Apprendere una lingua in età adulta e in condizione di migrazione: risorse, strategie, criticità

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1 Certifica il tuo italiano. La lingua per conoscere e farsi conoscere Apprendere una lingua in età adulta e in condizione di migrazione: risorse, strategie, criticità Brescia - Mercoledì 26 gennaio 2011 giuseppeballero@yahoo.it

2 Articolazione del corso 1. La specificità del destinatario adulto 2. Lo studente in condizione di migrazione 3. La competenza linguistica (BICS/CALP)( 4. L approccio comunicativo ed umanistico affettivo 5. Le linee guida del Quadro Comune Europeo di Riferimento 6. Gli Enti certificatori

3 La motivazione è quindi basata sul bisogno piuttosto che sul piacere. E questo è chiaramente il caso degli immigrati. Lifelong learning (P. E. Balboni, 2002) Dal concetto di educazione permanete si è passati a quello di lifelong learning. La differenza non è immediatamente percepibile se non da quel drammatico lifelong e cioè finchè si vive, ma è una differenza fondamentale e di grande attualità. Per educazione permanete si intendeva un offerta educativa essenzialmente legata alla volontarietà di chi ne fruiva (una persona che vuole fare carriera, che vuole andare all estero, un pensionato che vuole riempire il suo tempo, ecc.) Il lifelong learning invece rimanda ad una realtà in cui non è una scelta volontaria che porta a studiare, ma è una realtà esterna che rende necessario lo studio. Si investe in un corso di lingua straniera o di informatica non tanto per progredire professionalmente, quanto per mera sopravvivenza.

4 Lo studente adulto (P. E. Balboni, 2002) È fuori dal percorso formativo di base e quindi il rapporto docente- studente non è più educativo ma prevalentemente istruttivo: l insegnante non forma, ma è semplicemente un tecnico che conosce la lingua da apprendere Può, e spesso vuole, decidere autonomamente e si assume la responsabilità delle sue decisioni; quindi considera l insegnante non come un superiore, ma una persona socialmente pari (mentre il bambino è disposto a compiere un atto di fede nell insegnante-adulto, lo studente adulto si sente pari all insegnante) Paga il corso (e se non paga impiega il suo tempo) e quindi non segue il corso per suo piacere o perché mandato dai genitori, ma perché deve portare a risultati Vuole raggiungere i risultati nel minor tempo possibile non solo perché paga, ma perché è la società che detta i tempi

5 L approccio andragogico (P. E. Balboni, 2002) Un approccio andragogico è caratterizzato: dalla particolare natura e dal ruolo giocato dalla motivazione: per mantenere costantemente viva la motivazione l insegnante deve permettere allo studente di misurare continuamente il percorso effettuato e di individuare con chiarezza la successione degli obiettivi dalla disponibilità a superare le resistenze a modificare l architettura della propria conoscenza: l insegnante deve guidare questo processo partendo dagli strumenti cognitivi dell adulto (per es. la sistematizzazione grammaticale) dalla consapevolezza che l adulto ha della propria esperienza di vita: l insegnante deve quindi garantire e sostenere l autonomia dello studente nel processo di apprendimento e quindi privilegiare quelle attività condotte autonomamente dallo studente adulto dal conseguente passaggio del docente dal ruolo di insegnante a quello di facilitatore dell apprendimento

6 L approccio andragogico (P. E. Balboni, 2002) Quindi è necessario: negoziare gli obiettivi (insegnate e studente debbono concordare cosa intendono per sapere una lingua ) spiegare il più possibile in maniera esplicita il perché delle attività didattiche: spesso l adulto è legato a schemi didattici obsoleti che possono minare la fiducia nell insegnate convincerlo, nei limiti del possibile, della bontà del metodo assecondare per quanto possibile la necessità metalinguistica (ben superiore a quella dell adolescente ed inesistente nel bambino), caratteristica psicologica dell adulto che deriva dalla maggiore capacità astrattiva e sistematizzante della mente adulta che spinge al desiderio di regole stabili a cui far riferimento non rischiare la demotivazione non rischiare la demotivazione preavvertendo che la capacità di apprendere una lingua non viene mai meno, ma che con l età mutano la rapidità e la stabilità della acquisizione: il bambino è più rapido, ma l adulto alla lunga lo raggiunge (Singleton, 1989)

7 Tecniche didattiche per adulti (P. E. Balboni, 2002) Le tecniche che rispondono ai requisiti dell andragogia e non solo della pedagogia sono quelle che pongono lo studente di fronte alla sua competenza. Quindi le tecniche che affidano allo studente il compito di realizzarle e valutarle autonomamente (pur con la guida dell insegnante facilitatore) sono essenzialmente: il dettato autocorretto il cloze l accoppiamento parole-immagini tutte le forme di incastro (incastro di parole, di spezzoni di frasi, di periodi si un testo, di battute di un dialogo, di vignette e parole di un fumetto, ecc.) Meno indicati per l andragogia, sono quelle tecniche che: 1. portano ad interagire con i compagni (PLO, roleplay, ecc.) 2. pongono lo studente a confronto diretto con l insegnante-giudice (correzione degli errori, processo di verifica, comunicazione dei risultati) 3. fanno giocare Più adatte alla pedagogia (anche se )

8 Prima di decidere come insegnare l italiano dovremmo decidere in quale società vogliamo vivere: da questo dipende l organizzazione dell insegnamento. Inteso cioè solo come un supporto, anche ben organizzato, all immigrato o che invece insegni a tutta la popolazione ospitante ed ospitata (scolastica e non) a vivere in una nuova società fatta di lingue, culture e religioni diverse. Ma, quale che sia la scelta di fondo, è pur vero che in tutti i casi bisogna attrezzarsi per insegnar loro la lingua. Sia se si ritiene di dar loro solo un supporto, sia se si pensa in prospettiva ad una nuova società, la conoscenza della lingua è l elemento essenziale: uno dei principali meccanismi di permeabilità e di contagio culturale è costituito infatti dalla conoscenza delle lingue. Interculturalità (Balboni, 2002) La multiculturalità è un dato etnico-sociale, l interculturalità invece è una scelta politica e culturale. Nella società multiculturale l ospitante non si mette in discussione e l ospitato lo fa solo quanto basta per non essere espulso. L arricchimento è solo di tipo economico. Nella società interculturale l arricchimento è culturale, si scoprono altri punti di vista, altri stili di vita; tutti si mettono in discussione.

9 Acculturazione (P. Celentin / G. Serragiotto, 2000) La definizione classica del termine acculturazione comprende i cambiamenti dei modelli culturali originari che si manifestano nel momento in cui gruppi o individui entrano in contatto con culture differenti. Quando ciò avviene, i soggetti vivono un impatto significativo nella propria struttura psicologica, sociale, istituzionale, politica e nel sistema dei valori. Imparare a funzionare in una cultura straniera (Balboni, 2002) Euforia Shock culturale Stabilità

10 Euforia (P. Celentin / G. Serragiotto, 2000) Il primo periodo è caratterizzato quasi sempre da una fase di euforia causata dall eccitazione per la nuova vita e le nuove esperienze (a volte si tratta della prima volta che una persona gestisce da sola la propria vita). Questa fase è molto breve e ad essa segue immediatamente il periodo dello shock culturale.

11 Shock culturale (Celentin / Serragiotto, Bruni, 2007) E la fase in cui l alunno avverte le differenze culturali che scalfiscono l immagine di se stesso. Regole e lingua Ansie paragonabili a quelle dell adolescenza: - persecutorie, di fronte all ignoto ed al cambiamento - depressive, per gli oggetti lasciati e le parti di sé perdute - confusionali, per l insieme intricato di stimoli nuovi e vecchie esperienze Produce estraniamento, rabbia, ostilità, indecisione, frustrazione, tristezza per la lontananza da casa Può portare a regressione, isolamento e rifiuto. Più o meno forte: da una semplice irritabilità ad uno stato psicologico di panico o crisi La malinconia ed il lutto

12 Stabilità (P. Celentin / G. Serragiotto, 2000) Ultima fase Negativa Positiva quando l alunno ha raggiunto un grado di adattamento pari ad un nativo La malinconia si è trasformata in lutto che viene elaborato Superiorità intellettiva, affettiva e sociale del bilingue

13 Acculturazione (J.W. Berry, 2001) Separazione o isolamento quando persiste una forte adesione alla propria cultura ed il rifiuto verso quella nuova Assimilazione quando perde gli aspetti della propria cultura cercando di assumere il più possibile quelli del nuovo paese Marginalizzazione quando rifiuta sia la propria identità etnica sia quella del paese ospite Integrazione quando conserva la propria identità etnica adattandosi a quella del paese d accoglienza in continuo scambio e collaborazione

14 Che fare? (C. Bruni, 2007) Spiegare al più presto in modo esplicito all alunno straniero (ed agli alunni tutti), magari con l aiuto del mediatore culturale, che passerà inevitabilmente uno stato di crisi causato dal trauma migratorio (Nathan) dell inserimento in un nuovo paese con conseguente rottura dell equilibrio precedente (duplice nel caso di adolescenti). Ma far presente anche che crisi non è una brutta parola, bensì, se intesa nell accezione del greco krisis (separazione, scelta) o come l ideogramma cinese che è l insieme di due simboli che significano pericolo ed opportunità, può essere una triste fortuna. Crisi quindi come un momento confuso dovuto ad una situazione disorganizzata che col tempo dovrà essere organizzata diversamente. Se questa sorta di rinascita avverrà, aumenterà il potenziale creativo della persona: quindi un occasione da non perdere.

15 Che fare? In un primo momento (più o meno nella fase dell euforia) è opportuno non incalzare l alunno con richieste di ricordi o di racconto. E bene anzi non soffermarsi sul passato, ma interessarsi, parlare e far parlare del futuro. La fase dello shock è la più delicata e qualsiasi cosa faccia l insegnante spesso sbaglia. E forse questo il momento in cui bisogna parlare del loro mondo: : i ricordi, la famiglia, la loro terra, il loro Paese. Pensieri ed emozioni che è bene che esplicitino: invitarli quindi ad esprimerli ed a condividerli. Aprire uno sportello di ascolto (psicologo). Utilizzare il mediatore culturale: : figura che va ben oltre il semplice ruolo di traduttore: è la testimonianza dell intreccio dell altrove col presente, la prova vivente di un mondo possibile (C. Bruni, 2007). Tutor Agire sui e con i genitori

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