Roma, 17 Giugno Legacoop - Via G. A. Guattani, 9 - Salone Basevi
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- Margherita Giorgi
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1 FONDI COMUNITARI I FONDI EUROPEI ED IL RUOLO DELLA COOPERAZIONE Roma, 17 Giugno 2014 Legacoop - Via G. A. Guattani, 9 - Salone Basevi Giorgio Gemelli Resp. Funzione Progetti interterritoriali e intersettoriali
2 Quella di oggi è un ulteriore tappa del lavoro che la nostra Organizzazione sta svolgendo ai diversi livelli nazionale e regionale per contribuire all attuazione dei Fondi Comunitari Un impegno cha stiamo svolgendo anche nel quadro delle azioni comuni svolte nell Alleanza Cooperative Italiane la quale ha formulato proposte di merito che sottolineano in particolare come la cooperazione può fungere da facilitatore e da forza aggregante della domanda di sviluppo, di occupazione, di inclusione sociale in tutto il Paese ed in particolare nel Mezzogiorno dove la crisi economica è più marcata (ne risentono anche le imprese cooperative) e dove si impone un cambio di passo nell attuazione politica e nell atteggiamento della sua classe dirigente. Siamo in una fase molto delicata ed importante: come sapete il 22 aprile il Governo Italiano ha inviato l Accordo Partenariato alla Commissione Europea dopo aver accolto alcuni suggerimenti ed indicazioni da esse proposte. Sono ora in via di definizione i processi per l individuazione delle strategie sulla base delle quali impostare i Programmi Operativi Nazionali ed i Programmi Operativi Regionali che devono essere redatti e presentati entro il 22 luglio. Nel Seminario di oggi vogliamo fare il punto del percorso per socializzare le informazioni sullo stato dell arte, confrontarsi, specificare le priorità del sistema Legacoop e per valutare eventuali tematiche emergenti. Pertanto, esso è finalizzato ad: aggiornare sulla versione definitiva dell Accordo di Partenariato e sull iter di definizione dei Programmi Operativi Nazionali e Regionali condividere linee di priorità ed opportunità per la cooperazione raccogliere contributi ed indicazioni dei regionali e dei settori nazionali di Legacoop per condividere metodi di intervento ai tavoli di partenariato concordare un percorso di lavoro comune, eventuali tappe di approfondimento, individuare un gruppo di coordinamento interdisciplinare ed intersettoriale sulle tematiche del programma. Nel merito voglio brevemente ricordare che la nostra valutazione sul documento è stata positiva per il percorso proposto di realizzazione del programma e di verifica dei risultati, interpretando in modo coerente le indicazioni della Commissione Europea. 2
3 Il metodo innovativo scelto contiene positività da apprezzare: concentrazione tematica, coinvolgimento del partenariato, l importanza di azioni di sviluppo ben mirate e legate a risultati attesi definiti, concentrazione delle risorse e semplificazione della governance, definizione di progetti operativi plurifondo. Inoltre la linea proposta identifica un ruolo importante del presidio nazionale necessario per affrontare, con una visione sistemica, limiti e criticità che si sono manifestati nei precedenti cicli di programmazione dei fondi. Da questo punto di vista si pone anche il problema della reale prospettiva del ruolo dell Agenzia per la coesione territoriale varata nel decreto del Governo nell agosto scorso che può essere utile per una verifica e monitoraggio più sistematico dell uso dei fondi, per dare maggiore sostegno ed assistenza tecnica alle amministrazioni interessate, per assumere anche compiti diretti di gestione per progetti sperimentali, ma anche intervenire in casi definiti di grossi ritardi ed inadempienze. Un altra questione che vorrei sottolineare è quella sul ruolo del partenariato nelle diverse fasi: quella in corso e nella fase attuativa del programma. Infatti il suo ruolo sancito e rafforzato nei documenti dell Unione Europea sta portando utilità nella fase di valutazione e monitoraggio ma anche nella fase preparatoria delle politiche e dei programmi, nonché delle modalità di attuazione degli stessi, laddove il partenariato è stato realmente rappresentativo ed effettivamente coinvolto e pertinente rispetto alle politiche programmate. Si pone ora il problema del coinvolgimento del partenariato economico e sociale nel processo discendente della programmazione, che prevede un ruolo attivo nella definizione dei bandi e nei percorsi di scouting del progetti cantierabili nell attivare azioni di coprogettazione strategica territoriale gestite in cooperazione tra il livello nazionale e il livello regionale, selezionando aree specifiche e coinvolgendo attori privati e pubblici coerenti con i progetti presentati. Nella logica di sharing responsibility, la cooperazione potrebbe, inoltre, collaborare in stretta connessione con le Amministrazioni Pubbliche per attivare Fondi comunitari integrandoli con altri strumenti finanziari per potenziarne gli effetti ed attivando reti operative con il supporto di strumenti tecnici di sistema nazionali e territoriali. Una possibile strada per realizzare quanto descritto è l adozione più diffusa dello strumento della sovvenzione globale applicabile nelle iniziative di sviluppo dell economia sociale, (formazione, innovazione, creazione d impresa, microcredito). Inoltre, accanto ai Programmi operativi regionali, va rafforzato il ruolo dei Programmi operativi nazionali in tutto il Paese e specialmente nel Mezzogiorno poiché non va 3
4 sottovalutato il valore strategico nazionale dei fondi su alcuni interventi e su cui la cooperazione può agire sulla base della rete sistemica che rappresenta. L importanza del metodo innovativo che ha portato alla concentrazione della programmazione nelle tre principali opzioni strategiche - Mezzogiorno, Città, Aree interne - costituisce un tentativo di porsi con un ottica nuova di fronte alle questioni di politica economica. Rispetto a tutte tre le opzioni la cooperazione più essere uno strumento efficace di Sviluppo perchè prefigura un azione pregevole di medio/lungo periodo. E importante concentrare le risorse su poche ma selezionate aree tematiche: ricerca ed innovazione, capitale umano, politiche attive del lavoro, reti infrastrutturali immateriali, efficienza energetica, tutela dell ambiente, semplificazione delle procedure degli incentivi, investimenti (favoriti da istituti, come agli accordi di programma, che coordino ed integrino interventi pubblici e privati). Come dicevo abbiamo partecipato già ad alcuni appuntamenti partenariali relativi ai Programmi Operativi Nazionali Legalità ed Istruzione dove abbiamo formalizzato alcune proposte; in particolare sul PO Legalità abbiamo posto la problematica legata alla gestione dei protocolli di legalità tra Ministero dell Interno ed Associazioni di categoria (il nostro è stato siglato il 14 novembre) e la questione dell utilizzo dei beni confiscati, condividendo anche alcune indicazioni formulate dall Associazione Libera. Siamo interessati ovviamente anche agli altri Programmi Operativi per esempio quello sull occupazione, imprese e competitività, ricerca ed innovazione e quello sull inclusione sociale dove avvertiamo la necessità di valorizzare a pieno le proposte ed il ruolo importante che la cooperazione sociale ha assunto per la tenuta del welfare nel nostro Paese. Ai vari livelli inoltre abbiamo partecipato alla programmazione dei PSR per lo sviluppo rurale e quello sulla pesca. Inoltre, un impegno notevole delle nostre strutture regionali, ha caratterizzato il contributo della cooperazione per sostenere una strategia sistemica di spesa delle risorse comunitarie che abbia un alta efficacia economica e sociale e la capacità di alimentare un disegno strutturale di crescita. A tale proposito, voglio sottolineare alcuni temi che in quelle sedi ed in generale abbiamo evidenziato in rapporto anche alle aree tematiche. Intanto sugli indirizzi generali, la cooperazione ha condiviso le azioni proposte nel documento rispetto alle quali essa può far da collettore e da forza aggregativa della domanda di sviluppo e inclusione sociale del Paese. Le opzioni strategiche Città e Aree interne sono al centro dei campi di sviluppo cooperativo e si intersecano con gli orientamenti che stanno prendendo le cooperative. Per quanto riguarda le Città, nuovo 4
5 welfare, housing sociale e piani di rigenerazione urbana, servizi avanzati alle imprese, mobilità sostenibile, servizi pubblici sono settori dove la cooperazione, nelle sue varie forme cooperative sociali e socio sanitarie, cooperative tra professionisti, cooperative di utenza e di consumo, cooperative di lavoro e di servizi sta sperimentando nuovo sviluppo. Anche per quanto riguarda le Aree interne, la cooperazione vanta alcune esperienze cooperazione di comunità, cooperazione agroalimentare - di sviluppo e di valorizzazione di quei territori in cui il lento spopolamento, il progressivo ritiro dello Stato e l abbandono dell azione pubblica stanno comportando un arretramento economico e sociale da scongiurare. In tal senso, sarebbe opportuno accogliere favorevolmente la proposta di lanciare alcuni progetti pilota (per es., nell agroalimentare, nella tutela idrogeologica, nella tutela dei beni comuni, nei servizi sociali e nel turismo sostenibile, sostenendo l interrelazione fra turismo sostenibile, produzioni agroalimentari tipiche e di qualità, tutela ambientale, silvicoltura e artigianato tradizionale). Sempre in generale, abbiamo privilegiato tutte quelle azioni che favoriscono maggiore occupazione femminile e giovanile, il sostegno all accesso al credito e alla capitalizzazione micro cooperativa, l innovazione e la competitività dell impresa, il sostegno al rafforzamento della rete di welfare sociale e sanitario, la promozione dell export, il rafforzamento e la strutturazione della filiera agroalimentare, efficientamento energetico, energia sostenibile e tutela ambientale, il sostegno alle imprese che gestiscono beni confiscati alla mafia, la promozione del turismo, il consolidamento della rete di gestione dei beni culturali, la riqualificazione dei centri storici, anche nell ottica di valorizzazione del commercio e dei mestieri artigiani. Così come, auspichiamo interventi di sviluppo nel trasporto pubblico locale, nella logistica come nella gestione dei servizi ambientali, dove le cooperative di lavoro dimostrano di essere imprese al servizio del territorio, capaci di operare attraverso reti che contribuiscono a rendere le città più funzionali e sostenibili sia sul piano economico che sotto il profilo ambientale. L auspicio ovviamente è che l effettiva realizzazione delle politiche sia decisamente orientato alle PMI con interventi di accessibilità tarati anche rispetto alle esperienze ed alle caratteristiche delle imprese cooperative. In ragione di ciò, sottolineiamo l importanza di riconoscere una premialità per le imprese che si presentano in rete o che promuovono partnership territoriali o che mantengono un radicamento nel territorio e l importanza delle proposte contenute nel documento nelle caratteristiche dei bandi da lanciare con il coinvolgimento del partenariato in modo da ridurre le asimmetrie informative tra imprese, rafforzando così l efficacia delle azioni ed il raggiungimento dei risultati attesi. In conclusione il nostro obiettivo principale ed il nostro impegno è quello di superare anche limiti che, nella precedente programmazione non hanno consentito alla cooperazione di 5
6 incidere in maniera significativa alla predisposizione di piani, programmi ed interventi, pur essendo parte attiva nel partenariato, ma senza appunto riuscire ad indirizzare in modo sistemico e strategico, le reali necessità del mondo cooperativo nella programmazione in ogni sua declinazione (europea, nazionale e regionale). Con questi intendimenti, Legacoop, ma penso di poter dire, tutta l Alleanza delle Cooperative Italiane, per il lavoro proficuo comune che stiamo svolgendo, è pronta e si attrezza a fare la sua parte per contribuire alle strategie dell unione Europea per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva e per sostenere un azione strutturale che aiuti il Paese nel superamento della crisi. 6
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