PROGRAMMAZIONE E COORDINAMENTO DEI SERVIZI SOCIO-SANITARI PROSSIMITA ED INTEGRAZIONE

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1 PROGRAMMAZIONE E COORDINAMENTO DEI SERVIZI SOCIO-SANITARI PROSSIMITA ED INTEGRAZIONE Anno 2012

2 141 Comuni 12 distretti socio-sanitari/ambiti distrettuali 6 aree distrettuali Popolazione totale (2010) Numero totale famiglie Incidenza popolazione>74 9,6 Incidenza popolazione>64 20,5 Incidenza popolazione<18 16,5 Incidenza popolazione<2 2,91 Indice di vecchiaia (2009) 144,05 2

3 CONTESTO SOCIO-SANITARIO DELLA PROVINCIA ANZIANI Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) Nel 2010 i Pazienti in carico all ADI sono stati complessivamente Pazienti ADI I Pazienti over 74 sono il 76,2% e rappresentano il 9,36% della popolazione provinciale; quelli tra i 65 e i 74 anni sono il 14,2%. Il 62,7% del totale è donna: in particolare nella fascia dei maggiori di 84 anni le donne sono il 71,1 % e nella fascia anni il 62,2%. Dal punto di vista dell intensità assistenziale, la distribuzione del volume delle prestazioni complessive, pari a , indica che: Gli ultra 75 assorbono il 63,5% di voucher socio-sanitari (pacchetti di prestazioni a maggior intensità e completezza) e il 68 % dei credit (prestazioni sanitarie con prevalenza di fisioterapia.) La fascia tra i 65 e i 74 anni a sua volta assorbe il 17,1% dei voucher e 17,1% dei credit. Mediamente l incidenza delle tipologie sul totale delle prestazioni erogate è: 78,1 Incidenza sul totale 7,3 14,5 VSS Credit Minicredit 3

4 I pazienti neoplastici terminali in ADI sono 589, pari al 5,7% del totale dei pazienti ADI, di cui i maschi sono il 54,5% e le femmine il 45,5%; l 82% ha più di 65 anni e i maschi sono in maggioranza (54,5%): 54,5 45,5 5,7 M F % sul Tot I soggetti accreditati per l erogazione delle prestazioni sono 19 e la copertura territoriale (organizzazioni attive in ciascun distretto) è diversificata Arcisate Azzate Busto Castellanza Cittiglio Gallarate Luino 5 4 Saronno Sesto Somma Tradate Varese 4

5 Residenze Sanitarie Assistenziali per Anziani (RSA) Nel 2010 le RSA hanno accolto 7117 persone. Gli ospiti della provincia sono stati 6130 pari all 86,1%; tra questi ultimi, gli over 74 sono l 86,9% e rappresentano il 6,3 % della popolazione provinciale ultra 74enne. Prevalentemente, a livello provinciale, l ospite è donna (76,7%), di età superiore agli 84 anni (61 %) e, dal punto di vista della classificazione per gravità e complessità della condizione, il 56,6% si colloca nelle classi più compromesse (23,9 % in classe 1 e 32,7% in classe 3). Il divario fra maschi e femmine è molto forte negli ultra75: il rapporto è di 1 a 5,5 per gli over 84 e 1 a 2,3 tra 75 e 84 anni; solo nella fascia tra 55 e 64 anni (pari al 3% del totale) i maschi superano le femmine. Centri Diurni Integrati (CDI) Gli utenti di CDI sono stati complessivamente 479 con forte prevalenza delle donne (74,9% dell utenza totale) in particolar modo nella fascia di età superiore a 74 anni (81,6% dell utenza totale). Strutture di Riabilitazione (SDR) Gli utenti anziani della provincia per tipologia di prestazione sono stati nel 2010: Residenziale: 422 Domiciliare: 284 Ambulatoriale: 3671 In maggioranza sono donne e precisamente: Utenti per tipologia di prestazione 69,4 71,3 49,8 50,2 30,6 28,7 M F Prestazioni domiciliari Prestazioni ambulatoriali Prestazioni residenziali Hospice Nell anno gli utenti HOSPICE sono stati 199, in maggioranza maschi (57,8%) e il 77,7% in età superiore ai 65 anni. 5

6 DISABILI Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) I pazienti in ADI di età compresa tra i 18 e 64 anni sono 993 e rappresentano il 9,67% dell utenza complessiva; in questa fascia d età il ventaglio delle condizioni invalidanti è molto aperto e può comprendere bisogni temporanei, situazioni di disabilità di vario grado e stati di terminalità. Diversamente dai pazienti maggiori di 65 anni di età, i pazienti di età inferiore a 65 anni sono in maggioranza maschi (53,3%) Pazienti < 65 M F Dati Provinciali 53,3 46,7 La distribuzione del volume delle prestazioni indica che questi pazienti assorbono il 19,2% dei voucher (pacchetti di prestazioni a maggior intensità e completezza) e il 14,8% dei credit (prestazioni sanitarie con prevalenza di fisioterapia) Pazienti con Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) Le persone affette da SLA sono complessivamente 60: di queste 48 sono state seguite in ADI, 7 sono state ricoverate in RSA nel corso dell anno 2010 e 47 hanno ricevuto il contributo destinato al care giver. Pazienti in Stato Vegetativo (SV) I pazienti in Stato Vegetativo (SV) sono complessivamente 78. Di queste 12 sono state seguite in ADI, 69 sono state ricoverate in RSA nel corso dell anno 2010 e 12 hanno ricevuto il contributo destinato al care giver. Strutture di Riabilitazione Nel 2010 i pazienti in carico alle strutture di riabilitazione sono stati complessivamente 3729, suddivisi secondo le seguenti prestazioni: ambulatoriale: utenti della provincia n 3523 diurnato: utenti della provincia n 148 day-hospital: utenti della provincia n 58 La suddivisione per fasce d età evidenzia le maggiori concentrazioni per tipologia di prestazione; i pazienti con meno di 65 anni d età sono i maggiori fruitori di prestazioni ambulatoriali (76,7%) e rappresentano il 12,1% degli utenti di prestazioni domiciliari e il 25% degli utenti di prestazioni residenziali. Gli utenti delle prestazioni in regime di Diurnato e di Day-hospital sono in maggioranza maschi (63.4%) e prevalentemente minori concentrati nelle fasce d età 7-12 e anni (79,8%) 6

7 Residenza Sanitaria Assistenziale Disabili (RSD) Gli ospiti di RSD sono complessivamente 229 di cui 159 residenti in provincia con netta prevalenza di maschi (66,8%); la suddivisione per fasce d età mostra la maggior concentrazione tra 45 e 64 anni. RSD > 65 Comunità Socio-Sanitarie (CSS) Gli Ospiti di CSS risultano 116 con una lieve prevalenza dei maschi (56,9%); tutti con Voucher socio-sanitario di lunga assistenza di cui 104 residenti in provincia. CSS >64 Centri Diurni Disabili (CDD) Gli utenti dei CDD sono stati complessivamente 495 con una prevalenza dei maschi (55,1%) in età compresa tra 25 e 44 anni d età. CDD >64 4 7

8 Collegio per l individuazione dell alunno in situazioni di handicap. (ex Legge 104/92) Con D.G.R. n del 7 novembre 2006 con la quale la Regione Lombardia ha stabilito che le ASL istituiscano formalmente uno o più collegi di accertamento per l'individuazione dell'alunno con handicap in rapporto alla dimensione territoriale e che ogni collegio sia composto da un neuropsichiatra infantile, da uno psicologo, da un assistente sociale. Inoltre la normativa prevede che l A.S.L. provveda a costituire, per azione di auto-tutela, un organismo di riesame, unico per ogni ASL, composto dalle medesime professionalità. Al fine di facilitare e semplificare l accesso all utenza, si è provveduto, nel giugno 2011, alla distrettualizzazione dell attività, per rendere le sedi di collegio il più possibile vicine alla residenza delle famiglie interessate; da tre sono diventate sei, una per ogni area distrettuale: Busto Arsizio, Gallarate, Varese, Luino, Saronno e Sesto Calende. Gli accertamenti effettuati nel 1 semestre 2011 sono stati 479; prevale con l 84% la tipologia di handicap psichico, 1% fisico, 2% sensoriale e 13% plurima Accertamenti eseguiti-distribuzione per patologia 1 semestre % 13% 1% 84% FISICA PSICHICA SENSORIALE PLURIMA mentre nella distribuzione per livello di istruzione risulta preminente la scuola elementare (55,2%) Scuola frequentata 1 semestre ,1 5,1 16,5 55,2 SCUOLA MATERNA SCUOLA MEDIA SCUOLA ELEMENTARE SCUOLA SUPERIORE 8

9 La distribuzione negli anni, confrontando il 1 semestre nei cinque anni dal 2007 al 2011, evidenzia un incremento costante delle domande di riconoscimento dell handicap ai fini dell integrazione scolastica con un aumento dei giorni di attesa pur restando nel limite regionale dei 60 giorni CONFRONTO ATTIVITA' COLLEGIO I SEMESTRE Primo Sem. 07 Primo Sem. 08 Primo Sem. 09 Primo Sem. 10 Primo Sem Dom ande Accertam enti Sedute Media gg attesa 9

10 AREA FRAGILITA Servizio presente sul territorio in ogni area distrettuale con un equipe composta da uno Psicologo e da un Assistente sociale che svolgono attività di case management a favore di persone con disabilità o fragili e delle loro famiglie. Gli utenti complessivamente in carico nel 2011 sono stati 530, di cui 195 nuovi (36,7 %). I seguenti grafici indicano la distribuzione per età e la tipologia di patologia prevalente. Età nuovi utenti 58 30% 10 5% 65 33% 62 32% > 60 Patologia prevalente nuovi utenti 15 8% 12 6% 6 3% 4 2% 59 30% 99 51% Intellettiva Neurologica Motoria Psichiatrica Organica Sensoriale Gli utenti accedono a questo servizio attraverso: Modalità di accesso nuovi utenti 14 7% 11 6% 9 5% 3 2% 70 35% 23 12% 65 33% Segn. Comune Diretta Segn.Sil Segn.Uonpia Segn.Altri Segn. Cps Segn. Servizi Disabili 10

11 Tabella riassuntiva Unità di Offerta Territoriali TIPOLOGIA DI STRUTTURA STRUTTURE ACCREDITATE STRUTTURE AUTORIZZATE RSA 52 2 CDI 15 CSS 16 CDD 21 RSD 6 1 ENTI AUSILIARI 13 TOSSICODIPENDENZE HOSPICE 1 CONSULTORI FAMILIARI PUBBLICI 17 (12 Sedi principali e 5 distaccate) CONSULTORI FAMILIARI 6 PRIVATI SER.t 7 SDR 7 TOTALE SUDDIVISIONE PER DISTRETTO DEI POSTI ACCREDITATI E CONTRATTUALIZZATI 2011 UU.OO. Arcisate Azzate Busto Arsizio Castellanza Cittiglio Gallarate Luino Saronno Sesto Calende Somma L.do Tradate Varese Totale Posti Accreditati e contrattualizzati RSA CDI IDR RSD CSS CDD HOSP ENTI AUS SUDDIVISIONE PER DISTRETTO DEI POSTI ACCREDITATI 2011 UU.OO. Arcisate Azzate Busto Arsizio Castellanza Cittiglio Gallarate Luino Saronno Sesto Calende Somma L.do Tradate Varese Totale Posti Accreditati e non contrattualizzati RSA CDI IDR RSD CSS CDD HOSP ENTI AUS

12 PROGETTUALITÀ ED INTERVENTI A CARATTERE REGIONALE L.R. 23/99-Erogazione di contributi alle famiglie di persone con disabilità o al singolo soggetto disabile per l acquisto di strumenti tecnologicamente avanzati. Le richieste complessivamente pervenute sono 384 rappresentate in percentuale nella tabella che segue: 55 L.R.23/99 richieste presentate PC Applicativi Modifiche auto Ausili riconducibili Strumenti per il tempo libero Domotica La percentuale delle richieste finanziate varia in relazione alla condizione di disabilità del richiedente e alla tipologia dell ausilio richiesto: complessivamente sono state finanziate 114 domande. L.r. 23/99 - Politiche regionali per la famiglia e L.r. 1/08 Come ogni anno, la Regione Lombardia ha emanato un Bando per il finanziamento di progetti di durata annuale, che avessero come finalità principali facilitare la creazione di reti di solidarietà fra le famiglie, sviluppare l associazionismo familiare, favorire forme di auto organizzazione e di aiuto solidale, promuovere e sostenere la realizzazione di iniziative innovative a favore della famiglia. Gli ambiti di intervento dei progetti sono stati: combattere la dispersione scolastica: i progetti hanno previsto azioni volte a sostenere i percorsi formativi dei minori aiutandoli a maturare responsabilmente la piena consapevolezza della propria persona e delle proprie capacità anche in vista del raggiungimento del successo formativo, sviluppare azioni volte ad organizzare ed attivare esperienze di associazionismo sociale e di banche del tempo. Il contributo assegnato dalla regione all ASL di Varese per il finanziamento dei progetti per l anno 2010 è stato pari a euro Alla Direzione Sociale titolare della funzione di istruttoria delle richieste di finanziamento sono pervenuti 95 progetti, di cui 46 nell ambito dispersione scolastica e 49 nell ambito relativo all associazionismo familiare. 12

13 PROGETTI PRESENTATI progetti dispersione scolastica progetti associazionismo familiare E stato possibile finanziare 34 progetti, 12 progetti di contrasto della dispersione scolastica e 22 di sviluppo del mutuo aiuto tra famiglie. PROGETTI FINANZIATI progetti dispersione scolastica progetti associazionismo familiare 13

14 Piano per la promozione e lo sviluppo di una rete a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell autorità giudiziaria e delle loro famiglie Biennio Il Piano di intervento che si sviluppa nel biennio 2009/2011 ha come finalità principale costruire una rete di intervento a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell autorità giudiziaria, favorendo un collegamento tra gli istituiti penitenziari e il territorio. Sul territorio della A.S.L. della provincia di Varese sono presenti n. 2 Case Circondariali situate nella città di Varese e nella città di Busto Arsizio. La popolazione presente nell Istituto di Varese al mese di settembre 2009 era di n.136 detenuti, di cui n.56 definitivi (n.11 semiliberi che lavorano alle dipendenze di ditte esterne, n.2 che lavorano all esterno, n.1 alle dipendenze dell Amministrazione Penitenziaria, n.1 in internato provvisorio). Altri n.20 alle dipendenze dell Amministrazione Penitenziaria. La Casa Circondariale di Busto Arsizio è una struttura penitenziaria con una capienza ottimale di n. 170 detenuti e capienza tollerabile di n. 296, erano presenti a settembre 2009 n. 420 detenuti. La situazione di sovraffollamento è determinata dalla presenza sul territorio dell'aeroporto della Malpensa, ove transitano e vengono tratti in arresto diversi trafficanti di droga. La tipologia dei detenuti presenti a settembre 2009 evidenzia le seguenti caratteristiche: alta percentuale di detenuti giudicati con forte indice di mobilità (n. 120 detenuti con sentenza in giudicato; n. 80 condannati in primo grado, i restanti in attesa di primo giudizio); il 55% della popolazione carceraria è di nazionalità straniera (45 nazionalità diverse); n.292 tossicodipendenti. Il Piano vede il suo sviluppo attraverso tre macro progetti modulati in base al territorio provinciale e al target adulti o minori: macroprogetto costruzione di una rete di sostegno e di sviluppo RE.S.E.T. riferito alla casa circondariale di Busto Arsizio e agli adulti; macroprogetto Fuori di. Cella percorsi per un reinserimento sostenibili riferito alla casa circondariale di Varese e agli adulti; macroprogetto Fondiamo le Fondamenta per una crescita responsabile riferito a tutto il territorio regionale e ai minori di età che hanno commesso un reato. Il totale del finanziamento nel biennio risulta essere: Euro ,42 per detenuti adulti Euro detenuti minori 14

15 Ufficio di Supporto al Consiglio di rappresentanza dei Sindaci Sin dal 2008, su indicazione regionale, è stato costituito l ufficio di supporto al Consiglio di rappresentanza dei Sindaci; ciò al fine di sostenere e sviluppare il ruolo che gli organi di rappresentanza dei Sindaci (Consiglio di Rappresentanza, Conferenza dei Sindaci, Assemblea Distrettuale) svolgono nell ambito della programmazione dell Asl e di quella socio-sanitaria territoriale, in particolare. L Ufficio di Protezione Giuridica Istituito ai sensi della L.R. n. 3/2008, l ufficio ha sede presso l ASL di Varese e costituisce articolazione organizzativa della Direzione Sociale nell ambito del Dipartimento Sviluppo e Sussidiarietà ASSI. Il compito di tale ufficio è quello di promuovere e favorire lo sviluppo degli strumenti di tutela delle persone incapaci e prive di alcuna forma di protezione giuridica (tutela, curatela e amministrazione di sostegno), anche attraverso la ricerca di collaborazioni tra i Tribunali competenti, le Associazioni del Terzo Settore e di Volontariato e gli Enti Locali. Prestazioni Colloqui e consulenze Accompagnamento alla prestazione del ricorso per AdS Colloqui con i responsabili di enti e strutture Casi in corso di trattazione 15

16 La Tossicodipendenza nell ASL di Varese Andamento dei consumi nella popolazione generale Il consumo di sostanze nella popolazione lombarda (ultimo disponibile riferito al 2009) è superiore a quello nazionale per alcuni valori, e a volte in controtendenza. In dettaglio: il consumo di eroina riguarda meno di 1 caso su 200 nel corso dell ultimo anno, è in crescita nella popolazione maschile, registra i livelli più alti nella fascia di età anni, è più elevato rispetto alla media nazionale solo per l indicatore relativo all averla provata almeno una volta nella vita. In Lombardia il consumo di cocaina è diminuito tuttavia registra livelli superiori alla media nazionale, ciò significa che poco più di 3 persone ogni 100 residenti lombardi hanno consumato cocaina almeno una volta nel corso dell ultimo anno. Il fenomeno interessa principalmente i soggetti maschili, con un rapporto 2 a 1 rispetto a quelli femminili e decresce a partire dai 35 anni. A differenza di quello di cocaina, il consumo di cannabis cresce, in linea coi livelli nazionali: nel corso dell ultimo anno, una persona su sette ha consumato cannabis almeno una volta, anche in questo caso i valori più alti si registrano fra i maschi. Molto diverso per valori e tendenze il dato lombardo sui consumi delle sostanze legali. Cresce sia il consumo che l abuso di bevande alcoliche: nell ultimo anno le hanno provate l 85% dei residenti, quasi 6 lombardi su 10 hanno avuto nella loro vita un episodio di intossicazione alcolica, e 1 su 4 nel corso dell ultimo anno, più di quanto avvenga a livello nazionale, con abusi più frequenti fra i maschi il rapporto è circa 3 a 2 rispetto alle femmine e fra i più giovani. Anche il consumo di tabacco è in crescita, per entrambi i generi e nella fascia più giovane in particolare: oltre 1/3 della popolazione generale ha fumato tabacco nel corso dell ultimo anno, con valori simili a quelli nazionali, tale valore sale ad oltre il 40% per i giovani 15-24enni, cioè la fascia di età in cui i livelli di consumo femminili quasi raggiungono quelli maschili. Infine l esperienza di aver provato almeno una volta giochi in cui si puntano soldi è comune ad oltre il 50% dei residenti lombardi di sesso maschile e a quasi 1/3 di quelli di sesso femminile, i primi con valori sopra la media nazionale e le seconde invece in linea. Profilo dei soggetti tossicodipendenti in trattamento presso le sedi SerT del Dipartimento Dipendenze I soggetti tossicodipendenti in trattamento presso i Servizi per le Tossicodipendenze (SerT) della provincia di Varese nel corso del 2010 sono complessivamente Sono esclusi da questo totale i soggetti in trattamento presso le due case circondariali del nostro territorio 1. La maggior parte degli utenti trattati (82%) ha proseguito e/o mantenuto attivo il programma terapeutico in corso dall anno precedente, mentre il 18% dei soggetti si sono presentati al servizio per la prima volta nell anno (nuovi ingressi) per la richiesta di un trattamento. Gli utenti in carico sono nell 86% dei casi di sesso maschile e più del 90% dei soggetti appartiene a fasce di età superiori ai 35 anni. Le donne hanno un età media poco più bassa, di 33 anni. Figura 1: Distribuzione dell utenza tossicodipendente secondo il genere, già in carico e nuovi utenti, Dipartimento Dipendenze, anno I soggetti detenuti (tossico e alcol dipendenti) in trattamento presso le due Unità Operative territoriali della provincia di Varese sono complessivamente 407 (anno 2010). 16

17 Elaborazioni su dati Osservatorio Dipendenze ASL della Provincia di Varese Per quanto riguarda la sostanza primaria sul totale dei consumatori, circa 2 pazienti su 3 sono in carico per consumo oppiacei. Figure 2, 3: Distribuzione percentuale dell utenza tossicodipendente per sostanza primaria di trattamento nei generi, Dipartimento Dipendenze, anno Elaborazioni su dati Osservatorio Dipendenze ASL della Provincia di Varese Il comportamento di consumo si è modificato negli anni: si è passati da un consumo di una sola sostanza ad un consumo di più sostanze (policonsumo). I soggetti in carico nell anno che consumano più sostanze sono circa il 70% dell utenza tossicodipendente. La sostanza di poliassunzione maggiormente utilizzata risulta essere la cocaina (47% per i maschi e il 41% per le femmine), seguono i cannabinoidi (20% per i maschi e 16% per le femmine) e l alcol (15% per i maschi e 13% per le femmine). Per quanto riguarda il titolo di studio dell utenza più dei ¾ non ha proseguito gli studi oltre la licenza di scuola media inferiore (75%). Il 21% degli utenti ha ottenuto un diploma di scuola media superiore e poco più dell 1% possiede un titolo universitario. Rispetto alla condizione occupazionale, il 44% è occupato, il 36% è disoccupato e il rimanente risulta studente (3,8%), economicamente non attivo (2,5%) o altro (11,2%). Disaggregando il dato per sostanza utilizzata emerge che il 47,4% degli utilizzatori di cocaina risulta occupato (contro il 39% di disoccupati), dato simile agli utilizzatori di oppiacei (44,4% occupati contro il 36,6% disoccupati). La cannabis, invece, mostra una distribuzione più variegata: è utilizzata maggiormente dall occupato stabilmente, con un alta percentuale di studenti (16,4%). 17

18 Figura 4, 5: Distribuzione percentuale dell utenza tossicodipendente per titolo di studio e per condizione occupazionale, divisa per sostanza primaria utilizzata, anno Elaborazioni su dati Osservatorio Dipendenze ASL della Provincia di Varese Per quanto riguarda la condizione coabitativa, il 37% vive con i genitori, il 15,5% vive solo e il restante con il partner, figli o amici. L utenza di nazionalità straniera è poco più del 6% sul totale dei tossicodipendenti in carico e non si evidenzia una particolare differenza di genere. Profilo dei soggetti alcoldipedenti in trattamento presso le sedi SerT del Dipartimento Dipendenze Nel 2010 i soggetti alcoldipendenti in cura presso i SerT della provincia di Varese sono stati complessivamente Il 77% dell utenza è di genere maschile, ha un età media di 46 anni, maggiore rispetto all utenza tossicodipendente (35 anni). L età media delle donne (48 anni) è poco più alta rispetto a quella degli uomini (46 anni). Anche la rappresentazione per fasce di età (figura 6) rende evidente questa caratteristica, concentrando la maggior parte dell utenza sopra i 40 anni (75% sul totale). Un dato interessante è quello riferito alle donne sopra i 60 anni: sono quasi il doppio dei maschi nella stessa fascia di età. Figura 6: Distribuzione dei soggetti alcoldipendenti in trattamento per genere e classi di età, Dipartimento delle Dipendenze, anno Elaborazioni su dati Osservatorio Dipendenze ASL della Provincia di Varese Nell anno 2010 il profilo della bevanda prevalente riconferma il primato del consumo di vino (43%), seguito dalla birra (31%), dai superalcolici (19%) e il restante dagli amari e altro (8%). Si riscontra una differenza di genere per il vino, consumato dal 51% delle donne (contro il 41% degli uomini) e una preferenza per la birra da parte degli uomini (il 32% contro il 24% delle donne). L età sembra essere un indicatore per la scelta della bevanda utilizzata: la birra è la bevanda maggiormente usata dagli utenti nella fascia di età dai più giovane, fino ai 39 anni. Il consumo di birra diminuisce con l avanzare dell età (11% sopra i 60 anni); il consumo del vino, invece, aumenta con l aumentare dell età (se sotto i 20 anni il consumo è intorno al 10%, dopo i 60 anni 18

19 raggiunge il 69%). Il consumo di amari, aperitivi e digestivi diminuisce lievemente con l avanzare dell età ma non presenta grosse differenze percentuali (dal 10% sotto i vent anni al 5% sopra i 60), così come l uso per i superalcolici (21% prima dei 30 anni contro il 16% nella fascia di età tra i 50 e i 60 anni). Figura 7: Distribuzione percentuale dell utenza alcoldipendente per bevanda prevalente utilizzata, Dipartimento Dipendenze, anno Elaborazioni su dati Osservatorio Dipendenze ASL della Provincia di Varese La percentuale degli utenti in carico che tende ad associare (in modo occasionale) all uso di alcool quello di altre sostanze è del 16%, un dato notevolmente inferiore rapportato a quello dei tossicodipendenti. In generale il consumatore problematico di alcol possiede un basso livello di istruzione, ha un lavoro stabile (49%), vive con il partner e figli ed è nella quasi totalità (88%) italiano. 19

20 PROGRAMMAZIONE SOCIO-SANITARIA PER L ANNO 2012 Premessa La nota situazione congiunturale, condizionante, in forme diverse, una relativa carenza di risorse, unita ad un aumento dei bisogni, sia in senso assoluto che sul versante della complessità, impone di ripensare la programmazione territoriale in un ottica di sempre maggiore integrazione. La caratteristica del bisogno, ormai difficilmente riconducibile a rigide categorie preordinate: sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale, orienta la risposta verso servizi ed iniziative più aderenti alle caratteristiche, sempre più individualizzate, della domanda. In tal senso le iniziative regionali di ripensamento di alcuni degli aspetti del sistema del welfare, verificate tramite sperimentazioni condotte, tra le altre, anche in questa ASL, conducono ad una concreta declinazione dello slogan: dall offerta alla domanda. La pluralità, tuttavia, dei soggetti deputati a rispondere ai differenti aspetti che il bisogno presenta e la conseguente frammentazione delle risorse costituiscono un elemento di complessità che deve trovare il dovuto superamento in azioni finalizzate ad una più reale e concreta integrazione. Non appaiono, infatti, sufficienti logiche che ricompongono orizzontalmente una multidimensionalità operativa che, in passato, hanno rivelato i loro limiti. Occorre quindi sperimentare forme di integrazione a diversi livelli, di sistema e organizzativo, che si traducano in percorsi assistenziali concreti e ben definiti, dove i diversi attori istituzionali ritrovano il loro ruolo in maniera più definitiva, ed in un razionale impiego delle risorse, nei quali i cittadini non si perdano, ma vengano accompagnati, grazie anche alla presenza di strutture e soggetti territorialmente di riferimento per l utenza. Ciò non significa creare ulteriori sovrastrutture in un momento di difficoltà a garantire l esistente; è possibile invece sviluppare ed avvalersi di possibilità e di soggetti che già sono presenti nel territorio e che già rivestono un ruolo di prossimità per il cittadino. Ciò è particolarmente vero in provincia di Varese, con una realtà territoriale che vede nel nord la presenza di un area montana con caratteristiche e criticità tipiche. In questo senso, i primi risultati di sperimentazioni diverse attuate proprio nel territorio dell ASL di Varese suggeriscono di continuare nella direzione della prossimità e della integrazione. Le radici culturali In questo momento di complessità del mondo del welfare, una sostenibile azione di programmazione territoriale deve tenere conto delle radici culturali sulle quali è fondata la nostra società. A tale riguardo essenziale risulta quanto riportato dal Cardinale Angelo Scola nel suo discorso del 6 dicembre 2011: In questo quadro l azione di Ambrogio è in grado di offrire preziose indicazioni per il delicato momento storico in cui versiamo. Ambrogio richiama con forza il senso autentico della proprietà privata: i beni ci sono dati in uso e in primis in funzione del bene comune. Fa sentire alto il suo monito contro la cupidigia e l avidità, in particolare presso coloro che ricoprono cariche pubbliche. Da qui consegue l attenzione ai poveri (soprattutto ai poveri vergognosi, che non avevano il coraggio di manifestare la propria situazione di indigenza), ai malati, ai condannati a morte, ai prigionieri, ai forestieri, agli affamati, alle vedove e agli orfani. Tra le tante fragilità del suo tempo non dimentica nemmeno quella degli anziani trascurati e lasciati a se stessi e invita i figli ad assistere i genitori anziani. Particolarmente significativo il soccorso a chi affollava le città arrivando da fuori, soprattutto gli immigrati, in particolare i contadini, colpiti da carestie e guerre, e i profughi. Questa sua sensibilità e l impegno sul piano sociale ed economico poggiano su una strenua difesa della verità, incurante di rischi e difficoltà, nella consapevolezza che la morale cristiana perfeziona quella naturale senza contraddirla. Ciò lo rende particolarmente attento all etica matrimoniale e familiare. Alla ferma condanna dell aborto fa seguire una decisa valorizzazione, profetica per il suo tempo, del ruolo della donna. 20

21 LE INIZIATIVE SPERIMENTALI Proseguiranno, e verranno consolidate iniziative sperimentali finalizzate ad avvicinare i servizi al cittadino e a fornire risposte più articolate ai bisogni complessi. Sperimentazione di un nuovo modello di erogazione dell assistenza domiciliare integrata Attuata a partire dal secondo semestre 2011 in 6 ASL lombarde, tra le quali quella di Varese, tale sperimentazione prevede un nuovo modello di erogazione dell ADI incentrato sulla valutazione dei bisogni delle persone in condizione di fragilità e della loro famiglia, attraverso la definizione di diversi livelli di gravità del bisogno, sotto l aspetto sia socio-sanitario sia sociale. Tale sperimentazione nel 2012 verrà estesa in tutte le ASL lombarde. Progetto Farmacie: 1 - Sperimentazione di nuovi servizi in capo alle farmacie relativamente all attività di Assistenza Domiciliare Integrata (A.D.I.) Verrà estesa ed ampliata la sperimentazione, iniziata nel 2011, di attivazione del servizio ADI presso le farmacie del territorio. Il progetto attuato, al fine di avvicinare il servizio ai cittadini tramite un soggetto di prossimità quale la farmacia, ha riscosso un notevole gradimento da parte dell utenza, verificato tramite customer. L iniziativa sarà potenziata con ulteriori servizi ed estesa a tutto il territorio provinciale; ad essa si collega anche l iniziativa de Lo Psicologo in Farmacia che prevede momenti di ascolto in correlazione con le attività dei consultori familiari. Farmacie che hanno aderito 40 Utenti attivati al 15/12/ così distribuiti nei tre distretti Azzate 16 Luino 19 Saronno 17 21

22 2 Il progetto"psicologo in Farmacia" nella Provincia di Varese: organizzazione del servizio e realtà territoriali coinvolte Dal mese di aprile 2011, in tredici farmacie della Provincia di Varese è stato attivato un servizio di consulenza psicologica gratuito, aperto a tutti i cittadini maggiorenni L'iniziativa è stata promossa da Federfarma Varese in partnership con la Direzione Sociale dell ASL e la Provincia di Varese e in collaborazione con la Scuola Lombarda di Psicoterapia, responsabile della formazione e della supervisione degli psicologi. La modalità di accesso al servizio è libera. La consultazione può svolgersi nell'arco di 1-5 colloqui, la durata di ciascun incontro è di minuti. In tutti questi territori, è stata attivata una collaborazione con i Consultori familiari attraverso incontri e comunicazioni periodiche tra i professionisti e gli psicologi operanti nelle farmacie coinvolte. Nei primi sette mesi di attività (aprile-ottobre), si sono rivolte al servizio 110 persone, di cui 22 uomini (20%) e 88 donne (80%). In totale, sono stati effettuati 312 colloqui, con una media di 2,8 incontri a persona. La persona più giovane che ha chiesto una consulenza ha 18 anni e la più anziana 86. L'età media è pari a 50,8 anni, con la seguente distribuzione per classi di età: 40 29,1 6,4 13,6 10, oltre 70 Progetto sperimentazione Cure Intermedie La sperimentazione nasce dall esigenza di studiare modelli socio-sanitari organizzativi ed erogativi in grado di supplire a problematiche di carattere familiare e sociale che potrebbero comportare da un lato, un impropria ed inappropriata permanenza all interno della rete sanitaria di pazienti con difficoltà di natura non sanitaria, dall altro di lasciare onere alla sola famiglia criticità organizzative e dilatazione dei tempi di natura burocratica. Il progetto è finalizzato principalmente ad accompagnare le persone anziane o fragili in dimissioni dall ospedale, che hanno bisogno di recuperare un grado di autosufficienza che consenta loro il rientro al domicilio, oppure che consenta un più appropriato collocamento in strutture residenziali. Ulteriore finalità del progetto è quella di favorire al massimo la domiciliarità, ricercando il più possibile il recupero delle capacità funzionale ed evitando il ricovero precoce ed improprio in RSA. Si intende con ciò sperimentare una forma di intervento integrato ad intensità assistenziale post acuta, volto a facilitare le dimissioni ospedaliere di persone anziani o fragili, limitando, per quanto possibile, la permanenza inappropriata in ricovero ospedaliero per acuti. 22

23 Quanto sopra per garantire alla persona fragile dimessa, dopo le cure ospedaliere, un percorso assistenziale il più possibile fluido attivando le risorse più appropriate a garanzia del suo reinserimento e mantenimento nel contesto di vita abituale, nonché della corretta effettuazione del piano terapeutico previsto a domicilio. Le cure intermedie non devono essere confuse con le attività di cure subacute finalizzate all uscita dalla fase acuta del ricovero. Sperimentazione sulla funzione di ascolto e orientamento psicopedagogico alle famiglie nei consultori familiari Come da indicazioni Regionali, prosegue per il 2012 la sperimentazione in due consultori, uno a gestione pubblica (quello di Luino) ed uno privato (quello Delle Valli di Cadegliano); oggetto della sperimentazione è l ampliamento degli orari di accesso e dei piani di apertura nonché il potenziamento delle funzioni di accoglienza e di ascolto degli utenti che accedono ai consultori. Tale sperimentazione è strettamente correlata con il progetto del Centro per la Famiglia attuato in sinergia con la Comunità Montana del Piambello. E inoltre implementato da quest anno lo spazio adolescenti iniziato nel corso del 2010, per la consulenza e la presa in carico di adolescenti, loro familiari e adulti di riferimento con funzioni di ascolto, orientamento e supporto psicopedagogico. L attivazione dello spazio adolescenti è stata estesa alle dodici sedi consultoriali del territorio, anche ampliando l orario d apertura dei consultori stessi, attraverso il potenziamento del Progetto A&dipiù, già attuato nel L obiettivo è quello di facilitare l integrazione con i servizi di secondo livello per gli adolescenti con problemi di dipendenze in genere, identificati nelle tre sedi provinciali di Spazio con-t@tto e l attivazione di spazi di confronto con i Servizi e i referenti territoriali che si occupano di adolescenti in genere, per evitare la frammentazione della rete d offerta territoriale. Tale potenziamento ha consentito di rispondere in modo sempre più tempestivo ed esaustivo alle richieste di aiuto degli adolescenti, ma anche dei genitori, riducendo notevolmente i tempi di risposta e le liste d attesa. LA SINERGIA ISTITUZIONALE Centro per la famiglia Consultorio delle Valli gestito dalla Comunità Montana del Piambello. Verrà ulteriormente sviluppata nel 2012 la collaborazione con la Comunità Montana del Piambello nel sostenere, per il tramite del Centro per la famiglia Consultorio Delle Valli gestito dallo stesso ente, iniziative volte a fornire servizi per la famiglia in un territorio montano quale quello dell area della Valganna Valmarchirolo. E un esempio concreto di sussidiarietà circolare e di risposta efficace ai bisogni rilevati in un territorio a carattere montano da parte di un istituzione, la Comunità Montana del Piambello, che ha saputo raccogliere le esigenze programmatorie territoriali, espresse dalla Direzione Sociale dell ASL, e di tradurle in un servizio flessibile ed integrato in sinergia con un soggetto del Terzo Settore. Si è evidenziata infatti, la necessità di offrire, nel territorio interessato, un servizio che si prendesse carico della famiglia in tutti i diversi aspetti che la riguardano e che sapesse interagire con gli stakeholder istituzionali più importanti (comuni, piani di zona). Quanto sopra al fine anche di compensare e fornire risposte in settori dove si era rivelata una carenza relativa di servizi. A fronte di bisogni che richiedono unitariamente, risposte sanitarie e azioni di protezione sociale tra loro complementari, si è ritenuto di attivare un modello multidimensionale di servizio altamente flessibile fondato sulla sistematizzazione, sul potenziamento e la qualificazione della rete di risorse 23

24 presenti sul territorio di riferimento; ciò consentirà di superare la frammentazione e variabilità delle risposte e di favorire l accessibilità alle risorse e l omogeneità nei meccanismi di offerta. Si è inteso, in tal modo, rilanciare un ruolo del Consultorio come servizio integrato socio-sanitario promuovendo un modello multidisciplinare in cui si integrano diverse professionalità in grado di interloquire con tutti i componenti della famiglia e i diversi bisogni che possono emergere. Un Centro per la Famiglia, per promuovere l unità e la stabilità, ma anche per la presa in carico dei momenti di fragilità, in piena coerenza con gli indirizzi fissati da Regione Lombardia con Dgr IX 937 dell Tale servizio dovrà rispondere adeguatamente a una domanda non solo sanitaria ma anche psicopedagogica, legale e più in generale sociale, esercitando una vasta azione sia di prevenzione in campo sanitario sia di orientamento delle risorse in campo sociale, promuovendo lo star bene globale degli individui. 24

25 INIZIATIVE A SOSTEGNO DELLA GENITORIALITÀ E DELLA FAMIGLIA Progetto Nasko Un progetto innovativo è quello della prevenzione del fenomeno dell interruzione volontaria di gravidanza con l attivazione d interventi finalizzati a tutelare la maternità e a promuovere la natalità. Con un finanziamento regionale si sostengono le donne che, per motivi economici, decidono di chiedere l interruzione della gravidanza. Con questo progetto si permette al CAV (Centro Aiuto alla Vita)/Consultorio familiare la collaborazione necessaria ad attivare gli strumenti più utili al raggiungimento dell autonomia economica e sociale della donna anche attraverso il rafforzamento della rete di sostegno con altri attori pubblici e privati; infatti l iniziativa Nasko ha favorito l avvio di proficue collaborazioni tra Consultori accreditati pubblici e privati assicurando la continuità degli interventi nonché la stabilizzazione e il rafforzamento della rete. Oltre ai CAV/Consultori familiari, sono stati coinvolti i Comuni singoli o associati in quanto titolari della programmazione delle politiche sociali del territorio, ma anche gli enti del terzo settore esistenti sul territorio e tutti quei soggetti pubblici o privati che possono contribuire con azioni proprie alla migliore realizzazione dei progetti di aiuto alle madri. Al 30 settembre 2011 sono pervenuti 92 progetti suddivisi per le seguenti tipologie di struttura: CAV n. 62, Consultori privati accreditati n. 6, Consultori ASL n. 24. Le donne della provincia di Varese che hanno aderito al progetto Nasko dall ottobre 2010 a dicembre 2011 sono state 102. Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro Il tema della conciliazione tra famiglia e lavoro riguarda prevalentemente il bilanciamento del tempo dedicato al lavoro e quello riservato alla famiglia. Regione Lombardia ha adottato con D.G.R. n. 381/2010 un piano regionale per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro attraverso un percorso di coinvolgimento degli enti territoriali interessati. In attuazione di tale D.G.R. sul territorio della provincia di Varese è stato sottoscritto il l Accordo di Collaborazione territoriale per la conciliazione famiglia/lavoro con l obiettivo di coniugare le finalità generali previste dal quadro normativo regionale (principi di sussidiarietà, partecipazione, co-progettazione) e imprimere un adeguato sviluppo al ruolo della famiglia tramite le sinergie e la collaborazione tra enti locali, associazioni, terzo settore, sistema delle imprese e parti sociali. A tal fine è stato successivamente approvato uno specifico piano di azione territoriale, articolato in aree di sperimentazione, per ciascuna delle quali sono individuate modalità di realizzazione, compreso il coinvolgimento di altri soggetti e partner locali, tempi, procedure e risorse necessarie. Le aree individuate dal piano riguardano attività di informazione e formazione, di animazione territoriale con valorizzazione e suggerimenti di buone prassi da adottare a livello di ambito distrettuale, di innovazione con la proposta di un percorso di certificazione Family audit ad imprese ed organizzazioni interessate e di assistenza e consulenza all utilizzo di bandi ed opportunità di accesso a finanziamenti per misure conciliative previsti dalla vigente legislazione di settore. 25

26 PROGETTUALITÀ PER LE NON AUTOSUFFICIENZE Fondo Nazionale per le non autosufficienze A seguito della D.G.R. n. 889 del 1/12/2010 sono stati approvati i seguenti progetti: Progetto Voucher tutelare Ha l obiettivo di fornire supporto alle famiglie di pazienti non autosufficienti che presentano patologie con elevato livello di complessità e instabilità clinica, già in carico al Servizio A.D.I., attraverso l erogazione di cure domiciliari integrate tramite voucher socio sanitari a consolidamento delle prestazioni domiciliari erogate dagli Ambiti territoriali. Progetto Assistenza domiciliare Alzheimer Ha l obiettivo di fornire assistenza alle persone affette da malattia di Alzheimer e dei loro familiari anche con finalità di sollievo del caregiver. Progetto Dentro e fuori casa, insieme.si cresce! E rivolto ai minori con diagnosi di disturbo pervasivo dello sviluppo e ritardo mentale associato a disturbi del comportamento. Ha l obiettivo di favorire il consolidamento delle competenze genitoriali e l inclusione dei minori, negli ambiti sociali di appartenenza, sviluppando le autonomie e le abilità relazionali. 26

27 BUDGET E CONTRATTUALIZZAZIONE Proseguiranno nel 2012 le attività connesse alla budgetizzazione di tutte le tipologie di U.d.O. socio-sanitaria. L assegnazione di un budget per l erogazione delle prestazioni a carico del SSR è riservata alle strutture accreditate e contrattualizzate secondo le disposizioni regionali. L attività di contrattualizzazione è quindi legata a suddette strutture e continuerà per tutto il 2012 secondo le indicazioni regionali. Solo per i soggetti accreditati nell ambito dell ADI l assegnazione di un budget è limitata al primo semestre dell anno; ciò in relazione alla revisione del sistema che la Regione Lombardia intende attuare in tale settore: ATTIVITÀ DI CONTROLLO Le attività di controllo programmate per il 2012 (vigilanza classica, vigilanza su strutture accreditate, appropriate) saranno attuate tenendo conto delle indicazioni regionali in merito, che verranno emanate nel corso dell anno, relativamente alla semplificazione e allo snellimento delle procedure. Due argomenti in evidenza riguardano i piani programma e alla semplificazione dei processi di messa in attività e accreditamento delle UU.OO. di offerta socio sanitaria. Relativamente a quest ultima tematica sono state attuate nei tempi stabiliti dalle regioni, l applicazione della segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) e la possibilità di presentare, contestualmente alle stesse, la richiesta di accreditamento. Per la chiusura dei piani programma di adeguamento delle opere alla normativa vigente si effettueranno le dovute verifiche e i relativi atti secondo quanto disposto in merito dalle regioni tenendo conto in particolare per le RSA del termine ultimo del 31/03/2012, proroga delle autorizzazioni provvisorie. 27

28 PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE Il 2012 risulta essere un anno strategico per la programmazione territoriale, è in questa annualità, infatti che avrà luogo la definizione dei Piani di Zona per il triennio La ASL per il tramite della Direzione Sociale, è chiamata, quindi, a orientare la programmazione dei PDZ verso una maggiore integrazione, al fine di ridurre la frammentazione degli interventi. Il rapporto e l ausilio del Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci sarà fondamentale per comporre una visione d insieme provinciale che trovi una puntuale e più che pronta declinazione a livello distrettuale locale. La sottoscrizione dei relativi accordi di programma, al di là dall essere un momento meramente formale, costituisce e sancisce una base concreta su cui sviluppare politiche di integrazione. La volontà di costruire una programmazione territoriale congiunta e puntualmente declinata nei Piani di Zona è concretizzata dalla creazione di un percorso di accompagnamento destinato agli Uffici di Piano. Ciò va ad integrare e a declinare, a livello locale, i contenuti del percorso formativo attuato della Direzione Generale Famiglia Conciliazione integrazione e solidarietà sociale specificamente destinato alla definizione dei nuovi PDZ. AREA TEMATICA Programmazione Territoriale Piani di zona e Integrazione Sociosanitaria OBIETTIVI sostenere processi di programmazione integrata e partecipata a livello locale; rinforzare l orientamento della Direzione Sociale alla relazione con il territorio; sviluppare le funzioni di coordinamento volte a migliorare l analisi sovra distrettuale dei bisogni socio-sanitari e sociali e delle risorse territoriali formali ed informali; potenziare la realizzazione dell integrazione socio-sanitaria attraverso l individuazione di obiettivi e modalità operative condivisi con le comunità locali; promuovere la governance degli interventi in materia di conciliazione, famiglia e lavoro in raccordo con la programmazione territoriale; consolidare la razionalizzazione e la semplificazione dei percorsi di accesso alla rete dei servizi da parte delle persone, della famiglia e della comunità. AZIONI sottoscrivere gli Accordi di Programma per il triennio di programmazione sociale con particolare attenzione all integrazione socio-sanitaria; promuovere la propria partecipazione alle iniziative sperimentali nell area socio-sanitaria e sociale a carattere innovativo sviluppate a livello degli ambiti distrettuali; concretizzare progetti relativi alle misure di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro a favore del personale operante nell ASL; coordinare interventi in materia di conciliazione, famiglia e lavoro in raccordo con la programmazione territoriale; connettere e coordinare gli interventi in materia di disabilità in raccordo con la programmazione territoriale; realizzare percorsi di accompagnamento rivolti agli attori territoriali finalizzati ad affinare le competenze di programmazione e lo sviluppo del capitale sociale. 28

29 Le azioni di accompagnamento dedicate agli stakeholder Un welfare della conoscenza e della sostenibilità necessita di un insieme di interventi attuati con l obiettivo di promuovere e sviluppare le conoscenze a livello dell intero territorio provinciale ove si esplicano i sistemi di welfare locale. In tal senso si può influire sull approccio alle sperimentazioni e alle innovazioni attuate a livello locale in modo da permettere la contaminazione delle esperienze tra gli ambiti territoriali e tra le aree di intervento, ciò può inoltre consentire e favorire ulteriori processi sperimentali strettamente connessi alle caratteristiche di ciascun ambito territoriale. Risulta pertanto evidente che la promozione delle competenze professionali di tipo trasversale degli operatori che creano e sostengono la rete di intervento, diventa una leva strategica che può sostenere anche la sperimentazione di forme innovative di relazione e di collaborazione tra gli enti stessi e tra gli operatori del welfare. La Direzione Sociale promuove quindi, in un ottica di networking management, percorsi di accompagnamento al territorio e di sostegno all integrazione delle risorse, finalizzati allo sviluppo sostenibile del sistema locale di welfare. Tali azioni vengono svolte, particolarmente per gli aspetti di formazione dedicata al personale socio assistenziale, in accordo e d intesa con la Provincia di Varese che ne ha la diretta competenza. I percorsi individuati sono i seguenti: Accompagnamento alla nuova programmazione zonale : Percorso rivolto ai tecnici afferenti agli uffici di piano degli ambiti distrettuali e al personale afferente alla Direzione Sociale. Intervento per l adeguamento alla compliance ex decreto legislativo 231/2001 delle RSA della Provincia di Varese: Percorso rivolto ai responsabili e ai tecnici afferenti agli Enti Gestori accreditati (RSA) e al personale afferente alla Direzione Sociale. I rapporti tra la pubblica amministrazione e il terzo settore. Protocolli sperimentali in attuazione delle linee guida regionali: Percorso rivolto ai tecnici afferenti agli uffici di piano e ai soggetti afferenti al Terzo Settore e al personale afferente alla Direzione Sociale. Valutazione e accountability del terzo settore. Modelli e strumenti per la rappresentazione delle metodologie e dei risultati: Percorso rivolto ai soggetti afferenti al Terzo Settore ed ai tecnici degli uffici di piano e al personale afferente alla Direzione Sociale. Il consenso informato: Percorso rivolto ai responsabili e ai tecnici afferenti agli Enti Gestori accreditati (RSA) e al personale afferente alla Direzione Sociale. L accreditamento istituzionale e di eccellenza delle unità di offerta sociali: Percorso rivolto agli amministratori locali, ai soggetti afferenti al Terzo Settore ed ai tecnici degli uffici di piano e al personale afferente alla Direzione Sociale. 29

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