"Corso di aggiornamento dell Ordine degli Architetti di Roma di 8 ore D. Lgs. 81/08 allegato 14 (Coordinatore Sicurezza cantieri edili)

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1 "Corso di aggiornamento dell Ordine degli Architetti di Roma di 8 ore D. Lgs. 81/08 allegato 14 (Coordinatore Sicurezza cantieri edili) organizzato dal Centro Studi degli Architetti dell Ordine di Roma e Provincia Giuseppe D Agostino

2 l rischi di caduta dall alto - DPI anticaduta - Classificazione degli ancoraggi - Parapetti provvisori Giuseppe D Agostino

3 I rischi di caduta dall alto TITOLO IV CANTIERI TEMPORANEI O MOBILI CAPO II NORME PER LA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI SUL LAVORO NELLE COSTRUZIONI E NEI LAVORI IN QUOTA N 8 SEZIONI - N 52 articoli (da art. 105 a art. 156) TITOLO IV capo II 3 ing. giuseppe d agostino 3

4 I rischi di caduta dall alto cantiere temporaneo o mobile qualunque luogo in cui si effettuano lavori edili o ingegneria civile (art. 89 c.1 lett. a) D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.) TITOLO IV capo II 4 ing. giuseppe d agostino 4

5 I rischi di caduta dall alto Le norme del presente capo si applicano alle attività che, da chiunque esercitate e alle quali siano addetti lavoratori subordinati o autonomi, concernono la esecuzione dei lavori di costruzione riparazione manutenzione demolizione.. di opere fisse, permanenti o temporanee, in muratura, in cemento armato, in metallo, in legno o in altri materiali.. montaggio smontaggio elementi prefabbricati TITOLO IV capo II art ing. giuseppe d agostino 5

6 I rischi di caduta dall alto a) lavori ATTIVITA ESENTI di PROSPEZIONE RICERCA b) attività di COLTIVAZIONE Sostanze Minerali PROSPEZIONE RICERCA COLTIVAZIONE STOCCAGGIO degli idrocarburi liquidi e gassosi nel territorio nazionale, nel mare territoriale e nella piattaforma continentale e nelle altre aree sottomarine comunque soggette ai poteri dello Stato; Lavori svolti in mare TITOLO IV capo II art ing. giuseppe d agostino

7 I rischi di caduta dall alto Agli effetti delle disposizioni di cui al presente capo si intende per lavoro in quota: attività lavorativa che espone il lavoratore al rischio di caduta da una quota posta ad altezza superiore a 2 m. rispetto ad un piano stabile. TITOLO IV capo II Art. 107 DEFINIZIONI 7 ing. giuseppe d agostino 7

8 I rischi di caduta dall alto TITOLO IV capo II 8 ing. giuseppe d agostino 8

9 I rischi di caduta dall alto TITOLO IV capo II 9 ing. giuseppe d agostino 9

10 I rischi di caduta dall alto TITOLO IV capo II 10 ing. giuseppe d agostino

11 I rischi di caduta dall alto TITOLO IV capo II 11 ing. giuseppe d agostino 1

12 I rischi di caduta dall alto DISPOSITIVI DI ANCORAGGIO SULLE COPERTURE In molti interventi di manutenzione di breve durata (ispezione e pulizia del tetto o della canna fumaria, installazione e manutenzione di antenne e lucernari, di elementi di lattoneria e accessori del fabbricato) si è riscontrato che detto obbligo è disatteso a causa dei tempi e dei costi di realizzazione. Valutazione del rischio 12 ing. giuseppe d agostino 1

13 I rischi di caduta dall alto DISPOSITIVI DI ANCORAGGIO SULLE COPERTURE Per sopperire a tale carenza era già intervenuto il D.Lgs. 626/94 che prevedeva, ad integrazione delle misure di protezione collettiva l utilizzo dei cosiddetti Dispositivi di Protezione Individuali (DPI), in genere, costituiti da una imbracatura di sicurezza, munita di una corda di trattenuta, a sua volta agganciata a un robusto ancoraggio fisso dell edificio. Una soluzione apparentemente semplice, che presenta tuttavia un grosso problema: dove agganciare la corda di trattenuta, tenendo conto che i comignoli non sono strutture sufficientemente robuste? In altri termini, una volta saliti su un tetto per installare un antenna, dove si aggancia la corda dell imbracatura? Valutazione del rischio 13 ing. giuseppe d agostino 1

14 I rischi di caduta dall alto DISPOSITIVI DI ANCORAGGIO SULLE COPERTURE Ecco quindi la necessità di installare, sui tetti degli edifici nuovi (o in caso di estese ristrutturazioni) punti di ancoraggio o linee vita, che costituiscono dei veri e propri impianti di sicurezza salvavita. Il costo di tali impianti, rispetto al costo complessivo dell opera o rispetto al rifacimento di un tetto, incide in misura poco rilevante ed inoltre è ben presto ammortizzato nei successivi interventi di manutenzione più rapidi e sicuri. Valutazione del rischio 14 ing. giuseppe d agostino 1

15 I rischi di caduta dall alto Soggetti coinvolti nella realizzazione e gestione dei sistemi di ancoraggio installati sulla copertura Progettista Installatori Committente SOGGETTI COINCOLTI Amministrazioni Comunali Tecnici Comunali Impresa Valutazione del rischio Utilizzatori successivi 15 ing. giuseppe d agostino 1

16 I rischi di caduta dall alto COMMITTENTE Il committente e/o proprietario del fabbricato è il soggetto che decide di dotare il proprio edificio del sistema di ancoraggio, e si impegna a provvedere alla sua regolare manutenzione, per garantire nel tempo la costante efficacia dei dispositivi di ancoraggio. Il committente e/o proprietario del fabbricato, inoltre, conserva la documentazione tecnica rilasciatagli dal progettista e dall installatore del sistema di ancoraggio, e si impegna a mostrarla e renderla disponibile ai lavoratori che, successivamente, dovranno lavorare sulla copertura (antennisti, lattonieri, etc.). Valutazione del rischio 16 ing. giuseppe d agostino 1

17 I rischi di caduta dall alto COMMITTENTE Nel caso di un condominio, i diversi proprietari degli appartamenti delegano all amministratore condominiale la responsabilità e la gestione di tutte le parti e di tutti gli impianti comuni, quindi anche della copertura e del relativo sistema di ancoraggi per la protezione delle cadute dall alto. L amministratore condominiale svolge, di fatto, i compiti assegnati al proprietario di un edificio. Valutazione del rischio 17 ing. giuseppe d agostino 1

18 I rischi di caduta dall alto PROGETTISTA/CSP/CSE Il progettista è tenuto a prevedere gli interventi di manutenzione che potranno essere eseguiti sulla copertura (ad esempio, la pulizia dei canali di gronda), a valutare i rischi cui saranno esposti i manutentori, a scegliere il sistema anticaduta più adatto, a prevedere il suo posizionamento e, infine, a redigere la documentazione a corredo del sistema di ancoraggio, da consegnare al proprietario dell'edificio. Valutazione del rischio 18 ing. giuseppe d agostino 1

19 I rischi di caduta dall alto INSTALLATORE UTILIZZATORE La norma UNI EN 795 non prevede che il soggetto incaricato dell installazione del sistema di ancoraggio abbia requisiti specifici, è sufficiente la competenza nel settore delle costruzioni. Per quanto previsto dalla norma stessa, le operazioni di installazione devono essere precedute da una verifica di idoneità dei materiali di supporto e devono essere effettuate sulla scorta di quanto previsto dal fabbricante del dispositivo e delle considerazioni effettuate dal progettista e riportate nel particolare costruttivo. Al termine delle operazioni di fissaggio, l installatore deve rilasciare una dichiarazione di corretta messa in opera. Valutazione del rischio 19 ing. giuseppe d agostino 1

20 I rischi di caduta dall alto UTILIZZATORE SUCCESSIVO L utilizzatore successivo, quale, ad esempio l antennista, deve innanzitutto prendere visione della documentazione relativa al sistema di ancoraggio, con particolare riguardo alle indicazioni relative alla zona d accesso e alla dislocazione degli elementi sulla copertura. Inoltre è tenuto ad indossare i dispositivi di protezione individuale, quali imbracatura e sistemi di trattenuta ed arresto (comunemente definiti cordini) e ad effettuare un ispezione visiva al sistema prima del suo utilizzo, per verificarne l idoneità, l integrità e l assenza di rotture palesi. Valutazione del rischio 20 ing. giuseppe d agostino 2

21 I rischi di caduta dall alto Che cos è la valutazione del rischio E la valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell ambito dell organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza (art.2 comma q). Il DLgs 81/08 antepone le misure tecniche di prevenzione, i mezzi di protezione collettiva, le misure, i metodi o i procedimenti di riorganizzazione del lavoro ai mezzi individuali: quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti devono essere impiegati i DPI. Valutazione del rischio 21 ing. giuseppe d agostino 2

22 I rischi di caduta dall alto Che cos è la valutazione del rischio La valutazione del rischio comprende: l analisi del rischio; l esposizione al rischio; la riduzione del rischio. Valutazione del rischio 22 ing. giuseppe d agostino 2

23 Inizio attività I rischi di caduta dall alto Schema metodologico generale Identificazione del pericolo e analisi del rischio Presenza di rischio e/o pericolo Eliminazione del rischio e/o sostituzione del pericolo Rischio e/o pericolo nullo Individuazione ed adozione delle misure tecnicoorganizzative e/o dei dispositivi di protezione collettiva No inizio attività Rischio residuo accettabile o nullo Valutazione del rischio Individuazione ed adozione dei dispositivi di protezione individuale 23 ing. giuseppe d agostino 2

24 I rischi di caduta dall alto I rischi possono essere distinti in: rischi prevalenti, rischi concorrenti, rischi susseguenti rischi legati all attività lavorativa. Rischi prevalenti Nei lavori su copertura il lavoratore è esposto a rischi che possono provocare morte, lesioni al corpo e danni alla salute. Essi sono: 1. Il rischio di caduta dall alto derivante da: lavorazioni in quota; sfondamento della copertura; montaggio/smontaggio dei DPC. Analisi del rischio 24 ing. giuseppe d agostino 2

25 I rischi di caduta dall alto rischi prevalenti, 2. Il rischio di urto contro i DPC derivante da: caduta da superfici a debole pendenza; caduta da superfici a forte pendenza. 3. Il rischio di caduta sulla copertura dovuto a: perdita di equilibrio. 4. Il rischio verso la copertura causato da fattori derivanti dall esterno quali: linee elettriche aeree; caduta di materiali dall alto. 5. Il rischio dalla copertura con effetti verso l esterno dovuto a: caduta di materiali verso il basso. Analisi del rischio 25 ing. giuseppe d agostino 2

26 I rischi di caduta dall alto rischi concorrenti, Rispetto ai rischi prevalenti esaminati, la valutazione dovrà tenere in considerazione l eventuale esposizione e la successiva riduzione di altri rischi quali: 1. Il rischio innescante la caduta derivante da: inadeguata capacità portante della copertura; insufficiente aderenza delle calzature; insorgenza di vertigini; abbagliamento degli occhi; scarsa visibilità; colpo di calore o di sole; rapido abbassamento della temperatura. 2. Il rischio di natura atmosferica derivante da: vento, pioggia, umidità o ghiaccio sulla copertura. Analisi del rischio 26 ing. giuseppe d agostino 2

27 I rischi di caduta dall alto rischi susseguenti, La valutazione dovrà tenere conto dei rischi susseguenti alla caduta e connesso all eventuale utilizzo dei DPI contro le cadute dall alto (rischio prevalente) dovuto a: oscillazione del corpo con urto contro ostacoli ( effetto pendolo ); arresto del moto di caduta per effetto delle sollecitazioni trasmesse dall imbracatura sul corpo; sospensione inerte del corpo dell utilizzatore che resta appeso al dispositivo di arresto caduta e da tempo di permanenza in tale posizione; non perfetta adattabilità del DPI; intralcio alla libertà dei movimenti causata dal DPI; inciampo su parti del DPI. Analisi del rischio 27 ing. giuseppe d agostino 2

28 I rischi di caduta dall alto I principali pericoli (rischi interni) nei lavori in copertura, in relazione al lavoro in quota, sono: caduta dall alto all esterno o all interno dell edificio; caduta sulla copertura (per perdita dell equilibrio); sfondamento delle copertura. Si aggiungono inoltre altri pericoli (copertura isolata/non isolata) legati al: rischio verso la copertura causato da fattori derivanti dall esterno rischio verso l esterno causato da fattori derivanti dalla copertura Dalla presentazione sono escluse considerazioni concernenti tutti gli altri rischi propri delle lavorazioni specifiche, ma che devono essere comunque presi in debita considerazione per una analisi completa. Analisi del rischio 28 ing. giuseppe d agostino 2

29 I rischi di caduta dall alto - COPERTURE La classificazione di una copertura, ai fini di un programmazione dei lavori in sicurezza, non è semplice e deve considerare necessariamente la sovrapposizione di diversi fattori riguardanti, ad esempio: l inclinazione; la praticabilità della copertura (fragilità); le protezioni dei bordi perimetrali; l interferenza da o verso le zone perimetrali; la geometria; l accesso dall interno o dall esterno; la dislocazione degli elementi strutturali; ecc. Classificazione 29 ing. giuseppe d agostino 2

30 I rischi di caduta dall alto - COPERTURE La classificazione per la sua completezza non può essere legata ad un solo fattore. La classificazione, derivata da una corretta e completa impostazione della valutazione dei rischi conduce alla individuazione di adeguate misure di protezione collettiva e/o di adeguati sistemi di ancoraggio contro le cadute dall alto e/o idonei sistemi di accesso e di percorso. Classificazione 30 ing. giuseppe d agostino 3

31 I rischi di caduta dall alto - COPERTURE Per classificare è necessario definire. Copertura orizzontale o inclinata (pendenza) Superficie di lavoro orizzontale: superficie in cui il lavoratore, in piedi o camminando in ogni direzione su di essa, non è soggetto al rischio di scivolamento e/o di rotolamento, mantenendo l equilibrio nella posizione iniziale. Superficie di lavoro a debole pendenza: superficie in cui il lavoratore, in piedi o camminando in ogni direzione su di essa, pur potendo mantenere l equilibrio della posizione iniziale, è soggetto ad un rischio lieve di scivolamento, di rotolamento. Classificazione 31 ing. giuseppe d agostino 3

32 I rischi di caduta dall alto - COPERTURE Superficie di lavoro a forte pendenza: superficie in cui il lavoratore pur potendo stare in piedi o camminare in ogni direzione su di essa è soggetto ad un rischio elevato di scivolamento, di rotolamento. Superficie di lavoro a fortissima pendenza: superficie in cui il lavoratore non può stare in piedi o camminare in ogni direzione su di essa senza scivolare, rotolare. Classificazione 32 ing. giuseppe d agostino 3

33 I rischi di caduta dall alto - COPERTURE Copertura orizzontale o inclinata (pendenza) La pendenza (l angolo rispetto all orizzontale) può non essere il solo parametro efficace a definire il concetto di pendenza sicura ; in tal caso occorre introdurre il concetto della possibile altezza di caduta prevedibile. Per questo si può fare riferimento alla norma UNI EN (Parapetti provvisori) che fornisce delle informazioni sull uso (classe) dei parapetti provvisori, in rapporto all angolo di inclinazione della copertura e dell altezza di caduta: UNI EN ing. giuseppe d agostino 3

34 I rischi di caduta dall alto - PARAPETTI PROVVISORI classe A può essere usata se l angolo è minore di 10 ; classe B può essere usata se l angolo è minore di: 30 senza limitazione di altezza di caduta, o 60 ed altezza di caduta minore di 2 metri; classe C può essere usata se l angolo è compreso tra: 30 e 45 senza limitazione di altezza di caduta, o 45 e 60 ed altezza di caduta minore di 5 metri. UNI EN ing. giuseppe d agostino 3

35 Sistemi collettivi di protezione dei bordi ALLESTIMENTO DI PARAPETTI In riferimento alla norma UNI EN 13374, i parapetti provvisori sono classificati in base ai requisiti di resistenza e condizioni di utilizzo in tre classi: A, B, C. Gli operatori possono visualizzare il tipo di classe dalla marcatura presente sull elemento del montante. La norma UNI EN del giugno 2004 specifica i requisiti e i metodi di prova dei parapetti provvisori impiegati durante la costruzione o la manutenzione di edifici o di altre strutture. UNI EN ing. giuseppe d agostino

36 Sistemi collettivi di protezione dei bordi Classe A : i sistemi di parapetti classe A devono garantire la sola resistenza ai carichi statici, i requisiti base sono: sostenere una persona che si appoggia sulla protezione e fornire un appoggio quando essa cammina sul fianco Una copertura orizzontale o con pendenza inferiore a 10 (circa 18% ) richiede: Parapetto normale (minimo classe A) saldamente ancorato alla struttura del fabbricato con altezza di almeno 1 m, misurato sulla perpendicolare alla superfice di lavoro arrestare una persona che cammini o cada verso la protezione UNI EN ing. giuseppe d agostino

37 Sistemi collettivi di protezione dei bordi Carichi statici ortogonali al montante FT1 = = 0,30 KN KN KN FT2 = 0,20 KN SISTEMI PARAPETTO CLASSE A Per coperture aventi max 10 di pendenza (18%). Descrizione prove che il sistema parapetto completo deve sostenere per ottenere la marcatura con la norma EN altezza minima 1 m (dal piano di calpestio) spazio libero max 470 mm Non deve passare una sfera da 470mm di diametro luce inferiore max 20 mm Non deve passare una sfera da 20mm di diametro tra la copertura ed il primo corrente UNI EN ing. giuseppe d agostino

38 Sistemi collettivi di protezione dei bordi SISTEMI PARAPETTO CLASSE A Carichi statici ortogonali al montante 125 Kg 20 Kg Paralleli al sistema 30 Kg 30 Kg Le prove vengono effettuate sul sistema completo e non solo sul parapetto FT1 = 0,30 KN 30 Kg FT2 = 0,20 KN UNI EN ing. giuseppe d agostino

39 Sistemi collettivi di protezione dei bordi SISTEMI PARAPETTO CLASSE B Per coperture aventi max 30 di pendenza (58%) oppure max 60 se l'altezza di caduta è inferiore a 2m. Parapetto normale (minimo classe B) saldamente ancorato al fabbricato con altezza di almeno 1 m, misurato sulla perpendicolare alla superfice di lavoro e comunque rapportata a una valutazione del rischio relativa all inclinazione della copertura stessa (1.20 misurato sul piano di gronda) UNI EN ing. giuseppe d agostino

40 Sistemi collettivi di protezione dei bordi Classe B : i sistemi di parapetti classe B devono garantire la resistenza ai carichi statici e a basse forze dinamiche, i requisiti base sono: sostenere una persona che si appoggia sulla protezione e fornire un appoggio quando essa cammina sul fianco arrestare una persona che cammini o cada verso la protezione arresti la caduta di una persona che scivola lungo la superficie inclinata SISTEMI PARAPETTO CLASSE B altezza minima 1 m (dal piano di calpestio) spazio libero max 250 mm Non deve passare una sfera da 250mm di diametro luce inferiore max 20 mm Non deve passare una sfera da 20mm di diametro tra la copertura ed il primo corrente UNI EN ing. giuseppe d agostino

41 Sistemi collettivi di protezione dei bordi SISTEMI PARAPETTO CLASSE B Le prove vengono effettuate sul sistema completo e non solo sul parapetto 112 Kg = 500J = 1100 J UNI EN ing. giuseppe d agostino 4

42 Sistemi collettivi di protezione dei bordi Classe C : i sistemi di parapetto classe C devono garantire la resistenza a elevate forze dinamiche generate dall arresto della caduta di una persona che scivoli dal piano inclinato arrestare la caduta di una persona che scivola lungo la superficie inclinata SISTEMI PARAPETTO CLASSE C Per coperture aventi max 45 di pendenza oppure max 60 se l'altezza di caduta sino a 5m. Parapetto normale (minimo classe C) saldamente ancorato al fabbricato con altezza di almeno 1 m, misurato sulla perpendicolare alla superfice di lavoro e comunque rapportata a una valutazione del rischio relativa all inclinazione della copertura stessa (1.20 misurato sul piano di gronda) Considerata la forte inclinazione si ritiene buona prassi allestire parapetti pieni UNI EN ing. giuseppe d agostino

43 Sistemi collettivi di protezione dei bordi SISTEMI PARAPETTO CLASSE C Per coperture aventi max 45 di pendenza oppure max 60 se l'altezza di caduta sino a 5m. altezza minima 1 m (dal piano di calpestio) spazio libero max 100 mm Non deve passare una sfera da 100 mm di diametro luce inferiore max 20 mm Non deve passare una sfera da 20mm di diametro tra la copertura ed il primo corrente UNI EN ing. giuseppe d agostino

44 Sistemi collettivi di protezione dei bordi Le prove vengono effettuate sul sistema completo e non solo sul parapetto UNI EN ing. giuseppe d agostino

45 I rischi di caduta dall alto Copertura orizzontale o inclinata (pendenza) Si può fare anche riferimento alla norma UNI EN 795 (Dispositivi di ancoraggio) la quale intende : per linea (di ancoraggio) orizzontale, una linea che devia dall orizzontale per non più di 15 e per l uso di ancoraggi a corpo morto, una superficie orizzontale se devia dall orizzontale per non più di 5. Analisi del rischio 45 ing. giuseppe d agostino 4

46 I rischi di caduta dall alto Per un ulteriore definizione si può fare riferimento alla UNI 8088:1980 (Lavori inerenti le coperture dei fabbricati) la quale considera: coperture orizzontali o suborizzontali quelle con pendenza fino al 15% (8.5 ); coperture inclinate con pendenza quelle oltre il 15% fino al 50% (26.5 ); coperture fortemente inclinate quelle con pendenza oltre il 50%. Le coperture con pendenza variabile lungo il loro sviluppo (per esempio coperture a volta o poligonali, ecc.) sono assimilabili, per tratti, ai tipi precedenti in funzione delle singole pendenze. Per semplicità di schematizzazione, distinguiamo le coperture solo come orizzontali ed inclinate, Analisi del rischio 46 ing. giuseppe d agostino 4

47 I rischi di caduta dall alto - Copertura praticabile e non praticabile Copertura praticabile Copertura sulla quale è possibile l accesso ed il transito di persone, anche con attrezzature portatili, senza predisposizione di particolari mezzi e/o misure di sicurezza, in quanto non sussistono rischi di caduta di persone e/o di cose dall alto, né rischi di scivolamento in condizioni normali (UNI 8088). Copertura non praticabile Copertura sulla quale non è possibile l accesso ed il transito di persone, senza predisposizione di particolari mezzi e/o misure di sicurezza, contro il pericolo di caduta di persone e/o di cose dall alto e contro i rischi di scivolamento (UNI 8088). In aggiunta a quanto sopra, per quanto concerne la praticabilità, in relazione ai carichi di esercizio applicabili alle coperture (copertura portante), riferirsi al D.M (Norme tecniche per le costruzioni ) tabella 3.1. II. Analisi del rischio 47 ing. giuseppe d agostino

48 Tipologie di DISPOSITIVI DISPOSITIVI CONFORMI ALLA NORMA UNI EN 795 Classe A1 A2: Ancoraggi strutturali progettati per essere fissati a superfici verticali, orizzontali o inclinate. Dispositivi Classe B : Dispositivi di ancoraggio provvisori portatili. Questa tipologia di dispositivi contempla i treppiedi e tutte quelle attrezzature che possono essere utilizzate per tutelarsi dal rischio di caduta da zone sopraelevate. Vengono utilizzati per lavori di modesta entità e vengono successivamente rimossi dalla zona di lavoro. 48 ing. giuseppe d agostino

49 Tipologie di DISPOSITIVI DISPOSITIVI CONFORMI ALLA NORMA UNI EN 795 Classe A1 A2: Ancoraggi strutturali progettati per essere fissati a superfici verticali, orizzontali o inclinate. Punti fissi idonei per il fissaggio su tetti orizzontali o inclinati o su muri (es: pareti, colonne, architravi). UTILIZZO: SOLO 1 PERSONA PER VOLTA Dispositivi 49 ing. giuseppe d agostino

50 Tipologie di DISPOSITIVI DISPOSITIVI CONFORMI ALLA NORMA UNI EN 795 Ancoraggi di Classe A2 Punti fissi per tetti inclinati. UTILIZZO: SOLO 1 PERSONA PER VOLTA Punti di ancoraggio Dispositivi 50 ing. giuseppe d agostino

51 Tipologie di DISPOSITIVI DISPOSITIVI CONFORMI ALLA NORMA UNI EN 795 Classe C: Dispositivi di ancoraggio che utilizzano linee di ancoraggio flessibili orizzontali. Classe D: Dispositivi di ancoraggio che utilizzano rotaie di ancoraggio rigide orizzontali. Classe E: Ancoraggi a corpo morto da utilizzare su superfici orizzontali. Dispositivi 51 ing. giuseppe d agostino

52 Tipologie di DISPOSITIVI Linea vita con torrette indeformabili Linea vita Dispositivi 52 ing. giuseppe d agostino

53 Tipologie di DISPOSITIVI DISPOSITIVI CONFORMI ALLA NORMA UNI EN 517 Ganci da Tetto Oltre alla UNI EN 795, anche la norma UNI EN 517 Accessori prefabbricati per coperture Ganci di sicurezza da tetto fa riferimento a dispositivi fissi di ancoraggio. Quest'ultima fa riferimento ai "Ganci di Sicurezza", ovvero ad elementi della costruzione situati sulla falda del tetto, allo scopo di garantire la sicurezza delle persone e la trattenuta di carichi durante lo svolgimento di lavori di manutenzione. Dispositivi 53 ing. giuseppe d agostino

54 Tipologie di DISPOSITIVI DISPOSITIVI CONFORMI ALLA NORMA UNI EN 517 Pur essendo progettati per funzioni specifiche, quali punto di attacco di scale di posatori e base d appoggio per sostenere piattaforme di lavoro, essi possono anche essere utilizzati come punti fissi di ancoraggio ai quali vengono agganciati dispositivi di protezione contro la caduta dall alto. Per la loro duplice funzione, questi dispositivi sono soggetti esclusivamente alle disposizioni fornite dalla norma UNI EN 517 e non devono sottostare ai dettami della UNI EN 795. Analisi del rischio 54 ing. giuseppe d agostino

55 SICIREZZA LAVORI IN COPERTURA LA SICUREZZA DEI LAVORI IN COPERTURA INIZIA CON UN IDONEO SISTEMA DI ANCORAGGIO E PROSEGUE. LA VOLONTA DI PERSEGUIRLE 55 ing. giuseppe d agostino

56 SICIREZZA LAVORI IN COPERTURA L approccio ad un lavoro in copertura richiede la preventiva verifica dei requisiti del sistema di ancoraggio presente e disponibile e la valutazione delle sue prestazioni Requisiti tecnico-formali Requisiti geometrici Requisiti prestazionali L approccio ad un lavoro in copertura richiede inoltre un'attenta valutazione dei DPI da utilizzarsi a seconda dell'intervento 56 ing. giuseppe d agostino

57 SICIREZZA LAVORI IN COPERTURA Requisiti tecnico-formali di un sistema di ancoraggio Un sistema di ancoraggio deve essere corredato da una serie di documenti predisposti per offrire all utilizzatore tutte le informazioni necessarie al corretto utilizzo, ad una corretta valutazione dei rischi, e per verificare l esistenza e la bontà della filiera Progettista del sistema Produttore dei componenti Installatore dei componenti. Requisiti tecnico-formali 57 ing. giuseppe d agostino

58 SICIREZZA LAVORI IN COPERTURA I documenti necessari ad oggi sono Dichiarazione di conformità di tutti i componenti installati fornita dal produttore Dichiarazione di conformità della installazione di detti componenti fornita e firmata dall installatore Manuale d uso e manutenzione dei componenti completo di registro delle visite di controllo fornito dal produttore e firmato dall installatore Relazione di calcolo, redatta da un professionista abilitato, contenente la verifica della resistenza degli elementi strutturali della copertura alle azioni trasmesse dagli ancoraggi e il progetto del relativo sistema di fissaggio; Requisiti tecnico-formali 58 ing. giuseppe d agostino

59 SICIREZZA LAVORI IN COPERTURA Progetto redatto da professionista che ha configurato il sistema presente nella copertura oggetto di intervento comprendente: a) elaborati grafici in scala adeguata in cui sono indicate le caratteristiche e l ubicazione dei percorsi, degli accessi, degli elementi protettivi per il transito e l esecuzione dei lavori di copertura; b) relazione tecnica illustrativa delle soluzioni progettuali, nella quale sia evidenziato in modo puntuale il rispetto delle misure preventive e protettive c) planimetria in scala adeguata della copertura, evidenziando il punto di accesso e la presenza di eventuali dispositivi di ancoraggio, linee di ancoraggio o ganci di sicurezza da tetto, specificando per ciascuno di essi la classe di appartenenza, il modello, la casa produttrice ed il numero massimo di utilizzatori contemporanei; Requisiti tecnico-formali 59 ing. giuseppe d agostino

60 SICIREZZA LAVORI IN COPERTURA Requisiti geometrici Un sistema di ancoraggio deve soddisfare la necessità di operare con opportune triangolazioni nelle eventuali zone esposte ad effetto pendolo SISTEMA INCOMPLETO FORTE ESPOSIZIONE OPERATORE AD EFFETTO PENDOLO DISPOSITIVO DI ARRESTO CADUTA Linea di ancoraggio Requisiti geometrici 60 ing. giuseppe d agostino

61 SICIREZZA LAVORI IN COPERTURA Requisiti geometrici PUNTO DI ANCORAGGIO CORDINO DI POSIZIONAMENTO OPERATORE DISPOSITIVO DI ARRESTO CADUTA PUNTO DI ANCORAGGIO Linea di ancoraggio SISTEMA COMPLETO NESSUNA ESPOSIZIONE AD EFFETTO PENDOLO Requisiti geometrici 61 ing. giuseppe d agostino

62 SICIREZZA LAVORI IN COPERTURA Un sistema di ancoraggio deve soddisfare la necessità di operare in trattenuta nelle eventuali zone soggette a scarso tirante d'aria ( spazio libero di caduta in sicurezza, necessario a consentire una caduta senza che l operatore urti contro il suolo o altri ostacoli analoghi. ) LINEA DI ANCORAGGIO CLASSE C DISPOSITIVO DI ARRESTO CADUTA OPERATORE SISTEMA INCOMPLETO TIRANTE D ARIA INSUFFICENTE Requisiti geometrici 62 ing. giuseppe d agostino

63 SICIREZZA LAVORI IN COPERTURA LINEA DI ANCORAGGIO CLASSE C DISPOSITIVO DI ARRESTO CADUTA CORDINO DI POSIZIONAMENTO OPERATORE SISTEMA COMPLETO TIRANTE D ARIA SUFFICENTE Requisiti geometrici 63 ing. giuseppe d agostino

64 SICIREZZA LAVORI IN COPERTURA Verificare i requisiti geometrici di un sistema di ancoraggio significa: verificare la continuità del sistema fino alla zona d'intervento verificare che il sistema offra tutto il necessario per ovviare al tipo di rischio peculiare della zona d'intervento (caduta, caduta+effetto pendolo, caduta con poco tirante d'aria a disposizione) Lo scopo di un sistema di ancoraggio non è quello di rendere impossibile la caduta. Tale compito è svolto dai sistemi di protezione collettiva Lo scopo di un sistema di ancoraggio è quello di: Trattenere in caso di caduta il sistema di arresto caduta ad esso collegato nel più breve spazio possibile Offrire la possibilità di operare in sicurezza anche dove l'operatore si trova esposto all'effetto pendolo o scarso tirante d aria Offrire all utilizzatore la possibilità di operare in sicurezza su tutta la copertura Requisiti geometrici 64 ing. giuseppe d agostino

65 SICIREZZA LAVORI IN COPERTURA Valori di Freccia (deflessione del cavo dei dispositivi UNI EN 795 C) Minore è la freccia maggiore è la sicurezza. Si deve considerare l aspetto dinamico di una caduta e valutare i seguenti fattori di rischio: maggiore è la freccia maggiore è il tirante d aria necessario maggiore è la freccia maggiore è l area della copertura interessata dalla deflessione del cavo. Va considerato che il colpo di frusta generato da un arresto caduta è potenzialmente in grado, per le elevate tensioni e velocità in gioco, di recare gravi danni alla persona che si trovasse in tale area o promuovere rotolamento di oggetti. E possibile modulare la freccia modulando la lunghezza della campata: minore è la campata minore è la freccia Un sistema di ancoraggio geometricamente corretto ma comprendente un dispositivo su linea flessibile che produce elevati valori di freccia è in generale un sistema poco performante Requisiti geometrici 65 ing. giuseppe d agostino

66 SICIREZZA LAVORI IN COPERTURA EFFETTO PENDOLO su linea di ancoraggio UNI EN 795 C) Requisiti geometrici 66 ing. giuseppe d agostino

67 PREDISPOSIZIONE SISTEMA DI ANCORAGGIO La parte più delicata dell operato del progettista, riguarda la definizione del sistema da adottare, da effettuare preferibilmente durante le fasi di progettazione dell edificio (in particolare del solaio di copertura) e non quando la struttura è già stata realizzata. Quest attività può essere scomposta in tre fasi principali: scelta della modalità di accesso alla copertura; scelta e definizione della dislocazione dei dispositivi di ancoraggio; modalità di fissaggio dei dispositivi alla copertura. Sistemi di ancoraggio 67 ing. giuseppe d agostino 6

68 PREDISPOSIZIONE SISTEMA DI ANCORAGGIO SCELTA DELLA MODALITÀ D ACCESSO L accesso alla copertura può avvenire dall interno oppure dall esterno dell edificio. In entrambi i casi, la scelta fatta deve essere evidenziata sull elaborato grafico di progetto. Accesso interno L'acceso dall interno dell edificio prevede l utilizzo di un abbaino o di un lucernario, che deve essere dimensionato in modo da garantire un agevole passaggio di persone e di attrezzature. Risulta inoltre opportuno che: l accesso alle coperture non deve comportare la rimozione dell anta dalla sede in cui essa è incernierata; il sistema di connessione dell anta allo stipite deve impedire il distacco accidentale dell anta; l anta deve essere provvista di un meccanismo tale da evitare investimento improvviso e incontrollato del soggetto che la apre. Analisi del rischio 68 ing. giuseppe d agostino 6

69 PREDISPOSIZIONE SISTEMA DI ANCORAGGIO Esempio di accesso interno tramite apertura verticale APERTURA D ACCESSO VERTICALE ZONA DI PASSAGGIO Dimensionata per garantire un agevole passaggio di persone e attrezzature ABBAINO DI ACCESSO ALLA COPERTURA - Dimensionamento Analisi del rischio 69 ing. giuseppe d agostino 6

70 PREDISPOSIZIONE SISTEMA DI ANCORAGGIO Esempio di accesso interno tramite apertura inclinata APERTURA D ACCESSO INCLINATA ZONA DI PASSAGGIO Dimensionata per garantire un agevole passaggio di persone e attrezzature ABBAINO DI ACCESSO ALLA COPERTURA - Dimensionamento Analisi del rischio 70 ing. giuseppe d agostino 7

71 PREDISPOSIZIONE SISTEMA DI ANCORAGGIO DEFINIZIONE MODALITA' DI ACCESSO ALLA COPERTURA Accesso dall'interno del Fabbricato Analisi del rischio 71 ing. giuseppe d agostino 7

72 PREDISPOSIZIONE SISTEMA DI ANCORAGGIO Accesso esterno La seconda possibilità è l accesso alla copertura dall esterno del fabbricato, ricorrendo all uso di specifica attrezzatura (scale, trabattelli). Evidente è l impossibilità al posizionamento di queste attrezzature in presenza di rampe inclinate, alberi o pergolati. Non risulta adeguata, per ragioni di funzionalità, la zona d ingresso all edificio. ZONA DI POSSIBILE ACCESSO ZONA DI POSSIBILE ACCESSO NON E POSSIBILE ACCEDERE PRESENZADI RAMPA INCLINATA NON E POSSIBILE ACCEDERE PRESENZADI ALBERI ZONA DI POSSIBILE ACCESSO NON E POSSIBILE ACCEDERE NON E POSSIBILE ACCEDERE PRESENZADI PRESENZADI PERGOLATO Analisi del rischio INGRESSO 72 ing. giuseppe d agostino 7

73 MODALITA DI DISLOCAZIONE DEI DISPOSITIVI I dispositivi fissi di ancoraggio devono essere posizionati nella parte più alta della copertura, in modo che l operatore, una volta ancorato, risulti essere in posizione più bassa rispetto al punto di ancoraggio. Il progettista, nel disporre il sistema, deve tenere conto anche di altri due fattori: l'effetto pendolo ed Classe A UNI EN 795 il tirante d'aria. Analisi del rischio 73 ing. giuseppe d agostino

74 MODALITA DI DISLOCAZIONE DEI DISPOSITIVI L inconveniente si evita facendo in modo che il punto d ancoraggio sia sempre posto verticalmente sopra l operatore e l inclinazione massima della fune rispetto alla verticale sia minore di un angolo di ampiezza pari a 15. Dispositivo di ancoraggio Per evitare l insorgere dell effetto pendolo risulta, inoltre opportuno posizionare alcuni dispositivi di ancoraggio (preferibilmente di Classe A o Ganci da tetto) in prossimità degli angoli della copertura. Range di lavoro Analisi del rischio 74 ing. giuseppe d agostino

75 MODALITA DI DISLOCAZIONE DEI DISPOSITIVI Analisi del rischio 75 ing. giuseppe d agostino

76 MODALITA DI DISLOCAZIONE DEI DISPOSITIVI Analisi del rischio 76 ing. giuseppe d agostino

77 SICIREZZA LAVORI IN COPERTURA Utilizzo dei dispositivi per la prevenzione dell effetto pendolo Classe A UNI EN 795 Questi dispositivi verranno utilizzati per l aggancio di un secondo cordino durante le fasi di lavorazione sulla copertura. Requisiti geometrici 77 ing. giuseppe d agostino

78 SICIREZZA LAVORI IN COPERTURA Tirante d aria Il tirante d aria, definito anche distanza libera di caduta, è la distanza tra il punto di ancoraggio e la sottostante superficie di impatto. La distanza libera di caduta deve essere tale da garantire, in caso di caduta, uno spazio libero per evitare l impatto al suolo o contro ostacoli. Tirante d aria 78 ing. giuseppe d agostino

79 SICIREZZA LAVORI IN COPERTURA Tirante d aria Per calcolare il tirante d aria si dovrà tenere conto dei seguenti parametri: A = lunghezza del collegamento (cordino) B = lunghezza massima raggiungibile dall assorbitore di energia (massimo 1.75 m) C = distanza tra l attacco della cintura ed i piedi dell utilizzatore (ipotizzato 1.50 m) D = distanza di sicurezza (minimo previsto 1.00 m) La somma di tutte queste dimensioni darà il valore del tirante d aria: A B C D Classe A UNI EN 795 Tirante d aria Tirante d aria = A + B + C + D 79 ing. giuseppe d agostino

80 TIRANTE D ARIA Lunghezza del cordino + moschettoni = 1,50 m Tirante d aria minimo Necessario = 5,00 Estensione del assorbitore di energia = 1,00 m 1,50 + 1,00 + 1,50 + 1,00 = 5,00 Distanza tra l attacco dell imbracatura e i piedi dell operatore = 1,50 m Tirante d aria Distanza minima di sicurezza sopra Il suolo = 1,00 m 80 ing. giuseppe d agostino

81 MINIMA DISTANZA LIBERA DI CADUTA La minima distanza libera di caduta è la condizione peggiorativa per un corpo in caduta e si ottiene quando il punto di caduta è posto sul perimetro della copertura. Per procedere a una corretta progettazione del sistema anticaduta bisognerà tener conto della MINIMA distanza libera di caduta in modo da valutare quali dispositivi e soluzioni progettuali risultino necessari a consentire una possibile caduta in condizioni di sicurezza. Tirante d aria 81 ing. giuseppe d agostino

82 SICIREZZA LAVORI IN COPERTURA Tirante d aria UTILIZZO DI DISPOSITIVO RETRATTILE Rischio di impatto su superficie sottostante Classe A UNI EN 795 Tirante d aria 82 ing. giuseppe d agostino

83 SICIREZZA LAVORI IN COPERTURA Tirante d aria UTILIZZO DI CORDINO FISSO (2,00 m) Nessun rischio di impatto su superficie sottostante Classe A UNI EN 795 Tirante d aria 83 ing. giuseppe d agostino

84 SISTEMA DI ARRESTO CADUTA Dispositivo anticaduta dotato di una funzione autobloccante e di un sistema automatico di tensione e ritorno della fune (cordino retrattile) Hanno la particolarità di possedere una lunghezza di cavo variabile automaticamente Il dispositivo a molla consente all'operatore di allontanarsi ed avvicinarsi al punto di ancoraggio senza dover compiere azioni manuali Dispositivi RETRATTILE UNI EN ing. giuseppe d agostino

85 SISTEMA DI ARRESTO CADUTA Lunghezza del cordino (cavo, nastro) a 2 a 60 metri Un assorbitore di energia può essere incorporato nel dispositivo stesso o sul cordino Per garantire la funzionalità nel tempo è necessario sottoporre il dispositivo ad una revisione annuale ad opera di personale autorizzato Dispositivi RETRATTILE UNI EN ing. giuseppe d agostino

86 DPI RETRATTILE (UNI EN 360) Dispositivi RETRATTILE UNI EN ing. giuseppe d agostino

87 SISTEMA DI ARRESTO CADUTA Dispositivi RETRATTILE UNI EN ing. giuseppe d agostino

88 SISTEMA DI ARRESTO CADUTA Dispositivi RETRATTILE UNI EN ing. giuseppe d agostino

89 SISTEMA DI ARRESTO CADUTA Sistema di trattenuta (Ad es. cintura di trattenuta e cordino a lunghezza fissa) Tiene la persona lontana dai punti con pericolo di caduta. CORDINO di TRATTENUTA UNI EN ing. giuseppe d agostino

90 SISTEMA DI ARRESTO CADUTA CORDINO DI TRATTENUTA (UNI EN 354) non ha il dissipatore di energia Dispositivo di collegamento - CORDINO UNI EN ing. giuseppe d agostino

91 SISTEMA DI ARRESTO CADUTA Componente del sistema di arresto caduta Supporto per il corpo che ha lo scopo di arrestare la caduta Può essere dotata di cintura di posizionamento per permettere all'addetto di operare in altezza con entrambe le mani libere Imbracatura UNI EN ing. giuseppe d agostino

92 SISTEMA DI ARRESTO CADUTA Nelle imbracature con attacco sternale le asole devono essere sempre collegate tramite un moschettone chiuso e bloccato i nastri devono essere tesi al punto giusto onde evitare eccessive pressioni sul corpo Imbracatura UNI EN ing. giuseppe d agostino

93 SISTEMA DI ARRESTO CADUTA Per collegare l'imbracatura ad un punto di ancoraggio utilizzare sempre: un dispositivi anticaduta di tipo retrattile un cordino dotato di assorbitore di energia Imbracatura UNI EN ing. giuseppe d agostino

94 SISTEMA DI ARRESTO CADUTA ASSORBITORE DI ENERGIA: garantisce l arresto di una caduta dall alto in sicurezza in quanto permette tramite l attrito sviluppato durante lo srotolamento del nastro di rallentare la velocità di caduta Un cordino privo di ASSORBITORE DI ENERGIA NON PUO ESSERE UTILIZZATO per arrestare una caduta Dopo una caduta o un entrata in funzione Il dispositivo è da sostituire Dispositivi di collegamento CORDINO UNI EN ing. giuseppe d agostino

95 Dispositivi di collegamento CORDINO UNI EN ing. giuseppe d agostino

96 Dispositivi di collegamento CORDINO UNI EN ing. giuseppe d agostino

97 COLLOCAZIONE DEI DISPOSITIVI SULLA COPERTURA Dispositivi di ancoraggio di classe A Questa prima soluzione è consigliata per coperture di medio piccole dimensioni, su cui si prevedono interventi di manutenzione di modesta entità. Gli ancoraggi devono essere installati ad una distanza di 1,50 2,00 metri, in modo da consentire all utilizzatore dotato di imbracatura e doppio cordino, di restare costantemente agganciato ad almeno un dispositivo di ancoraggio ed effettuare in sicurezza la progressione sulla copertura. Il progettista deve innanzitutto prevedere la posizione dei dispositivi di ancoraggio che consentano all operatore di spostarsi dal punto di accesso alla copertura, sino alla zona del colmo, dove saranno installati i restanti elementi che compongono il sistema di ancoraggio, ovvero quelli che consentono di spostarsi su tutta la superficie del tetto. Dispositivi di ancoraggio 97 ing. giuseppe d agostino

98 COLLOCAZIONE DEI DISPOSITIVI SULLA COPERTURA Ganci da tetto Anche questa soluzione è consigliata per coperture di medie piccole dimensioni, su cui si prevedono interventi di manutenzione di modesta entità. Gli ancoraggi devono essere installati ad una distanza di 1,50 2,00 metri, in modo da consentire all utilizzatore dotato di imbracatura e doppio cordino, di restare costantemente agganciato ad almeno un dispositivo di ancoraggio ed effettuare in sicurezza la progressione sulla copertura. Dispositivi di ancoraggio 98 ing. giuseppe d agostino

99 COLLOCAZIONE DEI DISPOSITIVI SULLA COPERTURA Dislocazione dispositivi di ancoraggio di Classe A (UNI EN 795) e di Ganci da tetto (UNI EN 517) Dispositivi di ancoraggio 99 ing. giuseppe d agostino

100 COLLOCAZIONE DEI DISPOSITIVI SULLA COPERTURA Dispositivi di classe C Il dispositivo di Classe C, comunemente definito linea vita è la soluzione ideale per coperture di medie grandi dimensioni, in quanto permette all operatore di spostarsi senza mai doversi sganciare dal sistema. Il sistema realizzato con dispositivo di classe C ha la peculiarità di richiedere di posizionare la linea vita sul colmo della copertura e completare il sistema con dispositivi di Classe A, da utilizzare per il collegamento accesso - colmo e per evitare l effetto pendolo. Dispositivi di ancoraggio 100 ing. giuseppe d agostino

101 COLLOCAZIONE DEI DISPOSITIVI SULLA COPERTURA Dislocazione dispositivi di ancoraggio di Classe C UNI EN 795 e di Classe A Dispositivi di ancoraggio 101 ing. giuseppe d agostino

102 MODALITA DI FISSAGGIO DEI DISPOSITIVI Il progettista, in relazione anche alle indicazioni del fabbricante, è tenuto ad elaborare un particolare costruttivo relativo alle modalità di fissaggio dei dispositivi, da consegnare agli installatori. In relazione al materiale con cui è realizzata la copertura e sulla scorta di quanto indicato dal fabbricante nel libretto d istruzione, il progettista deve dimensionare in ogni parte gli elementi di collegamento dispositivo copertura (bulloni, barre filettate,chiodi, ecc) in modo da garantire la tenuta del dispositivo nel caso di sollecitazione. Dispositivi di ancoraggio 102 ing. giuseppe d agostino

103 MODALITA DI FISSAGGIO DEI DISPOSITIVI Solaio in laterocemento Nel caso in cui i dispositivi vengano inseriti in un solaio di laterocemento di nuova realizzazione, la soluzione ottimale prevede che i supporti del sistema fisso di ancoraggio vengano inglobati nel getto di completamento del solaio. Si può prevedere l'utilizzo di piastre d'appoggio dotate di spinotti che vengono inglobati nel getto. Sopra questa prima piastra ne viene montata una seconda su cui si installerà il dispositivo di ancoraggio, sia esso di classe A, che un supporto per la linea vita. Le dimensioni degli spinotti, sia in termini di diametro che di lunghezza, devono essere determinate dal progettista. Dispositivi di ancoraggio 103 ing. giuseppe d agostino

104 MODALITA DI FISSAGGIO DEI DISPOSITIVI Solaio in laterocemento Nel caso in cui il solaio sia già realizzato, si può forare il calcestruzzo e ricorrere all utilizzo di tasselli chimici e bulloni di opportune dimensioni. Se non si possono utilizzare i tasselli chimici, è necessario forare da parte a parte la struttura ed effettuare il montaggio di piastra e contropiastra con tiranti filettati. Qualora la struttura su cui installare i dispositivi di ancoraggio fosse realizzata in calcestruzzo armato precompresso si deve adottare la soluzione tecnica dell'incravattamento, in quanto è sconsigliato forare le strutture precompresse, se non su esplicita autorizzazione del progettista dell'opera. Dispositivi di ancoraggio 104 ing. giuseppe d agostino

105 MODALITA DI FISSAGGIO DEI DISPOSITIVI Strutture in acciaio Anche per le strutture in acciaio, il fissaggio avviene tramite incravattamento. Una prima tecnica prevede la posizione di piastra e contropiastra alle due estremità della putrella in acciaio, una seconda coinvolge solo la parte superiore, ovvero l ala, della trave. In ogni caso, la piastra e la contropiastra sono tenute unite da bulloni. INCRAVATTAMENTO PUTRELLA IN ACCIAIO Dispositivi di ancoraggio 105 ing. giuseppe d agostino

106 MODALITA DI FISSAGGIO DEI DISPOSITIVI INCRAVATTAMENTO DELL ALA DELLA TRAVE Dispositivi di ancoraggio 106 ing. giuseppe d agostino

107 MODALITA DI FISSAGGIO DEI DISPOSITIVI Anche nel caso in cui fosse presente una soletta di calcestruzzo armato nelle parte superiore della trave in acciaio, si prevede l utilizzo di un sistema di fissaggio tramite incravattamento. In questo caso la soletta superiore viene attraversata dalle barre filettate e su di essa viene fissata tramite bullonatura la piastra superiore. Dispositivi di ancoraggio 107 ing. giuseppe d agostino

108 MODALITA DI FISSAGGIO DEI DISPOSITIVI Solaio in legno I dispositivi di classe A ed i ganci da tetto possono essere fissati alla struttura lignea della copertura tramite l ausilio di chiodi opportunamente dimensionati dal progettista e in relazione alle indicazioni del fabbricante. Dispositivi di ancoraggio 108 ing. giuseppe d agostino

109 MODALITA DI FISSAGGIO DEI DISPOSITIVI Solaio in legno Una seconda tecnica prevede l utilizzo di tasselli chimici e di bulloni. Il procedimento è analogo a quello per il solaio in laterocemento, ricordando che i fori devono penetrare nella trave per una lunghezza adeguata e non devono essere troppo vicini alle estremità (bordi) della trave. Questi due metodi possono essere attuati per tutte le strutture, sia che si tratti di coperture di nuova realizzazione che esistenti. Dispositivi di ancoraggio 109 ing. giuseppe d agostino

110 MODALITA DI FISSAGGIO DEI DISPOSITIVI Solaio in legno Nel caso di strutture esistenti, non sempre risulta opportuno installare i dispositivi tramite la realizzazione di fori all'interno della struttura portante per non provocarne un ulteriore indebolimento. La soluzione migliore per effettuare l'ancoraggio è quella di ricorrere all'incravattamento. In questo caso, si posizionano due piastre metalliche, una sulla faccia superiore della trave ed una su quella inferiore, collegate fra loro tramite barre filettate bullonate. Il dispositivo di ancoraggio viene poi montato sulla piastra superiore. Dispositivi di ancoraggio 110 ing. giuseppe d agostino

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