ITALIA 2014: Il clima del Paese. Paper by: Nando Pagnoncelli Prepared for: UELCI
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1 ITALIA 2014: Il clima del Paese Paper by: Nando Pagnoncelli Prepared for: UELCI Milano, 22 Settembre 2014
2 Le fonti dei dati I dati presentati derivano da diverse fonti: Dati strutturali: Istat, Eurostat, Banca d Italia Banca Dati Ipsos: sondaggio settimanale sul clima sociale, politico ed economico del Paese (complessivamente interviste annue) Sondaggi ad hoc 2
3 Alcuni dati strutturali 3
4 L Italia Come sarà invecchia! l Italia nel 2050 dal punto di vista demografico? Un paese più multietnico ma più anziano: nel 2050 saremo 61milioni e gli ultrasessantacinquenni supereranno il 30% della popolazione, dal 20% attuale e gli ultraottantenni cresceranno dall attuale 5,8%al15%. Ilnumerototaledistranieripasseràdall attuale7%al17%(nelnordovestil25%,nelleisoleil3%). IlnumeromediodifigliperdonnainItaliaè1,4,pressocchèstabilenegliultimi4-5anni,mentre la speranza di vita aumenta fino a 79,4 anni per gli uomini e 84,5 per le donne (quasi un anno in più in confronto al 2006) Le donne straniere residenti mediamente partoriscono 2figli:continuaadaumentareilpesodeinatidaalmeno ungenitorestraniero:6%nel1999,oggisonoil19%(nel Nordsisuperail25%) nati stranieri FONTE: Istat, previsioni demografiche e natalità e fecondità della popolazione residente 4
5 L Italia Ma la popolazione invecchia! straniera raddoppia in 10 anni Crescita complessiva della popolazione *: +4,5% - cittadini italiani -0,7% FONTE: Istat, popolazione, residente, al 1 gennaio di ciascun anno FONTE: Istat *popolazione, al 1 gennaio
6 Cambiano le tipologie di famiglie del Paese FONTE: Istat, Eurostat 6
7 così come la distribuzione del patrimonio Dati Banca d Italia 2012 % Famiglie % Ricchezza 46% nel milioni di famiglie versus miliardi in media 1milione 670mila CETI RICCHI 9.6 milioni di famiglie versus miliardi: in media 400mila CETI MEDI BENESTANTI 12 milioni di famiglie versus 683 miliardi: in media 57mila CETI POPOLARI 10% nel 2010 Famiglie italiane: 24 milioni Ricchezza netta(no mutui e prestiti) 2012: miliardi Abitazioni: circa miliardi Investimenti finanziari: circa miliardi oltre 42% in conti titoli banche ITA(azioni, obbligazioni) dicui31%indepositiconticorrentebancheita dicuiil19%inriservetecnichediassicurazione L'Italia era un paese più egualitario negli anni '70-'80, nei '90 sono aumentati gli squilibri sociali. Negli ultimi 20 anni la situazione generale è rimasta più o meno stabile, tuttavia 2 fattori hanno modificato la piramide sociale italiana: travaso progressivo di ricchezza, dai lavoratori dipendenti agli autonomi lungo ristagno dei redditi, che ha affondato i ceti medi 7
8 Gli italiani di fronte alla crisi 8
9 Il PIL Italiano ha subito una violenta contrazione CONTO ECONOMICO DELLE RISORSE E DEGLI IMPIEGHI Anno 2013, valori in milioni di euro Note: PIL in valori concatenati con anno base 2005 in milioni di euro valori in milioni di euro Debito Debito/PIL(%) 127,0 132,6 9
10 Il 2013 è stato un anno di recessione si prevede una timida ripresa nel 2014 ma ATTENZIONE ALLE STIME «durante la Grande Recessione la crescita, in particolar modo quella a medio termine, è sempre stata abbondantemente sovrastimata» (Thomas Manfredi - studio sulle stime OECD Economic Outlook ) PIL reale: valori concatenati (base 2005=100) e crescita annua (%) +2,2 +1,7-1,2 +1,7 +0,9 +1,5 +0,4 + 3,7 + 1,9 + 0,5 0-5,1-2,4-1,9-0,1 10
11 L Italia Il PIL procapite invecchia! La frattura territoriale Andamento del PIL 2000/ Delta Nord-ovest Nord-est Centro Centro-Nord Mezzogiorno Italia
12 Leggera diminuzione della produzione industriale a luglio 105 Indice destagionalizzato (base 2010=100) Numero indice che misura la variazione nel tempo del volume fisico della produzione effettuata dall'industria in senso stretto (ovvero con esclusione delle costruzioni) e dal settore costruzioni 98, ,1 indice produzione industriale indice costruzioni ,8 93,5 93,2 96,3 95,9 96,2 89,4 86,6 74, ,8 94,1 94, ,6 83,1 82,5 95,5 92,2 91,9 94,1 91,8 91,6 91,2 92,8 91,6 92,3 92,3 90,9 91,4 90,8 91,9 91,4 91,7 91,5 92,1 90,6 92,3 91,891,4 91,5 85,1 79,7 80,5 78,9 78,4 A partire dai dati riferiti a gennaio 2013, gli indici della produzione industriale sono stati diffusi da Istat nella nuova base di riferimento 2010=100; di conseguenza, i dati riferiti agli anni sono stati rivisti 77 74,2 70,6 73,7 72,6 74,9 73,6 75,9 74,7 72,3 70,6 71, ,4 69, ,2 Lenta e altalenante la ripresa del settore delle costruzioni che sembra comunque interrompere il trend negativo degli ultimi due anni FONTE: Istat 12
13 A luglio aumenta il tasso di disoccupazione in Italia, quella giovanile scende e raggiunge quota 42,9% Valori % ,5 43,7 42,5 42,6 42,8 43,0 42,9 41,4 41,7 41,8 40,7 40,8 34,6 35,4 36,2 36,5 37,5 37,4 38,4 38,7 39,1 39,3 39,4 40,0 38,8 34,5 Italia EU EU 27 overall 28 Italia overall 24 22,7 22,8 22,9 23,0 23,1 23,3 23,4 23,5 23,4 23,3 23,4 23,3 23,3 23,4 23,3 23,3 23,0 23,0 22,8 22,8 22,5 22,3 22,1 21,8 21,8 21, ,4 10,4 10,7 10,9 11,3 11,2 11,4 11,8 11,8 11,9 12,1 12,2 12,2 12,1 12,3 12,5 12,4 12,7 12,5 12,6 12,6 12,4 12,5 12,6 12,3 12, ,8 10,8 10,5 10,5 10,6 10,7 10,8 10,9 10,9 10,9 10,9 10,9 10,8 10,8 10,8 10,8 10,7 10,6 10,6 10,5 10,4 10,3 10,3 10,2 10,2 10,1 8 4 FONTE: Istat - Eurostat Andamento del tasso di disoccupazione mensile DATI DESTAGIONALIZZATI Rapporto tra persone in cerca di occupazione e il totale di persone occupate e in cerca di occupazione Campione: popolazione 15 anni e più 13
14 La crisi della domanda interna 14
15 Il potere d'acquisto delle famiglie è stabilmente basso nel primo trimestre 2014 Valori trimestrali destagionalizzati in milioni di Euro Anno di riferimento per il potere di acquisto 2005 Famiglie totali * Il potere di acquisto è il reddito lordo disponibile delle famiglie in termini reali, ottenuto utilizzando il deflatore della spesa per consumi finali (valori concatenati con anno di riferimento 2005) FONTE: Istat 15
16 Diminuisce ulteriormente l inflazione, ormai prossima allo zero Variazioni % mese su stesso mese anno precedente variazioni % tendenziali, al lordo dei tabacchi FONTE: Istat 16
17 Nel 2013 i consumi delle famiglie sono diminuiti, soprattutto quelli dei beni non alimentari SPESA MEDIA MENSILE Per beni non alimentari Abitazione Trasporti Combustibili ed energia elettrica Abbigliamento e calzature Arredamenti, elettrodomestici e servizi per la casa Tempo libero e cultura Sanità Comunicazioni La spesa alimentare è sostanzialmente stabile. Lieve diminuzione dovuta alle strategie di contenimento della spesa messe in atto dalle famiglie per fronteggiare l aumento dei prezzi: Aumenta il numero di chi ha ridotto la qualità e/o la quantità dei generi alimentari acquistati Aumentano le persone che si rivolgono all hard discount Istruzione Tabacchi Altri beni e servizi Fonte: Istat anno 2013 (rapporto dell 8/7/2014) 17
18 La crisi ha ridotto il risparmio delle famiglie, seppur in lieve ripresa negli ultimi trimestri Volumi (in milioni di euro) In volumi (propensione al risparmio*reddito lordo/100) In % (reddito lordo -spesa per consumi)/reddito lordo*100 Valori % FONTE: Istat 18
19 Nel 2013 il 12,6% delle famiglie italiane è in condizione di povertà relativa La sogliadi povertà relativa è pari a 972,52 per una famiglia di due componenti (-1,9% del valore della soglia del 2012) Maggiori segnali di peggioramenti si registrano per le famiglie che mostrano un incidenza del fenomeno più elevata: Famiglie numerose Famiglie con figli, soprattutto se minori Famiglie con problemi di accesso al mondo del lavoro Fonte: Istat anno 2013 (rapporto del 14/7/2014) 19
20 E quindi come si spiega la crescita del risparmio? Il futuroè sempre più precario e a rischio, le famiglie devono sostenere i giovani La razionalizzazionedelle spese è divenuta sistematica, sia tra le famiglie colpite dalla crisi sia tra quelle che non hanno sperimentato particolari problemi: consumare più del necessario non è più un elemento per distinguersi in meglio Ma il risparmioè spesso fatto riducendo i consumi. 20
21 Una prima sintesi: la famiglia che non tiene più Le famiglie italiane sono caratterizzate da: 1. un elevata propensione al risparmio 2. una diffusa proprietà dell abitazione 3. un contenuto ricorso all indebitamento 4. una diseguaglianza della ricchezza che, nel confronto europeo, è meno marcata di quella osservata in termini reddituali. In presenza di un sistema di welfare che ha sempre riguardato soprattutto la componente previdenziale, la famiglia ha funzionato da ammortizzatore socialea difesa dei membri più deboli (minori, giovani e anziani), talora celando le difficoltà di accesso all indipendenza economica di giovani di ambo i sessi e donne di ogni età(per queste ultime, soprattutto in presenza di significativi carichi familiari). 21
22 Una prima sintesi: la famiglia che non tiene più La crisi economica degli ultimi cinque anni sta mostrando i limiti di questo modello, accentuando le disuguaglianze tra classi sociali, le profonde differenze territoriali e riducendo ulteriormente la già scarsa mobilità sociale. Il potere d acquisto, cioè il reddito disponibile delle famiglie in termini reali, è diminuito del 5% tra il 2007 e il 2011, ma fino al 2009 ciò non si è tradotto in un significativo aumento degli indicatori di povertà e di deprivazione grave (stabili al 18,4% e al 7% rispettivamente), grazie al potenziamento degli interventi di sostegno al reddito dei lavoratori(indennità di disoccupazione e assegni di integrazione salariale) e al funzionamento delle reti di solidarietà familiare. In altri termini, le famiglie hanno tamponato la progressiva erosione del potere d acquisto intaccando il patrimonio, risparmiando meno e, in alcuni casi, indebitandosi: la quota di persone in famiglie che hanno ricevuto aiuti in denaro o in natura da parenti non coabitanti, amici, istituzioni o altri è passata dal 15,3% del 2010 al 18,8% del 2011, mentre nei primi nove mesi del 2012 la quota delle famiglie indebitate è passata dal 2,3% al 6,5%. 22
23 Una prima sintesi: la famiglia che non tiene più Con il perdurare della crisi, nel 2011 si segnala un deciso deterioramento della situazione, testimoniato dall impennata degli indicatori di deprivazione materiale: la grave deprivazione aumenta di 4,2 punti percentuali, passando dal 6,9% all 11,1%, mentre il rischio di povertà calcolato sul reddito 2010 cresce dal 13,6% al 15,1% nel Centro e dal 31% al 34,5% nel Mezzogiorno. Inoltre, aumenta anche la disuguaglianza del reddito: infatti, il rapporto tra il reddito posseduto dal 20% più ricco della popolazione e il 20% più povero sale da 5,1 del 2008 a 5,6 del Le famiglie quest anno mireranno a ricostruire il capitale di risparmio. Ciò continuerà ad incidere sui consumi e rischia di accompagnare una «ripresa senza crescita» 23
24 Risparmio e consumi cambiano a seconda dello stimolo che viene dato! Selei domani vincesse euro, che percentuale destinerebbe ai risparmi e che percentuale agli acquisti? Se ricevesse un aumento di 80 euro al mese, che percentuale di questo reddito aggiuntivo destinerebbe al risparmio e quale ai consumi? Fonte: banca dati Ipsos, maggio
25 Deboli segnali positivi 25
26 Sentimentinternazionale: Italia stabilmente in coda; America centro-meridionale in crisi dal 2012 Riferendosi alla situazione economica del Paese in cui vive, come la descriverebbe? % POSITIVA (molto + abbastanza) Fonte: *Ipsos (base: campione popolazione 18-64anni in USA e Canada; altrove) 26
27 Distante il sentimentdel Nord Europa da quello delle altre nazioni Riferendosi alla situazione economica del Paese in cui vive, come la descriverebbe? % molto + abbastanza buona Dato rolling Fonte: banca dati Ipsos Base mensile 27
28 Giudizio generale sulla qualità della vita nella propria zona di residenza Nord Est 70 Nord Ovest 65 Centro nord 66 PRIMO SEMESTRE 2014 Indice giudizio totalmente negativo 100 completamente positivo Centro sud 50 Sud e isole 46 Fonte: banca dati Ipsos 28
29 Andamento della qualità della vita TREND MIGLIORATA E PEGGIORATA - ITALIA Migliorata Peggiorata Una qualità della vita di cui si avverte un crescente e drammatico peggioramento 51% 52% 56% 60% 60% 61% 41% 37% 37% 38% 25% 21% 21% 42% 45% 19% 19% Delta miglioratapeggiorata -53% 21% 14% 13% 13% 12% 10% 8% secondo 2008 primo 2009 secondo 2009 primo 2010 secondo 2010 primo 2011 secondo 2011 primo 2012 secondo 2012 primo 2013 secondo 2013 primo 2014 Fonte: banca dati Ipsos 29
30 Ad agosto la fiducia dei consumatori mostra una sensibile diminuzione Clima di fiducia destagionalizzato (Istat) base 2005=100 Nota metodologica: il sensibile aumento verificatosi a giugno 2013 è dovuto alle innovazioni che sono state introdotte a partire da questa rilevazione e che hanno riguardato: la struttura del campione(per una migliore rappresentatività dell universo); le tecniche di rilevazione(per minimizzare la mancata risposta degli intervistati). 30
31 Aspettative rispetto alla propria condizione economica 1 SEMESTRE 2014 TREND OTTIMISTI/PESSIMISTI ITALIA totale Italia ottimisti 35% 37% pessimisti 24% 52% Mi aspetto che peggiori (Non so) Mi aspetto che resti invariata 29% 20% 26% 20% 25% 24% 23% 21% 17% 17% 32% 22% 27% 21% 25% 21% 24% 23% 23% Fonte: banca dati Ipsos Mi aspetto che migliori secondo 2009 primo 2010 secondo 2010 primo 2011 secondo 2011 primo 2012 secondo 2012 primo 2013 secondo 2013 primo 2014 Gli ultimi quattro semestri vedono un progressivo contenimento della quota di pessimisti, dopo i massimi della primavera 2012, mentre gli ottimisti, dopo una fase di stabilizzazione, tornano a crescere nell ultimo. 31
32 Stabile l intenzione di acquisto di telefonia, tablet e e-book Pensa di acquistare... personalmente nei prossimi 3 mesi? % di coloro che hanno risposto sicuramente sì o probabilmente sì Valori % dato rolling 32
33 A che punto siamo con la crisi % DICHI, RIGUARDO ALLA CRISI, PENSA CHE IL PEGGIO DEVE ANCORA ARRIVARE -TREND 53% 43% 46% 54% 47% effetti decreto salva Italia 59% 64% 54% insediamento governo Monti 67% 62% 57% 57% 65% 63% entusiasmo per la lotta all evasione ed il miglioramento dell immagine italiana all estero polemiche sulla riforma del mercato del lavoro, lo spread che ricomincia a crescere, incremento della disoccupazione 58% 61% risalita dello spread, governo Monti verso la fine della sua esperienza 54% 51% 57% 53% 52% successi europei di Monti e discesa dello spread 53% 59% 50% instabilità politica post-elezioni 50% 51% nascita del Governo Letta 47% 51% 50% 50% 48% 48% 45% nascita del Governo Renzi 43% 42% 42% Fonte: banca dati Ipsos 33
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