LA RESPONSABILITA DEGLI ENTI E DELLE SOCIETA EX D. LGS. 231/ aprile 2009

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1 LA RESPONSABILITA DEGLI ENTI E DELLE SOCIETA EX D. LGS. 231/ aprile 2009 Relatore: Co-relatore: Avv. Riccardo Nalin Ing. Andrea Semino

2 D. LGS. 231/2001 Responsabilità Amministrativa Persone Giuridiche - Società - Enti Convenzione OCSE 17/12/97 Legge Delega n 300/2000

3 PRINCIPIO BASE: Le società possono essere sanzionate per reati commessi dai vertici o da dipendenti e collaboratori

4 Responsabilità penale personale dell autore REATO Obbligazione civile della società per la multa o ammenda in caso di insolvenza del reo - artt. 196 e 197 Cod. Pen. Responsabilità amministrativa della società

5 SOGGETTI INTERESSATI Enti con personalità giuridica Società e Associazioni anche senza personalità giuridica SOGGETTI ESCLUSI Stato Enti pubblici territoriali e Enti pubblici non economici Enti con funzioni di rilievo costituzionale

6 NON E RILEVANTE Forma Societaria (anche società di persone) Dimensione Tipo di attività svolta SONO ESCLUSE Le imprese individuali

7 PRESUPPOSTI RESPONSABILITA EX D. LGS. 231/2001 Oggettivi Soggettivi

8 PRESUPPOSTO OGGETTIVO COMMISSIONE DI ALCUNI PARTICOLARI REATI TASSATIVAMENTE ELENCATI nell interesse a vantaggio oppure DELLA SOCIETA

9 E ESCLUSA LA RESPONSABILITA DELLA SOCIETA SE: Il reato è stato commesso nell interesse ESCLUSIVO dell autore o di terzi

10 ELEMENTO OGGETTIVO ELENCAZIONE ESPRESSA REATI RILEVANTI PROGRESSIVO AMPLIAMENTO ELENCO

11 REATI PRESUPPOSTO DELLA RESPONSABILITA EX D. LGS. 231/2001 A) - B) - Delitti contro la pubblica amministrazione (indebita percezione di erogazioni, truffa ai danni dello Stato o Enti pubblici, corruzione, concussione Falsità in monete, carte di pubblico credito, valori di bollo C) - Reati societari: (false comunicazioni sociali, illegale riparto di utili, falso in bilancio, ecc.) segue

12 D) - E) - Delitti con finalità di terrorismo o eversione Delitti contro la personalità individuale (schiavitù tratta di persone prostituzione e pornografia minorile, ecc.) F) - Reati connessi ad abusi di mercato (abuso di informazioni privilegiate e manipolazione del mercato) G) - Reati in materia di sicurezza sul lavoro (omicidio colposo e lesioni gravi e gravissime colpose) F) - Molto probabile prossimo allargamento a reati ambientali

13 PRESUPPOSTO SOGGETTIVO REATO COMPIUTO DA: A) - B) - Soggetti in posizione apicale (con funzioni di rappresentanza, direzione, amministrazione, gestione e controllo anche di fatto dell ente o di unità autonome) Persone sottoposte a direzione o vigilanza (dipendenti, collaboratori, agenti, ecc.)

14 RESPONSABILITA EX 231/01 Per reato consumato Per reato tentato SANZIONI RIDOTTE DA 1/3 A 1/2

15 SANZIONI PER LA SOCIETA Sanzioni pecuniarie Sanzioni interdittive Confisca Pubblicazione della sentenza

16 SANZIONI PECUNIARIE SI APPLICANO SEMPRE Viene stabilito un n di quote di sanzione (da 100 a 1000) Viene stabilito il valore di ogni quota (da 258,32 ad 1549,37) L importo della sanzione pertanto varia da ,00 a ,00 Non è ammesso pagamento in misura ridotta

17 NUMERO DELLE QUOTE Gravità del fatto Grado di responsabilità dell Ente Attività svolta per eliminare o attenuare le conseguenze e per prevenire ulteriori illeciti VALORE DI OGNI QUOTA Condizioni economiche e patrimoniali dell Ente

18 DELLA SANZIONE RISPONDE SOLO LA SOCIETA CON IL SUO PATRIMONIO IL CREDITO DELLO STATO PER SANZIONI E PRIVILEGIATO

19 SANZIONI INTERDITTIVE Interdizione dell esercizio dell attività Sospensione o revoca di autorizzazioni, licenze, concessioni funzionali alla commissione dell illecito Divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione Esclusione e revoca di finanziamenti, sussidi, agevolazioni, contributi Divieto di pubblicizzare beni e servizi

20 SANZIONI INTERDITTIVE Applicate solo se espressamente previste in caso di: Profitto rilevante per reati commessi da soggetti apicali o da sottoposti a causa di gravi carenze organizzative Reiterazione degli illeciti

21 SANZIONI INTERDITTIVE Di norma di durata temporanea da 3 mesi a 2 anni Applicate in via definitiva se: Già applicate temporaneamente 3 volte in 7 anni L Ente o una unità organizzativa ha come scopo principale il compimento di reati

22 LE SANZIONI INTERDITTIVE NON SI APPLICANO SE PRIMA DEL PROCESSO: L Ente ha risarcito il danno ed eliminato le conseguenze L Ente ha adottato modelli organizzativi idonei a prevenire i reati L Ente ha messo a disposizione il profitto conseguito per la confisca

23 LE SANZIONI INTERDITTIVE POSSONO ESSERE APPLICATE ANCHE IN VIA CAUTELARE (PRIMA DEL PROCESSO) Se vi sono gravi indizi di responsabilità ex D. LGS. 231/01 Se c e pericolo di nuovi reati

24 POSSIBILITA DI ESCLUDERE LA RESPONSABILITA DELLA SOCIETA ATTRAVERSO: Adozione preventiva di un modello di organizzazione e gestione idoneo a prevenire i reati Incarico di vigilare sul funzionamento e aggiornamento dei modelli a un Organismo di Vigilanza

25 L ADOZIONE DEL MODELLO ORGANIZZATIVO E l unico modo per escludere la responsabilità dell Ente E opportuna per evitare azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori (adeguatezza organizzativa, amministrativa e contabile)

26 COSTRUZIONE MODELLO ORGANIZZATIVO Su misura per le diverse realtà organizzative In base all analisi preventiva dell <esposizione> dell azienda in merito ai reati contemplati nel corpo di legge Nota Importante Sul mercato, sono reperibili diverse linee guida (es. Confindustria) per la definizione di modelli organizzativi ex. D.Lgs.231: perché siano validi, DEVONO ESSERE CALATI SULLA REALTA AZIENDALE

27 PROCESSO DI RISK MANAGEMENT 1. Mappatura processi a rischio 2. Elenco rischi potenziali (per processo) 3. Analisi del sistema di controllo preventivo esistente ( protocolli - procedure ) 4. Valutazione dei rischi residui (non coperti dai controlli preventivi) 5. Adeguamento Sistema di Controllo preventivo esistente NO Rischio accettabile? SI RISULTATO = SISTEMA di CONTROLLO in grado di PREVENIRE I RISCHI

28 RISCHIO ACCETTABILE Sistema di prevenzione tale da non poter essere aggirato se non FRAUDOLENTEMENTE

29 MODALITA OPERATIVE REALIZZAZIONE MODELLO ORGANIZZATIVO: 1. Esame ambiti aziendali di attività Creazione mappa aree aziendali a rischio reato 2. Analisi rischi potenziali Creazione mappa possibili modalità attuative dei reati 3. Valutazione, costruzione, adeguamento del sistema dei controlli preventivi

30 PRINCIPI DI CONTROLLO Ogni operazione deve essere: verificabile, documentata, coerente, congrua Nessuno può gestire autonomamente un intero processo I controlli devono essere documentati

31 COMPONENTI DEL SISTEMA DI CONTROLLO PREVENTIVO: Codice etico Sistema organizzativo formalizzato e chiaro (organigramma, mansionario, principi di controllo) Procedure manuali ed informatiche di controllo (separazione dei compiti, firme congiunte, quadrature, ecc.) - segue -

32 COMPONENTI DEL SISTEMA DI CONTROLLO PREVENTIVO: Assegnazione poteri autorizzativi e di firma Sistemi di controllo e di segnalazione di situazioni anomale Comunicazione e formazione del personale

33 ORGANISMO DI VIGILANZA Monocratico o collegiale Adeguato alla realtà Anche con componenti esterni (garanzia di maggiore indipendenza)

34 CARATTERISTICHE DELL ORGANISMO DI VIGILANZA Autonomia e indipendenza Professionalità (capacità e poteri) Assunzione di Responsabilità Continuità di azione Preferibilmente NO: Dipendenti Operativi Indicativamente SI : Internal Auditor Opzione Migliore: Organo appositamente costituito

35 COMPITI DELL ORGANISMO DI VIGILANZA Vigila su effettività e adeguatezza del modello organizzativo Valuta l attualità del modello Propone i necessari adeguamenti e verifica la loro adozione Riceve le informazioni che obbligatoriamente devono essergli date in relazione ai controlli effettuati e ad ogni anomalia da chiunque rilevata

36 PER LE AZIENDE DI LIMITATE DIMENSIONI ( fino a 3-5 dipendenti) Valgono le stesse regole in merito alla responsabilità, alle esimenti e alla natura dell Organismo di Vigilanza I modelli organizzativi possono essere semplificati

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