Convegno Internazionale Nuove Frontiere della Prevenzione in Medicina - L Approccio Nutrizionale

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1 Convegno Internazionale Nuove Frontiere della Prevenzione in Medicina - L Approccio Nutrizionale Roma 11/12 Giugno 2004, Jolly Hotel Midas Con il Patrocinio di: Società Italiana di Pediatria Fondo Rita per il tuo Cuore Associazione Ricerca e Recupero delle Malattie Cardiovascolari ANDID Associazione Italiana Dietisti Coordinatori Segreteria Scientifica: Prof. Flavio Acquistapace T. Col. Me. Antonio Masetti

2 Venerdì 11 Giugno Programma 15:00 15:45 Prof.ssa Ferro Luzzi Anna Lezione Magistrale: L Organizzazione Mondiale della Sanità e la prevenzione delle malattie croniche legate all alimentazione I SESSIONE - Linee Guida: Una corretta alimentazione Moderatori: Edgardo Lugaresi, Dino Ceppodomo 15:45 16:10 Col. Farm. Vincenzo Barretta (Policlinico Militare Celio - Roma ) Relazione: L importanza della giusta alimentazione in gravidanza 16:30 16:50 Dott. Massimo Caliendo Relazione: Disbiosi intestinale, causa di Intolleranze alimentari (il vivente come sistema fisico) 16:50 17:10 Dott. Francesco Avaldi Relazione: Alimentazione in Medicina Sportiva (alimento come fonte di energia, stress biochimico ed ormonale) 17:10 17:40 Dott. Warren M. Levin (Accademia Americana Medicina Ambientale) Relazione: Correlazione tra sintomatologia clinica e controllo del peso in pazienti sottoposti al test delle Intolleranze Alimentari 17:40 18:10 Dott T. Colin Campbell (Cornell University USA) Relazione: Scoperte in campo nutrizionale del China Project. Studi che rilevano la miglior dieta per l essere umano 18:10 18:40 Mark Lovendale ( Preventive Care Center USA) Relazione: Analisi critica sulle diete più in voga attualmente 18:40 - Discussione

3 Sabato 12 Giugno II SESSIONE - Intolleranze Alimentari: Nuova Frontiera della Prevenzione Moderatori: Rita Marchetti Giosuè Vetro 09:00 09:25 Prof. Francesco Maria Paone (Università Tor Vergata Roma) Relazione: L alimentazione della prima infanzia (Criteri corretti di alimentazione e svezzamento nel I anno di vita) 09:25-10:00 Mark Lovendale ( Preventive Care Center USA) Relazione: Storia delle Intolleranze Alimentari 10:00 10:20 Prof.Flavio Acquistapace (Università di Parma) Relazione: Compatibilità Bionutrizionale in Medicina Cardiovascolare (fattori di rischio di malattie cardiovascolari nel tempo, efficacia della terapia nutrizionale, equilibrio biologico nutrizionale) 10:20 10:40 Prof. Roberto Ronchetti Relazione: L Intolleranza alimentare questa sconosciuta (Malattie allergiche respiratorie e fattori ambientali) 11:00 11:20 Prof. Marco Fusetti ( Università L Aquila) Relazione: Le intolleranze alimentari nell iperattività nasale (Eziopatogenesi, diagnosi e trattamentodelle riniti vasomotarie e allergiche, poliposi nasale e sinusite) 11:20 12:00 Dott. Warren M. Levin (Accademia Americana Medicina Ambientale) Relazione: Intolleranze Alimentari e Terapie complementari 12:00 12:20 T. Col. Me. Antonio Masetti ( Servizio di Pediatria Policlinico Militare di Roma) Relazione: Studio Clinico su 100 pazienti sottoposti al test delle Intolleranze Alimentari

4 12:20 12:40 Dott. DinoCeppodomo Relazione: Corretta diagnosi di intolleranza alimentare 12:40 12:55 Dietista Rossella Valmarana Relazione: Trattamento delle Intolleranze Alimentari: aspetti nutrizionali 12:55 13:00 Discussione III SESSIONE Cases Report Moderatori: Paola Mastroiacovo, Rita Marchetti 15:00 15:40 Dott T. Colin Campbell (Cornell University USA) Relazione: Esperienza Clinica: Come una dieta iperproteica può aumentare il rischio di cancro 15:40 16:40 Workshop: Discussione casi clinici 17:00 17:30 Dott. Francesco Avaldi Relazione: Biomagnetismo, equilibrio cellulare e nutrizione (Disbiosiintestinale, intolleranze alimentari, alimento come fonte di energia, stress biochimico ed ormonale) 17:30 18:00 Dr.ssa Stefania Pispisa (Centro Intolleranze Alimentari di Taranto) Relazione: Una sana ed equilibrata bionutrizione cellulare e la lotta ai radicali liberi 18:00 18:30 Dr. Vincenzo Costigliola (Centro European Medical Association) Relazione: Global Eating Disorders Approach, risultati di una ricerca sull orientamento clinico verso i disturbi del comportamento alimentare, condotta su 100 mila Medici Europei 18:30 19:00 Chiusura lavori Assegnazione del premio American Accademy Price

5 Relatori intervenuti Prof.ssa Ferro Luzzi Anna Direttore del Centro Collaborativo OMS per la Nutrizione Medico Nutrizionista È stata Direttore dell Unità di Nutrizione Umana dell Istituto Nazionale della Nutrizione di Roma. Ha pubblicato diversi articoli. (Ha fatto parte di numerosi Comitati ed è stata Consigliere di Associazioni Europee ed Internazionali dando un supporto sia tecnico che scientifico nel campo della Nutrizione Umana. Ha pubblicato circa 200 articoli su diversi riviste del settore.) Col. Farm. Vincenzo Barretta (Policlinico Militare Celio - Roma ) Docente di Farmacologia Clinica e Scienza dell Alimentazione presso la Scuola Allievi Sottufficialidel Policlinico Militare di Roma Docente di Scienza dell Alimentazione e di Chimica Generale presso il Corso di Diploma di Laurea per Sottufficiali dell Esercito ( Tor Vergata) Dott. Massimo Caliendo Direttore del Dipartimento di Biologia presso l Università di Scienze Umane Biologo, specializzazione in Patologia Clinica. Dott. Francesco Avaldi Consulente Nutrizionista A.C. Milan Medico, specializzazione in Farmacologia Clinica Ospedaliera Diplomato in Omeopatia Dott. Warren M. Levin (Accademia Americana Medicina Ambientale) Medico, specializzazione in Nutrizione, Medicina Preventiva ed Ortomolecolare. Membro dell American Accademy of Enviromental Medicine, American Academy of Medical Preventics e della Associazione Medicina Olistica; Consigliere Associazione Medica per la Ricerca ed il trattamento dell artrite. Dott T. Colin Campbell (Cornell University USA) Professore Emerito di Biochimica Nutrizionale presso la Cornell University USA. Direttore del China Project Premio dell American Institute per la Ricerca sul Cancro Mark Lovendale ( Preventive Care Center USA) Direttore del Medical Center for Food Allergies di Los Angeles, Usa. Direttore del Centro di Medicina Ambientale, Ecologia Clinica Ricercatore Responsabile del Preventive Care Center di Los Angeles. Prof. Francesco Maria Paone (Università Tor Vergata Roma) Professore Associato Università Tor Vergata Dirigente Servizio Gastroeneterologia Pediatrica Università Tor Vergata Roma Prof.Flavio Acquistapace (Università di Parma) Docente Università di Parma, Scuola di Cardiologia Direttore Dipartimento di Cardiologia e Riabilitazione, Policlinico di Monza

6 Prof. Roberto Ronchetti Professore Emerito della II Facoltà di Medicina, Università La Sapienza - Roma Professore Azienda Ospedaliera S. Andrea di Roma E stato Professore Ordinario di Pediatria Specialista in Allergologia ed Immonulogia Clinica E stato Preside Società Europea per le malattie Respiratorie dei Bambini Prof. Marco Fusetti ( Università L Aquila) Assistente Ordinario presso la Cattedra di Clinica Otorinolaringoiatria La Sapienza di Roma Professore Associato in Otorinolaringoiatria Roma La Sapienza Professore Ordinario presso L Università dell Aquila Direttore Scuola di Specializzazione in Otorinolaringoiatria Direttore Scuola Specializzazione in Audiologia. T. Col. Me Antonio Masetti ( Servizio di Pediatria Policlinico Militare di Roma) Ufficiale Superiore Medico dell Esercito Italiano. Specialista in Pediatria, responsabile del Servizio di Pediatria del Policlinico Militare di Roma. Consigliere Nazionale della Società di Medicina di Emergenza Pediatrica. Dott. DinoCeppodomo Biologo, specializzazione in Nutrizione; Responsabile Reparto di Microbiologia Laboratorio Analisi Policlinico di Monza. Direttore responsabile Laboratorio Analisi Biomedicals di Benate, Bergamo Dietista Rossella Valmarana Diplomata dietista presso l Istituto Tecnico di Stato, Milano. Dietista presso l Istituto di Pediatria dell Università degli Studi di Milano, dedicandosi in particolar modo di Celiachia, Allergie e Intolleranze Alimentari, Fibrosi Cistica. Collabora con l Associazione Italiana di Celiachia. Ha collaborato alla realizzazione di materiale informativo e divulgativo sulla celiachia rivolto a pazienti, dietisti e medici. Dr.ssa Stefania Pispisa (Centro Intolleranze Alimentari di Taranto) Biologa Nutrizionista Dr. Vincenzo Costigliola Medico Centro European Medical Association

7 Abstracts L OMS e la lotta globale alle malattie croniche non trasmissibili: la Strategia per Dieta, Attività Fisica e Salute Prof. Anna Ferro-Luzzi Prof. Anna Ferro-Luzzi, Centro Collaborativi OMS, INRAN, Roma, Italia Un quadro mondiale aggiornato delle malattie croniche non trasmissibili rivela che queste patologie rappresentano attualmente la causa prima di morte e di disabilità nei paesi industrializzati, gravando pesantemente sulle spese sanitarie nazionali. Esso rivela che anche i paesi in via di sviluppo stanno attraversando una fase di rapida transizione epidemiologica, con comparsa di tassi elevati di malattie croniche, spesso accanto alla persistente presenza di malattie infettive e parassitarie. E quindi evidente che le malattie croniche non trasmissibili rappresentano una sfida sanitaria globale. Un ampia e solida evidenza scientifica, basata su studi epidemiologici, clinici, metabolici e di sperimentazione animale, ha dimostrato in maniera incontrovertibile che le malattie croniche non trasmissibili sono, in larga parte, prevenibili. I fattori di rischio sono ben conosciuti e modificabili. I principali fattori di rischio annoverano l alimentazione e l attività fisica: detto in altre parole, gli stili di vita. A livello mondiale, la mortalità per malattie croniche non trasmissibili rappresenta il 59% delle morti totali. Tra queste, le malattie cardiovascolari da sole sono responsabili di oltre la metà delle morti da malattie croniche e di una su tre delle morti totali. L ictus cerebrale e l infarto miocardio uccidono 12 milioni di persone ogni anno, altri 3.9 milioni muoiono per ipertensione arteriosa ed altre patologie cardiache. Il cancro uccide 7.1 milioni di persone ogni anno, e dai 10 ai 15 milioni di nuovi cancri si verificano ogni anno. Si stima infine che 177 milioni di persone nel mondo siano affette da diabete tipo 2, e che circa 300 milioni di adulti siano obesi. L obesità infantile sta dilagando con la rapidità di una vera epidemia, e l età di comparsa del diabete tipo 2 strettamente associato all obesità si è abbassata tanto da apparire in età adolescenziale e anche infantile. Per quel che riguarda l Italia, lo scenario epidemiologico italiano non differisce molto da quello di altri paesi europei, anche se uno stile alimentare di tipo mediterraneo ancora prevalente attenua la gravità della situazione, pur tuttavia in allarmante evoluzione. Il PSN rivela che 4 su 10 decessi registrati in Italia nel 1997 possono essere attribuibiti a malattie cardiovascolari; di cui il 31% per infarto del miocardio e un altro 28% per accidenti cerebrovascolari.. Ogni anno si registrano nuovi casi di ictus, e poiché questa malattia non sempre ha esito fatale immediato, ben esiti di pregresso ictus sono in vita con tutti i costi socio-sanitari connessi a lunga degenze e disabilità. I vari tumori rappresentano il 28 % della mortalità complessiva, con morti annui e nuovi casi di tumore all anno. Per quel che riguarda il diabete tipo 2, la prevalenza è elevata e in fase di rapido aumento, con tutte le gravi e ben note sequele. In una recente inchiesta ISTAT, due milioni di italiani hanno dichiarato di soffrire di diabete, ma si stima che almeno altrettanti siano pre-diabetici o diabetici senza saperlo. La OMS osserva che il nostro paese si situa tra i primi 10 a livello mondiale per frequenza di diabetici. L obesità, oltre a rappresentare di per se una condizione patologica, è anche la causa singola principale del diabete tipo 2. L 80% degli obesi adulti diventa diabetico. Anche nel bambino, l obesità rappresenta una forte rischio di diabete, tanto che questa malattia, fino a qualche anno fa appannaggio pressocchè esclusivo dell età adulta, comincia, per la prima volta nella storia dell umanità, ad apparire in età pediatrica. Le implicazioni di questo fatto sono gravissime in quanto recano con sé la facile previsione di un aumento nel futuro prossimo della malattia coronaria. Il problema dell obesità in Italia è stato solo di recente preso seriamente considerazione. Sulla base dei dati disponibili si può affermare che ben 4-5 su 10 Italiani sono in soprappeso o francamente obesi ( D Amicis et al, EUPHA, Roma 2003 ). Inoltre, è evidente che tale fenomeno è in fase di rapida evoluzione. A fronte di questo scenario allarmante, e su espressa richiesta dei Paesi Membri che ne hanno dato mandato, l OMS ha avviato una serie di energiche iniziative volte al controllo ed alla prevenzione delle

8 malattie croniche non trasmissibili. Il primo passo è stata la convocazione di una Consultazione Congiunta OMS e FAO di Esperti, alla quale è stato affidato il compito di aggiornare e vagliare l evidenza scientifica sui rapporti tra alimentazione e salute. Le conclusioni della Consultazione sono apparse nel rapporto Diet, Nutrition and the Prevention of Chronic Diseases, pubblicato nel Oltre alla formulazione di specifiche raccomandazioni volte a promuovere diete compatibili con la salute, questo rapporto ha chiamato in causa - per la prima volta nella storia della prevenzione di dette malattie croniche - le pressioni ambientali che condizionano il comportamento dell individuo, e che quindi sono in grado di determinare o quanto meno influenzare - le scelte di modelli di vita e di alimentazione dell individuo. Alcuni esempi di tali pressioni sono quelli derivanti dagli ostacoli che si oppongono al mantenimento di un auspicabile livello di attività fisica, quali la carenza o il difficile accesso a strutture e spazi idonei al gioco, allo sport e alla ricreazione attiva. Un altro esempio è fornito dalle scelte preferenziali di alcuni alimenti, indotte da pubblicità che promuovono prodotti ricchi di grassi saturi, zuccheri o sale, e che è spesso diretta a soggetti che, per la loro età, sono meno in grado di decidere in maniera autonoma (i bambini). In una fase successiva, l OMS ha sottoposto questo rapporto ad un ampio e trasparente processo di verifica da parte dei Paesi Membri, incorporando attraverso il sito web le proposte più rilevanti di emendamenti e modifiche. Inoltre, ha attivato consultazioni regionali cui hanno preso parte 80 governi, le agenzie delle Nazioni Unite (specialmente la FAO), con una significativa partecipazione delle organizzazioni della società civile e delle ONG, nonché del settore privato, in particolar modo l industria alimentare e dello sport. In questa complessa attività, l OMS ha avuto il sostegno di numerosi esperti di tutto il mondo, in rappresentanza di varie discipline scientifiche. Il processo è stato completato tra marzo e giugno 2003, e sulla base delle conclusioni emerse, l OMS - ottemperando al mandato affidatole dall Assemblea Generale - ha proceduto a sviluppare e definire una proposta concreta di Strategia Globale per la Dieta, l Attività Fisica e la Salute. Questa proposta è stata portata all Executive Board dell OMS nel gennaio In questa sede, la proposta di Strategia è stata vivacemente contrastata da forti interessi economici privati, legati soprattutto all industria alimentare e a quella dello zucchero. Pressioni di ogni tipo sono state esercitate sull OMS allo scopo di indebolirne il contenuto, modificandolo o omettendo gli aspetti più qualificanti (per esempio i livelli quantificati delle raccomandazioni relative al contenuto di grassi, di sale e di zucchero). La Strategia Globale trae origine dall evidenza dei fatti, dalle buone pratiche e esperienze dei paesi che hanno già attuato solide politiche per affrontare e prevenire le malattie croniche non trasmissibili legate all alimentazione. La Strategia tiene anche buon conto della conoscenza accumulata dagli esperti di varie discipline, provenienti sia dai paesi industrializzati che da quelli in via di sviluppo, nel campo della salute, della nutrizione e della attività fisica. Una delle conclusioni più stringenti della Strategia Globale riguarda la necessità di un azione multi-settoriale ed integrata da parte dei governi, intesa a modificare l ambiente in cui l individuo opera le proprie scelte. Un altro punto qualificante, e molto contrastato, riconosce che non è accettabile far ricadere sull iniziativa individuale la responsabilità complessiva di stili di vita e di alimentazione non idonei ad una buona salute. L OMS invoca la responsabilità dei governi nel modificare l ambiente al fine di migliorare lo stile di vita dei cittadini, sottolineando l opportunità di rafforzare i meccanismi, le normative ed infrastrutture nazionali già esistenti. Le raccomandazioni più innovative contenute nella Strategia riguardano l adozione di standard di maggiore trasparenza sulle etichettature dei cibi, le linee guida per i consumatori, possibili iniziative di natura fiscale, sussidi e vari incentivi economici per la promozione degli alimenti protettivi (quali frutta e verdura), accanto a disincentivi di varia natura (controllo delle pubblicità alimentari dirette all infanzia, e disincentivi quali tassazioni) per gli prodotti alimentari meno idonei. Le politiche dei prezzi sono determinanti nella scelta dei cibi, soprattutto per i più poveri. Ma si tratta anche di modulare le politiche dei trasporti, e quelle scolastiche, in coerenza con lo scopo di favorire e divulgare i benefici dell attività fisica. Infine, si riconosce il ruolo fondamentale delle strutture sanitarie, ed i medici di base, in questo sforzo di prevenzione. La Strategia Globale sulla Dieta, l Attività Fisica e la Salute è stata oggetto di vivacissimo dibattito. Se ne ha traccia sul sito dell agenzia, che contiene tutti i contributi dei governi membri. Un ondata di obiezioni sono state sollevate da numerosi paesi nel nord e nel sud del mondo preoccupati più per le implicazioni economiche ed agricole della sua eventuale attuazione che non per la salute del mondo. Si sono visti così diversi governi irrigidirsi su alcuni degli aspetti più qualificanti della Strategia. Particolarmente vivace è stata la reazione da parte di paesi i cui interessi economici sono legati a specifiche produzione agricole (la canna da zucchero, olii e grassi saturi ), ovvero a potenti industrie alimentari. Sono stati quindi espressi

9 pareri negativi in margine a qualsiasi iniziativa di controllo della pubblicità alimentare, a riferimenti a incentivi fiscali, tassazioni e sussidi quali strumenti della politica di prevenzione delle malattie croniche e di promozione di stili sani di vita ed alimentari. Particolarmente aspra è stata la discussione sulla raccomandazione che riguarda il limite massimo del 10% al contenuto di zuccheri nella dieta giornaliera. Ancora una volta, le obiezioni giustificate sono state incorporate e il documento finale Strategia Globale per Dieta, Attività Fisica e Salute, è stato presentato alla 57ma Assemblea Generale della OMS all Assemblea Generale, Maggio 2004 a Ginevra, per approvazione ed adozione da parte degli Stati Membri. La Strategia è stata finalmente approvata, malgrado ulteriori discussioni defatiganti da parte delle rappresentanze di alcuni dei paesi membri ancorta intenti a indebolire i suoi contenuti più rilevanti. La società civile ha ora un ruolo fondamentale da giocare per farla conoscere, e quindi per esercitare pressioni sui governi e le associazioni di consumatori, per l adozione a livello nazionale delle molteplici misure proposte dalla Strategia Globale, con il coinvolgimento del settore pubblico e privato, con il concorso di tutti i settori del governo interessati, nello sforzo di prevenire a livello della popolazione, l epidemia dilagante delle malattie croniche non trasmissibili.

10 L importanza della giusta alimentazione in gravidanza Dott. Vincenzo Barretta Introduzione: Come in quasi tutti i temi legati alla nutrizione umana da sempre tutti abbiamo avuto delle idee. Talora non corrette, talora decisamente sbagliate, più spesso assolutamente adeguate a mantenere, nell ambito della sopravvivenza della specie, un corretto apporto nutrizionale. E sorprendente come l uomo del Neolitico, quindi al di la di qualunque comprovata evidenza scientifica che non poteva possedere, associasse l idea di pinguedine del seno, dei fianchi, dei glutei a quella di maternità, fertilità, prosperità (Venere di Villendorf). In effetti l uomo del neolitico ben doveva sapere che la donna fortemente sottopeso perché denutrita difficilmente riusciva a concepire o ad avere una conveniente performance della gravidanza. (esempio del branco di tigri: peso corporeo come fattore naturale di regolazione delle nascite). Fra le idee per così dire strane abbiamo sentito: sei gestante? Ora devi mangiare per due! bevi la birra: fa latte! Dobbiamo dire che le nuove generazioni di mamme ormai hanno abbandonato questi falsi luoghi comuni e queste dicerie popolari hanno pressoché smesso di circolare tra le giovani madri mi sembra quindi che non rappresentino più un problema contro il quale dover lavorare. Ma tuttavia dal Neolitico ad oggi, dopo tante cose dette e ripetute, solo nel dicembre del 2003 abbiamo visto nelle Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana, comparire finalmente, con grande attenzione e sensibilità, la 9 linea guida Consigli speciali per spersone speciali, quindi con note riferite all alimentazione in gravidanza. Generalità: L'adeguata nutrizione della gestante è fattore determinante dell'adeguato sviluppo fetale e di un buon decorso ed esito della gravidanza. La gravidanza si presenta come un evento biologico particolare durante il quale, mai come in nessun altro periodo della vita, la salute di un individuo dipende strettamente dalla salute di un altro. Una corretta alimentazione rappresenta uno dei presupposti fondamentali per la normale evoluzione della gravidanza ed il normale accrescimento intrauterino del feto. Anche chi segue un regime vegetariano può non farsi mancare il necessario apporto di proteine, è sufficiente prestare attenzione alla quota proteica ingerita con alimenti che non siano carne o pesce. La nutrizione materna ha un ruolo fondamentale sia sul corso, sia sull'esisto della gravidanza. Un buono stato di nutrizione della madre ancor prima dell'inizio della gravidanza, nonché una corretta e adeguata alimentazione prima e durante il periodo gestazionale, sono condizioni essenziali per la prevenzione di una gran parte delle patologie neonatali. È stato più volte documentato che l'insufficiente soddisfacimento delle esigenze nutrizionali della madre sono la causa di un basso peso alla nascita del bimbo, fattore questo che determina una più elevata morbosità e mortalità perinatale e una maggiore frequenza di malformazioni congenite (basti pensare a situazioni di grave disagio economico, carestie, guerre.). Ricordo di donne somale con emoglobina a 2 Fabbisogno energetico L'incremento del fabbisogno energetico (calorie) nel corso della gravidanza è una realtà che però va ricondotta alle giuste dimensioni. Diciamo, tanto per fornire una media indicazione, che in gravidanza il fabbisogno energetico di una donna è di circa 38 Calorie/Kg/giorno che però sembra essere eccessive nella loro generalizzazione. Solo indicazione di massima, meglio far riferimento ai Larn che raccomando un incremento calorico complessivo di circa 200 cal. Nella pratica nutrizionale abbiamo visto già sufficiente anche un incremento di sole 70 cal, comunque da modificare in funzione dei parametri antropoplicometrici della singola gestante e del suo livello di attività fisica.

11 Il primo parametro antropometrico su cui maggiormente siamo condotti a soffermare la nostra attenzione è il peso corporeo. Tralasciando gli aspetti qualitativi del peso cioè il rapporto percentuale fra massa grassa e massa magra, rimaniamo sull aspetto quantitativo: L'incremento di peso ideale da ottenere dall'inizio alla fine della gravidanza si pone intorno ai Kg, con incrementi parziali di 1 kg nel I trimestre, di 4 Kg a 20 settimane (metà gravidanza), di 8 Kg a 30 settimane e non più di 12 Kg a 40 settimane (termine). Pertanto durante il I trimestre l'incremento ponderale materno è piccolo come del resto è piccolo anche l'aumento di peso del feto. Durante il II trimestre l'aumento di peso è determinato principalmente da un accumulo di grasso materno, dalla crescita dell'utero e delle mammelle e dall'aumento della volemia (volume del sangue circolante). Nel corso del III trimestre l'aumento di peso è poco attribuibile alla donna mentre i suoi maggiori determinanti sono la crescita del feto e della placenta. Occorre individualizzare consigli e trattamenti a seconda dell'individuo sul quale applicarli. Ad esempio, la donna che inizia la gravidanza in sottopeso richiede un'aggiunta calorica rispetto alla media; il contrario deve succedere se la donna inizia la gravidanza in sovrappeso, quando diventa indispensabile una misurata restrizione calorica, che, senza far diminuire di peso, consenta di giungere al termine della gestazione senza un eccesso ponderale, limitando al tempo stesso il rischio di macrosomia fetale (bambino grosso). In pratica una donna che abbia una massa corporea media e svolga una comune attività fisica non deve sentire il bisogno di pesare i cibi e di usare tabelle energetiche per nutrirsi nel corso della gravidanza; probabilmente andrà senz'altro bene che si regoli "ad occhio" sulle porzioni alimentari perché è già abituata ad introdurre quanto le serve al punto giusto. Diverso può essere il caso delle donne in sottopeso e in sovrappeso che spesso richiedono degli schemi dietetici più rigorosi. (Qui, al di fuori della relazione, aggiungo osservazioni personali sull utilizzo dell Indice di massa corporea) Per il metabolismo sia endocrino che dei nutrienti farò riferimento al concetto di 1 e 2 fase della gravidanza Nutrienti Il lieve incremento del fabbisogno energetico durante la gravidanza non deve far dimenticare l'importanza di mantenere un adeguato equilibrio tra proteine, carboidrati e grassi come del resto sarebbe sempre giusto fare in ogni fase della vita. Le proteine, contenute principalmente in cibi come le carni, il pesce, le uova, i legumi e i formaggi, devono contribuire al 20% circa del fabbisogno energetico. Se una donna affronta le gravidanza con un normale peso corporeo è necessario aumentare la razione giornaliera di circa 300 calorie e introdurre un maggiore quantitativo di proteine (da 1,4 gr a 1,8 gr per kg di peso). LE PROTEINE Le proteine rappresentano il substrato fondamentale della materia vivente. Sono come i muri di sostegno di una casa: i mattoni sono rappresentati dagli aminoacidi. Carne, pesce, latte, uova e formaggi contengono tutti gli aminoacidi necessari per il fabbisogno del nostro corpo. È ovvio che un organismo in crescita, come il feto, necessita di proteine e possibilmente di prima qualità, ricche di tutti gli aminoacidi. Ciò è reso possibile integrando nella dieta abituale un litro di latte (670 calorie, 33 gr di proteine, 1 gr di calcio) oppure 100gr di formaggio magro che fornisce anche un adeguato apporto di calcio (mozzarella, stracchino, ricotta di mucca). I carboidrati vanno assunti principalmente sotto forma di zuccheri complessi e non di zuccheri semplici. Questo significa che vanno privilegiati i cibi quali pane, pasta, riso e polenta anziché dolci, dolciumi e bevande dolcificate. I carboidrati devono contribuire al 50% circa del fabbisogno energetico. I grassi sono anch'essi indispensabili perché forniscono costituenti molecolari fondamentali di tutte le cellule corporee e devono contribuire al 30% circa del fabbisogno energetico. Una rilevante parte di grassi va da sé che vengano assunti con quegli stessi cibi che abbiamo nominato prima perché fornitori anche di proteine. Occorre tuttavia sottolineare che, non solo in gravidanza, i

12 grassi derivati dalle carni e dai formaggi si rivelano (in quanto dotati di legami chimici saturi) più ipercolesterolemizzanti dei grassi derivati dal pesce e dai vegetali. Sono per la verità anch'essi importanti e non è negativo assumerne una certa quota, ma bisogna comunque cercare di preferire una maggior quota di grassi (chimicamente insaturi) di origine vegetale o di pesce. Le vitamine sono sostanze indispensabili per il metabolismo che non sono sintetizzabili dall'organismo e richiedono pertanto di essere assunte con gli alimenti. Tra le vitamine risulta in particolare aumentato il fabbisogno di acido folico, importante nella sintesi dei globuli rossi e quindi nella prevenzione dell'anemia. I cibi a buon contenuto di acido folico sono frutta, verdura, pesce, pollo, tacchino e latticini, che vanno intesi tutti come cibi freschi e non conservati. Malgrado una corretta alimentazione, in alcuni casi gli esami di laboratorio che di routine vengono richiesti alla donna in gravidanza potranno mostrare dei segni di relativa carenza di acido folico: questa potrà essere all'occorrenza corretta con semplicità dallo specialista attraverso la prescrizione di un'integrazione farmacologica appropriata. Tra i sali minerali il ferro riveste un'importanza notevole in gravidanza e meriterebbe quasi un discorso a parte. Basti dire che è un elemento indispensabile alla formazione dell'emoglobina, cioè di quella proteina che risiede sui globuli rossi e che consente di legare l'ossigeno in modo che quest'ultimo dai polmoni venga poi trasferito a tutti gli organi del corpo nonché al feto per garantire i processi di respirazione cellulare dei tessuti e quindi la vita. Mentre al di fuori della gravidanza, in condizioni di fisiologia corporea, un'alimentazione normale consente di ottenere l'adeguata quota di ferro richiesta dai processi biologici, durante la gravidanza spesso si deve ricorrere alla sua supplementazione. Il medico potrà accorgersi della relativa carenza di ferro attraverso il rilievo di anemia (soprattutto con basso valore di emoglobina, al di sotto degli 11 g/dl) e bassa sideremia (cioè appunto un basso valore del ferro, dosato direttamente nel sangue); prescriverà in tal caso un supporto esterno di ferro, disponibile in diversi tipi di preparazione farmaceutica. Pure importante in gravidanza è la supplementazione di calcio, facilmente ottenibile attraverso l'assunzione di latte e/o suoi derivati. Riassumendo, una alimentazione adeguatamente variata permette di mantenere il giusto equilibrio di nutrienti fra proteine, carboidrati e grassi e si rivela spesso sufficiente a prevenire le carenze di vitamine e sali minerali. Tuttavia, l'assunzione di una moderata integrazione di vitamine, di ferro e di calcio non è sicuramente dannosa e può rappresentare una pratica per raggiungere le dosi giornaliere raccomandate di questi elementi con maggior sicurezza. Le donne vegetariane che includono nella loro dieta i latticini o il pesce non dovrebbero andare incontro durante la gravidanza a carenze nutrizionali con frequenza superiore alle onnivore. Maggiori problemi possono incontrare le vegetaliane, cioè quelle donne che si nutrono esclusivamente di prodotti di origine vegetale: queste necessitano per sicurezza di un'integrazione di proteine, ferro, acido folico, zinco e vitamina B 12. Non discuto la scelta etica che porta un individuo al vegetarianesimo ma voglio ricordare che la 8 linea guida recita varia spesso le tue scelte a tavola Per quanto riguarda la ripartizione e la composizione dei pasti quotidiani, diciamo in generale che, non soltanto in gravidanza, si dovrebbero idealmente ripartire le calorie giornaliere (abbiamo detto circa 2000 calorie nella gestante) in cinque pasti evitando quindi di sovraccaricarsi in 2-3 volte. Addirittura diciamo che è assolutamente scorretto mangiare meno di tre volte al giorno! Perlomeno quindi occorre fare (di primo mattino!!) una buona colazione con latte o yogurt; il caffè è consentito ma solo in aggiunta e non in sostituzione di latte o yogurt. Associare cereali, o pane o 2-3 fette biscottate o due biscotti secchi. A metà mattina è possibile fare uno spuntino a base di frutta fresca o bere una spremuta d'agrumi. A pranzo un primo con i classici 80 grammi di pasta o di riso, un secondo di carne o pesce o un uovo. Un contorno di verdura fresca, cotta o cruda. Frutta fresca. Accompagnamento con un panino. A metà pomeriggio è possibile fare una merenda con latte o yogurt o tè o spremuta d'agrumi, associati a cereali o a una fetta biscottata (concedetevi un po' di marmellata su quest'unica, misera fetta, dai!).

13 A cena cominciare con una minestra di verdura o con una pastina in brodo, per continuare con un secondo non di carne (pesce o formaggio o prosciutto cotto o bresaola). Contorno di verdura. Frutta. Accompagnamento con un panino. Non mangiare più niente dopo le ore 21 I cibi sconsigliati sono tutto sommato abbastanza immaginabili: sono praticamente tutti i cibi troppo salati, troppo pasticciati (dolci e dolciumi), troppo grassi (insaccati, merendine, creme, mascarpone), quelli piccanti e speziati, quelli fritti. E' possibile bere un bicchiere scarso di vino in corrispondenza del pranzo e della cena. Non assumere altre bevande alcoliche. L'acqua ha un'insostituibile funzione lubrificante (anche sull'intestino, sempre un po' stitico nelle gravide), depurante (attraverso i reni), idratante e nutriente su tutti i tessuti e componente essenziale nella struttura e nel metabolismo di tutte le cellule. È necessario invece bere molto, almeno due litri di acqua al giorno. Una buona idratazione ci fa star bene, favorisce l eliminazione per via renale delle scorie tossiche (ac.urico ecc.), protegge i reni dalla calcolosi. Tuttavia spesso il senso della sete non è sufficiente ad indurci ad introdurre un adeguato quantitativo di acqua; per regolarsi è necessario valutare la diuresi giornaliera (urine nelle 24 ore) che in gravidanza non dovrebbero scendere sotto i 2 litri. Tra le acque minerali consigliamo le oligominerali e tra queste le bicarbonatoalcalinoterrose per i seguenti benefici assai utili in gravidanza: 1 - riequilibrio acididità gastrica, che favorisce un buon processo digestivo; 2 - azione coleretica (emissione di bile dalla cistifellea) assai utile per prevenire la calcolosi. 3 - azione blandamente lassativa. 4 - azione di lavaggio delle vie urinarie con prevenzione della calcolosi e delle infezioni. Come modalità di somministrazione si consigliano 1/4 di litro d acqua (bicchiere grande) la mattina a digiuno e 1/4 di litro d acqua la sera prima di coricarsi. Il Sale Gli italiani consumano troppo sale e ciò favorisce l instaurarsi dell ipertensione arteriosa. In gravidanza tale patologia è assai pericolosa per cui è tassativo attenersi alle seguenti norme: 1 - limitare, nella preparazione casalinga dei cibi, la quantità di sale aggiunto come condimento. 2 - limitare al massimo l uso del sale in tavola. 3 - limitare il consumo di quei prodotti confezionati (insaccati, cibi in scatola) nei quali il contenuto di sale è più elevato (glutammato monosodico). Il palato si abituerà facilmente ad apprezzare nuovamente il gusto naturale dei cibi. Situazioni di rischio Donne che già normalmente utilizzano una dieta carente; Donne con gravidanza multipla (più di un feto); Donne fumatrici o che facciano uso di alcool o droghe; Donne con intolleranza al lattosio; Donne sottopeso o soprappeso al momento del concepimento o che acquistano un insufficiente o un eccessivo peso durante la gravidanza; Adolescenti; Donne con scarse conoscenze nutrizionali o con risorse finanziarie inadeguate ad alimentarsi correttamente.

14 Quando sia presente una di queste condizioni la donna in gravidanza dovrà essere valutata in maniera più approfondita dal punto di vista del suo stato nutrizionale. La gestante durante la gravidanza subisce numerose modificazioni fisiologiche, la prima tra queste è l'aumento di peso (incremento ponderale), inoltre vi è l'incremento del dispendio energetico dovuto allo sviluppo del feto, della placenta e di alcuni organi materni (utero, seni etc.). Le donne con gravidanza gemellare dovrebbero avere un aumento di peso (in kg) desiderabile di 16-20,5 (750 g/sett nel 2 e 3 trimestre). FERRO E ACIDO FOLICO È bene aumentare la razione giornaliera di ferro e acido folico poichè le nostre diete occidentali difficilmente forniscono un quantitativo sufficiente di tali sostanze. Inoltre gran parte delle donne affrontano la gravidanza già con ridotte riserve di ferro ed acido folico o addirittura con segni più o meno evidenti di anemia sideropenica o da carenza di folati. È quindi consigliabile somministrare sistematicamente un supplemento di ferro e acido folico fin dall inizio della gravidanza, ma sarebbe ancora meglio se tali supplementi fossero inseriti nella dieta nel momento in cui si pianifica in famiglia l arrivo di un bebè. Inoltre, come si sostiene da varie fonti, un apporto integrativo di acido folico sembra prevenire alcune malformazioni del sistema nervoso (come la spina bifida). Per quanto sopra esposto è meglio iniziare la somministrazione di folati prima del concepimento. In Italia è possibile avere frutta e verdura fresche tutto l anno, cosicchè non è necessario integrare le diete con vitamine ed estratti epatici. Per la futura mamma non sono necessarie particolari limitazioni dietetiche; è anzi raccomandata una dieta variata, appetitosa, ricca di proteine (carne, pesce, formaggio) e di amido. L amido, contenuto nella pasta, nel pane, nel riso, nelle patate, nella polenta e nei legumi secchi (fagioli, ceci, lenticchie), fornisce insieme all energia anche proteine, vitamine e sali minerali. In più i cibi che contengono amido sono ricchi di fibre che vengono ad aggiungersi a quelle contenute negli ortaggi e nella frutta. Le fibre contribuiscono a regolare la funzione intestinale, riducono l assorbimento dello zucchero e del colesterolo, favoriscono in modo essenziale il raggiungimento del senso di sazietà riducendo l eccessiva introduzione del cibo. GRASSI ANIMALI, CROSTACEI E DOLCI Utile è limitare l assunzioni di grassi animali (burro, strutto, carni grasse, formaggi grassi) in favore di grassi vegetali (olio di oliva), usato preferibilmente a crudo, e carni magre (pollo, coniglio,tacchino). Il pesce è un elemento ottimale in gravidanza; è infatti ricco di proteine di prima qualità, non contiene grassi ed è assai digeribile. Sono invece da evitare i crostacei (aragosta, gamberi e scampi) troppo ricchi di colesterolo e capaci di scatenare reazioni allergiche in soggetti predisposti. Per quanto riguarda i dolci, alcuni (torte, paste, pasticcini) apportano diverse sostanze nutrienti; altri costituiti prevalentemente di zucchero (carboidrati), quali caramelle e canditi forniscono calorie e poco altro. Tutti comunque espongono al rischio di carie dentarie, non riducono il senso di fame, anzi spesso lo aumentano perchè, consumati fuori pasto, causano iperinsulinismo (aumento di insulina nel sangue) secondario che accresce, paradossalmente ancora di più il desiderio di cibo. Per tutti i motivi sopra esposti in gravidanza l uso dei dolci deve essere assai moderato e ben considerato nel computo della dieta giornaliera.

15 È stato osservato come gli eschimesi della Groenlandia abbiano un incidenza bassissima di ipertensione in gravidanza. Ciò sembra dovuto alla particolare dieta di pesce di queste popolazioni in quanto la carne di pesce contiene molti grassi polinsaturi. Per quanto sopra esposto consigliamo l assunzione in gravidanza di 2/3 grammi di olio di pesce al giorno, che si può reperire in commercio in apposite capsule facili da ingerire (Maxepa, Omega 3 ecc.). L olio di pesce inoltre contiene alte dosi di vitamina A che sappiamo essere il regolatore della crescita cellulare. IL MAGNESIO Altro elemento assai utile in gravidanza sembra essere il magnesio per la sua capacità di regolare la contrazione uterina e di prevenire il parto prematuro e l ipertensione. E quindi consigliabile integrare la dieta della partoriente con Magnesio (Oligoel n 8 Magnesio, 30 gocce due volte al dì sciolte in poca acqua) utile anche per il vomito, nell insonnia, nell irratibilità e nei crampi muscolari. CONCLUSIONI Onde ottemperare a tutte le suddette esigenze dietetiche, alcune scuole, in particolare Americane, consigliano l uso di particolari integratori alimentari estratti da sostanze naturali che hanno il compito di apportare tutti i principi nutritivi ottimali per una buona crescita fetale e un ottimo stato di salute della madre. Tali integratori hanno il vantaggio della semplicità di somministrazione, della assoluta mancanza di effetti collaterali, della ottima tollerabilità e digeribilità (Per mamma bustine, 2-3 bustine al dì sciolte in acqua). Non è raro tuttavia, che una donna sana inizi la gravidanza con un peso corporeo al di sopra della norma o che nel corso della gravidanza mostri una tendenza ad un eccessivo aumento di peso (peso assunto ogni mese superiore ad 1 kg). In tali situazioni un sistema abbastanza semplice di dieta ipocalorica consiste nel sostituire un pasto con Son formula 10 grammi più 500 grammi di frutta più 300 grammi di verdura senza sale. Il preparato, ricco di aminoacidi essenziali, è stato studiato per incrementare la sintesi proteica corporea; inoltre non crea riduzione della forza e volume muscolare, rassoda i tessuti, toglie la sensazione di fame e massimizza il calo ponderale senza creare danni al feto e senza sovraccaricare il rene della madre. Il preparato ha un ottima compliance, si assume in bustine o in compresse. Due bustine sostituiscono un pasto. In caso di grave obesità si può usare anche in sostituzione di due pasti giornalieri. E da notare che Son formula può anche essere usato come integratore di aminoacidi essenziali nelle pazienti vegetariane. Concludendo, una donna in gravidanza non deve superare, a termine, i 10/12 kg oltre al peso ideale. È comunque preferibile non aumentare troppo di peso nei primi due o tre mesi (l aumento medio ottimale è di circa 250 gr. a settimana), in quanto risulta poi assai facile superare il limite dei 10 kg. È buona norma munirsi di una bilancia pesa persone e pesarsi almeno una volta alla settimana, la mattina a digiuno, preferibilmente dopo aver evacuato. Riguardo alla dieta della donna che allatta, bisogna tenere presente che questa deve essere ricca di proteine, calcio, ferro, potassio e altri oligoelementi poichè la galattopoiesi, cioè la produzione di latte, è assicurata per circa il 65-70% dall alimentazione (il resto proviene dalla riserva di grasso formatasi nel 3 trimestre di gravidanza).

16 La donna che allatta deve assumere quindi, ogni giorno, almeno: - 60 gr. di formaggio magro e mezzo litro di latte scremato (contiene la vitamina A, indispensabile per la sintesi dei tessuti del feto) gr. di burro (anch esso contiene vitamina A) gr. di carne magra, pesce,pollo oppure 1-2 bustine di Son formula - frutta, verdura in quantità Anche in questo periodo, come durante la gravidanza, si può ricorrere ad integratori a base di vitamine, ferro e acido folico e sali minerali (Vit formula, 2 compresse al dì). Da evitare assolutamente l abuso di alcol, caffè, birra e l uso di particolari cibi come salumi, la selvaggina, i cereali, l aglio e la cipolla, che possono dare sapore sgradevole al latte. Amenità e sorriso. Al termine di queste brevi note sulla alimentazione in gravidanza e durante l allattamento segnaliamo una "curiosità scientifica", quella della predeterminazione del sesso del nascituro mediante l alimentazione. Propagandato da un ginecologo canadese, questo sistema avrebbe una riuscita di circa l 80% se correttamente applicato. La dieta dovrebbe iniziare qualche ciclo prima (almeno due mestruazioni prima) del concepimento a va interrotta a gravidanza accertata. Cosa si deve fare? 1 - Per avere un maschio usare una dieta con: - molto sodio: usare molto sale nella preparazione dei cibi e consumare alimenti naturalmente salati (olive, prosciutto) - poco calcio: abolire formaggi, latte e latticini. 2 - Per avere una femmina usare una dieta con: - poco sodio: non usare sale - poco potassio: niente frutta secca, lenticchie, fagioli, banane - molto calcio: molto latte e formaggi non salati. provate e buona fortuna!

17 DISBIOSI INTESTINALI CAUSA D INTOLLERANZA Dr. Massimo Caliendo IL VIVENTE COME SISTEMA FISICO Spesso ci si chiede cosa sia il vivente e che cosa realmente caratterizza le innumerevoli specie animali e vegetali presenti sul nostro pianeta; la risposta non viene solo dal mondo della biologia, ma interessa altre scienze tra le quali la fisica infatti, l essere vivente è soprattutto un sistema coerente ed organizzato, tenuto insieme da energia di legame ed è sede di complessi meccanismi chimico/ fisici, che garantiscono un certo grado d ordine. La coerenza di questi meccanismi e quindi di questi processi, si estende nello spazio e nel tempo, fino a limitarne la sua stessa funzione. La prima grande definizione, che possiamo dare di un essere vivente, è che esso è termodinamicamente aperto, cioè è in grado di scambiare energia con l ambiente che lo circonda, fino a determinarne profonde modificazioni qualora venissero a mancare le condizioni che ne mantengono l equilibrio. Per comprendere meglio questo concetto, preso in prestito dalla termodinamica, basta pensare agli ecosistemi più o meno complessi, che governano gli equilibri sul nostro pianeta e le profonde modificazione che l uomo ha determinato, alterandone gli equilibri come conseguenza della rivoluzione industriale. Oggi molti ricercatori concordano nel considerare la Terra, come un sistema vivente nella sua globalità; ne è un esempio lo sforzo che molti di loro fanno per sostenere la tesi di un economia che sia coerente con la tutela dell ambiente. Studiando l infinitamente piccolo, semplicemente un virus o un batterio, si comprende come a seguito di un input di informazioni di natura chimico-fisica, si arrivi all elaborazione di informazioni complesse, che portano poi a sistemi dotati di progettualità (si pensi al DNA) e quindi ad un output di informazioni che portano il vivente a vivere coerentemente la propria esistenza. Assistiamo così alla nascita di un sistema organizzato, con proprietà che gli derivano sia dalle sue componenti più piccole, come gli atomi e le molecole, sia dalle componenti più grandi, come gli organi e gli apparati. Dal punto di vista cibernetico, potremmo dire che gli esseri viventi sono dunque sistemi coerenti chimico-fisici dotati di un programma e tutta la biologia dell evoluzione, ci mostra come questi organismi più o meno complessi, sono ordinati secondo un modello gerarchico che distingue, a secondo del loro programma, organismi unicellulari procarioti come i batteri, organismi unicellulari eucarioti come i protozoi, fino ai pluricellulari solitari, alle associazioni animali e vegetali sempre più complesse, uomo incluso. Questa osservazione costituisce la chiave per comprendere come si sia evoluta la biosfera terrestre a partire dagli organismi più semplici ed il nostro sforzo consiste ora nel tentativo estremo di relazionare ciò che sta fuori di noi con ciò che sta dentro di noi. L intestino umano, ma anche quello di tutte le altre specie presenti sulla terra, è una cavità priva di ossigeno e di luce e rappresenta una nicchia ecologica molto particolare. Lungo il tratto gastroenterico cambiano le condizioni di acidità e la presenza di acqua, sali minerali, nutrienti, favorisce la crescita di circa 500 specie di microrganismi diversi delle quali solo circa una decina, hanno per noi un importante valore biologico. Tuttavia, eccezion fatta per alcuni microrganismi patogeni, la maggior parte di questi nostri commensali, compagni di ventura o di sventura della nostra vita, producono nutrienti essenziali, vitamine, acidi organici che, proprio per la loro presenza, impediscono la crescita oltre certi limiti di accettabilità, di agenti patogeni che metterebbero in serio pericolo la vita dell ospite. Dobbiamo individuare quindi i microrganismi, gli alimenti e tutte le regole necessarie per mantenere questa biomassa compatibile con il nostro stile di vita e considerare l intestino come un bioreattore, un fermentatore, in cui la biomassa batterica, paragonabile ad un organo, lavora per noi e per la nostra salute.

18 Ma allora cosa può portare ad una modificazione della biomassa batterica e quindi determinare uno squilibrio dell ecosistema intestinale? I fattori sono molteplici, spesso lavorano in sinergia e quasi sempre sono trascurati o poco considerati. Senza dubbio tra le cause c è l abuso di farmaci antinfiammatori e di antibiotici ma anche molte intolleranze alimentari che determinando una modificazione nel biochimismo intestinale dell ospite ( alterazione dei processi digestivi, modificazione dell assetto lipidico), favorirebbero l insediamento e la crescita di microrganismi patogeni o semplicemente modificherebbero la popolazione batterica intestinale preesistente. Non dobbiamo dimenticare che la cellula batterica è un organismo che ha la tendenza a costituire colonie solo quando trova condizioni favorevoli per la propria sopravvivenza mentre rifugge ogni condizione sfavorevole e questo spiegherebbe la disbiosi intestinale che spesso troviamo nei nostri pazienti. A questo punto è indispensabile individuare i batteri, gli alimenti e tutto ciò che è indispensabile per mantenere la biomassa batterica compatibile con il nostro stile di vita. Abbiamo detto che sono circa una decina le specie essenziali per la nostra sopravvivenza; esse identificano quel gruppo di microrganismi che vengono chiamati probiotici e che contengono delle informazioni immuno-compatibili con il nostro sistema immunitario. Sostanzialmente sono batteri che vivono in simbiosi con noi da sempre, cioè si sono imprintati sull uomo in modo tale che la loro presenza non scateni risposte immunitarie distruttive. Inoltre questi batteri aderiscono in modo selettivo alle pareti dell intestino formando colonie permanenti. INTOLLERANZE ALIMENTARI Biologicamente l allergia alimentare è una risposta dell organismo immediata che dipende dagli anticorpi IgE, quindi qualsiasi altra risposta del nostro sistema di difesa che non si manifesta con una produzione di IgE non viene convenzionalmente considerata allergia ma qualcosa di natura diversa. Cio ha dato origine a numerosi equivoci e spesso si sono sottovalutate le reali proporzioni del problema. Oggi le allergie alimentari colpiscono, secondo dati dell Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa il 10-20% della popolazione mentre le intolleranze alimentari toccherebbero valori impressionanti che si aggirerebbero intorno al 60-90%. Altri equivoci hanno indotto a confondere le intolleranze alimentari con le allergie alimentari, pur essendo questi due fenomeni totalmente diversi. Nelle allergie, la reazione dell organismo all ingestione di cibi è istantanea con manifestazioni orticaroidi,(es.l assunzione di fragole), o edematose (edema delle mucose con l assunzione di crostacei) ecc.., mentre nelle intolleranze alimentari si hanno reazioni a cibi ingeriti quotidianamente come il latte, la pasta, il pomodoro, ed i tempi di latenza sono molto piu lunghi, da alcune ore fino a diversi giorni. I sintomi e le malattie in questo caso si possono manifestare e sviluppare a carico di qualsiasi organo- apparato- sistema. I biologi sono propensi a ricercare tra le cause dei fenomeni di intolleranze alimentari, l alterata reazione del sistema immunitario che in presenza di alcuni alimenti li riconoscerebbe come estranei, reagendo di conseguenza. Tra le ipotesi più accreditate ci sarebbe la teoria delle Carenze Mineral-Vitaminiche, la teoria dell assorbimento alterato di macromolecole a livello della mucosa intestinale ed infine la teoria dei cosiddetti agenti stressanti. Senza scendere nel dettaglio, l ipotesi che alla base di alcune intolleranze alimentari ci possa essere la moderna alimentazione, con cibi e prodotti molto raffinati carenti del loro contenuto naturale mineral-vitaminico, è la più accreditata e forse la più realistica. Essa prende in esame gli effetti devastanti sull ambiente e sulle forme di vita vegetale ed animale, lo sfruttamento smodato dei terreni agricoli, gli allevamenti intensivi, l utilizzo di alimenti non compatibili con le caratteristiche biologiche degli animali da allevamento, spostando la discussione su tematiche ecologiche che di sicuro sono in conflitto di interesse con le grandi Multinazionali che operano in questi settori.

19 Alla luce di tutto ciò si può ben capire come il cibo che assumiamo quotidianamente, possa essere alla base di risposte anomale del nostro sistema immunitario, non sempre compatibili con la nostra biologia che ha raggiunto questi livelli di perfezione attraverso milioni di anni di evoluzione. In modo particolare le carenze che causerebbero squilibrio del sistema immunitario sarebbero a carico di alcuni sali minerali fondamentali per la vita quali lo zinco, il manganese, il rame ed il selenio che sono il substrato dei nostri enzimi vitali. La teoria dell assorbimento alterato delle macromolecole si basa sul principio che gran parte delle patologie umane a livello gastrointestinale, si potrebbero risolvere con facilità se si considerasse con più attenzione la flora batterica intestinale spesso trascurata ed oltraggiata dall indiscriminato uso di antibiotici. L alterazione della flora batterica intestinale cioè la disbiosi, determina un sovvertimento dell ecosistema intestinale costituito da organismi simbionti (utili per il nostro organismo), Lactobacillus acidophilus, Bifidobacterium, Lactobacillus ramnosus, Lactobacillus salivarius spp., Escherichia coli, Enterococcus fecalis, Proteus spp, ecc, tutti in equilibrio tra loro con lo scopo di produrre sostanze a noi utili in cambio della loro sopravvivenza. Infatti l eliminazione completa della flora batterica intestinale effettuata su cavie di laboratorio (cavie germ free ) ha portato alla morte degli animali ed alla conclusione che è fondamentale conservare e proteggere questo piccolo ma complesso mondo che portiamo dentro di noi. Ogni volta che assumiamo farmaci di varia natura ed origine ( antinfiammatori, antibiotici, lassativi, cortisonici ecc..) distruggiamo milioni di queste piccole cellule che l evoluzione ha reso perfettamente compatibili con il nostro apparato gastrointestinale così veniamo colpiti da coliti, ulcere, polipi, adenomi, stitichezza, aerofagia, meteorismo, alitosi, spasmi e dolori intestinali. La teoria degli agenti stressanti chiama in causa l ecologia clinica, una corrente di pensiero che dagli anni trenta ha tra i suoi discepoli medici e biologi che imputano all inquinamento ambientale, alla sofisticazione dei cibi, all uso dei prodotti transgenici la responsabilità di gran parte delle intolleranze alimentari. Ancora una volta diventa importante pensare all ambiente in cui viviamo come ad una Casa Comune, nella quale non possiamo usare indiscriminatamente pesticidi, diserbanti, concimi chimici, sostanze ormonali, prodotti geneticamente modificati (geni di salmone o di zucca nei pomodori.), miscugli di sostanze potenzialmente tossiche spruzzate sui nostri cibi per renderli più belli nell aspetto, per modificarne e renderne più gradevole il sapore, senza recare danni alla salute attraverso lo sviluppo di intolleranze alimentari. E il minimo che ci possa accadere!!! Abbiamo più volte accennato alle Lectine come possibili responsabili della Intolleranze alimentari, esse sono delle glicoproteine presenti in numerosi alimenti con proprietà agglutinanti e funzionano come delle vere colle biologiche. L aspetto interessante di queste glicoproteine è che si comportano seguendo i meccanismi tipici dell emoagglutinazione formando degli immuno-complessi che ricordano i meccanismi antigene - anticorpo nei globuli rossi del sangue umano. L aspetto interessante che merita particolare attenzione è che questi immuno- complessi nel sangue umano determinerebbero l impilamento dei globuli rossi che nei tessuti circostanti determinerebbero poi un mal funzionamento degli stessi con conseguenti disturbi funzionali. In definitiva le lectine, aderendo saldamente proprio come ventose ad un organo, creerebbero i presupposti per una malattia. In realtà non tutti i disturbi che definiamo funzionali sono poi da considerarsi malattia in senso stretto; un organo può essere efficace nello svolgere una sua funzione ma non essere efficiente nel senso di non avere un rendimento ottimale. Per comprendere meglio questo concetto preso in prestito dalla meccanica useremo una metafora molto semplice. Immaginiamo un motore di un automobile che per diversi motivi (scarsa lubrificazione, carburazione difettosa, disturbi all impianto elettrico ecc) non ha un rendimento ottimale. L automobile con qualche incertezza continuerà a funzionare, cioè a svolgere il suo lavoro, ma il suo rendimento non sarà quello per la quale è stata progettata dal suo costruttore. Per gli organi si potrebbe pensare nello stesso modo. Quante volte ci troviamo di fronte a persone che nonostante esami di laboratorio assolutamente normali lamentano disturbi?

20 Riflettiamo su questo punto perché è di grande importanza: un paziente si reca dal proprio medico perché lamenta difficoltà di digestione. Il medico lo indirizza per accertamenti di laboratorio, transaminasi, gamma GT, colesterolo, trigliceridi e quant altro. Il paziente torna dal medico con un referto di laboratorio assolutamente normale ma, nonostante tutto, continua a lamentare frequenti disturbi digestivi. Cosa può essere successo? Osserviamo insieme i dati di laboratorio e leggiamo per le transaminasi il valore di 22 Ul tutto apparentemente rientra nella normalità essendo questo valore compreso in un range che va da 5 a 40 Ul Tuttavia, siamo certi che quel valore numerico rappresenta il valore che permette all organo in esame di esprimere il rendimento ottimale, oppure sono altri i valori numerici da considerare all interno del range di accettabilità? Matematicamente potremmo scrivere una funzione ed il suo limite studiando i dintorni di quel numero in esame e pensare che l organo funzioni in modo ottimale solo quando abbiamo scoperto quale sia il numero! Potremmo andare avanti all infinito e, seguendo questo ragionamento, dimostrare quanto assolutamente errati e fuorvianti siano i test di intolleranza agli alimenti che oggi vengono proposti nelle strutture ospedaliere. Un paziente viene sottoposto a rast test per una presunta intolleranza alla farina. Il biologo di laboratorio rileva un valore compreso tra 0 ed 1 che non è biochimicamente significativo perché rientra in classe 0 mentre l intolleranza alla farina è considerata tale solo quando il valore è > 1 cioè quando rientra in classe 1. Un attenta valutazione fisica del sistema porta alla semplice conclusione che per il fatto stesso che la classe di appartenenza non è quella che definisce la presenza o meno di un intolleranza, non significa che l intolleranza non esista. Ancora di più, un sistema fisicamente è sempre informato quindi, l informazione, c è anche quando i valori biochimici rientrano in un range che noi abbiamo definito non significativo. Fisicamente parliamo infatti di sistemi on/off, di circuiti aperti o chiusi, di luce accesa o spenta e quest ultima considerazione, ci suggerisce l immagine di una lampadina che illumina una stanza quando l interruttore è chiuso. Ora, togliamo la lampadina e lasciamo l interruttore chiuso: sfidiamo chiunque a mettere le dita là dove prima c era la lampadina senza prendere la scossa! Ritorniamo alle nostre lectine per ricordare infine che questa nuova chiave di lettura è in grado di fornire una interpretazione scientifica più elastica ed agile dei fenomeni classici di intolleranza alimentare o di incompatibilità alimentare correlata alla sola citotossicità espletata nei confronti dei globuli bianchi (IgEmed.) La sola citotossicità a carico dei globuli bianchi, non è sufficiente, a nostro avviso, ad identificare un fenomeno come le intolleranze alimentari che invece coinvolgono ben più complessi meccanismi antigenici i quali andrebbero indagati con minore rigidità culturale. Riteniamo sia necessario innanzitutto individuare i batteri, gli alimenti e tutte le regole necessarie per mantenere questa biomassa compatibile con il nostro stile di vita. Abbiamo detto come la popolazione batterica intestinale ed il suo biochimismo influenzino numerosi aspetti della fisiopatologia dell ospite e se consideriamo la vastità della mucosa gastrointestinale possiamo comprendere come anche un piccolo disequilibrio abbia la capacità di generare disturbi di varia natura. Dunque la nostra flora batterica partecipa in modo attivo alla digestione e quindi la modificazione dell ecosistema intestinale provoca una permeabilità anomala della mucosa intestinale che funziona come portale d ingresso di una vasta gamma di antigeni estranei contenuti nel cibo. Sono le placche del Peyer che esaminano le sostanze estranee e che decidono come il corpo debba rispondere alla presenza di un antigene comunicando questa decisione al resto dell organismo mediante la produzione di IgA anticorpi elettivi atti ad eliminare le molecole di cibo che entrano accidentalmente nel flusso ematico. Gli immunocomplessi che ne derivano non provocano infiammazione in senso stretto così che la formazione di IgA per le molecole di cibo determina il cosiddetto fenomeno della induzione di intolleranza orale. Concludendo: l aumento della permeabilità intestinale provoca intolleranza alimentare e la permeabilità intestinale aumenta per problemi di disbiosi, per cause legate ad infezioni batteriche e virali, per una reazione di tipo IgE mediata ma soprattutto per una diminuzione di intolleranza orale come conseguenza di una diminuzione di IgA secretorie.

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