RISULTATI DELLE ELABORAZIONI INERENTI ALL INDIVIDUAZIONE E ALLA CARATTERIZZAZIONE DELLE TIPOLOGIE EDILIZIE RISCONTRATE

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1 REGIONE ABRUZZO RISULTATI DELLE ELABORAZIONI INERENTI ALL INDIVIDUAZIONE E ALLA CARATTERIZZAZIONE DELLE TIPOLOGIE EDILIZIE RISCONTRATE Premessa In Abruzzo è stato rilevato un campione di edifici distribuito in 63 comuni. La mappa regionale della figura in basso mostra i comuni interessati dal rilievo ed il numero di edifici rilevati suddivisi in cinque classi contraddistinte da diversa gradazione cromatica. Si nota con evidenza la conseguenza di quanto illustrato nel capitolo precedente: la maggiore disponibilità di tecnici rilevatori residenti nei comuni prossimi alle città di Chieti e Pescara ha determinato una concentrazione dei comuni campione principalmente nella ristretta zona che si trova proprio a cavallo del confine tra le due province, vicina ai due capoluoghi. Nel complesso i comuni sono situati con prevalenza in due zone: la prima che comprende la fascia costiera e la zona montana retrostante fino alla Montagna della Maiella (Ch) e interessa le province di Chieti, Pescara e Teramo con la concentrazione a cavallo tra le province di Chieti e Pescara di cui si è detto sopra; la seconda zona, più interna, che comprende quasi esclusivamente la provincia dell Aquila. In questa seconda zona i comuni censiti sono raggruppati in due aree ubicate intorno al capoluogo di regione e nella Marsica. Nella prima zona è presente un numero maggiore di comuni ma in molti di essi è stato censito un numero molto limitato di edifici (<10), mentre nella seconda sono presenti i comuni con il numero maggiore di edifici rilevati Figura n. 1 - Numero degli edifici rilevati per comune censito 125

2 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI Individuazione delle tipologie strutturali per comune, provincia e regione Le informazioni contenute nella sezione 7 della scheda GNDT relativamente alla caratterizzazione costruttiva degli edifici consentono di descrivere, per ogni piano, la tipologia delle strutture verticali, orizzontali e della copertura. Una analisi di queste informazioni consente di estrapolare dal campione rilevato le tipologie che presentano con maggiore frequenza e, disaggregando i dati dal livello regionale a quello provinciale o comprensoriale, di evidenziare anche quali sono quelle che sono maggiormente rappresentative delle realtà costruttive a carattere locale. Per ogni comune, infatti, sono state analizzate e rappresentate le distribuzioni di frequenza, fatte per numero di edifici e volume, delle tipologie prevalenti riguardanti le strutture verticali, orizzontali e di copertura. Poiché, come si è detto, le caratteristiche sono rilevate per ogni piano, all intero edificio sono state attribuite la tipologia verticale e orizzontale del primo livello descritto nella scheda, coincidente in circa l 80% dei casi con il piano di verifica del calcolo del parametro di resistenza convenzionale presente nella scheda di secondo livello. Il tipo di copertura risulta esplicitamente indicato nella scheda. Il campione complessivo di edifici rilevato nella regione è composto per l 81% di costruzioni in muratura e per il 9% di costruzioni in c.a.. Le elaborazioni sui dati raccolti sono state così articolate: - analisi generale di distribuzione delle tipologie costruttive sull intero campione rilevato nella regione ed articolata sui tre livelli di aggregazione descritti nella tabella seguente; Tabella n. 1 - analisi di dettaglio per gli edifici in muratura con riferimento alle quattro classi tipologiche prevalenti individuate con l indagine al primo punto; - analisi di dettaglio, sempre per gli edifici in muratura, per le classi tipologiche con elevata vulnerabilità. Le elaborazioni fatte nelle analisi di dettaglio e riportate nel seguito riguardano la vulnerabilità, l età di costruzione, l età dell ultimo intervento, la resistenza a taglio della muratura (tau k ), il parametro tre della scheda di rilievo (resistenza convenzionale). È stata anche condotta una specifica valutazione sui parametri di vulnerabilità di secondo livello per evidenziare le caratteristiche e l influenza di ognuno e nell insieme su alcune delle tipologie in muratura individuate nel campione. Le tipologie prevalenti nei comuni sono di seguito rappresentate anche cartograficamente su base regionale nelle seguenti figure e tabelle. Le mappe offrono la possibilità di individuare gli ambiti geografici caratterizzati da alcune tipologie strutturali prevalenti nel campione rilevato (es.: pietra, mattone, solai in putrelle e voltine). 126

3 REGIONE ABRUZZO Classi tipologiche a 1 parametro V, O, C Strutture verticali: le tipologie verticali prevalenti (> 10%) a livello regionale sono la muratura di mattoni pieni o multifori (L 32%), concentrata principalmente lungo la fascia costiera, la muratura in pietra sbozzata con rinforzi (C 24% ), presente prevalentemente nelle zone montane e in provincia dell Aquila, e le strutture con telai in cemento armato e tamponature consistenti in muratura (R 12%), distribuite abbastanza uniformemente su tutto il territorio. Complessivamente queste tipologie rappresentano circa l 88%. Tabella n. 2 Figura n. 2 - Distribuzione per tipologia delle strutture verticali in % numero di edifici e in % volume/1000 Figura n. 3 - Tipologie strutturali verticali prevalenti per comune censito (> 9 edifici) 127

4 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI Strutture orizzontali: le tipologie significative (> 10%) a livello regionale sono i solai in laterocemento (E 55%), i solai in putrelle metalliche e voltine (C 18%), e le volte senza catene (F 13%). Complessivamente queste tipologie rappresentano circa l 86% del campione % Edifici % Volume E C F H D P A G L Tabella n. 3 Figura n. 4 - Distribuzione per tipologia delle strutture orizzontali del primo livello in % numero di edifici e in % volume/1000 Abruzzo Tipologia orizzontale prevalente E65 E43E 71 E59 E26C 24 E49 E33 E34 E57 E42 E31 E21 C3 E24 E17 E7 E31 C29 F49 C18 E9 E37 F23 E32 E2626 E F19 F14 E38 F29E42 C23 E7 H6E32 E29 E51 E13 E15 E16 E24 E79 F37 F23 L27 C10 numero di edifici censiti W N E C E F H L S Figura n. 5 - Tipologie strutturali orizzontali prevalenti per comune censito (> 9 edifici) 128

5 REGIONE ABRUZZO Strutture di copertura: le tipologie di copertura individuate a livello regionale come prevalenti sono cinque, di cui quattro maggiori del 7% e una con percentuale del 2%. La principale, rappresentativa del 63% del campione, è quella a struttura in laterocemento; questo dato è corrispondente a quello riguardante le strutture orizzontali ed entrambi sono dipendenti dal fatto che il tipo costruttivo dominante nel campione è rappresentato da edifici in muratura di mattoni, costruiti, come illustrato in seguito, per la maggior parte nel dopoguerra. Le altre tipologie di copertura sono in legno a spinta eliminata (13%) dai solai in legno poco spingenti (12%), e dai solai in legno spingenti (7%). Tipologia strutture di copertura In laterocemento o solette in c.a. In legno a spinta eliminata o travi orizzontali Cod. N VOLUME Edifici x1000 % Edifici % Volume P O In legno poco spingenti N In legno spingenti M In acciaio non spingenti R Miste non spingenti T Altro U Miste spingenti S Tabella n. 4 Figura n. 6 - Distribuzione per tipologia delle strutture di copertura in % numero di edifici e in % volume/1000 Figura n. 7 - Tipologia di copertura prevalente per comune censito 129

6 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI Classi tipologiche a due e tre parametri a livello regionale Classi tipologiche a due parametri VO verticale-orizzontale Dall analisi distributiva delle combinazioni delle tipologie costruttive delle strutture verticali ed orizzontali sul campione a livello regionale sono state individuate le classi tipologiche più rappresentative a due parametri che sono: la LE (23%), composta da muratura in mattoni pieni e solai in laterocemento; la RE (11%) costituita da telai in cemento armato con tamponature consistenti e solai in laterocemento; le classi CC (9%) e CF (7%) in muratura di pietra sbozzata con solai rispettivamente in putrelle e voltine e volte senza catene. Queste quattro tipologie complessivamente rappresentano il 50% del campione. L analisi conferma quanto già evidenziato in precedenza, vale a dire la predominanza, nei centri dei comuni rilevati e appartenenti alla fascia collinare della regione, di edifici in muratura tipologicamente caratterizzati da strutture verticali di mattoni e strutture orizzontali in laterocemento; così come risulta confermata la prevalenza, nella provincia dell Aquila, delle costruzioni in muratura di pietra sbozzata con solai in putrelle e con volte. Gli edifici a struttura portante intelaiata in c.a. e, naturalmente, con orizzontamenti in laterocemento rappresentano la seconda tipologia nel complesso del campione. Nella mappa della figura 9 è rappresentata la classe tipologica VO prevalente per comune, con i colori che differenziano il tipo della struttura verticale. Nella figura 10 sono rappresentate le analoghe distribuzioni per ambiti provinciali. Tabella n. 5 Figura n. 8 - Distribuzione degli edifici per classi tipologiche a due parametri VO, verticale-orizzontale, in % del numero di edifici e % volume/1000 >3% 130

7 REGIONE ABRUZZO Figura n. 9 - Classi tipologiche a due parametri VO, strutture verticale-orizzontale prevalenti, per comune censito Figura n.10 - Classi tipologiche a due parametri VO, strutture verticali-orizzontali, prevalenti (>3%) per provincia 131

8 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI In generale si nota come le classi tipologiche relative al c.a. abbiano valori percentuali in volume superiori a quelle in numero, contrariamente a quanto si verifica per la muratura; questo è dovuto al fatto che i primi sono di consistenza media (~1750 mc) più elevata di quella degli edifici in muratura (~800 mc). I grafici per provincia rimarcano con evidenza quanto già detto circa la distribuzione territoriale del mattone e della pietra e quindi delle differenti tipologie costruttive basate sul suo impiego. Se è vero che le tipologie realizzate con muratura di mattoni e solai in laterocemento o putrelle sono quelle maggiormente rilevate nei comuni censiti del Pescarese, del Chietino e del Teramano, è comunque da non trascurare la presenza di tipologie con volte e solai in legno. Naturalmente è da ritenere che gli orizzontamenti a volta siano quasi sempre realizzati in mattoni disposti a coltello in quelle dei livelli più bassi e disposti in foglio in quelli più elevati. Le tipologie di muratura in pietra che invece caratterizza nettamente l Aquilano sono quelle con muri in pietra sbozzata con volte e solai a putrelle. Anche in questo caso è da rilevare la presenza piuttosto varia di altri tipi sia per tipo di muratura che di orizzontamenti. È da sottolineare anche il fatto che nella definizione di pietra sbozzata in questo caso sono inevitabilmente classificate murature variegate per pezzatura e qualità di pietra e naturalmente tipo, qualità e stato di conservazione della malta. Sono in generale sicuramente frequenti i casi di compresenza di sistemi diversi in edifici che sono stati classificati sulla base delle caratteristiche del solo primo livello, tenuto conto del fatto che nel tempo gli interventi di ristrutturazione hanno generalmente determinato la sostituzione, soprattutto ai piani alti, delle volte e dei solai. Relativamente ai soli edifici in muratura presenti nel campione totale, nella tabella 6 sono riportati le prime sette classi tipologiche a due parametri. In essa si evidenzia come la muratura in pietra sia presente in più classi con diversi tipologie orizzontali, mentre quella in mattoni si ritrovi in prevalenza combinata con strutture orizzontali in laterocemento e secondariamente con i solai in putrelle. Tabella n. 6 Figura n Distribuzione delle classi tipologiche in muratura a due parametri in % numero di edifici e % volume/

9 REGIONE ABRUZZO Classi tipologiche a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura Anche per le classi a tre parametri sono prevalenti quelle aventi struttura verticale in mattoni pieni e in cemento armato. Le classi con struttura in muratura hanno percentuali inferiori al 5% e risultano disperse nelle varie combinazioni. Le prime cinque classi tipologiche indicate in tabella n. 7 rappresentano il 38% del campione. Tabella n. 7 Figura n Distribuzione degli edifici per classi tipologiche a tre parametri VOC verticale-orizzontale-copertura >3% Figura n. 13 -Classi tipologiche prevalenti a tre parametri VOC, strutture verticali-orizzontali-copertura, per comune censito 133

10 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI Età di costruzione Livello regionale Le quattro classi tipologiche a tre parametri risultanti come prevalenti a livello regionale, pari a circa il 35% del campione, ben rappresentano anche le tre tipologie di strutture verticali esistenti che sono: le murature in pietra, i mattoni pieni e le strutture in cemento armato. La classe CFO, rappresentativa della muratura in pietra, risulta costruita quasi completamente prima del 1919 (97,7%); la classe LEP, relativa alle strutture in mattoni, ha un massimo di presenze prima del 1919, una flessione tra il 1920 e il 1945 per poi riprendere, tra il 1961 e il 1971, fino a scomparire intorno al Gli edifici in c.a. del campione, appartenenti alle classi REP e QEP, sono di costruzione posteriore agli al 1960: meno del 10% di entrambe le classi risale al decennio 61-71, un 18-19% appartiene al decennio successivo e la gran parte è stata realizzata dopo Figura n.14 - Regione Abruzzo: distribuzione dell età di costruzione per le prime quattro classi tipologiche a tre parametri VOC, strutture verticali-orizzontali-copertura Figuran Provincia dell Aquila: distribuzione dell età di costruzione per le prime quattro classi tipologiche a tre parametri VOC, strutture verticali-orizzontali-copertura Livello provinciale In provincia dell Aquila, dove è poco presente il mattone, è confermato l andamento della classe CFO in muratura sopra illustrato a livello regionale, come logica conseguenza del fatto che essa prevale proprio nell ambito della stessa provincia. La classe CCP è composta da edifici che risultano risalire tutti a prima del 1919; questa è la classe tipologica degli edifici appartenenti al costruito più antico che ha subito nel corso del tempo interventi di sostituzione negli orizzontamenti e nella copertura. In provincia di Chieti la presenza del mattone e della pietra rendono il campione provinciale simile a quello regionale. Si nota come la tipologia in mattoni LEO, con solai in c.a. e tetto in legno, abbia un massimo in corrispondenza del periodo 61-71, poi decresca, mentre la LEP, che differisce per la presenza 134

11 REGIONE ABRUZZO della copertura in c.a. permanga anche dopo il In piccole percentuali la tipologia in pietra CEP è presente anche negli anni del periodo bellico e immediatamente post-bellico. Figura n Provincia di Chieti: distribuzione dell età di costruzione per le prime quattro classi tipologiche a tre parametri VOC, strutture verticali-orizzontali-copertura In provincia di Pescara si rileva l assenza della pietra nelle prime quattro tipologie considerate e una rilevante presenza di costruzioni in mattoni prima del 1919, che si riduce fino a scomparire dopo il La classe REP relativa al cemento armato passa dal 5% ad oltre il 65% dopo il In provincia di Teramo si ha una situazione simile a quella di Chieti con la differenza che compare la classe DEP in pietra. Figura n Provincia di Pescara: distribuzione dell età di costruzione per le prime quattro classi tipologiche a tre parametri VOC, strutture verticali-orizzontali-copertura Figura n Provincia di Teramo: distribuzione dell età di costruzione per le prime quattro classi tipologiche a tre parametri VOC, strutture verticali-orizzontali-copertura 135

12 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI Analisi di vulnerabilità degli edifici in muratura del campione All interno del campione regionale è stato condotto un esame della vulnerabilità delle classi tipologiche relative alle strutture in muratura. Le classi esaminate in seguito sono quattro e rappresentano il 35% dell intero campione. La tipologia prevalente è la LEP costituita da strutture verticali in mattoni con solai e copertura in laterocemento, mentre le altre classi tipologiche riguardano le strutture in muratura di pietra sbozzata con e senza rinforzi e con differente tipologia orizzontale e di copertura. Gli edifici con strutture in muratura di pietra risultano disperse in un maggior numero di classi rispetto a quelle in mattoni e questo è dovuto sia alla maggiore diversificazione in tipi che la pietra trova nella scheda GNDT sia agli interventi di ristrutturazione intervenuti negli anni, trattandosi di edifici antichi. Tabella n. 8 Figura n Distribuzione degli edifici in muratura per classi tipologiche a tre parametri VOC, Verticale-Orizzontale-Copertura La vulnerabilità degli edifici è determinata numericamente dai dati di secondo livello della scheda GNDT, secondo il modello di valutazione associato basato sul calcolo di un indice risultante dalla sommatoria dei contributi pesati di undici fattori di vulnerabilità rilevati. L indice che si ottiene è espresso in valore normalizzato che va da 0 a 100. Attraverso le elaborazioni svolte si è cercato di evidenziare come varia la vulnerabilità per le classi tipologiche rappresentative del campione e di indagare sulle correlazioni tra gli aspetti tipologici e i fattori che definiscono la vulnerabilità. L analisi di vulnerabilità sul campione di edifici è stata condotta a livello regionale e provinciale, considerando gli edifici per classi tipologiche definite con uno, due e tre parametri, in base alle caratteristiche delle strutture verticali, ovvero della muratura (V), e in base alle combinazioni VO e VOC. 136

13 REGIONE ABRUZZO Figura n Vulnerabilità media per comune censito degli edifici in muratura Nella figura 20 è rappresentata in mappa la vulnerabilità media per comune censito degli edifici in muratura; si nota come i valori massimi appartengano a comuni della zona Aquilana dove prevalgono le classi tipologiche in muratura di pietra sbozzata con strutture orizzontali a volta e coperture in legno. Nella fascia collinare e costiera si rileva una concentrazione di comuni nei quali il campione di muratura ha valori mediamente più bassi. I valori bassi associati ad alcuni comuni nella zona Marsicana sono probabilmente da correlare alla presenza di costruzioni in muratura edificate dopo il terremoto del 1915; generalmente esse sono state realizzate in muratura di buona qualità, con ricorsi di mattoni o anche in muratura confinata con elementi in calcestruzzo. Vulnerabilità regionale delle classi tipologiche ad un solo parametro La vulnerabilità per gli edifici in muratura è stata esaminata a livello regionale e provinciale per quattro tipologie verticali e per quattro classi tipologiche prevalenti a due e tre parametri. Per ogni tipologia e classe tipologica in ascissa è rappresentata la scala di vulnerabilità a 10 livelli normalizzata a 100 e in ordinata la percentuale di edifici sul totale della classe per ogni livello. Le tipologie in mattoni pieni e pietra con rinforzi risultano avere, per il 90%, una vulnerabilità inferiore a 30V con un massimo intorno al 40% nell intervallo (10-19)V; le tipologie in muratura in pietra sbozzata e a sacco hanno una vulnerabilità distribuita in un intervallo significativo compreso tra 10V e 60V con il 137

14 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI Figura n Distribuzione della vulnerabilità del campione regionale per le prime quattro classi della tipologia delle strutture verticali massimo compreso (32% C e 38% B) nell intervallo (20-29)V, per la tipologia a sacco si evidenzia una discontinuità con un picco del 18% nell intervallo (40-49)V. La differente distribuzione per le tipologie esaminate, più spostata verso valori bassi di vulnerabilità per L e D e più ampia verso valori alti per C e B, trova una giusta corrispondenza con la diversa qualità delle strutture verticali. Vulnerabilità regionale delle classi tipologiche a due parametri Le classi tipologiche LE e DE con solai in laterocemento hanno un andamento simile a quello delle tipologie verticali con una frequenza per il 90% al di sotto di 40V con un massimo nell intervallo (10-20)V mentre le due classi in muratura di pietra sbozzata con solai in putrelle (CC) e volte senza catene (DE) presentano una distribuzione più ampia con valori compresi tra 10V e 60V e massimi rispettivamente di (20-30)V per la classe (CC 32%) e di (30-40)V per la classe (DE 28%). Figura n Distribuzione della vulnerabilità del campione regionale per le prime quattro classi tipologiche a due parametri VO, verticale-orizzontale, in % del numero di edifici 138

15 REGIONE ABRUZZO Vulnerabilità regionale delle classi tipologiche a due parametri Figura n Distribuzione regionale della vulnerabilità per le prime quattro classi Tipologiche a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura Anche per le classi tipologiche a tre parametri è confermato lo stesso andamento della vulnerabilità per le quattro classi tipologiche prevalenti; si evidenzia una vulnerabilità più elevata per tipologia CFO con copertura in legno a travi orizzontali, compresa per il 90% tra 20V e 50V con un massimo del 31% nell intervallo (40-49)V e una coda del 3,5% nell intervallo (50-59)V. Vulnerabilità provinciale: classi tipologiche ad un solo parametro Per la provincia dell Aquila sono prevalenti quattro tipologie in muratura in pietra di cui tre (C, B e A) con una distribuzione molto ampia della vulnerabilità tra 10V a 70V e D compresa tra 10V e 30V ( medio-bassa). Figura n Provincia dell Aquila: distribuzione della vulnerabilità per le prime quattro tipologie strutturali verticali In provincia di Chieti le quattro tipologie prevalenti sono tutte costituite da materiali diversi (mattoni, pietra sbozzata e blocchetti in cls.) per le quali risulta una vulnerabilità inferiore a 40V e un massimo per la classe C nell intervallo (20-30)V. Figura n Provincia di Chieti: distribuzione della vulnerabilità per le prime quattro tipologie strutturali verticali 139

16 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI La provincia di Pescara presenta una distribuzione simile a quella di Chieti con differenze minime. Figura n Provincia di Pescara: distribuzione della vulnerabilità per le prime quattro tipologie strutturali verticali Figura n Provincia di Teramo: distribuzione della vulnerabilità per le prime quattro tipologie strutturali verticali In provincia di Teramo, oltre alla tipologia prevalente in mattoni a bassa vulnerabilità, le altre tre tipologie prevalenti sono in pietra differentemente organizzata e lavorata. Fatta eccezione per la tipologia D (muratura in pietra sbozzata con rinforzi) che presenta una vulnerabilità bassa stimata al di sotto di 30V, le altre due tipologie C ed E hanno una distribuzione molto ampia con tendenza ad aumentare in percentuale verso i valori elevati; la tipologia C raggiunge il massimo del 23,8% nell intervallo (50-59)V. Vulnerabilità provinciale: classi tipologiche a due parametri Figura n Provincia dell Aquila: distribuzione della vulnerabilità per le prime quattro classi tipologiche a due parametri VO_verticale-orizzontale In provincia dell Aquila le quattro classi tipologiche, tutte in muratura in pietra, hanno una distribuzione fortemente influenzata dalla tipologia dei solai; la classe BE in muratura a sacco con rinforzi e solai in laterocemento presenta una vulnerabilità bassa stimata al di sotto del 30% e le altre tre classi una distribuzione più ampia compresa tra 10V e 60V. 140

17 REGIONE ABRUZZO In provincia di Chieti si ha un andamento più regolare; si discosta dalla media soltanto la classe CC con un aumento della vulnerabilità fino al valore massimo di 60V (<10%). Figura n Provincia di Chieti: distribuzione della vulnerabilità per le prime quattro classi tipologiche a due parametri VO_verticale-orizzontale Figura n Provincia di Pescara: distribuzione della vulnerabilità per le prime quattro classi tipologiche a due parametri VO_verticale-orizzontale In provincia di Pescara si evidenzia l assenza della muratura in pietra sbozzata irregolare; le classi prevalenti sono in mattoni e la vulnerabilità è contenuta al di sotto di 40V; soltanto la classe LE, in mattoni e solai i laterocemento, si discosta dalla media con una vulnerabilità al di sotto di 30V (90%) e massimo nell intervallo (10-20)V. Figura n Provincia di Teramo: distribuzione della vulnerabilità per le prime quattro classi tipologiche a due parametri VO_verticale-orizzontale In provincia di Teramo, le classi tipologiche prevalenti (mattoni pieni e muratura sbozzata con rinforzi e solai in laterocemento) presentano una vulnerabilità bassa inferiore a 20V, la classe in mattoni con solai in putrelle ha una vulnerabilità di poco maggiore e comunque inferiore a 40V, mentre la classe EC (pietre arrotondate e solai in putrelle) ha una distribuzione ampia della vulnerabilità compresa tra 10V e 70V. 141

18 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI Vulnerabilità provinciale: classi tipologiche a tre parametri Figura n Provincia dell Aquila: distribuzione della vulnerabilità per le prime quattro classi tipologiche a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura Figura n Provincia di Chieti: distribuzione della vulnerabilità per le prime quattro classi tipologiche a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura Figura n Provincia di Pescara: distribuzione della vulnerabilità per le prime quattro classi tipologiche a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura In provincia dell Aquila la vulnerabilità ha un andamento simile per le quattro classi tipologiche prevalenti, tutte composte da muratura in pietra sbozzata con solai in putrelle, volte senza catene, coperture in laterocemento e solai in travi di legno. La tipologia CCP presenta la vulnerabilità massima inferiore a 40 V, mentre la vulnerabilità maggiore si rileva per la classe CFO con copertura in travi in legno a spinta eliminata. In provincia di Chieti la classe prevalente CEP ha la distribuzione più ampia della vulnerabilità contenuta al di sotto di 40V e massimo per 30V; le altre tre classi (mattoni, solai e copertura in laterocemento e acciaio) presentano una vulnerabilità minore e comunque inferiore a 30V; è significativa la distribuzione bassa (< 30V e max. per 20V) della classe LDR (solai con putrelle e catene e copertura in acciaio non spingente) che risulta inferiore anche alle classi LEO e LEP con solai e copertura (P) in laterocemento. In provincia di Pescara le quattro classi a coppie di due presentano un andamento simile.valori inferiori a 30V, con un massimo per 20V per le classi LEP e LEN e vulnerabilità maggiore (<40 V) per le classi LFP e DEP con un massimo per 30V. Significativa è la distribuzione della classe LFP (solai in volte e copertura in laterocemento). 142

19 REGIONE ABRUZZO In provincia di Teramo le classi LEP e LEN hanno andamento simile a quello rilevato in provincia di Pescara. L andamento differisce per la classe DEP con vulnerabilità minore (max. 20V) e inoltre la presenza della classe ECP ad elevata vulnerabilità anche in presenza di copertura in laterocemento. E utile rilevare come la vulnerabilità risulti inferiore per le tipologie in mattoni rispetto alle murature in pietra anche quando queste ultime presentano solai e coperture non spingenti e in laterocemento. Ciò è da mettere Figura n Provincia di Teramo: distribuzione della vulnerabilità per le prime quattro classi tipologiche a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura in relazione alla qualità e alle caratteristiche di resistenza della muratura. Classi tipologiche ad elevata vulnerabilità Nel campione sono state individuate le classi tipologiche a tre parametri con vulnerabilità media maggiore di 50. I valori maggiori si hanno per AFN (60,3) e AFM (61,4) in muratura a sacco; le altre sono in muratura in pietra sbozzata tranne la ECP in muratura di pietre arrotondate. I solai e le coperture, in ordine di vulnerabilità, sono le volte in pietra, i solai in putrelle e voltine e legno e le coperture in legno spingente e non, in acciaio e in laterocemento. Tabella n. 9 Classi tipologiche a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura ad elevata vulnerabilità del campione regionale 143

20 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI Figura n Classi tipologiche a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura ad elevata vulnerabilità del campione regionale Classi Tabella n Classi tipologiche a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura ad elevata vulnerabilità del campione regionale 144

21 REGIONE ABRUZZO Caratteristiche di resistenza Resistenza tangenziale a taglio tk Le caratteristiche di resistenza del campione in muratura vengono esaminate attraverso l analisi del parametro 3 - resistenza convenzionale della scheda di II livello e della resistenza tangenziale a taglio della muratura tk. A livello regionale si rileva che le tipologie in pietra CCP e CFO hanno una tk in prevalenza compresa tra 5 t/mq e 7 t/mq mentre la tipologia DEP in pietra sbozzata risulta classificata con valori (in eccesso) di tk (9 t/mq), infine la tipologia LEP in mattoni ha una tk di 12 t/mq. Tale andamento viene illustrato e confermato nei grafici a livello provinciale. Figura n Regione: distribuzione della tk. per le classi tipologiche prevalenti a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura Figura n Provincia dell Aquila: distribuzione della tk. per le classi tipologiche prevalenti a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura Figura n Provincia di Chieti: distribuzione della tk. per le classi tipologiche prevalenti a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura Figura n Provincia di Pescara: distribuzione della tk. per le classi tipologiche prevalenti a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura Figura n Provincia di Teramo: distribuzione della tk. per le classi tipologiche prevalenti a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura 145

22 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI Parametro tre (resistenza convenzionale) Figura n Regione: distribuzione del Parametro 3 resistenza convenzionale per le classi tipologiche prevalenti a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura Il parametro 3, resistenza convenzionale, per le quattro classi tipologiche prevalenti presenta due andamenti simili, il primo per le classi in muratura in pietra sbozzata con massimo (45%) nella classe C (0,4<=a 1 <0,6) e minimo (significativo) compreso tra il 10% e il 15% nella classe D(a<0,4) e il secondo relativo alle classi DEP (pietra sbozzata con rinforzi) e LEP (muratura in mattoni) con un massimo (circa 50%) nella classe B(0,6<=a<1) e un minimo sempre nella classe D del 15% per la classe DEP e circa 0 per la classe LEP. Confronto per le classi tipologiche prevalenti a tre parametri e gli 11 parametri della scheda G.N.D.T. di II livello Per quattro classi tipologiche prevalenti (tra cui due ad elevata vulnerabilità CFO e CCP) si è rappresentata l influenza degli undici parametri della scheda di II livello che determinano la vulnerabilità nel modello associato alla scheda. Nelle figure n. 42, 43 e 44, per la regione Abruzzo e le province dell Aquila e Chieti, si è riportato il valore medio del punteggio degli undici parametri del campione di edifici e nella figura n. 45 per la classe CFO, la frequenza (normalizzata a 100) dei parametri per le 4 classi di valutazione (A migliore - D peggiore). Nella provincia di Chieti, dove prevale nella zona costiera la muratura in mattoni, si hanno Figura n Regione Abruzzo: valor medio degli undici parametri della scheda di II livello per le classi tipologiche prevalenti 1 a = Coeff. C / 0,4 G.N.D.T. - Scheda di vulnerabilità di secondo livello (Muratura) 146

23 REGIONE ABRUZZO Figura n Provincia di Chieti: valor medio degli undici parametri della scheda di II livello per le classi tipologiche prevalenti Figura n Provincia dell Aquila: valor medio degli undici parametri della scheda di II livello per le classi tipologiche prevalenti punteggi medi inferiori a 20 (frequenza ridotta nella classe D), tranne che per la classe tipologica CEP che per il parametro 3 ha un valore medio di 22,7. In provincia dell Aquila, dove prevale la muratura in pietra (organizzata nell apparecchio Aquilano), si hanno punteggi maggiori per il parametro 5 (compresi tra 25 e 43) con frequenze elevate nella classe D e per i parametri 1 e 3. Insieme ai punteggi dei parametri viene riportato anche il valore della deviazione standard per le Tabella n Regione Abruzzo - Deviazione standard degli undici parametri per le classi tipologiche prevalenti Tabella. n Provincia di Chieti - Deviazione standard degli undici parametri per le classi tipologiche prevalenti 147

24 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI Tabella n Provincia dell Aquila: deviazione standard degli undici parametri per le classi tipologiche prevalenti Figura n Classe CFO: distribuzione degli undici parametri della scheda di II livello 4 classi prevalenti a livello regionale e per le province dell Aquila e Chieti. L esame della classe CFO (Vulnerabilità media 56,3) evidenzia un punteggio maggiore per il parametro 5 relativo agli orizzontamenti (42,6) e valori significativi dei parametri 1 (21,5), organizzazione del sistema resistente e del parametro 3 (28,7), resistenza convenzionale. Gli altri parametri sono tutti inferiori a 12. Nella figura n. 45, per la classe prevalente CFO (V media 56,3) è rappresentata la distribuzione degli edifici per le quattro classi di valutazione degli undici parametri. I parametri 1 e 2 hanno una prevalenza della classe C (edifici senza cordoli con pareti ben ammorsate e muratura in pietrame grossolanamente squadrato o in laterizio in presenza di irregolarità) seguita dalla D (edifici con pareti ortogonali non efficacemente collegate e murature in pietrame irregolari, a sacco male intessute e in laterizio di cattiva qualità con intrusione di ciottoli); il parametro 3 ha prevalenza di B e C (circa 40%) con D (circa 15), il parametro 5 ha la prevalenza di D (circa 90%- orizzontamenti di qualsiasi natura mal collegati alle pareti). Per il parametro 4 si ha una distribuzione abbastanza uniforme nelle quattro classi mentre per gli altri parametri si ha una prevalenza delle classi A e B (parametro 9 prevalenza B). L analisi dei due diagrammi consente di evidenziare rapidamente il parametro che influenza maggiormente la vulnerabilità e le carenze costruttive degli edifici; tale analisi svolta su tutte le classi tipologiche consente di analizzare con rapidità le caratteristiche costruttive e di resistenza degli edifici del campione in esame a scala regionale, provinciale e comunale. 148

25 REGIONE ABRUZZO Età dell ultimo intervento Figura n Regione: distribuzione dell età dell ultimo intervento per le classi tipologiche in muratura a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura Figura n Provincia dell Aquila: distribuzione dell età dell ultimo intervento per le classi tipologiche in muratura a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura Figura n Provincia di Chieti: distribuzione dell età dell ultimo intervento per le classi tipologiche in muratura a tre parametri VOC_verticale-orizzontalecopertura Figura n Provincia di Pescara: distribuzione dell età dell ultimo intervento per le classi tipologiche in muratura a tre parametri VOC_verticale-orizzontalecopertura Figura n Provincia di Teramo: distribuzione dell età dell ultimo intervento per le classi tipologiche in muratura a tre parametri VOC_verticale-orizzontalecopertura Legenda: / - non classificate, A prima del 1919, B tra il 1919 e il 1945, C tra il 1946 e il 1960, D tra il 1961 e il 1971, E tra il 1972 e il 1981, F e G - dopo il

26 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI Tipologie murarie della regione Abruzzo e del campione La casa tradizionale abruzzese nasce e si configura in stretta relazione con il sistema produttivo e sociale delle diverse aree in cui viene realizzata. Nelle zone litoranee delle province di Teramo, Pescara e Chieti è diffusa la costruzione della casa di terra, realizzata usando come materia prima l argilla cruda impastata con la paglia. La casa in terra cruda è una casa rurale isolata, tipica del territorio rurale dell Abruzzo adriatico. Nelle aree più interne, non ancora montane, la casa in mattoni cotti si configura come evoluzione di quella in terra cruda. La diversa disponibilità economica e l uso dell abitazione, non più legata al podere, consente al costruttore-proprietario di investire maggiormente nella casa e pertanto di impiegare una tecnologia costruttiva più evoluta. Nelle aree montane l uso della pietra è legato alla disponibilità del materiale e ha un origine antichissima. In Abruzzo, come in tutti i territori dell Italia centro-meridionale di origine pastorale, l utilizzo della pietra deriva dalla pratica della transumanza e pertanto rimane incontrastato per secoli, fino al tramonto dei sistemi edilizi tradizionali successivi alla diffusione del cemento armato. Case di terra Parlare di case di terra significa parlare di un sistema costruttivo molto antico, praticato in tutte le zone del mondo dove si trova l argilla e dove le condizioni meteorologiche non producono eccessive precipitazioni piovose. I diversi sistemi costruttivi, generalmente specchio del grado di sviluppo tecnologico, sono due: la sovrapposizione di mattoni in argilla essiccati all aria e la colata di impasto argilloso in casseforme di legno. La storia dell origine e della diffusione della casa di terra abruzzese è da ritrovare nella storia dell insediamento rurale. La scelta della terra cruda nasce dalla possibilità di reperire nell immediato circondario dell abitazione l argilla. La prima suddivisione dell insediamento abruzzese porta dunque a distinguere l Abruzzo marittimo (Tortoreto, Corropoli, S. Omero, Colonnella, Casalincontrada, Controguerra, ) quale regno dell argilla e della casa in laterizi, dall Abruzzo montano (L Aquila, Pescocostanzo), regno del calcare e della casa di pietra. Ma la differenza non si limita ai materiali: la storia sociale ed economica di queste due parti della regione ha prodotto insediamenti profondamente diversi. Nell Abruzzo montano prevalgono nuclei accentrati, di forma compatta, in un territorio essenzialmente disabitato. Nell Abruzzo adriatico il territorio è costellato di case sparse, diffuse su poderi di piccole dimensioni, dove l economia stentata non consente di investire nell abitazione, considerato come un bene passivo che non si ripaga, e che non è oggetto di cure particolari. La casa di terra consente una notevole riduzione dei costi: il materiale è sul posto, la tecnologia abbastanza semplice consente al contadino di costruirsi la casa da solo, le opere di manutenzione non comportano ulteriori spese. La costruzione della casa è vincolata in primo luogo da un accurata scelta della materia da impiegare e dal tipo di impasto. Negli esempi di impasto riscontrati in Abruzzo si notano delle varianti nell uso di materiali leganti, per cui in alcuni territori prevale l uso della paglia triturata, mentre nel teramano l uso di inerti. Sono adottate tutte e due le tecniche costruttive conosciute, sia quella della compattazione dell argilla modellata in opera (pisè) e sia quella di realizzazione di blocchi di argilla essiccati all aria (adobe). Se da un lato la 150

27 REGIONE ABRUZZO reperibilità dell argilla risponde alle esigenze di economicità, dall altro sono necessari accorgimenti e tecniche costruttive che ne limitino la vulnerabilità dall erosione dell acqua e del vento. Il pronunciato aggetto delle falde e il consolidamento con mattoni cotti delle basi dei muri esterni si configurano, quindi, come norme indispensabili per conservare la funzione statica delle strutture in elevazione. L uso dell intonaco esterno rappresenta, senz altro, una variante legata alle condizioni economiche della famiglia che vi abita e non una regola indispensabile di manutenzione. Le pareti più esposte vengono protette con camicie di mattoni o con materiali più resistenti (blocchi di cemento, pietra, ecc.). Case di pietra Crolli e rovine dovunque, la gente accecata dalla polvere, strade ingombre di pietre e legnami, già da questi pochi passi della cronaca di Buccio da Ranallo del terremoto del 3 settembre 1349 si comprende che i materiali da costruzione prevalenti nel comprensorio aquilano fossero la pietra e il legno come materie prime in edilizia. A questi vanno aggiunti la calce e la rena per la malta, i conci in laterizio e coppi. I monti che delimitano la valle aquilana sono costituiti quasi esclusivamente da calcari per lo più rosati, rossi o bianchi. Ma i calcari più pregiati, impiegati per le pietre delle facciate o per le finestre o per l apparecchio aquilano, sono prelevati da diverse altre località distanti dalla città e dislocate nella valle dell Aterno e in quella del Raio, facilmente raggiungibili con i rudimentali mezzi di trasporto disponibili. In questi territori vengono prelevati la maggior parte dei calcari rossi e bianchi. Considerando l analisi dei principali materiali costruttivi base utilizzati nella tradizione edilizia aquilana, vanno ricordati i conci in laterizio. Questi sono impiegati sia nella realizzazione di volte che in quella di setti murari. I conci si trovano anche nei muri in cui prevale l uso della pietra, organizzati a costruire veri e propri ricorsi. Raramente nella tradizione costruttiva aquilana, i conci in laterizio sono lasciati a vista: uno strato di intonaco li ricopre, anche se non mancano volte con l apparecchio a vista come quelle in laterizio della sala Chierici o quelle a conci in pietra dei piani terra di alcune case medioevali. Nella tradizione costruttiva aquilana sulla base dei procedimenti utilizzati si possono individuare alcune murature che si differenziano innanzi tutto per la finitura del paramento esterno: a) Muratura a faccia vista Caratterizza la tendenza costruttiva, sviluppatasi nella seconda parte del Medioevo, basata sull uso generalizzato della pietra calcarea lavorata, lasciata a vista. Essa caratterizza la costruzione delle chiese, ma anche delle residenze di dimensioni contenute. Questo tipo di muratura varia sensibilmente in relazione a molti fattori. Tra i principali si rilevano: - la disposizione dei conci del muro, che determina il disegno dei giunti e la configurazione della tessitura muraria; 151

28 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI - la stratificazione dei setti murari e le modalità realizzative degli stessi (monostrato, pluristrato, con lavorazioni contemporanee o distanziate nel tempo); - il materiale usato per i conci (pietra bianca di Poggio Picenze, pietra cavernosa per i conci di grandi dimensioni, pietra rossa di Cavallari, pietra di Vigliano, ecc.). Con riferimento alla lavorazione del paramento si possono individuare tre sottoclassi: - muratura in pietra faccia-vista con conci di piccole dimensioni grossolanamente squadrati; - muratura con nucleo portante e paramento di rivestimento in pietra squadrata e levigata; - muratura in pietra faccia-vista squadrata con conci di grandi dimensioni. Muratura in pietra faccia-vista con conci di piccole dimensioni grossolanamente squadrati 2 Caratteristica del Medioevo, già adottata nei centri del contado aquilano dove trova le origini, è la muratura che ricorre più spesso nelle costruzioni presenti nelle città. Secondo il tipo di paramento esterno e del ciclo di lavorazione si possono distinguere due sottoclassi: A conci irregolari - tipo di muratura molto diffusa nell edilizia minore; Apparecchio aquilano - così denominato poiché è la muratura che più di ogni altra caratterizza le costruzioni realizzate durante il periodo di fondazione della città e si differenzia dalle altre murature ricorrenti in Italia. Muratura con nucleo portante e paramento di rivestimento in pietra squadrata e levigata Il nucleo interno è costituito da una muratura a conci in pietra non squadrati ed è caratterizzato sulla facciata esterna da conci di ripresa e ammorsatura, lasciati per garantire un adeguato ammorsamento con il paramento esterno. Quest ultimo non ha in pratica alcuna funzione strutturale in quanto è realizzato dopo che il nucleo interno si è assestato (generalmente dopo 2-3 anni). Muratura in pietra faccia-vista squadrata con conci di grandi dimensioni E costituita da un setto murario a due strati ammorsati tra loro, quello interno con conci più piccoli, non lavorati, e quello esterno con conci squadrati di grandi dimensioni. b) Muratura intonacata Prende il sopravvento dal secolo XIV fino a tutto l ottocento. L impiego della pietra a vista è limitato agli elementi architettonici che richiedono profili decorativi particolari da connotarsi in alcuni casi come sculture, portali, rosoni, vani di porte e finestre, marcapiani, oppure ad elementi costruttivi finalizzati alla stabilità (cantonali, basamenti, architravi, ecc.). Questo impiego generalizzato dell intonaco trova giustificazione sia nella necessità di omogeneizzare i diversi tratti di muratura nelle fasi di costruzione del dopo-terremoto, sia nella praticità della produzione che richiede meno lavoro rispetto alla predisposizione e posa in opera di conci di pietra da lasciare a vista. Anche se il setto portante continua ad essere realizzato prevalentemente con conci di pietra calcarea grezza, e solo raramente in laterizio, le pietre perdono sempre più nel tempo la 2 Luciana Cusmai 152

29 REGIONE ABRUZZO caratteristica di elemento strutturale, per acquisire quella di materiali di complemento e finitura. Tra i diversi tipi di muratura intonacata, con riferimento alla costruzione del setto murario, si possono individuare quattro sottoclassi: - muratura intonacata con conci in pietra; - muratura intonacata con ricorsi di mattoni continui; - muratura intonacata con ricorsi di mattoni a tratti; - muratura intonacata con mattoni diffusi. Queste due matrici trovano una conferma nel campione rilevato dove nella zona interna e in particolare in provincia dell Aquila si ha una prevalenza di strutture in muratura di pietra e nella zona costiera dove è prevalente l uso dell argilla e quindi del mattone Descrizione delle murature in alcuni centri campione Si riportano le schede murature di alcuni centri campione caratteristici della zona interna dell Aquilano e di quella costiera; i centri rappresentati sono Barisciano (Aq) poco distante dall Aquila, Roseto (Te) sulla costa e Tollo (Ch). Le murature rilevate in alcuni edifici campione vengono classificate con la descrizione della scheda di I livello del GNDT e rappresentate con una scheda descrittiva che trae origine da ricerche precedentemente effettuate 3. La scheda è composta di due sezioni; nella prima vengono illustrate le caratteristiche della muratura attraverso la descrizione degli elementi costitutivi, del tipo di malta, della posa degli elementi, della sezione trasversale, dei collegamenti tra le pareti murarie; nella seconda si riporta una documentazione fotografica del paramento. Per il comune di Barisciano sono state individuate tre tipologie strutturali verticali della matrice in pietra caratteristica della zona Aquilana e classificate secondo le descrizioni della scheda di I livello in muratura a sacco (A), muratura a sacco con spigoli e mazzette (B), muratura con pietra sbozzata di cattiva qualità in presenza di irregolarita (C). Le altre caratteristiche sono la lavorazione grossolana con forma pseudo-arrotondata, una apparecchiatura disordinata e la presenza di due paramenti più o meno ammorsati. Le murature appartengono ad edifici individuati prevalentemente nella classe CCO con solai in putrelle e voltine e coperture in legno a spinta eliminata, valutata ad elevata vulnerabilità (V. media 56,9) con valori della tk sovrastimata in 7 t/mq. Per il comune di Roseto si è rilevata la tipologia prevalente in muratura in mattoni pieni (L) tessitura in concatenamento gotico a tre teste appartenente alla classe LEP con solai e copertura in laterocemento armato con vulnerabilità medio-bassa compresa tra 10V e 30V e valori stimati di tk pari a 12 t/mq. Per il comune di Tollo si è rilevata la tipologia prevalente in muratura in mattoni pieni (L) con tessitura in concatenamento gotico a tre teste e in chiave a due teste appartenenti alla classe LEP con solai e copertura in laterocemento armato con vulnerabilità medio-bassa compresa tra 10V e 40V e valori stimati di tk pari a 12 t/mq. 3 Scheda murature GNDT utilizzata nel progetto Parchi che trae origine da ricerche di Mannoni e Binda 153

30 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI Osservazioni conclusive Il campione di edifici in muratura e c.a. esaminato può ritenersi rappresentativo del patrimonio edilizio privato e mostra le differenze presenti a livello regionale. In particolare è stata esaminata in dettaglio attualmente più vulnerabile alle azioni sismiche; le analisi effettuate confermano per la fascia costiera la prevalenza del mattone, per la zona interna dell Aquilano e della Maiella la prevalenza delle case di pietra; per la muratura la differente distribuzione della vulnerabilità, maggiormente per le case di pietra, risulta essere molto influenzata dalla tipologia delle strutture orizzontali e di copertura e dagli interventi eseguiti negli ultimi decenni. Lo studio iniziato su questi dati fornisce le basi per elaborazioni più approfondite e indica una metodologia di analisi e sintesi dei risultati. Per il campione di edifici censito si possono fare le seguenti considerazioni: - Come è stato rilevato anche per gli edifici pubblici speciali e strategici le distribuzioni della vulnerabilità evidenziano la possibilità di comportamenti differenti degli edifici; le classi tipologiche esaminate hanno valori della vulnerabilità maggiori di 50 per un numero significativo di edifici. Per queste classi, che possono essere danneggiate severamente anche con terremoti di modesta intensità, è consigliabile la individuazione a livello comunale e la esecuzione degli interventi per la mitigazione del rischio sismico. - L individuazione delle classi tipologiche più vulnerabili e delle carenze costruttive, associata ad una successiva analisi per meccanismi di collasso, può consentire di individuare comportamenti omogenei in caso di sisma, in particolare nei comparti urbani dei centri storici. - Analisi speditive effettuate a tappeto elaborate con la medesima metodologia e rapportate al danneggiamento rilevato in altre regioni in condizioni di danno (oggi disponibili in numero elevato) consentono di individuare le risorse necessarie per la prevenzione e la riparazione in caso di danno sismico. Attraverso l analisi delle classi tipologiche è possibile pervenire rapidamente ad una graduatoria (anche su base comunale) della vulnerabilità strutturale che, associata ad una analisi degli effetti di sito, può indirizzare gli interventi di prevenzione e mitigazione del danno sismico. - L analisi delle classi tipologiche ricavate dalla scheda di secondo livello, confrontate con il danneggiamento rilevato dopo il terremoto in Umbria e Marche, consente di individuare gli interventi di riparazione e miglioramento sismico compatibili con le murature storiche. Il terremoto del 1997, infatti, ha interessato un patrimonio edilizio in parte riparato e costruito con norme recenti. - Combinando l analisi del danneggiamento con le classi tipologiche a livello provinciale e regionale è possibile pervenire a dei codici di pratica regionalizzati per gli interventi di miglioramento sismico da introdurre nei regolamenti edilizi per la tutela del patrimonio edilizio. 154

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