Il pediatra è transculturale

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1 Anoressia e bulimia già a 8 anni, ecco i campanelli d allarme Il fenomeno cresce, ed è sempre più difficile da diagnosticare. pagina14 Infertilità, un bambino su tre è a rischio L opera del pediatra è fondamentale per la prevenzione della maggior parte dei fattori di rischio in ambito andrologico. pagina16 Magazine della Società Italiana di Pediatria volume 5 numero 4 aprile 2015 Mensile - Poste italiane spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/13/ Un fascicolo e 25 Il pediatra è transculturale L integrazione tra popoli comincia dal menù dei più piccoli. Non solo pasta e riso: nei piatti dei bambini entrano sorgo, miglio e quinoa. Germogli di bamboo e foglie di cassava accanto a pomodori e melanzane. E per frutta mele, arance, ciliegie: ma anche litchis e papaya. A promuovere questa nuova strategia nutrizionale, nell anno dell EXPO sul tema Nutrire il pianeta, è la Società Italiana di Pediatria che al 71 Congresso Italiano di Pediatria presenta la Piramide alimentare transculturale, uno strumento di educazione alimentare per tutti i bambini basato su alimenti globalizzati. L obiettivo è far incontrare i dettami e principi di salute della dieta mediterranea patrimonio culturale immateriale dell umanità secondo l UNESCO con i sapori delle altre popolazioni che vivono nel nostro Paese, all insegna dello slogan il cibo unisce. Il pediatra deve ricostruire il proprio bagaglio di conoscenze su un alimentazione globalizzata, diventando un professionista transculturale. Un tavolo di lavoro per la corretta alimentazione del bambino fino a tre anni Attivato dal Ministero della Salute con un decreto del 26 marzo pagina19 I servizi alle pagine I bambini sanno : ma noi adulti? Occorre conoscere meglio i nostri figli, riflette Costantino Romagnoli recensendo il film di Walter Veltroni. pagina30

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3 Attivato dal Ministero della Salute con un decreto del 26 marzo pagina19 Il fenomeno cresce, ed è sempre più difficile da diagnosticare. pagina14 I servizi alle pagine L opera del pediatra è fondamentale per la prevenzione della maggior parte dei fattori di rischio in ambito andrologico. pagina16 Occorre conoscere meglio i nostri figli, riflette Costantino Romagnoli recensendo il film di Walter Veltroni. pagina30 Mensile - Poste italiane spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/13/ Un fascicolo e 25 Il pediatra è transculturale L integrazione tra popoli comincia dal menù dei più piccoli. Non solo pasta e riso: nei piatti dei bambini entrano sorgo, miglio e quinoa. Germogli di bamboo e foglie di cassava ac canto a pomodori e melanzane. E per frutta mele, arance, ci liegie: ma anche litchis e papaya. A promuovere questa nuova strategia nutrizionale, nell anno dell EXPO sul tema Nutrire il pianeta, è la Società Italiana di Pediatria che al 71 Congresso Italiano di Pediatria presenta la Piramide alimentare transcul turale, uno strumento di educazione alimentare per tutti i bambini basato su alimenti globalizzati. L obiettivo è far incontrare i dettami e principi di salute della dieta mediterranea patrimo nio culturale immateriale dell umanità secondo l UNESCO con i sapori delle altre popo lazioni che vivono nel nostro Paese, al l insegna dello slogan il cibo unisce. Il pediatra deve ricostruire il proprio bagaglio di conoscenze su un alimen tazione globalizzata, diventando un professionista transculturale. Anoressia e bulimia già a 8 anni, ecco i campanelli d allarme Magazine della Società Italiana di Pediatria Un tavolo di lavoro per la corretta alimentazione del bambino fino a tre anni Pediatria volume 5 numero 4 aprile 2015 Magazine ufficiale della Società Italiana di Pediatria (SIP) via Gioberti Roma Tel DIrettore ScIentIfIco GIovannI corsello DIrettore Cinthia Caruso BoarD editoriale Rino Agostiniani Liviana Da Dalt Domenico Minasi Andrea Pession Davide Vecchio redazione David Frati PuBBlIcItà e PromozIone Livia Costa l.costa@pensiero.it Tiziana Tucci t.tucci@pensiero.it Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 586/2002 abbonamenti 2015 Individuale E 40,00 Istituti, enti, biblioteche E 80,00 Estero E 120,00 Infertilità, un bambino su tre è a rischio volume 5 numero 4 aprile 2015 I bambini sanno : ma noi adulti? In questo numero Editoriali 5 News Fresche di stampa a Cura di liviana da dalt 6 Misurazioni della circonferenza cranica, ruolo ridimensionato 8 Accordo tra SIMRI e AIPO a Cura di david frati 8 6 Primo piano Sapori dal mondo: ecco la Piramide transculturale 10 Cinque pasti al giorno e attività fisica regolare: ecco le regole per la corretta nutrizione 12 Un tavolo di lavoro per la corretta alimentazione del bambino fino a tre anni 19 Una mozione sui vaccini 20 Pianeta SIP Il fascino dei geni Giovanni Corsello 21 Regioni LIGURIA Un Protocollo contro la violenza di genere e sui minori 22 La clinica Un linfangioma ascellare salvatore Bonforte PreSIDente GIovannI corsello consiglio DIrettIvo alberto villani (vicepresidente), luigi Greco (vicepresidente), rino agostiniani (tesoriere), fabio cardinale, antonio correra, liviana Da Dalt, DomenIco minasi, andrea PeSSIon, massimo BarBaGallo, elvira verduci (consiglieri), valerio flacco (DeleGato SezIonI regionali SIP), costantino romagnoli (DeleGato SocIetà affiliate SIP), GIan Paolo SalvIolI (DeleGato conferenza GruPPI DI StuDIo) Il Pensiero Scientifico Editore Via San Giovanni Valdarno Roma Tel Fax PensieroScientifico twitter.com/ilpensiero DIrettore responsabile Giovanni Luca De Fiore ProGetto GrafIco e ImPaGInazIone Typo srl, Roma ImmaGInI 2015 Thinkstock.com StamPa Arti Grafiche Tris, Via delle Case Rosse, Roma maggio 2015 ISSN Attualità Anoressia e bulimia già a 8 anni, ecco i campanelli d allarme 14 Infertilità, un bambino su tre è a rischio intervista a Giuseppe saggese 16 La transizione? Un buco nero. Serve un percorso assistenziale post-pediatrico intervista a andrea lenzi 17 Quattro bambini su cento ipertesi già alle elementari Pediatri informazione Blackwater fever: la nostra esperienza in un ospedale in Camerun a Cura di liviana da dalt, davide vecchio 24 News Nasce la Fondazione Italiana per il Bambino 26 Miglioriamo le cure primarie nel territorio 27 Libri Film Il pediatra e lo chef 28 I bambini sanno : ma noi adulti? Costantino romagnoli 30 3

4 it y. ww w. n estle ba b Quando il latte materno manca o è insufficiente scegli NIDINA NIDINA l unico latte formulato con OPTIPRO Tecnologia brevettatadi brevettata frazionamento delle proteine per ottimizzarne la qualità L.Reuteri DSM Il probiotico studiato per il comfort gastrointestinale AVVISO IMPORTANTE: Il latte materno è l alimento ideale per il lattante. Prima di scegliere un latte formulato è necessario interpellare il pediatra. Nestlé NIDINA 1 con L.Reuteri è un latte per lattanti indicato fin dalla nascita, in assenza del latte materno. Nestlé NIDINA 2 con L.Reuteri è un latte di proseguimento indicato a partire da 6 mesi di età e non deve essere utilizzato in sostituzione del latte materno nei primi 6 mesi di vita. Nestlé NIDINA 1 e 2 con L.Reuteri contengono L.Reuteri DSM17938.

5 Il cibo unisce Giovanni Corsello Presidente SIP Nutrire il pianeta è il tema dell EXPO 2015 di Milano. Esprime contenuti decisivi per il nostro futuro: sostenibilità delle coltivazioni e della produzione alimentare, educazione alimentare e al gusto, sicurezza dei cibi e rispetto dei territori. Credo che a questi temi se ne possa aggiungere un altro: il cibo unisce. Una riflessione va fatta anche sul valore etico del cibo, come diritto per tutti e come luogo ed esempio di integrazione fra etnie e culture diverse. La storia ci insegna quanto nel passato la condivisione di costumi e tradizioni anche gastronomiche abbia inciso sul percorso di unificazione di popoli diversi per etnia, colore della pelle e religione, che per motivi bellici o per migrazioni di massa, si sono trovati a dover condividere uno stesso territorio. Esistono sapori e cibi presenti con identiche caratteristiche in aree distanti tra loro centinaia o migliaia di chilometri, perché alcune popolazioni si sono distribuite variamente nel mondo. Grandi tradizioni gastronomiche sono nate a seguito della integrazione di popoli diversi. È stata la presenza degli Arabi in Sicilia tra il IX e l XI secolo che ha diffuso in quella terra la coltivazione degli agrumi e promosso la nascita di sorbetti e gelati. È lì che si è realizzata per lo stesso influsso culturale la tradizione di dolcificare il formaggio, che ha dato vita ad un pullulare di dolci e di creme ancora oggi fonte di identità gastronomica per la popolazione. È in Sicilia che si è saldato, a seguito di una efficace integrazione multiculturale, l uso alternativo di cereali diversi: il grano, il riso, la semola, ma anche le farine di legumi come i ceci. Il tutto non sulla scena di una gastronomia di élite, ma declinato nella vita quotidiana della popolazione in sfumature diverse, paese per paese e spesso famiglia per famiglia. È un messaggio attuale che come Società Italiana di Pediatria abbiamo voluto cogliere e diffondere proprio in occasione dell EXPO. Attuale perché oggi assistiamo ad un fenomeno drammatico e inarrestabile: la migrazione di popolazioni dall Africa e dal Medio Oriente in fuga verso l Europa. Dobbiamo occuparci in modo attivo soprattutto dei bambini, che sono la categoria più fragile, perché più degli adulti sentono il peso dello sradicamento dal territorio in cui sono nati e che affrontano le traversie e i rischi delle traversate, a volte senza i loro familiari accanto. Facciamo in modo che possano ritrovare i loro gusti e i loro sapori nella alimentazione in un contesto di equilibrio nutrizionale. Se vogliamo una società aperta ai bambini di tutte le etnie, dobbiamo rispettarne le tradizioni e i costumi di provenienza. Ecco perché come SIP abbiamo promosso una piramide nutrizionale multiculturale in cui i dettami e principi di salute della dieta mediterranea possano incontrare i sapori delle altre popolazioni che vivono nel nostro Paese. Perché i sapori possano diventare saperi, all insegna dello slogan Nutrire il pianeta, ma anche perché il cibo contribuisca ad unire. Editoriali C è un filo conduttore che lega molti articoli di questo numero di Pediatria. È il tema della transizione, quella delicata fase di passaggio dall infanzia all adolescenza (e dal pediatra al medico dell adulto) nella quale rischia di saltare tutto il sistema della prevenzione, così ben collaudato nell infanzia. La transizione, come dice nell intervista a pagina 17 il professor Andrea Lenzi, è il buco nero in cui precipita la prevenzione andrologica. Quando si smette di andare dal pediatra non si fanno più i controlli per problemi come il varicocele, banali ma che se trascurati possono causare infertilità, condizione che oggi riguarda il 15% delle coppie italiane. La transizione è anche la spada di Damocle nella prevenzione e nel trattamento dei disturbi del comportamento alimentare, che hanno un esordio sempre più precoce. Al pediatra è richiesto di intercettare i segnali predettivi, che si manifestano già a otto anni, e di indirizzare la bambina verso altri specialisti, continuando a seguirla come principale figura di riferimento nel lavoro di equipe. Ma cosa succede quando passa al medico dell adulto? Il problema della transizione è cruciale anche nella prevenzione di alcune patologie pediatriche che hanno conseguenze a lungo termine, come l ipertensione arteriosa, che riguarda 4 bam Riscoprire la transizione Cinthia Caruso Direttore di Pediatria bini su 100. I controlli regolari dal pediatra tendono a diradarsi nell adolescenza e gli stili di vita sani, come la dieta equilibrata e l esercizio fisico regolare, non sono più imposti dai genitori. Ci si espone così a rischi cardiovascolari in età adulta. E il discorso potrebbe continuare a lungo, con capitoli più dolorosi come la transizione nei bambini con malattie croniche complesse e rare o con problemi oncologici. Da qualunque parte si guardi il problema, la conclusione è che non si può più fare a meno di un progetto assistenziale complessivo dedicato a questa età. Transizione (deriva dal verbo transire ) vuol dire passaggio da uno stato ad un altro, e indica una fase intermedia del processo, nella quale si altera la condizione di equilibrio che si aveva e che dà luogo a una nuova condizione di equilibrio. Non è sempre indolore, però è sinonimo di rinascita, di rigenerazione. E dovremmo far sì che torni ad avere il suo significato originario. 5

6 News Dio mi liberi [...] dall orgoglio che non s inchina davanti a un bambino Khalil Gibran Fresche di stampa Attenzione all uso del telefonino in tin! Orsi GB, Natale F, d Ettorre G, Protano C, Vullo V, De Curtis M. Mobile Phone Microbial Contamination Among Neonatal Unit Healthcare Workers. Infect Control Hosp Epidemiol 2015;36: Un recente studio italiano, pubblicato sul numero di aprile di Infection Control & Hospital Epidemiology, affronta per la prima volta il problema della contaminazione batterica dei telefoni cellulari nel personale (medico e infermieristico) afferente ad un centro di Terapia Intensiva Neonatale. Su 50 telefonini, l 86% è risultato contaminato da batteri di diverso tipo. In particolare, il 20% dei dispositivi mobili era contaminato da germi comunemente responsabili di infezioni nosocomiali (MRSA, MSSA ed Enterococci). La contaminazione microbica dei dispositivi mobili è risultata più elevata negli studenti (33,3%), seguiti dai medici (22,7%) e dalle infermiere (10,5%). È interessante notare come solo la metà del personale riferisca una periodica pulizia del telefonino con disinfettanti di vario genere dimostrando quindi una limitata coscienza del potenziale infettante del proprio telefono. Gli autori concludono raccomandando che l utilizzo dei telefonini, in particolare in aree ad elevata incidenza di infezioni nosocomiali quali le TIN, sia regolamentato mediante appositi protocolli. Esiti a lungo termine della polmonite nei primi anni di vita Chan JY, Stern DA, Guerra S, Wright AL, Morgan WJ, Martinez FD. Pneumonia in Childhood and Impaired Lung Function in Adults: A Longitudinal Study. Pediatrics 2015;135(4): Si tratta di un importante studio longitudinale che partendo da una coorte di 1246 bambini nati negli USA negli anni ne individua 646 seguiti sistematicamente con follow up clinico e spirometrico, fino a 29 anni. Ciò che emerge dallo studio è che i soggetti che hanno sofferto di polmonite nei primi tre anni di vita sono a maggior rischio di wheezing ricorrente, asma e ridotta funzionalità respiratoria che persistono nell età adulta. La conclusione degli autori è che la polmonite precoce può essere considerata un fattore di rischio per la patologia cronica ostruttiva dell adulto, e che questo costituisce un altro buon motivo per la prevenzione della malattia. a cura di Liviana Da Dalt 6 Avvisi sonori e aderenza alla terapia in Pediatria Chan AH, Stewart AW, Harrison J, Camargo CA Jr, Black PN, Mitchell E.A.The effect of an electronic monitoring device with audiovisual reminder function on adherence to inhaled corticosteroids and school attendance in children with asthma: a randomised controlled trial. Lancet Respir Med 2015;3(3): L asma è una delle patologie più diffuse in ambito pediatrico e una stretta aderenza alla terapia è associata ad una riduzione della morbilità e mortalità. In questo studio neozelandese si valuta l efficacia di utilizzare un alert visivo per ricordare ai pazienti pediatrici in età scolare di assumere la terapia inalatoria. Gli autori dimostrano che l aderenza alla terapia migliora nel gruppo che utilizza l avviso sonoro, anche se in entrambi i gruppi, in un follow up a lungo termine, si riscontra comunque un calo nell aderenza alla terapia. Esposizione ai media e sonno nei bambini Vijakkhana N, Wilaisakditipakorn T, Ruedeekhajorn K, Pruksananonda C, Chonchaiya W. Evening media exposure reduces night-time sleep. Acta Paediatr 2015;104(3): Il sonno è elemento fondamentale per il benessere psico fisico durante tutte le fasi della vita, ma in particolare modo durante l infanzia. In questo studio thailandese gli autori hanno valutato l effetto dell esposizione precoce ai media nei bambini a 6 e a 12 mesi. I risultati dimostrano che l esposizione ai media (televisione o tablet) dopo le 7 di sera porta i bambini a dormire in media 28 minuti in meno durante i giorni lavorativi rispetto ai non esposti.

7 Se parto per Nell ambito del Progetto eessi (Electronic Exchange of social Security Information) finanziato dalla Commissione europea, il Ministero della Salute ha realizzato la app Se parto per per rendere più semplice e accessibile l assistenza sanitaria all estero. News Ma quanto è disidratato questo bambino? Freedman SB, Vandermeer B, Milne A, Hartling L for Pediatric Emergency Research Canada Gastroenteritis Study Group. Diagnosing clinically significant dehydration in children with acute gastroenteritis using noninvasive methods: a meta-analysis. J Pediatr 2015;166(4): Il quesito che caratterizza questo recente studio del Journal of Pediatrics firmato da uno tra i più autorevoli esperti sul tema, è quale sia il più valido metodo clinico per valutare, nel bambino, l entità di una disidratazione, elemento questo importante per le decisioni terapeutiche. Attraverso una meticolosa analisi della letteratura gli autori analizzano 9 lavori, per un totale di oltre 1000 bambini inclusi, individuando 4 scale disponibili da utilizzare nella pratica clinica. Seppur molto eterogenee tra loro e seppur sub ottimali nel discriminare le diverse entità di disidratazione, tali scale sono di aiuto al clinico ed il loro utilizzo migliora l accuratezza nella diagnosi. Non emergono invece evidenze a supporto dell uso dell ecografia o dell esame urine per valutare quanto un bambino sia disidratato. Tromboembolismo venoso: score di rischio Kerlin BA, Stephens JA, Hogan MJ, Smoyer WE, O Brien SH. Development of a pediatric-specific clinical probability tool for diagnosis of venous thromboembolism: a feasibility study. Pediatr Res 2015;77(3): Il tromboembolismo venoso (VTE) e la trombosi venosa profonda con o senza embolismo polmonare sono eventi rari in Pediatria e spesso si presentano con segni e sintomi molto aspecifici che comportano un ritardo nella diagnosi. Score di rischio di trombosi sono disponibili per la popolazione adulta ma non per il bambino. Confrontando retrospettivamente attraverso una regressione logistica multivariata le variabili cliniche di 91 bambini con documentato VTE con quelle di 289 bambini con VTE solo sospetto ma non documentato, gli autori hanno messo a punto uno score di rischio i cui fattori principali risultano essere: sesso maschile, presenza di un accesso venoso centrale e disfunzioni in corrispondenza dello stesso, cancro attivo, asimmetria delle estremità (edema, tumefazione, alterazioni cutanee). La validazione dello score in una più piccola coorte di 149 pazienti diversa da quella in cui lo score è stato ricavato sembra dare risultati soddisfacenti. Vitamina D e rischio di infezioni respiratorie Grant CC, Kaur S, Waymouth E, Mitchell EA, Scragg R, Ekeroma A, Stewart A, Crane J, Trenholme A, Camargo CA Jr. Reduced primary care respiratory infection visits following pregnancy and infancy vitamin D supplementation: a randomised controlled trial. Acta Paediatr. 2015;104(4): Martineau AR. Curiouser and curiouser: the role of vitamin D in the prevention of acute respiratory infection. Acta Paediatr 2015;104(4): In questo trial randomizzato controllato gli autori dimostrano come la supplementazione di Vitamina D ad alto dosaggio nelle ultime settimane di gravidanza (2000 UI/die) e nei primi 6 mesi di vita del lattante (800 UI/die) sia in grado di ridurre la percentuale di bambini che necessitano di almeno una visita per infezione respiratoria nei primi 18 mesi di vita, rispetto alla somministrazione di placebo o alla somministrazione di vitamina D a dosaggi però più bassi (1000 UI/die e 400 UI/die), più vicini a quelli comunemente utilizzati nella pratica clinica. Nessun effetto viene invece dimostrato sul numero di ospedalizzazioni e sul timing della prima visita per infezione respiratoria. Nonostante un certo scetticismo nell interpretazione di questi risultati emerga dalla lettura dell editoriale che accompagna questo studio, condividiamo che questo è un ambito che merita di essere ancora esplorato. Gastroenteriti infettive: non solo Rotavirus Kowalzik F, Riera-Montes M, Verstraeten T, Zepp F.The Burden of Norovirus Disease in Children in the European Union. Pediatr Infect Dis J 2015;34(3): Il Norovirus è una delle principali cause di gastroenterite infettiva nei bambini sotto i 5 anni di vita nei Paesi in via di sviluppo e industrializzati, secondo solo al Rotavirus (RV). Nell ottica di sviluppare e diffondere un vaccino per questo virus, gli autori pongono come quesito principale di questa meta analisi la quantificazione di incidenza, morbilità e mortalità in Europa nei bambini al di sotto dei 5 anni. Dai dati disponibili in letteratura la stima di incidenza dell infezione risulta pari a 5,7 milioni di bambini sotto i 5 anni di vita ogni anno. Di questi circa necessitano di una visita medica, con ospedalizzazioni all anno e 102 casi di morte. L impatto di questa infezione è paragonabile a quella dell RV prima che fosse disponibile un vaccino. 7

8 News Fino a 4,9 miliardi di euro all anno Risparmi possibili con i servizi sanitari online secondo l Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano, per esempio attraverso la prenotazione online delle visite (utilizzata oggi dal 13% dei cittadini). +17% Nel 2015 sono circa 3 milioni ( ) le persone vive dopo una diagnosi oncologica (4,9% degli italiani) con un incremento, rispetto al 2010, del 17%. Misurazioni della circonferenza cranica, ruolo ridimensionato Il ruolo della diffusissima pratica della misurazione della circonferenza cranica dei bambini come fattore predittivo di possibili disturbi comportamentali o dell apprendimento va fortemente ridi mensionato. Lo sostiene uno studio pub blicato da Pediatrics, che sottolinea co me le differenze rispetto agli standard di circonferenza siano comunissime, gli er rori di misurazione frequentissimi e per tanto la misurazione rischi soltanto di preoccupare inutilmente i genitori e con tribuire all aumento di screening diagno stici e visite specialistiche non necessarie. I ricercatori delle Università di Bristol e Glasgow hanno preso in esame i dati sulla misurazione della circonferenza cranica di circa bambini registrati in uno stu dio degli anni 90, rilevando che l 85% dei bambini con circonferenza cranica risulta ta significativamente più bassa del norma le alla misurazione hanno poi avuto uno Accordo tra simri e aipo 8 La Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) e l Associazione Ita liana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) hanno firmato un accordo di collaborazione: obiettivi dell intesa sono migliorare l assistenza medica di tutti i pazienti e favorire la reciproca crescita culturale degli specialisti. Le malattie respiratorie croniche colpi scono oltre 7 milioni e mezzo di italiani, spiegano Renato Cutrera (Presidente Na zionale SIMRI) e Fausto De Michele (Presidente Nazionale AIPO). Rappresentano la terza causa di morte dopo i tumori e le patologie cardiovascolari. Il numero di nuovi casi è in aumento in tutte le fasce d età, dal neonato all over 65. È necessario aumen tare il coordinamento di tutti i medici coinvolti nella lotta contro questi disturbi. I giovani colpiti da malattie croniche all apparato respiratorio fino a pochi anni fa non riuscivano a raggiungere l età adulta, sottolinea Cutrera. Oggi i progressi della tecnologia e la ricerca medico scientifica hanno aumentato la loro sopravi venza e aspettativa di vita. Dobbiamo quindi accompagnarli nel passaggio dall ado lescenza alla maggiore età e nel cambio dello specialista che si occupa dei loro problemi di salute. Il rischio, infatti, è che questi ragazzi siano considerati troppo grandi per il pediatra o ancora giovani per il pneumologo dell adulto. Per questo abbiamo deciso di avviare un cooperazione continua con i colleghi dell AIPO. La sigla del protocollo d intesa sancisce la volontà di collaborazione tra due Società scientifiche che si occupano di patologie respiratorie in età pediatrica ed adulta, commenta De Michele. Ci sono malattie largamente diffuse e di comune interesse quali l asma bronchiale e i disturbi respiratori del sonno che si manifestano, seppur con modalità diverse, nel paziente pediatrico e nell adulto. Per la stessa broncop neumopatia cronico ostruttiva (BPCO), sono identificabili talvolta fattori di rischio o condizioni predisponenti, riconoscibili già in età pediatrica. Il protocollo d inte sa consentirà di realizzare attività sinergiche nel campo della formazione e della ricerca rivolte sia al pediatra, che si occupa di malattie dell apparato respiratorio, sia allo pneumologo. sviluppo del tutto normale. Solo il 4,5% di questi bambini ha sviluppato in seguito problemi comportamentali, educazionali e neurologici, ma è interessante notare come la percentuale di questi disturbi nella po polazione normale è del 15%. Inoltre, il 93% dei bambini con diagnosi di problemi comportamentali, educazionali e neurolo gici presenta misurazioni di circonferenza cranica del tutto normali. Spiega Charlotte Wright dell University of Glasgow, coordinatrice del team di ri cercatori: L ostacolo più grande sembra essere l accuratezza delle misurazioni. Molte delle apparenti anormalità altro non sono che errori umani. Raccoman diamo quindi di misurare la testa dei bambini una volta nei primi giorni di vi ta e un altra intorno ai 6 mesi. ^^ ^ Wright CM. Emond A. Head Growth and Neurocognitive Outcomes. Pediatrics 2015; doi: /peds

9 Una guida pratica per consolidare un uso razionale degli psicofarmaci in età evolutiva. Un libro di Maurizio Bonati 314 pagine. 32,00

10 Primo piano L alimentazione in età evolutiva ha una importanza notevole in termini di prevenzione e costituzione dell individuo. La nutrizione, infatti, è uno dei principali fattori ambientali in grado di modulare il potenziale genetico e la crescita di ogni individuo. Esistono periodi critici dello sviluppo del bambino in cui l intervento nutrizionale può condizionare la salute dell adulto e, quindi, anche ridurre il rischio di malattie oggi sempre più frequenti e causa di sempre maggiore morbilità e mortalità: da una parte, le cosiddette non communicable diseases (NCDs, ossia obesità, diabete, ipertensione arteriosa, tumori, etc.), dall altra la malnutrizione per difetto, con deficit di macro e/o di micronutrienti. Soprattutto nelle epoche precoci della vita, l assunzione qualitativamente e quantitativamente adeguata di macro e micronutrienti può influenzare lo stato di salute successivo: i nutrienti, infatti, possono provocare anche alterazioni nell espressione genica, influenzando e modificando l intero processo di programmazione epigenetica. Verso un alimentazione basata su elementi globalizzati Occorre calare i principi di corretta alimentazione nel contesto di una società multietnica come l Italia ed è per questo motivo che la SIP promuove una nuova strategia nutrizionale i cui principi nutrizionali sono sintetizzati nella Piramide alimentale tranculturale. In Italia vivono infatti circa un milione di bambini stranieri regolari, pari al 10% della popolazione minorile. I Paesi d origine sono l Europa centrorientale, l Africa del nord, l Asia, in particolare la Cina, e l America Meridionale. La maggioranza dei minori stranieri regolari è nata in Italia e costituisce la seconda generazione, più integrata con i nostri stili di vita rispetto ai bambini nati nei Paesi a risorse limita- Sapori dal mondo: ecco la Piramide transculturale Un Paese multiculturale Origine dei bambini nati in Italia da genitori stranieri: Europa (in particolare aerea centro-orientale): 41,4% Africa: 22,5%, provenienti soprattutto dalle regioni del Nord (in particolare Nigeria, Tunisia, Egitto, Ghana, Marocco) Asia: 22% (soprattutto Cina) America: 5,5%. (Fonte: ISTAT, dicembre 2014) Bambini stranieri nati in Italia nel 2014: (19% dei bambini nati da genitori residenti in Italia) Minori stranieri regolari residenti in Italia: , pari al 23,9% della popolazione immigrata: il 65% proviene da Paesi extra-comunitari e il 35% da Paesi comunitari; i minori stranieri regolari rappresentano il 10% della popolazione minorile totale in Italia; il 62% dei minori stranieri regolari è nata in Italia. (Fonte: Dossier statistico 2014 UnAR-Caritas) 10

11 Progetto grafico BioMedia. te e poi trasferitisi in Italia. Ai minori migranti regolari si aggiungono i bambini stranieri irregolari, difficilmente censibili (minori nati da genitori irregolari, nomadi, rifugiati in fuga da guerre o persecuzioni, accompagnati e non) che vivono in condizioni di maggior disagio sociale ed economico. Ciascun popolo porta con sé modelli nutrizionali e modalità di alimentazione differenti. Ad esempio in alcuni Paesi il colostro non viene somministrato perché ritenuto impuro e l allattamento al seno è prolungato oltre il primo anno di vita, favorito da tradizioni culturali o religiose (il Corano lo raccomanda sino a due anni). In alcune etnie vige il divieto di assumere carne di mucca, mentre altre seguono per fede religiosa diete vegetariane, vegane, zen-macrobiotiche. Il pediatra, spiega il presidente SIP Giovanni Corsello, deve conoscere queste tradizioni e tenerne conto affinché possa garantire il soddisfacimento dei bisogni nutrizionali del bambino, nel rispetto delle esigenze culturali e religiose dei popoli di appartenenza, evitando i rischi di squilibri nutrizionali. Infatti, l allattamento esclusivo al seno oltre l anno di vita può associarsi a carenze di alcuni nutrienti essenziali per la crescita e lo sviluppo. Corre rischi nutrizionali il lattante che sin dai primi mesi di vita assume latte vaccino in conseguenza delle scadenti condizioni economiche in cui vivono alcune famiglie in particolare straniere. I minori migranti nati in Italia, dal canto loro, tendono ad acquisire stili di vita occidentali, caratterizzati da esagerata assunzione di zuccheri, di proteine e grassi animali, di merendine e bevande zuccherate. Ciò comporta anche per loro, al pari dei bambini italiani, un maggior rischio di andare incontro precocemente e in età adulta alle NCDs (non communicable diseases) cioè obesità, diabete, ipertensione arteriosa, tumori. A fronte di cambiamenti così radicali della nostra società il pediatra deve ricostruire il proprio bagaglio di conoscenze su un alimentazione globalizzata e saper suggerire una strategia nutrizionale facilmente attuabile in ogni parte del mondo. Le indicazioni della piramide transculturale rappresentano un importante tassello di questa nuova strategia nutrizionale e saranno diffuse non solo negli studi pediatrici, ma anche nelle scuole e nelle comunità che accolgono la popolazione pediatrica multiculturale della nostra società. 11

12 Primo piano 12 Cinque pasti al giorno e attività fisica regolare: ecco le regole per la corretta nutrizione In Italia solo un bambino su due in età prescolare mostra un elevata aderenza ai principi della dieta mediterranea e il numero decresce nelle età successive (dati studio IDEFICS - Identification and prevention of Dietary - and lifestyle - induced health Effects in Childern and infants). Eppure è ampiamente dimostrato che la dieta mediterranea è inversamente associata a sovrappeso e obesità. In una società multietnica come quella italiana l obiettivo di ridurre le cosiddette NCDs (non communicable diseases) ossia patologie come obesità, diabete, ipertensione, tumori, può essere raggiunto favorendo una maggiore adesione alla dieta mediterranea sia nei bambini italiani sia nei bambini stranieri, incoraggiando la commistione di tradizioni alimentari diverse, nel rispetto del bilancio calorico e della qualità dei micro e macronutrienti. I principi della Piramide alimentare transculturale per l età pediatrica, promossa dalla Società Italiana di Pediatria, sono quelli della dieta mediterranea: elevata assunzione di verdura, legumi, frutta, noci e cerali integrali; consumo di pesce medio alto; elevata assunzione di acidi grassi insaturi (olio di oliva); basso intake di acidi saturi grassi e di prodotti caseari; ridotta assunzione di carne, soprattutto rossa, apporto moderato di sale e attività fisica quotidiana (almeno un ora al giorno).

13 La regola d oro è quella dei 5 pasti al giorno, spiega Elvira Verduci, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria. La prima colazione, il carburante per la mattina, dovrebbe assorbire il 15% delle calorie giornaliere: quella ideale è a base di latte o yogurt parzialmente scremato, fette biscottate o pane integrale con marmellata o muesli o biscotti secchi o cereali integrali, e frutta fresca. Lo spuntino al mattino e la merenda di metà pomeriggio, che devono assicurare rispettivamente il 5% e il 10% delle calorie giornaliere, non I principi della Piramide transculturale sono quelli della dieta mediterranea vanno mai saltati perché servono a non lasciare un lungo intervallo tra i pasti, evitando di arrivare a pranzo o a cena affamati. Nei due pasti principali, il pranzo (40% delle calorie) e la cena (30% delle calorie), devono essere presenti carboidrati, proteine, lipidi e fibre. Molto importante è un assunzione giornaliera adeguata di acqua (pari a 1600 ml di acqua al giorno per bambini 4-6 anni e 1800 ml per bambini 7-10 anni). I consigli per orientarsi nella scelta degli alimenti: ^^preferire latte e yogurt parzialmente scremati (o alla frutta); ^^privilegiare pane e cerali integrali e riso parboiled (quest ultimo massimo 2 volte alla settimana), si raccomanda la cottura al dente; ^^preferire il pesce azzurro (sarda, alici), evitando quelli di grossa taglia (spada e tonno); ^^associare sempre i legumi (freschi, secchi o surgelati) ai cereali come piatto unico in alternativa al primo e secondo piatto; ^^consumare frutta 2-3 volte al giorno, preferendo quella di stagione. Non frullata o passata. Da non assumere più di 2-3 volte alla settimana: kiwi, uva, banana, ananas, papaya, jackfruit. Da limitare (1 volta alla settimana): plantano o datteri o avocado o tamarindo; ^^consumare verdura fresca o surgelata non frullata o passata 2 volte al giorno. Preferire verdura di stagione; ^^privilegiare l olio extravergine di oliva e limitare il sale; ^^preferire la cottura in umido, al vapore, al forno, al cartoccio. Paese che vai... Alcuni esempi di tradizioni nutrizionali e abitudini alimentari: Sud America (quinoa, manioca, igname). L 80% delle donne allatta al seno e durante l allattamento alla puerpera viene consigliato di assumere tortillas, cacao, pollo, formaggio bianco. Divezzamento avviato dal 4 mese, con introduzione di brodo di verdure, riso bollito, olio e sale. Primo piano Africa (sesamo, sorgo, plantano, guava, tahina). L allattamento al seno è sopravvivenza del bambino, pertanto viene protratto il più a lungo possibile. Già dal 1-2 mese di vita al lattante vengono offerte pappe di farina di mais e riso in acqua, al 4 mese viene introdotto l uovo, a seguire mais, miglio e semola, ortaggi verdi, pesce secco o carne, frutta. Medioriente/Asia (miglio, curcuma, cardamomo e ginger). In Cina l abitudine ad allattare al seno è poco diffusa e distribuita soprattutto nelle zone rurali. Al 3 mese vengono introdotti carne, riso, uovo. 13

14 Attualità Anoressia e bulimia già a 8 anni, ecco i campanelli d allarme 14 I disturbi alimentari sono sempre di più, colpiscono sempre prima, con bambine e bambini che manifestano i sintomi e i segnali predettivi già ad otto anni, difficili da incanalare nelle vecchie categorie e quindi da diagnosticare. L allarme viene dal 71 Congresso della Società Italiana di Pediatria, che dedica una sessione a questo tema, cercando di individuare gli indizi che possono aiutare i genitori e i pediatri ad intervenire prima possibile. La diagnosi precoce infatti è essenziale sia per evitare gravi conseguenze come il ritardo di crescita, sia per il successo del percorso terapeutico e la prognosi complessiva. A rilevare l esordio sempre più precoce dei disturbi del comportamento alimentare è la letteratura scientifica degli ultimi anni e in Italia il fenomeno Per 1 bimbo su 4 il pasto è uno stress Bambini che hanno una avversione al cibo, che vanno rincorsi con il piatto in mano per pochi bocconi. Per il 25% dei bimbi sotto i 6 anni sedersi a tavola è uno stress e anche se nella maggior parte dei casi il problema si risolve con poche semplici regole ci possono essere casi più gravi, con sintomi che assomigliano molto a quelli dei disturbi alimentari dei più grandi. I Nofed (Non-Organic Feeding Disorders), spiega Claudio Romano, pediatra dell Università di Messina, riguardano il 25% dei bambini sani e l 80% di quelli che hanno qualche problema di sviluppo. Nel 15-30% dei casi a causarli sono problemi organici, mentre per l 80% si tratta di disturbi della sfera psicologica. La forma più frequente di disturbo della condotta alimentare di tipo non organico è costituita dai picky eaters, bambini che hanno in media delle ridotte assunzioni spontanee nel corso della giornata a cui si associa una avversione verso il cibo o che non provano alcun piacere a tavola. Per fortuna nella maggior parte dei casi questi bambini sono vivaci e svolgono regolarmente la loro attività. Il ruolo del pediatra in queste condizioni è quello di rassicurare la famiglia, che spesso considera questo comportamento alimentare come espressione di una condizione patologica. La fascia di età più interessata è quella tra i 3 e 6 anni. Per i genitori gli errori da non fare sono assecondare in tutto i propri figli pur di farli mangiare o assumere un atteggiamento persecutorio nei confronti del bambino rispetto al cibo. è confermato anche dalla Ricerca Nazionale sui DCA del Ministero della Salute condotta su un campione di 1380 ragazze e ragazzi tra 8 e 17 anni. Già in bambine di otto anni sono stati trovati i disordini del comportamento alimentare più comuni, dall anoressia alla bulimia, insieme a quelli più difficili da interpretare, come la disfagia, cioè la difficoltà a deglutire, o la bulimia selective eating (alimentazione selettiva) passando per il food avoidance emotional disorder. Ma come riconoscere i campanelli di allarme? Tra gli otto e i dieci anni c è quella che potremmo definire l età del sospetto, in cui si manifestano i primi segni dei problemi, spiega Giampaolo De Luca, Presidente della SIP Calabria e Vicepresidente della Società Italiana di Medicina dell Adolescenza. Se si riesce a intercettarli subito i ragazzi recuperano. Questo è compito del pediatra, che con quattro semplici domande (Ritieni che dovresti metterti a dieta?, Quante diete hai fatto nell ultimo anno?, Ti senti insoddisfatto del peso del tuo corpo?, Il peso influenza l idea che hai di te stesso?) potrebbe individuare i casi sospetti e monitorarli nel tempo. Anche per i genitori ci sono dei campanelli d allarme da non sottovalutare, sottolinea l esperto. Il genitore deve preoccuparsi se vede cambiare il comportamento dei figli, se nota ansia oppure la tendenza a chiudersi in loro stessi, se nascondono le cose che fanno. L isolamento è un altro indizio, i ragazzi tendono a frequentare al massimo una sola persona, mentre un altra evidenza sono gli episodi di autolesionismo come tagliarsi (spesso sulle braccia) che accompagnano i disturbi alimentari. Alcuni se-

15 casi classificati come parziali, che nel 40% dei casi si presentano tra i 15 e i 19 anni. A fianco dei disturbi più noti si stanno facendo strada, con aumenti esponenziali, il binge eating disorder (disturbo da alimentazione incontrollata) e forme non interamente classificabili in una delle tradizionali categorie come i cosiddetti DCA-NAS (Disturbi del Comportamento Alimentare Non Altrimenti Specificati) che risultano essere il 40% di tutti i DCA. La guarigione, dicono le statistiche, è possibile: allo stato attuale la remissione a 5 anni dell anoressia è del 66,8% contro il 45% della bulimia. Il messaggio che viene dal Congresso SIP è quello della importanza strategica della gestione multidisciplinare, considerata anche la valenza degli aspetti neuropsichiatrici, dichiara il Presidente della SIP Giovanni Corsello. In questo senso diventa necessario integrare le competenze e adottare strumenti condivisi tra tutti gli operatori e gli specialisti coinvolti. Attualità Il fenomeno cresce, ed è sempre più difficile da diagnosticare Giampaolo De Luca gnali vengono dal modo in cui si mangia, ad esempio sminuzzando il cibo in pezzi piccolissimi; la lentezza del pasto, l esclusione di alcuni alimenti; l iperattività fisica; l assunzione di molta acqua; un uso frequente del bagno, specie dopo i pasti. Non esiste una sola causa che spieghi l origine sempre più precoce dei disturbi del comportamento alimentare, aggiunge De Luca. Ma va prestata attenzione ad alcuni fattori che possono precederne l insorgenza: tra questi, l insoddisfazione per il proprio corpo, l ambiente familiare (depressione materna, conflitto generazionale), il sovrappeso, la scarsa autostima. Esiste anche una suscettibilità genetica a tali disturbi. Nel 63% dei casi, dicono le statistiche, i disturbi si presentano insieme a patologie psichiatriche come depressione e attacchi di panico. Il perfezionismo clinico, ha rilevato lo studio del Ministero della Salute, è presente nel 75% dei casi di anoressia, la presenza di eventi traumatici (in particolare abusi o molestie sessuali) è collegata all esordio precoce di tali patologie nel 38 % dei casi. Nel complesso in Italia sono 2 milioni in Italia i giovani interessati da questi disturbi in metà dei I nuovi compiti del PDF Il pediatra di famiglia deve sospettare un DCA, valutare la gravità e monitorarne l evoluzione, spiegano Rita Tanas, pediatra, endocrinologa esperta di problemi nutrizionali e Giampaolo De Luca. I livelli di intervento sono tre. Il sospetto. Comprende quei ragazzi che hanno appena intrapreso pratiche pericolose o insane per dimagrire (salto dei pasti, digiuni, semigiuno, esclusioni di alcuni alimenti, controllo del peso corporeo, meccanismi di compensazione del mangiare come vomito o eccesso di attività fisica). Queste condizioni evidenziano una difficoltà di accettazione del proprio aspetto fisico, anche se non sono classificabili come disturbi. Non c è necessità di una presa in carico da parte di un equipe multidisciplinare, che potrebbe essere in alcuni casi controproducente, ma solo di un intervento educativo (pediatra, psicologo). La diagnosi. Forte perdita di peso (inferiore all 85% di quello previsto per età altezza o BMI inferiore a 15,5) mancanza del ciclo mestruale per tre cicli, forte paura di ingrassare, rifiuto di ammettere la grave condizione di magrezza. L emergenza. Comprende quei pazienti per i quali è indicata una presa in carico urgente da parte di un team multiprofessionale eventualmente con ricovero. 15

16 Attualità 16 Infertilità, un bambino su tre è a rischio Circa 1 bambino o ragazzo su 3 presenta condizioni o comportamenti a rischio che possono avere ripercussioni negative sulla futura fertilità. Secondo recenti studi, il 15% delle coppie ha problemi di infertilità e quasi nella metà dei casi è l uomo ad avere problemi. Nell ultimo secolo la fertilità maschile si è ridotta e per spiegare questo fenomeno sono stati chiamati in causa comportamenti e stili di vita, ma anche alcune patologie associate all infertilità, che nascono nell infanzia e nell adolescenza. L opera del pediatra è fondamentale per la prevenzione della maggior parte dei fattori di rischio, come ci spiega il Presidente della Conferenza dei Direttori delle Scuole di Specializzazione in Pediatria, Giuseppe Saggese. Quali sono le condizioni mediche dell infanzia che possono avere un impatto sulla fertilità? Una problematica che già alla nascita può seriamente interferire con la fertilità è rappresentata dal criptorchidismo, ovvero un testicolo che non si trova nello scroto. Questa condizione interessa il 3-5% dei neonati ed è più frequente nei bambini nati pretermine. Sebbene nell 80% dei casi il testicolo scenda nello scroto spontaneamente entro i 6-12 mesi di vita, nei restanti casi è necessario intervenire quanto più precocemente per evitare che si possano creare dei danni al testicolo. Il pediatra, una volta identificata tale condizione deve laddove sia necessario, indirizzare il bambino verso il trattamento più indicato. Un altro importante fattore di rischio per l infertilità maschile è rappresentato dal sovrappeso e dall obesità, condizioni che ad oggi interessano 1 bambino su 3 e che tendono a cronicizzare e a persistere nella vita adulta. Un bambino in sovrappeso o obeso alla pubertà ha uno squilibrio ormonale che può avere effetti negativi sia sullo sviluppo sessuale sia sullo sviluppo degli spermatozoi nel testicolo. In adolescenza alcuni stili di vita possono incidere sul futuro potenziale riproduttivo: quali sono i comportamenti a rischio? L abitudine al fumo di sigaretta, l uso di marijuana, l abuso di bevande alcoliche e il consumo di sostanze stupefacenti sono state associate a danni genetici a livello del DNA degli spermatozoi e ad alterazioni della loro mobilità e quindi ad una riduzione della fertilità maschile. Secondo i dati dell Istituto Superiore di Sanità il 20% dei ragazzi italiani fuma sigarette e l 87% dei fumatori inizia a fumare prima dei 20 anni. Il 20% circa degli adolescenti fa anche uso di Intervista a Giuseppe Saggese L opera del pediatra è fondamentale per la prevenzione della maggior parte dei fattori di rischio in ambito andrologico marijuana, sostanza d abuso che negli ultimi anni ha registrato un aumento dei consumi fra i giovani. L abuso di alcol interessa il 64% degli adolescenti e fino al 10% in maniera abitudinaria. Se consideriamo che negli adolescenti è molto frequente il policonsumo di fumo, alcol e marijuana (fino al 64% dei ragazzi) è chiaro come questi fattori di rischio, sommandosi l un l altro, possano in qualche modo danneggiare i testicoli, in un età delicata che è quella della maturazione e dello sviluppo. Quanto incidono i comportanti a rischio riguardo alle malattie sessualmente trasmesse (MST)? Ogni anno in Italia il 19,5% dei nuovi casi di MST viene diagnosticato in giovani fra i 15 e i 24 anni. Alcune MST (come la chlamydia, la gonorrea, la sifilide, l HIV, gli herpes-virus e soprattutto il virus del papilloma umano), che nel ragazzo possono essere asintomatiche, hanno la capacità di raggiungere il testicolo e di danneggiarlo. Ma purtroppo spesso i giovani non conoscono proprio le MST più comuni e soprattutto i molti rischi che si possono correre ad avere rapporti sessuali non protetti. È fondamentale quindi che i pediatri, le istituzioni e le famiglie educhino i ragazzi ad una sessualità responsabile. Da non trascurare in adolescenza il varicocele, ovvero la dilatazione di alcune vene del testicolo, condizione che riguarda il 20% degli adolescenti. Nonostante sia così comune, spesso non viene diagnosticato o la sua diagnosi avviene per caso perché questa condizione non viene indagata abbastanza. È importante che il ragazzo sia periodicamente visitato anche durante l adolescenza per verificare che non sia affetto da questa patologia così frequente e per trattarla in maniera tempestiva quando necessario.

17 L 80% dei problemi andrologici dell adulto si sviluppa in età pediatrica e nella prima adolescenza e almeno la metà di questi potrebbero essere risolti con la prevenzione. Ad affermarlo è Andrea Lenzi, ordinario di Endocrinologia a Sapienza Università di Roma. Visite e controlli periodici risolverebbero una buona parte quelle condizioni dell infanzia e della prima adolescenza (criptorchidismo, varicocele, infezioni genitali o malformazioni genitali, fimosi o traumi genitali) che, se trascurate, possono causare in età adulta sterilità o problemi come impotenza ed eiaculazione precoce. Intervista a Andrea Lenzi La transizione? Un buco nero. Serve un percorso assistenziale post-pediatrico Cosa possono fare i pediatri? Tutti i pediatri, ed in particolare la pediatria di famiglia, dovrebbero rafforzare la formazione sulle problematiche andrologiche, intercettando le condizioni di rischio e indirizzando il bambino che ne ha necessità verso la visita specialistica dell endocrinologo. Ma il vero buco nero nella prevenzione si verifica nell adolescenza Visite e controlli periodici risolverebbero una buona parte dei problemi e nel giovane adulto, cioè nella fase di passaggio dal pediatra al medico dell adulto. A anni, quando il bambino smette di andare dal pediatra perché anche i genitori sospendono i controlli periodici, non viene più fatto alcun controllo: invece per salvaguardare la salute il potenziale riproduttivo delle generazioni future occorre un percorso assistenziale postpediatrico che consenta di agire proprio sulla finestra critica rappresentata dal passaggio dall infanzia, all adolescenza, alla giovinezza. Quali sono i controlli importanti da non trascurare? Alla nascita, a 12, 16 e a 18 anni. In particolare il bambino durante l infanzia dovrebbe essere sottoposto ad un controllo finalizzato a valutare la posizione dei testicoli e la eventuale presenza di alterazioni del pene e del meato uretrale, o della presenza di fimosi. Successivamente, durante la pubertà (fra i12 anni e i 16), una visita pediatrica di tipo andrologico (o più se si trovano patologie) risulta essenziale per seguire questo delicato processo di sviluppo ed individuare patologie come il varicocele. Al raggiungimento della maggiore età, infine, far visitare i propri figli significa mantenere attenzione su questa sfere abituando il ragazzo a controllarsi senza problemi, verificare che lo sviluppo sia avvenuto correttamente, che non vi siano alterazioni del pene o dei testicoli, di nuovo che non sia presente un varicocele, che la sessualità si stia sviluppando senza timori, ed anche addestrate alla autopalpazione del testicolo unica maniera per identificare precocemente i segni della presenza di un tumore al testicolo, uno dei tumori che colpiscono più frequentemente i giovani fra i 15 e i 35 anni. Cosa si può fare per far crescere la cultura della prevenzione andrologica? Intanto dobbiamo capire che problema della comunicazione non è dei giovani, ma del mondo degli adulti. Spesso i genitori non hanno la capacità di dialogo o le competenze così l adolescente in età puberale finisce per informarsi dal compagno di banco o da internet. Il Ministero della Salute e l Università Sapienza hanno messo a punto il progetto denominato Amico andrologo, presente anche in rete, per raggiungere i ragazzi nelle scuole e con le loro modalità di comunicazione. Abbiamo appreso dai giovani i loro interessi e il loro desiderio di conoscenza in questo campo e li abbiamo informati sui falsi miti presenti nella non-cultura andrologica, derivanti da tabù e falsi racconti. Pensiamo che questa sia la strada giusta. Attualità 17

18 Attualità 18 Quattro bambini su cento ipertesi già alle elementari L ipertensione è una delle patologie più frequenti nella seconda infanzia e nell adolescenza, ma il problema è sottostimato per la scarsa diffusione dell abitudine di misurare la pressione a bambini e ragazzi. Un indagine condotta dal Gruppo di Studio per l Ipertensione Arteriosa della Società Italiana di Pediatria su un campione di bambini delle scuole elementari di Monza e di diversi centri della Brianza ha rilevato che il 4% della popolazione pediatrica presenta valori elevati di pressione arteriosa, inoltre la prevalenza di ipertensione era molto più alta nei soggetti in eccesso di peso. Il dato è confermato in analoghi screening condotti a livello internazionale. Un bambino iperteso sarà molto probabilmente un adulto iperteso, quindi a rischio di patologie cardiovascolari, che oggi rappresentano la prima causa di morte e di spesa sanitaria nei Paesi occidentali, spiega Marco Giussani, segretario del Gruppo di Studio di Ipertensione della SIP. La prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento dell ipertensione dovrebbero iniziare in età pediatrica, superando il preconcetto che l età evolutiva sia esente da questa patologia. Misurazioni sistematiche della pressione durante la visita pediatrica, ma anche nelle scuole, possono evidenziare un Aggiornamento delle raccomandazioni: il sale non è l unico nemico, nuove evidenze sul ruolo di zuccheri e acido urico, attenzione alle bibite numero non trascurabile di bambini con valori elevati e consentirebbero un intervento precoce. Sul fronte del trattamento dell ipertensione arteriosa arrivano alcune novità. Al 71 Congresso Italiano di Pediatria viene presentato l aggiornamento delle raccomandazioni congiunte della SIP e della Società Italiana della Ipertensione Arteriosa (SIIA). La principale novità riguarda la relazione tra zuccheri semplici, acido urico e valori pressori, spiega Giussani. Gli zuccheri, e specificamente il fruttosio particolarmente contenuto nelle bevande zuccherate, aumentano la concentrazione di acido urico nel sangue, fattore che nei bambini è associato a un maggior rischio di ipertensione. La relazione tra alti valori di acido urico (anche se ancora compresi nell intervallo considerato normale) e pressione arteriosa è stata infatti dimostrata anche nel bambino in uno studio recentemente pubblicato da un gruppo di ricercatori italiani su Pediatrics. Oltre alla limitazione degli zuccheri, i cardini delle raccomandazioni SIP per la prevenzione e il trattamento della ipertensione arteriosa nell infanzia rimangono quelli di agire sull eccesso di peso, aumentare l attività fisica e ridurre il sale nella dieta. La prevenzione andrebbe rivolta a tutti, ma alcuni bambini sono a maggior rischio: quelli con eccesso di peso, i nati piccoli per l età gestazionale, chi ha una familiarità per l ipertensione e i bambini con elevati valori di pressione non confermanti in successive rilevazioni. Il trattamento farmacologico non è quasi mai necessario. Rimane cruciale l aspetto della transizione, cioè il passaggio dell adolescente iperteso dal pediatra al medico dell adulto. In questo campo c è molto lavoro da fare, sia sul versante pediatrico che su quello dei medici dell adulto. È necessario aprire dei canali di dialogo e di condivisione delle competenze, a vantaggio dei bambini di oggi che saranno gli adulti e gli anziani di domani.

19 Un tavolo di lavoro per la corretta alimentazione del bambino fino a tre anni Attivato dal Ministero della Salute per un anno Elaborare linee di indirizzo sulla corretta alimentazione ed educazione nutrizionale del bambino nei primi anni di vita: è l obiettivo del tavolo di lavoro attivato con un decreto del 26 marzo Il tavolo nasce dal presupposto che la relazione tra alimentazione e salute è dimostrata da evidenze scientifiche inequivocabili. Tale consapevolezza rende necessario intervenire con politiche nutrizionali che promuovano una alimentazione corretta ed equilibrata, contrastando il costante incremento delle patologie croniche non trasmissibili. Sul sito del Ministero della Salute si spiega: Il crescente aumento dell obesità specie infantile nei Paesi industrializzati stia provocando un vero e proprio allarme sanitario e sociale. Siccome il comportamento alimentare si delinea già nell infanzia, è necessario agire ed educare sin dai primi anni di vita i bambini ad una corretta alimentazione. Infatti, le abitudini alimentari dell infanzia sembra siano in grado di influenzare le abitudini alimentari e lo stato di salute e a lungo termine. Il periodo di crescita, per le peculiari esigenze nutrizionali, rappresenta un ciclo particolare, con caratteristiche diverse dall età adulta. In questo periodo, infatti, l alimentazione deve apportare il materiale energetico e costruttivo necessario per il sostegno dell organismo e il suo accrescimento. Il bambino educato ad alimentarsi in modo variato ed equilibrato potrà mantenere da adulto questa buona abitudine, a tutto vantaggio del suo stato di salute. L obiettivo del Tavolo è quello di discutere sulle iniziative da adottare allo scopo di migliorare lo stato di nutrizione della popolazione infantile fino a 3 anni, periodo in cui il bambino passa gradualmente dal latte materno a cibi semi-solidi diversi. Dopo la scelta del tipo di allattamento, lo svezzamento diviene infatti il momento alimentare più importante dei primi anni di vita. Durante gli incontri, esperti dell area pediatrica dovranno redigere un documento di indirizzo che, partendo dalla promozione dell allattamento al seno e dal divezzamento, dia indicazioni alle Regioni e alle altre Istituzioni interessate sulla corretta alimentazione ed educazione nutrizionale del bambino in questa particolare fascia d età. Gli obiettivi del tavolo risultano in linea con le iniziative in corso a livello europeo. Infatti, nell ambito dell High Level Group on nutrition and phisycal activity, è stato definito l EU Action Plan on Childhood Obesity , in cui nell area di azione definita come Support a healthy start in life si invitano gli Stati membri ad intervenire sulle abitudini alimentari, in particolare nella prima infanzia. Il tavolo di lavoro del Ministero, presieduto dal Direttore Generale della Direzione Generale per l Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione, dott. Giuseppe Ruocco, è così composto: ^^Prof. Giovanni Corsello - Presidente Società Italiana di Pediatria (SIP) ^^Prof. Marcello Giovannini - Past President Società Italiana di Nutrizione Pediatrica (SINUPE) ^^Prof. Giuseppe Banderali - Direttore UO Neonatologia e Patologia Neonatale Az. Ospedaliera San Paolo - Università, Milano ^^Prof. Riccardo Davanzo - Presidente Tavolo tecnico operativo interdisciplinare promozione allattamento materno ^^Prof. Claudio Maffeis - Direttore UO Diabetologia, Nutrizione clinica e obesità ULSS 20 Verona ^^Prof. Mario De Curtis - Dipartimento di Pediatria e Neuropsichiatria Infantile Sapienza Università di Roma ^^Dott. Marco Silano - Istituto Superiore di Sanità, Dip. Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare ^^Dott. Roberto Copparoni - Ministero della salute - DGISAN uff. V, Nutrizione ^^Dott. Bruno Scarpa Ministero della salute - DGISAN uff. IV, Alimenti particolari e integratori Attualità 19

20 Attualità 20 Una mozione sui vaccini Severo monito da parte del Comitato Nazionale di Bioetica (CNB), che ha approvato una mozione sulla rilevanza della copertura vaccinale sul territorio nazionale. Il CNB nella mozione rimarca la propria viva preoccupazione per la tendenza sempre più diffusa in Italia a dilazionare o addirittura rifiutare la somministrazione delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate dalle autorità sanitarie e universalmente riconosciute come efficaci. Relativamente a questo fenomeno, il CNB ribadisce come i vaccini costituiscano una delle misure preventive più efficaci, con un rapporto rischi/ benefici particolarmente positivo e con un valore non solo sanitario, ma etico intrinseco assai rilevante. Di conseguenza, il CNB ritiene urgente richiamare l attenzione della società italiana sul valore di un assunzione di responsabilità personale e sociale e invita il Governo, le Regioni e le Istituzioni competenti a moltiplicare gli sforzi perché le vaccinazioni, sia obbligatorie sia raccomandate, raggiungano una copertura appropriata (95%). In particolare è necessario mobilitare i medici e le strutture sanitarie del territorio e promuovere efficaci campagne d informazione, comunicazione ed educazione finalizzate a illustrare l importanza delle vaccinazioni a livello individuale e collettivo e a richiamare i cittadini a scelte consapevoli e corrette nel proprio stesso interesse. Sul tema del cosiddetto complottismo vaccinale il CNB è durissimo: Non si può non stigmatizzare il diffondersi di falsità e pregiudizi, ad esempio quelli riguardanti l esistenza di una presunta correlazione tra vaccinazioni e insorgere dell autismo, ipotesi invece destituita di qualsiasi fondamento scientifico, come è stato nuovamente dimostrato in uno studio recente. Va ricordato ed evidenziato che per ragioni di comprovata sicurezza ed efficacia, i vaccini sono annoverati tra le misure cui attribuire priorità nella pianificazione degli interventi di copertura sanitaria della popolazione. La circostanza che essi siano destinati perlopiù ai bambini, introduce inoltre un importante fattore di equità Il Comitato Nazionale di Bioetica scende in campo contro il calo della copertura vaccinale poiché consente la protezione di una categoria di soggetti vulnerabili. Del resto, le vaccinazioni prescritte rientrano nella responsabilità genitoriale secondo il criterio dell interesse superiore del fanciullo e del suo diritto ad essere vaccinato. Conseguenza del rifiuto è un aumento del rischio dei bambini a frequentare molteplici ambienti (ospedale, scuola, palestre, piscine, ambienti ludici pubblici e privati, etc.) che diventano rischiosi proprio a causa del rifiuto. Il CNB raccomanda tra l altro: 1. Campagne di promozione e informazione su vaccinazioni obbligatorie e raccomandate che siano a carattere nazionale, implementate rapidamente, basate su una consolidata documentazione scientifica. 2. Campagne d informazione e aggiornamento per le strutture sanitarie, i medici curanti, i pediatri di famiglia e gli operatori coinvolti nella somministrazione dei vaccini, nonché gli operatori scolastici. 3. L impegno delle istituzioni sanitarie a organizzare centri specializzati dedicati specificatamente alle vaccinazioni dei soggetti maggiormente a rischio. 4. L analisi del contesto regionale al fine di introdurre le modalità organizzative più efficaci, anche con l obiettivo primario di superare le differenze attualmente presenti nei diversi contesti regionali italiani nel rispetto dei principi costituzionali. 5. L osservanza dell obbligo a un adeguata profilassi vaccinale da parte degli operatori sanitari e del personale impegnato nelle scuole di ogni ordine e grado e in generale nei luoghi maggiormente frequentati dai bambini. 6. L impegno in particolar modo per medici e pediatri di base a fornire un adeguata consulenza sull offerta vaccinale ai propri assistiti, evidenziando come i vaccini costituiscano uno dei trattamenti più efficaci, con un rapporto rischi/benefici particolarmente positivo. 7. Il monitoraggio continuo dell omessa vaccinazione (per dimenticanza o per ragioni mediche, ideologiche, religiose, psicologiche e così via) sia complessivamente sull intero territorio, sia a livello del singolo Comune, allo scopo di identificare coloro che necessitano di essere incoraggiati verso un percorso vaccinale. 8. La classificazione delle emergenze sanitarie e d igiene pubblica in guisa da poter studiare e stilare degli healthcare emergency s recovery plans da codificare e attivare secondo necessità e secondo dei casi. 9. Porre in essere, in caso di situazioni di allarme, azioni ripetute e adottare provvedimenti di urgenza ed eventuali interventi legislativi necessari a ripristinare o raggiungere un livello accettabile di sicurezza sanitaria ottenibile mediante il mantenimento di elevate coperture vaccinali, non escludendo l obbligatorietà. Scarica la versione integrale della mozione del CNB: _vaccinazioni.pdf

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