio di servire: Impegno, Esempio, Coerenza, Organizzazione. Comunicazione istituzionale e attualità del Metodo: Rapporti, Comunicazione, Metodo, Stile. Comunicazione e rapporti tra Gruppi: Collaborazione, Supporto, Coraggio, Disponibilità. Fede: Condivisione, Testimonianza, Chiesa, Cammino. Regolamento di Zona: Chiarezza, Semplificazione, Indicazioni, Efficienza. Questo passaggio, stimolante ed impegnativo, ha permesso di fare chiarezza, di condividere le idee e di raccogliere i suggerimenti e i sogni di ogni capo della Zona rispetto a come immaginiamo il nostro fare scautismo in Valbisagno nei prossimi anni. Il Comitato di Zona ha raccolto tutti gli spunti e le indicazioni emerse per fare sintesi e dare forma al nuovo progetto, portando in Consiglio di Zona una bozza del progetto strutturato in parte come oggi lo vediamo, cercando non solo di definire con precisione l analisi e di conseguenza gli obiettivi e gli strumenti, ma descrivendo l idea e lo stile che sarà necessario tenere sempre a mente per portare avanti un progetto di questo tipo. 9 2
3 Abbiamo deciso di mettere al centro del Progetto di Zona il capo-educatore nella sua totalità e accompagnare per questo motivo i capi della Zona Valbisagno in un percorso che li aiuti a crescere come educatori e a maturare personalmente come donne e uomini appartenenti alla Chiesa. Il metodo che la Zona cercherà di utilizzare nel corso di questi anni si basa sull idea dell osservare, del dedurre, dell agire: in ogni contesto di attuazione del progetto (le branche, il Consiglio, il Comitato, ecc.) si cercherà di seguire questo schema, puntando anche alla concretizzazione di quanto fatto per fornire ai capi strumenti e occasioni di confronto per il proprio servizio, prevedendo un momento intermedio di verifica del progetto. Gli obiettivi individuati sono validi per i prossimi tre anni e gli strumenti scelti sono quelli emersi come prioritari lasciando libertà agli organi della Zona di integrare di anno in anno con altri strumenti ritenuti utili e coerenti con il progetto. Il risultato finale lo trovate in queste pagine, condiviso, discusso, modificato e in attesa di essere votato durante l Assemblea di Zona a Novembre Ora il progetto, scritto nero su bianco, ci fornisce una direzione concreta e verificabile e ci sprona a non restare fermi a guardare perchè non si arriva ad una meta se non per ripartire, per cui: Buona Strada! Regolamento di Zona Ogni entità che coinvolga diversi attori necessita di indicazioni chiare e condivise per funzionare al meglio. Siamo abituati fin da lupetti a seguire regole, più o meno esplicite, sempre con la finalità di poter giocare a questa avventura dello scoutismo nel migliore dei modi. La proposta di regolamentare la vita operativa della Zona va in questa direzione: permettere a tutti di coordinarsi con chiarezza, provando a semplificare alcuni aspetti della vita delle Comunità Capi fino a quella delle singole unità. - Predisporre un Regolamento di Zona, condiviso, entro l entrata in vigore del presente Progetto. - Verificare la congruità e l applicabilità del Regolamento di Zona ogni anno, al fine di tenerlo sempre aggiornato ed allineato alle necessità vere dei gruppi della Zona. - Allargare la partecipazione al Comitato di Zona al fine di avere maggiore pluralità di vedute ed esperienze. Stimolare ogni Comunità Capi a proporre almeno un membro per il Comitato di Zona. Evitare riunioni di Zona dedicate esclusivamente all organizzazione di eventi, anche attraverso l istituzione di pattuglie ad hoc. Promuovere la singola partecipazione dei Capi agli incontri di Zona: le riunioni sono a partecipazione personale, non di staff. 3 8
4 Fede Nella nostra Zona i Gruppi sono presenze radicate nelle Parrocchie, ma vi è una diffusa difficoltà a sentirsi membri attivi della Parrocchia stessa e della Diocesi. Ci rendiamo conto che gli Assistenti Ecclesiastici spesso debbano assolvere a numerosi incarichi, mettendo in difficoltà le Comunità Capi e ponendo l interrogativo sulla nostra partecipazione effettiva e sul nostro ruolo nella Chiesa locale. Ovviamente questa scarsa presenza di sacerdoti alle attività, o alla vita della maggioranza delle Comunità Capi, ci richiama ancor più fortemente al nostro ruolo di educatori alla fede. - Stimolare la crescita dei capi sottolineando anche l appartenenza alla Chiesa: il capo catechista. - Necessità di catechesi continuativa e organica con un percorso condiviso dal Consiglio. - Favorire il confronto e l interazione fra gli Assistenti della Zona. Una riunione di Zona di catechesi, interbranca, specificamente studiata per i Capi, con esperienza forte e momento di condivisione. Successivamente alla riunione plenaria, un incontro di branca dove si affronta quanto elaborato per i capi, visto attraverso gli strumenti specifici del metodo proprio di ogni branca. Organizzare uno o due momenti di confronto/formazione per gli Assistenti della Zona. Sviluppare un percorso di catechesi di Zona articolato sulla durata del Progetto, in modo da renderlo continuativo e organico ad ogni incontro di Zona. Raccomandazioni Utilizzare ed integrare fra loro alcuni testi/documenti fondamentali: PUC, sentiero fede, libretto catechesi diocesi e linee pastorali. Partecipazione e coraggio di servire In questo momento storico sono molte le sfide, educative e non, che ci mettono alla prova. Siamo però consapevoli di giocare un buon gioco in cui possiamo crescere tutti insieme, condividendo le nostre competenze metodologiche-educative, il nostro spirito di servizio e sforzandoci di essere sentinelle di positività per i nostri ragazzi e per chi vive ed opera accanto a noi. Siamo persone oltre che capi e siamo coscienti che il nostro servizio al prossimo e la nostra missione educativa si realizzano anche con ciò che trasmettiamo in parole e azioni, ma soprattutto con la testimonianza di ciò che siamo nel profondo. Desideriamo quindi vivere il nostro servizio in armonia con tutti gli aspetti della nostra vita (famiglia, lavoro, studio, ), consapevoli della sempre maggiore precarietà in contrasto con la progettualità ed il fare del proprio meglio caratteristici dell essere scout. - Trasmettere il messaggio che la responsabilità è parte integrante del diventare adulti. - Favorire lo scambio e la mobilità dei capi in Zona, strutturando un percorso sull intera durata del Progetto. - Portare le Comunità Capi e le Unità a collaborare, sviluppando attività insieme. - Proporre un percorso per la scelta veramente consapevole del servizio, sia verso gli R/S sia verso i tirocinanti. Spingere le Comunità Capi ad organizzare un attività divertente per gli R/S per evidenziare che i capi sono sempre esseri umani. Valorizzare il Con.Ca. in E/G per sottolineare la testimonianza verso il resto del reparto. Porre attenzione verso gli R/S in servizio nelle Unità: non trasmettere il messaggio che essere capi è uguale solo ad avere ogni sera e fine settimana occupati. Proporre almeno un Assemblea di Zona all anno più attiva e divertente (es. cena di zona, ). Valorizzare la progettualità e la continuità all interno delle Comunità Capi anche al fine di garantire una sempre maggiore qualità nel servizio. Entro la scadenza di tale Progetto ciascun gruppo della Zona si impegnerà insieme ad un altro gruppo con obiettivi educativi condivisi, a portare a termine, ameno in parte o per la totalità, un percorso strutturato come segue: > Due incontri in cui un capo (o due) partecipano a riunione di Comunità Capi del gruppo gemellato ; > Almeno due riunioni di staff di branca misti tra gruppi gemellati ; > Almeno un attività di branca in una delle due sedi dei gruppi gemellati ; > Almeno un attività lunga di branca (caccia, uscita, bivacco, etc ) gemellata ; > Un incontro di Comunità Capi gemellate di verifica del percorso. 7 4
5 Comunicazione istituzionale e attualità del metodo Comunicare è esigenza fondamentale di ogni persona per condividere ciò che si è, ciò che si fa e si pensa, ma anche per migliorare sé stessi e formare il proprio pensiero. Anche e soprattutto per una struttura come la Zona sono queste le caratteristiche principali da tenere in considerazione per sviluppare un dialogo con il territorio e con la realtà sociale nella quale svolgiamo il nostro servizio. La fiducia nel futuro, lo spendersi per le nuove generazioni, l impegno per il bene comune e l attenzione per l ambiente sono aspetti ordinari della nostra vita scout; migliorare la nostra consapevolezza su queste tematiche, rispondendo alle sollecitazioni che provengono dal territorio, o facendoci promotori di specifiche azioni verso lo stesso, significa mantenere vivi questi valori in una società in cui sembrano essere sempre più rari. - Sviluppare la comunicazione e la condivisione di esperienze con le parrocchie, le diocesi, i vicariati - Aprirsi al confronto e alla comunicazione con altre associazioni, enti, municipi, comuni per rendere sempre più presente sul territorio l impegno educativo della Zona. - Portare lo scoutismo presso altre agenzie educative, come per esempio la scuola. Viene istituita anche nella nostra Zona la figura dell incaricato/a alla Comunicazione, con lo specifico obiettivo di facilitare e coordinare la comunicazione interna (ed esterna) alla Zona. Ogni Gruppo della Zona avrà un referente per la comunicazione (es. capo gruppo) il quale si relazionerà strettamente con un incaricato/a di Zona alla Comunicazione. Mantenere costantemente aggiornato il sito internet di zona, come finestra verso l esterno dell Associazione. Condividere ogni anno in Consiglio di Zona con quale modalità le Comunità Capi sono presenti e attive sul territorio. Promuovere incontri di Consiglio di Zona con altre realtà, associazioni, enti, amministrazioni per sviluppare conoscenza reciproca. Comunicazione e rapporti tra Gruppi La comunicazione si esprime attraverso diverse attività e permette la relazione tra persone singole, raggruppamenti più o meno grandi e più o meno in disaccordo o contrapposizione. I Gruppi della Zona necessitano di rapportarsi con le altre strutture che li circondano, siano esse associative o esterne. Rimanendo all interno della nostra Associazione, le relazioni tra Gruppi della Zona e tra Zona e Regione devono potersi svolgere correttamente e chiaramente. Sappiamo che a volte, per sostenere un gruppo in difficoltà, basterebbe solo un po più di coraggio e di comunicazione da parte degli altri gruppi e capi. Proviamo a camminare in questa direzione. - Incrementare il confronto ed il rapporto tra i capi e i ragazzi della Zona, per stimolare la sensibilità verso gli altri gruppi, partecipando di Zona ad eventi (es. marcia Libera, ) - Verificare e supportare i gruppi nello sviluppo di un effettivo anno di tirocinio per i nuovi entrati in Comunità Capi. - Aumentare la conoscenza e la collaborazione tra Gruppi nella Zona. Utilizzare maggiormente le risorse messe a disposizione dal sito internet della zona con: calendario aggiornato costantemente con data e luogo delle uscite/ attività; numeri e descrizione case e prati per campi. Sarà proposto un incontro all anno di condivisione e confronto sulla comunicazione sia a livello di branche, sia di capi. Proporre quattro incontri per tirocinanti di zona con la seguente cadenza: inizio anno scout, prima del CFT, dopo il CFT, fine anno scout. Proporre un anno di servizio per gli R/S nel gruppo gemellato di Zona, curandone il percorso di servizio e prevedendo almeno due incontri fra i Capi Clan e i Capi Unità. Sarà proposto ogni anno un incontro di Zona tra R/S prossimi alla Partenza. Raccomandazioni Potenziare ed incrementare la presenza, la condivisione ed il confronto nel Consiglio di Zona anche per risolvere dubbi e incomprensioni tra gruppi. 5 6
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