COMITATO INTERPROFESSIONALE PREVENZIONE INCENDI MILANO - CORSO VENEZIA, 16 - TEL (02)
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- Ottavia Napolitano
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1 Milano lì Ns. Rif.: 8 novembre K:\Ufficio\07 Documenti\Cipi\ Comitato interpr. prevenzione incendi\ corrispondenza dal 2010\ Allegato 1 Ministero.doc Spett. MINISTERO DELL INTERNO alla c.a. del Capo del C.N.VV.F. ing. Alfio Pini P.zza del Viminale, ROMA e mail alla c.a. del Direttore Centrale per la Prevenzione Incendi e la Sicurezza tecnica ing. Fabio Dattilo Largo S. Barbara, ROMA e mail OGGETTO: Allegato I al D.P.R. 151/2011 Proponiamo, con spirito di collaborazione, le nostre osservazioni che raccolgono, in parte, le indicazioni già fornite in precedenza e che sottoponiamo alla vostra attenzione. Nell esame dell ALLEGATO I, abbiamo rilevato alcuni punti meritevoli di un approfondimento o di precisazioni per evitare elementi di incertezza su cui riteniamo sia doveroso intervenire. Confidiamo che le note ed osservazioni proposte possano costituire un utile contributo alla chiarezza ed alla semplificazione tanto voluta da questo Ministero ma anche fortemente dai professionisti. Ci rendiamo conto che un esame della documentazione prodotta sia abbastanza arida e solo un colloquio od un confronto possa far comprendere meglio sia le osservazioni che le conseguenti proposte; in tale senso siamo a Vs disposizione. Qui di seguito segnaliamo, a solo titolo indicativo, come di volta in volta le nostre osservazioni potrebbero essere accolte: con D.M. o con Circolare interpretativa. MEMBRI DEL COMITATO Ordine degli ingegneri della Provincia di Milano Ordine degli architetti dalla Provincia di Milano Ordine interprovinciale dei chimici della Lombardia Collegio dei geometri della Provincia di Milano Collegio dei periti industriali della Provincia di Milano Ordine dei dottori agronomi e forestali della Provincia di Milano Collegio dei periti agrari della provincia di Milano Federgeometri Milano
2 Modifiche all ALLEGATO 1 N Attività Categoria A B C 1 Stabilimenti ed impianti ove si producono e/o impiegano gas infiammabili e/o comburenti con quantità globali in ciclo o in deposito superiori a 25 Nm 3 /h 1 Stabilimenti ed impianti inseriti in cicli industriali ove si producono e/o impiegano gas infiammabili e/o comburenti con quantità globali in ciclo superiori a 50 Nm 3 /h Evidentemente la declaratoria si riferisce alle installazioni ed usi industriali. Anzitutto definire un deposito con un flusso in Nm3/h è evidentemente un refuso che va rimosso. E opportuno, se non si vuole che vengano anche considerate le Centrali Termiche come impianti ricadenti in questa voce 1, precisare inseriti in cicli industriali. Proponiamo di riportare il limite a 50 Nm3/h per evitare che una semplice officina meccanica con tre bombole a 200 bar da 50 litri con una presenza di 30 Nm3 risulti attività soggetta. Si propone di abolire, nella declaratoria dell attività, i depositi perché già previsti alle voci 3, 4 e 5: si tratterebbe di un inutile ripetizione Il limite di 25 Nm 3 /h per le quantità in deposito è un refuso non potendosi misurare i depositi in Nm 3 /h. I depositi non debbono ritenersi compresi nella declaratoria dell attività ma ricompresi invece nelle attività 3, 4 e 5. - pag. 2 di 8 -
3 2 Impianti di compressione o di decompressione dei gas infiammabili e/o comburenti con potenzialità superiore a 50 Nm 3 /h, con esclusione dei sistemi di riduzione del gas naturale inseriti nelle reti di distribuzione con pressione di esercizio non superiore a 0,5 MPa 2 Impianti di compressione o di decompressione dei gas infiammabili e/o comburenti con portata d esercizio superiore a 50 Nm 3 /h, con esclusione dei sistemi di riduzione del gas naturale inseriti nelle reti di distribuzione con pressione di esercizio non superiore a 0,5 MPa Cabine di decompr essione del gas naturale fino a 2,4 MPa Cabine di decompres sione del gas naturale fino a 2,4 MPa Il limite di 50 Nm 3 /h per la potenzialità induce a considerare soggette anche la semplice cabina di decompressione O 2 per 10 letti e ciò perché in commercio vi sono solo gruppi di riduzione per portate elevate. Il problema viene risolto sostituendo, come proposto, alla potenzialità il più ragionevole concetto di portata d esercizio. Nel caso esemplificato avremmo una portata d esercizio di 6 Nm 3 /h ben inferiore al limite di 50 Nm 3 /h. Il limite di 50 Nm 3 /h per la potenzialità è da intendersi relativo all intero impianto e non ai singoli componenti che lo costituiscono che pertanto potrebbero anche avere singolarmente potenzialità anche superiori. 14 Officine o laboratori per la verniciatura con vernici infiammabili e/o combustibili con oltre 5 addetti. 14 Officine o laboratori per la verniciatura con vernici infiammabili e/o combustibili con oltre 5 addetti alla mansione specifica di verniciatura. fino a 25 addetti fino a 25 addetti oltre 25 addetti oltre 25 addetti Si propone di specificare, come positivamente già inserita nella declaratoria dell attività 9, che gli addetti debbono essere quelli che operano nella verniciatura e non ad esempio quelli commerciali, tecnici, progettisti, addetti alla logistica eccetera che nulla abbiano a che fare con l operazione pericolosa. Il limite di 5 addetti è da riferirsi al personale che è dedicato contemporaneamente alle operazioni di verniciatura. - pag. 3 di 8 -
4 Nelle attività 3b, 25,27,28,34,36,38,40,43,44,46 e 47 ove si fa riferimento a quantitativi oltre cui scatta la assoggettabilità, viene appositamente utilizzata la terminologia in massa. Nelle altre attività 31, 32,33,35,37,63 e 70 ove sempre il limite è un quantitativo, il termine in massa non è proposto e si parla semplicemente ad esempio di superiori a Kg. Quale è la ragione??? 37 Stabilimenti e laboratori per la lavorazione del legno con materiale in lavorazione e/o in deposito superiore a kg fino a 500 kn oltre a 500 kn 37 Stabilimenti e laboratori per la lavorazione del legno con materiale in lavorazione superiore a kg e/o in deposito superiore a kg. fino a 10 volte il limite oltre 10 volte il limite Stabilimenti e laboratori per la lavorazione del legno con materiale in lavorazione superiore a kg e/o in deposito superiore a kg. 19 Stabilimenti ed impianti ove si producono, impiegano o detengono sostanze instabili che possono dar luogo da sole a reazioni pericolose in presenza o non di catalizzatori Ivi compresi i perossidi organici. 20 Stabilimenti ed impianti ove si producono, impiegano o detengono nitrati di ammonio, di metalli alcalini e alcalinoterrosi, nitrato di piombo e perossidi inorganici 21 Stabilimenti ed impianti ove si producono, impiegano o detengono sostanze soggette all'accensione spontanea e/o sostanze che a contatto con l'acqua sviluppano gas infiammabili. 22 Stabilimenti ed impianti ove si produce acqua ossigenata con concentrazione superiore al 60% di perossido di idrogeno 23 Stabilimenti ed impianti ove si produce, impiega e/o detiene fosforo e/o sesquisolfuro di fosforo 26 Stabilimenti ed impianti ove si produce, impiega o detiene magnesio, elektron e altre leghe ad alto tenore di magnesio - pag. 4 di 8 -
5 Indicare per tutte le attività precedentemente elencate il quantitativo limite oltre cui le attività sono soggette ad esempio kg Senza un riferimento numerico dei limiti significherebbe che anche un utilizzatore di resina con catalizzatore (un falegname, il semplice hobbista) o di vernici metallizzate, la prima con perossidi, le seconde con alluminio, risulterebbero attività pericolose e soggette al controllo VVF. Si ritiene che ciò debba essere evitato fornendo un limite di soglia. 70 Locali adibiti a depositi di superficie lorda superiore a m 2 con quantitativi di merci e materiali combustibili superiori complessivamente a kg fino a oltre m 2 m 2 70 Locali adibiti a depositi di superficie lorda superiore a fino a oltre m 2 con quantitativi di merci e materiali combustibili m 2 m 2 superiori complessivamente a Kg. Si condivide il condizionare l assoggettabilità alla presenza di combustibili, ma il limite previsto è bassissimo se si pensa che solo una semplice pavimentazione in legno porta ad un valore di 20 Kg/legna. Si propone di raddoppiare il valore a kg. 71 Aziende ed uffici con oltre 300 presenti fino a Azienda od ufficio con oltre 300 presenti fino a 500 oltre 500 e fino a 800 oltre 500 e fino a 800 oltre 800 oltre 800 L utilizzo del plurale significa coinvolgere più gestori. Se si utilizza tale definizione un palazzo con diversi uffici e globalmente con superiori a 300 unità risulterebbe sia attività 71 che 73. Il titolare dell attività è ogni singolo gestore di ogni ufficio e non l amministratore che ha competenza solo sulle parti comuni ma non ha alcun titolo sulle parti di proprietà. Occorre dunque riferirsi al singolo titolare di ufficio o di azienda. Il limite delle 300 è da riferirsi ad ogni titolare di azienda od ufficio. - pag. 5 di 8 -
6 73 Edifici e/o complessi edilizi a uso terziario e/o industriale caratterizzati da promiscuità strutturale e/o dei sistemi delle vie di esodo e/o impiantistica con presenza di superiore a 300 unità, ovvero di superficie complessiva superiore a m 2, indipendentemente dal numero di attività costituenti e dalla relativa diversa titolarità. 73 Parti comuni di edifici e/o complessi edilizi caratterizzati dalla presenza di attività con promiscuità dei sistemi delle vie di esodo e/o impiantistica antincendio e con presenza di superiore a 300 unità, ovvero di superficie complessiva superiore a m2. fino a 500 oltre 500 unità unità ovvero ovvero oltre fino a m m 2 fino a 500 oltre 500 unità unità ovvero ovvero oltre fino a m m 2 Sembra di comprendere che la volontà sia quella di assoggettare al controllo dei VVF quegli edifici che per diverse situazioni di esercizio (abitazione, terziario, industriale ecc.), abbiano problematicità per la presenza di un rilevante numero di. Pare dunque opportuna la precisazione che il controllo dei VVF possa estendersi alle parti comuni dell edificio, avendo determinato nell Amministratore dell immobile il titolare dell attività. Diversamente non è pensabile un intervento sulle singole proprietà e/o conduttore su cui nulla può l Amministratore, quando si ha un aumento di presenze magari di un solo gestore. Occorrerebbe anche una precisazione in ordine alla promiscuità delle vie di esodo come capita ad esempio per Milano in Galleria Vittorio Emanuele, Galleria S. Babila, portici di Piazza Duomo eccetera per scongiurare che una interpretazione possa ritenere l intero complesso degli edifici, negozi, attività diverse come bar, ristoranti che su queste si affacciano sia soggetto globalmente al controllo dei VVF. Analoga considerazione vale per la promiscuità dell impiantistica: senza una precisazione per assurdo l intera città di Brescia, servita da teleriscaldamento, potrebbe essere ritenuta attività 73. Il riferimento è alle parti comuni di quegli edifici che globalmente possano avere più di 300 presenti o che per sviluppo di piani superino i m 2 e che abbiano vie di esodo comuni od impiantistica, solo quella antincendio, comune. Non debbono considerarsi vie di esodo comuni le gallerie, i porticati, le strade e gli spazi aperti al pubblico su cui confluiscono diverse vie di esodo. 77 Edifici destinati ad uso civile con altezza antincendio superiore a 24 fino a 32 m 77 Edifici destinati ad uso civile con altezza antincendio superiore a 24 metri non compresi già nelle attività 66, 67, 68, 73 e 75. fino a 32 m oltre 32 m e fino a 54 m oltre 32 m e fino a 54 m oltre 54 m oltre 54 m - pag. 6 di 8 -
7 Per evitare che si consideri due volte la stessa realtà come quella di un albergo, ospedale, scuole, uffici ed autorimesse con altezza superiore a 24 m (situazione già ben considerata nelle norme specifiche di riferimento), occorre inserire queste esclusioni che costituirebbero un inutile doppione. Si noti che nella versione 1982 dove si parlava di edifici di civile abitazione, con questo semplice aggettivo si evitavano i doppioni di cui sopra. Il questa attività non debbono ricomprendersi quelle già considerate come altre attività ad esempio albergo, ospedale, scuole, uffici ed autorimesse con altezza superiore a 24 m, situazione già considerata nelle norme specifiche di riferimento. 78 Aerostazioni, stazioni ferroviarie, stazioni marittime, con superficie coperta accessibile al pubblico superiore a 5000 m 2 ; metropolitane in tutto o in parte sotterranee. 78 Aerostazioni, eliporti e simili, stazioni ferroviarie, stazioni marittime, con superficie coperta accessibile al pubblico superiore a m 2 ; metropolitane in tutto o in parte sotterranee. Gli eliporti, sempre più presenti oggi per uso sia civile che industriale e non solo di soccorso, vengono del tutto dimenticate da questa attività: essendo assimilabile a questa se ne propone l inserimento. Gli eliporti sono da considerarsi come aerostazioni in cui i mezzi per il trasporto aereo viene effettuato con una particolare tipologia di velivolo ma sempre riconducibile a mezzo aereo. Alcuni appunti ulteriori. Estensione delle superfici. In diverse attività il limite oltre il quale scatta l assoggettabilità è dettato dall estensione delle superfici valutate in m 2 : si vogliono qui ricordare le attività 42, 53, 55, 65, 66, 68, 69, 70, 73, 75, 78 e 79. Occorre indicare come si debbano valutare le superfici perché l assenza di una modalità di calcolo certa, determina interpretazioni individuali magari contrastanti che generano sconcerto ed inutile conflittualità. Persone presenti. - pag. 7 di 8 -
8 Altra questione, di simile rilevanza, si riscontra nelle attività ove il limite è dato dal numero di presenti. Mentre il concetto è chiaro se si parla di addetti, il conteggio dei presenti si presta a diverse determinazioni. Si tratta delle attività: 67, 71 e 73. Occorre allora una interpretazione univoca per cosa si intenda per presenti. Forse basta una dichiarazione del titolare o si deve far riferimento al numero di addetti incrementata da una percentuale od ancora ad una densità di al m 2, o che altro? E anche su questa determinazione che si deve fare chiarezza, altrimenti proprio un dettato tecnico che inizia ora ad essere operativo si scontra con incertezze, dubbi, interpretazioni, tutte cose che si vorrebbero viceversa fugare proprio nell ottica della semplificazione. Confidiamo che la nostra opera di revisione ed integrazione possa trovarvi in accordo sulle soluzioni proposte; siamo convinti che un colloquio per spiegare motivazioni e proposte possa essere un metodo di confronto valido per il quale già da ora diamo la nostra più completa disponibilità. Restiamo a disposizione per qualsivoglia chiarimento sulle nostre annotazioni intese a migliorare, è questo l auspicio, in termini di chiarezza l impegnativo lavoro profuso. saluti. Cogliamo l occasione per ringraziare per l attenzione prestata, con i migliori il Segretario p.i. Roberto Ponzini ll Presidente ing. Franco Luraschi - pag. 8 di 8 -
OGGETTO: Osservazioni D.P.R. 151 e lettera circolare 6.10.2011.
20121 MILANO - CORSO VENEZIA, 16 - TEL (02) 76004789 Spett. MINISTERO DELL INTERNO Milano, 8 novembre 2011 rif. 820038.285 K:\Ufficio\07 Documenti\Cipi\820038 Comitato interpr. prevenzione incendi\820038
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