Studio dei meccanismi di tenacizzazione di nanocompositi a matrice polimerica

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Studio dei meccanismi di tenacizzazione di nanocompositi a matrice polimerica"

Transcript

1 UNIVERSITA DI PISA FACOLTA DI INGEGNERIA CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA CHIMICA Tesi di Laurea Specialistica in Ingegneria Chiica Studio dei eccanisi di tenacizzazione di nanocopositi a atrice polierica Candidato Stefano Tinagli Relatori Prof. Ing. Andrea Lazzeri Ing. Beatrice Cioni Controrelatore Prof. Ing. Massio Paci Anno Accadeico 2007/2008

2 SOMMARIO TESI DI LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA CHIMICA... 1 PREMESSA STATO DELL ARTE SULLA TENACIZZAZIONE DI MATERIALI POLIMERICI CON NANOPARTICELLE GENERALITÀ SULLA TENACIZZAZIONE DEI MATERIALI POLIMERICI TENACIZZAZIONE DEI MATERIALI POLIMERICI CON GOMMA Caratteristiche della atrice Caratteristiche della goa Diensioni delle particelle Morfologia delle particelle Interfaccia particella - atrice TENACIZZAZIONE DEI MATERIALI POLIMERICI CON PARTICELLE INORGANICHE L acido stearico coe rivestiento superficiale Un esepio di uso dell acido stearico NANOCOMPOSITI CACO 3 / HDPE COMPOSITI CACO 3 / PP COMPOSITI BASO 4 / PP COMPOSITI NANOMETRICI E MICROMETRICI La distanza interparticellare critica Il contributo dato dalla delainazione di particelle sferiche STATO DELL ARTE SUL CREEP DEI MATERIALI COMPOSITI GENERALITÀ SUL CREEP LE CURVE DI CREEP RELAZIONI CHE PERMETTONO DI APPROSSIMARE LA CREEP COMPLIANCE LA RELAZIONE DI ANDRADE PROVE DI CREEP SU PP CARICATO CON GOMMA STATO DELL ARTE SULL ANALISI DINAMICO TERMO-MECCANICA (DMTA) DEL PP E DEI SUOI COMPOSITI GENERALITÀ SUL DMTA DMTA DEL PP PURO DMTA DEL PP CARICATO CON SIO MATERIALI E METODI INTRODUZIONE Il solfato di bario

3 4.1.2 Il polipropilene MATERIALI METODI Preparazione dei provini Caratterizzazione eccanica ediante prove tensili Caratterizzazione eccanica ediante prove di creep Caratterizzazione eccanica ediante prove di ipatto Caratterizzazione ediante analisi dinaica tero - eccanica (DMTA) Caratterizzazione ediante analisi orfologica al SEM DISCUSSIONE RISULTATI OTTENUTI PROVE TENSILI Variazioni di volue in prove tensili Deterinazione della percentuale di interfase presente PROVE DI CREEP Curve di creep Variazione di volue in prove di creep La creep copliance Master curve La relazione di Andrade Curve σ-log b per ciascun rivestiento superficiale PROVE DI IMPATTO ANALISI MORFOLOGICA DEI NANOCOMPOSITI (SEM) PROVE DINAMICO TERMO - MECCANICHE(DMTA) Prove dinaico tero eccaniche su ateriali non sottoposti a creep Prove dinaico tero eccaniche su ateriali sottoposti a creep CONCLUSIONI APPENDICE A.106 BIBLIOGRAFIA

4 Preessa In questa tesi ci proponiao di investigare l effetto dell introduzione di nanoparticelle di BaSO 4, rivestite con diversi agenti superficiali, sulla orfologia (analisi al icroscopio elettronico a scansione SEM), sulle proprietà teriche (analisi al DMTA) e eccaniche (deterinazione del odulo di Young, del carico di snervaento e dell energia di ipatto traite prove Charpy) di un sistea polierico a base di polipropilene (PP). In particolare la caratterizzazione di questi copositi si è concentrata sullo studio delle proprietà dell interfase nanoparticelle atrice. Le interazioni interfacciali e l interfase hanno un ruolo chiave in tutti i ateriali copositi, indipendenteente dal nuero, dal tipo dei coponenti e dalla loro struttura[1]. Lo studio e l identificazione dell interfase presentano alcune difficoltà non ancora superate. In pria approssiazione si può assuere che l interfase sia un area ben definita con solo due diensioni. In realtà nei ateriali eterogenei, nei quali un interfase si fora praticaente sepre, essa ha un proprio spessore e le sue proprietà differiscono da quelle dei coponenti. L interfase è quindi una regione tridiensionale, con proprietà chiiche e eccaniche differenti rispetto alla atrice. Voros et al.[2][3] hanno sviluppato dei odelli che perettono di predire le proprietà di un ateriale coposito in funzione del tipo di interfaccia che si presenta: un odello proposto può essere applicato ai copositi nei quali si fora un interfaccia orbido entre l altro consente di valutare la tensione di snervaento di un ateriale coposito caratterizzato da un interfaccia duro. L interfase si fora grazie all assorbiento del poliero sulla superficie delle inclusioni nei copositi particellari, all interdiffusione nei blends polierici o a varie reazioni chiiche nei polieri rinforzati con fibre. A causa delle oltitudine di possibili interazioni e della diversità delle strutture che si forano, è difficile effettuare una generalizzazione. Una rappresentazione scheatica della struttura di un ateriale coposito seicristallino caricato con nanoparticelle è illustrata scheaticaente in Figura 1: 4

5 Figura 1 Rappresentazione scheatica della struttura di ateriale coposito seicristallino rinforzato con nanoparticelle[4] Gli eleenti principali che costituiscono la struttura di un ateriale coposito seicristallino sono i seguenti: catene cristalline, regioni aorfe, un interfase tra il filler e la atrice caratterizzata da interazioni poliero filler e segenti di catena a fora di ponte tra le particelle di riepiento. Nel caso di copositi rinforzati con fibre, odifiche superficiali di queste ultie influenzano le interazioni tra la fase odificata e la atrice polierica; di conseguenza l interfase ne risulta influenzata. Il problea dell interfase è pertanto particolarente percepito nei ateriali polierici rinforzati con fibre. Mallarino et al.[5] hanno studiato gli effetti dell introduzione di fibre tal quali e rivestite in un ateriale polierico, analizzando una serie di polieri rinforzati con fibre di diensioni diverse. L analisi dinaico eccanica si è rivelata in quel caso un buon etodo per caratterizzare il diverso coportaento delle fibre rivestite e non rivestite, in particolare Mallarino et al. hanno diostrato che la teperatura di transizione dei ateriali copositi senza agenti di rivestiento è più alta rispetto a quella dei copositi rivestiti con un agente di rivestiento. È utile, oltre all analisi dinaico eccanica, valutare le proprietà eccaniche di un ateriale coposito in funzione delle proprietà dell interfase. Per valutare le proprietà di un ateriale coposito si possono utilizzare o dei etodi tradizionali di caratterizzazione eccanica (prove tensili, prove di creep, prove di ipatto..) o si può fare uso di nuove tecnologie non distruttive (icroscopio a forza atoica)[6]. Tanoglu et al.[7], per valutare le proprietà eccaniche dell interfase di un sistea particelleatrice, hanno sviluppato un odello icroeccanico che fornisce un espressione approssiata a seplice basata sull analisi delle deforazioni e degli sforzi in prossiità di 5

6 un inclusione. In questo odello è stato assunto che la struttura consista di una fase di particelle disperse in una atrice, a sua volta bagnata da un continuo avente le proprietà elastiche del blend, costituito dalla atrice e dalle particelle. Il odello fornisce due equazioni: la pria esprie il valore di un paraetro di accoppiaento che prende il noe di α 1 entre la seconda fornisce il valore del odulo del coposito in funzione di quello dell interfase. Queste espressioni, ricavate nel caso di atrice costituita da un solo poliero, possono anche essere usate per stiare il odulo di un blend che coprende una poliero gooso ed uno vetroso. Ovviaente, sebbene l equazione sia esplicitata rispetto al odulo del coposito, ciò che deve essere calcolato è il odulo dell interfase. Il odulo del coposito viene isurato durante le prove tensili. Le equazioni fornite dal odello, valide per il caso studiato di una resina epossidica (DGEBA) rinforzata con inclusioni di silano, sono le seguenti: E c = ( 4 5 υ ) ( 7 5 υ ) 2 α1 = (1) E [ φ E ( α1 φi ) Ei ] ( 1 α1 Vi ) E α1 φ Ei (2) dove φ e φ i sono la frazione in volue della atrice e del ateriale che rappresenta l interfase nel odello, υ è il odulo di Poisson della atrice entre E ed E i sono rispettivaente il odulo della atrice ed il odulo dell interfase entre E c rappresenta il odulo del coposito. Il liite di questo odello è rappresentato dalle ipotesi iniziali: Tanoglu ha ipotizzato che il ateriale coposito sia costituito soltanto dalla atrice polierica e dalla opportuna quantità di silano necessaria per il quantitativo di fibre che è necessario introdurre. In realtà nel odello le fibre non vengono considerate; ciò spiega il otivo per cui si ottiene un sistea a sole due coponenti. Un altra possibilità per stiare l estensione e le proprietà dell interfase è quella di fare uso delle equazioni di Halpin - Tsai[8][9]: 6

7 7 ( ) p i p p i i p i p p p i i i G k G k G k G k k G k k G k k kc = φ φ φ φ φ φ φ φ (3) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) p i i p i i p i i p p i i i G G G G G G G G G G G G G Gc υ φ φ υ υ φ υ υ φ υ φ φ υ υ φ υ υ φ = (4) dove k i, k, k p e k c sono rispettivaente il odulo di bulk dell interfase, della atrice, delle particelle e del coposito; G i, G, G p e G c sono rispettivaente il odulo a taglio dell interfase, della atrice, delle particelle e del coposito; φ i e φ p sono rispettivaente le frazioni voluetriche dell interfase e delle particelle e ν è il odulo di Poisson della atrice. Questo odello risulta decisaente igliore rispetto a quello di Tanoglu et al. in quanto perette di legare, traite relazioni derivanti dalla eccanica lineare elastica, le proprietà dei ateriali copositi a quelle dei singoli coponenti che li costituiscono, copresa l interfase. I odelli di Tanoglu e le equazioni di Halpin - Tsai ci introducono nel capo delle interazioni nei ateriali polierici rinforzati con particelle. La aggior parte delle questioni irrisolte nei blends e nei ateriali copositi è legata alle interazioni. Nei polieri rinforzati con particelle si possono distinguere due tipi di interazioni: le interazioni particella particella e le interazioni atrice riepiento. Le prie portano all aggloerazione entre le seconde ettono in relazione i processi di deforazione icroeccanici con il coportaento acroscopico del ateriale. Non è stata ancora effettuata una caratterizzazione quantitativa dell aggloerazione delle particelle; per studiare questo fenoeno in aniera rigorosa esistono solo etodi abigui[1]. Sebbene le tendenze generali, coe ad esepio l auento della tendenza all aggloerazione con la diinuzione della diensione delle particelle e con l increento del tenore di filler, siano note, non esistono ancora correlazioni rigorose che spiegano il fenoeno dell aggloerazione. Uno degli approcci più utilizzati per studiare le interazioni tra la atrice ed i riepienti di vario tipo che vengono in essa introdotti è il DMTA, un analisi dinaico tero - eccanica

8 che ci fornisce inforazioni sulle teperature alle quali avvengono le transizioni dei ateriali polierici. Un approccio di questo tipo è stato utilizzato da Danch et al.[10] nello studio delle caratteristiche della fase aorfa in un polipropilene coerciale caricato con varie percentuali in peso di gesso. Dall analisi dei risultati si evidenzia la presenza di una seconda T g (teperatura di transizione vetrosa), conseguenza della presenza dell interfase. Questo studio diostra che la presenza del gesso non disturba i doini cristallini del polietilene, entre esso influenza forteente l interfase. La piccola quantità di filler presente provoca dei ovienti di stretching delle catene, localizzati all interfase. Quando viene introdotta una grande quantità di filler nella atrice, il volue libero e la fluidità del coposito sono gli stessi del poliero puro. Quindi il riepiento fora degli aggregati separati, che non influenzano il coportaento della atrice polierica. Sulla base degli approcci rinvenuti in letteratura, in questo lavoro di tesi si è cercato di valutare coe le proprietà dell interfase particella atrice influenzino il coportaento eccanico del coposito risultante. In particolare l analisi dinaico tero - eccanica e la caratterizzazione dei ateriali sottoposti a creep costituiscono l eleento innovativo di questa tesi. Infatti l analisi DMTA effettuata su ateriali non sollecitati e su quelli precedenteente sottoposti al creep ha peresso di valutare la variazione delle teperatura di transizione vetrosa nei ateriali sottoposti a creep rispetto a quelli non sollecitati. Da questo studio è risultato che le proprietà delle interfasi influenzano profondaente il coportaento a creep dei ateriali analizzati. Infatti la presenza di un interfase forte, quale è ad esepio in assenza di agente superficiale, rende il ateriale più rigido e ne consente la resistenza a creep anche a carichi elevati. D altro canto un interfase più debole, costituita ad esepio da acido stearico a contatto con le catene alifatiche del poliero, facilita il distaccaento particella atrice. 8

9 1. Stato dell arte sulla tenacizzazione di ateriali polierici con nanoparticelle 1.1 Generalità sulla tenacizzazione dei ateriali polierici La tenacità è la proprietà di un ateriale di resistere alla frattura assorbendo e dissipando energia. La resilienza può essere intesa coe l energia assorbita durante la deforazione elastica, e quindi indica la capacità di resistere agli urti. In Figura 2 sono scheatizzate la tenacità e la resilienza. In un ateriale fragile la frattura avviene in capo elastico e la resilienza coincide con la tenacità, entre per un ateriale che pria di ropersi subisce una iportante deforazione plastica, resilienza e tenacità non coincidono[11]. Figura 2 Tenacità e resilienza in un grafico sforzo deforazione La tenacità di un ateriale polierico può essere igliorata introducendo al suo interno particelle di elastoero. 1.2 Tenacizzazione dei ateriali polierici con goa I ateriali polierici rinforzati con goa sono olto iportanti nell industria delle aterie plastiche. Essi sono statti progettati con lo scopo di assorbire grandi quantità di energia quando si trovano in condizioni di sollecitazione piuttosto gravose. 9

10 La tenacizzazione con goa consiste nell incorporare in una atrice polierica, intrinsecaente fragile, un altra fase di natura elastoerica. Tale etodo trovò la sua pria applicazione quando la Dow Cheical coinciò a produrre un tipo di polistirene tenacizzato (l HIPS, high ipact polystryrene) e la US Rubber Copany lanciò il prio tipo di ABS (copoliero acrilonitrile-butadiene-stirene) ottenuto iscelando goa nitrile con il copoliero stirene-acrilonotrile (SAN). I polieri tenacizzati con goa sono dei ateriali ultifase con strutture coplesse, caratterizzate dalla distribuzione di diensioni delle particelle, dalla distanza interparticellare, dalla orfologia interna delle particelle, dalla adesione interfacciale particella/atrice e dalle proprietà dei ateriali che li costituiscono. I fattori che influenzano aggiorente il grado di tenacizzazione di un ateriale polierico sono le caratteristiche della atrice, le caratteristiche della goa, le diensioni e la orfologia delle particelle e le caratteristiche dell interfaccia particella atrice Caratteristiche della atrice Dalla natura della atrice dipendono la assia resistenza a frattura ottenibile e la orfologia ottiale del sistea per raggiungere tale resistenza. La goa ha la funzione di assiizzare la capacità di assorbire energia propria della atrice: sia i teroplastici che i teroindurenti, debolente reticolati, sono in grado di dar luogo a grandi deforazioni sotto opportune condizioni di carico, a i prii infragiliscono in presenza di cricche entre i secondi ostrano una duttilità che è funzione del grado di reticolazione. In generale la tenacità di un poliero odificato con goa dipende dalla resistenza della atrice a dare luogo a crazing, che è deterinata sia dalla densità dei grovigli delle acroolecole (entangleents), sia dalla resistenza delle catene Caratteristiche della goa Il contenuto di goa è un fattore iportante nella deforazione e frattura di tutti i ateriali plastici tenacizzati con elastoeri. Le particelle di goa con bassi oduli di taglio trasferiscono il carico alla atrice rigida, auentando così la concentrazione della sollecitazione e riducendo il carico di snervaento. Tale riduzione iplica due effetti distinti: da un lato la sollecitazione edia della atrice auenta con la frazione voluetrica di 10

11 goa; dall altro la concentrazione elastica locale intorno alle particelle subisce un increento anche per frazioni voluetriche olto basse. La sollecitazione edia della atrice presenta valori elevati anche dopo che lo snervaento ha avuto inizio, anche se potrebbe diinuire coe conseguenza dell incrudiento per orientazione della goa e della forazione di craze; per tale otivo essa influenza sia l inizio sia la propagazione della zona deforata. Le variazioni locali nella concentrazione dello sforzo tendono invece ad essere ridotte o annullate dalla forazione di craze o di bande di taglio e risultano perciò più iportanti nello studio iniziale della deforazione Diensioni delle particelle Le particelle di goa noralente ipiegate per tenacizzare i polieri hanno diensioni coprese tra 0,1 e 10 µ[12]. Per ogni atrice è possibile individuare un intervallo di valori ottiale, in grado di conferire al ateriale le igliori proprietà. I polieri vetrosi sono in grado di dissipare grandi quantità di energia attraverso il flusso visco-plastico, perciò le strategie di tenacizzazione sono dirette a assiizzare il volue del ateriale che partecipa a questo tipo di deforazione e anche nella scelta delle diensioni delle particelle si deve tenere conto del eccaniso di deforazione della atrice, in odo da favorirlo, evitando così l insorgere della frattura fragile. In particolare l effetto delle diensioni si anifesta sul coportaento alla deforazione del poliero tenacizzato prouovendo la forazione di craze, dando luogo al fenoeno della cavitazione della goa oppure deterinando il distacco (debonding) della particella dalla atrice; in generale le particelle piccole favoriscono lo shear yielding entre quelle più grandi favoriscono lo sviluppo di craze. Nella tenacizzazione di polieri resistenti allo sviluppo di craze risulta perciò vantaggioso l utilizzo di particelle di piccole diensioni entre per polieri eno duttili, per i quali il eccaniso principale di tenacizzazione è proprio la forazione di craze, è conveniente usare particelle a orfologia coplessa, di diensioni superiori a 1 µ e con una buona adesione con la atrice. Nel caso in cui la deforazione plastica avvenga senza cavitazione la resistenza all ipatto del ateriale risulta praticaente indipendente dalle diensioni delle particelle, entre in condizioni di sollecitazione più drastiche in cui si verifichi la cavitazione attorno all apice della cricca, la tenacizzazione risulta ottiizzata solo quando le particelle sono sufficienteente grandi da cavitare pria che la cricca possa estendersi. 11

12 1.2.4 Morfologia delle particelle Le particelle di un ateriale ipiegate nella tenacizzazione dei polieri sono caratterizzate da un apia scelta di fore che variano da seplici sfere oogenee a coplesse cobinazioni di goa e inclusioni rigide. Secondo il tipo di particella usata cabia quindi l effetto sul poliero da tenacizzare: particelle più grandi, forate solo da goa oogenea, sebrano infatti cavitare e dilatarsi più facilente rispetto a particelle a orfologia coplessa. Nel caso di particelle sferiche, la cavitazione della goa porta alla forazione di fibrille che, stabilizzate dalle inclusioni rigide, favoriscono la deforazione della atrice e ne rallentano il processo di rottura contribuendo a sostenere parte della sollecitazione grazie all incrudiento per orientazione che anifestano le stesse fibrille elastoeriche Interfaccia particella - atrice L effetto dell adesione interfacciale sulla tenacizzazione è legato al eccaniso con cui si anifesta la tenacizzazione stessa: quando l azione della goa precede il distacco interfacciale particelle - atrice è possibile utilizzare prodotti debolente legati. Viceversa nel caso di polieri aorfi in cui il eccaniso di tenacizzazione dipende dalla forazione di craze ultipli è necessario garantire un adeguata adesione tra le particelle e la atrice. Lazzeri e Bucknall [15][16][17] hanno spiegato il eccaniso della tenacizzazione con goa dei polieri che non danno luogo a crazing. Le particelle incorporate nella atrice possono facilitare lo sviluppo di icrovuoti ed attivare delle dilatazioni di snervaento nella zona deforata, in prossiità della superficie di frattura. Un diffuso danneggiaento delle fibrille di goa, dovuto a rottura o a debonding, porta infatti ad una iediata frattura del ateriale. Il necessario grado di adesione può essere realizzato attraverso copolieri a blocchi e reazioni di aggraffaggio. Quando tali reazioni avvengono durante le fasi di preparazione del ateriale deterinano anche un iglioraento nella distribuzione spaziale delle particelle, riducendo la loro naturale tendenza all aggloerazione in doini elastoerici. 12

13 1.3 Tenacizzazione dei ateriali polierici con particelle inorganiche Coe si è visto nei paragrafi precedenti, la tenacità dei ateriali polierici può essere igliorata ediante l introduzione di particelle di goa. Anche l uso di riepienti rigidi ha ricevuto particolare attenzione negli anni recenti[13]. Questo approccio ha condotto in principio a ateriali rigidi e tenaci. Argon e Cohen [15][16][17] hanno proposto un eccaniso siile a quello della creazione di vuoti traite cavitazione nella tenacizzazione con goa. Secondo questa teoria, per ottenere la tenacizzazzione nei sistei con riepienti rigidi, le particelle devono distaccarsi dalla atrice, creando vuoti intorno alle particelle stesse e consentendo agli spazi interparticellari di deforarsi plasticaente. La stretching della atrice tra le particelle cavitate o che hanno subito debonding è infatti il eccaniso che consente un aggior assorbiento di energia. Dall altra parte però i vuoti riducono la resistenza alla deforazione acroscopica plastica del ateriale e la coalescenza di questi ultii può far decrescere la tenacità globale raggiungibile dal ateriale. Quindi i vuoti non dovrebbero forarsi subito dopo l applicazione del carico in quanto questo potrebbe ridurre il odulo elastico del ateriale. Per igliorare la tenacità è necessario avere una bassa adesione particella atrice per favorire il debonding a al contepo è indispensabile evitare l aggloerazione delle particelle e la coalescenza di vuoti. Le due condizioni sono spesso contraddittorie, nel senso che quando l adesione particella atrice è debole, si osserva spesso l aggloerazione delle particelle. Quando invece l adesione è forte, in odo da garantire una dispersione unifore delle particelle, si osserva inevitabilente una assenza di debonding ed un coportaento fragile del ateriale. Il problea è ancor più difficile da risolvere quando, per iniizzare gli effetti negativi della coalescenza dei vuoti, vengono utilizzate particelle olto piccole. A causa delle loro odeste diensioni, queste particelle ostrano una forte tendenza all aggloerazione. Si è resa quindi necessaria la ricerca di un opportuno agente superficiale in grado di ridurre la tensione superficiale tra le particelle inorganiche e la atrice polierica. Tale agente deve garantire una buona dispersione delle particelle a, allo stesso tepo, deve staccarsi rapidaente dell interfaccia, consentire il debonding del poliero e stiolare la forazione dei icrovuoti. Lazzeri et al.[13], studiando il coportaento di nanocopositi a base di HDPE rinforzato con particelle di CaCO 3, hanno individuato nell acido stearico questo particolare agente superficiale. 13

14 1.3.1 L acido stearico coe rivestiento superficiale L acido stearico è probabilente l agente superficiale più usato per le cariche inerali in virtù della sua capacità di igliorare la dispersione dei fillers e di antenere bassa l adesione fillers atrice. Questo agente superficiale ha un gruppo polare ed una lunga catena alifatica che può ridurre la tensione superficiale tra un poliero idrofobico e non polare quale l HDPE e particelle inorganiche, polari ed idrofiliche coe ad esepio il carbonato di calcio. Rothon [18] distingue gli agenti superficiali in due categorie: agenti di rivestiento, che rendono la superficie del filler idrofobica e quindi più copatibile con il poliero ed agenti di accoppiaento, che forano forti legai tra i fillers e la atrice. Al fine di consentire una buona tenacizzazione, gli agenti accoppianti non possono essere usati in quanto, pur garantendo una buona dispersione ed un increento della tensione di snervaento e del odulo di Young, producono una generale diinuzione della resistenza a frattura. Dall altra parte gli agenti di rivestiento garantiscono il raggiungiento di un buon livello di dispersione a al tepo stesso perettono il debonding e lo snervaento della atrice. 14

15 1.3.2 Un esepio di uso dell acido stearico Sahebian et al. [19], studiando nanocopositi a base di HDPE contenenti il 10% in volue di CaCO 3, hanno scoperto che un diverso contenuto di acido stearico influenza la resistenza all ipatto di questo tipo di ateriali copositi. In particolare la Figura 3 illustra la variazione della tenacità a frattura di questi copositi al variare del tenore di acido stearico presente. Figura 3 Dipendenza della tenacità a frattura dal tenore di acido stearico presente[19] L aggiunta del 10% in volue di CaCO 3 all HDPE provoca un decreento della resistenza a frattura del 37% circa. La vera ragione di questo decreento è da ricercarsi nell elevata tendenza all aggloerazione delle particelle di CaCO 3 non rivestite. Infatti l aggloerazione è un fenoeno olto ben conosciuto ed auenta al diinuire delle diensioni delle particelle interessate. Tra i principali fattori che provocano l aggloerazione delle particelle si ricordano le forze elettrostatiche, le forze di Van der Waals e la forazione di ponti tra solido e liquido. Tra queste forze, quelle elettrostatiche sono preponderanti rispetto alle altre. Se durante il processo di preparazione dei nanocopositi non c è alcun agente che previene l aggloerazione delle nanoparticelle di CaCO 3, le nanoparticelle si aggregano e si coportano coe un unica grande particella. Inoltre le nanoparticelle tendono a diinuire al superficie di contatto con la atrice traite l aggloerazione. 15

16 Le particelle aggloerate fungono da punti di concentrazione degli sforzi a, in questo sistea, il nuero dei concentratori di sforzo è olto basso. Quindi una piccola parte dell energia viene consuata per consentire l inizio delle frattura. In conclusione l influenza dell aggloerato sulla concentrazione degli sforzi può essere divisa in due parti: diinuisce i punti di concentrazione degli sforzi ed auenta il valore dello sforzo in tali punti. In queste condizioni è favorito il debonding delle particelle dalla atrice, a causa dell assenza di legai chiici tra particelle e atrice. Siilente a quanto è stato proposto per la forazione delle cricche, anche la loro propagazione può essere influenzata sia dalle diensioni delle particelle sia dai legai chiici tra particelle e atrice. A causa dell assenza di legai tra atrice e filler e degli alti sforzi in prossiità degli aggloerati, le cricche si propagano facilente. Confrontando la tenacità a frattura di HDPE contenente CaCO 3 rivestito con quella di HDPE con CaCO 3 non rivestito, si capisce che il valore della proprietà considerata dipende forteente dal contenuto di acido stearico. Tale tesi è avvalorata dal fatto che l aggiunta del 4% circa di acido stearico provoca un increento delle tenacità a frattura del 20%. Ciò si verifica in quanto l acido stearico previene l aggloerazione delle particelle e riduce la forza otrice per la forazione e la propagazione delle cricche. I risultati sperientali, coe si può vedere in Figura 4, ostrano che il nuero di aggloerati più grandi di 1 µ/250 2 passa da 9 per PCC100 (HDPE con 10% in volue di particelle di CaCO 3 non rivestite) a 4 per PCC140 (HDPE con 10% in volue di particelle di CaCO 3 rivestite con un tenore di acido stearico di 40g/kg CaCO 3 ) Figura 4 Nuero di aggloerati per unità di superficie in funzione del tenore di acido stearico[19] 16

17 1.4 Nanocopositi CaCO 3 / HDPE Lazzeri et al.[13] hanno deterinato gli effetti dell acido stearico sulle proprietà fisiche, reologiche e eccaniche di HDPE caricato con nanoparticelle di CaCO 3, con una particolare attenzione alla resistenza all ipatto. La Figura 5 ostra la variazione del odulo di Young per copositi CaCO 3 / HDPE per diverse concentrazioni superficiali di acido stearico. Coe si può vedere, l aggiunta del 10% in volue di CaCO 3 non rivestito provoca un auento del 70% del odulo di Young del ateriale entre l aggiunta della edesia quantità in volue di CaCO 3 rivestito provoca un auento del 45% del odulo di Young. Figura 5 Variazione del odulo di Young con il tenore di acido stearico presente[13] Un andaento siile a quello del odulo di Young è stato evidenziato anche per la tensione di snervaento. 17

18 Figura 6 Dipendenza della tensione di snervaento dal tenore di acido stearico presente[13] Coe si può vedere dalla Figura 6, un aggiunta del 10% in volue di CaCO 3 all HDPE causa un increento della tensione di snervaento in tutti i copositi, a il valore della tensione di snervaento diinuisce increentando il contenuto di acido stearico, pur non scendendo ai al di sotto del corrispondente carico di snervaento di HDPE puro. Un altro paraetro iportante, analizzato nel lavoro di Lazzeri et al.[13], che è stato preso in considerazione è la variazione di volue durante le prove tensili. Nella Figura 7 è riportata la variazione di volue in funzione della deforazione longitudinale per l HDPE puro e per tutti i suoi copositi. 18

19 Figura 7 Variazione di volue in funzione della deforazione longitudinale per HDPE puro e per i suoi copositi[13] Per tutti i copositi, ad eccezione di HDPE puro, si osserva un auento della variazione di volue con la deforazione. La diinuzione di volue con la deforazione per HDPE puro è probabilente dovuta al fatto che lo stretching delle fasi non cristalline produce l orientaento delle catene aorfe l una parallela all altra, per forare una sorta di struttura esoorfica siile a quella dei polieri liquido cristallini in fora settica, coe suggerito da Gaucher-Miri. La diinuzione della variazione di volue per l HDPE puro può anche essere dovuta ad una sorta di cristallizzazione sotto sforzo. La presenza del CaCO 3 ha l effetto opposto, causando un increento di volue dovuto al fenoeno del debonding. Per ettere in evidenza il debonding delle particelle dalla atrice ed il conseguente increento di volue dovuto alla crescita dei vuoti ed alla loro coalescenza, è preferibile separare gli effetti della variazione di volue della atrice polierica nei copositi. Per sviluppare un adeguato odello per descrivere la variazione di volue del coposito, vengono fatte alcune ipotesi: gli unici contributi alla variazione di volue dovuta alla presenza delle particelle siano dati dalla nucleazione dei vuoti all interfaccia filler atrice seguita dalla crescita dei vuoti e dalla loro coalescenza il contributo della atrice alla variazione di volue non è influenzato dalla presenza del riepiento La variazione di volue globale può essere rappresentata con l equazione seguente: 19

20 V V 0 C V = V 0 M V ( 1 ϕ ) V (5) 0 V dove ( V/V 0 ) C è la variazione di volue del coposito così coe è stata isurata durante la prova tensile, ( V/V 0 ) M è la variazione di volue della atrice nel coposito, φ è la frazione in volue del filler e ( V/V 0 ) V è la variazione di volue dovuta al debonding, alla crescita dei vuoti ed alla loro coalescenza. Nell equazione precedente si è ipotizzato che ( V/V 0 ) M fosse funzione soltanto della deforazione; in ogni caso questo valore non coincide necessariaente con la variazione di volue dell HDPE puro. L equazione (5) può essere riscritta nel seguente odo: V V V = V0 V V0 0 V C V ( 1 ϕ) (6) Con questo odello si può investigare la dipendenza della variazione di volue del coposito dalla quantità di acido stearico presente. La Figura 8 ostra la variazione di volue dei copositi in funzione del contenuto di acido stearico (g/ 2 ), per valori di deforazione del 2, 5 ed 8%. 20

21 Figura 8 Dipendenza della variazione di volue dovuta al debonding in funzione del tenore di acido stearico per deforazione longitudinale del 2, 5 e 8%[13] Coe si può vedere l aggiunta di acido stearico causa un continuo decreento della variazione di volue rispetto al valore dell HDPE caricato con particelle di CaCO 3 non rivestite. La Figura 9 ostra invece la dipendenza dell energia di ipatto dei copositi dal contenuto di acido stearico per 2 di CaCO 3. Figura 9 Dipendenza della resistenza all'ipatto per nanocopositi HDPE/CaCO 3 in funzione del tenore di acido stearico[13] Coe si può notare l aggiunta di particelle di CaCO 3 non rivestite fa sì che l energia di ipatto decresca da 14,3 a 3,3 kj/ 2. Aggiungendo progressivaente acido stearico, l energia 21

22 di ipatto cresce all interno dei liiti di coposizione esplorati. In particolare i copositi con CaCO 3 rivestito con 4,3 g/ 2 di acido stearico ha un energia di ipatto di 11,7 kj/ 2 : tale valore è inferiore del 20% rispetto a quello di HDPE puro, entre il odulo di Young per lo stesso ateriale auenta del 50% e la tensione di snervaento del 4% circa. 1.5 Copositi CaCO 3 / PP In un altro articolo, Lazzeri et al.[17] hanno sviluppato ulteriorente il odello che perette di descrivere la variazione di volue, applicandolo a copositi costituiti da PP caricato con particelle di CaCO 3 di diverso diaetro. L equazione (5) è stata riscritta nella fora: V V0 C V = V0 M ( 1 ϕ) c ϕ ε1 (7) dove il terine che rappresentava la variazione di volue dovuta al debonding è stato sostituito con un il terine c φ ε 1 : φ è la frazione voluetrica del riepiento, ε 1 è la deforazione assiale e c è un coefficiente sperientale. ( V/V 0 ) M viene considerato coe funzione della sola deforazione ed include sia l espansione elastica che l increento di volue dovuto ad altri eccanisi (crazing, forazione di icrovuoti e riarrangiaenti strutturali). Una volta deterinato il coportaento della atrice, è utile riscrivere l equazione (5) coe segue: V ε 1 V0 C V V0 M ( 1 ϕ) = c ϕ (8) dove la parte sinistra dell equazione può essere calcolata dai dati sperientali. I valori calcolati per la parte sinistra sono riportati in Figura 10 in funzione di φ. I valori per ciascun tipo di particella seguono un andaento lineare, la pendenza di tale retta è il coefficiente c dell equazione (8). 22

23 Figura 10 Derivata del terine di sinistra dell'equazione (8) rispetto ad ε 1, riportata in funzione della percentuale di filler presente[17] La Figura 10 ostra coe c vari con la diensione delle particelle in aniera inversaente proporzionale, infatti le particelle più grandi ostrano i valori di c più bassi. Dal oento che le particelle tendono ad aggloerare durante il processo di lavorazione del poliero, una parte del volue non è accessibile alla atrice polierica. Questo da luogo ad una frazione voluetrica più grande rispetto a quella noinale; di conseguenza la presenza degli aggloerati può far auentare la variazione di volue rispetto a quella calcolata con l equazione (7). I copositi che contengono particelle rigide possono essere pensati coe coposti da tre diverse fasi: le particelle, la atrice e uno strato interfacciale. Data la presenza dello strato interfacciale che è praticaente iobile, il debonding non si verifica direttaente sulla superficie della particella a ad una interfaccia più debole tra la atrice e lo strato iobile. L effetto coplessivo, in terini di variazione di volue, è di increentare la frazione voluetrica effettiva delle particelle. Dato che nell analisi precedente si è fatto uso unicaente della frazione voluetrica noinale, deve essere introdotto un terine di correzione alle equazioni (7) e (8). Per calcolare il terine correttivo è stato sviluppato un odello del prio ordine. Si tratta, coe si può vedere dalla Figura 11, di un cubo di lato L contenente una particella di diaetro D con uno strato interfacciale di spessore δ. 23

24 24 Figura 11 (a) Modello per il calcolo della frazione di filler effettiva (b) Modello per la valutazione dell increento di volue dovuto al debonding[17] Assuendo un piccolo valore di δ, la frazione voluetrica effettiva può essere calcolata secondo l equazione: = = D L D D e δ ϕ δ π π ϕ (9) Riscrivendo l equazione (6) usando la frazione voluetrica effettiva al posto di quella noinale si ottiene: = D k D V V V V M C δ ϕ δ ϕ ε (10) dove il coefficiente k viene ora usato per distinguerlo da c, il coefficiente utilizzato precedenteente. I valori di k e δ, non noti a priori, vengono estrapolati dall analisi dei dati sperientali, analogaente a quanto accadeva per il coefficiente c.

25 1.6 Copositi BaSO 4 / PP Wang et al.[21] hanno studiato le caratteristiche di un polipropilene caricato con particelle icroetriche (diaetro edio di 1,29 µ) di BaSO 4, rivestite con diversi tipi di agenti superficiali. Si tratta di una serie di copositi BaSO 4 /PP con differenti interfasi, ottenuti applicando diversi tipi di odifiche superficiali. Per produrre i copositi BaSO 4 /PP è stato utilizzato un processo a due stadi. Nel prio stadio sono stati preparati dei capioni contenenti l 80% di BaSO 4. I dettagli dei trattaenti superficiali delle particelle di BaSO 4 e della coposizione dei diversi ateriali utilizzati sono riportati in Tabella 1: Tabella 1 Denoinazione dei copositi utilizzati da Wang et al.[21] Denoinazione M - 0 M - SA M - SI M - MAH Caratteristiche PP con particelle di BaSO 4 non trattate PP con particelle di BaSO 4 pretrattate con 1% in peso di acido stearico PP con particelle di BaSO 4 pretrattate con 1% in peso di silano PP aggraffato con anidride aleica con particelle di BaSO 4 non trattate Nel secondo stadio i copositi finali sono stati ottenuti escolando ciascuno dei capioni preparati con PP vergine in un estrusore. I copositi risultanti sono stati quindi chiaati: C-0 (PP/M - 0), C-SA (PP/M - SA), C-SI (PP/M - SI), C-MAH (PP/M - MAH). Dall analisi dei risultati ottenuti dalle prove tensili si evince che una piccola aggiunta di BaSO 4 non influenza significativaente la tensione di snervaento dei ateriali, entre un contenuto relativaente alto di particelle di BaSO 4 (più del 16% in peso) ha un effetto negativo sulla tensione di snervaento (Figura 12). 25

26 Figura 12 La tensione di snervaento del PP puro e dei suoi copositi a base di BaSO 4 [21] Allo stesso tepo, il odulo di Young cresce all auentare della percentuale di filler presente (Figura 13). Figura 13 Il odulo di Young del PP puro e dei suoi copositi a base di BaSO 4 [21] Si osserva che sia la variazione della tensione di snervaento che la variazione del odulo di Young dipendono dai diversi tipi di trattaenti a cui sono state sottoposte le particelle di BaSO 4. I copositi C-MAH e C-SI, nei quali le particelle di BaSO 4 sono state odificate traite l aggiunta di PP aggraffato con anidride aleica e interfacce di silano, presentano tensione di snervaento e odulo di Young più alti rispetto a C-SA e C-0. Questo fenoeno può essere attribuito a due diversi fattori: all adesione interfacciale ed alla struttura cristallina della atrice di PP. 26

27 La dipendenza della tensione di snervaento e del odulo di Young dei polieri dalle condizioni dell interfaccia poliero-filler è una isura dell adesione interfacciale. Quando l adesione interfacciale è debole, i copositi hanno tensione di snervaento e odulo di Young relativaente bassi. Invece, quando l interazione poliero - filler viene auentata introducendo agenti accoppianti in grado di reagire, coe silani o polieri funzionalizzati, le catene di poliero che circondano le particelle di riepiento possono connettersi attorno alla superficie dei filler, forando uno strato di catene polieriche iobilizzate. Oltre alle interazioni interfacciali poliero-filler, un altro iportante paraetro che deve essere tenuto in considerazione è il grado di cristallinità della atrice polierica. Un alta cristallinità si traduce generalente in alte tensioni di snervaento e oduli di Young e viceversa. E quindi ragionevole attribuire il odulo di Young e la tensione di snervaento elevati dei copositi C-MAH e C-SI sia alla forte adesione interfacciale che alla elevata cristallinità della atrice polierica. La resistenza all ipatto Charpy di questi copositi è riportata in Figura 14: Figura 14 La resistenza all ipatto Charpy del PP puro e dei suoi copositi a base di BaSO 4 [21] La presenza di BaSO 4 non trattato provoca un leggero increento della resistenza all ipatto rispetto al PP puro. Quando la superficie delle particelle è odificata, si osserva un lieve increento della resistenza all ipatto per basse percentuali di BaSO 4, se la percentuale di BaSO 4 supera il 30%, i copositi C-MAH e C-SI hanno una resistenza all ipatto più bassa del PP puro. I copositi contenenti particelle di BaSO 4 trattate con acido stearico hanno una resistenza all ipatto particolarente buona e presentano il più alto grado di tenacità tra i 27

28 copositi analizzati. Questo fatto può essere attribuito al debonding che si verifica in questi ateriali grazie alla presenza dell acido stearico. 1.7 Copositi nanoetrici e icroetrici Coe si è visto nei paragrafi precedenti, in letteratura si trovano nuerosi studi su ateriali copositi caricati con particelle piccole. Ma quanto devono essere piccole queste particelle? Si è sviluppata la tendenza a credere che tutte le proprietà dei ateriali copositi possano essere igliorate se la diensione delle particelle è olto piccola. In realtà non è proprio così. Le particelle di piccole diensioni hanno un effetto positivo su olte proprietà funzionali dei ateriali copositi, ad esepio la tenacizzazione dipende dalla diensione delle particelle. La rigidità dei ateriali copositi è invece indipendente dalla diensione delle particelle. Ci sono poi olti eccanisi di tenacizzazione dei ateriali copositi che non possono verificarsi con particelle nanoetriche; ad esepio le nanoparticelle sono troppo piccole per consentire il crack bridging o il crack deflection. Dall altra parte invece l elevata area superficiale delle particelle perette l assorbiento di grandi quantitativi di energia quando le particelle delainano. Counque anche per quest ultio eccaniso esiste una diensione particellare ottiale, in quanto lo sforzo necessario a causare la delainazione è inversaente proporzionale alla radice quadrata della diensione delle particelle. Per spiegare questi coportaenti apparenteente incoerenti dei ateriali copositi, Cotterel et al. [22] hanno introdotto il concetto della distanza interparticellare critica, sebbene questo concetto non sia ancora universalente accettato. È facile diostrare, con seplici considerazioni geoetriche, che una diinuzione del diaetro delle nanoparticelle (increento dell area specifica) porta ad riduzione proporzionale dell apiezza dell interfase nanoparticelle atrice o distanza interparticellare. Questo fenoeno è ostrato scheaticaente in Figura 15: 28

29 Figura 15 Correlazione tra il diaetro delle nanoparticelle, la distanza interparticellare e la percentuale in volue di nanoparticelle[4] La distanza tra due nanoparticelle vicine con diaetro di 20 n, con una percentuale di filler di rinforzo dell 1% in volue, è circa pari a 55 n; nel caso di particelle aventi diaetro di 55 n, tale distanza risulta essere 15 volte più grande. Si riporta nella Figura 16 l andaento dell energia all ipatto Izod per un nylon 6,6 rinforzato con diversi tenori di goa in funzione della distanza interparticellare. Figura 16 Energia di ipatto Izod per nylon 6,6 rinforzato con goa in funzione della distanza interparticellare[22] 29

30 Un siile tipo di azione rinforzante può essere ottenuto sia con particelle rigide che con particelle goose: le particelle devono però essere in grado di delainare dalla atrice in aniera relativaente seplice. L unica differenza tra la cavitazione di una particella di goa ed il debonding di una particella rigida è il fatto che le particelle rigide ipediscono la contrazione poissoniana dei vuoti. L introduzione di nanoparticelle sferiche rigide, in particolar odo le particelle di CaCO 3, può rappresentare un effettivo etodo di tenacizzazione dei polieri seicristallini. Invece l introduzione di particelle di nanoargilla non provoca la tenacizzazione dei polieri seicristallini a in olti casi ne provoca l infragiliento La distanza interparticellare critica Il concetto della distanza interparticellare critica non rappresenta un eccaniso di tenacizzazione a solo la possibile conseguenza di un eccaniso. Nel tentativo di dare un interpretazione fisica al fenoeno, il concetto della distanza interparticellare critica è stato esso in relazione con alla transcristallinità. Muratoglu et al.[23] hanno studiato il coportaento di nylon 6 rinforzato con particelle di goa, osservando che dopo la sollecitazione, in prossiità delle particelle di goa, le laelle presentavano un orientazione perpendicolare alla superficie della goa, a non sono stati in grado di isurare l estensione dell orientaento. Bartczak et al.[24] hanno ripetuto gli esperienti di Muratoglu et al. con fil sottili di HDPE posti tra due strati di goa e di calcite, ettendo in luce che le laelle riescono ad orientarsi per fil più piccoli di 400 n. Questi esperienti sebrano indicare che il concetto di distanza interparticellare critica può essere identificato con uno strato transcristallino esistente intorno alle particelle, con le laelle orientate noralente alla superficie. I due principali eccanisi che consentono la tenacizzazione dei ateriali copositi sono la delainazione delle particelle e l assorbiento di energia da parte della atrice. Sebbene la atrice assorba la aggior parte dell energia che un coposito può iagazzinare durante la sollecitazione, nel paragrafo seguente l attenzione sarà focalizzata sull effetto che le diensioni delle particelle hanno sulla delainazione. 30

31 Il contributo dato dalla delainazione di particelle sferiche È noto che per ottenere elevata tenacizzazione le particelle devono cavitare o delainare ad una tensione di snervaento praticaente costante. Una condizione necessaria per la copleta delainazione è che l energia rilasciata dalla delainazione sia aggiore o uguale all energia di tenacizzazione per delainazione della superficie delle particelle. Il rilascio di energia W viene stiato coe: ( ) ( ) ( ) = p p h E E E d W υ υ υ σ π (11) dove E ed E p sono i oduli di Young della particella e della atrice, υ e υ p sono i oduli di Poisson della particella e della atrice, d è il diaetro della particella e σ h è la assia tensione idrostatica all apice di una cricca. Se Γ d è la tenacità alla delainazione, è possibile che la particella delaini se: ( ) ( ) ( ) Γ p p h d E E E d υ υ υ σ (12) Nel caso di particelle sferiche, una stia realistica dell energia assorbita dalla delainazione delle particelle può essere ottenuta dalla eccanica lineare della frattura (LEFM), anche se la frattura dei nanocopositi seicristallini non può essere accurataente descritta in questo odo. Usando la LEFM, la assia tensione idrostatica all apice di una cricca è data da: D K Ic h π σ 2 0,8 (13)

32 dove K Ic = Γ E è la tenacità a frattura del nanocoposito, Γ c è l energia di frattura del c c nanocoposito, E c è il odulo di Young del nanocoposito e D è l apiezza assia sul piano di frattura che garantisce la tensione idrostatica σ h Il nuero di particelle per unità di area di frattura piana è dato da: N 12 υ p D = π 3 d (14) dove υ p è la frazione in volue delle particelle ed il assio contributo alla tenacizzazione alla frattura Γ del. Il assio contributo alla tenacità a frattura che può essere dato dalla delainazione delle particelle è: Γ del = N Γ d 2 π d = 12 υ Γ p d D d (15) Considerando ad esepio un coposito CaCO 3 /PP ed assuendo E = 1,4 GPa; υ = 0,35; E p = 26 GPa, υ p = 0,2; è possibile una copleta delainazione se: 2 σ h d E > 3 Γ d (16) Sostituendo al posto di Γ d dalle equazioni (13) e (16) e assuendo che E c E si ottiene che: Γ Γ del c 0,4 υ (17) p Il contributo dell energia di delainazione delle particelle dipende soltanto dal volue delle particelle e non dalla loro diensione. Al contrario l energia di delainazione è inversaente proporzionale alla diensione delle particelle. 32

33 2. Stato dell arte sul creep dei ateriali copositi 2.1 Generalità sul creep Il creep è una deforazione plastica dipendente dal tepo che ha luogo in condizioni di tensioni più basse di quella di snervaento[25]. I dati ottenuti da una prova di creep sono in generale la deforazione a creep ε e il tepo di creep t. In Figura 17 viene ostrata una curva scheatica di creep ed in aggiunta la velocità di creep, calcolata dalla prova ed indicata con ε Figura 17 Curva di creep al variare della deforazione[26] In accordo con le curve, l intero processo di creep può essere considerato coe costituito da quattro step: 1. deforazione istantanea ε 0, indicata con I 2. creep priario con deforazione associata ε 1, indicato con II 3. creep secondario con deforazione associata ε 2, indicato con III 4. creep terziario con deforazione associata ε 3, indicato con IV La deforazione istantanea è dovuta alla deforazione elastica o plastica del poliero, una volta che il carico esterno è stato applicato; questo step è indipendente dal tepo. Nello step di creep priario, la velocità di creep parte da un valore alto e diinuisce veloceente nel 33

34 tepo; questo può essere dovuto all orientazione delle catene polieriche sotto uno sforzo persistente. Dopo un certo periodo di tepo, la velocità di creep raggiunge un valore stazionario nello step di creep secondario, nel quale si verifica il flusso viscoelastico del poliero. La durata di questo step è relativaente lunga se il carico applicato è basso. Infine il ateriale giunge allo step del creep terziario, dove la velocità di creep auenta rapidaente e si giunge alla rottura del ateriale. Oltre alla deforazione, un altro paraetro che viene spesso utilizzato per descrivere il coportaento al creep e la creep copliance J(t). Essa può essere ricavata dalla seguente relazione: ε ( t, σ ( t)) J ( t, σ ( t)) = (18) σ dove t è il tepo di creep, σ(t) è il carico applicato, σ 0 è il carico iniziale applicato ed ε(t,σ(t)) è la deforazione di creep, che dipende dal tepo di creep e dal carico. Una curva scheatica della creep copliance J(t) in funzione del tepo a teperatura costante in un apia scala di tepi è riportata in Figura 18: 0 Figura 18 Curva di creep al variare della creep copliance[26] Una bassa resistenza a creep ed una bassa stabilità diensionale rappresentano generalente un liite dei ateriali teroplastici. Migliorare la loro vita di utilizzo e la loro sicurezza rappresenta uno degli scopi della scienza dei ateriali. Il fine di questo iglioraento è di espandere il loro capo di applicazione, soprattutto nell industria dell autoazione e nel capo bioedico. 34

Confronto fra valore del misurando e valore di riferimento (1 di 2)

Confronto fra valore del misurando e valore di riferimento (1 di 2) Confronto fra valore del isurando e valore di riferiento (1 di 2) Talvolta si deve espriere un parere sulla accettabilità o eno di una caratteristica fisica del isurando ediante il confronto fra il valore

Dettagli

LAVORO ED ENERGIA Corso di Fisica per Farmacia, Facoltà di Farmacia, Università G. D Annunzio, Cosimo Del Gratta 2006

LAVORO ED ENERGIA Corso di Fisica per Farmacia, Facoltà di Farmacia, Università G. D Annunzio, Cosimo Del Gratta 2006 LAVORO ED ENERGIA INTRODUZIONE L introduzione dei concetto di lavoro, energia cinetica ed energia potenziale ci perettono di affrontare i problei della dinaica in un odo nuovo In particolare enuncereo

Dettagli

APPUNTI DEL CORSO DI SISTEMI IMPIANTISTICI E SICUREZZA REGIMI DI FUNZIONAMENTO DEI CIRCUITI ELETTRICI: CORRENTE CONTINUA

APPUNTI DEL CORSO DI SISTEMI IMPIANTISTICI E SICUREZZA REGIMI DI FUNZIONAMENTO DEI CIRCUITI ELETTRICI: CORRENTE CONTINUA APPUNTI DL CORSO DI SISTMI IMPIANTISTICI SICURZZA RGIMI DI FUNZIONAMNTO DI CIRCUITI LTTRICI: CORRNT CONTINUA SOLO ALCUNI SMPI DI ANALISI DI UN CIRCUITO LTTRICO FUNZIONANTI IN CORRNT CONTINUA APPUNTI DL

Dettagli

MASSA PESO DENSITÀ PESO SPECIFICO

MASSA PESO DENSITÀ PESO SPECIFICO LEZIONE N. 9 1 In questa lezione trattereo di: VOLUMA, MASSA, PESO, DENSITÀ, PESO SPECIFICO VOLUME Il volue è inteso coe spazio occupato da un corpo in 3 diensioni. L unità di isura del volue nel S.I.

Dettagli

TECNICA DELLE COSTRUZIONI: PROGETTO DI STRUTTURE LE FONDAZIONI

TECNICA DELLE COSTRUZIONI: PROGETTO DI STRUTTURE LE FONDAZIONI LE FONDAZIONI Generalità sulle fondazioni Fondazioni dirette Plinti isolati Trave rovescia Esecutivi di strutture di fondazione Generalità Le opere di fondazione hanno il compito di trasferire le sollecitazioni

Dettagli

CONVENZIONE UNIVERSITÀ DI PERUGIA DELTATECH. Rapporto Attività di Ricerca. Prove ad impatto su laminati compositi con.

CONVENZIONE UNIVERSITÀ DI PERUGIA DELTATECH. Rapporto Attività di Ricerca. Prove ad impatto su laminati compositi con. CONVENZIONE UNIVERSITÀ DI PERUGIA DELTATECH Rapporto Attività di Ricerca Prove ad impatto su laminati compositi con Ball Drop Tester Prof. L. Torre Fase 1: Terni 18/6/214 METODI Sono stati effettuati test

Dettagli

RESISTENZA DEI MATERIALI TEST

RESISTENZA DEI MATERIALI TEST RESISTENZA DEI MATERIALI TEST 1. Nello studio della resistenza dei materiali, i corpi: a) sono tali per cui esiste sempre una proporzionalità diretta tra sollecitazione e deformazione b) sono considerati

Dettagli

a.a. 2005/2006 Laurea Specialistica in Fisica Corso di Fisica Medica 1 Utilizzo ECG

a.a. 2005/2006 Laurea Specialistica in Fisica Corso di Fisica Medica 1 Utilizzo ECG a.a. 2005/2006 Laurea Specialistica in Fisica Corso di Fisica Medica 1 Utilizzo ECG 27/4/2006 Cuore come dipolo elettrico Il cuore considerato come un generatore elettrico complesso, in cui sono presenti

Dettagli

REVISIONE 0 APRILE 2000 Pag. 1 di 10

REVISIONE 0 APRILE 2000 Pag. 1 di 10 SISTEMA NAZIONALE PER L'ACCREDITAMENTO DI LAORATORI DT-000/4 ESEMPI APPLICATIVI DI VALUTAZIONE DELL INCERTEZZA NELLE MISURAZIONI CHIMIICHE INDICE parte sezione pagina Esepio n. 1: Analisi del ercurio in

Dettagli

La propagazione delle onde luminose può essere studiata per mezzo delle equazioni di Maxwell. Tuttavia, nella maggior parte dei casi è possibile

La propagazione delle onde luminose può essere studiata per mezzo delle equazioni di Maxwell. Tuttavia, nella maggior parte dei casi è possibile Elementi di ottica L ottica si occupa dello studio dei percorsi dei raggi luminosi e dei fenomeni legati alla propagazione della luce in generale. Lo studio dell ottica nella fisica moderna si basa sul

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

--- durezza --- trazione -- resilienza

--- durezza --- trazione -- resilienza Proprietà meccaniche Necessità di conoscere il comportamento meccanico di un certo componente di una certa forma in una certa applicazione prove di laboratorio analisi del comportamento del componente

Dettagli

INTRODUZIONE alle TRASMISSIONI

INTRODUZIONE alle TRASMISSIONI INTRODUZIONE alle TRASMISSIONI Una trasissione eccanica è il coplesso degli organi che servono per trasettere potenza in un sistea eccanico. Alcuni di tali organi, coe alberi, giunti e innesti, trasettono

Dettagli

Dimensionamento delle strutture

Dimensionamento delle strutture Dimensionamento delle strutture Prof. Fabio Fossati Department of Mechanics Politecnico di Milano Lo stato di tensione o di sforzo Allo scopo di caratterizzare in maniera puntuale la distribuzione delle

Dettagli

LEZIONI N 24 E 25 UNIONI SALDATE

LEZIONI N 24 E 25 UNIONI SALDATE LEZIONI N 24 E 25 UNIONI SALDATE Le saldature si realizzano prevalentemente con il metodo dell arco elettrico, utilizzando elettrodi rivestiti, che forniscono il materiale di apporto. Il collegamento è

Dettagli

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE GRUPPI DI LAVORO GRUPPO DI LAVORO Un gruppo di lavoro è costituito da un insieme di individui che interagiscono tra loro con una certa regolarità, nella consapevolezza di dipendere l uno dall altro e di

Dettagli

1. Distribuzioni campionarie

1. Distribuzioni campionarie Università degli Studi di Basilicata Facoltà di Economia Corso di Laurea in Economia Aziendale - a.a. 2012/2013 lezioni di statistica del 3 e 6 giugno 2013 - di Massimo Cristallo - 1. Distribuzioni campionarie

Dettagli

CONDUTTORI, CAPACITA' E DIELETTRICI

CONDUTTORI, CAPACITA' E DIELETTRICI CONDUTTORI, CAPACITA' E DIELETTRICI Capacità di un conduttore isolato Se trasferiamo una carica elettrica su di un conduttore isolato questa si distribuisce sulla superficie in modo che il conduttore sia

Dettagli

Capitolo 4: Ottimizzazione non lineare non vincolata parte II. E. Amaldi DEIB, Politecnico di Milano

Capitolo 4: Ottimizzazione non lineare non vincolata parte II. E. Amaldi DEIB, Politecnico di Milano Capitolo 4: Ottimizzazione non lineare non vincolata parte II E. Amaldi DEIB, Politecnico di Milano 4.3 Algoritmi iterativi e convergenza Programma non lineare (PNL): min f(x) s.v. g i (x) 0 1 i m x S

Dettagli

LE STRATEGIE DI COPING

LE STRATEGIE DI COPING Il concetto di coping, che può essere tradotto con fronteggiamento, gestione attiva, risposta efficace, capacità di risolvere i problemi, indica l insieme di strategie mentali e comportamentali che sono

Dettagli

TRASMISSIONE DELLA POTENZA

TRASMISSIONE DELLA POTENZA TRASMISSIOE DELLA POTEZA (Distillazione verticale) Conoscenza del principio di fnzionaento dei principali sistei di trasissione e trasforazione del oto. Sapere effettare calcoli si principali sistei di

Dettagli

Domande a scelta multipla 1

Domande a scelta multipla 1 Domande a scelta multipla Domande a scelta multipla 1 Rispondete alle domande seguenti, scegliendo tra le alternative proposte. Cercate di consultare i suggerimenti solo in caso di difficoltà. Dopo l elenco

Dettagli

Proprietà meccaniche. Prove meccaniche. prova di trazione prova di compressione prova di piegamento prova di durezza prova di fatica prova di creep

Proprietà meccaniche. Prove meccaniche. prova di trazione prova di compressione prova di piegamento prova di durezza prova di fatica prova di creep Proprietà meccaniche Prove meccaniche prova di trazione prova di compressione prova di piegamento prova di durezza prova di fatica prova di creep Prova di trazione provini di dimensione standard deformazione

Dettagli

Appunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing

Appunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing Macchina di Turing Una macchina di Turing è costituita dai seguenti elementi (vedi fig. 1): a) una unità di memoria, detta memoria esterna, consistente in un nastro illimitato in entrambi i sensi e suddiviso

Dettagli

Corso di Componenti e Impianti Termotecnici LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE

Corso di Componenti e Impianti Termotecnici LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE 1 PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE Sono le perdite di carico (o di pressione) che un fluido, in moto attraverso un condotto, subisce a causa delle resistenze

Dettagli

CHRYSO Flexò la tecnologia avanzata per pannelli a taglio termico

CHRYSO Flexò la tecnologia avanzata per pannelli a taglio termico la tecnologia avanzata per pannelli a taglio termico CHRYSO Flexò: la tecnologia avanzata per pannelli a taglio termico IL SISTEMA, COPERTO DA BREVETTO INTERNAZIONALE, PER OTTIMIZZARE LA PRESTAZIONE TERMICA

Dettagli

Ponti di misura. Fig.1.1 - Ponte di Wheatstone (A) e circuito equivalente di Thevenin (B).

Ponti di misura. Fig.1.1 - Ponte di Wheatstone (A) e circuito equivalente di Thevenin (B). Ponti di isura - Ponti di isura - Il ponte di Wheatstone Schea generale Il ponte di Wheatstone trova nuerose applicazioni nel capo delle isure elettriche per la deterinazione di paraetri resistivi. Il

Dettagli

I.T.I. Modesto PANETTI B A R I

I.T.I. Modesto PANETTI B A R I I.T.I. Modesto PAETTI B A R I Via Re David, 86-705 BARI 080-54.54. - Fa 080-54.64.3 Intranet http://0.0.0. - Internet http://www.itispanetti.it eail : BATF05000C@istruzione.it Introduzione Analisi statistica

Dettagli

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R Studio di funzione Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R : allo scopo di determinarne le caratteristiche principali.

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2015/16 ] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania, Margherita Scoppola e Francesco Aiello) 6-1

Dettagli

Indice di rischio globale

Indice di rischio globale Indice di rischio globale Di Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato Introduzione Con tale studio abbiamo cercato di creare un indice generale capace di valutare il rischio economico-finanziario

Dettagli

Analisi bivariata. Dott. Cazzaniga Paolo. Dip. di Scienze Umane e Sociali paolo.cazzaniga@unibg.it

Analisi bivariata. Dott. Cazzaniga Paolo. Dip. di Scienze Umane e Sociali paolo.cazzaniga@unibg.it Dip. di Scienze Umane e Sociali paolo.cazzaniga@unibg.it Introduzione : analisi delle relazioni tra due caratteristiche osservate sulle stesse unità statistiche studio del comportamento di due caratteri

Dettagli

La resistenza di un materiale dal comportamento fragile va analizzata attraverso gli strumenti della meccanica della frattura.

La resistenza di un materiale dal comportamento fragile va analizzata attraverso gli strumenti della meccanica della frattura. La resistenza di un materiale dal comportamento fragile va analizzata attraverso gli strumenti della meccanica della frattura. Il sistema di riferimento è quello di un componente soggetto a carichi esterni

Dettagli

ANALISI STRUTTURALE DELLA TRAVE PORTA-PARANCO IN ACCIAIO (sala C LNGS - INFN)

ANALISI STRUTTURALE DELLA TRAVE PORTA-PARANCO IN ACCIAIO (sala C LNGS - INFN) ANALISI STRUTTURALE DELLA TRAE PORTA-PARANCO IN ACCIAIO (sala C LNGS - INFN) SALA C SALA A SALA B Ing. FRANCESCO POTENZA Ing. UBERTO DI SABATINO 1 1. PREESSA La presente relazione illustra i risultati

Dettagli

Prof. Silvio Reato Valcavasia Ricerche. Il piano cartesiano

Prof. Silvio Reato Valcavasia Ricerche. Il piano cartesiano Il piano cartesiano Per la rappresentazione di grafici su di un piano si utilizza un sistema di riferimento cartesiano. Su questo piano si rappresentano due rette orientate (con delle frecce all estremità

Dettagli

V= R*I. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro.

V= R*I. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro. PREMESSA: Anche intuitivamente dovrebbe a questo punto essere ormai chiaro

Dettagli

SPC e distribuzione normale con Access

SPC e distribuzione normale con Access SPC e distribuzione normale con Access In questo articolo esamineremo una applicazione Access per il calcolo e la rappresentazione grafica della distribuzione normale, collegata con tabelle di Clienti,

Dettagli

CHE COSA CAMBIA CON LA NUOVA NORMA EUROPEA PER PROFILI IN PVC UNI EN 12608

CHE COSA CAMBIA CON LA NUOVA NORMA EUROPEA PER PROFILI IN PVC UNI EN 12608 COSTRUIRE SERRAMENTI IN PVC CHE COSA CAMBIA CON LA NUOVA NORMA EUROPEA PER PROFILI IN PVC UNI EN 12608 1 La norma europea rivolta alla definizione delle caratteristiche dei profili in PVC per finestre

Dettagli

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni 25.1: Introduzione In questo capitolo la teoria economica discussa nei capitoli 23 e 24 viene applicata all analisi dello scambio del rischio nel

Dettagli

REAZIONI ORGANICHE Variazioni di energia e velocità di reazione

REAZIONI ORGANICHE Variazioni di energia e velocità di reazione REAZIONI ORGANICHE Variazioni di energia e velocità di reazione Abbiamo visto che i composti organici e le loro reazioni possono essere suddivisi in categorie omogenee. Per ottenere la massima razionalizzazione

Dettagli

Misure elettriche circuiti a corrente continua

Misure elettriche circuiti a corrente continua Misure elettriche circuiti a corrente continua Legge di oh Dato un conduttore che connette i terinali di una sorgente di forza elettrootrice si osserva nel conduttore stesso un passaggio di corrente elettrica

Dettagli

Carichi unitari. Dimensionamento delle sezioni e verifica di massima. Dimensionamento travi a spessore. Altri carichi unitari. Esempio.

Carichi unitari. Dimensionamento delle sezioni e verifica di massima. Dimensionamento travi a spessore. Altri carichi unitari. Esempio. Carichi unitari delle sezioni e verifica di massima Una volta definito lo spessore, si possono calcolare i carichi unitari (k/m ) Solaio del piano tipo Solaio di copertura Solaio torrino scala Sbalzo piano

Dettagli

Edited by Foxit PDF Editor Copyright (c) by Foxit Software Company, 2004 For Evaluation Only.

Edited by Foxit PDF Editor Copyright (c) by Foxit Software Company, 2004 For Evaluation Only. In un mercato del lavoro competitivo esistono due tipi di lavoratori, quelli con alta produttività L A, che producono per 30 $ l'ora, e quelli con bassa produttività, L B, che producono per 5 $ l'ora.

Dettagli

Project Cycle Management

Project Cycle Management Project Cycle Management Tre momenti centrali della fase di analisi: analisi dei problemi, analisi degli obiettivi e identificazione degli ambiti di intervento Il presente materiale didattico costituisce

Dettagli

Soluzione di equazioni quadratiche

Soluzione di equazioni quadratiche Soluzione di equazioni quadratiche Soluzione sulla Retta Algebrica Inseriamo sulla Retta Algebrica le seguenti espressioni polinomiali x e x 3 e cerchiamo di individuare i valori di x per i quali i punti

Dettagli

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni 25.1: Introduzione In questo capitolo la teoria economica discussa nei capitoli 23 e 24 viene applicata all analisi dello scambio del rischio nel

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2013/14] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania) 6-1 Struttura della presentazione Domanda e

Dettagli

Interruttore automatico

Interruttore automatico Interruttore automatico Dimensionamento degli interruttori automatici adeguati per inverter soggetti ai fattori di influenza specifici degli impianti FV Contenuto La scelta dell interruttore automatico

Dettagli

FERRARI 575M Maranello Velocità Massima 325 Km/h Accelerazione Massima 0-100Km/h in 4,2 s

FERRARI 575M Maranello Velocità Massima 325 Km/h Accelerazione Massima 0-100Km/h in 4,2 s 1 IL MOTO RETTILINEO UNIFORMEMENTE ACCELERATO L accelerazione. Una autoobile di grossa cilindrata, coe la Ferrari 575M Maranello, è apprezzata per la sua ripresa, cioè per la sua capacità di variare la

Dettagli

Prima parte. giustificando le a operazioni fatte con le proprietà delle congruenze utilizzate. Poiché ax b mod n (a mod n) x (b mod n) mod n

Prima parte. giustificando le a operazioni fatte con le proprietà delle congruenze utilizzate. Poiché ax b mod n (a mod n) x (b mod n) mod n Soluione del copito di Fondaenti di Mateatica del discreto laurea OnLine 6 aio 7 Per la soluione si è posto: N = 7354 n=n od =354; =G od 4)+4=7; =M od 6)+=5; a=a od =86 Pria parte 3 96 od). Deterinare

Dettagli

I casi d uso corrispondono ai compiti che l attore (che può essere una persona fisica e non) può svolgere.

I casi d uso corrispondono ai compiti che l attore (che può essere una persona fisica e non) può svolgere. UML e i Casi d USO I casi d uso specificano una sequenza di azioni che producono un risultato visibile agli attori del sistema. Essi nascono per fornire descrizioni delle capacità del sistema. I casi d

Dettagli

REGOLAMENTO (UE) N. 1235/2011 DELLA COMMISSIONE

REGOLAMENTO (UE) N. 1235/2011 DELLA COMMISSIONE 30.11.2011 Gazzetta ufficiale dell Unione europea L 317/17 REGOLAMENTO (UE) N. 1235/2011 DELLA COMMISSIONE del 29 novembre 2011 recante modifica del regolamento (CE) n. 1222/2009 del Parlamento europeo

Dettagli

come nasce una ricerca

come nasce una ricerca PSICOLOGIA SOCIALE lez. 2 RICERCA SCIENTIFICA O SENSO COMUNE? Paola Magnano paola.magnano@unikore.it ricevimento: martedì ore 10-11 c/o Studio 16, piano -1 PSICOLOGIA SOCIALE COME SCIENZA EMPIRICA le sue

Dettagli

da 2 a 5 giocatori, dai 10 anni in su, durata 30 minuti

da 2 a 5 giocatori, dai 10 anni in su, durata 30 minuti da 2 a 5 giocatori, dai 10 anni in su, durata 30 minuti OBIETTIVO Il vincitore è colui che, dopo due round di gioco, delle sue 11 ordinazioni, ne ha consegnate il maggior numero. CONTENUTO DELLA SCATOLA

Dettagli

(Atti per i quali la pubblicazione non è una condizione di applicabilità) COMMISSIONE

(Atti per i quali la pubblicazione non è una condizione di applicabilità) COMMISSIONE L 86/6 Gazzetta ufficiale dell Unione europea 5.4.2005 II (Atti per i quali la pubblicazione non è una condizione di applicabilità) COMMISSIONE DECISIONE DELLA COMMISSIONE del 22 marzo 2005 che stabilisce

Dettagli

ELEMENTI DI STATISTICA

ELEMENTI DI STATISTICA Dipartimento di Ingegneria Meccanica Chimica e dei Materiali PROGETTAZIONE E GESTIONE DEGLI IMPIANTI INDUSTRIALI Esercitazione 6 ORE ELEMENTI DI STATISTICA Prof. Ing. Maria Teresa Pilloni Anno Accademico

Dettagli

(liberamente interpretato da http://www2.unipr.it/~bottarel/epi/homepage.html) SCHEDA ALUNNI. Descrizione dell attività:

(liberamente interpretato da http://www2.unipr.it/~bottarel/epi/homepage.html) SCHEDA ALUNNI. Descrizione dell attività: Pagina 1 di 11 (liberamente interpretato da http://www2.unipr.it/~bottarel/epi/homepage.html) SCHEDA ALUNNI Descrizione dell attività: Problema 1. Siamo nel 2060 ed ormai gli umani hanno colonizzato Marte.

Dettagli

DETERMINAZIONE DI V S30 ReMi software

DETERMINAZIONE DI V S30 ReMi software DETERMINAZIONE DI V S30 ReMi software Il calcolo di questo parametro dinamico può essere effettuato attraverso le classiche prove sismiche in foro del tipo DOWN-HOLE oppure con metodi innovativi indiretti.

Dettagli

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω GIROSCOPIO Scopo dell esperienza: Verificare la relazione: ω p = bmg/iω dove ω p è la velocità angolare di precessione, ω è la velocità angolare di rotazione, I il momento principale d inerzia assiale,

Dettagli

FONDAMENTI DI CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria Meccanica. http://web.ing.unimo.it/~lbiagiotti/fondamenticontrolli1415.html SISTEMI ELEMENTARI

FONDAMENTI DI CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria Meccanica. http://web.ing.unimo.it/~lbiagiotti/fondamenticontrolli1415.html SISTEMI ELEMENTARI FONDAMENTI DI CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria Meccanica http://web.ing.unimo.it/~lbiagiotti/fondamenticontrolli1415.html SISTEMI ELEMENTARI Ing. e-mail: luigi.biagiotti@unimore.it http://www.dii.unimore.it/~lbiagiotti

Dettagli

... a) Lo spettro di un segnale SSB è costituito da... b) Un segnale SSB può essere ottenuto... in una... mediante un... centrato su...

... a) Lo spettro di un segnale SSB è costituito da... b) Un segnale SSB può essere ottenuto... in una... mediante un... centrato su... MODULAZIONE ANALOGICA UNITÀ VERIFICA Copleta: a) Per odulazione lineare si intende la... dello spettro del... intorno alla frequenza... b) La odulazione di apiezza consiste nel... del segnale portante...

Dettagli

Scelta intertemporale: Consumo vs. risparmio

Scelta intertemporale: Consumo vs. risparmio Scelta intertemporale: Consumo vs. risparmio Fino a questo punto abbiamo considerato solo modelli statici, cioè modelli che non hanno una dimensione temporale. In realtà i consumatori devono scegliere

Dettagli

EQUAZIONI DIFFERENZIALI. 1. Trovare tutte le soluzioni delle equazioni differenziali: (a) x = x 2 log t (d) x = e t x log x (e) y = y2 5y+6

EQUAZIONI DIFFERENZIALI. 1. Trovare tutte le soluzioni delle equazioni differenziali: (a) x = x 2 log t (d) x = e t x log x (e) y = y2 5y+6 EQUAZIONI DIFFERENZIALI.. Trovare tutte le soluzioni delle equazioni differenziali: (a) x = x log t (d) x = e t x log x (e) y = y 5y+6 (f) y = ty +t t +y (g) y = y (h) xy = y (i) y y y = 0 (j) x = x (k)

Dettagli

Transitori del primo ordine

Transitori del primo ordine Università di Ferrara Corso di Elettrotecnica Transitori del primo ordine Si consideri il circuito in figura, composto da un generatore ideale di tensione, una resistenza ed una capacità. I tre bipoli

Dettagli

Piano di gestione della qualità

Piano di gestione della qualità Piano di gestione della qualità Pianificazione della qualità Politica ed obiettivi della qualità Riferimento ad un eventuale modello di qualità adottato Controllo della qualità Procedure di controllo.

Dettagli

VENTILAZIONE NATURALE AD USO INDUSTRIALE Stabilimento Marcegaglia - Via Bresciani, 16-46040 Gazoldo Degli Ippoliti (MN) 2 febbraio 2010

VENTILAZIONE NATURALE AD USO INDUSTRIALE Stabilimento Marcegaglia - Via Bresciani, 16-46040 Gazoldo Degli Ippoliti (MN) 2 febbraio 2010 VENTILAZIONE NATURALE AD USO INDUSTRIALE Stabiliento Marcegaglia Via Bresciani, 16 46040 Gazoldo Degli Ippoliti (MN) 2 febbraio 2010 1 Schea dell intervento Obiettivo: riduzione della concentrazione di

Dettagli

VALORE DELLE MERCI SEQUESTRATE

VALORE DELLE MERCI SEQUESTRATE La contraffazione in cifre: NUOVA METODOLOGIA PER LA STIMA DEL VALORE DELLE MERCI SEQUESTRATE Roma, Giugno 2013 Giugno 2013-1 Il valore economico dei sequestri In questo Focus si approfondiscono alcune

Dettagli

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE STUDIO DI FUNZIONE Passaggi fondamentali Per effettuare uno studio di funzione completo, che non lascia quindi margine a una quasi sicuramente errata inventiva, sono necessari i seguenti 7 passaggi: 1.

Dettagli

Caratterizzazione di finestre da vuoto e radome. Modello circuitale delle finestre da vuoto e dei radome

Caratterizzazione di finestre da vuoto e radome. Modello circuitale delle finestre da vuoto e dei radome ISTITUTO NAZIONALE DI ASTROFISICA OSSERVATORIO ASTROFISICO DI ARCETRI L.GO E. FERMI, 5, 50125 FIRENZE TEL. 39-055-27521; FAX: 39-055-220039 C.F./P.IVA: 97220210583 Caratterizzazione di finestre da vuoto

Dettagli

L EQUILIBRIO UNIVERSALE dalla meccanica celeste alla fisica nucleare

L EQUILIBRIO UNIVERSALE dalla meccanica celeste alla fisica nucleare L EQUILIBRIO UNIVERSALE dalla meccanica celeste alla fisica nucleare Cap.4 giroscopio, magnetismo e forza di Lorentz teoria del giroscopio Abbiamo finora preso in considerazione le condizionidi equilibrio

Dettagli

Proprietà meccaniche. Caratteristiche elastiche: Vetro di silicato sodicocalcico

Proprietà meccaniche. Caratteristiche elastiche: Vetro di silicato sodicocalcico Proprietà eccaniche Caratteristiche elastiche: Vetro di silicato sodicocalcico (EN-572) Vetro di borosilicato (EN-1748) Modulo di Young 70 GPa 60-70 GPa Rapporto di Poisson 0.2 0.2 Durezza P profilo ipronta

Dettagli

Teoria delle code. Sistemi stazionari: M/M/1 M/M/1/K M/M/S

Teoria delle code. Sistemi stazionari: M/M/1 M/M/1/K M/M/S Teoria delle code Sistemi stazionari: M/M/1 M/M/1/K M/M/S Fabio Giammarinaro 04/03/2008 Sommario INTRODUZIONE... 3 Formule generali di e... 3 Leggi di Little... 3 Cosa cerchiamo... 3 Legame tra N e le

Dettagli

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo. L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea IT 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono

Dettagli

COMUNE DI SOLBIATE ARNO

COMUNE DI SOLBIATE ARNO SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 98 del 14.11.2013 1 GLI ELEMENTI DEL SISTEMA DI VALUTAZIONE Oggetto della valutazione:obiettivi

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale adattamento italiano di Novella Bottini 1 Struttura della presentazione Domanda e offerta relative Benessere e ragioni di scambio Effetti della

Dettagli

I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo

I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo diverse metodologie. 1 La tempra termica (o fisica) si basa

Dettagli

DIMENSIONAMENTO DEL MARTINETTO PER RICIRCOLO DI SFERE

DIMENSIONAMENTO DEL MARTINETTO PER RICIRCOLO DI SFERE DIMENSIONAMENTO DEL MARTINETTO PER RICIRCOLO DI SFERE Per un corretto dimensionamento del martinetto a ricircolo di sfere è necessario operare come segue: definizione dei dati del dell applicazione (A)

Dettagli

L uso della Balanced Scorecard nel processo di Business Planning

L uso della Balanced Scorecard nel processo di Business Planning L uso della Balanced Scorecard nel processo di Business Planning di Marcello Sabatini www.msconsulting.it Introduzione Il business plan è uno strumento che permette ad un imprenditore di descrivere la

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it

LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it L INTENSITÀ DELLA CORRENTE ELETTRICA Consideriamo una lampadina inserita in un circuito elettrico costituito da fili metallici ed un interruttore.

Dettagli

RICOSTRUZIONE DEGLI INDICI DEI PREZZI ALL IMPORTAZIONE GENNAIO 2005-DICEMBRE 2009

RICOSTRUZIONE DEGLI INDICI DEI PREZZI ALL IMPORTAZIONE GENNAIO 2005-DICEMBRE 2009 16 ottobre 2015 RCOSTRUZONE DEGL NDC DE PREZZ ALL MPORTAZONE GENNAO 2005-DCEMBRE 2009 A partire dal counicato stapa del 16 ottobre 2015 l stituto nazionale di statistica pubblica le serie storice ricostruite

Dettagli

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo.

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo. DALLE PESATE ALL ARITMETICA FINITA IN BASE 2 Si è trovato, partendo da un problema concreto, che con la base 2, utilizzando alcune potenze della base, operando con solo addizioni, posso ottenere tutti

Dettagli

Sinterizzazione. Il processo di sinterizzazione. π = D

Sinterizzazione. Il processo di sinterizzazione. π = D Sinterizzazione (M. Casalboni, F. De Matteis) La sinterizzazione è un processo che permette di ottenere corpi solidi di forma definita a partire da polveri di materiali diversi pastiglie di aspirina filamenti

Dettagli

METALLI FERROSI GHISA ACCIAIO

METALLI FERROSI GHISA ACCIAIO METALLI FERROSI I metalli ferrosi sono i metalli e le leghe metalliche che contengono ferro. Le leghe ferrose più importanti sono l acciaio e la ghisa. ACCIAIO: lega metallica costituita da ferro e carbonio,

Dettagli

Matematica 1 - Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica

Matematica 1 - Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Matematica 1 - Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Esercitazione su massimi e minimi vincolati 9 dicembre 005 Esercizio 1. Considerare l insieme C = {(x,y) R : (x + y ) = x } e dire se è una curva

Dettagli

CASI DI STUDIO e ANALISI TECNOLOGICA DELLE VARIABILITA

CASI DI STUDIO e ANALISI TECNOLOGICA DELLE VARIABILITA CASI DI STUDIO e ANALISI TECNOLOGICA DELLE VARIABILITA Il mio obbiettivo per limitare il ponte termico del balcone è quello di garantire la continuità dell isolante tra la muratura e la partizione orizzontale

Dettagli

Appunti sulle funi. Le Funi Carmine Napoli

Appunti sulle funi. Le Funi Carmine Napoli Appunti sulle funi DEFINIZIONE Fune: è un organo flessibile formato da un insieme di fili di acciaio, di forma e dimensioni appropriate, avvolti elicoidalmente in uno o più gruppi concentrici attorno ad

Dettagli

Sommario. Definizione di informatica. Definizione di un calcolatore come esecutore. Gli algoritmi.

Sommario. Definizione di informatica. Definizione di un calcolatore come esecutore. Gli algoritmi. Algoritmi 1 Sommario Definizione di informatica. Definizione di un calcolatore come esecutore. Gli algoritmi. 2 Informatica Nome Informatica=informazione+automatica. Definizione Scienza che si occupa dell

Dettagli

Circuiti amplificatori

Circuiti amplificatori Circuiti amplificatori G. Traversi Strumentazione e Misure Elettroniche Corso Integrato di Elettrotecnica e Strumentazione e Misure Elettroniche 1 Amplificatori 2 Amplificatori Se A V è negativo, l amplificatore

Dettagli

LA GRAFICA E LA GEOMETRIA OPERATIVA

LA GRAFICA E LA GEOMETRIA OPERATIVA LA GRAFICA E LA GEOMETRIA OPERATIVA La geometria operativa, contrariamente a quella descrittiva basata sulle regole per la rappresentazione delle forme geometriche, prende in considerazione lo spazio racchiuso

Dettagli

Il concetto di valore medio in generale

Il concetto di valore medio in generale Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo

Dettagli

Ai fini economici i costi di un impresa sono distinti principalmente in due gruppi: costi fissi e costi variabili. Vale ovviamente la relazione:

Ai fini economici i costi di un impresa sono distinti principalmente in due gruppi: costi fissi e costi variabili. Vale ovviamente la relazione: 1 Lastoriadiun impresa Il Signor Isacco, che ormai conosciamo per il suo consumo di caviale, decide di intraprendere l attività di produttore di caviale! (Vuole essere sicuro della qualità del caviale

Dettagli

Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms. adacher@dia.uniroma3.it

Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms. adacher@dia.uniroma3.it Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms adacher@dia.uniroma3.it Introduzione Sistemi e Modelli Lo studio e l analisi di sistemi tramite una rappresentazione astratta o una sua formalizzazione

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA

LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA (Fenomeno, indipendente dal tempo, che si osserva nei corpi conduttori quando le cariche elettriche fluiscono in essi.) Un conduttore metallico è in equilibrio elettrostatico

Dettagli

La distribuzione Normale. La distribuzione Normale

La distribuzione Normale. La distribuzione Normale La Distribuzione Normale o Gaussiana è la distribuzione più importante ed utilizzata in tutta la statistica La curva delle frequenze della distribuzione Normale ha una forma caratteristica, simile ad una

Dettagli

L espressione torna invece sempre vera (quindi la soluzione originale) se cambiamo contemporaneamente il verso: 1 < 0.

L espressione torna invece sempre vera (quindi la soluzione originale) se cambiamo contemporaneamente il verso: 1 < 0. EQUAZIONI E DISEQUAZIONI Le uguaglianze fra espressioni numeriche si chiamano equazioni. Cercare le soluzioni dell equazione vuol dire cercare quelle combinazioni delle lettere che vi compaiono che la

Dettagli

REGIONE DEL VENETO. Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio

REGIONE DEL VENETO. Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio REGIONE DEL VENETO PROVINCIA DI VERONA COMUNE DI SAN PIETRO DI MORUBIO Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio DITTA A.E.T.

Dettagli

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI Allegato 4 - Manerbio META EDUCATIVA: autonomia in ambito scolastico (classe 4/5 scuola primaria) DIMENSIONI CRITERI INDICATORI GESTIONALE OPERATIVA Uso degli strumenti Conoscere gli strumenti necessari

Dettagli

La corrente elettrica

La corrente elettrica La corrente elettrica nei conduttori. La corrente elettrica Connettendo due conduttori a diverso potenziale si ha un oto di cariche fino a quando si raggiunge una condizione di uilibrio. Questo oto terina

Dettagli

Capitolo 4 Probabilità

Capitolo 4 Probabilità Levine, Krehbiel, Berenson Statistica II ed. 2006 Apogeo Capitolo 4 Probabilità Insegnamento: Statistica Corso di Laurea Triennale in Economia Facoltà di Economia, Università di Ferrara Docenti: Dott.

Dettagli

Matematica e Statistica

Matematica e Statistica Matematica e Statistica Prova d esame (0/07/03) Università di Verona - Laurea in Biotecnologie - A.A. 0/3 Matematica e Statistica Prova di MATEMATICA (0/07/03) Università di Verona - Laurea in Biotecnologie

Dettagli