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1 OBIETTIVO COMPETITIVITÀ REGIONALE E OCCUPAZIONE PROGRAMMAZIONE DAL DOCUP AL POR FESR VADEMECUM NOVEMBRE 2007

2 OBIETTIVO COMPETITIVITÀ REGIONALE E OCCUPAZIONE PROGRAMMAZIONE DAL DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE AL PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE NELLA GESTIONE DEL FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE VADEMECUM NOVEMBRE 2007

3 Il contenuto della presente pubblicazione non ha valore giuridico e non sostituisce il Programma operativo regionale (POR) del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) della Regione Piemonte. Questo Vademecum ha lo scopo d informare e orientare i potenziali soggetti interessati sull evoluzione della programmazione relativa ai Fondi strutturali, in particolare al FESR, e sui contenuti del POR FESR della Regione Piemonte. Distribuzione gratuita Pubblicazione promossa dalla Regione Piemonte - Direzione Attività produttive A cura di: CODEX Progetto grafico e impaginazione: Visual Grafika Illustrazioni: Fulvio Bisca Novembre 2007

4 INDICE Presentazione 04 Introduzione 07 LA POLITICA DI COESIONE E I FONDI STRUTTURALI 09 Un lungo percorso : le caratteristiche e le novità rispetto al passato 13 - Il quadro legislativo 13 - La programmazione: le fasi e gli strumenti 14 - I Fondi strutturali 16 - I principi d intervento 17 - I nuovi Obiettivi 19 - Le risorse: Unione europea 25 - Le risorse: Italia 27 Gli strumenti della politica di coesione in Italia: QRSN e PO 29 DAL DOCUP AL POR I documenti alla base del POR FESR Le novità 37 Il POR FESR Asse I: Innovazione e transizione produttiva 40 - Asse II: Sostenibilità ed efficienza energetica 45 - Asse III: Riqualificazione territoriale 47 - Tipologie di interventi 50 - Complementarità e sinergie con altri Fondi e strumenti finanziari 51 - La governance del POR 55 - Cosa si intende per PMI 57 - Aiuti de minimis 58 - e aiuti di Stato a finalità regionale 60 Informazioni 62 Elenco dei documenti contenuti nel CD 63

5 PRESENTAZIONE 4 Il Programma di governo regionale presentato il 16 maggio 2005 individua nell innovazione uno dei filoni su cui il Piemonte può e deve essere protagonista in Europa. Lo stesso obiettivo è perseguito dall Unione europea con la Strategia di Lisbona nata nel 2000 e rilanciata nel 2005, che si è tradotta a livello italiano nel Piano per l Innovazione, la Crescita e l Occupazione (PICO). In questo percorso, ormai da vent anni l Unione europea mette a disposizione degli Stati membri e delle regioni uno strumento di grande rilevanza: la politica regionale di coesione. Gradualmente abbiamo imparato a conoscere e maneggiare le modalità/metodologie con cui l UE opera a livello territoriale e propone indirizzi operativi: la vicenda della rinascita della Reggia di Venaria, nota ormai al grande pubblico, è un chiaro esempio dei risultati che si possono raggiungere quando competenze e risorse comunitarie, nazionali e regionali confluiscono verso un comune obiettivo. Attraverso molteplici approcci la politica regionale europea dà valore aggiunto alle azioni condotte, crea nuove opportunità d impiego e cofinanzia progetti concreti. Il nuovo ciclo di programmazione dei Fondi strutturali contiene molte novità rispetto alle quali occorre che istituzioni, enti e imprese siano pienamente consapevoli in modo da utilizzare al meglio le occasioni che via via si verranno a creare. È dunque compito della Regione condurre per tutto il periodo di programmazione una campagna di comunicazione che risponda a esigenze di chiarezza e fruibilità e questo Vademecum rappresenta un primo contributo in questa direzione. Il 2 agosto 2007 la Commissione europea ha approvato il POR FESR della Regione Piemonte, cioè il documento mediante il quale l Amministrazione regionale intende dare attuazione agli indirizzi riformati della politica regionale di coesione.

6 Tre le priorità di intervento adottate: Incremento della dimensione innovativa del sistema regionale, posizionando il tessuto produttivo su più alti livelli di conoscenza e innalzando il livello di produttività. Promozione della produzione energetica da fonti rinnovabili e sviluppo dell efficienza energetica. Riqualificazione del territorio, ossia intervenire con strumenti di programmazione integrata per la diversificazione economica, la cooperazione dei territori e lo sviluppo sostenibile delle città. Di notevoli dimensioni le risorse finanziarie in gioco: su un costo totale del Programma pari a circa euro, la quota a carico del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) è più di euro mentre la quota nazionale (Stato più Regione) è di circa euro. Il POR FESR è dunque un appuntamento fondamentale che il territorio piemontese deve saper cogliere nella sua interezza, in piena sintonia con altri strumenti di cui la Regione si è dotata, come la L.R. 34/2004 per lo sviluppo e la qualificazione delle attività produttive e la L.R. 4/2006 Sistema regionale per la ricerca e l innovazione, con le risorse nazionali del FAS (Fondo aree sottoutilizzate) e con altri programmi comunitari quali il 7 Programma Quadro di R&S e il Programma Competitività e Innovazione. 5 Mercedes BRESSO Presidente della Regione Piemonte

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8 INTRODUZIONE Per promuovere uno sviluppo armonioso dell insieme della Comunità, questa sviluppa e prosegue la propria azione intesa a realizzare il rafforzamento della sua coesione economica e sociale. In particolare la Comunità mira a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni ed il ritardo delle regioni meno favorite, comprese le zone rurali. Così prevede l articolo 130 A del trattato di Maastricht istitutivo dell Unione europea (ripreso ora dall art. 158 del trattato CE ), sancendo definitivamente un impegno che già qualche anno prima l allora CEE aveva formalizzato nel trattato chiamato Atto unico europeo. Da vent anni, la politica di coesione assorbe una quota consistente delle risorse e dell impegno comunitario assicurato, come ricorda l art. 159, da Fondi a finalità strutturale. La presente pubblicazione si propone di: illustrare le caratteristiche salienti della politica di coesione e dell azione dei Fondi strutturali nel periodo , anche attraverso il confronto con il precedente settennio di programmazione ( ); presentare le novità e il contenuto del Programma Operativo Regionale (POR) del Piemonte relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) rispetto al precedente Documento Unico di Programmazione (DOCUP), allo scopo di fornire informazioni utili per orientarsi e prepararsi alla nuova programmazione e alle opportunità che essa offre. 7 Si ricorda che, oltre al POR FESR, in Piemonte la politica regionale di coesione viene attuata anche con il POR FSE adottato dalla Commissione europea il 6 novembre Il CD-rom allegato contiene la versione integrale (indicata con il simbolo ) dei documenti menzionati nella presente pubblicazione e di altri documenti utili all approfondimento.

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10 LA POLITICA DI COESIONE E I FONDI STRUTTURALI Un lungo percorso : le caratteristiche e le novità rispetto al passato Gli strumenti della politica di coesione in Italia: QRSN e PO

11 UN LUNGO PERCORSO Prima del 1988: il Trattato di Roma e il FSE, il FEOGA e il FESR 1988: la politica regionale di coesione e la riforma dei Fondi : Primo periodo di programmazione : Secondo periodo di programmazione : Terzo periodo di programmazione : Quarto periodo di programmazione 10 PRIMA DEL 1988: IL TRATTATO DI ROMA E IL FSE, IL FEOGA E IL FESR Le radici della politica strutturale affondano già nel trattato di Roma del L allora Comunità economica europea si era data, infatti, il compito di promuovere, mediante l instaurazione di un mercato comune e il graduale ravvicinamento delle politiche economiche degli Stati membri, uno sviluppo armonioso delle attività economiche nell insieme della Comunità, un espansione continua ed equilibrata, una stabilità accresciuta, un miglioramento sempre più rapido del tenore di vita e più strette relazioni fra gli Stati che ad essa partecipano (art. 2). Così, l art. 123 prevedeva il Fondo sociale europeo (FSE), assegnandogli il compito di concorrere al miglioramento del tenore di vita e delle opportunità occupazionali all interno del mercato comune. Cinque anni dopo, nel quadro dell accordo sulla Politica agricola comune (PAC) nasce il Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia (FEOGA) per sostenere e stimolare la produzione agricola nella Comunità. Nel 1964 il FEOGA viene diviso nelle due sezioni garanzia e orientamento : quest ultima con il compito di contribuire alla riforma strutturale dell agricoltura. Negli anni Sessanta, ogni Stato membro comincia a sviluppare, con diverse modalità, una propria politica regionale tendente a ridurre le disparità economiche e sociali presenti sul territorio. Ma ciò si rivela insufficiente, tanto che nel 1975 viene istituito il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) con l obiettivo di correggere i principali squilibri regionali esistenti nella Comunità, partecipando allo sviluppo e all adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo nonché alla riconversione delle regioni industriali in declino (art. 160 del trattato CE).

12 LA POLITICA DI COESIONE E I FONDI STRUTTURALI 1988: LA POLITICA REGIONALE DI COESIONE E LA RIFORMA DEI FONDI La politica di coesione economica e sociale nasce formalmente il 1 luglio 1987, giorno in cui entra in vigore l Atto unico europeo. In questo trattato si afferma, per la prima volta in forma ufficiale, l importanza di uno sviluppo territoriale equilibrato in grado di garantire margini di crescita stabili e diffusi. Prende contestualmente avvio la politica regionale europea, con il compito di fronteggiare i problemi di natura strutturale, cioè non contingenti bensì connessi all incapacità di adeguamento delle strutture locali ai mutamenti del contesto economico e sociale comunitario, presenti in larga parte dei territori che compongono l Unione. Da qui, la parola strutturale è usata per definire le modalità di intervento e gli strumenti con cui concretamente vengono sviluppate le politiche regionali: i Fondi strutturali, cioè le risorse stanziate dal bilancio dell UE per finanziare la politica regionale. Nel 1988 il Consiglio europeo di Bruxelles decide di raddoppiare, entro il 1993, le risorse dei Fondi, la cui azione viene disciplinata da ben cinque regolamenti: uno generale Regolamento (CEE) 2052/1988 che enuncia le missioni dei Fondi e definisce i principi del loro funzionamento, uno di attuazione e uno per ciascuno dei tre Fondi in quel momento attivi: il FSE, il FESR e il FEOGA : PRIMO PERIODO DI PROGRAMMAZIONE DELLA POLITICA REGIONALE DI COESIONE Le novità introdotte dalla riforma sono numerose, a partire dal principio della concentrazione rispetto ad aree geografiche che manifestano difficoltà oppure temi d intervento prioritario mediante l individuazione di cinque obiettivi (sviluppo delle regioni in ritardo, riconversione delle regioni gravemente colpite da declino industriale, ecc.). Il principio della concentrazione si accompagna a quello della programmazione, ovvero della metodologia e degli strumenti con i quali Comunità e Stati membri operano congiuntamente per mettere a punto i vari programmi da finanziare e per attuare le fasi operative e di controllo. Caratterizzano l azione dei Fondi anche i principi del partenariato, dell addizionalità (le risorse comunitarie intervengono sempre e soltanto ad integrazione di altre risorse nazionali o locali prestanziate) e della pluriannualità. La durata del primo ciclo di programmazione è di 5 anni ( ). 11

13 : SECONDO PERIODO DI PROGRAMMAZIONE Il 6 è il numero che più ricorre. Identifica il nuovo obiettivo contribuire allo sviluppo delle regioni a scarsissima densità di popolazione, strettamente legato all ingresso nell Unione europea di Finlandia e Svezia; indica il numero di anni del periodo di programmazione e quello dei regolamenti europei che disciplinano l azione dei Fondi: quello generale (Reg. CEE 2081/1993), quello di attuazione e quelli relativi a ciascuno dei quattro Fondi strutturali, ossia FESR, FSE, FEOGA a cui si aggiunge lo Strumento finanziario operativo per la pesca (SFOP). Accanto agli obiettivi, i Fondi concorrono in questo periodo al finanziamento di 13 iniziative geografiche e tematiche, le cosiddette Iniziative Comunitarie (tra queste ricordiamo Adapt, Occupazione, Now, Leader, Interreg). Nel 1994 viene istituito il Fondo di Coesione che finanzia progetti in materia ambientale e dei trasporti : TERZO PERIODO DI PROGRAMMAZIONE Facendo seguito al programma d azione dell Unione europea denominato Agenda 2000, il periodo di programmazione (non più sei ma sette anni) presenta importanti novità rispetto al passato e soprattutto si caratterizza per un azione resa più mirata grazie ai Fondi che acquisiscono contorni e compiti sempre più specifici. Ciascuno di essi trova le regole di funzionamento in uno specifico regolamento e tutti operano nel quadro del Regolamento (CE) n. 1260/1999. La programmazione è improntata al principio della concentrazione, che agisce in due direzioni: riducendo a tre il numero degli obiettivi e a quattro quello delle Iniziative Comunitarie e delimitando ulteriormente le aree territoriali ammissibili agli interventi per l obiettivo : QUARTO PERIODO DI PROGRAMMAZIONE Se il periodo precedente prendeva le mosse da uno specifico piano d azione, quello attuale, che copre il settennio , si basa principalmente sull ormai consolidata Strategia europea per l occupazione (SEO) del 1997 e sulle Strategie di Lisbona del 2000 (rinnovata nel 2005 ) e di Göteborg del Dal punto di vista finanziario, le risorse attribuite sono quelle risultanti dal difficile negoziato, nel quale si sono cimentati i 25 Stati membri dell Unione, sulle cosiddette Prospettive finanziarie. Le novità rispetto al passato sono numerose e di rilievo.

14 LA POLITICA DI COESIONE E I FONDI STRUTTURALI : LE CARATTERISTICHE E LE NOVITÀ RISPETTO AL PASSATO IL QUADRO LEGISLATIVO : Quattro nuovi regolamenti 1080/2006, 1081/2006, 1083/2006 e 1084/2006 Nel periodo , la politica di coesione è finanziata da tre Fondi: il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo di coesione. Quest ultimo, pur non essendo strutturale in senso tecnico, trova ora spazio nel regolamento generale dei Fondi, il Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell 11 luglio Ciascun Fondo è a sua volta disciplinato da un regolamento specifico: - Regolamento (CE) n. 1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 luglio 2006 relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale. - Regolamento (CE) n. 1081/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 luglio 2006 relativo al Fondo sociale europeo. - Regolamento (CE) n. 1084/2006 del Consiglio del 5 luglio 2006 relativo al Fondo di coesione. 13 Dal 1 gennaio 2007, sono abrogati i seguenti regolamenti: - Regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio del 21 giugno 1999 relativo alle disposizioni generali sui Fondi strutturali. - Regolamento (CE) n. 1783/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 luglio 1999, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale. - Regolamento (CE) n. 1784/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 luglio 1999 relativo al Fondo sociale europeo. - Regolamento (CE) n. 1164/1994 del Consiglio del 16 maggio 1994, relativo al Fondo di coesione, modificato dal Regolamento (CE) n. 1264/1999 del Consiglio del 21 giugno 1999.

15 LA PROGRAMMAZIONE: LE FASI E GLI STRUMENTI : - Orientamenti strategici comunitari in materia di coesione - Quadro di riferimento strategico nazionale - Programmi operativi : - Piano strategico nazionale - Quadro comunitario di sostegno - Piani operativi o DOCUP - Complementi di programmazione 14 La programmazione dei Fondi strutturali si caratterizza per due novità sostanziali rispetto al passato. È più snella, come testimonia il numero ridotto di fasi e strumenti che la compongono, e si inquadra in una strategia europea, dettata dagli Orientamenti strategici comunitari in materia di coesione. ORIENTAMENTI STRATEGICI COMUNITARI IN MATERIA DI COESIONE Contenuti in una decisione del Consiglio (22 ottobre 2006) su proposta della Commissione, gli orientamenti sono riconducibili a tre priorità: Rendere più attraenti gli Stati membri, le regioni e le città migliorando l accessibilità, garantendo una qualità e un livello adeguati di servizi e tutelando l ambiente. Promuovere l innovazione, l imprenditorialità e lo sviluppo dell economia della conoscenza mediante lo sviluppo della ricerca e dell innovazione, comprese le nuove tecnologie dell informazione e della comunicazione. Creare nuovi e migliori posti di lavoro attirando un maggior numero di persone verso il mercato del lavoro o l attività imprenditoriale, migliorando l adattabilità dei lavoratori e delle imprese e aumentando gli investimenti nel capitale umano. QUADRO DI RIFERIMENTO STRATEGICO NAZIONALE (QRSN) Il QRSN definisce la strategia nazionale e le priorità che ciascun Paese membro dell UE intende perseguire attraverso Programmi operativi (PO) nel rispetto degli orientamenti comunitari.

16 LA POLITICA DI COESIONE E I FONDI STRUTTURALI PROGRAMMI OPERATIVI (PO) Sono redatti sulla base di documenti strategici e conseguentemente del QRSN e sottoposti all approvazione della Commissione europea. Contengono l identificazione degli assi prioritari, le disposizioni di attuazione, i piani di finanziamento e le valutazioni. Nel la programmazione prendeva le mosse da un Piano di sviluppo nazionale dal quale discendevano, nell ordine: il Quadro comunitario di sostegno ed i Programmi operativi, nel caso dell Obiettivo 1 e 3, o il solo Documento unico di programmazione (Docup), nel caso dell obiettivo 2. Il processo si concludeva con il Complemento di programmazione, che oggi scompare e con esso anche parte dei controlli che su questi punti la Commissione esercitava in passato. Ciò assicura alle autorità di gestione dei programmi (ad esempio le Regioni) maggiore autonomia e flessibilità. In sintesi: Piano di sviluppo nazionale Orientamenti strategici comunitari in materia di coesione Quadro comunitario di sostegno Quadro di riferimento strategico nazionale Programmi operativi DOCUP Programmi operativi Complemento di programmazione 15

17 I FONDI STRUTTURALI Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) - Fondo sociale europeo (FSE) - Fondo di coesione (FdC) Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) - Fondo sociale europeo (FSE) - Fondo europeo di orientamento e garanzia (FEOGA) - Strumento finanziario operativo per la pesca (SFOP) - Fondo di coesione (FdC) 16 Il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) ha il compito di finanziare interventi destinati a rafforzare la coesione economica e sociale e contribuire a ridurre gli squilibri regionali in Europa. Tra le numerose priorità del FESR ricordiamo la ricerca, l innovazione, l imprenditorialità, la società dell informazione, le questioni ambientali. Il Fondo sociale europeo (FSE) è volto a promuovere la piena occupazione, la qualità e la produttività sul lavoro, l integrazione sociale e a ridurre le disparità occupazionali a livello nazionale, regionale e locale. Il Fondo di coesione (FdC) promuove lo sviluppo sostenibile intervenendo nelle politiche ambientali e nei settori ad esse collegati (energia e trasporti) e nelle reti transeuropee di trasporto. Il FdC opera esclusivamente nei Paesi che abbiano un Reddito nazionale lordo (RNL) pro capite inferiore al 90% della media comunitaria, dunque non in Italia. Come già indicato a pag. 13, il Fondo di coesione non è strutturale in senso tecnico, ma nel nuovo periodo di programmazione esso opera sulla base delle medesime norme di programmazione e gestione dei Fondi strutturali. Nel erano presenti due ulteriori Fondi, il Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia (FEOGA) e lo Strumento finanziario operativo per la pesca (SFOP). Il primo è stato sostituito dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), mentre il secondo si è trasformato nel Fondo europeo per la pesca (FEP). Entrambi hanno ora basi legali proprie ed operano al di fuori della politica di coesione strettamente intesa.

18 LA POLITICA DI COESIONE E I FONDI STRUTTURALI I PRINCIPI D INTERVENTO - Complementarità, coerenza, coordinamento e conformità - Programmazione pluriennale - Addizionalità - Partenariato - Gestione concorrente - Sussidiarietà e proporzionalità - Pari opportunità - Concentrazione ed Earmarking Il funzionamento dei Fondi strutturali segue una serie di principi in parte già presenti nei periodi precedenti ed in parte nuovi o aggiornati: Complementarità, coerenza, coordinamento e conformità: gli interventi sono complementari alle priorità nazionali, regionali, locali, coerenti con le priorità strategiche comunitarie e conformi al Trattato. La Commissione europea e gli Stati membri assicurano il coordinamento tra Fondi ed altri strumenti finanziari dell UE. Programmazione pluriennale: garantisce la continuità e la certezza dell azione. Addizionalità: i Fondi strutturali non si sostituiscono, ma si sommano alla spesa pubblica nazionale; essi dunque cofinanziano gli interventi. Partenariato: riguarda gli aspetti operativi e strategici della politica e implica la partecipazione delle autorità regionali e degli enti locali, nonché delle parti economiche e sociali, della società civile, delle organizzazioni per la tutela dell ambiente e delle pari opportunità. Gestione concorrente: la responsabilità del controllo finanziario è ripartita tra gli Stati membri e la Commissione europea. Sussidiarietà e proporzionalità: gli interventi sono condotti dagli Stati membri al livello territoriale adeguato; gli oneri in termini di controllo, valutazione e monitoraggio sono commisurati al contributo comunitario. Pari opportunità per donne e uomini: priorità trasversale a tutte le fasi della gestione dei Fondi. 17

19 Concentrazione: impostazione più strategica rispetto al periodo , sia a livello geografico (più dell 80% del finanziamento destinato alle regioni meno sviluppate) sia tematico: obiettivi di Göteborg (sviluppo sostenibile) e Lisbona (crescita e occupazione). Per quanto riguarda quest ultimo aspetto, è stato introdotto il cosiddetto earmarking, principio sulla base del quale gli Stati membri devono perseguire gli obiettivi dell Agenda rinnovata di Lisbona destinando le risorse dei Fondi a ricerca, innovazione e imprenditorialità, società dell informazione, capitale umano, ingegneria finanziaria, efficienza energetica e fonti energetiche rinnovabili, nella misura del 60% nelle aree dell obiettivo Convergenza e del 75% nelle aree dell obiettivo Competitività regionale e occupazione. Earmarking EARMARKING è un termine usato dal XVI secolo per riferirsi alla marchiatura praticata sulle orecchie di vitelli o agnelli al fi ne di mostrare a chi appartenessero. Oggi viene comunemente utilizzato per attribuire a fondi o risorse finanziarie il rispetto di una destinazione specifi ca. 18 Nel caso della politica di coesione, secondo le parole della Commissaria alla Politica regionale, Danuta Hübner, Earmarking significa dedicare fondi per investimenti che rafforzino direttamente la competitività e l occupazione, in ricerca e innovazione, capitale umano, servizi alle imprese, infrastrutture di portata europea e miglioramento dell effi cienza energetica. Il principio è previsto all art. 9 del Reg. (CE) 1083/2006 (anche se il termine Earmarking non compare) e richiamato in numerose altre disposizioni dello stesso regolamento e di quelli dedicati al FESR e al FSE (rispettivamente Reg. CE 1080 e 1081/2006) oltre che nei considerando degli Orientamenti strategici comunitari in materia di coesione.

20 LA POLITICA DI COESIONE E I FONDI STRUTTURALI I NUOVI OBIETTIVI Tre nuovi obiettivi: - Convergenza - Competitività regionale e occupazione - Cooperazione territoriale europea : - Obiettivo 1 - Obiettivo 2 - Obiettivo 3 - Iniziative comunitarie Obiettivo Convergenza: volto ad accelerare la convergenza degli Stati membri e regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni per la crescita e l occupazione tramite l aumento e il miglioramento della qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, lo sviluppo dell innovazione e della società della conoscenza, dell adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, la tutela e il miglioramento della qualità dell ambiente e l efficienza amministrativa. Questo obiettivo costituisce la priorità dei Fondi (art. 3 del Reg. CE 1083/2006). 19 Sono eleggibili all obiettivo Convergenza le regioni (livello NUTS II ) il cui prodotto interno lordo (PIL) pro capite sia inferiore al 75% della media comunitaria (UE a 25). In seguito all allargamento dell Unione europea, la media comunitaria relativa al PIL si è abbassata con il risultato di escludere dall obiettivo Convergenza alcune regioni che altrimenti vi sarebbero rientrate. Poiché ciò è avvenuto per un mero effetto statistico e non in virtù di un significativo miglioramento delle performance economiche, a queste aree è garantito un sostegno transitorio (phasing-out) per l uscita progressiva dall obiettivo Convergenza. All obiettivo Convergenza è riservato circa l 81,5% delle risorse stanziate per la politica di coesione. È fi nanziato dal FESR, dal FSE e dal FdC. Nei paesi in cui opera il FdC il tasso di cofi nanziamento comunitario può raggiungere l 85%, negli altri si ferma al 75%.

21 Fondi strutturali : Obiettivo Convergenza 20 Regioni ammissibili all obiettivo Convergenza Regioni ammmissibili a fruire del sostegno transitorio (phasing-out) Fonte: Commissione europea

22 LA POLITICA DI COESIONE E I FONDI STRUTTURALI Obiettivo Competitività regionale e occupazione: punta, al di fuori delle regioni in ritardo di sviluppo, a rafforzare la competitività e le attrattive delle regioni e l occupazione anticipando i cambiamenti economici e sociali, inclusi quelli connessi all apertura degli scambi, mediante l incremento e il miglioramento della qualità degli investimenti nel capitale umano, l innovazione e la promozione della società della conoscenza, l imprenditorialità, la tutela e il miglioramento dell ambiente e il miglioramento dell accessibilità, dell adattabilità dei lavoratori e delle imprese e lo sviluppo di mercati del lavoro inclusivi (art. 3 del Reg. CE 1083/2006). Nel periodo di programmazione si privilegia un approccio integrato per la crescita e l occupazione, da condurre sull interezza del territorio e non, come in precedenza, su parti di esso. Scompare quindi la cosiddetta zonizzazione e risultano eleggibili all obiettivo Competitività regionale e occupazione tutte le regioni (livello NUTS I e NUTS II) che non rientrano nell obiettivo Convergenza. Le regioni ammissibili all obiettivo 1 della precedente programmazione, ma con un PIL superiore al 75% della media comunitaria (UE a 15), accedono all obiettivo Competitività regionale e occupazione beneficiando di un sostegno ulteriore specifico (phasing-in). Le risorse complessive destinate a questo obiettivo ammontano a circa il 16% del totale stanziato per la politica di coesione. Finanziano le azioni, sino ad un massimo del 50%, il FESR per la componente Competitività regionale ed il FSE per la componente Occupazione. 21

23 Fondi strutturali : Obiettivo Competitività regionale e occupazione 22 Regioni ammissibili all obiettivo Competitività regionale e occupazione Regioni ammissibili a fruire del sostegno transitorio (phasing-in) Fonte: Commissione europea

24 LA POLITICA DI COESIONE E I FONDI STRUTTURALI Obiettivo Cooperazione territoriale europea: è inteso a rafforzare la cooperazione transfrontaliera mediante iniziative congiunte locali e regionali, a rafforzare la cooperazione transnazionale mediante azioni volte allo sviluppo territoriale integrato connesse alle priorità comunitarie e a rafforzare la cooperazione interregionale e lo scambio di esperienze al livello territoriale adeguato (art. 3 del Reg. 1083/2006). L eleggibilità dei territori a questo obiettivo varia a seconda della tipologia di cooperazione: > Alla cooperazione transfrontaliera sono ammesse tutte le zone di livello NUTS III (le province in Italia) situate a ridosso dei confini terrestri interni (e taluni esterni) e marini. > La cooperazione transnazionale si realizza all interno di 13 aree macroregionali. Il Piemonte è compreso in tre di queste: Spazio Alpino, MED ed Europa Centrale. > Alla cooperazione interregionale è ammesso l intero territorio europeo. A questo obiettivo, fi nanziato dal FESR, è riservato circa il 2,5% delle risorse stanziate per la politica di coesione. Nel periodo si contavano tre obiettivi: Obiettivo 1: promuovere lo sviluppo e l adeguamento strutturale delle regioni che presentano ritardi nello sviluppo. Obiettivo 2: favorire la riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali. Obiettivo 3: favorire l adeguamento e l ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione. e quattro Iniziative Comunitarie: - Interreg III per la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale. - Leader+ per lo sviluppo rurale attraverso interventi gestiti da gruppi di azione locale (GAL). - Equal per nuove strategie di lotta contro la discriminazione e le disuguaglianze di ogni tipo nel mercato del lavoro. - Urban II per la rivitalizzazione economica e sociale delle città e delle zone adiacenti in crisi nel quadro di uno sviluppo urbano sostenibile. 23

25 La missione dei tre vecchi obiettivi è incorporata in quelli nuovi e lo stesso accade per le Iniziative. Interreg trova spazio nell obiettivo Cooperazione territoriale europea mentre Equal e Urban sono integrati negli obiettivi Convergenza e Competitività regionale e occupazione. Leader+ è invece assorbito nelle politiche di sviluppo rurale, finanziate dal nuovo Fondo europeo per lo sviluppo rurale (FEASR), al di fuori della politica di coesione Obiettivi Strumenti Obiettivi Strumenti fi nanziari fi nanziari Coesione FdC Convergenza FdC, FESR, FSE Obiettivo 1 FESR, FSE, FEOGA, SFOP Obiettivo 2 FESR, FSE Competitività regionale FESR, FSE Obiettivo 3 FSE e occupazione Interreg III FESR Cooperazione FESR territoriale europea Urban II FESR Integrati negli obiettivi FESR, FSE Convergenza e Equal FSE Competitività regionale e occupazione Leader + FEOGA Ristrutturazione del SFOP settore della pesca - 3 Obiettivi 5 Strumenti 3 Obiettivi 3 Strumenti - 4 Iniziative Comunitarie - Fondo di coesione

26 LA POLITICA DI COESIONE E I FONDI STRUTTURALI LE RISORSE: UNIONE EUROPEA Le risorse per Paese e per Obiettivo Con l Accordo sul quadro finanziario tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione, la politica di coesione ha acquistato ancora più rilievo nell azione comunitaria. Ciò è testimoniato dalle risorse rese disponibili attraverso i Fondi strutturali che sono passate da 213 a oltre 340 miliardi di euro, con una crescita del 60%. Vero è che nel frattempo anche il numero dei Paesi membri (non però la popolazione complessiva) è quasi raddoppiato, passando da 15 a 27; a ciò si aggiunga che i Paesi che hanno di recente aderito all UE si collocano tra coloro che più necessitano di coesione e sostegno economico e sociale. Questi due fattori (incremento delle risorse e ingresso di nuovi Paesi) hanno determinato un complicato processo di redistribuzione in cui i vecchi Stati membri hanno perso una parte delle risorse a favore dei nuovi. In questo quadro, l Italia è, dopo il Belgio, il paese che ha subito la minor riduzione rispetto alla dotazione del periodo

27 La tabella che segue presenta la distribuzione per Paese delle risorse (a prezzi correnti in milioni di euro) in riferimento agli obiettivi. 26 Convergenza Competitività Cooperazione regionale territoriale Totale e occupazione europea Fondo Convergenza Phasing-out Phasing-in Competitività FESR di Coesione (FESR+FSE) (FESR+FSE) (FESR+FSE) reg. e occup. (FESR+FSE) Belgio Bulgaria Rep. Ceca Danimarca Germania Estonia Grecia Spagna Francia Irlanda Italia Cipro Lettonia Lituania Lussemburgo Ungheria Malta Paesi Bassi Austria Polonia Portogallo Romania Slovenia Slovacchia Finlandia Svezia Regno Unito Reti interreg Assist. tecnica 868 UE % 81,5 16 2,5 100% A causa dell arrotondamento delle cifre, in alcuni casi i totali non corrispondono. Fonte: Commissione europea

28 LA POLITICA DI COESIONE E I FONDI STRUTTURALI LE RISORSE: ITALIA Tre nuovi obiettivi: Mln di Euro a prezzi correnti Nel periodo la quota di Fondi strutturali attribuiti all Italia ammonta a quasi 29 miliardi di euro a prezzi correnti. La cifra esatta, euro, è così ripartita tra i diversi obiettivi: Fonte: Commissione europea 5.352,5 430 Quattro regioni italiane sono ammesse all obiettivo Convergenza in virtù del PIL pro capite inferiore al 75% della media europea e beneficeranno di una somma di poco superiore ai 21 miliardi di euro: sono, in ordine di risorse crescenti, la Calabria, la Campania, la Puglia e la Sicilia. La Basilicata, il cui PIL ha superato la soglia del 75% per via dell effetto statistico dovuto all allargamento dell UE, potrà beneficiare di 430 milioni di euro come sostegno transitorio all uscita dall obiettivo Convergenza (phasing-out). La Sardegna potrà invece beneficiare di un sostegno transitorio (phasing-in) di 972 milioni di euro all interno dell obiettivo Competitività regionale e occupazione.

29 Le tredici Regioni del centro-nord più le Province Autonome di Trento e Bolzano, ammesse all obiettivo Competitività regionale e occupazione, disporranno di una cifra di poco superiore ai 5 miliardi di euro, suddivisi come mostra la tabella seguente: 28 REGIONI FONDI STRUTTURALI % SUL TOTALE (FESR+FSE) a prezzi correnti PIEMONTE ,46 VALLE D AOSTA ,99 LIGURIA ,93 LOMBARDIA ,32 BOLZANO ,63 TRENTO ,52 VENETO ,47 FRIULI VENEZIA GIULIA ,66 EMILIA ROMAGNA ,98 TOSCANA ,23 UMBRIA ,67 MARCHE ,21 LAZIO ,89 ABRUZZO ,02 MOLISE ,03 TOTALE ,0 Conferenza Stato-Regioni del 13 novembre Accordo sulla ripartizione interregionale per l obiettivo Competitività regionale e occupazione delle risorse relative alla programmazione Il passaggio dal periodo di programmazione a quello , malgrado l allargamento dell UE da 15 a 27 Paesi membri, ha comportato per l Italia un calo di risorse di circa l 11%, minore cioè di quanto si fosse temuto. Tale risultato più che soddisfacente è in realtà il frutto di situazioni diverse: per le quattro regioni dell obiettivo Convergenza le risorse sono addirittura aumentate, mentre per le altre si è verificata una riduzione del 30% compensata però da un maggiore impegno di risorse nazionali. Il Piemonte mantiene comunque una significativa quota di risorse comunitarie e, tra le regioni della Competitività regionale e occupazione, è quella che dispone dell ammontare più elevato.

30 LA POLITICA DI COESIONE E I FONDI STRUTTURALI GLI STRUMENTI DELLA POLITICA DI COESIONE IN ITALIA: QRSN E PO QRSN: Quadro di riferimento strategico nazionale PO: Programmi operativi Nel nostro Paese il processo attraverso cui giungere alla elaborazione del programma nazionale è stato definito in sede di Conferenza Unificata Stato- Regioni nel febbraio La politica di coesione comunitaria per il periodo prevede un raccordo organico con le strategie nazionali degli Stati membri e il documento che collega questi due aspetti è il Quadro di riferimento strategico nazionale (QRSN) che ogni Stato membro prepara e adotta sulla base delle indicazioni contenute negli articoli 27 e 28 del Regolamento (CE) 1083/2006. Tre sono state le tappe del percorso, iniziato nel 2005, che ha portato alla stesura finale del documento: > Nella prima, ciascuna Regione e Provincia Autonoma e il complesso delle Amministrazioni Centrali hanno predisposto un Documento Strategico Preliminare nel quale vengono descritte e motivate le priorità strategiche. > La seconda ha visto il confronto fra i diversi livelli di governo e le parti economiche e sociali da cui è scaturita una bozza tecnico amministrativa del Quadro. > La terza fase, infine, dopo un serrato confronto sulla bozza, si è conclusa con la versione finale del documento approvata nel mese di dicembre 2006 dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni e dal CIPE. 29 Dopo un intenso negoziato, la proposta è stata adottata dalla Commissione europea con la decisione del 13 luglio La maggiore novità presente nel Quadro nazionale è l integrazione della politica di coesione comunitaria con la politica regionale nazionale, realizzata attraverso il Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS), le Intese istituzionali di programma e gli Accordi di Programma Quadro (APQ).

31 Dal QRSN discendono i Programmi Operativi (PO), così come previsto dall art. 32 del Reg. (CE) 1083/2006. Per l Italia la parte prevalente della strategia del Quadro sarà attuata attraverso Programmi Operativi Regionali (POR) monofondo, ossia mediante programmi finanziati con contributo FESR e programmi finanziati con contributo FSE. QRSN Italia - Elenco dei Programmi regionali - Competitività regionale e occupazione - Centro Nord (contributo per Fondo strutturale, importi a prezzi correnti) 30 REGIONE FESR FSE POR Emilia Romagna POR Friuli Venezia-Giulia POR Lazio POR Liguria POR Lombardia POR Marche PO Provincia Autonoma di Bolzano PO Provincia Autonoma di Trento POR Piemonte POR Toscana POR Umbria POR Valle d Aosta POR Veneto QRSN Italia - Elenco dei Programmi regionali - Competitività regionale e occupazione - Mezzogiorno (contributo per Fondo strutturale, importi a prezzi correnti) REGIONE FESR FSE POR Abruzzo POR Molise POR Sardegna (phasing-in) QRSN Italia - Elenco dei Programmi regionali - Convergenza - Mezzogiorno (contributo per Fondo strutturale, importi a prezzi correnti) REGIONE FESR FSE POR Basilicata (phasing-out) POR Calabria POR Campania POR Puglia POR Sicilia

32 LA POLITICA DI COESIONE E I FONDI STRUTTURALI Oltre ai 21 POR FESR ed ai 21 POR FSE, vi sono 8 Programmi Operativi Nazionali (PON) di cui 7 operanti nelle sole aree Convergenza e 1 nelle aree Competitività, 2 Programmi Operativi Interregionali (POIN) e 14 Programmi Operativi dell obiettivo Cooperazione territoriale europea. In tutto 66 Programmi Operativi, di cui 42 finanziati dal FESR e 24 finanziati dal FSE. Utilizzando una suddivisione per obiettivo possiamo dire che dei 66 PO: - 19 ricadono sotto Convergenza ; - 33 ricadono sotto Competitività regionale e occupazione ; - 14 sono compresi in Cooperazione territoriale europea. Italia: Obiettivo Convergenza e Obiettivo Competitività regionale e occupazione 31 Regioni ammissibili all obiettivo Convergenza Regioni ammmissibili a fruire del sostegno transitorio (phasing-out) Regioni ammissibili all obiettivo Competitività regionale e occupazione Regioni ammissibili a fruire del sostegno transitorio (phasing-in) Fonte: Commissione europea

33

34 industria/fondi_07_13 DAL DOCUP AL POR I documenti alla base del POR FESR Le novità Il POR FESR

35 I DOCUMENTI ALLA BASE DEL POR FESR Dal DOCUP al POR: - Ciascun programma operativo è redatto dallo Stato membro o da un autorità da esso designata (nel nostro caso Regione Piemonte). - Lo Stato membro presenta alla Commissione una proposta di programma operativo. - La Commissione valuta il programma operativo proposto e, se del caso, può invitare lo Stato membro a fornire informazioni supplementari. - La Commissione adotta il programma operativo. 34 Dopo aver sommariamente descritto il processo attraverso il quale si è giunti alla definizione e successiva approvazione da parte della Commissione europea del QRSN, vediamo ora anche qui in estrema sintesi i passaggi che hanno permesso di pervenire al POR FESR della Regione Piemonte, ossia allo strumento che regola l intervento del Fondo europeo di sviluppo regionale (cui si sommano risorse nazionali e regionali) nella nostra regione. Innanzitutto, bisogna ricordare i due testi regionali che hanno fornito contenuti e linee guida per l elaborazione del POR: - Il primo è il Documento Strategico Preliminare Regionale (DSR) approvato dal Consiglio Regionale in data 11 ottobre 2005 che, con gli altri Documenti Regionali, delle Province autonome e delle Amministrazioni centrali, ha costituito anche la base di riferimento per la formulazione del QRSN. - Il secondo è il Documento di programmazione strategico-operativa (DPSO) che contiene gli indirizzi per la programmazione integrata dei fondi europei, nazionali e regionali. L aspetto maggiormente innovativo del DPSO, già presente nel Quadro nazionale, è la visione unitaria che tale documento possiede e che si esplica mediante l integrazione di più obiettivi, ossia quelli: - della politica di coesione (risorse FESR e FSE); - della politica di sviluppo rurale (risorse FEASR); - degli investimenti statali per le aree sottoutilizzate (risorse FAS); - delle altre iniziative comunitarie, nazionali e regionali da attivare sul territorio regionale.

36 DAL DOCUP AL POR Il cammino del POR Piemonte fino alla sua adozione è descritto dalla Decisione del 2 agosto CCI 2007 IT 16 2 PO 011 che ha disposto come segue: LA COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE, visto il trattato che istituisce la Comunità europea, visto il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e che abroga il regolamento (CE) n. 1260/99, in particolare l articolo 32, paragrafo 5, Considerando quanto segue: (1) In data l Italia ha presentato alla Commissione una proposta di programma operativo per la regione Piemonte rispondente alle condizioni dell obiettivo Competitività regionale e occupazione ai sensi dell articolo 6 del regolamento (CE) n. 1083/2006. Su richiesta della Commissione, le autorità nazionali hanno presentato informazioni supplementari in data (2) L Italia ha elaborato il programma operativo nell ambito del partenariato di cui all articolo 11 del regolamento (CE) n. 1083/2006. (3) La Commissione ha valutato il programma operativo proposto e ritiene che esso contribuisca a cogliere gli obiettivi fissati nella decisione 2006/702/CE del Consiglio del 6 ottobre 2006 sugli orientamenti strategici comunitari in materia di coesione e nel quadro di riferimento strategico nazionale. (4) La proposta di programma operativo contiene tutti gli elementi di cui all articolo 37, paragrafo 1 del regolamento (CE) n. 1083/2006 ad eccezione di un elenco indicativo dei principali progetti di cui all articolo 37, paragrafo 1, punto (h) del medesimo, in quanto non è prevista la presentazione di grandi progetti ai sensi del programma operativo. (5) In conformità all articolo 37, paragrafo 3 del regolamento (CE) n. 1083/2006, il programma operativo include una motivazione della concentrazione tematica, geografica e finanziaria sulle priorità di cui all articolo 5 del regolamento (CE) n. 1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, sul Fondo europeo di sviluppo regionale e che abroga il regolamento (CE) n. 1783/1999. (6) In conformità all articolo 37, paragrafo 4 del regolamento (CE) n. 1083/2006, il programma operativo contiene informazioni sull approccio allo sviluppo urbano sostenibile. (7) Il programma operativo comprende inoltre, come previsto all articolo 37, paragrafo 6 del regolamento (CE) n. 1083/2006, le azioni per la cooperazione interregionale con un autorità regionale o locale di uno Stato membro. (8) È opportuno fissare il tasso massimo e l importo massimo della partecipazione dei Fondi per ciascun programma operativo e per ciascun asse prioritario in conformità dell articolo 53, paragrafo 6 del regolamento (CE) n. 1083/2006. (9) L aiuto concesso nell ambito del programma operativo deve soddisfare le norme vigenti sugli aiuti di Stato e ogni altra pertinente disposizione di diritto comunitario. (10) Il programma proposto può dunque essere adottato, 35

37 HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE Articolo 1 I. È adottato ai fini dell intervento comunitario realizzato nell ambito dell obiettivo Competitività regionale e occupazione nella regione italiana Piemonte per il periodo di programmazione 01 gennaio dicembre 2013, il programma operativo riportato nell allegato 1, contenente i seguenti assi prioritari: I. Innovazione e transizione produttiva II. Sostenibilità ed efficienza energetica III. Riqualificazione territoriale IV. Assistenza tecnica Articolo 2 La spesa effettivamente sostenuta nell ambito del programma operativo è ammissibile a partire dal 1 gennaio Articolo 3 1. L importo massimo dell intervento del Fondo europeo di sviluppo regionale, concesso nell ambito del programma operativo in riferimento alla spesa pubblica ammissibile, è di euro e il tasso minimo di cofinanziamento è pari al 39,57%. 2. Il concomitante contributo nazionale di euro ( ) 3. ( ) 4. Il relativo piano di finanziamento è contenuto nell allegato II. Articolo 4 Ogni sostegno pubblico concesso nell ambito del programma operativo deve rispondere alle norme procedurali e sostanziali sugli aiuti di Stato vigenti al momento della sua concessione. Articolo 5 La Repubblica italiana è destinataria della presente decisione. Fatto a Bruxelles il 02-VIII-2007 Per la Commissione Danuta HÜBNER Membro della Commissione (omissis) Riassumendo, il POR FESR potrà disporre delle seguenti risorse (a prezzi correnti) suddivise per fonti di finanziamento. RISORSE FESR COFINANZIAMENTO COFINANZIAMENTO COMPLESSIVE NAZIONALE REGIONALE

38 DAL DOCUP AL POR LE NOVITÀ : Scompaiono le zone obiettivo 2 e quelle a sostegno transitorio (phasing-out) : Il territorio regionale era suddiviso in: zone obiettivo 2, zone phasing-out e zone non eleggibili. L obiettivo 2 del e l intervento del FESR ad esso collegato ha interessato le zone in fase di mutazione socioeconomica nel settore industriale e dei servizi, le zone rurali in declino, le zone urbane in difficoltà e quelle dipendenti dalla pesca in particolare situazione di crisi. In Piemonte, la provincia di Novara ne è stata completamente esclusa, così come parti più o meno estese delle altre province. A beneficiarne maggiormente, in termini di comuni interessati e di popolazione rappresentata, è stata la provincia di Torino dove il capoluogo rientrava in parte tra le zone ammissibili. 37 Con la nuova programmazione , nella quale il focus dell obiettivo si sposta dalla riconversione nelle aree con difficoltà strutturali alla promozione della competitività e dell innovazione, scompare la zonizzazione. L obiettivo Competitività regionale ed il relativo intervento del FESR interessano l intero territorio piemontese, nessuna area esclusa. L obiettivo 2 del sostituiva i precedenti obiettivi 2, 5a e 5b. Per evitare che le aree prima beneficiarie ma non più ammissibili dal 2000 perdessero improvvisamente il sostegno del FESR era previsto un Sostegno transitorio decrescente anche detto phasing-out. Così, in Piemonte vi erano zone fuori obiettivo 2, zone obiettivo 2 e zone obiettivo 2 in phasing-out.

39 IL POR FESR Il POR FESR: dalle priorità alle azioni Obiettivo generale Priorità strategiche Assi e Obiettivi specifici Obiettivi operativi e Attività 38 La strategia di intervento per il periodo di programmazione è frutto dell analisi del contesto socioeconomico, dell esperienza accumulata nel periodo di programmazione e degli approfondimenti preliminari effettuati con il concorso dei componenti del partenariato istituzionale e socioeconomico. Essa è coerente con gli Orientamenti comunitari, il QRSN, la strategia di Lisbona, il Consiglio di Göteborg e le politiche nazionali e regionali per lo sviluppo. Si pone 1 obiettivo generale che si declina in 3 priorità strategiche. Queste si traducono in 4 obiettivi specifici che identificano gli ambiti su cui si concentra l azione di sostegno del FESR al fine di incrementare i livelli di competitività e di attrattività del sistema regionale. Facendo riferimento a questi, il POR FESR è articolato in 4 Assi, di cui i primi tre sono finalizzati al conseguimento dell obiettivo generale del Programma, mentre il quarto include le azioni di Assistenza tecnica a supporto dell attuazione dello stesso. Di quest ultimo Asse non tratteremo nelle pagine che seguono. I primi tre assi, di cui ci occuperemo, si compongono di 6 obiettivi operativi cui si collegano 14 attività.

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