LE ASSOCIAZIONI DI TARTUFAI IN TOSCANA: ORGANIZZAZIONE, SCOPI E ATTIVITÀ SVOLTE

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1 LE ASSOCIAZIONI DI TARTUFAI IN TOSCANA: ORGANIZZAZIONE, SCOPI E ATTIVITÀ SVOLTE PREMESSA La Toscana rappresenta una delle regioni italiane più importanti per la vocazione tartufigena del suo territorio e la necessità di una sua tutela e valorizzazione ha da sempre alimentato l interesse dei raccoglitori alla costituzione di Associazioni a tale scopo. Questa possibilità è riconosciuta dalla L.R. n. 50/1995, recante Norme per la raccolta, coltivazione e commercio di tartufi freschi e conservati destinati al consumo e per la tutela e valorizzazione degli ecosistemi tartufigeni che, all art. 8, riconosce la possibilità di costituire Associazioni di raccoglitori ai fini del raggiungimento degli obiettivi di salvaguardia e miglioramento degli ecosistemi tartufigeni, nonché di gestione delle tartufaie e di valorizzazione del prodotto. Inoltre, la stessa, all art.6 disciplinando la raccolta riservata nelle tartufaie controllate e coltivate, persegue finalità di salvaguardia e protezione di difficile attuazione nelle tartufaie naturali non gestite. Queste ultime infatti, essendo soggette a libera raccolta, subiscono un progressivo impoverimento ove eccessivamente e irrazionalmente sfruttate. In questo contesto le Associazioni di raccoglitori svolgono un ruolo fondamentale permettendo la raccolta riservata a favore dei soci i quali, a loro volta, forniscono manodopera qualificata per le operazioni di miglioramento e le cure colturali necessarie al mantenimento delle risorse tartuficole locali. L associazionismo rappresenta anche uno strumento per la promozione e la diffusione della cultura del tartufo presso i consumatori e un mezzo per sensibilizzare le amministrazioni pubbliche alle problematicità e agli aspetti di criticità ad esso connessi In questa indagine verranno presentate le caratteristiche delle Associazioni di raccoglitori esistenti oggi in Toscana analizzandone gli scopi, la struttura interna, le attività svolte, l organizzazione e la partecipazione ad eventi. Nello specifico ne saranno esaminate 6 (Tab.1) rappresentative delle 10 esistenti sul territorio regionale. Le informazioni raccolte, fornite direttamente dalle Associazioni interessate, rappresentano la fase preliminare di uno studio più approfondito della filiera del tartufo in Toscana che vedrà coinvolte diverse figure operanti nel settore. Tale progetto, bandito dall Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'innovazione nel Settore Agricolo-Forestale (ARSIA) e di cui è il responsabile scientifico il Dipartimento di Economia Agraria e delle Risorse Territoriali dell Università di Firenze, avrà come obiettivo principale quello 1

2 URATT di analizzare la filiera del tartufo in Toscana e Abruzzo con particolare attenzione alla possibilità di attivare percorsi di valorizzazione del prodotto nelle due Regioni. 1. LE ASSOCIAZIONI TOSCANE, L URATT, LA FNATI E IL GET In Toscana sono oggi attive 10 Associazioni (Tab.1) di tartufai che contano circa 1500 soci, in costante aumento ogni anno, ma i raccoglitori sono molti di più essendo stimati circa operatori. Le Associazioni di tartufai riconosciute sono: Tab. 1 Prospetto delle Associazioni di tartufai in Toscana, numero di soci, adesione all URATT e in grassetto le Associazioni analizzate in questa indagine Provincia Associazione Soci Anno di fondazione Firenze Associazione tartufai del Mugello Associazione tartufai delle colline della Bassa Valdelsa Associazione tartufai Barberinesi 100 / Siena Associazione tartufai Senesi Pisa Associazione tartufai delle Colline Sanminiatesi Associazione tartufai della Val di Cecina Grosseto Associazione tartufai dell'amiata 20 / Arezzo Associazione tartufai delle Valli Aretine Arezzo Associazione tartufai Appennino Sestiniese 70 / Grosseto Associazione tartufai Maremma Grossetana 15 / Tab.2 Rapporto iscritti alle associazioni e tesserini rilasciati per provincia Provincia Raccoglitori attivi* Iscritti Associazioni n. Iscritti su n. di abilitati Pisa ,80% Arezzo ,10% Siena ,50% Grosseto ,90% Firenze ,60% In Toscana circa il 31% dei raccoglitori è iscritto ad una Associazione e un dato analogo si riscontra a livello Provinciale (Tab.2) dove solamente la Provincia di Pisa registra un tasso di iscrizione superiore (39,8%). 1 (2008) 2

3 Ad eccezione delle Associazioni dell Appennino Sestiniese e della Maremma Grossetana, le restanti aderiscono dal 2007 all Unione Regionale Associazioni Tartufai Toscani (URATT) che si è costituita al fine di riunire e coordinare le attività delle singole Associazioni a livello regionale oltre a rappresentare un valido interlocutore delle istanze dei tartufai toscani. Tra le varie iniziative promosse dall URATT si ricordano l Asta Internazionale del Tartufo di Toscana che ha visto in passato contendersi i preziosi tartufi da aspiranti acquirenti collegati in diretta da diverse parti del mondo e la partecipazione a diversi convegni come quello tenutosi a Cellai (Ar) nel 2008 dal titolo Il tartufo Scorzone: una risorsa per il Valdarno fiorentino, a cui hanno partecipato diverse istituzioni locali ed enti di ricerca (ARSIA e Università degli Studi di Firenze) per discutere delle possibilità di valorizzazione in Valdarno di questa specie considerata di minore pregio. A livello nazionale l organo di coordinamento e rappresentanza dei tartufai italiani è la F.N.AT.I. (Federazione Nazionale delle Associazioni Tartufai Italiana) che raggruppa le Associazioni locali dei cercatori presenti in Italia e ne coordina gli interventi per una comune difesa del tartufaio. Diverse Associazioni toscane hanno già aderito alla FNATI e molte altre sono in procinto di farlo: la Federazione rappresenta, infatti, un qualificato strumento di raccordo a livello nazionale del pensiero e delle problematiche dei tartufai italiani adoperandosi per la tutela dei loro interessi. Inoltre la FNATI pubblica un periodico quadrimestrale Il Tartufaio Italiano, dal quale i tartufai possono attingere a notizie di utilità per la propria attività e rimanere aggiornati sulle novità che costantemente interessano il settore. Infine si ricorda il GET ( Gruppo Europeo Tuber), organismo trans-nazionale nato in Francia nel 1998 in occasione dello storico convegno internazionale sul tartufo e la tartuficoltura di Aix en Provence, che associa le tre grandi federazioni del tartufo italiana, francese e spagnola e le cui finalità sono quelle di sostenere la valorizzazione delle produzioni tartuficole di qualità (spontanee e coltivate), la difesa degli ambienti naturali, l'innovazione scientifica e tecnologica nella tartuficoltura, l'omogeneizzazione delle normative fiscali e commerciali nazionali. 3

4 2. GLI AMBITI TERRITORIALI DELLE ASSOCIAZIONI DI RACCOGLITORI IN TOSCANA L eterogeneità degli ambienti di produzione del tartufo in Toscana è tale per cui è stato ritenuto opportuno definire delle zone geografiche di produzione allo scopo di qualificare la produzione regionale tartuficola, nonché di offrire al consumatore la conoscenza della provenienza del prodotto (art. 15 L.R. n. 50/95). Le zone geografiche di provenienza, delimitate con Del. Di C.R. n. 333 del 25/07/1989 e n.299 del 01/10/1996, sono 6 di cui 5 riguardano il tartufo bianco ed una il marzuolo e sono: A) Tartufo toscano bianco del Casentino B) Tartufo toscano bianco delle Colline Sanminiatesi C) Tartufo toscano bianco delle Crete Senesi D) Tartufo toscano bianco del Mugello E) Tartufo toscano bianco della Val Tiberina F) Tartufo marzuolo del litorale della Maremma Grossetana Queste aree ricadono all interno degli ambiti territoriali nei quali operano le varie Associazioni toscane di tartufai, ovvero nelle province di Firenze, Siena, Pisa, Arezzo e Grosseto. Per queste zone il valore delle risorse tartuficole è tale per cui nel tempo sono nate diverse Associazioni a volte territorialmente sovrapposte. Ad esempio, delle tre presenti nella provincia di Firenze (Associazione tartufai del Mugello, Barberinesi e delle colline della Bassa Valdelsa), le prime due presentano ambiti territoriali in comune, così come per le due Associazioni nella provincia di Pisa (Associazione delle colline Sanminiatesi e della Val di Cecina) e Arezzo (Associazione delle Valli Aretine e Sestiniese). 3. SCOPI, ORGANIGRAMMA E ORGANIZZAZIONE INTERNA Delle dieci Associazioni di raccoglitori presenti in Toscana al momento ne sono state monitorate sei che risultano rappresentative delle diversità territoriali e degli ambienti di produzione. Le Associazioni prese in considerazione sono: 1) Associazione tartufai del Mugello; con sede a Borgo San Lorenzo ed istituita nel ) Associazione tartufai delle colline della Bassa Valdelsa; con sede a Certaldo ed istituita nel ) Associazione tartufai Senesi; con sede a San Giovanni d Asso ed istituita nel ) Associazione tartufai delle Colline Sanminiatesi; con sede a San Miniato ed istituita nel ) Associazione tartufai della Val di Cecina; con sede a Volterra ed istituita nel ) Associazione tartufai delle Valli Aretine; con sede ad Arezzo ed istituita nel

5 Si tratta di Associazioni senza scopo di lucro, nate per iniziativa volontaria di pochi raccoglitori e con la finalità di salvaguardare e conservare gli ambienti a vocazione tartufigena presenti nel territorio di riferimento. Tra queste l Associazione tartufai delle Colline Sanminiatesi è la più antica essendo stata istituita nel 1982, mentre l Associazione tartufai delle Valli Aretine, istituita nel 2001, è la più recente. Dispongono tutte di uno statuto in cui oltre alla definizione delle finalità e degli scopi perseguiti, vengono chiarite le funzioni e la composizione degli organi che le costituiscono. Tutte le Associazioni analizzate presentano i seguenti organi: 1) Presidente 2) Vice Presidente 3) Segretario 4) Cassiere 5) Consiglio direttivo 6) Assemblea dei soci L organo più importante e con più ampi poteri è il Consiglio Direttivo composto dai suoi consiglieri, dal Presidente e Vice-presidente, che curano la gestione ordinaria e straordinaria dell Associazione. Il numero di consiglieri varia in funzione di quanto previsto nello statuto costitutivo. Tra quelle prese in considerazione, l Associazione dei tartufai senesi presenta il maggior numero di consiglieri contandone 40 mentre quelle che ne hanno di meno sono l Associazione tartufai della Val di Cecina e del Mugello (7 consiglieri). L Assemblea è invece costituita da tutti i membri dell Associazione e generalmente ha il compito di approvare il preventivo e consuntivo di gestione, i piani ed i regolamenti predisposti dal Consiglio Direttivo per il conseguimento dei fini sociali, provvedere all elezione del Consiglio Direttivo e decidere su tutte le altre questioni che lo stesso ritenga di rimettere al suo esame. In termini di iscritti (Tab.1) le Associazioni che contano il maggior numero di soci sono: l Associazione tartufai delle Colline Sanminiatesi con 420 soci, l Associazione tartufai Senesi con circa 294 Soci, l Associazione tartufai delle Valli Aretine con 237 Soci e l Associazione tartufai delle colline della Bassa Valdelsa con 178 soci. Per aderire ad una delle Associazioni in questione, oltre al tesserino di abilitazione alla ricerca di tartufi (L.R n.50/95), è richiesta la residenza nel territorio nel quale opera l Associazione e il pagamento di una quota annua variabile per ognuna di esse. La quota associativa varia dai 25 ai 30 euro annui. Ogni Associazione definisce con un proprio regolamento interno, il comportamento dei soci nelle zone di raccolta riservata da esse gestite e le modalità per accedere a queste ultime. 5

6 Generalmente viene richiesto ad ogni socio un impegno lavorativo espresso per un numero variabile di giornate lavorative annue da prestare all interno dell Associazione stessa. Nel caso dell Associazione tartufai della Bassa Valdelsa queste corrispondono a 5 giornate lavorative per il primo anno di adesione e 2 giornate nei successivi anni; l Associazione tartufai del Mugello prevede invece 8 mezze giornate (4 ore) di lavoro annue; L Associazione tartufai senesi fissa 2 giornate lavorative mentre l Associazione delle Colline Sanminiatesi non prevede questa forma di impegno ma solamente un contributo volontario. Il più delle volte le giornate lavorative devono essere svolte all interno delle tartufaie gestite dall Associazione provvedendo alle ripuliture e agli interventi di manutenzione dell area. Le giornate lavorative possono essere svolte anche in occasione di sagre ed eventi promossi dall Associazione. Il completamento delle giornate lavorative permette l accesso gratuito del socio nelle tartufaie gestite dall Associazione. Infine, per quanto riguarda la tipologia dei soci, prevalgono gli uomini anche se le donne sono in costante aumento. L età può variare dai 30 agli 80 anni ma generalmente si attesta su una media di 50 anni. In molti casi si riscontra la presenza di pensionati dovuta alla maggiore disponibilità di tempo libero da dedicare alle attività dell Associazione e alla ricerca del tartufo. 4. LE ATTIVITÀ DELLE ASSOCIAZIONI: DIVULGAZIONE, PROMOZIONE, FORMAZIONE La tutela e la salvaguardia delle aree tartufigene non può che svolgersi attraverso una serie di attività e iniziative volte a coinvolgere e sensibilizzare figure diverse relativamente alle problematicità e agli aspetti di criticità che sussistono in questo settore. La promozione della cultura del tartufo e della sua tipicità, legata al territorio che lo genera, rappresenta un altro mezzo per incentivare l interesse alla sua salvaguardia e valorizzazione. Le Associazioni di tartufai toscane svolgono a riguardo, numerose attività per garantire il perseguimento degli obiettivi associativi (Fig.1). Tra le attività divulgative e di promozione tutte le Associazioni sono state attive nel produrre materiale di vario genere quali brochure, pieghevoli e opuscoli informativi sugli scopi e le attività dell Associazione e per pubblicizzare eventi di vario genere attinenti al tartufo. In particolare, l Associazione tartufai Senesi, l Associazione tartufai delle valli Aretine e quella delle Colline sanminiatesi, pubblicano un giornale quadrimestrale con notizie inerenti il mondo del tartufo. 6

7 Per quanto concerne le attività di promozione e divulgazione della cultura del tartufo presso i consumatori, tutte le Associazioni partecipano a sagre del tartufo e manifestazioni enogastronomiche di vario genere e di cui si tratterà più approfonditamente in seguito. Le Attività svolte dalle Associazioni a confronto Organizzazione e Partecipazione ad eventi Tartufaie in gestione diretta Formazione Promozione e Divulgazione Soci A.T. del Mugello A.T.delle Bassa Valdelsa A.T. Senesi A.T. Colline sanminiatesi A.T. val di Cecina A.T.Valli Aretine Figura 1. Le attività svolte dalla Associazioni a confronto Dal punto di vista della formazione, le attività svolte riguardano la preparazione degli aspiranti tartufai all esame di abilitazione alla raccolta. L Associazione tartufai del Mugello organizza ad esempio, 2-3 corsi l anno oltre a specifici corsi di approfondimento per i soci ma aperti anche a tutti gli interessati. Da questo punto di vista le Associazioni sono in grado di preparare al meglio i futuri ricercatori mettendo a loro disposizione materiale di studio e illustrativo oltre alle conoscenze dei tartufai più esperti. Questi ultimi, in alcuni casi, partecipano direttamente come membri della commissione agli esami di abilitazione che si svolgono nelle relative sedi provinciali. Tra le attività maggiormente qualificanti c è quella di gestione diretta di tartufaie naturali migliorate per le quali sono state ottenute le autorizzazioni comunali per la raccolta riservata a favore dei soci. Ad eccezione dell Associazione delle Valli Aretine che ad oggi non ha ancora delle tartufaie in gestione ma che prevede di realizzare a breve, la maggior parte delle Associazioni di tartufai posseggono delle tartufaie naturali migliorate per lo più di tartufo bianco pregiato. L Associazione tartufai della Bassa Valdelsa e quella del Mugello gestiscono dieci tartufaie, l Associazione tartufai senesi ne ha quattro, tre sono le tartufaie gestite dall Associazione tartufai della Val di Cecina mentre l Associazione tartufai delle Colline Sanminiatesi non prevede questa 7

8 forma di gestione in quanto sostiene che la raccolta debba essere libera su tutto il territorio. Generalmente il titolo di possesso più diffuso è il comodato che è tipicamente un contratto ad uso gratuito. Ciò permette alle Associazioni di svolgere, tramite i loro soci, quelle attività di recupero e miglioramento del sito tartufigeno che il più delle volte il proprietario del fondo non attua per l onerosità e la mancanza di manodopera. Questo sistema permette di avere un duplice vantaggio: l Associazione si assicura la raccolta riservata e la conservazione della tartufaia mentre il proprietario del fondo vede valorizzati i propri beni. Successivamente all istituzione della tartufaia controllata, molte Associazioni tendono a stabilire ulteriori misure di salvaguardia, aggiuntive a quelle fissate dalla normativa regionale, che i soci sono tenuti a rispettare. Oltre alle tartufaie a raccolta riservata vengono comunque effettuati interventi, qualora si rendano necessari, in tartufaie naturali. E questo il caso della Associazione tartufai delle Colline Sanminiatesi che pur non avendo in gestione diretta tartufaie a raccolta riservata, si impegna a ripristinare e mantenere in buone condizioni i siti tartufigeni naturali ricadenti nel suo ambito territoriale attraverso accordi con i proprietari dei fondi. La collaborazione con gli enti di ricerca e con le istituzioni locali e regionali è testimoniata da diverse pubblicazioni e convegni che si sono tenuti in varie occasioni quali sagre e mostre mercato del tartufo. L'Associazione tartufai delle Colline Sanminiatesi e quella della Val di Cecina hanno collaborato con la Provincia di Pisa alla realizzazione di varie pubblicazioni sulla materia 2. Inoltre, la volontà e la necessità di preservare l ambiente tartufigeno ha spinto diverse Associazioni a proporre alle amministrazioni comunali l inserimento di queste aree da tutelare all interno dei relativi strumenti di pianificazione urbanistica (3 comma art. 15 L.R. n.50/95). A riguardo sono da segnalare gli studi di censimento e mappatura delle aree tartufigene naturali nel comprensorio del Mugello e della Provincia di Siena, che hanno visto la preziosa collaborazione delle rispettive Associazioni di tartufai per ciò che riguardava la loro individuazione e comunicazione. Infine va ricordata la costante collaborazione con l ARSIA a cui spetta un fondamentale ruolo di supporto e consulenza tecnico-scientifica nell ambito delle attività volte a mantenere o migliorare la produttività delle aree tartufigene. 2 Si ricorda I tartufi in provincia di Pisa. Zone di produzione, ambienti e riconoscimento, Provincia di Pisa,

9 5. ORGANIZZAZIONE E PARTECIPAZIONE AD EVENTI SUL TARTUFO La cultura per il tartufo è una realtà ben radicata nel territorio toscano e la sua promozione al pubblico avviene attraverso le numerose sagre e mostre mercato che si svolgono in diversi periodi dell anno. Solitamente ogni Associazione partecipa (e in alcuni casi organizza), diversi eventi che rappresentano da un lato valide occasioni di promozione del tartufo locale e dei prodotti tipici della zona e dall altro una opportunità di autofinanziamento tramite la vendita diretta del tartufo fresco e del lavoro volontario dei soci. Tra le manifestazioni più importanti che si svolgono ogni anno, vanno ricordate quelle relative al tartufo bianco che sicuramente è la specie più pregiata e di maggiore interesse: l Associazione tartufai senesi organizza nel mese di novembre a San Giovanni d Asso la Mostra mercato del tartufo bianco delle crete senesi ; A San Miniato, sempre nel mese di Novembre si svolge la Mostra mercato nazionale del tartufo bianco delle Colline Sanminiatesi ; L Associazione tartufai della Bassa Valdesla partecipa alla Mostra del tartufo bianco che si svolge a Novembre a Montespertoli e sempre nello stesso mese a Borgo San Lorenzo si tiene la Mostra mercato del tartufo bianco del Mugello la cui organizzazione generale è curata dall Associazione tartufai del Mugello; infine a Volterra all interno della manifestazione enogastronimica VolterraGusto, si svolge la Mostra mercato del tartufo bianco della Val di Cecina organizzata dall Associazione tartufai della Val di Cecina. Oltre al tartufo bianco, in Toscana esistono altre specie di tartufo considerate minori ma ugualmente apprezzabili dal punto di vista organolettico e per il fatto che si possono trovare in periodi diversi da quello autunnale che è invece tipico del tartufo bianco. Il tartufo marzuolo o bianchetto e lo scorzone rappresentano due specie diverse che negli anni hanno acquistato importanza crescente e che vengono promossi in altrettante sagre e mostre mercato rispettivamente nel mese di Marzo e in quello di Giugno. Tra le manifestazioni organizzate dalle Associazioni di tartufai si ricordano: la Mostra mercato del tartufo Marzuolo delle Crete Senesi a San Giovanni d Asso e organizzata dall Associazione tartufai senesi; la Mostra mercato del tartufo marzuolo a Cigoli organizzata dall Associazione tartufai delle Colline Sanminiatesi; la Sagra del tartufo marzuolo organizzata a Certaldo dall Associazione tartufai della Bassa Valdelsa e la Sagra del tartufo marzuolo del Mugello organizzata dall Associazione tartufai del Mugello. Per quanto riguarda lo Scorzone si ricorda la Sagra del tartufo Scorzone che si svolge a Cellai (Fi). Le Associazioni inoltre, partecipano a diverse fiere e manifestazioni enogastronomiche contribuendo in questo modo a diffondere la conoscenza del tartufo in occasioni diverse. 9

10 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Le Associazioni di tartufai rivestono grande importanza nel contribuire da un lato alla conservazione e alla tutela del patrimonio tartufigeno regionale e dall altro nel promuovere e diffondere ad un pubblico sempre maggiore la conoscenza del tartufo come prodotto tipico. Il numero in continuo aumento di raccoglitori che si iscrivono alle Associazioni dimostra un crescente interesse verso questo settore a cui si aggiungono le iniziative promosse da diverse amministrazioni pubbliche ed enti di ricerca che investono risorse per svolgere studi sempre più approfonditi sia sulle caratteristiche biologiche e di coltivazione del tartufo che sugli aspetti economici legati ad esso. Un esempio è quello della Provincia di Pisa che, per valorizzare e tutelare ulteriormente il tartufo di provenienza locale, ha promosso il marchio Amico del tartufo, riservato ai ristoranti del territorio provinciale e di fuori provincia rispettosi di un preciso regolamento e disciplinare d uso. Altro importante frutto della collaborazione tra amministrazione comunale e associazione di tartufai, è il laboratorio di trasformazione di San Giovanni d Asso realizzato nel 2008 dal Comune con apposito finanziamento del Gal Leader Siena e dato in gestione all Associazione tartufai senesi, con l intento di accorciare la filiera del tartufo e garantire il prodotto trasformato anche fuori stagione. 10

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