Claudia Munaro MPI-UST Ufficio XIII di Vicenza
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- Angela Rota
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1 Claudia Munaro MPI-UST Ufficio XIII di Vicenza La strutturazione come intervento proattivo per favorire un apprendimento mirato e motivato. (spazio, tempo, compiti, comunicazione, relazione e tutoring) Istituto Comprensivo di Orgiano 28 novembre 2012
2 P. E. I. CONDIVISIONE ALTA SARTORIA
3 Questo non vuol dire: ATTENZIONE!!!! Poverino, vieni che ti lego io i lacci della scarpa. Ma dai lascia pure che stia sotto il banco a lui piace e poi non disturba Vieni Francesco a dare un bacino alla tua maestra (6,7,8,9,10 anni) Francesco dai un bacio alla professoressa (11,12,13,???????) Bisogna relazionarsi con rispetto e RISPETTARLO vuol dire AIUTARLO a DIVENTARE GRANDE, perciò: NON ANTICIPARLO MAI! NON SPRECARE IL SUO TEMPO. E PREZIOSO!!!
4 INTERVENTO PSICOEDUCATIVO Autismo Ritardo cognitivo D. apprendimento D. deficit d attenzione D. comportamento D. emotivo D. linguaggio Dislessia Altro
5 PRINCIPI INTERVENTO PSICOEDUCATIVO Interazione continua con la ricerca psicologica, neurologica, biochimica, farmacologica Conoscenza della diagnosi e valutazione delle capacità del bambino (studente) Programmazione concreta Intervento personalizzato Flessibile Principio di indipendenza Insegnamento strutturato Organizzazione dell attività
6 STRATEGIE INTERVENTO PARLEREMO di RELAZIONE RINFORZO AIUTO STRUTTURAZIONE ANALISI DEL COMPITO (TASK ANALISYS) ANALISI FUNZIONALE del COMPORTAMENTO TUTORING
7 CREARE PAIRING PAIRING indica quel processo di reciproco riconoscimento che spesso si attua quando due dispositivi Bluetooth vengono collegati... (Wikipedia) CODICE CONDIVISO AUTORIZZAZIONE
8 PERCHÉ PAIRING? Se c è PAIRING lo studente impara a FIDARSI e a COLLABORARE con l ADULTO che interagisce con lui E premessa INDISPENSABILE per ATTIVARE la sua ESPRESSIVITÀ, INIZIATIVA e PARTECIPAZIONE attiva al suo cambiamento cognitivo, emozionale e comunicativo che evolvono e si influenzano reciprocamente
9 PERCHÉ PAIRING? Divertirsi fa star bene, mi permette di insegnargli che imparare è divertente, comunicare è straordinario!
10 TIPOLOGIA di APPROCCIO APPROCCIO INTERATTIVO Partire da: cosa piace all alunno come e dove lui ama svolgere quell attività, gioco STRUTTURARE PERSONALIZZANDO lo SPAZIO, il GIOCO e il TEMPO d INTERAZIONE
11 VALORIZZARE INTERESSI Predisporre un elenco di attività, giochi, oggetti che gli interessano Utilizzare gli interessi come RINFORZI per MOTIVARLO alla RELAZIONE, all APPRENDIMENTO anche quando il farlo gli costa un grande sforzo fisico e psichico
12 TEORIA SCIENTIFICA PRINCIPI di PREMARCK 1. un organismo ha differenti preferenze per l'esecuzione di differenti comportamenti 2. un organismo eseguirà un comportamento che occupa una posizione bassa nella gerarchia per acquistare l'opportunità di eseguire un comportamento preferito ALTERNARE ATTIVITÀ più IMPEGNATIVE ad ALTRE di INTERESSE
13 RINFORZO OGGETTO/AZIONE/PAROLA che mi piace tanto e mi motiva a RIPETERE un gesto, un compito, una parola e che opera un cambiamento in me
14 TIPOLOGIE RINFORZO Dal concreto all astratto: commestibile sensoriale concreto simbolico dinamico sociale informazionale
15 QUALITÀ RINFORZO Il RINFORZO deve essere: IMMEDIATO al comportamento desiderato PERSONALIZZATO: es. insegnare i colori ADEGUATO il più possibile all età DIFFERENZIATO: tanto più il compito è impegnativo tanto è più ciò che guadagno RICALIBRATO SOSTITUITO VARIATO SOMMINISTRATO dall estrinseco all intrinseco
16 Alcune TECNICHE COGNITIVO COMPORTAMENTALI AIUTO (prompting - modeling) Per IMPARARE a FARE DA SOLO il più possibile, perciò per ora, non per sempre FISICO: con la mano lo aiuto a GESTUALE: indico, fermo, chiamo, VERBALE semplice: vieni, stop, prendi, VISIVO: oggetti, foto, immagini, simboli CON MODELLO mappa e/o da imitare: si fa così SCRITTO: apri astuccio, prendi penna
17 Alcune TECNICHE COGNITIVO COMPORTAMENTALI DISSOLVENZA (fading) USO PROGRAMMATO: dal tanto e spesso, al poco, al nulla CONCATENAMENTO (chaining) SUDDIVIDERE COMPORTAMENTI COMPLESSI in SEQUENZE da APPRENDERE un po alla volta Dal PRIMO all ULTIMO - Dall ULTIMO al PRIMO MODELLAGGIO (shaping) INSEGNARE un COMPORTAMENTO NON PRESENTE RINFORZANDO QUELLI SEMPRE PIÙ SIMILI a quello desiderato
18 ANALISI FUNZIONALE COMPORTAMENTO PERCHÉ Per INDIVIDUARE le CAUSE: Ambiente Persone Compito Comunicazione ricezione non adeguata Per INSEGNARE modalità ALTERNATIVE comunicative e sociali
19 ANALISI FUNZIONALE COMPORTAMENTO COME Identificare e descrivere il comportamento problema Raccolta e analisi dati (quando, come, con che frequenza, durata, intensità) Individuazione possibili cause scatenanti Manipolazione degli antecedenti: intervento proattivo insegnamento comportamento sostitutivo Identificazione modalità di intervento da attuare collegialmente: intervento reattivo
20 STRUTTURAZIONE AMBIENTE: spazio-tempo COMUNICAZIONE mediata visivamente ATTIVITÀ-COMPITO RELAZIONE Adattare l ambiente-scuola alle sue caratteristiche e bisogni per Orientarlo Rassicurarlo Promuovere la sua AUTONOMIA dall adulto l idea del Saper fare da solo il DIRITTO a PARTECIPARE alla VITA SOCIALE
21 Luoghi che rispondo a domande A fare cosa?!?! Dove devo andare?!?!? Per quanto tempo?!?!? Con chi?!?! 21
22 STRUTTURAZIONE SPAZI Devono essere delimitati e organizzati in modo chiaro per la specifica funzione che avranno: AULA STRUTTURATA-PERSONALIZZATA: dove imparo cose nuove CLASSE: dove insieme agli altri eseguo compiti che posso fare da solo o con poco aiuto LABORATORI contrassegnati: dove so che cosa farò con i miei compagni ANGOLI di lettura, riposo, gioco individuale e sociale, attività laboratoriali (cucina, ascolto, modellaggio )
23 STRUTTURAZIONE TEMPI PROGRAMMA GIORNALIERO- SETTIMANALE con: Oggetti Foto-parole Immagini-parole Solo parole
24 Visivo e disabilità VERBALI o NON VERBALI IMPARANO con più FACILITÀ VISIVAMENTE in un mondo, purtroppo, molto uditivo che però si supporta quotidianamente con la visività!
25 VISIVO EFFICACE Per LUI per: COMPRENDERE: messaggi, regole COMUNICARE: bisogni, difficoltà, emozioni CONTROLLARE l AMBIENTE: scegliere, richiedere, protestare, rifiutare Per NOI per: INTRODURRE i CAMBIAMENTI PROMUOVERE l AUTONOMIA GESTIRE i COMPORTAMENTI PROBLEMA
26 CAA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA NON ASSISTITA segni manuali linguaggio dei segni gesti vocalizzazioni ricezione tattile ASSISTITA oggetti simboli concreti tridimensionali disegni fotografie parole simboli lineari Joanne M.Cafiero,C omunicazione aumentativa e alternativa, Ed. Erickson 1.1 SENZA TECNOLOGIA cartellini con simboli, parole, quaderni di comunicazione BASSA TECNOLOGIA semplici dispositivi a emissione vocale VOCA con emissione brevi messaggi ALTA TECNOLOGIA VOCA sofisticati con possibile tastiera e ad emissione di messaggi complessi
27 MA COMUNICARE COME? 1. Limitare la verbalizzazione 2. Porsi al livello dello studente 3. Richiamare l attenzione 4. Fissare il suo sguardo 5. Parlare lentamente e in modo chiaro 6. Usare gesti, il linguaggio corporeo con eloquenza 7. Supportare visivamente la comunicazione 8. Attendere con giusto tempo la risposta 9. Sostenere l interazione finchè la risposta viene data 10. Se necessario Suggerire (modeling), Guidare l azione (prompt) L. A. Hodgdon, Strategie visive e comportamenti problematici, ed. Vannini, 2006
28 Esempi L. A. Hodgdon, Strategie visive e comportamenti problematici, ed. Vannini, 2006
29 COMPITI che rispondono a domande Che cosa devo fare?!?! Come devo fare?!?! Per quanto tempo?!?!? Con chi?!?! Da solo?!?!
30 ORGANIZZAZIONE COMPITI MATERIALI CONCRETI o CARTACEI Il LAVORO (concreto o cartaceo) va ORGANIZZATO in SCATOLA/E, CARTELLINE da SX e vanno poi riposte a DX Si possono utilizzare per dare la SEQUENZA di LAVORO SIMBOLI (forme, colori, numeri, parole) I QUADERNI vanno CONTRASSEGNATI con FOTOGRAFIE o SIMBOLI EVITARE la RINDONDANZA di CONTENUTI e IMMAGINI
31 ANALISI DEL COMPITO (TASK ANALYSIS) E la FRAMMENTAZIONE di un COMPITO- AZIONE nelle SUE PARTI costituenti ES: LAVARSI LE MANI 1. Apro il rubinetto 2. Prendo il sapone 3. Strofino le mani 4.
32 CONTINUA È utile per l insegnante a INDIVIDUARE la COMPLESSITÀ del COMPITO e stabilire: quali azioni sa compiere in autonomia da dove cominciare: anterogrado o retrogrado FACILITA e MOTIVA l APPRENDIMENTO dell ALUNNO e la sua AUTONOMIA
33 PEER TUTORING SINPIA E un occasione di crescita umana e formativa per tutti E spendibile per tutti gli alunni con disabilità, ma anche per quelli in difficoltà a sviluppo regolare e con gli alunni stranieri E terapeutico per i ragazzi problematici che assumendo il ruolo di tutor devono mostrare reazioni adeguate ai tutee I tutor acquisiscono maggior comprensione dei processi di insegnamento e migliorano la comunicazione con i propri insegnanti (Goodlad 1979)
34 STRUTTURAZIONE RELAZIONE PEER-EDUCATION - "EDUCAZIONE TRA PARI" identifica una STRATEGIA EDUCATIVA volta ad attivare un processo spontaneo di PASSAGGIO di CONOSCENZE, di emozioni e di esperienze da parte di alcuni membri di un gruppo ad ALTRI MEMBRI di PARI STATUS (Training for Trainers, Peer Education pubblicato dal Joint Interagency Group on Young People's Health Development and Protection in Europe and Central Asia)
35 PEER TUTORING Sottende CONDOTTE PROSOCIALI ATTIVE, cioè comportamenti finalizzati a beneficiare un altra persona. quel comportamento che, senza la ricerca di ricompense esterne, favorisce altre persone, gruppi o fini sociali ed aumenta una probabilità di generare una reciprocità positiva di qualità e solidale nelle relazioni interpersonali o sociali conseguenti, salvaguardando l'identità, la creatività e l'iniziativa dei gruppi implicati. (Roche, 1991)
36 PEER TUTORING APPROCCIO COMPLESSO e ARTICOLATO che implica necessariamente: CONDIVISIONE VALORIALE e tecnica di questa tipologia di intervento educativo (personale scuola, famiglie, enti) COINVOLGIMENTO ATTIVO e FORMAZIONE dei COMPAGNI guida STRUTTURA, per quanto FLESSIBILE e aperta ORGANIZZAZIONE PRECISA del lavoro DEFINIZIONE di OBIETTIVI precisi
37 CONCLUSIONI ACCETTAZIONE, AIUTO, SUPPORTO RECIPROCO diventano VALORI quotidiani sui quali costruire una SOCIETÀ EQUILIBRATA, accogliente, aperta e VALORIZZANTE delle DIVERSITÀ.
38 Cosa-Come insegnare e valutare
39 Pensami adulto M. Tortello L educazione-abilitazione di uno studente con disabilità necessità di un apposito curriculum che non sia solo un adattamento e semplificazione del curriculum scolastico ma che si proietti nel suo futuro
40 Rispondiamo insieme alla domanda Cosa gli posso insegnare ora per essere un adulto autonomo domani? Il TEMPO SCUOLA è per loro UNICO e PREZIOSO. NON SPRECHIAMOLO! Ricordiamo che PER IMPARARE lui HA BISOGNO di molto PIÙ TEMPO dei suoi COETANEI.
41 Pensiero costante e pregnante DOMANI ADULTO con disabilità ma autonomo OGGI STUDENTE con disabilità
42 COSA INSEGNARE - docenti Dall analisi dei documenti ufficiali e dai colloqui con i vari Enti educativi emerge la MAPPA dei BISOGNI sui quali improntare il Piano Educativo Individualizzato: aree prioritarie
43 MACRO-AREE INTERVENTO EDUCATIVO AREA COMUNICAZIONE-LINGUAGGIO: espressiva, recettiva (richieste, denominazione, si/no, commentare, ) AREA SOCIALE: attenzione-intenzioneemozione congiunta, salutare, aspettare, rispettare la distanza sociale il proprio turno, prendere iniziativa, AREA AUTONOMIE: personale, domestica, prelavorativa, gestione tempo libero AREA APPRENDIMENTI ACCADEMICI: letturascrittura-calcolo funzionali
44 PROGRAMMAZIONE CONCRETA OSSERVARE-VALUTARE: ABILITÀ RESIDUE-PRESENTI (sa fare) EMERGENTI (sa fare con aiuto) DIFFICOLTÀ (non sa fare) Identificare OBIETTIVI che migliorino la qualità di vita presente e futura con particolare riguardo all uso AUTONOMO del TEMPO LIBERO e CONDIVISO con i PARI
45 COSA INSEGNARE coll.scolastici Il vostro CONTRIBUTO è molto prezioso per gli alunni con disabilità e deve essere concordato e documentato nel PEI. Potrà essere, ad esempio, per: MANTENERE l ORGANIZZAZIONE degli SPAZI concordata con i docenti ACCOGLIERE in entrata e ACCOMPAGNARE in uscita INSEGNARE le AUTONOMIE di BASE PREVENIRE COMPORTAMENTI PROBLEMA FORMULARE IDEE METTERE a DISPOSIZIONE le vostre COMPETENZE per istituire LABORATORI
46 Scuola CONTESTO Abilitante STRUTTURARE sempre ed in modo preciso lo spazio, il tempo, la comunicazione, le attività, le relazioni così da rendere l AMBIENTE CHIARO, LEGGIBILE, VISIVAMENTE evidente e quindi COMPRENSIBILE e PREVEDIBILE per il nostro ALUNNO che lo potrà gestire in AUTONOMIA e INDIPENDENZA dall ADULTO
47 GRAZIE MIUR UST Ufficio XIII di Vicenza Ufficio Interventi Educativi claudia.munaro@istruzionevicenza.it
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