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1 Capitolo 4 L utilità economica e l equilibrio del consumatore 1. Nozione Per utilità economica s intende la capacità di un bene di soddisfare un determinato bisogno. 2. Tipi di utilità Tipi utilità totale. Somma dell utilità che un individuo ricava da ogni dose consumata di un bene; utilità marginale. È l incremento che l utilità totale ha per effetto del consumo di un ulteriore dose o unità del bene considerato (o, allo stesso modo, è l utilità derivante dall ultima dose consumata del bene). La curva dell utilità marginale Analisi economica 1 Dato un bene, il consumo successivo di una sua dose (1 a, 2 a, 3 a ) dà all individuo un grado di soddisfazione via via minore (legge dell utilità marginale decrescente). 2 Nel momento in cui l individuo sente completamente soddisfatto il proprio bisogno, il consumo di ogni ulteriore dose del bene non gli procurerebbe alcuna utilità o addirittura potrebbe suscitargli una sensazione di saturazione (disutilità). Analisi grafica ❶ Nel grafico l utilità è misurata sull asse delle ordinate, essa infatti è la variabile dipendente in quanto varia al variare della quantità del bene che l individuo decide di consumare. In corrispondenza del consumo della prima dose (OA) è associato il grado di utilità più alto (AM), alla seconda dose (OB) un grado leggermente inferiore (BN) e così via. In corrispondenza della sesta dose (AF) l utilità è, invece, nulla. Se il consumatore decidesse di consumare un ulteriore dose del bene, la 7 a (OG), l utilità diverrebbe negativa. ❷ La pendenza della curva è misurata dal rapporto ΔU/Δx, dove Δx rappresenta la variazione della quantità del bene consumata. Utilità M N O P Q R O A B C D E F G Dosi del bene X Capitolo 4 - L utilità economica e l equilibrio del consumatore 15

2 3. Piano del consumatore Ripartizione della ricchezza del consumatore, limitata per definizione, in modo tale che i diversi beni acquistati presentino la stessa utilità marginale ponderata, cioè il medesimo rapporto tra l utilità marginale del bene e il prezzo del bene stesso. 4. Le curve di indifferenza Esprimono tutte le combinazioni possibili di due beni che sono equivalenti per il consumatore, in quanto arrecano uno stesso livello di utilità totale. In generale, è possibile disegnare non solo una curva d indifferenza ma un intera famiglia di curve che viene detta mappa d indifferenza. A curve d indifferenza più alte corrispondono livelli di utilità maggiori. LE CURVE D INDIFFERENZA e il sms P I III II 0 N Saggio marginale di sostituzione (SMS): indica in che misura il consumatore è disposto a scambiare un bene con un altro, fermo restando il suo livello di soddisfazione, e quindi rappresenta l inclinazione delle curve d indifferenza. Quando le curve d indifferenza sono convesse, il saggio marginale di sostituzione è decrescente: il consumatore rinuncia ad una certa quantità di un bene in cambio di un unità addizionale dell altro. Così dati due beni, ad esempio patatine (P) e noccioline (N), il SMS tra P e N è pari a: SmS = ΔP ΔN Quando le curve d indifferenza sono inclinate negativamente, quindi, il SMS è sempre negativo. In tutti questi casi il segno si può omettere e si considera solo il suo valore assoluto, ovvero SmS = ΔP ΔN La relazione fra utilità e curve d indifferenza Per analizzare la relazione esistente fra utilità e curve d indifferenza si ricorre al calcolo differenziale. 16 Parte Prima - Microeconomia

3 Supponiamo allora che Franco abbia una funzione di utilità del tipo U(P, N), dove P rappresenta la quantità di patatine e N la quantità di noccioline. L utilità marginale di Franco per le patatine, UM P, è la quantità di piacere aggiuntivo che egli trarrebbe dal consumare un po più di patatine. Matematicamente, l utilità marginale di un bene non è altro che la derivata parziale della funzione di utilità rispetto al bene stesso, mantenendo costante la quantità dell altro bene considerato. Per le patatine sarà: U (1) Um P ( P,N) ( P + ΔP,C) U( P,N) = lim = ΔP 0 ΔP U ( P,N ) ΔP Ovviamente l utilità marginale del bene N si ottiene con lo stesso procedimento. È necessario ora stabilire quali combinazioni di P e N, arrecano a Franco lo stesso livello di soddisfazione nel consumo. Supponiamo che tale livello sia pari a U*, possiamo allora scrivere l insieme delle combinazioni come U* = U(P, N); quest ultima espressione rappresenta una curva d indifferenza con un livello di utilità pari a U*. Possiamo esprimere la sua pendenza (ovvero il saggio marginale di sostituzione, SMS) in termini di utilità marginali, determinando le variazioni di P e N che lasciano inalterato il livello di utilità. Differenziando totalmente l equazione si avrà che: ( ) P U P,N (2) du* = 0 = ( ) N U P,N dp + Um p dp + Um N dn L equazione precedente indica che una variazione infinitesima in aumento dell utilità di P, moltiplicata per la variazione di P stesso, sommata all utilità aggiuntiva di N, anch essa moltiplicata per la variazione di N stesso, dà, e deve dare, come risultato zero. Ciò infatti implica che se Franco aumenta il consumo di uno dei due beni, deve diminuire il consumo dell altro bene se vuole conseguire lo stesso livello di soddisfazione e rimanere, dunque, sulla stessa curva d indifferenza. Riordinando i termini dell equazione (2) si ottiene: dp dn = Um N Um B dove l espressione dp non è altro che il saggio marginale di sostituzione fra i due beni, per variazioni infinitesimali, per cui la pendenza della curva d indifferenza è l opposto (negativo) del rapporto dn delle utilità marginali dei due beni. Facciamo un esempio. Supponiamo che Franco abbia la seguente funzione di utilità U(P, N) = 5PN. Calcoliamo il saggio marginale di sostituzione, ricordando che per variazioni infinitesime delle quantità consumate bisogna ricorrere al calcolo differenziale. Si ha, allora: Um P = du dp = 5N Um N = du dn = 5P SmS = 5N 5P = N P 5. Altre forme delle curve d indifferenza Altre forme delle curve d indifferenza: nel caso di beni perfetti sostituti la mappa di indifferenza è formata da una serie di rette parallele tra di loro (Fig. 1) e il SMS è costante; nel caso di beni perfetti complementi la mappa delle curve di indifferenza è formata da una serie di curve ad angolo retto (Fig. 2); Capitolo 4 - L utilità economica e l equilibrio del consumatore 17

4 nel caso di due beni, uno dei quali è un male (un male è un bene il cui maggiore consumo fa diminuire la soddisfazione del consumatore) la mappa delle curve di indifferenza è formata da una serie di curve crescenti (Fig. 3). Inoltre, le curve d indifferenza che si trovano più in basso rappresentano combinazioni di un bene e di un male che assicurano al consumatore una soddisfazione più alta (si veda il punto B nella Fig. 3: contiene la stessa quantità di male Y del punto A, ma una quantità maggiore del bene X); nel caso di due mali la mappa delle curve d indifferenza è formata da una serie di curve decrescenti ma concave (Fig. 4) e il saggio marginale di sostituzione è crescente. Anche in questo caso, curve d indifferenza più basse sono preferite a curve d indifferenza più alte (nella Fig. 4 il punto C sarà preferito al punto D, C contiene quantità minori dei due mali). Altre forme delle curve d indifferenza Burro Sci I 1 I 2 I X Y Z Margarina Attacchi Fig. 1 - Beni sostituti perfetti Fig. 2 - Beni perfettamente complementari Male Y Male Y A B I 1 I 2 C D I 2 I 1 Bene X Male X Fig. 3 - Un male e un bene Fig. 4 - Due mali 18 Parte Prima - Microeconomia

5 6. Vincolo di bilancio Rappresenta l ammontare massimo di reddito che il consumatore può destinare all acquisto di un determinato paniere di beni. Supponendo che il consumatore debba scegliere solo fra due beni, x e y, i cui prezzi sono, rispettivamente, p x e p y, e indicando con R il reddito a disposizione, dati i prezzi dei beni, il consumatore può acquistare una combinazione dei due beni, tale che la spesa al massimo eguagli il reddito: p x x + p y y R L equazione di una generica retta di bilancio è, invece: p x x + p y y = R. Esplicitando l espressione rispetto a y, si ha che: y = r p x x y = r p x x, dove r rappresenta p y p y p y p y il valore dell intercetta sull asse delle ordinate, e p x è il coefficiente angolare e rappresenta la pendenza della retta di bilancio. Chiaramente l intercetta sull asse delle ascisse sarà pari a r p x. p y 7. Equilibrio del consumatore Situazione in cui il consumatore consegue la massima utilità con le risorse a sua disposizione. La scelta ottimale del consumatore Analisi economica 1 Il consumatore massimizza la propria utilità quando, tenuto conto del suo reddito, sceglie la combinazione di beni che gli assicura l utilità più alta (punto H nel grafico). 2 Ogni altra combinazione, acquistabile dal consumatore (ad esempio quella individuata dal punto K), risulterà avere un grado di soddisfazione minore di quello rappresentato dal punto di equilibrio, poiché giacente su una curva d indifferenza più bassa. Combinazioni che assicurano un grado di soddisfazione maggiore non sono raggiu ngibili (punto J nel grafico), perchè il reddito spendibile è insufficiente. Analisi grafica ❶ La combinazione ottima sarà data dal punto di tangenza fra la curva di indifferenza (che corrisponde all utilità) e la retta di bilancio (ovvero il vincolo di portafoglio). Questo punto (punto H) assicura la massima utilità dato un certo reddito e dati certi prezzi dei beni X e Y. In tale punto si avrà l uguaglianza delle utilità marginali ponderate, poiché le pendenze delle due curve saranno uguali. Infatti: U max U may = P x P y Saggio marginale di sosti- rapporto tra i prezzi, zione, ovvero pendenza = ovvero pendenza della curva di indifferenza della retta di bilancio Con alcuni passaggi matematici, tale uguaglianza diventa: U max P x = U may P y Capitolo 4 - L utilità economica e l equilibrio del consumatore 19

6 che esprime, appunto, l uguaglianza delle utilità marginali ponderate. Bene Y B K H I J IV III II O A Bene X 20 Parte Prima - Microeconomia

7 Capitolo 4 La domanda aggregata e il moltiplicatore 1. Nozione La domanda aggregata (AD) è la domanda di beni e servizi prodotti all interno di un determinato Paese, proveniente da individui, imprese e governo, sia nazionali che esteri. Essa è pari, dunque, alla somma di consumi (C), investimenti (I), spesa pubblica (G) ed esportazioni nette (esportazioni importazioni = E - M): AD = C + I + G + (E M) Secondo i neoclassici la domanda aggregata è determinata dall offerta, nel senso che tutto ciò che viene prodotto sarà comunque venduto (legge degli sbocchi o legge di Say). Secondo Keynes, invece, è la domanda aggregata a determinare il livello complessivo della produzione e, quindi, del reddito nazionale. 2. Composizione della domanda Domanda aggregata consumi investimenti spesa pubblica esportazioni nette propensione al consumo. Entità della variazione dei consumi totali all aumentare del reddito; propensione marginale al consumo. È pari al rapporto fra l incremento del consumo e l incremento del reddito registrato. Y C I G (E M) Reddito = Consumi + Investimenti + C C 0 cy Spesa pubblica + Esportazioni nette Consumi = Consumi necessari e, quindi, fissi + Propensione al consumo 3. Relazione tra consumi e risparmi Il risparmio, secondo Keynes, non dipende dal tasso d interesse, come sostenuto dai neoclassici, ma è una variabile residuale del reddito. Infatti, all aumentare del reddito ogni individuo una volta soddisfatti i bisogni necessari tenderà ad accrescere la quota di reddito risparmiata. Ciò spiega, secondo l economista, la sistematica inferiorità della domanda aggregata rispetto all offerta. Capitolo 4 - La domanda aggregata e il moltiplicatore 77

8 S Y C Risparmi = Reddito Consumi S Y C 0 cy Risparmi = Reddito Consumi primari Propensione al consumo S C 0 (1 c) Y Risparmi = Consumi primari + Propensione marginale al risparmio 4. Il reddito d equilibrio e il moltiplicatore Nel modello keynesiano il reddito di equilibrio è pari alla domanda aggregata: Y = AD Ipotizzando, per il momento, che la spesa pubblica sia pari a zero e che non vi siano rapporti economici con l estero, avremo che: Y = C + I Y = C 0 + cy + I Indicando con A tutte le componenti che non dipendono dal reddito, avremo che: Y cy = A Y(1 c) = A Y= 1 (1-c) a In pratica l ultima equazione indica che in equilibrio il reddito è direttamente proporzionale al livello degli investimenti e al parametro C 0 che, come detto, rappresenta i consumi autonomi; l espressione 1/ (1 c) è il moltiplicatore keynesiano, e rappresenta il reciproco della propensione marginale al risparmio. Il moltiplicatore è sempre superiore ad 1, ciò in quanto c, la propensione marginale al consumo, è inferiore all unità e quindi il denominatore, sempre positivo, è sempre inferiore a uno. Il moltiplicatore, dunque, è tanto più elevato quanto più la propensione marginale al consumo è prossima all unità. Ciò significa che un aumento di una delle componenti di A determinerà un incremento più che proporzionale del reddito. 78 Parte Seconda - Macroeconomia

9 Ad esempio, se aumentano gli investimenti, il moltiplicatore avrà sul reddito nazionale i seguenti effetti: ΔI Aumento degli investimenti Effetto diretto Da Aumento domanda aggregata Effetto indiretto ΔY Aumento del reddito C Aumento dei consumi Analisi economica Il moltiplicatore 1 Il reddito d equilibrio presuppone l eguaglianza domanda aggregata = produzione. Infatti, in un economia chiusa il reddito può essere impiegato in consumi, investimenti, spesa pubblica. 2 Un aumento della spesa autonoma (parte della domanda aggregata indipendente dal reddito) deve accrescere il livello d equilibrio del reddito. ➂ Il reddito aumenterà di un multiplo dell aumento della spesa autonoma. Infatti all aumento del reddito segue, dal lato della domanda, un aumento del consumo fino a raggiungere un nuovo punto di equilibrio fra produzione e domanda aggregata. Analisi grafica ❶ Per il grafico qui proposto valgono le stesse considerazioni fatte a proposito della funzione del consumo. Anche qui la retta a 45 indica i punti per cui domanda aggregata e produzione sono in equilibrio. Rispetto al grafico precedente, però, sono state inserite altre due componenti della domanda aggregata (gli investimenti e la spesa pubblica): queste due grandezze non dipendono dal reddito, così che esse possono essere rappresentate da due rette parallele alle ascisse. In un economia chiusa e senza spesa pubblica l eguaglianza reddito-domanda aggregata è data dalla formula Y = C + 1. Il reddito di equilibrio è dunque B (punto delle ascisse che corrisponde al punto E). ❷ Se ora supponiamo di introdurre la spesa pubblica, avremo che Y = C + I + G. Se la domanda aggregata aumenta, deve aumentare anche la produzione affinché vi sia equilibrio. La nuova retta della domanda aggregata verrà traslata verso l alto in ogni punto di un ammontare pari a G e, di conseguenza, intersecherà la retta a 45 in un punto più alto (punto K cui corrisponde un reddito J). ❸ La variazione sul reddito conseguente all introduzione della spesa pubblica nel modello è misurata dal tratto BJ. Come si vede tale tratto è superiore alla spesa pubblica G. Graficamente ciò è dovuto al fatto che la curva della domanda aggregata non è orizzontale ma inclinata positivamente (inclinazione pari a c, propensione marginale al consumo). Capitolo 4 - La domanda aggregata e il moltiplicatore 79

10 C,I,G Domanda globale ΔG E K domanda globale (C+I)+G domanda globale (C+I) consumo (C) CO 45 B ΔY J investimenti (I) spesa pubblica (G) Y 80 Parte Seconda - Macroeconomia

11 Capitolo 5 La moneta 1. La moneta Le funzioni della moneta intermediario degli scambi (i beni vengono scambiati contro moneta); riserva di valore (può essere conservata e permette di differire il momento della spesa); unità di conto (consente di esprimere il valore di qualsiasi bene in un unica unità di misura). Tipi di moneta a corso legale: banconote e monete metalliche; a corso fiduciario: moneta bancaria (assegni bancari e circolari, carte di pagamento etc.). Gli aggregati monetari per l area dell euro liquidità primaria (M 1 ). Include circolante (monete e biglietti dell istituto di emissione) e depositi in conto corrente; liquidità secondaria (M 2 ). Aggregato composto da M 1 più altri depositi a breve termine (in particolare i depositi con una durata fino a 2 anni e quelli rimborsabili con preavviso fino a 3 mesi); liquidità terziaria (M 3 ). Include M 2 ed altre categorie di passività negoziabili delle Istituzioni finanziarie monetarie (pronti contro termine, quote di fondi di investimento monetario, strumenti del mercato monetario, obbligazioni emesse con una durata inferiore ai 2 anni). Gli aggregati monetari dell area dell euro Passività delle Istituzioni finanziarie e monetarie M 1 M 2 M 3 Circolante X X X Depositi a vista X X X Depositi con cadenza fissa fino a 2 anni X X Depositi rimborsabili con preavviso fino a 3 mesi X X Pronti contro termine X Quote di fondi di investimento monetario e titoli di mercato monetario X Obbligazioni con scadenza fino a due anni X 2. La base monetaria Nozione: si definisce base monetaria la moneta legale e le altre attività finanziarie trasformabili rapidamente e senza costi in moneta legale. Può anche essere definita come l insieme delle attività finanziarie che il sistema bancario può costituire in riserva obbligatoria presso la Banca centrale a fronte dei propri depositi. Capitolo 5 - La moneta 81

12 Canali di creazione della base monetaria le altre banche, che chiedono finanziamenti alla Banca centrale, attraverso anticipazioni e risconti; in tal modo la Banca centrale inietta base monetaria nel sistema; il Tesoro, il cui fabbisogno finanziario può venire coperto con il ricorso al conto corrente di tesoreria presso la Banca centrale (tuttavia in Italia, dal 1981, la Banca centrale non è più obbligata ad acquisire i BOT che non trovano collocazione sul mercato); l estero, poiché un surplus (deficit) della bilancia dei pagamenti si traduce in una iniezione (distruzione) di base monetaria; altri settori, in cui avvengono operazioni atipiche quali l acquisto di titoli non di Stato ed altre operazioni diverse. 3. Il moltiplicatore dei depositi La base monetaria viene anche definita nella letteratura economica come moneta ad alto potenziale poiché essa costituisce la «base» per l espansione della moneta bancaria. Infatti, per ogni euro ricevuto a deposito le banche dovranno detenere riserve obbligatorie in base monetaria secondo una percentuale k fissata dalle autorità monetarie. In tal modo la banca potrà disporre liberamente della frazione (1 k) per ogni euro ricevuto e concedere prestiti. Se tali prestiti vengono reimmessi nel circuito bancario, le banche dovranno dedurre un ulteriore frazione (k) dalle somme ricevute e concedere nuovi prestiti. Formula semplificata del moltiplicatore dei depositi DB = m BM dove il simbolo DB indica l ammontare dei depositi bancari ottenuti dal deposito iniziale, BM la base monetaria e m è il moltiplicatore dei depositi, espresso come l inverso del coefficiente di riserva obbligatoria (k). In realtà la dimensione del moltiplicatore dei depositi prima definito non viene mai raggiunta: occorre infatti considerare che sia il pubblico sia le banche detengono presso di sé circolante per mantenere una scorta di liquidità. Ad ogni giro del circuito, pertanto, una certa quantità di base monetaria viene sottratta e minore risulta la quantità di depositi bancari creati. Formula del moltiplicatore con scorte di liquidità DB = Bm 1 k + a + b dove DB = ammontare finale di moneta bancaria; BM = base monetaria; k = percentuale di riserva obbligatoria; a = percentuale di base monetaria trattenuta dal pubblico come scorta; b = percentuale di base monetaria trattenuta dalle banche come scorta. 82 Parte Seconda - Macroeconomia

13 pubblico (a) è funzione inversa del tasso d interesse (i) sui depositi bancari Fattori che influenzano la moneta trattenuta come scorta banche (b) è funzione diretta del costo del rifinanziamento presso la Banca centrale (più onerose sono le operazioni di sconto cambiali, anticipazioni della Banca centrale, maggiore la scorta di liquidità); è funzione inversa del tasso di rendimento sui crediti (più gli impieghi sono remunerativi, minori sono le scorte). 4. Il sistema bancario Banca impresa autorizzata, in via esclusiva, all esercizio dell attività bancaria (art. 10, co. 2, T.U. bancario) Attività bancaria attività costituita dalla raccolta del risparmio e dall esercizio del credito (art. 10, co. 1, T.U. bancario). L esercizio dell attività bancaria è autorizzato dalla Banca d Italia previa verifica della sussistenza dei requisiti previsti dalla legge Modelli organizzativi banca specializzata: banca che offre alla propria clientela un tipo specifico di servizio e che effettua operazioni di credito solo nel breve o solo nel medio-lungo periodo gruppo polifunzionale: struttura bancaria complessa composta da una pluralità di aziende, controllate da una capogruppo (cd. holding), ognuna delle quali specializzata nello svolgimento di una specifica attività di intermediazione creditizia e finanziaria banca universale: banca che offre alla propria clientela un ventaglio completo di servizi propri del settore creditizio e finanziario Banche operanti in Italia banche nazionali: hanno sede legale in Italia banche comunitarie: hanno sede legale in uno Stato dell Unione europea diverso dall Italia banche extracomunitarie: hanno sede legale in uno Stato che non fa parte dell Unione europea Funzioni della banca moderna funzione creditizia: raccolta del risparmio e concessione di prestiti funzione monetaria: capacità di creare moneta mettendo a disposizione dei clienti strumenti (la cd. moneta bancaria) in grado di sostituire nei pagamenti la moneta legale funzione di investimento: attività di finanziamento nei confronti di enti e società che emettono titoli C C funzione di prestazione di servizi: servizi che la banca offre ai propri clienti (cassette di sicurezza, consulenza finanziaria e così via) Capitolo 5 - La moneta 83

14 Funzioni della banca moderna funzione di attuazione delle decisioni delle autorità monetarie: capacità delle banche di trasferire al mercato, e quindi ai propri clienti, le decisioni assunte dalle autorità monetarie (come la variazione dei tassi di interesse) Funzione creditizia: le operazioni bancarie attive e passive operazioni attive: operazioni con le quali la banca impiega il capitale raccolto (sconto cambiario, anticipazione bancaria, apertura di credito, mutuo bancario, leasing finanziario) operazioni passive: operazioni con le quali la banca provvede alla raccolta di fondi (deposito a risparmio, deposito in conto corrente) Organi preposti al controllo del sistema creditizio CICR: è il Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio, ha funzioni di vigilanza in materia di tutela del risparmio e di esercizio del credito Ministro dell Economia e delle Finanze: presiede il CICR e ha competenze normative nel settore bancario Banca d Italia: ha funzioni di vigilanza sul sistema creditizio e finanziario, di attuazione delle decisioni di politica monetaria assunte dalla BCE, di supervisione dei mercati monetari e finanziari, di banca dello Stato, di banca delle banche, di gestione delle riserve ufficiali di valuta estera 5. L offerta di moneta Nozione: ogni bene che assolve le funzioni di mezzo di scambio, unità di conto e riserva di valore può essere considerato moneta. Offerta di moneta circolante + depositi bancari banconote; monete metalliche. sono un multiplo della base monetaria DB = 1 k Bm. Teoria neoclassica e monetarista: l offerta di moneta è una variabile esogena: poiché la moneta non influisce sulle variabili reali del sistema ma solo sul livello generale dei prezzi (dicotomia neoclassica), gli operatori esprimono una domanda di moneta in termini reali; di conseguenza, lo stock di moneta nominale in circolazione non può derivare (o essere influenzato) dalla domanda di moneta ma deve essere considerato una variabile esogena. Teoria keynesiana: l offerta di moneta è data, in quanto sono le autorità monetarie a stabilire la quantità di moneta immessa nel circuito economico. Tale quantità può essere aumentata o diminuita a seconda degli obiettivi perseguiti dal governo. Teoria post-keynesiana: l offerta di moneta è elastica rispetto ai tassi d interesse. Le autorità monetarie fissano il tasso d interesse; quest ultimo, influenzando gli investimenti determina un certo livello di reddito cui corrisponde una data quantità di domanda di moneta; l offerta di moneta, a questo punto, si adegua (in modo endogeno) a tale livello di moneta domandata. 84 Parte Seconda - Macroeconomia

15 Se l offerta di moneta è esuberante rispetto alla domanda di moneta compatibile con il nuovo reddito, essa viene automaticamente estinta o con un rimborso dei debiti o convertendo la moneta esuberante in attività fruttifere. Qualora l offerta di moneta fosse insufficiente il pubblico può, con un procedimento opposto, pareggiare le due grandezze. Banca Centrale fissa i Gli investimenti si adeguano ad i Ι/i Il reddito è modificato dagli investimenti Y = C + I = G L offerta di moneta si adegua al reddito Md = Ms La domanda di moneta si adegua al reddito Md = ky Capitolo 5 - La moneta 85

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