Franco Peta 5HVSRQVDELOHGHOSURJHWWR Francesco Console, Federico D Angelo, Maria Teresa Scotti

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1 /D3XEEOLFD$PPLQLVWUD]LRQHHOH$VVRFLD]LRQLGHOOH,PSUHVH 5,/(9$=,21(68//$6(03/,),&$=,21(

2 Il progetto "6LPSOLFLWHUHVLJHQ]HHVSHULHQ]HHIIHWWLGHOODVHPSOLILFD]LRQH, realizzato dal Formez su incarico del Dipartimento della Funzione Pubblica, si inserisce nel più generale alveo del miglioramento della qualità della regolazione, fornendo un supporto ai diversi attori istituzionali, sia nell analisi della domanda di semplificazione, che nel monitoraggio delle attività di semplificazione effettuate. L insieme delle azioni previste dal progetto parte dalle esigenze dei destinatari delle norme (cittadini, imprese, PA) e, quindi, dalla domanda dei soggetti che sopportano il costo della regolazione amministrativa. L analisi della domanda di semplificazione, che metta a fuoco gli aspetti di maggior criticità, percepiti dai cittadini e dalle imprese nei rapporti con le amministrazioni, consente infatti di ottenere elementi utili all individuazione delle priorità e delle aree di normazione che richiedono interventi di semplificazione e di riassetto. La novità dell approccio consiste nella sperimentazione di metodologie che permettono di SDUWLUH GDO SUREOHPD così com è percepito dall imprenditore o dal cittadino, per individuare in modo analitico le criticità da affrontare e i vincoli da rimuovere. Il monitoraggio delle attività di semplificazione è essenziale per misurare l efficacia delle semplificazioni introdotte, rilevare i risultati effettivamente conseguiti, FRPSOLDQFH, individuare i fattori di successo, le eventuali criticità e gli ostacoli incontrati. Con la riforma del Titolo V della Costituzione il baricentro dell attività di semplificazione si sposta in larga misura a livello delle Regioni. Gli strumenti sinora utilizzati a livello nazionale (delegificazione, semplificazione, riordino, redazione di testi unici, AIR, ecc.), diventano, quindi, essenziali nelle Regioni e nelle autonomie locali. La finalità generale del progetto 6LPSOLFLWHU è quella di FRQWULEXLUH D FROORFDUH OD VHPSOLILFD]LRQH IUD OH SULRULWj GHOVLVWHPDDPPLQLVWUDWLYRLWDOLDQR, con particolare riferimento proprio al ruolo delle Regioni. Il progetto intende realizzare - in collaborazione con le associazioni del mondo imprenditoriale - indagini finalizzate all analisi della domanda di semplificazione, producendo O DJHQGD GHOOH SULRULWj GL VHPSOLILFD]LRQH, un elenco ragionato di azioni percepite come prioritarie da parte di cittadini, imprese e PA su specifici settori di intervento. Tra gli obiettivi vi è la realizzazione di una biblioteca delle norme di semplificazione più significative e del loro impatto sui settori oggetto della semplificazione medesima, e la realizzazione di azioni di supporto e di sensibilizzazione che diffondano il know-how acquisito attraverso seminari e workshop, attività editoriali e manualistica, servizi on line, ecc., tendenti a far conoscere e divulgare le più importanti esperienze. Nell ambito di 6LPSOLFLWHU, con la collaborazione di Confindustria, Confartigianato e CNA, è stata avviata un indagine sul territorio per analizzare la crescente domanda di semplificazione da parte delle imprese, di cui vengono presentati i risultati.,oyroxphqvwdwrfxudwrgd Franco Peta 5HVSRQVDELOHGHOSURJHWWR Francesco Console, Federico D Angelo, Maria Teresa Scotti &RQODFROODERUD]LRQHGL Giulio Baglione &1$ Simona Dotti &RQILQGXVWULD, Bruno Panieri &RQIDUWLJLDQDWR 6LULQJUD]LDQR OH$VVRFLD]LRQLWHUULWRULDOLGL&1$&RQILQGXVWULDH&RQIDUWLJLDQDWRSHUODFROODERUD]LRQH Andrea Panichelli e Davide RossiSHUOHDSSOLFD]LRQLZHE

3 ,1',&( 3DUWHSULPD &DSLWROR,/&217(672,/48(67,21$5,2,62**(77,&2,192/7,,5,68/7$7,,5,68/7$7,'(//(6,1*2/(6(=,21, '20$1'($5,63267$/,%(5$ &DSLWROR /$6,78$=,21($778$/( )217,1250$7,9(,7(5352&(',0(17$/( (17,7(&1,&, (17,$00,1,675$7,9, &DSLWROR /( ( &5,7(5,29(57,&$/( &5,7(5,225,==217$/( &DSLWROR /(0$7(5,((1'2352&(',0(17$/, $0%,(17( 85%$1,67,&$(7(55,725,2,*,(1((6,&85(==$ &21&/86,21, 3DUWHVHFRQGD $33(1',&(,03267$=,21,0(72'2/2*,&+( '$7,(7$%(//( 48(67,21$5,2 7$92/( 3

4 &DSLWROR,/&217(672 La semplificazione del sistema amministrativo italiano da molti decenni è materia di dibattito fra specialisti e fra forze politiche. Tuttavia soltanto dagli anni Novanta è divenuta obiettivo della funzione di indirizzo politico dei programmi di governo che si sono succeduti. La crisi del principio di autorità e il progressivo emergere (anche in ambiti normativi storicamente refrattari, come quelli della legislazione amministrativa) di una sempre più avvertita cultura del consenso, hanno determinato l introduzione di forme alternative agli ordinari strumenti autoritativi nella regolazionedei rapporti con i cittadini e con le imprese. Riguardo ai rapporti tra pubbliche amministrazioni, i profondi mutamenti dell assetto sociale ed istituzionale verificatisi nell ultimo decennio, e in particolare l attuazione del principio del pluralismo autonomistico, hanno rafforzato l esigenza di creare nuove forme di raccordo all interno dell articolata struttura dell Amministrazione Pubblica, in sostituzione dei tradizionali strumenti di eterocoordinamento. Si è diffusa, pertanto, nella legislazione amministrativa, quale principio di carattere generale, la possibilità per le amministrazioni pubbliche di concludere fra loro accordi di collaborazione per lo svolgimento di attività di interesse comune. Nello stesso tempo il riconoscimento normativo dell istituto dell accordo fra privati e Pubblica Amministrazione ha incrinato il tradizionale modello burocratico in cui il pubblico interesse è perseguito esclusivamente attraverso il provvedimento, ossia l atto unilaterale ed imperativo emanato dalla pubblica autorità. 4

5 Si sta assistendo alla transizione verso un modello partecipato di amministrazione consensuale. I due principi sopra richiamati sono stati espressi per la prima volta nella L. 241/90 1, riguardante il procedimento amministrativo, nella L. 142/90 2, di riforma delle autonomie locali e nel D.Lgs. 267/00 3, Testo Unico delle leggi sull ordinamento degli enti locali. Sono queste le premesse in base alle quali sono stati affrontati, sul piano normativo, procedimentale e documentale, i problemi della semplificazione amministrativa improntata alla nuova logica dei rapporti fra imprese e P A. Il tema è stato oggetto di diversi interventi normativi, tra i quali le leggi 537/93, 59/97, 127/97, 191/98, 50/99, 340/00 e 229/03 4, nonché, in particolare dal D.Lgs.112/98 5 e dal conseguente regolamento D.P.R. 447/98, che istituisce lo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) in capo all ente territoriale Comune, gestito in forma singola o associata, in relazione al principio di economicità, efficienza ed efficacia, non disgiunto dal principio di adeguatezza. 1 L. del 7 agosto 1990, n. 241, 1XRYHQRUPHLQPDWHULDGL SURFHGLPHQWRDPPLQLVWUDWLYRHGL GLULWWRGLDFFHVVRDLGRFXPHQWLDPPLQLVWUDWLYL 2 L. del 8 giugno 1990, n. 142, 2UGLQDPHQWRGHOOHDXWRQRPLHORFDOL. 3 D.Lgs. del 18 agosto 2000, n. 267, 7HVWRXQLFRGHOOHOHJJLVXOORUGLQDPHQWRGHJOLHQWLORFDOL. 4 L. del 24 dicembre 1993, n. 537,,QWHUYHQWLFRUUHWWLYLGLILQDQ]DSXEEOLFD. L. del 15 marzo 1997, n. 59, 'HOHJD DO *RYHUQR SHU LO FRQIHULPHQWR GL IXQ]LRQL H FRPSLWL DOOH UHJLRQL HG HQWL ORFDOL SHU OD ULIRUPD GHOOD 3XEEOLFD $PPLQLVWUD]LRQH H SHU OD VHPSOLILFD]LRQHDPPLQLVWUDWLYD L. del 15 maggio 1997, n. 127, 0LVXUH XUJHQWL SHU OR VQHOOLPHQWR GHOODWWLYLWj DPPLQLVWUDWLYD H GHL SURFHGLPHQWL GL GHFLVLRQH H GL FRQWUROOR L. del 16 giugno 1998, n. 191, 0RGLILFKHHGLQWHJUD]LRQLDOOH/PDU]RQH/ PDJJLR Q QRQFKp QRUPHLQPDWHULDGLIRUPD]LRQHGHO SHUVRQDOH GLSHQGHQWH H GL ODYRUR D GLVWDQ]D QHOOH SXEEOLFKH DPPLQLVWUD]LRQL 'LVSRVL]LRQL LQ PDWHULD GL HGLOL]LD VFRODVWLFD L. del 8 marzo1999, n. 50, 'HOHJLILFD]LRQHHWHVWLXQLFLGLQRUPHFRQFHUQHQWLSURFHGLPHQWL DPPLQLVWUDWLYL/HJJHGLVHPSOLILFD]LRQH L. del 24 novembre 2000, n. 340, 'LVSRVL]LRQL SHU OD GHOHJLILFD]LRQH GL QRUPH H SHU OD VHPSOLILFD]LRQHGLSURFHGLPHQWLDPPLQLVWUDWLYL/HJJHGLVHPSOLILFD]LRQH L. del 29 luglio 2003, n. 229,,QWHUYHQWL LQ PDWHULD GL TXDOLWj GHOOD UHJROD]LRQH ULDVVHWWR QRUPDWLYRHFRGLILFD]LRQH/HJJHGLVHPSOLILFD]LRQH 5 D.Lgs. del 31 marzo 1998, n. 112, &RQIHULPHQWR GLIXQ]LRQLHFRPSLWLDPPLQLVWUDWLYL GHOOR 6WDWRDOOHUHJLRQLHGDJOLHQWLORFDOLLQDWWXD]LRQHGHOFDSR,GHOOD/PDU]RQ. 5

6 Particolare rilievo nel processo di trasformazione istituzionale ha avuto la L. 59/97, che ha anticipato il contenuto della Legge costituzionale 3/01 6. Quest ultima ha riformato quasi completamente il Titolo V della Costituzione, consolidando le riforme amministrative degli anni 90 con la costituzionalizzazione del principio di sussidiarietà verticale e orizzontale. In questo nuovo contesto lo SUAP può dare un forte impulso al processo di semplificazione, nonché all interazione fra PA e imprese. Oggi le Regioni assumono un nuovo ruolo nella trasformazione delle linee politiche generali di sviluppo, attuando politiche concretamente localizzate. Lo sviluppo del territorio, infatti, trova nei soggetti locali i protagonisti dell iniziativa politica ed economica in una logica di competizione tra aree diverse del Paese che agiscono secondo uno spirito d impresa. In questo quadro gli sportelli unici per le attività produttive costituiscono uno strumento per attuare una vera e propria politica di semplificazione e per sviluppare un processo competitivo in grado di favorire il successo e la crescita economica. E convinzione comune, infatti, che la competizione non si svolga più solamente tra imprese, ma riguardi i territori che, nel loro insieme, competono sulla base di fattori complessi, risultato di più competenze. E proprio la valorizzazione delle eccellenze esistenti e della loro capacità di organizzarsi in sistema che spesso favorisce lo sviluppo di un area. Per questa ragione molte politiche di sviluppo si realizzano attraverso strumenti di programmazione territoriale che mettono in comunicazione, integrano, rendono complementari, valorizzandole, competenze anche lontane tra loro. Negli ultimi cinque anni è stata realizzata dal Formez, su incarico del Dipartimento della Funzione Pubblica, un ampia attività di supporto tecnico, formativo e finanziario per mettere in grado gli sportelli unici di organizzarsi con efficienza per corrispondere alle esigenze delle imprese. Nello stesso 6 L.Cost. del 18 ottobre 2001, n. 3, 0RGLILFKHDOWLWROR9GHOODSDUWHVHFRQGDGHOOD&RVWLWX]LRQH 6

7 tempo molte Regioni non solo hanno legiferato in materia, ma hanno altresì contribuito a creare le premesse per accordi di programma, protocolli d intesa, convenzioni, fra i vari enti coinvolti nel procedimento unico. Questa serie di iniziative sul territorio non ha tuttavia incisivamente coinvolto la rappresentanza territoriale delle imprese. Il processo di radicamento dello SUAP, pur costantemente in crescita, continua, pertanto, ad essere lento a causa delle residue resistenze da parte delle amministrazioni. Tali resistenze derivano dalla circostanza che il procedimento unico non ha sostituito i vari procedimenti settoriali che in esso confluiscono, anche se ne ha modificato la loro natura autonoma in fasi endoprocedimentali. Nonostante le criticità emerse, il grado di efficienza della Pubblica Amministrazione è in aumento (seppur in modo non ancora soddisfacente), come risulta dalle ultime rilevazioni effettuate nel 1999 e nel 2002 dalla Unione Europea, il cui raffronto è contenuto nella tabella 1. 7

8 7$%(//$ (IILFLHQ]DGHOODEXURFUD]LD *LXGL]LRQHJDWLYR± *LXGL]LRSRVLWLYR 3$(6( 9$/87$=,21( 9$/87$=,21( $XVWULD 3,5 3,5 %HOJLR 2,9 2,7 &DQDGD 4,7 4,0 'DQLPDUFD 5,7 5,5 )LQODQGLD 6,7 6,9 )UDQFLD 2,7 2,8 *HUPDQLD 3,5 2,0 *LDSSRQH 3,1 2,8 *UHFLD 2,0 1,6,UODQGD 5,9 4,0,WDOLD 1,5 2,3 2ODQGD 5,8 5,8 3RUWRJDOOR 2,1 2,0 5HJQR8QLWR 4,2 3,0 6SDJQD 3,7 3,7 6YH]LD 5,5 5,0 86$ 4,6 4,3 )RQWH:RUOG&RPSHWLWLYHQHVV<HDUERRN,0' )RQWH:RUOG&RPSHWLWLYHQHVV<HDUERRN,0' Assistiamo in Italia a un processo lento, ma costante, di progresso nell efficienza della PA, che non si riscontra in altri Paesi come la Germania e il Regno Unito, che risultano essere in controtendenza. Per accelerare in Italia questo processo di rinnovamento è indispensabile la collaborazione della rappresentanza degli imprenditori. 8

9 ,/48(67,21$5,2,62**(77,&2,192/7,,5,68/7$7, La ricerca effettuata dal progetto 6LPSOLFLWHU HVLJHQ]H HVSHULHQ]H HIIHWWL GHOOD VHPSOLILFD]LRQH, ha tra i suoi obiettivi quello di valutare l esigenza di semplificazione sempre più presente tra le imprese. Il questionario presentato all attenzione delle associazioni territoriali di Confindustra, Confartigianato e CNA, si propone di rilevare alcune tra le più importanti richieste di semplificazione da parte delle imprese stesse e di individuare le esigenze e gli orientamenti del mondo economico e produttivo, identificando i nodi da sciogliere per il buon funzionamento della PA. L indagine è finalizzata a verificare sul territorio la percezione delle imprese, tramite le proprie associazioni, sui mutamenti in atto nella PA e sulla valutazione delle riforme legislative che nell ultimo decennio si sono succedute nel nostro Paese, in materia di semplificazione di norme e procedure. Per la prima volta la PA, tramite il Formez, su questi temi specifici, elegge come destinatario di una rilevazione l Impresa. E questo l aspetto innovativo e originale, dal momento che in precedenza era stata sempre la Pubblica Amministrazione ad indagare su se stessa. Il centro dell indagine è costruito sulla verifica dei processi di semplificazione che, più o meno lentamente, si diffondono sul territorio nazionale, grazie alla istituzione e all operatività degli SUAP e alla loro funzione promozionale. Sono state invitate a collaborare le organizzazioni imprenditoriali che, a vario titolo, sono coinvolte nel procedimento amministrativo unico che passa attraverso lo SUAP. All iniziativa hanno aderito Confindustria, Confartigianato e CNA, con le quali è stato istituito un tavolo di lavoro, nell ambito del quale è stato messo a punto un questionario qualitativo, articolato in nove sezioni, che le stesse organizzazioni hanno promosso presso le proprie associazioni territoriali. L indagine è stata svolta tra il 1 luglio e il 19 dicembre 2003 a cura del Formez che ha realizzato un apposito spazio web dedicato alla 9

10 compilazione on line del questionario, mettendo a disposizione un servizio di assistenza telefonica. Nel corso del primo trimestre del 2004, sono stati elaborati i dati dell indagine ed è stato, quindi, realizzato il presente rapporto che contiene, insieme alle conclusioni, una serie di proposte integrate da considerazioni delle rappresentanze imprenditoriali. La percentuale di risposte al questionario è stata tale da rendere significativi i dati. 7 Al questionario hanno risposto 93 associazioni territoriali. L ambito geografico di riferimento corrisponde a 18 regioni su 20, che rappresentano circa il 98% della popolazione e del tessuto produttivo nazionale (grafico 1). All interno delle regioni, la copertura provinciale è complessivamente del 64% con un UDQJH che va dallo 0% del Molise e dell Umbria, al 100% delle Marche, del Trentino Alto Adige, della Valle d Aosta e della Campania. Defezioni significative si sono riscontrate, in particolare per Genova in Liguria, Udine in Friuli Venezia Giulia, Mantova in Lombardia, Verona e Belluno in Veneto. La percentuale più bassa si registra in Toscana, dove sono sei le province che non hanno risposto (Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca e Pisa) e in Puglia, dove mancano le province di Brindisi, Foggia e Lecce. Le associazioni territoriali che hanno risposto al questionario, ne hanno compilato sostanzialmente tutte le sezioni, consentendo di avere a disposizione dati distribuiti secondo la suddivisione territoriale sopra evidenziata. Riguardo alla mancata risposta delle associazioni imprenditoriali dell Umbria, è da rilevare che allo stato attuale, nonostante le azioni di sostegno a favore degli sportelli unici, questi sono ancora in una fase di organizzazione, dove non risultano coinvolte le associazioni imprenditoriali. In Molise, sebbene siano stati sottoscritti protocolli d intesa tra gli enti 7 Le Tabelle e i Grafici sono riferiti alle risposte fornite dalle associazioni provinciali di Confindustria, Confartigianato e CNA. I dati sono stati aggregati secondo la metodologia ISTAT: Macro aree, Regioni, Province. Tale metodo consente una chiara e sintetica lettura dei risultati della rilevazione. 10

11 coinvolti nel procedimento unico, ad oggi non se ne conosce lo stato di attuazione. *5$),&2 &RSHUWXUD3URYLQFLDOH Veneto Valle d Aosta Umbria Trentino-Alto Adige Toscana Sicilia Sardegna Puglia Piemonte Molise Marche Lombardia Liguria Lazio Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Campania Calabria Basilicata Abruzzo 0% 100% Dall analisi delle risposte fornite si rileva che, nonostante il suo lento decollo, lo SUAP è percepito come veicolo di cambiamento del rapporto fra PA e imprese, e infatti la percentuale di risposte positive è pari al 59%. Tale percentuale è variamente distribuita e va dal 62%, registrato nelle regioni dell Italia centrale, al 60% dell Italia nord-occidentale e all 80%, dell Italia nord-orientale. In particolare il cambiamento è avvertito nelle regioni del centro-nord, piuttosto che nel sud e nelle isole, dove le risposte di segno positivo sono, rispettivamente, del 47% e del 20% 8. I risultati di segno negativo si riferiscono, in generale, alla mancanza di comunicazione da parte della PA verso l Impresa e, in particolare, al rapporto della PA con gli organismi rappresentativi imprenditoriali. Non è un 8 Appendice, tavola B1. 11

12 caso che sia la valutazione del marketing territoriale a occupare l ultimo posto nell indice di gradimento (grafico 9). Una prima sintetica considerazione consente di affermare quanto sia determinante il coinvolgimento, a livello territoriale, soprattutto da parte delle Regioni e degli Enti Locali, delle rappresentanze imprenditoriali nell organizzazione delle politiche di gestione della semplificazione amministrativa. Per il momento, purtroppo, la politica di coinvolgimento, attuata a livello centrale in questi anni, non ha avuto particolari riscontri sul territorio. Le risposte alle domande B5 e B6, riguardanti le forme di collaborazione tra le rappresentanze territoriali delle associazioni imprenditoriali e lo SUAP, non ne indicano la mancanza - anche se per l Italia meridionale si registra un indice negativo, pari all 87% 9 -, piuttosto ne evidenziano il carattere essenzialmente episodico e quasi mai strutturato. Al riguardo, non è irrilevante il fatto che le associazioni sul territorio non presentino sempre un organizzazione in grado di seguire il complesso processo di semplificazione amministrativa. La lentezza di tale processo, inoltre, rende difficile la programmazione di una politica di sviluppo socioeconomico da parte dell Ente locale, che dovrebbe avere sul territorio una competenza globale su tutti gli strumenti attuativi e organizzativi di politica territoriale. In questo contesto, le associazioni imprenditoriali sottolineano l esigenza di un loro maggiore coinvolgimento e la forte volontà di operare per IDUHVLVWHPD con le Pubbliche Amministrazioni e lavorare per valorizzare le competenze, non per tenerle separate. Da qui l esigenza, avvertita dalle associazioni, di una semplificazione delle materie endoprocedimentali e di una riorganizzazione dell Amministrazione che sia rivolta al risultato, piuttosto che al formalismo burocratico. 9 Appendice, tavole B5, B6. 12

13 ,5,68/7$7,'(//(6,1*2/(6(=,21, L analisi specifica delle risposte, ripartite nelle nove sezioni del questionario, mette in luce le priorità da affrontare sul piano legislativo, regolamentare e organizzativo. 6H]LRQH$±7HUULWRULRHVYLOXSSRHFRQRPLFR Le risposte alle prime cinque domande di questa sezione, riguardanti la legislazione regionale in materia di aree ecologicamente attrezzate e per insediamenti produttivi, hanno sollevato diverse problematiche. Sono emerse, infatti, sia una non adeguata conoscenza, da parte delle associazioni territoriali, dell attività legislativa regionale in materia, sia la complessità della materia stessa e, quindi, del processo normativo che la regola. Il motivo principale è rappresentato dal fatto che la nuova normativa nazionale sull individuazione delle aree industriali e aree ecologicamente attrezzate 10 e di quelle da destinare ad insediamenti produttivi 11, sebbene sia stata recepita da alcune Regioni, ha avuto, complessivamente, scarsa attuazione, anche perché presupponeva livelli di semplificazione che le Regioni avrebbero già dovuto raggiungere 12. Di conseguenza si è continuato ad operare con il vecchio istituto dei Piani Attuativi Comunali, come i Piani per gli Insediamenti Produttivi (PIP), e delle aree industriali attrezzate a carattere sovracomunale, come i Piani delle aree e dei nuclei di sviluppo industriale (ASI). Accanto a una scarsa semplificazione della normativa di pianificazione regionale, si è riscontrata, quindi, una limitata conoscenza a livello diffuso della normativa urbanistica e territoriale e della relativa attuazione, entrambe rimaste oggetto di attenzione quasi esclusivo degli addetti ai lavori. 10 Art. 26, D. Lgs. 112/ Art. 2, D.P.R. 447/ Procedure individuate ai sensi dell art. 25, c. 1, lett. a), L. 47/85. 13

14 E questo un caso evidente di come la carenza di comunicazione provochi mancanza di coerenza, quindi giudizi negativi sull efficacia di una politica territoriale di area. A questo scopo è di estremo interesse la graduatoria delle risposte sulle modifiche da apportare alla legislazione regionale (grafico 2), che vede al primo posto la semplificazione normativa di adozione e approvazione degli strumenti urbanistici, seguita dall incentivazione al ricorso delle tecnologie informatiche. La semplificazione normativa necessaria per approvare gli strumenti urbanistici è, giustamente, percepita come prioritaria (58,7%), poiché senza strumenti urbanistici aggiornati non si può promuovere il territorio (delimitare aree industriali, commerciali, turistiche, ecc.), né realizzare un impianto produttivo. Nella soluzione di quest ultimo problema ha un ruolo preminente l introduzione dell art. 5, del D.P.R. 447/98, riguardante la variazione di strumenti urbanistici. Occorre però sottolinearne il carattere eccezionale e non di strumento ordinario di pianificazione urbanistica, in quanto il ricorso eccessivo alla variante comprometterebbe una corretta programmazione. 14

15 *5$),&2 $PELWL GHOOD OHJLVOD]LRQH UHJLRQDOH VX FXL LQWHUYHQLUH JUDGXDWRULD GHL JLXGL]L HVSUHVVL!" # $&%')( " %'$&* +", -"/. "/0* $0-/" # $&%')(1& 2, * 3+%/, '3* 40"% 2,! 5 %0!/%, -/" # $&%')('*!$&* 2 $6"/,!/%'$& $1& + %/ $&* +",!/70 8 $(&!")( 9 " 22,, $61& 3* (!$ (/!$% 2 $* #' %0(3 2, * " 5 % * " 2, * 3/,, 3* " # $&%' 2!$&%'("* " : * )!$ $01&!"+/%/, )",, * # # ", ;<$&%'!$&* 2 $+ %0"%'# "* $=0*!" /* "/* + /!$ 2, $6( )"* * -/ #/" + * 2 )1 2,, ("!$% 2 $* # > / 170)" +* $0-/ %'!/ * -/ #/" + * 2 )1 2,, (" 0* 2 +0* -/", Interessanti sono anche i giudizi relativi alle risposte A , riportate rispettivamente nei grafici da 3 a 7, in materia di aree industriali a carattere sovracomunale. Le province dell Italia meridionale e insulare hanno il 100% di aree ASI o aree attrezzate; seguono poi le province nord-occidentali, con circa il 70%; quelle centrali, con circa il 45% e le province dell Italia nord-orientale, con circa il 40% (grafico 3). Questi valori trovano riscontro nel fatto che i Piani per le aree e i nuclei di sviluppo industriale, i cosiddetti Piani ASI, furono previsti per la prima volta, quali strumenti di pianificazione volti a favorire 15

16 l industrializzazione del Meridione, dall art. 21, L. 634/57 13, successivamente modificata da altre leggi, ora raccolte nel TU delle leggi sul Mezzogiorno, approvato con D.P.R. 218/ Competenti alla redazione dei Piani sono i Consorzi di Sviluppo Industriale (ASI) costituiti da Comuni, Province, Camere di Commercio e da altri enti interessati ai nuovi insediamenti. I Consorzi ASI sono dotati di vaste competenze in materia di pianificazione urbanistica e di realizzazione e gestione di opere pubbliche e infrastrutture e di promozione e assistenza delle iniziative industriali e artigianali. *5$),&2 1HOODYRVWUDSURYLQFLDHVLVWRQRDUHH$6,RDUHHDWWUH]]DWH" 100% 100% Si No 69% 62% 55% 45% 38% 31% Italia Nord - Occidentale Italia Nord - Orientale Italia Centrale Italia Meridionale Italia Insulare Riguardo il grado di saturazione delle aree urbanizzate, il grafico 4 rileva che in Italia mediamente il 52% di tali aree ha una saturazione dal 30 a oltre il 70%, mentre il 20% è completamente saturo. Questi valori confermano l importanza degli interventi di pianificazione urbanistica. 13 L. 29 luglio 1957, n. 634, 3URYYHGLPHQWLSHULO0H]]RJLRUQR 14 D.P.R. 6 marzo 1978, n. 218, Testo unico delle leggi sugli interventi nel Mezzogiorno. 16

17 *5$),&2 /HDUHHXUEDQL]]DWHLQTXDOHPLVXUDVRQRVDWXUH" 50% 57% 50% fino al 30% dal 30% al 70% oltre 70% completamente sature 45% 45% 38% 33% 30% 27% 20% 20% 14% 14% 14% 10% 10% 9% 6% 6% 0% Italia Nord - Occidentale Italia Nord - Orientale Italia Centrale Italia Meridionale Italia Insulare All insufficienza di aree attrezzate per le imprese di beni e servizi, che è oltre il 70% (grafico 5), fa riscontro l esigenza di avere un adeguata legislazione regionale che permetta di individuare in modo certo e celere le aree per gli insediamenti produttivi (grafico 7). Colpisce l insoddisfazione dell Italia centro-meridionale e insulare con riferimento all inadeguatezza o carenza della normativa regionale.sembra evidente come, nonostante i nuovi e importanti compiti in materia di assetto del territorio e di promozione dello sviluppo, l istituto regionale non riesca ancora a tarare i suoi interventi. Per l Italia nord-orientale e centrale il costo delle aree per insediamenti produttivi risulta inadeguato per circa il 74%, mentre per le altre zone dell Italia l inadeguatezza si attesta intorno al 35% (grafico 6). Il costo è più adeguato per le aree ad intervento straordinario, perché agevolate dalla normativa. 17

18 *5$),&2 $LILQL GHOOR VYLOXSSR SURGXWWLYROH DUHH $6, VRQR FRPSOHVVLYDPHQWH VXIILFLHQWL RLQVXIILFLHQWL" 88% Sufficienti Insufficienti 70% 73% 69% 73% 30% 27% 31% 27% 13% Italia Nord - Occidentale Italia Nord - Orientale Italia Centrale Italia Meridionale Italia Insulare *5$),&2,O FRVWR GHOOH DUHH q FRPSOHVVLYDPHQWH DGHJXDWR DL ILQL GHOO LQVHGLDPHQWR SURGXWWLYR" Si No 69% 74% 73% 63% 64% 38% 36% 31% 26% 27% Italia Nord - Occidentale Italia Nord - Orientale Italia Centrale Italia Meridionale Italia Insulare 18

19 *5$),&2 /DOHJLVOD]LRQHUHJLRQDOHLQPDWHULDGLDUHHLQGXVWULDOLDWWUH]]DWHqDGHJXDWD" 72% Si No Parzialmente 64% 55% 48% 50% 36% 38% 36% 29% 24% 17% 11% 9% 13% 0% Italia Nord - Occidentale Totale Italia Nord - Orientale Totale Italia Centrale Totale Italia Meridionale Totale Italia Insulare Totale 6H]LRQH%±5DSSRUWL68$3±,PSUHVH La percezione che lo SUAP sia uno strumento organizzativo di modifica del rapporto tra PA e imprese risulta dal 59% del totale delle risposte. Questo può significare che i vantaggi legati all utilizzo dello SUAP (procedimento unico, tempi definiti, ecc.) non sono ancora pienamente avvertiti dall Impresa, a causa della lentezza con cui la maggior parte degli SUAP sta andando a regime (organizzazione, rapporti con enti, ecc.). La risposta è difforme nelle singole regioni e nelle rispettive province. Il UDQJH di risposte positive va dal 33% di Calabria e Puglia, al 100% di Abruzzo, Liguria, Valle d Aosta, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige (grafico 8). 19

20 *5$),&2 /R68$3KDPRGLILFDWRLOUDSSRUWRWUD3$HLPSUHVH" 100% Si No 50% 0% Liguria Lombardia Piemonte Valle d Aosta Emilia Romagna Friuli VG Trentino Alto Adige Veneto Lazio Marche Toscana Abruzzo Basilicata Calabria Campania Puglia Sardegna Sicilia Italia Nord - Occidentale Italia Nord - Orientale Italia Centrale Italia Meridionale Italia Insulare Interessanti sono i giudizi di soddisfazione e la loro graduatoria sugli aspetti cruciali dello SUAP (grafico 9). Questa potrebbe rappresentare il motivo per cui lo SUAP si sia lentamente affermato nella percezione degli imprenditori; i quali, da un lato hanno compreso l importanza dell unicità dell interlocutore e del rilascio del provvedimento unico, ma dall altro esprimono un più alto grado di insoddisfazione verso l attività di promozione del territorio e quella di informazione, quale conferma indiretta delle insoddisfazioni e delle incertezze manifestatesi nella sezione A del questionario. 20

21 *5$),&2 6H OR 68$3 KD PRGLILFDWR LO UDSSRUWR WUD 3$ H,PSUHVD HVSULPHUH LO JUDGR GL VRGGLVID]LRQHULVSHWWRDOOHVHJXHQWLYRFL Unicità dell'interlocutore Rilascio del provvedimento unico finale Ricorso allo SUAP da parte delle imprese Organizzazione dello SUAP Rapporti tra SUAP ed Enti terzi coinvolti nel procedimento Informatizzazione dello SUAP Riorganizzazione dell'amministrazione Comunale Rispetto dei tempi Sensibilizzazione sull'attività svolta dallo SUAP Attività di informazione Promozione del territorio 8% 18% 24% 31% 48% 46% 44% 40% 40% 39% 54% Infatti la rappresentanza imprenditoriale giudica non rispondente alle aspettative la funzione affidata agli SUAP di diffusione delle informazioni sulle procedure amministrative e sul mercato, nonché sui compiti di ausilio e di assistenza alle imprese. D altro canto, scarsa appare l informazione e la sensibilizzazione riguardo l attività svolta dagli SUAP a cinque anni dall entrata in vigore del D.P.R. 447/98. La carenza nella diffusione di informazione non è secondaria, poiché allo SUAP la legge affida il compito di stimolare lo sviluppo e il consolidamento di nuove iniziative sul territorio, attraverso la creazione di una banca dati informatica finalizzata alla raccolta e alla diffusione gratuita, anche in via telematica, delle informazioni concernenti l insediamento e lo 21

22 svolgimento delle attività produttive sul proprio territorio, con particolare riferimento alle normative applicabili, all LWHU del procedimento, agli strumenti agevolativi. Nelle banche dati degli SUAP, tra loro collegate via Internet o in rete, dovrebbero essere convogliati tutti gli elementi relativi al territorio, nonché i dati concernenti i piani paesaggistici e gli eventuali vincoli ambientali, urbanistici, idro-geologici, forestali, archeologici, ecc. Queste problematiche hanno portato all approvazione del piano di azione, $FWLRQ 3ODQ, dal Consiglio dei Ministri, il 12 maggio 2000, e alla successiva emanazione del D.P.R. 440/00 il quale, introducendo il comma 2- ELV all art. 4, del D.P.R. 447/98, ha disposto che ³RYH VLD JLj RSHUDQWH OR VSRUWHOOR XQLFR OH GRPDQGH GHYRQR HVVHUH SUHVHQWDWH HVFOXVLYDPHQWH DOOD VWUXWWXUD/HDOWUHDPPLQLVWUD]LRQLSXEEOLFKHFRLQYROWHQHOSURFHGLPHQWRQRQ SRVVRQR ULODVFLDUH DO ULFKLHGHQWH DWWL DXWRUL]]DWRUL QXOODRVWD SDUHUL R DWWL GLFRQVHQVRFRPXQTXHGHQRPLQDWL7DOLDWWLTXDORUDHYHQWXDOPHQWHULODVFLDWL RSHUDQR HVFOXVLYDPHQWH DOO LQWHUQR GHO SURFHGLPHQWR XQLFR,Q RJQL FDVR OH DPPLQLVWUD]LRQL KDQQR O REEOLJR GL WUDVPHWWHUH VHQ]D ULWDUGR H FRPXQTXH HQWUR FLQTXH JLRUQL HYHQWXDOL GRPDQGH DG HVVH SUHVHQWDWH UHODWLYH D SURFHGLPHQWL GLVFLSOLQDWL GDO SUHVHQWH UHJRODPHQWR DOOD VWUXWWXUD UHVSRQVDELOH GHO SURFHGLPHQWR DOOHJDQGR JOL DWWL LVWUXWWRUL HYHQWXDOPHQWH JLjFRPSLXWLHGDQGRQHFRPXQLFD]LRQHDOULFKLHGHQWH Ma tutto questo, pur positivo e importante, non è stato evidentemente sufficiente, dal momento che l imprenditore, spesso, ancora ignora l esistenza dello SUAP. Occorre coinvolgere più fattivamente le associazioni imprenditoriali (grafico 10) con forme di collaborazione più incisive quali l informazione, la formazione, la preparazione della documentazione e della modulistica, la presentazione dell istanza alla struttura unica (grafico 11). 22

23 *5$),&2 (VLVWHFROODERUD]LRQHWUD68$3H$VVRFLD]LRQL" 100% Si No 0% Liguria Lombardia Piemonte Valle d Aosta Emilia Romagna Friuli VG Trentino Alto Adige Veneto Lazio Marche Toscana Abruzzo Calabria Campania Puglia Sardegna Sicilia Italia Nord - Occidentale Italia Nord - Orientale Italia Centrale Italia Meridionale Italia Insulare Circa la domanda B5 - rapporto di collaborazione fra SUAP e associazioni - in generale, il giudizio risulta moderatamente positivo, anche se occorre sottolineare che per Calabria, Puglia e Friuli Venezia Giulia il rapporto è inesistente, mentre per la Sardegna, nonostante l esistenza di collaborazione, la percezione del cambiamento del rapporto tra PA e imprese è negativa (grafico 10 raffrontato con grafico 8). 23

24 *5$),&2 )RUPDGLFROODERUD]LRQH Non strutturata Strutturata 100% 0% Liguria Lombardia Piemonte Valle d Aosta Emilia Romagna Trentino Alto Adige Veneto Lazio Marche Toscana Abruzzo Campania Sardegna Sicilia Italia Nord - Occidentale Italia Nord - Orientale Italia Centrale Italia Meridionale Italia Insulare Una lettura più attenta mette in evidenza come questa collaborazione avviene in modo scarsamente istituzionalizzato e organizzato, ma si basa sull attività delle singole associazioni imprenditoriali e sul grado di collaborazione che gli SUAP intendono instaurare con le rappresentanze imprenditoriali. Tutto ciò dipende anche dal radicamento delle singole associazioni imprenditoriali sul territorio. Infatti la forma strutturata si riscontra soprattutto nel nord del Paese, meno nel centro sud e nelle isole, eccezion fatta per la Campania (grafico 11). 24

25 6H]LRQH&3URFHGLPHQWRPHGLDQWHDXWRFHUWLILFD]LRQH Tale sezione richiede una più approfondita e dettagliata analisi e spiegazione dei dati, poiché una lettura non appropriata potrebbe ingenerare errate valutazioni. Il dato di sintesi evidenzia come le imprese che non ricorrono al procedimento mediante autocertificazione e che vi ricorrono solo sporadicamente, rappresentano il 53,9% del totale. Sia pur incidentalmente, occorre evidenziare come rilevazioni precedenti, effettuate presso le amministrazioni comunali e gli SUAP, indichino concordemente scarso il ricorso al procedimento autocertificato, previsto dall art. 6 del D.P.R. 447/98, da parte delle imprese. Ciò premesso, si fa presente che in questa sezione sono pervenute 83 risposte, pari all 89% del totale delle risposte su tutto il questionario (mediamente 93). Alla prima domanda ³/H LPSUHVH IDQQR ULFRUVR DO SURFHGLPHQWR PHGLDQWH DXWRFHUWLILFD]LRQH" hanno risposto SI in 60 (64,5%) e NO in 23 (24,7%), mentre 10 associazioni (10,8%) non hanno fornito alcuna risposta. Nell ambito delle risposte positive (64,5%), alla seconda domanda ³,Q TXDOH PLVXUD VL ID ULFRUVR DO SURFHGLPHQWR DXWRFHUWLILFDWR", il 45% delle associazioni risponde VSRUDGLFDPHQWe, il 48% IUHTXHQWHPHQWH e il 7% DVVLGXDPHQWH. Considerando quindi insieme i dati delle due domande, si rileva come il ricorso sporadico o inesistente al procedimento mediante autocertificazione, è pari al 53,9% del totale. Il dato risulta dalla somma del 24,7% di coloro che hanno risposto NO e del 29,2% di coloro che vi ricorrono sporadicamente (quest ultima percentuale non è altro che la parametrazione del 45% delle associazioni che hanno risposto VSRUDGLFDPHQWH alla seconda domanda, rapportata alle 83 risposte complessive dell intera sezione). 25

26 I dati relativi al mancato o sporadico ricorso al procedimento autocertificato (rispettivamente 24,7% e 29,2%), potrebbero essere sottostimati, poiché alcune associazioni possono aver interpretato il procedimento autocertificato come semplici autocertificazioni, la cui presentazione è possibile all interno del procedimento unico (ad es., il parere igienico-sanitario per nuove realizzazioni, FKH SXz HVVHUH DXWRFHUWLILFDWR, deve essere sempre presentato anche nel caso del procedimento semplificato ai sensi dell art. 4 D.P.R. 447/98, che si chiude con un autorizzazione esplicita). A conferma di tutto ciò, nelle domande a risposta libera, alcune associazioni hanno lamentato casi in cui gli SUAP rifiutano le autocertificazioni nel procedimento semplificato. Inoltre, le risposte ad altre sezioni del questionario evidenziano come criticità importanti: la complessità della normativa; le interpretazioni difformi tra i vari Enti coinvolti nel procedimento unico; la difformità d interpretazione fra gli Enti e le imprese. Per questi motivi i consulenti sono restii a consigliare il procedimento mediante autocertificazione per non assumersi responsabilità, anche di carattere penale. Per ciò che riguarda invece i motivi della difficoltà del ricorso al procedimento autocertificato, questi si riscontrano, in maniera analitica, nel grafico 12. Dalla lettura di tale grafico si evince che la motivazione prevalente del mancato ricorso al procedimento autocertificato non è quella dell eccessivo costo - come spesso semplicisticamente si è voluto far credere - ma l incertezza e la divergenza d interpretazione della normativa. 26

27 A tal riguardo, il D.P.R. 440/00, riscrivendo completamente l art. 10 del D.P.R. 448/98, riguardante le spese, stabilisce, al comma 3, che le spese dei diritti previsti da disposizioni di leggi statali e regionali vigenti, sono dovuti, anche nel caso di procedimento mediante autocertificazione, nella misura del cinquanta per cento, in relazione alle attività di verifica Art 10, D.P.R. 440/00. 6SHVH,QUHOD]LRQH DLSURFHGLPHQWLGLVFLSOLQDWLQHO SUHVHQWHUHJRODPHQWRLOFRPXQHRLFRPXQLDVVRFLDWL SRQJRQR D FDULFR GHOO LQWHUHVVDWR LO SDJDPHQWR GHOOH VSHVH H GHL GLULWWL SUHYLVWL GD GLVSRVL]LRQL GL OHJJLVWDWDOLHUHJLRQDOLYLJHQWLQHOOHPLVXUHLYLVWDELOLWH /D VWUXWWXUD UHVSRQVDELOH GHO SURFHGLPHQWR SURYYHGH DOOD ULVFRVVLRQH GL WDOL VSHVH H GLULWWL ULYHUVDQGROL DOOH DPPLQLVWUD]LRQL FKH KDQQR VYROWR DWWLYLWj LVWUXWWRULH QHOO DPELWR GHO SURFHGLPHQWR 4XDORUDSHUDOWURGHWWHDPPLQLVWUD]LRQLQRQDEELDQRULVSHWWDWRLWHUPLQL SUHYLVWLQRQVLGjOXRJRDO ULPERUVR 7DOL VSHVH H GLULWWL VRQR GRYXWL QHOOD PLVXUD GHO FLQTXDQWD SHU FHQWR DQFKH QHO FDVR GL SURFHGLPHQWR PHGLDQWH DXWRFHUWLILFD]LRQH LQ UHOD]LRQH DOOH DWWLYLWj GL YHULILFD /D VWUXWWXUD UHVSRQVDELOHGHOSURFHGLPHQWRSURFHGHDLVHQVLGHOFRPPD,O FRPXQH R L FRPXQL DVVRFLDWL SRVVRQR DOWUHVu SUHYHGHUH LQ UHOD]LRQH DOO DWWLYLWj SURSULD GHOOD VWUXWWXUD UHVSRQVDELOH GHO SURFHGLPHQWR OD ULVFRVVLRQH GL GLULWWL GL LVWUXWWRULD QHOOD PLVXUD VWDELOLWD FRQGHOLEHUDGHOFRQVLJOLRFRPXQDOH/DPLVXUDGLWDOLGLULWWLVRPPDWDDJOLRQHULGLFXLDLSUHFHGHQWL FRPPL H DOO LPSRVWD GL EROOR QRQ SXz HFFHGHUH TXHOOD FRPSOHVVLYDPHQWH SRVWD D FDULFR GHOO LQWHUHVVDWRSUHFHGHQWHPHQWHDOO HQWUDWDLQYLJRUHGHOSUHVHQWHUHJRODPHQWR 27

28 *5$),&2 /H PRWLYD]LRQL SHU FXL OH LPSUHVH IDQQR ULFRUVR DO SURFHGLPHQWR GL DXWRFHUWLILFD]LRQHLQPDQLHUDVSRUDGLFDRQXOOD Divergenze di interpretazione da parte degli Enti coinvolti e delle Imprese 79% 79% Incertezza nella intrepretazione normativa Perplessità dei professionisti ad assumere la responsabilità dell'autocertificazione 31% 68% Orientamento dello SUAP per il procedimento semplificato 11% Costi eccessivi 6H]LRQH'±$GHPSLPHQWLEXURFUDWLFL La sezione è interessante poiché individua i nodi prioritari circa la lentezza delle procedure, nonché il grado di soddisfazione. Tra i motivi principali della lentezza delle procedure amministrative, al primo posto viene segnalato l alto numero di amministrazioni coinvolte in ogni singolo procedimento (grafico 13), cui seguono le altre motivazioni che stanno alla base dell esigenza di snellimento delle procedure, obiettivo primario dello SUAP. E importante sottolineare come questi dati non varino sostanzialmente da regione a regione. 28

29 *5$),&2,PRWLYLGHOODOHQWH]]DGHOOHSURFHGXUHEXURFUDWLFKH 77% Troppe amministrazioni coinvolte in ogni singolo procedimento Incertezza nell interpretazione della normativa di settore 69% Mancanza di chiarezza nelle competenze di ciascuna amministrazione 65% Più Enti richiedono lo stesso documento 62% Sono oggetivamente complicate 53% Richiesta di più docmenti rispetto a quelli previsti dalla normativa 51% Modulistica complicata 42% 6H]LRQH(0DWHULH(QGRSURFHGLPHQWDOL Interessanti sono i giudizi sulle materie dell Ambiente, dell Urbanistica e dell Igiene e Sicurezza - settori cardine del procedimento - dai quali emerge la necessità di un processo rapido di semplificazione della normativa e della limitazione del coinvolgimento di più Enti nello stesso procedimento. 29

30 Dal grafico generale (14), che riguarda le materie considerate nel loro insieme, e dai grafici per singolo settore (15, 16 e 17), emergono le criticità elencate di seguito in ordine di priorità: complessità della normativa; interpretazioni difformi sullo stesso oggetto da parte di diversi enti coinvolti; competenze di più enti nello stesso procedimento; mancata armonizzazione tra normativa nazionale e normativa regionale. *5$),&2 /HFULWLFLWjQHOOHPDWHULHGHOO$PELHQWH,JLHQHH6LFXUH]]D8UEDQLVWLFD Complessità della normativa 73% Interpretazioni difformi sullo stesso oggetto da parte dei diversi Enti coinvolti 67% Competenze di più Enti nello stesso procedimento 65% Mancata armonizzazione tra normativa nazionale e normativa regionale 58% 30

31 *5$),&2,JLHQHH6LFXUH]]D Complessità della normativa 73% Interpretazioni difformi sullo stesso oggetto da parte dei diversi Enti 65% Competenze di più Enti nello stesso procedimento 56% Mancata armonizzazione tra normativa naz.le e normativa reg.le o sovrapposizione 51% *5$),&2 $PELHQWH Complessità della normativa 87% Interpretazioni difformi sullo stesso oggetto da parte dei diversi Enti coinvolti 69% Competenze di più Enti nello stesso procedimento 64% Mancata armonizzazione tra normativa nazionale e normativa regionale o loro sovrapposizione 59% 31

32 *5$),&2 8UEDQLVWLFD Competenze di più Enti nello stesso procedimento 74% Interpretazioni difformi sullo stesso oggetto da parte dei diversi Enti coinvolti 67% Mancata armonizzazione tra normativa nazionale e normativa regionale o loro sovrapposizione 65% Complessità della normativa 59% 32

33 6H]LRQH)±1RUPDWLYDWHFQLFD $PELHQWH La normativa tecnica risulta complessa per tutte le voci, con un UDQJH che va dal 75% della VIA nazionale al 45% dei serbatoi interrati (grafico 18). *5$),&2 /DFRPSOHVVLWjGHOODQRUPDWLYD$PELHQWDOH VIA Nazionale 75% VIA Regionale 72% Rifiuti 69% Inquinamento elettromagnetico 69% Scarici idrici 68% Inquinamento atmosferico 63% Emissioni sonore verso l esterno 58% Serbatoi interrati 45% 33

34 ,JLHQHH6LFXUH]]D La normativa tecnica risulta complessa per tutte le voci con un UDQJH che va dal 69%, per il rischio di incidenti rilevanti, al 36%, per gli impianti elettrici. In ogni caso, rispetto alla voce DPELHQWH, questa normativa è meno complessa. *5$),&2 /DFRPSOHVVLWjGHOODQRUPDWLYD,JLHQHH6LFXUH]]D Rischi di incidenti rilevanti 69% Esercizio di nuova produzione o modifiche di impianti esistenti 63% Prevenzione incendi 63% Apparecchi a pressione 59% Radiazioni ionizzanti 58% Gas tossici 56% Locali sotterranei adibiti ad attività produttive 55% Inquinamento acustico 49% Ascensori e montacarichi 43% Impianti termici 42% Impianti elettrici 36% 34

35 (GLOL]LD La normativa tecnica risulta complessa per tutte le voci con un UDQJH che va da circa il 64%, per la concessione edilizia (ora SHUPHVVR GL FRVWUXLUH) 16, al 36%, per il cemento armato. *5$),&2 /DFRPSOHVVLWjGHOODQRUPDWLYD(GLOL]LD Cemento armato 36% DIA 37% Autorizzazione edilizia 48% Agibilità 49% Collaudo 55% SuperDIA 58% Concessione edilizia 64% 6H]LRQH*±&ROODXGRILQDOH I giudizi sul collaudo (grafico 21), che vedono al primo posto della graduatoria, con il 60%, la tendenza delle imprese a chiederlo direttamente alle singole amministrazioni, sono la spia delle difficoltà di carattere burocratico al rinnovamento che investe sia le imprese, che le amministrazioni. 16 Le risposte non tengono conto del nuovo TU entrato in vigore nel corso della rilevazione (30 giugno 2003). Tuttavia non essendo state ancora approvate le normative tecniche, le risposte possono considerarsi pertinenti. 35

36 Tuttavia è importante sottolineare che, a differenza delle procedure di collaudo previste da altri tipi di procedimento (ad es. titolo abilitativo edilizio), nel caso dello SUAP il certificato positivo di collaudo, in conformità alle prescrizioni dell art. 9, c. 5, D.P.R. 447/98, consente la messa in funzione degli impianti fino al rilascio definitivo del certificato di agibilità, del nulla osta all'esercizio di nuova produzione e di ogni altro atto amministrativo richiesto. Questa norma - evidentemente non ancora adeguatamente conosciuta e diffusa - potrebbe rappresentare un incentivo al ricorso allo SUAP per l immediato inizio dell esercizio delle attività. E bene evidenziare, altresì, che nel caso in cui lo SUAP, su richiesta dell impresa, non fissi la data del collaudo, questo può essere effettuato dall impresa stessa (art. 9, c. 2, D.P.R. 447/98). *5$),&2 3HUFKpQRQYLHQHDWWLYDWDODSURFHGXUDGHOOR68$3SHULOFROODXGR" 60% 48% 44% Le imprese preferiscono chiedere il collaudo direttamente alle singole amministrazioni Gli enti terzi, anche se convocati, non partecipano al collaudo Lo SUAP non provvede a fissare la data di collaudo nei termini di legge, quando richiesta dall impresa 36

37 6H]LRQH+&RQWUROOLVXFFHVVLYLGHOOD3$ In base alle risposte, uniformi per tutte le regioni, prevalgono in modo rilevante, i controlli occasionali per tutte le materie (grafico 22). Soltanto in quelle per le quali è previsto per legge un controllo periodico, la percentuale sull occasionalità flette notevolmente. In ogni caso, i controlli occasionali effettuati dalle amministrazioni provocano incertezza sulla conduzione aziendale, aggravandone i costi, poiché non possono essere programmate le attività e le fasi di produzione assoggettate ai controlli stessi. *5$),&2 &RQWUROOLGHOOD3$QHOELHQQLR Altro Polizia amministrativa Attività promozionali, pubblicitarie Importazioni ed esportazioni Controllo sui prodotti (ai fini della commercializzazione) Controllo sui prodotti (nella fase di produzione) Sicurezza sui luoghi di lavoro Gestione e manutenzione degli impianti Urbanistica ed edilizia Risorse idriche (derivazioni, captazioni, ecc ) Risorse energetiche Ambiente (rifiuti, scarichi idrici e atmosferici, incidenti rilevanti, ecc ) 0% 50% 100% Almeno una volta al mese Almeno una volta a trimestre Almeno una volta a semestre Almeno una volta all anno Occasionalmente 37

38 '20$1'($5,63267$/,%(5$ Questa sezione è stata pensata per stimolare le associazioni imprenditoriali ad esprimere opinioni e avanzare proposte, in riferimento alle problematiche sollevate dalle singole domande. Si riportano le risposte più significative a ciascuna domanda, con le relative proposte., 6L SRVVRQR VHJQDODUH DGHPSLPHQWL REEOLJKL RQHUL FKH DQGUHEEHUR DEROLWL R SURFHGXUH DPPLQLVWUDWLYH GD VRSSULPHUH PRGLILFDUH R VHPSOLILFDUH" In generale, occorre un maggior coordinamento e una maggiore cooperazione fra gli Enti preposti ai controlli autorizzativi per pervenire ad un interpretazione delle norme uniforme e omogenea. Oltre che abolire obblighi, oneri o procedure, è importante procedere a uno snellimento dei passaggi burocratici tra uffici. Sarebbe utile, fondamentalmente, far funzionare in modo effettivo lo SUAP. In particolare emerge l esigenza di: formalizzare sempre, all'atto della richiesta dell'autorizzazione da parte delle aziende, l'elenco di tutti i documenti necessari e, alla presentazione di questi, i tempi massimi per l'istruttoria, comprendente le obbligatorie Conferenze di Servizi; trasferire agli SUAP tutte le competenze per l'inizio attività o variazione dati di tutte le attività artigianali e industriali, poiché attualmente le competenze sono divise tra SUAP e altri uffici comunali. 38

39 Inoltre, dall indagine effettuata nei settori di seguito indicati, emerge: $PELHQWH La burocrazia è eccessiva e inefficace. In particolare, le proposte delle associazioni imprenditoriali si concentrano: sullo snellimento degli LWHU autorizzativi ricorrendo, ove possibile, all autocertificazione (scarichi idrici, emissione in atmosfera, ecc.); sull autocertificazione per il rinnovo delle autorizzazioni; sulla maggiore collaborazione con le ASL e le ARPA per le verifiche da effettuare sugli impianti.,jlhqhh6lfxuh]]d Nell'ambito della normativa in materia di sicurezza del lavoro, andrebbe portata a compimento la semplificazione dei procedimenti di verifica degli impianti già prevista nella legge Bassanini. Inoltre viene segnalata l esigenza di: semplificare le procedure di valutazione del rischio in azienda; abolire la comunicazione di nomina del responsabile del servizio di prevenzione e protezione (art. 10, D. Lgs. 626/94); snellire le procedure per le industrie insalubri. (GLOL]LDH8UEDQLVWLFD Le proposte più interessanti riguardano le seguenti esigenze relative all individuazione di aree attrezzate e allo snellimento di procedure di rilascio del titolo abilitativo edilizio. In particolare occorre: abolire il cambio di destinazione d'uso per gli stabilimenti quando esso non contrasta con la legislazione urbanistica e, in modo specifico, quando non comporta un aumento del carico urbanistico; 39

40 semplificare l LWHU della concessione edilizia (SHUPHVVR GL FRVWUXLUH); semplificare le procedure di approvazione degli strumenti urbanistici e delle loro varianti; semplificare l LWHU per l individuazione delle aree ecologicamente attrezzate; ricorrere maggiormente alla Denuncia di Inizio Attività (DIA).,&LVRQRFDVLLQFXLODXWRFHUWLILFD]LRQHYLHQHULILXWDWD"3XzGHVFULYHUQH XQR" In linea di massima l autocertificazione non viene rifiutata, ma si registrano comportamenti non sempre uniformi. Nei casi in cui l autocertificazione viene rifiutata, ciò dipende dall incertezza e insicurezza da parte degli impiegati addetti agli SUAP, con particolare riguardo all interpretazione della normativa. Prevalentemente il caso di rifiuto riguarda: il rispetto dei limiti di immissione ed emissione di rumore prodotto dagli impianti; la mancanza della residenza del soggetto che ha presentato l'autocertificazione; i requisiti di onorabilità e professionalità; i lavoratori extra comunitari; le gare di appalto, per quanto attiene al casellario giudiziario.,(vlvwhodglvsrqlelolwjghoohdpplqlvwud]lrqlfrpshwhqwldovxshudphqwr GHL SUREOHPL ORJLFD GHL ILQL R VL FRQWLQXD D VHJXLUH OD ORJLFD GHOOH FRQIRUPLWjDQRUPHSURFHGXUDOL" In via generale si continua a seguire la logica della conformità a norme procedurali, salvo qualche timido segnale di cambiamento. Persiste la tendenza, da parte della burocrazia, a mantenere il potere, utilizzandolo, talvolta, in maniera discrezionale. 40

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