MARSILIANA D ALBEGNA L ABITATO E LE NECROPOLI

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1 Dedichiamo questo breve testo a tutti gli studenti, a tutti i volontari e a tutti gli amici che, con il loro entusiasmo, la loro dedizione e loro generosità, consentono la prosecuzione delle ricerche nell area di Marsiliana d Albegna. Aidan, Duccio, Elena, Lorella, Sara, Silvia. MARSILIANA D ALBEGNA L ABITATO E LE NECROPOLI Resoconto preliminare delle attività Duccio Calamandrei, Sara De Sanctis, Lorella Molinaro, Aidan Mulkerrin, Silvia Pallecchi, Elena Santoro

2 INDICE Archeologia e storia di un territorio antichissimo p. 5 Il territorio di Marsiliana d Albegna p. 9 La Casa delle Anfore p. 11 La necropoli di Piani di Perazzeta p. 24 La necropoli di Macchiabuia p. 27 Virtual archaeology p. 36 Per saperne di più p. 39 Calendario delle attività 2012 p. 43 Contatti p. 45 Amici e sostenitori del Progetto Marsiliana d Albegna p

3 ARCHEOLOGIA E STORIA DI UN TERRITORIO ANTICHISSIMO Nel 1908, durante i lavori per la costruzione di una rimessa per le macchine agricole, in un area poco distante dall attuale centro di Marsiliana fu scoperta un estesa necropoli, denominata Banditella, dal nome della località. Questa necropoli, costituita da più di cento tombe di diversa tipologia, per alcuni anni fu oggetto di scavi da parte del principe Don Tommaso Corsini, che deteneva allora la proprietà del terreno. I numerosissimi reperti portati alla luce nel corso degli scavi del Principe, illustrati nel dotto volume che Antonio Minto dedicò a Marsiliana, permettono oggi di ricostruire la storia di una importante comunità aristocratica che, tra la fine dell VIII e il VII secolo a.c., deteneva il controllo del territorio. Negli anni Ottanta del secolo scorso il sito è stato di nuovo interessato da un saggio di scavo e da alcuni altri sporadici interventi di recupero, condotti dalla Soprintendenza Archeologica della Toscana. Nel corso del 2002, l Università degli Studi di Siena, nella persona del prof. Andrea Zifferero, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, ha stilato il primo vero è proprio progetto di scavo e ricerca, con lo scopo di 5 approfondire la ricerca su questo importante centro della Maremma grossetana e di promuoverne, anche all estero, la conoscenza. Nel corso del 2009 alla struttura originaria del Progetto si è affiancata l Associazione Etruria Nova Onlus, fondata e costituita da archeologi professionisti, che si è incaricata dell organizzazione e della gestione della ricerca sul campo. FIGURA 1. Studenti e volontari durante le attività di ricognizione archeologica nell area di Marsiliana d Albegna. Convinta che, nel mondo di oggi, l archeologia abbia un senso reale solo se strettamente legata e, per così dire, restituita alle comunità, sotto forma di coscienza collettiva, ma anche di potenziamento reale della vocazione turistica dei territori, 6

4 l Associazione Etruria Nova Onlus ha scelto di portare avanti la ricerca attraverso l organizzazione di una serie di Campi Internazionali, che ogni anno accolgono decine di studenti e volontari provenienti da ogni parte del mondo. non solo dal punto di vista paesaggistico, storico e archeologico, ma anche negli aspetti legati alle economie particolari e alle produzioni tipiche dell area, in un esperienza che tenta di comunicare loro il sapore vero e profondo della Maremma. FIGURA 2. Studenti e volontari durante il lavoro sul campo e in laboratorio. FIGURA 3. Studenti e volontari in visita presso alcune aziende del territorio grossetano. Durante i Campi, allo scavo e alle attività di laboratorio vengono affiancate alcune gite che offrono ai partecipanti la possibilità di conoscere il territorio di Marsiliana e i suoi dintorni 7 8

5 IL TERRITORIO DI MARSILIANA D ALBEGNA FIGURA 4. Il castello di Marsiliana L attuale centro abitato di Marsiliana d Albegna è posto nel territorio di Manciano, nella provincia di Grosseto. Il sito occupa la propaggine sud-orientale della piana del fiume Albegna, dove la valle inizia a restringersi per lasciare il posto ai rilievi collinari che si snodano verso l interno. La sua posizione strategica, a diretto controllo di una delle vie d acqua più importanti della zona, e dunque degli scambi e delle comunicazioni, e la presenza di terreni fertili 9 hanno favorito sin dall antichità la nascita e lo sviluppo di numerosi siti archeologici. Le testimonianze più antiche provengono dall area del Poggio del Castello, un colle che seppur di altitudine modesta è molto visibile dalla pianura, perché rappresenta il primo rilievo della zona. La sommità di tale poggio è occupata da un castello dimora sin dal 1761 dei Principi Corsini. Tracce sporadiche riferibili all età del Bronzo Recente (XIII-XII secolo a.c.) sono state identificate alla base del poggio; una vera occupazione, invece, è testimoniata in prossimità della sommità di esso a partire dall XII secolo a.c. (Bronzo Finale). Durante l età del Ferro, compatibilmente con quando avviene nelle zone circostanti, Marsiliana sembra essere abbandonata per essere rioccupata in modo stabile dall VIII secolo a.c. (età Orientalizzante) quando una comunità molto ricca, proveniente con ogni probabilità dalla città etrusca di Vulci, si stanzia in questa zona. Testimonianze risalenti a questo periodo sono state riconosciute non solo sul Poggio del Castello ma anche nelle colline fino alla piana, come nel caso del dell Uliveto di Banditella, del Poggio di Macchiabuia, di Piani di Banditella e Perazzeta, per citare gli esempi più noti. Con l età arcaica (VI-V secolo a.c.) si assiste ad una progressiva espansione dei siti insediativi, a testimoniare uno sfruttamento più capillare del territorio. 10

6 LA CASA DELLE ANFORE Nel corso del 2005, durante una delle campagne di ricerca condotte nel territorio di Marsiliana d Albegna, nei pressi della località Poggio Alto, poco distante dal centro attuale di Marsiliana e dall altura del Castello, furono rinvenuti i resti di un imponente struttura abitativa la cui frequentazione, sulla base dei materiali rinvenuti, si data tra l ultimo quarto del VI e la fine del V secolo a.c. La struttura, denominata Casa delle Anfore dalla grande quantità di anfore etrusche che da subito cominciarono ad emergere al suo interno, a partire dal 2006 è stata interessata da una serie di campagne di scavo, che si propongono di riportare alla luce l intero complesso e le sue immediate pertinenze. FIGURA 6. Le anfore etrusche, che hanno dato il nome alla Casa delle Anfore. FIGURA 5. I resti della Casa delle Anfore, al momento del rinvenimento. 11 L edificio, che ha una pianta quadrangolare e si estende su un area di 400 mq, è delimitato da un massiccio muro perimetrale in pietre sbozzate, legate da argilla, ed è rinforzato da grandi pietre angolari. La sua facciata orientale era caratterizzata dalla presenza di 12

7 un ampio portico, sotto al quale erano conservati numerosi terra battuta che, a sua volta, dava accesso ad un ampia corte contenitori di ceramica, in parte disposti con ordine a terra e, in scoperta. parte, originariamente collocati sopra a mensole o scaffali addossati alla muratura. La pavimentazione di questa corte, realizzata anch essa in terra battuta, era caratterizzata da una serie di pendenze, confluenti verso un area centrale, delimitata da un cordolo di lastrine di travertino. F IGURA 7. Ricostruzione grafica della facciata dell edificio. Elaborazione: Duccio Calamandrei. Il portico si affacciava ad est su un ampio piazzale, dotato di una pavimentazione realizzata con piccoli ciottoli ordinatamente disposti e compattati. Al centro del portico, direttamente accessibile dal piazzale, si apriva l unico ingresso alla struttura, costituito da una F IGURA 8. Resti della giara interrata che funzionava da filtro per l acqua piovana destinata ad essere immagazzinata nella cisterna. porta piuttosto ampia, verosimilmente dotata di un infisso in legno, di cui si conservano i basamenti in muratura degli stipiti. L ingresso In quest area era verosimilmente posizionata una cisterna, immetteva in un disimpegno a pianta quadrangolare, pavimentato in che non è ancora stata oggetto di indagini archeologiche di dettaglio

8 All interno della cisterna, venivano probabilmente convogliate le acque provenienti dai tetti della struttura, dopo essere state purificate dal passaggio attraverso un filtro composto da una grossa giara interrata e da una canaletta piena di ciottoli. I resti dell alloggiamento della giara e della canaletta che fungeva da filtro sono ancora visibili nei pressi dell accesso alla Casa. Sulla corte centrale si aprivano numerosi piccoli ambienti, a pianta quadrangolare, solo in parte già interessati dalle indagini archeologiche. la struttura dall umidità del terreno e da un elevato in mattoni di argilla essiccata al sole, con una tecnica che è tipica del territorio dell antica Etruria e che sarà poi ereditata dai Romani. Nel suo complesso, la Casa delle Anfore sembra, quindi interpretabile come una struttura domestica rurale che rimanda, per alcuni dei suoi caratteri costruttivi, a certe case urbane e suburbane tipiche dell edilizia privata di età tardo-arcaica e classica dell Etruria centro-meridionale e dell antico Lazio. FIGURA 9. Il sito della Casa delle Anfore, al termine della campagna Questi ambienti sono caratterizzati da murature senza fondazioni, costituite da un basamento in pietra, funzionale ad isolare 15 FIGURA 10. Resti della capanna del brigante, allestita tra i ruderi della Casa delle Anfore. 16

9 Tra il XVIII e il XIX secolo, nell area della corte centrale, venne allestita una piccola capanna a pianta ellittica, realizzata con pietre e altri materiali recuperati dai ruderi della Casa delle Anfore e dotata, al suo interno, di un piccolo focolare e di un bancone direttamente intagliato nel terreno geologico, forse utilizzato come superficie di appoggio. All interno della capanna e nelle sue immediate pertinenze sono stati rinvenuti alcuni bottoni in legno, una medaglietta devozionale in bronzo, rappresentante sul dritto la Madonna di Montenero e, sul verso, con San Venanzio Martire, protettore delle cadute spirituali e materiali. All interno di un piccolo nascondiglio ricavato dentro ad uno dei muri perimetrali della capanna, sono state, inoltre, rinvenute la canna e alcune delle altre parti metalliche di una pistola ad avancarica, che sembra databile tra il 1840 e il I materiali recuperati, insieme naturalmente alla posizione del sito, piuttosto distante dal centro abitato e quasi nascosto nella boscaglia di Poggio Alto, suggeriscono l ipotesi che la struttura possa aver offerto riparo ad uno dei briganti che, al tempo, frequentavano la zona di Marsiliana. Elena Santoro Breve guida agli ambienti indagati Nel corso delle campagne è stato possibile procedere all indagine di dettaglio di 6 degli ambienti che si affacciano sulla corte centrale della Casa delle Anfore. FIGURA 11. Planimetria della Casa delle Anfore

10 Il piazzale e il portico esterno L indagine dell area esterna dell edificio, corrispondente alla facciata orientale con l ingresso principale, ha restituito molti dati interessanti. Allineate con il muro perimetrale si trovavano, ad esempio, alcune grandi giare in impasto, insieme ad altre forme vascolari, posizionate in maniera da far supporre la presenza di strutture di sostegno quali mensole e/o scaffali in legno. La consistente presenza di tegole negli strati di crollo dell area esterna e la posizione delle grandi giare lasciano ipotizzare che l area fosse originariamente coperta da un portico, come sembrerebbe confermare anche la presenza di un pavimento in terra battuta, rinvenuto lungo il muro perimetrale. Altre giare erano allineate lungo i muri esterni dell ambiente A. Ambiente I : l antico ingresso L ingresso, oltre ad avere una funzione di accesso, rappresenta anche un area in cui venivano custoditi alcuni oggetti che servivano per la conservazione delle derrate alimentari. Addossato ad uno dei lati dell ingresso principale, all esterno dell edificio, sono stati rinvenuti un anfora etrusca e un altro contenitore di grandi dimensioni, al cui interno erano custoditi alcuni vasi di più piccole dimensioni. FIGURA 12. L ambiente I, al termine della campagna Nel complesso, si tratta di materiali che richiamano modelli piuttosto antichi ed è possibile che il contesto sia da interpretare come un offerta rituale, magari effettuata in occasione della fondazione della Casa. Ambienti A, B, C ed E : i magazzini Sul lato orientale della corte, a sinistra dell ingresso, si aprono due piccoli ambienti a pianta quadrangolare, dotati di pavimentazione in terra battuta, rinforzata da ghiaia fine

11 FIGURA 13. Gli ambienti B ed E, al termine della campagna FIGURA 14. L ambiente C, al termine della campagna All interno di questi ambienti è stata rinvenuta una grande quantità di contenitori ceramici, per lo più anfore, ma anche giare e contenitori di dimensioni più ridotte. Le analisi chimiche condotte, con l aiuto delle tecniche più moderne, sulle superfici di questi contenitori, hanno rivelato la presenza di residui di sostanze che dimostrano che, al loro interno, venivano conservati olio d oliva e pesce. Il vasellame era, in parte ordinatamente disposto a terra, addossato alle pareti degli ambienti e, in parte, posizionato su mensole o scaffalature lignee. 21 Ambiente H : un antico frantoio? Sul lato nord-orientale della corte si apre un grande ambiente a pianta quadrangolare, caratterizzato da massicce pareti interamente costruite in pietra, che si differenziano notevolmente da tutte le altre strutture murarie individuate nella Casa. All interno dell ambiente, la cui indagine rimane ancora da completare, è stata recuperata una grande quantità di contenitori per la conservazione di derrate alimentari, per lo più grandi giare, che consentono di inquadrare questo locale, come i precedenti, nell ambito della parte produttiva della struttura. La presenza di un sottile setto murario, posizionato nella parte centrale del vano, 22

12 potrebbe, in particolare, suggerire di riconoscere in questo ambiente le strutture di un antico frantoio. LA NECROPOLI DI PIANI DI PERAZZETA Tra il 2003 e il 2007 l area funeraria di Piani di Perazzeta, la cui esplorazione era stata già avviata dal principe Tommaso Corsini agli inizi XX secolo, è stata interessata da una serie di indagini archeologiche, concentrate nella zona del Podere 145 (proprietà Domenico Brizzi). FIGURA 15. L ambiente H, durante la campagna La prossima campagna di scavo, prevista per i mesi di settembre e ottobre 2011, sarà fondamentale per il completamento dell indagine su questo ambiente e per lo scioglimento dei dubbi in merito alla sua funzione. Sara De Sanctis, Lorella Molinaro, Aidan Mulkerrin, Elena Santoro FIGURA 16. L area della necropoli di Piani di Perazzeta, durante le operazioni di scavo

13 Nel corso delle indagini, sono stati individuati e completamente scavati i resti di due sepolture monumentali. una camera funeraria allestita all interno di una profonda fossa a pianta rettangolare. FIGURA 18. Alcuni dei materiali ceramici recuperati all interno della più antica delle due sepolture scavate nella necropoli di Piani di Perazzeta. FIGURA 17. Il grande tumulo della necropoli di Piani di Perazzeta. Della sepoltura più recente, riferibile agli inizi del VI secolo a.c., si conservavano i resti di un massiccio tamburo, del diametro di circa 28 metri, composto da grandi lastre di travertino. Questa struttura delimitava e sosteneva un alto tumulo di terra, che serviva a segnalare la camera funeraria vera e propria che, purtroppo, non si è però conservata. Allo stesso tempo, il tumulo andava ad inglobare e a proteggere un monumento funerario più antico, costituito da un circolo di lastre di pietra del diametro di metri 12,60, che delimitava All interno di questa camera, sigillata da un potente strato di ciottoli fluviali, sono stati rinvenuti i resti di una deposizione maschile inquadrabile entro il secondo quarto del VII secolo a.c., dotata di un corredo costituito da ceramiche, vasellame metallico e armi

14 LA NECROPOLI DI MACCHIABUIA Durante l autunno del 2006, nel corso di una campagna di ricognizioni archeologiche all interno della Tenuta dei Principi Corsini, fu individuato un nucleo di circa 40 sepolture, tutte genericamente inquadrabili nell ambito della tipologia delle cosiddette tombe a circolo. partire dal 1896, erano purtroppo quasi tutte già parzialmente danneggiate da operazioni di scavo clandestino intervenute, per lo più, intorno alla metà degli anni Novanta del secolo scorso. Nel corso delle campagne 2009 e 2010 si è proceduto allo scavo integrale di quattro di queste sepolture, che possono oggi essere inquadrate nel periodo compreso tra la fine dell VIII e il primo quarto del VII secolo a.c. FIGURA 20. L area della necropoli di Macchiabuia, durante le operazioni di scavo. FIGURA 19. Le tombe della necropoli di Macchiabuia, dopo una prima pulizia superficiale, al momento della scoperta. Le tombe, riferibili ad una più vasta necropoli già riconosciuta e parzialmente indagata dal Principe Tommaso Corsini a 27 Nonostante i danneggiamenti subiti nel corso degli interventi clandestini e anche se i dati e i materiali recuperati durante gli scavi archeologici scavo sono ancora in corso di studio, già ad una analisi preliminare è possibile mettere in luce una serie di aspetti che 28

15 possono contribuire a fare un po di chiarezza su queste strutture e su quello che doveva essere il loro aspetto originario. Pur essendo, tra di loro, caratterizzate da una serie di differenze, talvolta anche piuttosto evidenti, in generale le sepolture sono realizzate all interno di fosse più o meno profonde ed erano segnalate in superficie da piccoli tumuli di terra, delimitati da circoli di pietre del diametro variabile tra i 4 e i 9 metri. FIGURA 21. Veduta del circolo di una delle quattro sepolture indagate all interno della necropoli di Macchiabuia. I circoli sono prevalentemente costituiti da allineamenti di spezzoni di travertino e pietre non lavorate, ma sono talvolta impreziositi anche dalla presenza di lastre di ardesia di color azzurroviola, scelte forse per la realizzazione di particolari effetti cromatici. Le pietre dei circoli sono quasi tutte poste in opera al di sopra di un basso gradino direttamente intagliato sull antico piano di calpestio, tranne tre o quattro per ogni circolo che, oltre ad essere di dimensioni maggiori, sono anche profondamente infisse nel terreno, forse a marcare in maniera stabile l estensione massima di ciascuna sepoltura. Sotto a ciascun circolo di pietre si apre un taglio che, al centro, si approfondisce in un area a pianta approssimativamente rettangolare, dalle pareti verticali e dal fondo piano, all interno della quale era allestita la camera sepolcrale. La camera era formata da una struttura in legno che, talvolta, sembra imitare, anche nella disposizione dei materiali al suo interno, l organizzazione di una abitazione. Il pavimento, che non ha lasciato tracce materiali, era probabilmente costituito da un piancito ligneo, talvolta steso al di sopra di uno strato di piccoli ciottoli. Il soffitto aveva un andamento piano ed era composto da un sistema di travi e travetti direttamente impostati sul bordo del taglio della fossa. Al di sopra del soffitto di ciascuna camera, a segnalare e a proteggere la sepoltura, era stato innalzato un tumulo, dell altezza 29 30

16 massima di circa 2 metri, costituito da una serie di strati di terra e piccole pietre e foderato in superficie da uno strato di argilla. riferibili due grandi lastre, rinvenute lungo il profilo esterno del circolo che delimitava la sepoltura. FIGURA 22. Sezione del modello in grafica 3D di una delle quattro sepolture indagate nell area della necropoli di Macchiabuia. Elaborazione: Duccio Calamandrei. In un caso, sulla sommità del tumulo è attestata la presenza di una piattaforma a pianta approssimativamente rettangolare, delimitata da un cordolo di pietre e pavimentata con una grossa lastra di calcare, disposta per piatto. La piattaforma, che è verosimilmente da mettere in relazione con l esecuzione di qualche rituale connesso con il culto dei defunti, era probabilmente accessibile da una rampa o da una scala con gradini in terra o in legno, cui potrebbero essere 31 FIGURA 23. Vista dall alto del modello in grafica 3D di una delle quattro sepolture indagate nell area della necropoli di Macchiabuia. Elaborazione: Duccio Calamandrei. Nei casi di sepolture plurime, l accesso alle camere avveniva probabilmente per mezzo di un apertura verticale a pozzo (caditoia), che attraversava tutto il tumulo. Di questo antico accesso, allo stato 32

17 attuale delle ricerche si può purtroppo dire ben poco; su di esso, infatti, nei casi indagati sembrano sempre insistere i tagli effettuati nel corso degli scavi clandestini e le tracce materiali che se ne conservano sono costituite da lacerti di stratificazione di interpretazione piuttosto complessa. FIGURA 25. Pulizia e recupero del corredo di una delle sepolture della necropoli. FIGURA 24. Pulizia e recupero dei resti di una donna inumata all interno di una delle sepolture della necropoli. FIGURA 26. Resti di un calderone e di un elmo in bronzo, all interno di una delle sepolture della necropoli

18 All interno di queste sepolture, sono stati rinvenuti resti di individui sia cremati che inumati, con corredi composti da vasellame ceramico e metallico, armi e monili, che consentono di riferire la necropoli ad uno dei gruppi aristocratici che deteneva il controllo dell area di Marsiliana. Silvia Pallecchi 35 VIRTUAL ARCHAEOLOGY Lo studio e il racconto di realtà complesse come quelle abitative e funerarie del mondo Etrusco oggi può avvalersi di ausili informatici che consentono di condensare in un immagine o in un modello tridimensionale, immediatamente comprensibile anche al pubblico dei non specialisti, i risultati di anni di studio e di lavoro sul campo. Nei casi delle tomba a circolo in località Macchiabuia e della Casa delle Anfore, ad esempio, utilizzando la grafica tridimensionale (CAD) in combinazione con l effetto rendering, che consente di applicare alle superfici del modello tessiture campionate dalle foto di scavo e con la tecnica "Ray Tracing", che simula gli effetti della luce sugli oggetti, è stato possibile realizzare una ricostruzione grafica delle strutture, che riassume in sé tutti i dati ad oggi resi disponibili dall elaborazione dei dati di scavo. In particolare, dopo aver esportato la versione vettorializzata delle planimetrie di scavo in un programma di grafica 3D, si è proceduto all estrusione delle strutture murarie, e alla ricostruzione della loro tessitura. Al modello tridimensionale così ottenuto si sono poi applicate delle specifiche mappe di composizione, costituite dalle fotografie dei diversi materiali (legno, pietra, terra battuta, terracotta, ceramica etc.), direttamente campionati sullo scavo. Le mappe di composizione, oltre ad indicare al renderer, cioè alla parte del programma di grafica 3D che si occupa della resa grafica delle 36

19 immagini che si producono, il colore particolare delle singole superfici, suggeriscono anche la granularità specifica dei singoli materiali. favorire l osservazione da qualsiasi punto di vista, facilitandone la comprensione ad ogni livello e a qualsiasi tipo di pubblico. Modelli di questo genere, combinando la grafica con altri sistemi di programmazione, possono essere anche animati e si prestano in maniera ottimale alla realizzazione di filmati ad altissima risoluzione, con possibilità di utilizzo in ambito museale, sia on line che in situ, per fini didattici. Duccio Calamandrei FIGURA 27. Una delle fasi dell elaborazione dei modelli 3D. Il modello così prodotto, può essere utilizzato per studi di dinamica delle forze, applicando ai volumi le costanti di densità dei materiali, accelerazione di gravità e quindi relativi pesi, in modo da determinare il reticolo di forze agente sulla struttura al fine di convalidare una validità scientifica della ricostruzione. Come un vero e proprio oggetto tridimensionale, può essere inoltre esplorato, avvicinato o allontanato, ruotato o inclinato, per 37 38

20 PER SAPERNE DI PIÙ D.Calamandrei et al., Etruschi nelle terre del principe, in Archeo, 26, 2010, n.5, pp D.Calamandrei et al., Aristocrazie etrusche. Nuove scoperte a Marsiliana d Albegna, in Terre del Vino, Giugno 2010, pp D.Calamandrei et al., Circoli con camera ipogea e calatoia a Marsiliana d Albegna. Prime ipotesi di ricostruzione, in Materiali per Populonia, c.s. A.Camilli et al., Nuove ricerche a Marsiliana d Albegna: l esplorazione archeologica della Tenuta Corsini, in Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, 2, 2007, pp A.Camilli et al., Nuove ricerche a Marsiliana d Albegna: lo scavo in località Piani di Perazzeta, in Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, 2, 2007, pp A.Camilli et al., Evoluzione e caratteri del paesaggio protostorico ed etrusco a Marsiliana d Albegna (Manciano, GR), in N.Negroni Catacchio (a cura di), Paesaggi reali e paesaggi mentali. Ricerche e scavi, Preistoria e protostoria in Etruria, 39 Atti dell VIII Incontro di studi (Valentano-Pitigliano 2006), Milano 2008, pp A.Camilli et al., Manciano (GR). Marsiliana d Albegna: nuovi dati dall abitato e dal suburbio, in Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, 4, 2008, pp A.Camilli et al., Il Progetto Marsiliana d Albegna: i caratteri del paesaggio etrusco in Maremma, in A.Ciacci, A. Zifferero (a cura di), Archeologia della produzione e dei sapori. Nuovi percorsi di ricerca in Etruria, Siena 2009, pp N.Humphrey, J.Kacorzyk, S.Pallecchi, E.Santoro, Life and Death of an Etruscan Settlement, in: e-and-death-of-an-etruscan-settlement 4 Aprile A.Minto, Marsiliana d Albegna. Le scoperte archeologiche del principe don Tommaso Corsini, Firenze S.Pallecchi, Le tombe a circolo sul Poggio di Macchiabuia, in M.Firmati, P.Rendini, A.Zifferero (a cura di), La valle del vino etrusco. Archeologia della valle dell Albegna in età arcaica, Grosseto 2011, pp A.Pecci et al., Marsiliana d Albegna: nuovi dati dall area suburbana, in Materiali per Populonia, c.s. G.Pieragnoli et al., Il Progetto Marsiliana d Albegna: una presunta fornace etrusca di anfore da trasporto, in A.Ciacci, 40

21 A.Zifferero (a cura di), Archeologia della produzione e dei sapori. Nuovi percorsi di ricerca in Etruria, Siena 2009, pp A.Zifferero, Marsiliana d Albegna (Manciano, GR): cento anni di ricerche archeologiche, in F.Ghizzani Marcìa, C.Megale (a cura di), Materiali per Populonia, 8, 2009, pp A.Zifferero et al., Un sito artigianale con anfore da trasporto Py 3B a Marsiliana d Albegna (Manciano, GR), in Officina di Etruscologia, 1, 2009, pp

22 CALENDARIO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER IL 2012 GENNAIO: Workshop Internazionale sul Trattamento dei Dati e dei Materiali nella Fase di Post Scavo (15 29 Gennaio, Policastro Bussentino, Salerno); MARZO: Workshop Internazionale sul Trattamento dei Dati e dei Materiali nella Fase di Post Scavo (5 16 Marzo, Marsiliana d Albegna, Grosseto); APRILE - MAGGIO: Progetto Policastro Bussentino. Secondo Campo Internazionale di Ricerca Archeologica (1 Aprile 27 Maggio, Policastro Bussentino, Salerno); LUGLIO: Gli Etruschi a Marsiliana. Secondo Corso Internazionale di Introduzione all Archeologia (1 15 Luglio, Marsiliana d Albegna, Grosseto); Paesaggio Culturale nell Archeologia del Mediterraneo (15 22 Luglio, Marsiliana d Albegna, Grosseto); LUGLIO: Detecting Cultural Landscape in Mediterranean Archaeology (DeCLaMA 2012). Summer School sul Paesaggio Culturale nell Archeologia del Mediterraneo (22 29 Luglio, Policastro Bussentino, Salerno); SETTEMBRE - NOVEMBRE: Progetto Marsiliana d Albegna. Quarto Campo Internazionale di Ricerca Archeologica (2 Settembre 4 Novembre, Marsiliana d Albegna, Grosseto). Il calendario è parziale e le date di alcune iniziative potrebbero subire dei cambiamenti. Nei mesi primaverili ed estivi, inoltre, sono previste altre iniziative. Per informazioni più dettagliate e per aggiornamenti sui singoli corsi e sui campi di ricerca: info@etrurianova.org LUGLIO: Il trattamento della Ceramica e dei Metalli di Età Etrusca. Primo Corso Internazionale di Introduzione al Restauro (1 15 Luglio, Marsiliana d Albegna, Grosseto); LUGLIO: Detecting Cultural Landscape in Mediterranean Archaeology (DeCLaMA 2012). Summer School sul 43 44

23 CONTATTI Le attività e i progetti di Etruria Nova Onlus sono visibili sul sito web: Etruria Nova è presente su Facebook con i profili: Etruria Nova e Progetto Marsiliana Archeologia Per aggiornamenti sulle prossime attività di Etruria Nova Onlus e per informazioni sulle modalità di iscrizione: Associazione Etruria Nova Onlus Vicolo S. Agostino, Montalcino (SI) tel. +39 (0) cell info@etrurianova.org Per contattare direttamente lo staff di Etruria Nova: Aidan Duccio Elena Lorella Sara Silvia aidan@etrurianova.org duccio@etrurianova.org elena@etrurianova.org lorella@etrurianova.org sara@etrurianova.org silvia@etrurianova.org 45 46

24 A MICI E SOSTENITORI DEL P ROGETTO M ARSILIANA D A LBEGNA AGRIMAREMMA Soc. Coop. Agricola loc. Banditella - Marsiliana, GR tel TENUTA MARSILIANA PRINCIPI CORSINI loc. Castello- Marsiliana, GR FRANTOIO ANDREINI v. Provinciale Amiatina, 25/b Magliano in Toscana, GR tel STRADA DEL VINO E DEI SAPORI COLLI DI MAREMMA p.zza del Pretorio, 4 Scansano, GR tel TERRA SINCERA Azienda Agricola loc. Guinzoni, Marsiliana, GR tel CASEIFICIO SOCIALE DI MANCIANO Soc. Coop. Agricola loc. Piano di Cirignano Manciano, GR tel ANTICA FATTORIA LA PARRINA loc. Parrina - Albinia, GR tel SMA ETRURIA loc. Badesse - Monteriggioni, SI tel LA SELVA Azienda Bioagricola loc. San Donato - Albinia, GR tel LA SPERANZA - Azienda Agricola loc. Casale Nuovo - Marsiliana, GR tel LA BOTTEGA DEGLI AGRICOLTORI loc. Fontazzi - Murlo, SI tel LA TOSCANA DEI SAPORI SNC v. Scalabrelli, 16 Montiano, GR tel

25 Le aziende eventualmente interessate a sostenere con il proprio marchio l Associazione ETRURIA NOVA Onlus e il Progetto Marsiliana d Albegna sono invitate a prendere un primo contatto per conoscere lo staff. COOPERATIVA I PESCATORI v. Leopardi, 9 - Orbetello, GR tel PRODUTTORI LATTE MAREMMA v. Scansanese, Grosseto tel MAREMMA MIELE S.S.A. loc. Prataccio, 50/a Polveraia Scansano, GR DOLCI TRADIZIONI DALLA MAREMMA TOSCANA v. Ginori, 6 - Grosseto tel AZIENDA FONTETRILLA loc. San Donato - Albinia, GR tel A SSOCIAZIONE PRO-LOCO Marsiliana, GR 49 50

INDIRIZZO: Vicolo S. Agostino, 12 53024, Montalcino (SI) info@etrurianova.org etrurianova@gmail.com www.etrurianova.org

INDIRIZZO: Vicolo S. Agostino, 12 53024, Montalcino (SI) info@etrurianova.org etrurianova@gmail.com www.etrurianova.org CURRICULUM DELL ASSOCIAZIONE ETRURIA NOVA ONLUS DENOMINAZIONE NOME: TIPO DI ATTIVITÀ: CODICE FISCALE: 94173540488 PRESIDENTE: VICEPRESIDENTE: TESORIERE: VICE- SEGRETARIO: Etruria Nova Onlus Tutela, valorizzazione

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