L APERTURA DEGLI OCCHI

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1 Scritti di Nichiren Daishonin volume 1 L APERTURA DEGLI OCCHI (KAIMOKU SHO) PRIMA PARTE Esistono tre categorie di persone che tutti gli uomini e le donne dovrebbero onorare: il sovrano, il maestro e il genitore. Esistono tre tipi di dottrina che si dovrebbero studiare: il Confucianesimo, il Brahmanesimo e il Buddismo. Il Brahmanesimo parla dei tre sovrani 1, dei cinque imperatori 2 e dei tre re 3 e li definisce i «venerabili celesti-. Questi uomini sono descritti come gli occhi dei governanti e i pilastri del popolo. Nel periodo precedente ai tre sovrani, gli uomini vivevano come animali e non sapevano neppure chi fossero i loro padri e le loro madri. Dai cinque imperatori in poi, essi impararono a riconoscere i loro padri e le loro madri e a trattarli con amore filiale. Shun, l'ultimo dei cinque imperatori, servì con riverenza suo padre, sebbene quest'ultimo fosse ostinato e caparbio. Anche il governatore di P ei, dopo essere divenuto primo imperatore della dinastia Han, continuò a portare 1. Tre sovrani: Fu Hsi, Shen Nung e Huang TI: sovrani leggendari dell'antica Cina, noti per aver realizzato dei governi modello. 2. Cinque Imperatori: Shao Hao, Chuan Hsu, Ti Kao, T'ang Yao e Yu Shun. Regnarono dopo i Tre sovrani. 3. Tre re: il re (o imperatore) YU della dinastia Yin e il re Wen della dinastia Chou. Regnarono dopo i Cinque imperatori. 65 il massimo rispetto al padre, il venerabile sire. Il re Wu 4, della dinastia Chou, scolpì nel legno un'immagine di suo padre, il conte dell'ovest, e Ting Lan 5 modellò una statua raffigurante la propria madre. Tutti questi uomini erano modelli di amore filiale. L'alto ministro Pi Kan 6, vedendo che la dinastia Yin si stava avviando alla rovina, ammonì severamente il sovrano, anche se ciò gli costò la testa. Hung Yen 7, quando scoprì che il duca Yi suo signore era stato massacrato, si aprì il ventre e vi inserì il fegato del duca. Questi uomini sono esempi di lealtà. Yin Shou era il maestro dell'imperatore Yao, Wu Ch'eng era il maestro dell'imperatore Shun, T'ai-kung Wang 8 era il maestro del re Wen e Lao Tzu era il maestro di Confucio 9.

2 Questi maestri sono noti come i quattro saggi. Perfino i «venerabili celesti» dinanzi a loro chinano il capo in segno di rispetto e tutte le persone li riveriscono giungendo le palme delle 4. Quando il re Wu decise di ribellarsi all'imperatore Chou della dinastia Yin, prima di partire per la guerra incise nel legno la figura del padre, che aveva coltivato lo stesso desiderio. 5. Durante la tarda dinastia Han, Ting, Lan, che aveva perso la madre all'età di quindici anni, scolpì una statua che la raffigurava e la riverì come se fosse ancora in vita. 6. L'imperatore Chou era così assorbito dall'amore per la sua consorte, Ta Chi, che trascurò completamente il governo. Quando Pi Kan lo ammonì, fu preso dall'ira e lo fece uccidere. 7. Il duca Yi dello stato di Wei amava le gru e viveva in modo stravagante, perdendo così la fiducia del popolo. Una volta mentre il suo ministro Hung Yen era in viaggio, dei nemici attaccarono Wei e uccisero il duca Yi. Quindi ne divorarono le carni, escluso il fegato, e abbandonarono il paese. Al suo ritorno Hung Yen vide l'orrenda scena e pianse; dopodiché si tagliò l'addome e vi inserì il fegato del duca per salvarlo dalla vergogna e dal disonore. 8. T'ai-kung Wang: generale che servì il re Wen e dopo la sua morte, servì il re Wu, figlio di Wen. Combatté valorosamente contro l'imperatore Chou della dinastia Yin e contribuì alla prosperità della dinastia Chou. 9. Questa osservazione si trova nel Chuang tzu e nello Shih chi (Documenti dello storico). 66 mani. Saggi come questi hanno lasciato più di tremila opere, fra le quali le Tre cronache, i Cinque canoni e le Tre storie. Ma tutte queste opere in sostanza non vanno al di là dei tre misteri. Il primo dei tre misteri è l'esistenza 11. Questo è il principio insegnato dal duca di Chou e altri. Il secondo mistero è la non esistenza 12, che fu esposto da Lao Tzu. Il terzo è esistenza e non esistenza 13, cioè il mistero descritto da Chuang Tzu. Mistero significa oscurità. Alcuni dicono che se ci chiedessimo cosa esisteva prima della nascita dei nostri avi, scopriremmo che la vita fu generata dalla forza primigenia, mentre altri dichiarano che chiarezza e oscurità, gioia e dolore, giusto e sbagliato, guadagno e perdita fanno semplicemente parte dell'ordine naturale. Queste teorie sono formulate abilmente, ma ignorando del tutto sia il passato che il futuro. «Mistero», come abbiamo detto, significa ombra e oscurità, ed è per questa ragione che viene chiamato «mistero». È una teoria che tratta i problemi solo dal punto di vista del presente. Riguardo al presente, i confuciani dichiarano che ci si dovrebbe conformare ai principi di benevolenza e giustizia 14, assicurando in tal modo la salvezza a se stessi e pace e ordine allo stato. Essi dicono che se ci si allontaniamo da questi principi la nostra famiglia sarà condannata e la casa verrà distrutta. Ma benché gli uomini 10. Tre cronache, Cinque canoni, e le Tre storie, delle Tre cronache si dice che documentino le azioni dei Tre sovrani. I Cinque canoni sono gli scritti dei Cinque imperatori. Le Tre storie sono le opere dei Tre re.

3 11. Esistenza: il principio secondo cui tutti i fenomeni emergono dall'interazione di due forze diametralmente opposte, Yin e Yang. 12. Non esistenza: il principio secondo cui tutte le esistenze dell'universo sorgono dalla non esistenza e tornano fondamentalmente alla non esistenza. In termini pratici questa visione incoraggia il distacco dagli affari mondani. 13. Esistenza e non esistenza: il principio secondo il quale tutte le cose hanno i due aspetti fondamentali di esistenza e non esistenza. 14. Principi di benevolenza e di giustizia: prime due delle cinque virtù costanti insegnate da Confucio. 67 sapienti e i santi che predicano questa dottrina siano acclamati saggi, essi non sanno vedere il passato più di quanto una persona comune sia in grado di vedere la propria schiena e conoscono tanto poco del futuro quanto un cieco che non può vedere ciò che gli sta di fronte. Rispetto al presente, se un uomo porta ordine nella sua famiglia, soddisfa le esigenze della pietà filiale e pratica le cinque virtù costanti di benevolenza, giustizia, decoro, saggezza e buona fede, sarà rispettato dal prossimo e il suo nome sarà conosciuto in tutto il paese. Se al trono c'è un regnante saggio, lo inviterà a diventare suo ministro o suo maestro, o potrà perfino cedergli la sua posizione. Anche il cielo lo proteggerà e vigilerà su di lui. Persone di tale specie furono i cosiddetti cinque anziani 15 che si riunirono intorno al re Wen e al re Wu della dinastia Chou dando loro assistenza, oppure i ventotto generali dell'imperatore Kuangwu del tardo Han che furono paragonati alle ventotto costellazioni del cielo 16. Ma dato che un tale uomo non conosce nulla del passato o del futuro, non può essere d'aiuto ai suoi genitori, al suo sovrano o al suo maestro facendo previsioni per le loro vite future e perciò si rende colpevole di non ripagare i debiti di gratitudine che ha verso di loro. Un simile uomo non è un vero saggio. Confucio dichiarò che non esistevano sapienti o saggi nel suo paese, ma che nelle terre a occidente c'era un uomo chiamato Budda che era un saggio 17. Questo significa che dovremmo considerare gli insegnamenti non buddisti come il primo passo verso la dottrina buddista. Prima di tutto il 15. I loro nomi sono sconosciuti. 16. Ventotto costellazioni del cielo: case celesti divise in quattro case contenenti sette corpi celesti maggiori ciascuna, corrispondenti rispettivamente alle quattro direzioni e alle quattro stagioni: l'est alla primavera, il sud all'estate, l'ovest all'autunno e il nord all'inverno. 17. Si trova in Lieh tzu, uno dei primi testi taoisti. 68 Confucianesimo insegnò i principi dell'etichetta e della musica 18 cosicché, quando le scritture buddiste vennero introdotte in Cina, i concetti di «precetto, meditazione e saggezza» 19, poterono essere compresi più facilmente. Insegnò poi i concetti di sovrano e di

4 ministro in modo che fosse chiara la distinzione tra superiore e subordinato, insegnò l'ideale di genitore cosicché potesse essere riconosciuta l'importanza dell'amore filiale, infine spiegò il concetto di maestro in modo che gli uomini imparassero a seguirlo. Il Gran Maestro Miao-lo scrive: «La propagazione del Buddismo si basa effettivamente su questi concetti. Perché si possano introdurre i principi di verità, prima devono essere elaborate le dottrine dell'etichetta e della musica». 20 T'ien-t'ai afferma: «Nel sutra Konkomyo si dice che: «Tutti i buoni insegnamenti esistenti nel mondo derivano da questo sutra. Avere una profonda conoscenza di questo mondo è di per se stesso Buddismo». 21 Nel Maka shikan si legge: «Io, il Budda, ho mandato tre saggi" a insegnare alle genti della Cina». Nel Guketsu, il commentario di Miao-lo al Maka shikan, si legge: «Il sutra Shojohogyo afferma che il bodhisattva Gakko apparve in quel territorio con il nome di Yen Hui, il bodhisattva Kojo vi apparve come Confucio e il bodhisattva Kasho come Lao Tzu. Dato che il sutra ha la sua origine in India, per "quel territorio" si intende la Cina». 18. Nell'antichità, i cinesi consideravano l'etichetta e la musica come i requisiti necessari per approfondire i valori etici, per mantenere l'ordine sociale e per coltivare il senso estetico. 19. Precetto, meditazione e saggezza: sono le tre conoscenze che comprendono tutti gli aspetti della dottrina e della pratica buddista. Scopo dei precetti è arginare il male e le ingiustizie. Meditazione vuol dire concentrare la propria mente per raggiungere la tranquillità. Saggezza indica la capacità di controllare le proprie illusioni e percepire la verità. 20. Maka shikan bugyoden guketsu, vol Maka shikan, vol Tre saggi: Confucio (fondatore del Confucianesimo), Yen Hui (discepolo di Confucio) e Lao Tzu (fondatore del Taoismo). 69 Passiamo quindi agli insegnamenti non buddisti dell'india. Nel Brahmanesimo troviamo le due divinità Shiva, con tre occhi e otto braccia, e Vishnu. Essi sono venerati come padre amoroso e madre compassionevole di tutti gli esseri viventi, e sono chiamati venerabili celesti e sovrani. Ci sono poi tre uomini, Kapila, Uluka e Rishabha, 23 conosciuti come i tre asceti. Essi vissero all'incirca ottocento anni prima dell'avvento del Budda. Gli insegnamenti esposti dai tre asceti sono conosciuti come i quattro Veda e ammontano a sessantamila opere. In seguito, al tempo del Budda, ci furono i sei maestri non buddisti, che studiarono e trasmisero tutte queste scritture non buddiste e rivestirono il ruolo di consiglieri dei re delle cinque regioni dell'india. 24 I loro insegnamenti si suddivisero in novantacinque o novantasei linee differenti dando origine a sette diverse. I vessilli del loro orgoglio si innalzarono oltre il più alto dei cieli, il loro dogmatismo e la loro rigidità divennero più duri di qualsiasi pietra o metallo, ma per capacità e profondità di comprensione superarono di gran lunga il Confucianesimo. Erano in grado di risalire a due, tre, addirittura sette esistenze passate, un periodo di ottomila eoni ed erano allo stesso modo in grado di predire il futuro per ottomila

5 eoni. Come il principio fondamentale delle loro dottrine, alcune sette insegnarono che ogni causa produce un effetto, altre che le cause non producono effetti, altre ancora abbracciarono entrambe queste versioni. Queste erano le basi di tali scuole di pensiero non buddiste. I seguaci degli insegnamenti non buddisti osservano i cinque 23. Kapila, Uluka e Rishabha: Kapila fu il fondatore della scuola Sankhya, una delle sei scuole filosofiche dell'antica India. Uluka noto che come Kanada, fu il fondatore di un'altra di queste sei scuole, la Vaishesika. Gli insegnamenti di Rishabha sono riconosciuti come preparatori del Giainismo. 24. Cinque regioni dell'india: ossia tutta l'india. Le cinque regioni sono l'oriente, il meridione, l'occidente, il settentrione e le zone centrali. 70 precetti 25, i dieci buoni precetti 26, praticano una forma inferiore di meditazione, e quando, salendo attraverso i mondi della forma e della non forma 27, raggiungono il livello più alto del triplice mondo, credono di essere arrivati al nirvana. Ma, nonostante proseguano a salire piano piano sulla loro via, ricadono dallo stato più alto e precipitano nei tre cattivi sentieri. Non uno riesce a rimanere al livello del cielo, nonostante essi credano che una volta raggiunto non possano più retrocedere. Ognuno di essi accetta e pratica le dottrine insegnate dal proprio maestro e vi si conforma rigorosamente. Alcuni di essi si bagnano tre volte al giorno nel Gange, anche durante gli inverni più freddi, altri si radono i capelli, si gettano nei dirupi, si espongono al fuoco bruciando i propri corpi, vanno per strada completamente nudi. Ci sono anche alcuni che credono di poter attirare la buona fortuna sacrificando molti cavalli, o che bruciano erbe e alberi, o che invece si prostrano ogni volta che trovano un albero. Questi insegnamenti errati sono troppi per essere enumerati tutti. I devoti rispettano e onorano i maestri che li propongono, come le varie divinità fanno nei confronti del dio Taishaku o i ministri di corte nei confronti del sovrano. Ma non uno solo dei seguaci di questi novantacinque insegnamenti, inferiori o superiori, potrà mai sfuggire al ciclo di nascita e morte. I discepoli dei migliori maestri cadranno negli stati più bassi dell'esistenza dopo due o tre vite; i discepoli dei peggiori vi cadranno subito nella prossima vita. 25. Cinque precetti: un codice fondamentale del Buddismo che proibisce; l'assassinio, il furto, l'adulterio, la lussuria e le bevande inebrianti. 26. Dieci buoni precetti: veti contro i dieci peccati di omicidio, furto, adulterio, menzogna, adulazione, calunnia, doppiezza, avidità, collera e idee errate. 27. Mondi della forma e della non forma: sono i due mondi più alti del triplice mondo. Quello della forma è il regno i cui abitanti sono liberi dai desideri e si nutrono di luce. Quello della non forma è il regno dello spirito che trascende la materia.

6 71 Tuttavia la conclusione di questi insegnamenti non buddisti costituisce un importante tramite per l'introduzione al Buddismo. Alcuni di essi affermano: «Fra mille anni il Budda apparirà nel mondo» 28 altri, «fra cento anni, il Budda apparirà nel mondo» 29. Il Sutra del Nirvana dice: «Tutte le scritture e tutti gli insegnamenti sono, in ultima analisi, la rivelazione della verità buddista. Essi non sono insegnamenti non buddisti». E nel Sutra del Loto si legge: «Essi (i discepoli del Budda) mostreranno di possedere i tre veleni e sembreranno coltivare filosofie sbagliate. È questo il mezzo con cui i miei discepoli salveranno le persone». In terzo luogo, consideriamo il Buddismo. Dobbiamo sapere che l'illuminato, il Budda, è il Gran Maestro di tutti gli esseri umani, è il Grande occhio, la Grande colonna, il Gran timoniere, il Grande campo di abbondanza. I quattro saggi e i tre asceti delle scritture e degli insegnamenti confuciani e brahmani sono considerati dei saggi, ma in realtà sono comuni mortali che non sono ancora riusciti a sradicare le tre illusioni. Sono chiamati saggi, ma in realtà sono come bambini che non comprendono il principio di causa ed effetto. Usando il loro insegnamento come una nave, potremmo mai attraversare l'immenso mare della nascita e della morte? Con il loro insegnamento come ponte, potremmo sfuggire al labirinto dei sei sentieri inferiori? Ma il Budda, il nostro Gran Maestro, ha superato persino gli stati superiori della rinascita 30, senza parlare del ciclo inferiore di nascita e morte 31. Egli può estirpare 28. Fonte sconosciuta. 29. Fonie sconosciuta. 30. Stati superiori della rinascita: le nascite e le morti che sperimentano gli uomini dei due regni (Studio e Illuminazione Parziale) e i bodhisattva mentre progrediscono nella pratica. Questo processo trascende i cicli dei sei mondi più bassi (dall'inferno al Paradiso) e alla fine conduce all'illuminazione. 31. Il ciclo inferiore di nascita e morte: il ciclo di nascita e morte ne1 sei mondi inferiori. 72 persino le radici dell'ignoranza fondamentale 32, senza parlare dei rami e delle foglie delle banali illusioni del pensiero e del desiderio. Questo Budda, dal tempo della sua Illuminazione all'età di trent'anni fino alla sua entrata nel nirvana quando ne aveva ottanta, espose i suoi sacri insegnamenti per un periodo di cinquant anni. Ogni parola, ogni frase, da lui pronunciata rappresenta la verità; non una frase, non un verso fu pronunciato per sbaglio. Le parole dei savi e dei saggi conservate nelle scritture e negli insegnamenti del Confucianesimo e del Brahmanesimo, come abbiamo notato, sono prive di errore, e conformi allo spirito con il quale furono pronunciate. Ciò è ancora più vero nel caso del Budda che da innumerevoli eoni non ha mai

7 sbagliato. In confronto alle scritture e agli insegnamenti non buddisti, le dottrine che egli espose durante un periodo di cinquant anni rappresentano il Grande Veicolo, le parole di verità del grande uomo. Ogni cosa che egli predicò dall'alba della sua Illuminazione fino al tramonto, quando entrò nel nirvana, non è altro che la verità. Le dottrine che il Budda insegnò per un periodo di cinquant'anni sono ottantamila 33. Esse rientrano in varie categorie: opere hinayana e mahayana, sutra provvisori e definitivi, insegnamenti essoterici ed esoterici, discorsi generici e particolari, verità e falsità, punti di vista corretti e inesatti. Ma tra questi, il Sutra del Loto rappresenta il corretto insegnamento del Budda Shakyamuni, le parole di verità di tutti i Budda delle dieci direzioni del passato del presente e del futuro. I sutra, numerosi come i granelli di sabbia del Gange, predicati dal Budda durante i primi quarant anni del suo insegnamento, 32. Ignoranza fondamentale: l'ignoranza fondamentale della vera natura della propria vita, che genera tutti i desideri e le illusioni. 33. Ottantamila: non ò un numero esatto. Questo numero è spesso usato nelle scritture buddiste per indicare «una quantità immensa». 73 appartengono al tempo in cui, come disse il Budda, «non ho ancora rivelato la verità» 34. Gli otto anni in cui predicò il Sutra del Loto li chiamò il tempo in cui «ora devo rivelare la verità» 35. Per questo il Budda Taho sorse dalla terra e testimoniò: «Tutto quello che hai esposto è la verità» 36. E i Budda che sono le emanazioni del Budda originale si riunirono ed estesero le loro lingue al cielo di Brahma quale testimonianza 37. Queste parole sono perfettamente chiare, perfettamente comprensibili, più chiare del sole in una bella giornata, e della luna piena a mezzanotte. Rispettatele e credete in esse e quando ve ne andrete via, custoditele nel cuore! Il Sutra del Loto contiene due insegnamenti importanti 38. Le sette Kusha, Jojitsu, Ritsu, Hosso e Sanron non ne conoscono neppure il nome. Le sette Kegon e Shingon, d'altra parte, se ne sono fraudolentemente appropriate e ne hanno fatto il cuore dei propri insegnamenti. La dottrina di ichinen sanzen 39 si trova in un unico posto, nascosta nella profondità del capitolo Juryo dell'insegnamento essenziale del Sutra del Loto. I bodhisattva Nagarjuna e Vasubandhu ne erano consapevoli, ma non la esposero apertamente. Solo il Gran Maestro T ien-t ai 34. Un brano del sutra Muryogi, cap. 2, In cui si legge: «Durante questi quarant anni e più, non ho ancora rivelato la verità», 35. Un passaggio del secondo capitolo del Sutra del Loto in cui si legge: «L'Onorato dal mondo ha esposto le sue dottrine per molto tempo e deve ora rivelare la verità». 36. Un brano dell'undicesimo capitolo del Sutra del Loto.

8 37. Questo è descritto nel capitolo Jinriki (ventunesimo) del Sutra del Loto e rappresenta la verità dell'insegnamento del Budda. 38. Due insegnamenti importanti: la teoria di ichinen sanzen che si trova nell'insegnamento teorico del Sutra del Loto e la realtà di ichinen sanzen rivelata nell'insegnamento essenziale del Sutra del Loto. L'ultima può venire ulteriormente interpretata in due modi: come realtà della vita illuminata del Budda Shakyamuni e come la vita del Budda originale o la legge di Nam-myoho-renge-kyo materializzata da Nichiren Daishonin nel Gohonzon. 39. Dottrina di ichinen sanzen: si riferisce qui alla legge di Nam-myoho-renge-kyo. 74 l'abbracciò. Il concetto di ichinen sanzen inizia con la comprensione del mutuo possesso dei dieci mondi o stati dell'esistenza. Le sette Hosso e Sanron parlano di otto mondi soltanto 40, non sanno nulla dei dieci mondi, ancor meno del loro mutuo possesso. Le sette Kusha, Jojitsu e Ritsu derivano i loro insegnamenti dai sutra Agon: conoscono sei mondi soltanto, i sei stati inferiori dell'esistenza e ignorano gli altri quattro che rappresentano gli stati più alti dell'esistenza. Essi dichiarano che in tutte le dieci direzioni c'è solo un Budda e non predicano l'esistenza di un Budda in ognuna delle dieci direzioni. Non dicono che: «Tutti gli esseri senzienti possiedono la natura di Budda 41», anzi non l'ammettono neanche in una sola persona. Nonostante ciò, a volte i membri delle sette Ritsu e Jojitsu affermano che esistono dei Budda in tutte le dieci direzioni o che tutti gli esseri possiedono la natura di Budda. Questo perché, a un certo punto dopo la morte del Budda, i seguaci di questa setta si sono appropriati di queste dottrine del Buddismo mahayana e le hanno assimilate ai loro insegnamenti. Similmente, nel periodo precedente la comparsa del Buddismo, coloro che propugnavano il Brahmanesimo non avevano concezioni molto profonde. Ma dopo la comparsa del Budda, quando ebbero ascoltato e osservato la religione buddista, divennero consapevoli dei limiti dei loro insegnamenti. Allora ebbero la brillante idea di appropriarsi degli insegnamenti buddisti e di assimilarli alle dottrine della loro setta, e il risultato fu che caddero in errore ancora più grave del precedente. Questi sono esempi del tipo di insegnamenti eretici noti come fubukkyo e gakubuppojo Otto mondi: Inferno, Avidità, Animalità, Collera, Umanità (o Tranquillità), Paradiso (o Estasi), Bodhisattva e Buddità. 41. Sutra del Nirvana. 42. Fubukkyo e gakubuppojo: fubukkyo indica coloro che assimilano gli insegnamenti hinayana alla loro scuola e pretendono che sia la loro dottrina. Gakubuppojo indica coloro che plagiano le idee buddiste ed espongono gli insegnamenti mahayana come fossero dottrine della loro scuola. Essi sembrano imparare il Buddismo, ma in seguito perdono la via corretta. 75

9 Lo stesso avvenne in Cina. Prima che il Buddismo fosse introdotto in Cina, il Confucianesimo e il Taoismo erano dottrine piuttosto ingenue e infantili. Ma nel tardo Han, in Cina fu introdotto il Buddismo e si contrappose alle dottrine locali. Col tempo, quando il Buddismo si era diffuso tra la popolazione, alcuni monaci buddisti furono costretti a ritornare alla vita secolare per avere infranto i precetti o decisero di tornare alle confessioni del paese. Tramite questi uomini le dottrine buddiste furono introdotte fraudolentemente nelle sette confuciane e taoiste. Nel quinto volume del Maka shikan si legge: «Di questi tempi ci sono molti monaci perversi che rinunciano ai loro voti e ritornano alla vita laica. Per paura di esseri puniti a causa del loro agire, essi rientrano nelle file dei taoisti. Sperando di ottenere fama e profitti, essi cantano le lodi di Lao Tzu e Chuang Tzu, usurpano i concetti buddisti e li mescolano alle scritture taoiste. Distorcono ciò che è elevato e lo pongono fra ciò che è basso, distruggono ciò che è nobile e lo trascinano fra ciò che è vile, riducendo tutto allo stesso livello». Miao-lo nel suo Guketsu commenta questo brano come segue: «Benché siano monaci, essi distruggono il Buddismo. Alcuni rinunciano ai voti e ritornano alla vita secolare, come fece Wei Yuan-sung 43». Poi, come laici, agiscono distruggendo il Buddismo. Simili uomini rubano e usurpano i corretti insegnamenti buddisti e li 43. Wei Yuan-sung: monaco buddista vissuto in Cina nel sesto secolo. Per desiderio di celebrità e profitto, cominciò a frequentare gruppi di taoisti e alla fine ritornò alla vita laica. 76 usano per integrare e sostenere gli scritti eretici. Il brano «distorcendo ciò che è elevato...» significa che, avendo aderito al Taoismo, essi cercano di collocare Buddismo e Taoismo allo stesso livello, dando lo stesso valore a verità e menzogna, benché la ragione ci dica che questo è assolutamente impossibile. Essendo stati una volta seguaci del Buddismo, si appropriano di ciò che è corretto per sostenere ciò che è errato. Distorcono le elevate dottrine delle "dodici divisioni'" 44 e degli ottantamila scritti del canone buddista adattandole al mediocre contesto dei due capitoli e delle cinquemila parole di Lao Tzu per spiegare le dottrine errate di questi testi. Questo è il significato di «distruggono ciò che è nobile trascinandolo in ciò che è vile». Questo commento merita attenta considerazione, perché spiega il significato degli eventi sopra descritti. All'interno dello stesso Buddismo si verificarono fatti del genere. Il Buddismo fu introdotto in Cina durante l'era Yung-p'ing (58-75 d.c.) della tarda dinastia Han, e col tempo sostituì il Confucianesimo e il Taoismo divenendo la religione dominante del paese. Al suo interno però, si vennero definendo differenti interpretazioni dalle quali si

10 svilupparono le così dette tre sette del Sud e sette sette del Nord, che spuntarono qua e là come funghi. Tuttavia, all'epoca delle dinastie Ch'en e Sui, il Gran Maestro T'ien-t'ai sconfisse le varie sette e riportò il Buddismo al suo obiettivo originale di salvare tutti gli esseri viventi. In seguito, furono introdotte dall'india le sette buddiste Hosso e Shingon e fece la sua comparsa anche la setta Kegon. Fra queste sette, la Hosso divenne la grande rivale della T'ien- t'ai, poiché i rispettivi insegnamenti erano incompatibili come 44. Dodici divisioni: classificazione di tutti i sutra a seconda dello stile e del contenuto. 77 il fuoco e l'acqua. Più tardi, quando Hsuan-tsang e Tz'u-en 45, fondatori della setta Hosso in Cina, esaminarono più da vicino l'opera di T'ien-t'ai, compreso che le loro dottrine erano errate e, benché non ripudiassero apertamente le proprie convinzioni, sembra che intimamente si convertissero agli insegnamenti di T'ien-t'ai. All'inizio le sette Kegon e Shingon erano fondate su sutra provvisori. Ma Shan-wu-wei e Chin-kang-chih, che introdussero gli insegnamenti esoterici in Cina, si impadronirono della dottrina di ichinen sanzen di T'ien-t'ai e ne fecero la base dottrinaria della propria setta; erano convinti che con l'aggiunta della pratica dei mudra e dei mantra, l'insegnamento della Shingon fosse superiore a quello della T'ien-t'ai. Di conseguenza, gli studiosi del Buddismo, all'oscuro di ciò che era, in realtà accaduto, giunsero a credere che la dottrina di ichinen sanzen fosse stata esposta nel sutra Dainichi e che fosse stata elaborata in India. Analogamente, all'epoca del patriarca Ch'eng-kuan della setta Kegon, la dottrina di ichinen sanzen di T'ien-t'ai, fu subdolamente incorporata nella setta Kegon e venne usata per interpretare il brano del sutra Kegon che dice: «La mente umana è come un abile pittore». La gente ignora questi fatti. Nel caso del nostro paese, il Giappone, la Kegon e le sei sette di Nara furono introdotte prima delle sette Tendai e Shingon. La setta Kegon, la Sanron, la Hosso e le altre sette di Nara, discutevano e rivaleggiavano una contro l'altra come l'acqua e il fuoco. Quando apparve in Giappone il Gran Maestro 45. Tz'u-en ( ): sacerdote della dinastia T'ang e diretto successore di Hsuan-tsang, fondatore della setta Fa-hsiang (Hosso), prese parte alla traduzione dei sutra. 46. Mudra e mantra: i mudra sono gesti fatti atteggiando le dita in particolari maniere, a simbolizzare le dottrine religiose e l'illuminazione. I mantra sono parole segrete e sillabe mistiche, che si supponeva possedessero poteri esoterici. 78

11 Dengyo, questi non solo smascherò gli errori delle sei sette di Nara, ma dimostrò che la setta Shingon si era appropriata dei principi del Sutra del Loto spiegati da T'ien-t'ai ponendoli alla base dei suoi insegnamenti. Il Gran Maestro Dengyo esortò i capi delle altre sette a mettere da parte le loro interpretazioni arbitrarie e a esaminare i contenuti esclusivamente alla luce delle scritture. Di conseguenza egli potè sconfiggere in un dibattito otto eminenti monaci delle sette di Nara, poi dodici, poi quattordici, infine circa trecento monaci, compreso Kobo Daishi. Ben presto non ci fu più una sola persona in tutto il Giappone che non riconoscesse l'autorità della setta Tendai. Inoltre, i grandi templi di Nara, il tempio Shingon To-ji di Kyoto e gli altri templi di tutte le province, divennero subordinati al tempio principale della setta Tendai sul monte Hiei. Il Gran Maestro Dengyo fece notare che i fondatori delle varie sette buddiste cinesi, riconoscendo l'autorità delle dottrine T'ien-t'ai, avevano evitato l'errore di offendere i veri insegnamenti del Buddismo. In seguito i tempi andarono gradualmente degenerando e la saggezza degli uomini declinò tanto che alla fine cessarono di studiare le profonde dottrine Tendai. Le altre sette si ancorarono ancora più fermamente alle proprie convinzioni preconcette e alla fine le sei sette di Nara e la setta Shingon si rivoltarono e attaccarono la setta Tendai. Quest'ultima, divenuta sempre più debole, si rese conto di non poter competere con le altre sette. Ad aggravare la situazione si aggiunsero nuove assurde sette come la Zen e la Jodo che cominciarono anch'esse a opporsi alla setta Tendai, così che un numero sempre maggiore di credenti laici si convertì ai nuovi insegnamenti non ortodossi. Per finire, persino quei monaci che venivano considerati i più eminenti capi della setta Tendai, si dichiararono sconfitti e offrirono il loro sostegno alle sette eretiche. Non solo la Tendai, ma anche la Shingon e le sei sette di Nara, furono costrette a cedere le loro proprietà e i loro 79 beni alle nuove sette eretiche e il vero insegnamento scomparve. Di conseguenza, la dea del Sole, il dio Hachiman, il re della Montagna del monte Miei e le altre divinità tutelari che proteggono la nazione, nell'impossibilità di gustare il sapore dei veri insegnamenti, lasciarono il paese. I demoni si fecero avanti per prendere il loro posto e divenne evidente che la nazione era condannata. Vorrei a questo punto esprimere il mio umile parere che gli insegnamenti esposti dal Budda Shakyamuni nei primi quaranta e più anni si differenziano notevolmente da quelli esposti nel Sutra del Loto negli ultimi otto anni. Gli studiosi contemporanei hanno già espresso l'opinione, da me condivisa, che la differenza principale consiste nell'illuminazione dei due Veicoli esposta nella prima metà del Sutra del Loto e nella reale Illuminazione 47 del Budda Shakyamuni nel lontanissimo passato esposta nella seconda metà del Sutra del Loto 48. Esaminando il Sutra del Loto, troviamo la predizione che Sharihotsu diverrà il Tathagata Luce dei fiori, Mahakashyapa diverrà il Tathagata Luce splendente, Subhuti il Tathagata Forma meravigliosa, Katyayana il Tathagata Luce dorata di Jambunada, Maudgalyayana il

12 Budda Fragranza del legno di sandalo di Tamalapattra, Purna il Tathagata Luce della Legge, Ananda il Budda re dal potere illimitato sui mari e monti della saggezza, Rahula il Tathagata che cammina sui sette fiori preziosi 49, i cinquecento e i settecento discepoli di Shomon ed 47. Questa verità è spiegata nell'insegnamento teorico, ovvero i primi quattordici capitoli del Sutra del Loto. 48. Questo è rivelato nel capitolo Juryo (sedicesimo), che la parte dell'insegnamento essenziale ovvero gli ultimi quattordici capitoli del Sutra del Loto. 49. Le otto persone menzionate nel testo da Shariputra a Rahula, sono annoverate fra i dieci maggiori discepoli del Budda Shakyamuni. Shariputra era noto come il primo in saggezza tra tutti i discepoli di Shomon del Budda. Nel capitolo Hiyu (terzo) gli fu predetta la Buddità. Mahakashyapa era conosciuto come il primo nella pratica ascetica (dhuta) della purificazione della mente e del corpo, Subhuti come il primo nella comprensione della dottrina di ku, Katyayana come il primo nei dibattiti e Maudgalyayana come il primo nei poteri occulti. Il capitolo Juki (sesto) del Sutra del Loto predice che questi quattro discepoli raggiungeranno la Buddità. A Purna, noto come il primo nell'eloquenza, fu predetta la Buddità nel capitolo Gohyaku-deshi-juki (ottavo). Ananda, che ascoltò gli insegnamenti del Budda, più di ogni altro discepolo e Rahula, noto come il primo nell'invisibile osservanza nei precetti, ricevettero la profezia di Buddità nel capitolo Ninki (nono). 80 Engaku diverranno i Tathagata Luminosità universale, i duemila Shomon che devono ancora apprendere e che non hanno più nulla da apprendere, diverranno i Tathagata Forma preziosa, le monache Mahaprajapati e Yashodhara diverranno rispettivamente la Tathagata Gioia per gli occhi di tutti gli esseri viventi e Tathagata Forma splendente di dieci milioni di luci 50. Leggendo il Sutra del Loto, si comprende che queste persone sono degne di grande rispetto. Ma esaminando le scritture che espongono gli insegnamenti precedenti il Sutra del Loto, troviamo che purtroppo, la situazione è molto diversa. Il Budda Shakyamuni, l'onorato dal mondo, è un uomo di parole sincere e perciò è chiamato il Saggio e il Grande Uomo. Anche nelle scritture non buddiste dell'india e della Cina vi sono uomini rispettati come santi, saggi o asceti celesti perché dicono il vero. Ma il Budda li supera tutti ed è considerato il Grande Uomo. Quando espose il Sutra del Loto, il Budda disse: «I Budda appaiono in questo mondo per un grande motivo» 51. Disse anche: «In questi quaranta e più anni non ho ancora rivelato 50. La profezia della Buddità per i cinquecento e i seicento discepoli Shomon ed Engaku si trova nel capitolo Gohyaku-deshi-Juki (ottavo), e quella per i duemila Shomon si trova nel nono capitolo. Mahaprajapati e Yashodhara erano rispettivamente la zia e la moglie di Shakyamuni. Il capitolo Kanji (tredicesimo) predice che entrambe raggiungeranno la Buddità. 51. Sutra del Loto, cap. 2.

13 81 la verità» 52 ; e inoltre: «L'Onorato dal mondo ha esposto a lungo le sue dottrine e adesso deve rivelare la verità» 53 e «scartando onestamente gli insegnamenti provvisori, esporrò la Legge suprema» 54. Il Budda Taho unì la propria testimonianza alle parole del Budda e le emanazioni del Budda mostrarono la lingua in segno di assenso. Chi può dunque dubitare che Shariputra diverrà il Tathagata Luce dei fiori o che Mahakashyapa diverrà il Tathagata Luce splendente e che le profezie del Budda si avvereranno? Ciò nonostante, anche tutti i sutra precedenti il Sutra del Loto rappresentano le vere parole del Budda. Il sutra Kegon afferma: «Esistono solo due luoghi dove il Grande albero re della medicina, la saggezza del Budda, non crescerà e non porterà beneficio al mondo. Non crescerà se cadrà nel vasto vuoto costituito dal profondo abisso di Shomon ed Engaku, o se sarà sommerso dalle profonde acque dell'eresia e dell'attaccamento alle passioni di quegli indegni che distruggono le radici del bene in se stessi». Questo brano può essere così spiegato. Sulle Montagne Nevose 55 si trova un albero altissimo che ha innumerevoli radici. È chiamato il Grande albero re della medicina ed è sovrano di tutti gli alberi che crescono nel continente di Jambudvipa 56. Misura centosessantottomila yojana 57 di altezza. 52. Sutra Muryogi, cap. 2. Il sutra Muryogi (Significati infiniti) è un'introduzione al Sutra del Loto, e pertanto è considerato uno degli insegnamenti del Sutra del Loto. 53. Sutra del Loto, cap Ibidem. 55. Montagne Nevose: l'himalaya. 56. Jambudvipa: (giapponese: Ichiembudai). Secondo l'antica cosmologia indiana, uno dei quattro continenti situati rispettivamente a nord, sud, est e ovest del monte Sumeru, il più alto di tutti i monti. Il continente meridionale è chiamato Jambudvipa, poiché lì vi si trovava un boschetto di alberi di jambu. 57. Yojana (giapponese: yujun): un'unità di distanza che un esercito poteva coprire in un giorno di marcia. Comunemente si pensa che fossero approssimativamente, 24 Km. 82 Tutti gli altri alberi e piante di Jambudvipa, per fiorire e dare fruiti dipendono dalle radici, dai rami, dai fiori e dai frutti di questo albero. Perciò questo albero simboleggia la natura del Budda e tutti gli altri alberi simboleggiano gli esseri senzienti del mondo. Ma questo grande albero non cresce nella voragine di fuoco o nell'anello d'acqua 58. La voragine di fuoco è usata come metafora dello stato mentale degli Shomon e degli Engaku e l'anello d'acqua come metafora dello stato mentale degli uomini di incorreggibile miscredenza. La scrittura dice che queste due categorie di esseri non raggiungeranno mai la Buddità.

14 Il sutra Daijuku afferma: «Vi sono due tipi di persone che sono destinate a morire e a non rinascere e che alla fine non saranno mai in grado di ripagare i loro obblighi di riconoscenza. Uno è lo Shomon, l'altro l Engaku. Supponiamo che una persona cada in una profonda voragine: questa persona sarà incapace di portare beneficio a se stessa e agli altri. Gli Shomon e gli Engaku sono così: cadono nell'abisso del nirvana e non possono portare beneficio né a se stessi né agli altri». Gli oltre tremila volumi degli scritti cinesi non buddisti, in definitiva pongono l'accento su due principi: la pietà filiale e la lealtà al sovrano, ma la lealtà non è altro che l'estensione della pietà filiale praticata nelle famiglie; la pietà filiale è una cosa elevata; anche il cielo è elevato ma non tanto quanto la pietà filiale. La pietà filiale è profonda; anche la terra è profonda, ma non è più profonda della pietà filiale. I saggi e i santi sono il prodotto di famiglie dove è insegnata la pietà filiale. È inutile dire perciò che coloro che studiano il Buddismo devono osservare anche l'ideale di pietà filiale e conoscere 58. Anello d'acqua: secondo l'antica credenza indiana, uno dei quattro anelli fatti d'oro, acqua, vento, e ku che sostenevano la terra. 83 i loro obblighi di riconoscenza. I discepoli del Budda devono assolutamente conoscere i quattro obblighi 59 di riconoscenza e devono sapere come assolverli. Per di più, Shariputra, Mahakashyapa e gli altri discepoli appartenenti ai due mondi di Shomon ed Engaku, osservavano scrupolosamente i duecentocinquanta precetti 60 e le tremila regole di condotta 61, praticavano i tre tipi di meditazione 62, realizzavano gli insegnamenti Agon ed erano liberi dalle illusioni del pensiero e del desiderio del triplice mondo. Avrebbero dovuto essere modelli di comprensione e osservanza degli obblighi. Eppure il Budda dichiarò che non conoscevano gli obblighi di riconoscenza, poiché, egli sosteneva, quando un uomo lascia i suoi genitori e la sua casa per divenire monaco, dovrebbe sempre avere come scopo la salvezza di suo padre e di sua madre. Ma questi uomini appartenevano ai due Veicoli di Shomon ed Engaku e, benché pensassero di aver conseguito il nirvana, non facevano niente a vantaggio degli altri. Ma anche se si fossero adoperati per il bene degli altri, essendo essi stessi legati a una strada che non li avrebbe mai portati alla Buddità, non potevano condurre alla salvezza neanche i loro genitori. In tal modo, contrariamente a quanto ci si sarebbe potuti aspettare, divennero noti come uomini che non comprendevano i doveri di riconoscenza. 59. Quattro obblighi: il debito di gratitudine verso i genitori, il maestro, il sovrano e i tre Tesori del Buddismo. 60. Duecentocinquanta precetti: per i monaci del Buddismo hinayana.

15 61. Tremila regole di condotta: regole per i monaci hinayana, basate sui duecentocinquanta precetti. 62. Tre tipi di meditazione: tre tipi di meditazione insegnate nel Kusha ron. La prima è una meditazione per i laici che non hanno ancora estinto le illusioni. La seconda è una meditazione per i laici che praticano il Buddismo ma la cui meditazione non è ancora libera dalle delusioni e piaceri terreni. La terza meditazione permette di raggiungere una saggezza completamente libera dalle illusioni per coloro che intraprendono il sacerdozio. 84 Nel sutra Vimalakirti 63 si legge: «Vimalakirti una volta di più interrogò Monju: "Quali sono i semi della Buddità?" Monju rispose: "Tutte le illusioni e le contaminazioni sono i semi della Buddità. Anche se una persona commette i cinque peccati cardinali ed è condannata all'inferno della sofferenza incessante, è ancora capace di aspirare al nobile stato di Buddità"». Lo stesso sutra afferma: «Buoni ascoltatori, permettetemi di fare una metafora. Le pianure e le regioni montuose non produrranno mai i gambi e i fiori del loto o della ninfea. Ma nei campi fangosi e acquitrinosi che giacciono in basso, là troverete questi fiori». Dice anche: «Colui che è già divenuto un arhat e ha raggiunto il livello di verità corrispondente allo stato di arhat 64, non può concepire il desiderio di raggiungere la Buddità o di realizzare in se stesso la natura di Budda. È paragonabile a un uomo che abbia distrutto i cinque organi sensoriali e che perciò non può più godere delle cinque gioie che ne derivano.» Secondo questo sutra, i tre veleni di avidità, collera e stupidità sono i semi della Buddità e i cinque peccati cardinali, uccisione del proprio padre, eccetera, sono anch'essi semi della Buddità. Potrebbe anche succedere che sugli altipiani nascano fiori di loto, ma i due stati di Shomon ed Engaku non potranno mai condurre alla Buddità. Il testo afferma che paragonando le virtù dei due Veicoli ai vizi dell'uomo comune si scoprirà che questi ultimi possono condurre alla Buddità, mentre le virtù dei due Veicoli non potranno mai. I vari sutra hinayana censurano il male e lodano il bene. Ma questo sutra, 63. Vimalakirti: (giapponese: Yuimakitsu) ricco mercante della città di Vaishali che abbracciò il Buddismo mahayana. Nel sutra Vimalakirti egli viene descritto come contrario agli ideali hinayana dei discepoli Shomon. 64. Stato di arhat: il più alto stato di Illuminazione hinayana nel quale le illusioni sono sradicate. Coloro che hanno raggiunto questo stato sono chiamati arhat. 85 il Vimalakirti, condanna le virtù degli Shomon e degli Engaku e loda i vizi del comune mortale. Sembrerebbe quasi che non si tratti di una scrittura buddista, ma piuttosto dell'insegnamento di qualche scuola eretica. La questione è che il sutra vuole affermare categoricamente l'impossibilità dei due Veicoli di raggiungere la Buddità. Il sutra Hodo Dharani afferma: «Monju disse a Shariputra: "Può un albero secco produrre nuovi fiori? Può un fiume di montagna invertire il suo corso e

16 risalire alla sorgente? Può ricomporsi una roccia frantumata? Può un seme bruciato germogliare?" Shariputra rispose: "No". Monju continuò: "Se queste cose sono impossibili, perché gioisci chiedendomi se ti è stata predetta la Buddità?"». Il passaggio sta a significare che come un albero secco non produce fiori, come un fiume di montagna non risale indietro, come una roccia frantumata non può essere ricomposta, come un seme bruciato non può germogliare, così i due Veicoli non potranno raggiungere la Buddità. Nel loro caso, il seme della Buddità è stato bruciato. Nel sutra Daibon hannya si legge: «Tutti voi, creature divine, se non avete ancora concepito il desiderio dell'illuminazione, ora è il momento di farlo. Se entrerete nel mondo di Shomon, non potrete far nascere il desiderio dell'illuminazione. Perché questo? Perché sareste fuori dal ciclo di nascita e morte». Il senso di questo passo è che il Budda non apprezza le persone dei due Veicoli che non nutrono il desiderio dell'illuminazione, mentre si rallegra con le creature divine se sviluppano questo desiderio. Il sutra Shuryogon afferma: «Se una persona colpevole dei cinque peccati cardinali presta orecchio alla suprema meditazione 65 e concepisce il desiderio della perfetta Illuminazione, 65. La suprema meditazione: la meditazione che si suppone impedisca di essere tormentati dai desideri e dalle illusioni. 86 allora, contrariamente a quanto si potrebbe credere, può raggiungere la Buddità. Ma, Onorato dal mondo, un arhat che ha sradicato tutti i desideri è paragonabile a un recipiente rotto: non sarà mai degno né capace di ricevere questa meditazione». Il sutra Vimalakirti dice: «Quelli che ti fanno l'elemosina non coltivano per sé alcuna fortuna; le persone che ti fanno delle offerte cadranno nei tre cattivi sentieri». Questo brano indica che gli esseri umani e celesti che sostengono monaci saggi come Mahakashyapa e Shariputra, cadranno infallibilmente nei tre cattivi sentieri. Simili saggi monaci dovrebbero essere ritenuti gli occhi del mondo umano e celeste, i maestri di tutte le creature, secondi solo al Budda. Era mai possibile che il Budda parlasse in tal modo di tali uomini ripetutamente davanti alle grandi assemblee di esseri umani e celesti? Voleva veramente torturare a morte i suoi discepoli? Si servì anche di numerose metafore per condannare gli Shomon e gli Engaku comparandoli a latte di scimmia contro il latte di mucca dei bodhisattva, a vasi di argilla contro vasi d'oro, alla luce di una lucciola in confronto alla luce del sole. E non espresse tali giudizi in una parola o due, un giorno o due, un mese o due, un anno o due, in un sutra o due, bensì per un periodo di più di quarant anni, in innumerevoli sutra, davanti ad assemblee di innumerevoli persone condannò i due Veicoli, senza attenuanti.

17 Ora io so, gli uomini sanno, il cielo e la terra sanno, che il Budda non ha mentito; non un uomo o due, ma miriadi e miriadi di uomini, tutti gli dei, i draghi, gli ashura, tutti gli esseri umani e celesti, i due Veicoli e i grandi bodhisattva che si riunirono numerosi come una nuvola nell'assemblea dai mondi delle dieci direzioni, dai mondi della forma e della non forma, dai sei cieli del mondo del desiderio 66 dai quattro 66. Sei cieli del mondo del desiderio: il mondo del desiderio, primo del triplice mondo, comprende sia i primi sei cieli del mondo di Estasi che i cinque mondi più bassi dall'inferno all'umanità. In questi sei cieli i desideri sarebbero soddisfatti. 87 continenti 67 e dalle cinque regioni dell'india, tutti ascoltarono il Budda; inoltre, ognuno di essi ritornando alla propria terra riferì a tutti gli abitanti delle rispettive terre ciò che il Budda aveva insegnato nel mondo di saha, così che non ci fu una singola creatura degli innumerevoli mondi delle dieci direzioni che non apprendesse che Mahakashyapa, Shariputra e i loro simili non avrebbero mai saputo raggiungere la Buddità e che era sbagliato far loro l'elemosina. Tuttavia, nel Sutra del Loto predicato negli ultimi otto anni, il Budda improvvisamente ritrattando le precedenti affermazioni, insegnò che i due Veicoli raggiungeranno la Buddità. Potevano gli uomini e gli dei riuniti nell'assemblea per ascoltarlo, credergli? Non soltanto non lo credettero; ma iniziarono a nutrire dubbi su tutti i sutra predicati nei periodi precedenti. Si chiesero se tutti gli insegnamenti proposti dal Budda nei cinquanta anni di predicazione non fossero dottrine vuote e false. È vero che nel sutra Muryogi dice: «In questi quaranta e più anni non ho ancora rivelato la verità», ma non si poteva pensare che un demone avesse assunto la forma di Budda per predicare questo sutra negli ultimi otto anni? In verità specificando quando i discepoli dei due Veicoli avrebbero raggiunto la Buddità, in quali paesi, il nome che avrebbero portato e a quali discepoli avrebbero insegnato, il venerabile Shakyamuni, fondatore della dottrina, si era contraddetto. Questo vuol dire la frase «Le sue parole differiscono le une dalle altre». Ed è per questo che i brahmani lo chiamano con disprezzo il gran bugiardo. Ma proprio quando gli uomini e le divinità presenti alla grande assemblea erano in preda a tale penosa perplessità, il 67. Quattro continenti: vedi nota

18 Budda Taho, che dimora a Est nel mondo della Purezza preziosa, apparve in una torre ornata da sette materiali preziosi 68, alta cinquecento yojana e larga duecentocinquanta. L'assemblea di esseri umani e divini rimproverava il Budda perché le sue parole differivano l'una dall'altra e, benché egli cercasse di spiegare ora in un modo ora nell'altro, si trovava in grande imbarazzo nell'incapacità di dissipare i loro dubbi, quando la Torre Preziosa emerse dalla terra davanti a lui e si innalzò nel cielo. Apparve come la luna piena che sorge da dietro le montagne dell'est nel buio della notte. La Torre si innalzò nel cielo senza appoggiarsi alla terra o alla volta celeste, ma rimanendo sospesa a mezz'aria, mentre dal suo interno usciva una voce chiara e risonante che pronunciò parole di testimonianza. Così il Sutra del Loto ne parla: «In quel momento una forte voce uscì dalla Torre Preziosa, lodando: "Eccellente! Eccellente! Shakyamuni, Onorato dal mondo, hai bene insegnato per amore della moltitudine il Sutra del Loto, la grande saggezza che salva tutti imparzialmente, la Legge insegnata ai bodhisattva e che tutti i Budda posseggono e proteggono. Tutto ciò che tu Shakyamuni Onorato dal mondo, hai predicato, questo e quello, è la verità"». Il Sutra dice ancora: «In quel momento l'onorato dal mondo manifestò i suoi grandi poteri soprannaturali 69 alla presenza di Monju e delle miriadi di miliardi di bodhisattva che avevano dimorato dal lontano passato nel mondo di saha, nonché alla presenza degli esseri umani o non umani. Egli estese la sua lunga e larga lingua 70 fino al cielo di Brahma, poi da 68. Torre ornata da sette materiali preziosi, tra i quali oro e argento, descritta nel capitolo Hoto (undicesimo) del Sutra del Loto. 69. Grandi poteri mistici manifestati dal Budda Shakyamuni nel capitolo Jinriki (ventunesimo) per dimostrare la grandezza del Sutra del Loto e l importanza della propagazione dopo la sua morte. Subito dopo Shakyamuni affidò la mistica Legge ai bodhisattva della Terra. 70. Sta a indicare che le parole del Budda sono vere e valide. 89 tutti i suoi pori emersero raggi di luce 71 che illuminarono i mondi delle dieci direzioni mentre tutti gli altri Budda seduti sul trono del leone sotto gli alberi fatti di materiali preziosi, fecero lo stesso estendendo le loro grandi lingue ed emettendo innumerevoli raggi di luce» 72. In un altro capitolo 73 si afferma: «Tutti i Budda che erano convenuti dalle dieci direzioni dell'universo ritornarono nelle rispettive terre,... e il Budda ordinò che la Torre Preziosa ritornasse al suo luogo d'origine». Nel passato, quando il Budda predicò la prima volta dopo aver conseguito l'illuminazione 74, i Budda delle dieci direzioni apparvero per consigliarlo e incoraggiarlo e gli inviarono numerosi grandi bodhisattva. Quando predicò il sutra Hannya coprì con la sua lingua i tremila grandi mondi 75 e apparvero mille Budda delle dieci direzioni. Quando predicò il sutra Konkomyo, i quattro Budda 76 apparvero dalle quattro direzioni e quando predicò il sutra Amida, i Budda delle sei direzioni 77 coprirono con la loro lingua i tremila

19 grandi mondi. Quando predicò il sutra Daijuku, i Budda e i bodhisattva delle dieci direzioni si radunarono nel Grande monastero del tesoro, situato ai confini fra i mondi della forma e del desiderio. 71. Sta a indicare che la saggezza del Budda illumina tutto l'universo. 72. Sutra del Loto, cap Capitolo Zokurui (ventiduesimo) del Sutra del Loto. 74. Si riferisce alla predicazione del sutra Kegon. 75. Tremila grandi mondi: in termini moderni, una galassia. Le scritture buddiste descrivono tre sistemi di mondi: il mondo minore è un mondo con un sole, una luna e pianeti, come il nostro sistema solare; mille mondi minori formano un mondo medio e mille mondi medi un grande mondo. 76. Il Budda Ashuku della regione orientale, il Budda Hoso della regione meridionale, il Budda Muryoju della regione occidentale e il Budda Mimyosho della regione settentrionale. 77. Sei direzioni: est, ovest, nord e sud, sopra e sotto. 90 Ma paragonare questi segni fausti con quelli descritti nel Sutra del Loto, è come paragonare una pietra gialla all'oro, una nuvola bianca a una montagna innevata, il ghiaccio a uno specchio d'argento, o il colore nero al blu; solo chi ha la vista annebbiata, gli strabici, gli orbi e che ha difetti di vista, può confonderli. Il sutra Kegon fu il primo a essere predicato e non esistevano parole precedenti del Budda per contraddirlo, quindi naturalmente non fece sorgere dubbi. Nei sutra Daijuku, Hannya, Konkomyo e Amida, il Budda, per criticare l'ideale dei due Veicoli dei vari sutra hinayana, descrisse le Pure Terre delle dieci direzioni, ispirando nei bodhisattva e nei comuni mortali il desiderio di raggiungerle, e distogliendoli dall'ideale dei due Veicoli. Troviamo inoltre certe differenze fra i sutra hinayana e i sutra mahayana: in alcuni appaiono i Budda delle dieci direzioni; in altri i grandi bodhisattva vengono inviati dalle dieci direzioni; in alcuni si dice che il sutra è predicato nei mondi delle dieci direzioni, in altri partecipano all'assemblea tutti i Budda delle dieci direzioni; a volte il Budda Shakyamuni ricopre con la sua lingua i tremila grandi mondi, altre volte sono i vari Budda che estendono le loro lingue. Tutto questo unicamente per confutare l'idea errata sostenuta dai sutra hinayana che vi sia un solo Budda nei mondi delle dieci direzioni. Ma nel caso del Sutra del Loto, esso differisce talmente dai precedenti sutra mahayana che Shariputra e gli altri discepoli Shomon, i grandi bodhisattva, gli uomini e gli esseri celesti furono indotti a pensare: «Non sarà questo un demone che ha assunto la forma del Budda?» 78. Eppure, gli uomini dagli occhi offuscati delle sette Kegon, Hosso, Sanron, Shingon e Nembutsu sembrano pensare che i loro sutra particolari siano eguali al Sutra del Loto. Sono di una cecità spaventosa!

20 78. Sutra del Loto, cap Mentre il Budda era ancora in questo mondo, ci furono senza dubbio persone che, messi da parte i sutra che egli aveva insegnato durante i primi quaranta e più anni, abbracciarono il Sutra del Loto. Ma dopo la sua morte, deve essere stato difficile trovare qualcuno che aprisse e leggesse questo sutra e accettasse i suoi insegnamenti. In primo luogo, i sutra predicati in precedenza constano di innumerevoli parole, mentre il Sutra del Loto è di limitata estensione. I sutra precedenti sono numerosi, mentre il Sutra del Loto è solo. I sutra precedenti furono predicati per molti anni, mentre il Sutra del Loto venne predicato per soli otto anni. Se il Budda è il «gran bugiardo», come è stato giudicato, non si potrà mai credere nelle sue parole. Se uno si sforza di credere a ogni costo in ciò che non è credibile, potrà arrivare a credere nei sutra precedenti ma non crederà mai nel Sutra del Loto. Al giorno d'oggi esistono molte persone che sembrano credere nel Sutra del Loto, ma in realtà non si tratta del Sutra del Loto: se uno assicura loro che il Sutra del Loto è identico al sutra Dainichi o al sutra Kegon o al sutra Amida, allora soddisfatti si convertono; ma se qualcuno dice che il Sutra del Loto è completamente differente da tutti gli altri sutra, essi non lo ascolteranno, oppure, anche se lo ascoltassero penserebbero che non sta dicendo la verità. Nichiren deve dire questo: sono passati settecento anni da quando il Buddismo è stato introdotto in Giappone 79 ; in tutti questi anni, soltanto il Gran Maestro Dengyo comprese veramente il Sutra del Loto, ma nessuno è disposto a prestare attenzione a ciò che Nichiren dice. È proprio come afferma il Sutra del Loto: «Afferrare il monte Sumeru e scagliarlo lontano verso le innumerevoli terre del Budda - questo non è difficile... Ma predicare questo sutra nell'epoca malvagia dopo la 79. Secondo quanto afferma una delle più vecchie storie esistenti, la Nihon shoki (Cronache del Giappone), il Buddismo venne introdotto in Giappone nel 552 d.c. 92 morte del Budda - questo è veramente difficile» 80. Gli insegnamenti che sto esponendo sono in completo accordo con il sutra stesso. Ma come afferma il Sutra del Nirvana, che fu concepito per propagare il Sutra del Loto: «Nel periodo di conflitto dell'ultimo giorno della Legge, coloro che calunniano la vera Legge sono tanti come tante le terre delle dieci direzioni, mentre coloro che sostengono la vera Legge sono tanto pochi come la terra che può stare sulla punta di un'unghia». Cosa ne pensi di questo? Potresti affermare che le persone che si oppongono a me in Giappone potrebbero essere compresse nello spazio di un'unghia? Potresti affermare che io, Nichiren, occupo le dieci direzioni? Considera la questione attentamente. Nel regno di un saggio sovrano la giustizia prevarrà, ma quando

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