Prospettive e sfide del Continente Africano

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1 Prospettive e sfide del Continente Africano Genova- Chiesa evangelica valdese- 30 marzo 2015 Di Francesca Sini- Foto di Gianfranco Cremonesi Il convegno, introdotto dal Pastore Italo Pons e coordinato dalla dottoressa Ghislaine Laure, membro della chiesa di via Assarotti, è stato organizzato dalla Chiesa valdese, dall Associazione Mabota e ha avuto l adesione del Municipio Genova 1. Il Presidente del Municipio Genova 1, Simone Leoncini, portando il saluto dell Amministrazione, ha constatato che la presenza africana nel centro storico a Genova è caratterizzata da due aspetti, uno positivo e uno negativo. L aspetto più felice è l integrazione, la conoscenza reciproca, il dialogo, favoriti anche dall inserimento delle seconde generazioni. L aspetto più drammatico, invece, è costituito dalla bassa qualità delle abitazioni di alcuni vicoli del centro storico, dove alcuni appartamenti sono sprovvisti persino di acqua calda. Ci troviamo qui di fronte a un economia sommersa, ad alloggi sovrappopolati, a lavoro minorile. E necessario prendere consapevolezza di questo degrado per porvi rimedio, perché situazioni di estrema sofferenza possono portare a reazioni di fondamentalismo.

2 Il Presidente dell Associazione Mabota, Jean Claude Lemba, ha parlato di questa associazione, formata da immigrati dell Africa sub-sahariana. Egli ha rilevato l importanza di poter dialogare con la cittadinanza e le autorità civili ed ecclesiastiche. Associazioni come Mabota e Suq sono possibilità di farsi conoscere; sono occasioni di incontro e di scambio. Gli aspetti socio-politici sono stati affrontati da Ndom Thierry Idriss Armand. Dopo un excursus storico, egli si è soffermato sulla situazione attuale: anche dove sembra che gli stati africani siano indipendenti dall occidente, c è sempre però una mano invisibile che guida la politica africana. E necessario riconoscere le colpe dei dirigenti locali che non sanno emanciparsi dalla dipendenza dagli stati occidentali. Accanto a paesi a reddito medio-alto, come la Namibia, il Sud Africa, la Botswana, l Egitto e il Marocco, ci sono paesi che vivono situazioni di grande povertà. E necessario arrivare a una politica di aiuti con interventi mirati, per poter risolvere i problemi reali delle popolazioni, anche per fermare i fenomeni migratori verso i paesi più ricchi.

3 Jean Blaise Laga ha parlato della famiglia tipica africana, la così detta famiglia allargata : costituita da parenti di ogni ordine e grado, pronti ad aiutarsi in ogni situazione; una famiglia che offre accoglienza, ospitalità, affetto, e quindi sicurezza. Non esistono case di riposo, perché degli anziani si prende cura la famiglia. L aspetto negativo di questo tipo di famiglia è che le persone singole non vengono valorizzate; chi vuole uscire da questo guscio protettivo si trova in difficoltà, viene frenato dai parenti. Inoltre, è difficile per una coppia giovane risparmiare, perché al primo posto viene sempre l aiuto a fratelli, sorelle, zii e parenti vari. Il medico Jacques Lita Botembe ha illustrato le precarietà sanitarie del continente africano: malattie infettive, alta mortalità, pochissime strutture ed apparecchiature mediche.

4 Il convegno è stato concluso da Carla Peirolero, attrice e direttrice Suq Genova. In un mondo dove tutto è sempre più interdipendente, con una spinta alla globalizzazione che ci trova a volte impreparati, educare le nuove generazioni alla mondialità e alla cooperazione è urgente e necessario. Importante è ascoltare la loro voce, capire e comprendere come si stanno adattando a questi processi, come possono costruire con noi il loro futuro. Le discipline artistiche e creative offrono il vantaggio di chiamare i giovani a una partecipazione attiva, che li coinvolge in prima persona, che esce dalla dimensione frontale e si apre al cerchio dove tutti possono mostrare le loro fragilità, gli imbarazzismi dovuti all'incontro un po' affrettato con culture e tradizioni che giungono a casa nostra, che ci obbligano a vicinanze non sempre facili. Gli artisti del SUQ, con la loro esperienza professionale - considerata una eccellenza in Italia e riconosciuta dal Patrocinio UNESCO e dall Europa come best practice per il dialogo tra culture in questi anni sono stati attivi non solo sui palcoscenici ma nelle Scuole e nelle Facoltà Universitarie dove si semina rispetto e conoscenza, per raccoglierne i frutti nel futuro. Il Convegno ci ha dunque consentito di approfondire la conoscenza della situazione di questo continente, dal quale noi tutti proveniamo, ed ha offerto spunti per molto lavoro che le nostre chiese possono e debbono fare, sia per quanto riguarda l accoglienza di questi fratelli e sorelle che sono in mezzo a noi, sia per portare aiuto ai paesi dell Africa sub-sahariana. Particolarmente ricco il dibattito al quale hanno preso parte diversi esponenti dell associazionismo e del mondo ecumenico. La serata si è conclusa con un banchetto tipicamente africano.

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