BES Marche RAPPORTO. Il benessere equo sostenibile nelle Marche. Regione Marche. Gabinetto del Presidente

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1 RAPPORTO BES 2013 Marche Il benessere equo sostenibile nelle Marche Gabinetto del Presidente Sistema Informativo Statistico e di controllo di gestione

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3 Presentazione Il progetto per misurare il benessere equo e sostenibile (BES) nato da un iniziativa del Cnel e dell Istat si inquadra nel dibattito internazionale sul cosiddetto superamento del Pil, stimolato dalla convinzione che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non debbano essere solo di carattere economico, ma anche sociale e ambientale, corredati da misure di diseguaglianza e sostenibilità. Il Comitato di indirizzo sulla misura del progresso della società italiana, composto da rappresentanze delle parti sociali e della società civile, ha identificato le 12 dimensioni del benessere rilevanti per il nostro Paese. La Commissione scientifica per la misura del benessere ha poi selezionato 134 indicatori di elevata qualità statistica appropriati per misurare i domini identificati dal Comitato. Nella presente pubblicazione, a cura della P.F. Sistemi Informativi Statistici e di Controllo di Gestione, vengono proposti con grafici, cartine tematiche e tabelle sintetiche tutti gli indicatori del benessere per la regione Marche, mettendoli a confronto con le altre regioni italiane. Si fa presente che per alcuni indicatori il confronto è stato fatto tra i dati relativi al capoluogo di regione, non essendo disponibili dati a livello dell intero territorio regionale. Per ulteriori approfondimenti si può accedere al sito

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5 Indice Generale Presentazione Indice degli indicatori Capitolo 1 - Salute Capitolo 2 - Istruzione e formazione Capitolo 3 - Lavoro e conciliazione dei tempi di vita Capitolo 4 - Benessere economico Capitolo 5 - Relazioni sociali Capitolo 6 - Politica e istituzioni Capitolo 7 - Sicurezza Capitolo 8 - Benessere soggettivo Capitolo 9 - Paesaggio e patrimonio culturale Capitolo 10 - Ambiente Capitolo 11 - Ricerca e innovazione Capitolo 12 - Qualità dei servizi

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7 Indice degli indicatori 1.Salute 1.1 Speranza di vita alla nascita 1.2 Speranza di vita in buona salute 1.3 Indice di stato fisico 1.4 Indice di stato psicologico 1.5 Mortalità infantile 1.6 Mortalità per accidenti da trasporto 1.7 Mortalità per tumori 1.8 Mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso 1.9 Speranza di vita, a 65 anni, senza limitazioni 1.10 Obesità e sovrappeso 1.11 Abitudine al fumo 1.12 Consumo di alcool 1.13 Pratica di attività fisica 1.14 Consumo di frutta e verdura 2.Istruzione e formazione 2.1 Partecipazione alla scuola dell infanzia 2.2 Persone con almeno il diploma superiore 2.3 Persone che hanno conseguito un titolo universitario 2.4 Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione 2.5 Giovani che non lavorano e non studiano (Neet) 2.6 Partecipazione alla formazione continua 2.7 Livello di competenza alfabetica degli studenti 2.8 Livello di competenza numerica degli studenti 2.9 Persone con alti livelli di competenza informatica 2.10 Partecipazione culturale 3.Lavoro e conciliazione dei tempi di vita 3.1 Tasso di occupazione anni 3.2 Tasso di mancata partecipazione al lavoro 3.3 Percentuale di trasformazioni nel corso di un anno da lavori instabili a lavori stabili 3.4 Percentuale di occupati in lavori a termine da almeno 5 anni 3.5 Incidenza di lavoratori dipendenti con bassa paga 3.6 Incidenza di occupati sovraistruiti 3.7 Tasso di infortuni mortali e inabilità permanente 3.8 Incidenza occupati non regolari sul totale degli occupati 3.9 Rapporto tra tasso di occupazione delle donne di anni con figli in età prescolare e delle donne senza figli 3.10 Quota di popolazione di anni che svolge più di 60 ore settimanali di lavoro retribuito e/o familiare 3.11 Soddisfazione per il lavoro svolto 4.Benessere economico 4.1 Disuguaglianza nel reddito disponibile 4.2 Persone a rischio di povertà 4.3 Persone in famiglie con grave deprivazione materiale 4.4 Persone in abitazioni sovraffollate, senza servizi o con problemi strutturali 4.5 Persone in famiglie senza reddito da lavoro o da pensione 5.Relazioni Sociali 5.1 Soddisfazione per le relazioni familiari 5.2 Soddisfazione per le relazioni amicali 5.3 Persone che hanno qualcuno su cui contare 5.4 Bambini che giocano giornalmente con i genitori 5.5 Persone che aiutano gli altri 5.6 Partecipazione sociale 5.7 Attività di volontariato 5.8 Finanziamento delle associazioni 5.9 Organizzazioni non profit 5.10 Cooperative sociali 5.11 Fiducia generalizzata

8 Indice degli indicatori 6.Politica e istituzioni 6.1 Partecipazione elettorale 6.2 Partecipazione civica e politica 6.3 Fiducia nel Parlamento italiano 6.4 Fiducia nel sistema giudiziario 6.5 Fiducia nei partiti 6.6 Fiducia nelle istituzioni locali 6.7 Fiducia in altri tipi di istituzioni 6.8 Donne e rappresentanza politica in Parlamento 6.9 Donne e rappresentanza politica a livello locale 7.Sicurezza 7.1 Tasso di omicidi 7.2 Tasso di furti in abitazione 7.3 Tasso di borseggi 7.4 Tasso di rapine 7.5 Tasso di violenza fisica sulle donne 7.6 Tasso di violenza sessuale sulle donne 7.7 Tasso di violenza domestica sulle donne 7.8 Preoccupazione di subire una violenza sessuale 7.9 Percezione di sicurezza camminando al buio da soli 7.10 Paura di stare per subire un reato in futuro 7.11 Presenza di elementi di degrado nella zona in cui si vive 8.Benessere soggettivo 8.1 Soddisfazione per la propria vita 8.2 Soddisfazione per il tempo libero 8.3 Giudizio sulle prospettive future 9.Paesaggio e patrimonio culturale 9.1 Dotazione di risorse del patrimonio culturale 9.2 Spesa pubblica comunale corrente pro-capite in euro destinata alla gestione del patrimonio culturale 9.3 Indice di abusivismo edilizio 9.4 Indice di urbanizzazione delle aree sottoposte a vincolo paesaggistico 9.5 Erosione dello spazio rurale da dispersione urbana (urban sprawl) 9.6 Erosione dello spazio rurale da abbandono 9.7 Presenza di paesaggi rurali storici 9.8 Valutazione della qualità della programmazione dello sviluppo rurale (Psr regionali) in relazione alla tutela del paesaggio 9.9 Densità di Verde storico e Parchi urbani di notevole interesse pubblico 9.10 Consistenza del tessuto urbano storico 9.11 Insoddisfazione per la qualità del paesaggio del luogo di vita 9.12 Preoccupazione per il deterioramento delle valenze paesaggistiche 10. Ambiente 10.1 Acqua potabile erogata 10.2 Qualità delle acque costiere marine 10.3 Qualità dell'aria urbana 10.4 Disponibilità di verde urbano 10.5 Aree con problemi idrogeologici 10.6 Siti contaminati 10.7 Aree terrestri protette 10.8 Aree di particolare interesse naturalistico 10.9 Preoccupazione per la perdita di biodiversità Energia da fonti rinnovabili Emissioni di CO2 e altri gas clima alteranti

9 Indice degli indicatori 11.Ricerca e innovazione 11.1 Intensità di ricerca 11.2 Propensione alla brevettazione 11.3 Incidenza dei lavoratori della conoscenza sull'occupazione 11.4 Tasso di innovazione del sistema produttivo 11.5 Tasso di innovazione prodotto/servizio del sistema produttivo nazionale 11.6 Specializzazione produttiva nei settori ad alta intensità di conoscenza 11.7 Intensità d'uso di Internet 12.Qualità dei servizi 12.1 Posti letto nei presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari 12.2 Liste d'attesa 12.3 Presa in carico dell'utenza per i servizi per l'infanzia 12.4 Presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 12.5 Irregolarità del servizio elettrico 12.6 Famiglie allacciate alla rete di gas metano 12.7 Irregolarità nella distribuzione dell acqua 12.8 Conferimento dei rifiuti urbani in discarica 12.9 Raccolta differenziata dei rifiuti urbani Indice di sovraffollamento degli istituti di pena Tempo dedicato alla mobilità Densità delle reti urbane di TPL Indice di accessibilità ad alcuni servizi

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11 Capitolo 1 Salute 1.1 Speranza di vita alla nascita 1.2 Speranza di vita in buona salute 1.3 Indice di stato fisico 1.4 Indice di stato psicologico 1.5 Mortalità infantile 1.6 Mortalità per accidenti da trasporto 1.7 Mortalità per tumori 1.8 Mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso 1.9 Speranza di vita, a 65 anni, senza limitazioni 1.10 Obesità e sovrappeso 1.11 Abitudine al fumo 1.12 Consumo di alcool 1.13 Pratica di attività fisica 1.14 Consumo di frutta e verdura

12 Salute La vita media continua ad aumentare, collocando l Italia tra i Paesi più longevi in Europa. In un decennio gli italiani sono diventati più longevi di circa due anni, mentre si riducono le differenze di genere. La speranza di vita esprime il numero medio di anni che un neonato in un certo anno di calendario può aspettarsi di vivere. Rappresenta il più consolidato e condiviso indicatore delle condizioni oggettive di salute di una popolazione. Fonte: Istat Indagine sui decessi e sulle cause di morte Le Marche sono tra le regioni a più lunga sopravvivenza. La speranza di vita alla nascita, nel periodo , è aumentata in entrambi i generi, anche se l incremento più consistente riguarda gli uomini. ll confronto dei valori dell indicatore riferito al Centro e all Italia con le Marche è stato a favore di quest ultima, per entrambi i generi, per tutto il periodo analizzato. Speranza di vita alla nascita Speranza di vita alla nascita MASCHI 79,4 79,5 79,8 79,8 80,1 80,3 80,0 79,0 79,1 79,2 79,4 79,6 78,2 78,5 79,5 78,8 78,4 78,7 78,8 79,0 79,1 79,4 77,9 78, *** 2011*** Marche Centro Italia Speranza di vita alla nascita FEMMINE 85,0 85,0 85,2 84,7 85,0 85,1 85,2 83,8 83,8 84,4 84,2 85,4 84,3 84,4 84,6 84,8 83,7 83,7 84,0 84,0 84,1 84,1 84,3 84, ***2011*** Regioni Speranza di vita alla nascita 2011*** Maschi Femmine Bolzano/Bozen 80,5 85,8 Marche 80,3 85,4 Toscana 80,1 85,0 Trento 80,0 85,5 Emilia-Romagna 80,0 84,7 Umbria 80,0 85,1 Lombardia 79,9 84,7 Veneto 79,8 85,0 Puglia 79,7 84,4 Basilicata 79,4 84,6 Calabria 79,4 84,7 Italia 79,4 84,5 Piemonte* 79,2 84,4 Valle d'aosta 79,2 84,4 Abruzzo** 79,2 84,9 Molise** 79,2 84,9 Liguria 79,1 84,1 Lazio 79,1 84,5 Friuli-Venezia Giulia 79,0 84,4 Sardegna 78,8 84,9 Sicilia 78,7 83,4 Campania 77,7 83,0 * Il valore della speranza di vita è relativo all'insieme di Piemonte e Valle d'aosta ad eccezione dell'anno 2009 anno per il quale i dati si riferiscono alla singola regione. ** Il valore della speranza di vita è relativo all'insieme di Abruzzo e Molise ad eccezione dell'anno 2009 anno per il quale i dati si riferiscono alla singola regione. ***Stima 1.1

13 Salute Speranza di vita in buona salute 1.2 Nel nostro Paese un individuo nato nel 2010 può contare su 59,2 anni di vita in buona salute se maschio, 56,4 se femmina. Le donne vivono meno anni in buona salute e senza limitazioni degli uomini. La maggiore longevità femminile non è accompagnata da una migliore qualità della sopravvivenza Esprime il numero medio di anni che un bambino che nasce in un determinato anno di calendario può aspettarsi di vivere in buone condizioni di salute, utilizzando la prevalenza di individui che rispondono positivamente ( bene o molto bene ) alla domanda sulla salute percepita. Fonte: Istat, Indagine sui decessi e sulle cause di morte. Nelle Marche la speranza di vita in buona salute è appena al di sotto dei valori medi nazionali, sia per i maschi che per le femmine, complice probabilmente la maggiore durata della vita media rispetto al panorama nazionale. Si conferma per i marchigiani la differenza di genere a sfavore delle donne, comunque in un contesto di trend di crescita, per entrambi i generi, del numero di anni attesi di vita senza limitazioni e problemi di salute Maschi 60,3 59,1 59,2 58,5 57,7 57,4 Marche Centro Italia Femmine 56,9 56,1 56,4 55,7 55,2 54,0 Marche Centro Italia Regioni Speranza di vita in buona salute 2010 Maschi Femmine Bolzano 65,4 66,1 Trento 65,2 64,2 Toscana 62,4 60,2 Liguria 61,8 60,5 Lombardia 60,9 56,3 Veneto 60,8 57,7 Emilia-Romagna 60,8 58,3 Piemonte 59,6 57,6 Lazio 59,5 54,8 Friuli-Venezia Giulia 59,4 58,4 Italia 59,2 56,4 Marche 59,1 56,1 Valle d'aosta 59,0 59,7 Umbria 58,6 56,5 Puglia 58,1 55,8 Sicilia 57,4 54,3 Molise 56,9 55,3 Abruzzo 56,8 55,5 Campania 56,2 54,3 Basilicata 55,2 52,1 Sardegna 53,6 51,8 Calabria 53,1 49,9

14 Salute Stato fisico Nel nostro Paese l indice di stato fisico ha un andamento decrescente con l età; anche le differenze di genere, sfavorevoli per il sesso femminile, si accentuano al crescere dell età. In particolare sono le donne delle regioni meridionali che presentano i più bassi punteggi medi dello stato di salute fisico. Regioni Indice di stato fisico 2005 Maschi e Femmine Friuli-Venezia Giulia 51,1 Lombardia 51,0 Bolzano 51,0 Trento 51,0 Piemonte 50,9 L indicatore di stato fisico è costruito sintetizzando i punteggi totalizzati dagli individui rispondendo a 20 domande sulla percezione dello stato di salute. A livelli molto bassi dell indice corrisponde una condizione di sostanziali limitazioni nella cura di sé e nell attività fisica, sociale e personale; importante dolore fisico; frequente stanchezza; la salute è giudicata scadente» Fonte: Istat Indagine condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari 51,1 51,1 Indice di stato fisico anno ,8 a 51,1 (6) 50,5 a 50,8 (4) 50,3 a 50,5 (2) 50 a 50,3 (3) 49,3 a 50 (5) Valle d'aosta 50,9 Liguria 50,8 Emilia-Romagna 50,7 Lazio 50,7 Abruzzo 50,6 Toscana 50,5 Italia 50,4 Veneto 50,3 Umbria 50,3 Marche 50,2 Campania 50,2 Puglia 50,0 Molise 49,8 Sicilia 49,8 50,6 Basilicata 49,6 Calabria 49,3 Nel 2005 nelle Marche, per entrambi i generi, l indice di stato fisico ha fatto registrare valori molto prossimi a quelli del valore medio nazionale e del valore medio delle regioni del Centro. Il contingente femminile ha fatto comunque rilevare una percezione del proprio stato fisico peggiore rispetto al contingente maschile. 49,7 50,0 Marche Centro Italia 49,8 Maschi Femmine Sardegna 49,3 1.3

15 Salute 1.4 Nel nostro Paese come per la percezione della salute fisica, anche lo stato psicologico evidenzia un andamento che peggiora con l età e sul quale influiscono le differenze sociali; anche il fattore di genere evidenzia una sua influenza. L indicatore di stato psicologico è costruito sintetizzando i punteggi totalizzati dagli individui rispondendo a 14 domande sulla percezione dello stato di salute. A livelli molto bassi dell indice corrisponde una condizione di disagio psicologico, disabilità sociale e personale dovuta a problemi emotivi; si parla quindi di precaria o scadente salute psicologica. Fonte: Istat Indagine condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari. Nel 2005 nelle Marche l indice di stato psicologico fa registrare un valore medio per i due generi abbastanza distante da quello medio nazionale, in coda alla graduatoria delle regioni italiane. Esaminando i valori distinti per genere risulta che nelle Marche il disagio psicologico percepito dal sesso femminile presenta un distacco da quello maschile maggiore rispetto al valore medio nazionale e delle regioni del Centro 50,5 47,6 Stato psicologico 51,1 51,0 48,4 48,6 Marche Centro Italia Indice di stato psicologico Anno ,2 a 51,2 (6) 50,1 a 50,2 (1) 49,6 a 50,1 (6) 49,5 a 49,6 (2) 48,9 a 49,5 (5) Maschi Femmine Regioni Indice di stato psicologico 2005 Maschi e Femmine Bolzano/Bozen 52,2 Valle d'aosta/vallée d'aoste 50,9 Friuli-Venezia Giulia 50,9 Lombardia 50,4 Abruzzo 50,4 Trento 50,3 Molise 50,2 Sardegna 50,1 Liguria 50,0 Lazio 50,0 Basilicata 50,0 Sicilia 49,8 Italia 49,8 Toscana 49,7 Campania 49,6 Piemonte 49,5 Veneto 49,5 Emilia-Romagna 49,4 Puglia 49,4 Calabria 49,1 Marche 49,0 Umbria 48,9

16 Salute Rispetto all Europa, il valore del tasso di mortalità infantile in Italia è da anni stabilmente tra i più bassi: nel morti ogni nati vivi. Nel periodo si osserva una riduzione complessiva della mortalità infantile di 10 punti sia per i maschi sia per le femmine, anche se, negli ultimi anni, si assiste a un lieve aumento dei tassi per entrambi i sessi a causa dell aumento della quota di nati da madri straniere Decessi nel primo anno di vita per nati vivi. E u n indicatore che ben interpreta il livello di sviluppo e benessere di un determinato contesto dove condizioni sanitarie, ambientali e socio-economiche possono influire sull andamento del fenomeno da esso misurato Fonte: Istat, Indagine sui decessi e sulle cause di morte. Nel periodo la mortalità infantile nelle Marche evidenzia un andamento irregolare, mantenendosi comunque su livelli inferiori a quello nazionale e del Centro Italia. Nell ultimo anno mostra un aumento consistente, toccando il valore di quasi 40 nati morti ogni nati vivi, un valore vicino a quello delle regioni del sud come Puglia e Basilicata 37,0 35,5 34,7 25,4 Mortalità infantile Tasso mortalità infantile MASCHI e FEMMINE 36,9 30,7 33,6 34,8 34,6 33,4 33,4 27,2 25,5 39,7 31,2 31,3 33,0 Marche Centro Italia Tasso std mortalità infantile Anno ,3 a 47,6 (4) 32,6 a 39,3 (4) 27,1 a 32,6 (3) 23,2 a 27,1 (5) 0 a 23,2 (4) ,2 Regioni Tasso di mortalità infantile 2009 Maschi e Femmine Valle d'aosta/vallée d'aoste 15,3 Trento 20,5 Piemonte 25,0 Toscana 25,9 Umbria 26,7 Liguria 26,8 Friuli-Venezia Giulia 28,7 Veneto 29,4 Emilia-Romagna 29,7 Lombardia 30,6 Bolzano/Bozen 30,6 Sardegna 32,6 Italia 34,2 Lazio 36,4 Molise 38,1 Abruzzo 38,6 Puglia 39,0 Marche 39,7 Basilicata 40,2 Campania 41,6 Calabria 42,7 Sicilia 48,6 1.5

17 Salute La mortalità per incidenti da mezzi di trasporto caratterizza i rischi di morte dei giovani e i maschi hanno rischi fino a 4 volte superiori a quelli delle femmine. Tra i 15 e i 34 anni di età, i tassi di mortalità per incidenti da mezzi di trasporto hanno fatto registrare una notevole riduzione negli ultimi anni passando da 1,5 decessi a 1,1 ogni residenti, maschi e femmine. L indicatore è calcolato come sintesi dei tassi di mortalità per accidenti di trasporto (causa iniziale) per classi quinquennali di età nella fascia anni, standardizzati con la popolazione italiana al censimento Tali incidenti rappresentano il rischio di morte più importante delle età giovanili. Fonte: Per i decessi: Istat, Indagine sui decessi e sulle cause di morte. Per la popolazione: Istat, Rilevazione sulla Popolazione residente comunale Nelle Marche il valore dell indicatore è in lieve diminuzione tra il 2006 e il 2009 ma si attesta superiore al valore nazionale dal La differenza tra generi è notevole nelle Marche: per i maschi il valore pari a 2, e pari a 0,3 per le femmine per l anno ,4 Mortalità per accidenti da trasporto 1,7 1,5 1,5 1,6 Tasso mortalità incidenti da trasporto MASCHI e FEMMINE 1,4 1,3 1,3 1,3 1,3 Marche Centro Italia Tasso std mortalità accidenti da trasporto Anno ,39 a 1,95 (4) 1,15 a 1,39 (5) 1,04 a 1,15 (3) 1,02 a 1,04 (3) 0,64 a 1,02 (5) ,2 1,1 Regioni Tasso di mortalità per incidenti da trasporto 2009 Maschi e Femmine Liguria 0,6 Campania 0,7 Molise 0,9 Lombardia 1,0 Calabria 1,0 Veneto 1,0 Piemonte 1,0 Basilicata 1,0 Abruzzo 1,1 Sicilia 1,1 Italia 1,1 Bolzano 1,1 Emilia-Romagna 1,1 Friuli-Venezia Giulia 1,2 Toscana 1,2 Umbria 1,2 Marche 1,2 Sardegna 1,4 Puglia 1,4 Lazio 1,5 Trento 1,7 Valle d'aosta 1,9 1.6

18 Salute Nell arco temporale che va dal 2001 al 2009 la mortalità per tumori maligni tra i 19 e i 64 anni è in diminuzione, sia per gli uomini sia per le donne, forse grazie a effetti positivi di azioni di prevenzione primaria e secondaria che rappresentano strumenti di miglioramento della qualità della salute. Il tasso è calcolato come sintesi dei tassi di mortalità per tumori (causa iniziale) per classi quinquennali di età nella fascia anni, standardizzati con la popolazione italiana al censimento Fonte: Per i decessi: Istat, Indagine sui decessi e sulle cause di morte. Per la popolazione: Istat, Rilevazione sulla Popolazione residente comunale. Nelle Marche l indicatore presenta, sia per i maschi che per le femmine, valori inferiori a quelli del Centro e dell Italia nel suo complesso dal 2006, sebbene il trend complessivo marchigiano non mostri una chiara diminuzione, come invece accade in media in Italia. Nell analisi per genere, quello femminile evidenzia una mortalità per tumori maligni inferiore a quella del genere maschile, come nel resto d Italia. Mortalità per tumori persone anni 9,6 9,9 8,7 9,3 8,3 Tasso mortalità per tumori anni MASCHI e FEMMINE 9,7 9,5 9,4 9,4 Marche Centro Italia Tasso std mortalità per tumore persone anni Anno ,73 a 10,47 (3) 9,39 a 9,73 (4) 8,91 a 9,39 (5) 8,66 a 8,91 (4) 8,17 a 8,66 (4) ,3 8,8 9,1 Regioni Tasso di mortalità per tumore anni 2009 Maschi e Femmine Valle d'aosta 8,2 Bolzano 8,2 Abruzzo 8,2 Puglia 8,6 Umbria 8,7 Veneto 8,7 Trento 8,7 Basilicata 8,7 Marche 8,8 Toscana 8,9 Emilia-Romagna 8,9 Calabria 9,0 Italia 9,3 Sicilia 9,4 Lazio 9,4 Molise 9,4 Friuli-Venezia Giulia 9,7 Piemonte 9,7 Lombardia 9,7 Liguria 10,1 Sardegna 10,1 Campania 10,5 1.7

19 Salute In una popolazione che, come quella italiana, invecchia progressivamente, l andamento della mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso risulta un indicatore importante delle condizioni di vita non solo l anziano ma anche della sua famiglia. Tra il 2006 e il 2009 i tassi standardizzati di mortalità per tali patologie aumentano negli ultra 65enni, sia per gli uomini sia per le donne: da 22,1 a 26,8 ogni abitanti e da 19,6 a 24,8 rispettivamente per maschi e femmine Tassi di mortalità per malattie del sistema nervoso e disturbi psichici e comportamentali (causa iniziale) per classi quinquennali di età nella fascia 65 anni e più, standardizzati con la popolazione italiana al censimento Fonte: Per i decessi: Istat, Indagine sui decessi e sulle cause di morte. Per la popolazione: Istat, Rilevazione sulla Popolazione residente comunale Nelle Marche il trend si attesta in crescita e su valori superiori a quelli del Centro e dell Italia, dato anche il maggior invecchiamento demografico medio marchigiano rispetto al resto d Italia. L analisi di genere evidenzia valori maggiori per le donne. Mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso Tasso std mortalità demenze e malattie sistema nervoso 65 anni e oltre Anno ,6 a 36,3 (4) 26,9 a 29,6 (4) 24,9 a 26,9 (4) 21,5 a 24,9 (4) 18,6 a 21,5 (4) Tasso mortalità per demenze e malattie sistema nervoso MASCHI e FEMMINE 25,4 26,0 25,1 25,8 22,9 20,7 20,3 23,9 24,2 21,7 20,6 19,5 Marche Centro Italia Regioni Tasso mortalità per demenze e malattie sistema nervoso 2009 Maschi e Femmine Trento 15,8 Calabria 18,6 Campania 19,0 Basilicata 20,0 Lazio 21,5 Molise 23,7 Sicilia 24,0 Puglia 24,7 Friuli-Venezia Giulia 24,9 Umbria 25,2 Italia 25,8 Marche 26,0 Toscana 26,1 Emilia-Romagna 26,9 Lombardia 27,6 Bolzano 27,8 Abruzzo 28,3 Piemonte 29,1 Sardegna 29,6 Veneto 30,3 Liguria 31,6 Valle d'aosta 36,2 1.8

20 Salute Nel nostro Paese il trend della speranza di vita senza limitazioni nelle attività quotidiane a 65 anni, indicatore degli anni di completa autonomia funzionale di un individuo che sta invecchiando, si attesta sui 9 anni ed è stabile nel triennio Esprime il numero medio di anni che una persona di 65 anni può aspettarsi di vivere senza subire limitazioni nelle attività quotidiane per problemi di salute, utilizzando la quota di persone che hanno risposto di avere delle limitazioni, da almeno 6 mesi, nelle normali attività della vita quotidiana a causa di problemi di salute. Fonte: Per i decessi: Istat, Indagine sui decessi e sulle cause di morte. Per la popolazione: Istat, Rilevazione sulla Popolazione residente comunale. Nel 2010 le Marche appaiono in vantaggio di oltre un anno rispetto alla macroarea del centro e alla media nazionale per gli uomini, il vantaggio resta, ma si riduce lievemente di misura per il genere femminile. Speranza di vita, a 65 anni, senza limitazioni 10,7 8,1 Maschi 10,5 9,2 9,0 9,0 9,2 9,1 9,0 8, ,0 9,0 Marche Centro Italia Femmine 9,1 8,7 8,6 9,3 8,9 9,1 Regioni Speranza di vita senza limitazioni nelle attività quotidiane a 65 anni 2010 Maschi Femmine Trento 13,2 11,1 Marche 10,5 9,3 Liguria 10,3 10,8 Toscana 10,3 8,8 Friuli-Venezia Giulia 10,2 11,1 Piemonte 10,0 10,7 Lombardia 10,0 10,9 Emilia-Romagna 9,8 9,6 Sardegna 9,5 7,7 Italia 9,0 9,1 Basilicata 9,0 6,8 Bolzano 8,8 13,7 Valle d'aosta 8,7 8,9 Abruzzo 8,6 9,5 Umbria 8,4 7,5 Veneto 8,2 9,2 Puglia 8,2 7,5 Sicilia 7,9 6,5 Lazio 7,9 9,0 Molise 7,8 7,6 Calabria 7,7 6,3 Campania 7,1 7,

21 Salute 1.10 La quota di persone obese o in sovrappeso in Italia è aumentata negli ultimi dieci anni, dal 42,4% nel 2001 al 44,5% nel 2011 tra le persone maggiorenni. Le differenze di genere si mantengono marcate nel tempo, con uno svantaggio per gli uomini di 21,1 punti percentuali nel La percentuale di persone in eccesso di peso cresce con l età, ma è tra i più giovani che l aumento della prevalenza di eccesso di peso negli ultimi dieci anni risulta più marcato. L eccesso di peso rappresenta un importante fattore di rischio per la salute. E calcolato come proporzione standardizzata di persone di 18 anni e più in sovrappeso o obese. L indicatore fa riferimento alla classificazione dell Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dell Indice di Massa corporea (Imc: rapporto tra il peso, in kg, e il quadrato dell'altezza in metri). Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana. Nelle Marche la quota di popolazione con problemi di peso in eccesso, nel periodo , è consistente e l andamento sembrerebbe in tendenziale crescita. Le differenze di sovrappeso/obesità tra uomini e donne sono, nelle Marche, come altrove, marcatamente presenti nel tempo, a sfavore degli uomini. 44,0 44,3 44,5 42,9 42,9 42,7 Obesità e sovrappeso 44,2 42,8 43,0 42,7 44,4 42,5 Proporzione std di maggiorenni sovrappeso o obesi Anno ,2 44,3 43,8 48 a 52,6 (4) 47,1 a 48 (4) 43,2 a 47,1 (4) 40,6 a 43,2 (4) 39,2 a 40,6 (4) Proporzione standardizzata di maggiorenni obesi e sovrappeso MASCHI e FEMMINE 44,8 43,5 Marche Centro Italia 44,1 45,7 44, ,8 Regioni Proporzione standardizzata di maggiorenni sovrappeso o obesi 2011 Maschi e Femmine Trento 38,9 Bolzano 39,5 Piemonte 39,8 Liguria 39,8 Lombardia 40,4 Valle d'aosta 40,6 Toscana 41,0 Sardegna 42,0 Lazio 42,3 Veneto 43,2 Italia 44,5 Marche 45,7 Emilia-Romagna 45,9 Abruzzo 46,3 Friuli-Venezia Giulia 47,1 Umbria 47,2 Sicilia 47,6 Calabria 47,9 Basilicata 48,0 Molise 48,5 Campania 51,2 Puglia 52,6

22 Salute Abitudine al fumo 1.11 Tra il 2001 e il 2011 la prevalenza di fumatori cala leggermente, con un calo più evidente tra il 2001 (23,7%) e il 2005 (22,2%), anno in cui raggiunge il suo valore minimo, probabilmente per effetto dell entrata in vigore della legge Sirchia, per poi assestarsi fino al 22,7% del Le differenze di genere, decisamente a svantaggio degli uomini, tendono a ridursi lentamente nel tempo. Proporzione standardizzata di persone di 14 anni e più che dichiarano di fumare attualmente sul totale delle persone di 14 anni e più. Il fumo rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio di malattia sia di natura oncologica sia di altra natura. Le indicazioni di rischio non prevedono alcun livello di consumo da considerare innocuo per la salute. Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana. Nelle Marche il trend dei fumatori con età maggiore di 14 anni, nel periodo , sembra essere in linea con quello nazionale e di poco inferiore a quello del Centro. La proporzione dei fumatori è pari ad un quarto della popolazione marchigiana e le differenze di genere evidenziano un divario molto ampio, con una proporzione nei maschi superiore di quasi 12 punti percentuali a quella nelle femmine 23,6 22,2 20,9 Propozione di fumatori MASCHI e FEMMINE 24,3 22,9 21,8 Proporzione std di persone 14 anni e più che fumano Anno ,9 23,9 a 27,8 (4) 22,9 a 23,9 (4) 22,3 a 22,9 (4) 19,5 a 22,3 (4) 16,4 a 19,5 (4) 25,4 25,4 23,7 23,2 24,0 23,9 23,3 23,4 22,3 23,3 22,4 22,5 Marche Centro Italia 22,4 22, Regioni Proporzione std di persone di 14 anni e più che fumano 2011 Maschi e Femmine Valle d'aosta 16,4 Trento 17,6 Veneto 18,9 Calabria 19,1 Sardegna 19,5 Bolzano 19,6 Puglia 21,3 Emilia-Romagna 21,8 Friuli-Venezia Giulia 22,2 Liguria 22,3 Marche 22,4 Umbria 22,6 Italia 22,7 Molise 22,8 Sicilia 22,9 Campania 23,0 Lombardia 23,3 Piemonte 23,8 Toscana 23,9 Basilicata 24,0 Abruzzo 24,7 Lazio 27,8

23 Salute 1.12 Nel 2011 sono stati oltre il 15% dei giovani tra i 14 e i 24 anni ad adottare comportamenti a rischio nel consumo di alcool. Si registra comunque, probabilmente grazie alle politiche di contrasto del fenomeno, un decremento di tale percentuale. Proporzione standardizzata di persone di 14 anni e più con almeno un comportamento a rischio nel consumo di alcol sul totale delle persone di 14 anni e più. Tenendo conto delle definizioni e raccomandazioni dell OMS, dell INRAN e del ISS, sono consumatori a rischio gli individui che eccedono nel consumo quotidiano di alcol (secondo soglie specifiche) o concentrano in un unica occasione l assunzione di oltre 6 unità alcoliche (binge drinking). Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana. Nel 2011 il 14,8% della popolazione marchigiana al di sopra dei 14 anni presenta un comportamento a rischio nell assunzione di bevande alcoliche. Il valore è inferiore rispetto al Centro e al dato nazionale e il trend sembra indicare un lieve miglioramento. Il gap tra generi (uomini più a rischio) sembra ridursi in maniera rilevante nel 2011, segno di una diffusione maggiore dei comportamenti a rischio tra le donne. 17,4 19,5 16,5 Consumo di alcol 17,0 16,6 16,9 16,4 16,4 16,7 15,8 15,9 16,1 Proporzione std persone 14 anni e più comportamento rischio alcolismo Anno ,2 a 24,8 (4) 18,4 a 22,2 (4) 15,8 a 18,4 (4) 13,9 a 15,8 (4) 9,3 a 13,9 (4) Propozione persone comportamenti a rischio alcolismo MASCHI e FEMMINE 14,8 15,8 Marche Centro Italia 15, Regioni Proporzione std di persone di 14 anni con comportamento a rischio nel consumo di alcol 2011 Maschi e Femmine Sicilia 9,3 Puglia 11,1 Calabria 12,1 Campania 12,5 Umbria 13,9 Basilicata 14,4 Marche 14,8 Toscana 15,0 Italia 15,8 Liguria 15,8 Lazio 16,0 Emilia-Romagna 16,4 Lombardia 17,9 Abruzzo 18,4 Sardegna 18,7 Veneto 19,1 Piemonte 19,7 Trento 20,3 Friuli-Venezia Giulia 22,2 Molise 22,7 Bolzano 24,4 Valle d'aosta 24,8

24 Salute Nonostante la lotta alla sedentarietà sia negli ultimi anni entrata a far parte dell agenda europea per promuovere la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari, in Italia uno stile di vita sedentario caratterizza una proporzione non indifferente delle persone di 14 anni e più: 40,3% nel 2011 dopo un trend di lieve diminuzione dal Le differenze di genere a svantaggio delle donne sono in diminuzione, passando da 10,3 punti percentuali nel 2001 a 8,1 punti percentuali rispetto agli uomini nel Proporzione standardizzata di persone di 14 anni e più che non praticano alcuna attività fisica. Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana. Oltre un terzo della popolazione marchigiana adottava nel 2011 uno stile di vita sedentario. Tale proporzione è al di sotto di quella evidenziata dal Centro e dall Italia, sia nei maschi che nelle femmine. Il comportamento orientato alla inattività fisica sembra essere più consistente tra le donne marchigiane piuttosto che tra gli uomini. L indicatore mostra valori altalenanti nel periodo , senza nessun segnale chiaro di tendenziale crescita o decrescita. 41,2 39,5 36,7 42,1 41,7 40,0 Pratica di attività fisica 40,6 38,9 38,7 Proporzione std persone 14 anni e più che non praticano attività fisica Anno ,3 41,6 40,0 41,5 41,2 35,8 52,1 a 59,4 (4) 41,1 a 52,1 (4) 35,8 a 41,1 (4) 30,7 a 35,8 (4) 15,2 a 30,7 (4) Proporzione di persone che non praticano attività fisica MASCHI e FEMMINE 39,1 39,0 36,6 Marche Centro Italia 40,5 40,3 36, Regioni Proporzione std di persone di 14 anni e più che non praticano attività fisica 2011 Maschi e Femmine Trento 14,7 Bolzano 15,8 Veneto 23,9 Friuli-Venezia Giulia 28,6 Emilia-Romagna 29,4 Lombardia 30,7 Piemonte 31,4 Valle d'aosta 33,1 Sardegna 35,2 Toscana 35,8 Marche 36,0 Umbria 37,2 Abruzzo 40,3 Italia 40,3 Liguria 41,1 Lazio 45,5 Basilicata 48,1 Molise 50,6 Calabria 52,1 Puglia 57,4 Campania 58,8 Sicilia 59,4 1.13

25 Salute 1.14 In Italia, nel 2011, il consumo quotidiano di almeno quattro porzioni tra frutta, verdura e legumi freschi riguarda una percentuale ancora troppo bassa della popolazione (18,4%) e si mantiene sostanzialmente stabile dal 2003 ad oggi. Le differenze di genere sono costanti nel tempo a vantaggio delle donne (5,5 punti di differenza nel 2011 rispetto agli uomini). Proporzione standardizzata di persone di 3 anni e più che consumano quotidianamente almeno 4 porzioni di frutta e/o verdura sul totale delle persone di 3 anni e più. Secondo le Linee guida di una sana alimentazione dell INRAN, dovrebbero essere almeno 5 le porzioni di frutta, verdura e legumi freschi, consumate quotidianamente (five a day). Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana. Un quarto circa dei marchigiani consuma oltre 4 porzioni di frutta e verdura. Nel periodo tale quota di popolazione nelle Marche non è risultata mai inferiore al 20%; il valore è superiore a quello del Centro e a quello medio nazionale. Nelle Marche l indicatore che riguarda le donne fa registrare valori sempre superiori a quello che riguarda il collettivo degli uomini. Consumo di frutta e verdura 21,2 20,5 21,1 20,9 21,1 24,6 23,9 22,1 18,4 18,9 19,7 19,8 Proporzione std persone di 3 anni e più che consumano frutta e verdura Anno ,1 22,1 18,6 24 a 25,6 (4) 20,7 a 24 (4) 19,5 a 20,7 (4) 14,1 a 19,5 (4) 9,8 a 14,1 (4) Propozione persone che consumano almeno 4 porzioni di frutta e verdura al giorno MASCHI e FEMMINE 21,6 19,7 19,9 Marche Centro Italia 24,0 19,7 18, Regioni Proporzione std di persone di 3 anni e più che consumano giornalmente oltre 4 porzioni di frutta e verdura 2011 Maschi e Femmine Friuli-Venezia Giulia 25,6 Piemonte 25,4 Sardegna 25,4 Trento 24,0 Marche 24,0 Umbria 23,7 Valle d'aosta 22,0 Emilia-Romagna 21,3 Toscana 20,7 Veneto 20,0 Abruzzo 19,8 Lombardia 19,6 Liguria 18,5 Italia 18,4 Lazio 17,3 Molise 14,9 Bolzano 14,8 Sicilia 14,1 Campania 12,6 Puglia 12,0 Calabria 11,3 Basilicata 9,8

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27 Capitolo 2 Istruzione e 2.1 Partecipazione alla scuola dell infanzia 2.2 Persone con almeno il diploma superiore 2.3 Persone che hanno conseguito un titolo universitario 2.4 Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione 2.5 Giovani che non lavorano e non studiano (Neet) 2.6 Partecipazione alla formazione continua 2.7 Livello di competenza alfabetica degli studenti 2.8 Livello di competenza numerica degli studenti 2.9 Persone con alti livelli di competenza informatica 2.10 Partecipazione culturale formazione

28 Istruzione e formazione Alcuni studi hanno di recente mostrato che entrare nel sistema dell istruzione nei primissimi anni di vita ha effetti positivi per la riuscita scolastica futura con un minor rischio di abbandono e di esclusione sociale e una maggiore occupabilità. La scuola può, inoltre, avere un ruolo di riequilibrio delle disparità sociali. Nel 2010 la scuola dell infanzia in Italia copre, con lievi differenze territoriali, il 92,5% dei bambini di 4-5 anni. Partecipazione alla scuola dell infanzia: Percentuale di bambini di 4-5 anni che frequentano la scuola dell infanzia sul totale bambini di 4-5 anni. Fonte: Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca Le Marche si collocano al 5 posto nella graduatoria delle regioni italiane con il 94,8% per l anno scolastico 2010/2011, valore che si riduce per l Italia (92,5%) e per il centro (90,8%). Partecipazione alla scuola dell infanzia 94,8 Partecipazione alla scuola dell'infanzia (%) ,1 a 97,6 (3) 92,7 a 95,1 (11) 90,2 a 92,7 (5) 87,8 a 90,2 (1) Partecipazione alla scuola dell'infanzia (%) 2010/ ,5 Partecipazione alla scuola dell'infanzia (%) /2011 Valle d'aosta 97,6 Trentino-Alto Adige 96,4 Friuli-Venezia Giulia 95,3 Abruzzo 95,1 Liguria 94,8 Marche 94,8 Piemonte 94,5 Sardegna 94,4 Calabria 94,3 Puglia 94,0 Toscana 93,5 Veneto 93,4 Umbria 93,4 Campania 92,9 Basilicata 92,6 Italia 92,5 Molise 92,3 Lombardia 91,8 Sicilia 91,7 Emilia Romagna 91,4 Lazio 87,8 90,8 2.1 Marche Centro Italia

29 Istruzione e formazione Indicatore principale utilizzato nei confronti internazionali per fornire una valutazione di base del livello di istruzione formale conseguito in un paese. Seppure in ritardo rispetto al resto dell Europa, l Italia sta facendo progressi: dal 2004 al 2011 si sono registrati graduali incrementi nel livello di istruzione formale. La quota di persone di anni con almeno il diploma superiore è passata dal 48,6% del 2004 al 56% del Persone con almeno il diploma superiore: Percentuale di persone di anni che hanno completato almeno la scuola secondaria di II grado (titolo non inferiore a ISCED 3a, 3b o 3c) sul totale delle persone di anni. Fonte: Istat - Rilevazione sulle Forze di lavoro. Persone con almeno il diploma superiore Persone con almeno il diploma superiore (%) ,4 a 66,3 (5) 56,4 a 61,4 (6) 51,4 a 56,4 (5) 46,4 a 51,4 (4) Persone con almeno il diploma superiore (%) Lazio 66,3 Umbria 66,0 Liguria 63,3 Abruzzo 61,7 Trentino-Alto Adige 61,4 Emilia-Romagna 61,1 Lombardia 58,7 Friuli-Venezia Giulia 58,1 Marche 58,1 Piemonte 57,7 Veneto 57,5 Italia 56,0 Toscana 55,3 Basilicata 54,0 Molise 52,8 Valle d'aosta 51,8 Calabria 51,8 Sardegna 47,5 Campania 47,3 Sicilia 47,1 Puglia 46,4 Nelle Marche sono circa il 60% le persone tra 25 e 64 anni che hanno conseguito il diploma superiore. Esse si posizionano al di sotto dei valori dell Italia centrale mantenendo comunque una tendenza alla crescita, comune a quella italiana, con un valore nel 2004 pari al 52%. 65,0 60,0 55,0 50,0 45,0 Persone con almeno il diploma superiore (%) Marche Centro Italia 2.2

30 Istruzione e formazione 2.3 Questo è uno degli indicatori target della strategia Europa2020 il cui obiettivo è di portare la quota di persone di anni che hanno conseguito un titolo universitario al 40% entro il 2020 a livello Europeo. Seppure in ritardo rispetto al resto dell Europa, l Italia sta facendo progressi: dal 2004 al 2011 si sono registrati graduali incrementi nel livello di istruzione formale. La quota di persone di persone di anni che hanno conseguito un titolo universitario è passata dal 15,6% del 2004 al 20,3% del Persone che hanno conseguito un titolo universitario: Percentuale di persone di anni che hanno conseguito un titolo universitario (ISCED 5 o 6) sul totale delle persone di anni.) Fonte: Istat - Rilevazione sulle Forze di lavoro Nelle Marche le persone che hanno conseguito il titolo universitario al 2011, risulta essere pari al 23,8%, valore al di sopra della media italiana (20,3%). Nel trend positivo relativo alla regione, che va dal 2004 (16,3%) al 2011 si riscontra comunque una lieve flessione nel periodo ,0 25,0 23,0 21,0 19,0 17,0 15,0 Persone che hanno conseguito un titolo universitario Persone che hanno conseguiito un titolo universitario (%) ,1 a 25,8 (8) 20,3 a 23,1 (5) 17,5 a 20,3 (2) 14,7 a 17,5 (5) Persone che hanno conseguito un titolo universitario (%) Persone che hanno conseguito un titolo universitario (%) Abruzzo 25,8 Umbria 25,5 Trentino-Alto Adige 25,2 Molise 23,9 Emilia-Romagna 23,8 Marche 23,8 Liguria 23,5 Lazio 23,1 Lombardia 22,4 Toscana 21,9 Veneto 21,0 Friuli-Venezia Giulia 20,7 Piemonte 20,4 Italia 20,3 Valle d'aosta 18,0 Sardegna 17,6 Calabria 17,2 Basilicata 17,1 Puglia 15,5 Sicilia 15,5 Campania 14, Marche Centro Italia

31 Istruzione e formazione 2.4 Ridurre la quota di persone che abbandona precocemente il sistema di istruzione e formazione è essenziale per aumentare il livello di competenze della popolazione ed evitare l esclusione sociale. Questo indicatore misura uno dei target della strategia Europa 2020 che prevede di ridurre la quota di abbandoni al di sotto del 10% entro il Parallelamente agli incrementi nel livello di istruzione formale, è diminuita la percentuale di giovani che abbandonano prematuramente gli studi (dal 22,9% del 2004 al 18,2% del 2011). Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione: Percentuale di persone di anni che hanno conseguito solo la licenza media e non sono inseriti in un programma di formazione sul totale delle persone di anni. Fonte: Istat - Rilevazione sulle Forze di lavoro Il dato marchigiano risulta essere 13,1% mentre la media italiana è 18,2% ovvero meno persone della media italiana abbandonano il percorso scolastico precocemente. La tendenza delle Marche a ridurre l abbandono scolastico, segue l orientamento italiano. Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione 24,0 22,0 20,0 18,0 16,0 14,0 12,0 Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione (%) ,8 a 25,1 (4) 18,4 a 21,8 (2) 15 a 18,4 (6) 11,6 a 15 (8) Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione (%) Marche Centro Italia Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione (%) Sardegna 25,1 Sicilia 25,0 Valle d'aosta 22,4 Campania 22,0 Puglia 19,5 Toscana 18,6 Calabria 18,2 Italia 18,2 Lombardia 17,3 Veneto 16,8 Piemonte 16,0 Lazio 15,7 Liguria 15,0 Basilicata 14,5 Trentino-Alto Adige 14,0 Friuli-Venezia Giulia 13,9 Emilia-Romagna 13,9 Marche 13,1 Molise 13,1 Abruzzo 12,8 Umbria 11,6

32 Istruzione e formazione 2.5 Il riferimento è a qualsiasi tipo di istruzione scolastica/universitaria e a qualsiasi tipo di attività formativa; con la sola esclusione delle attività formative informali quali l autoapprendimento. In base alle più recenti indicazioni di Eurostat, dalla condizione di NEET sono esclusi non solo i giovani impegnati in attività formative regolari (dette anche formali ) ma anche quelli che svolgono attività formative cosiddette non formali. Restano comunque molte criticità. In primo luogo, a causa della crisi economica che ha colpito più duramente i giovani, è aumentata la quota di Neet, ossia di giovani di anni che non lavorano e non studiano (dal 20,5% del 2009 al 22,7% del 2011). Giovani che non lavorano e non studiano (Neet): Percentuale di persone di anni né occupate né inserite in un percorso di istruzione o formazione sul totale delle persone di anni. Fonte: Istat - Rilevazione sulle Forze di lavoro La percentuale di giovani che non studiano e che non lavorano nelle Marche resta al di sotto della media italiana di 7 punti percentuali attestandosi a 15,6%. Purtroppo la tendenza all aumento negli ultimi anni, attanaglia le Marche come il resto dell Italia. 24,0 22,0 20,0 18,0 16,0 14,0 12,0 10,0 Giovani che non lavorano e non studiano (Neet) Giov ani che non lav orano e non studiano (Neet) (%) ,5 a 35,7 (3) 23,4 a 29,5 (3) 17,3 a 23,4 (3) 11,2 a 17,3 (11) Giovani che non lavorano e non studiano (Neet) (%) Marche Centro Italia Giovani che non lavorano e non studiano (Neet) (%) Sicilia 35,7 Campania 35,2 Calabria 31,8 Puglia 29,2 Sardegna 27,6 Basilicata 26,9 Molise 22,8 Italia 22,7 Lazio 21,6 Abruzzo 17,6 Piemonte 16,4 Toscana 16,4 Umbria 15,8 Friuli-Venezia Giulia 15,7 Marche 15,6 Veneto 15,6 Emilia-Romagna 15,3 Lombardia 15,3 Valle d'aosta 15,2 Liguria 15,1 Trentino-Alto Adige 11,2

33 Istruzione e formazione Il percorso di istruzione formale è la parte principale della formazione che si riceve durante l arco della vita. Ciononostante il percorso formativo dovrebbe continuare durante tutto l arco della vita e, in particolare, il lavoro dovrebbe fornire nuove opportunità di formazione. La formazione degli adulti migliora la produttività e il reddito di chi vi partecipa. Il ritardo rispetto alla media europea e il fortissimo divario territoriale si riscontra in tutti gli indicatori che rispecchiano istruzione, formazione continua e livelli di competenze. Partecipazione alla formazione continua: Percentuale di persone di anni che hanno partecipato ad attività di istruzione e formazione nelle 4 settimane precedenti l'intervista sul totale delle persone di anni. Fonte: Istat - Rilevazione sulle Forze di lavoro L andamento in Italia del fenomeno è a restare pressoché invariato da quasi un decennio. Un po più variabile nel tempo risulta l andamento nelle Marche; in particolare si può notare la lieve crescita avvenuta dal 2009 (4,6%) al 2011 (5,0%). 8,0 7,0 6,0 5,0 4,0 Partecipazione alla formazione continua Partecipazione alla f ormazione continua (%) ,73 a 7,6 (3) 5,85 a 6,73 (5) 4,97 a 5,85 (8) 4,09 a 4,97 (4) Partecipazione alla formazione continua (%) Partecipazione alla formazione continua (%) Trentino-Alto Adige 7,6 Umbria 7,0 Abruzzo 6,8 Sardegna 6,7 Emilia-Romagna 6,4 Toscana 6,4 Lazio 6,4 Friuli-Venezia Giulia 6,1 Liguria 5,8 Italia 5,7 Piemonte 5,6 Lombardia 5,6 Molise 5,6 Calabria 5,5 Veneto 5,4 Basilicata 5,4 Marche 5,0 Campania 4,8 Puglia 4,8 Sicilia 4,3 Valle d'aosta 4,1 2.6 Marche Centro Italia

34 Istruzione e formazione 2.7 Gli indicatori proposti finora valutano il potenziale del paese in termini di capitale umano. È necessario, però, misurare le competenze realmente possedute. Per questo motivo si propone un indicatore sui livelli di competenza alfabetica funzionale (reading skills) degli studenti della classe II della scuola secondaria di secondo grado. Questo indicatore, tratto dal Servizio Nazionale di Valutazione dell INVALSI, misura le competenze alfabetiche funzionali. Nel 2011 il livello di competenza alfabetica funzionale degli studenti di tali classi è pari a 211 nel Nord, mentre è 191 nel Mezzogiorno. Livello di competenza alfabetica degli studenti: Punteggio ottenuto nelle prove di competenza alfabetica funzionale degli studenti delle classi II della scuola secondaria di secondo grado Fonte: Servizio Nazionale Valutazione Invalsi In termini di competenze acquisite misurate dall Invalsi sugli studenti delle classi seconda della scuola media superiore, si evidenzia come le Marche (203,9) abbiano un valore di poco superiore a quello italiano (200,0) e della media delle regioni del centro (196,8). 215,0 210,0 205,0 200,0 195,0 190,0 185,0 180,0 Livello di competenza alfabetica degli studenti (scuola media superiore) studenti (score) a.s. 2011/2012 Liv ello di competenza alf abetica Lombardia 214,4 degli studenti a.s. 2011/2012 Valle d'aosta 213,9 206,8 a 214,4 (4) Liv ello di competenza alf abetica Veneto 212,8 199,2 a 206,8 (6) degli studenti 191,6 a 199,2 a.s. 2011/2012 (5) Emilia-Romagna 210,5 184 Non a disponibile 191,6 (4) 206,8 a 214,4 (4) Liv ello di Piemonte competenza alf abetica 206,6 degli studenti a.s. 2011/ ,2 a 206,8 (6) Friuli-Venezia Giulia 205,4 191,6 a 199,2 (5) Liguria 206,8 a 214,4 (4) 204,4 184 a 191,6 (4) 199,2 a 206,8 (6) Marche 191,6 a 199,2 (5) 203,9 Umbria 184 a 191,6 (4) 200,2 Italia 200,0 Toscana 199,4 Abruzzo 199,0 Puglia 197,2 Lazio 192,6 Campania 192,2 Basilicata 191,8 Molise 188,7 Sardegna 185,3 Sicilia 185,2 Calabria 184,0 Trentino-Alto Adige - Livello di competenza alfabetica degli studenti (score) a.s. 2011/2012 Maschi Femmine Totale Livello di competenza alfabetica degli Marche Centro Italia

35 Istruzione e formazione A complemento dell indicatore precedente si propone di misurare anche le abilità numeriche (numeracy skills) degli studenti della classe II della scuola secondaria di secondo grado. Nel 2011 il livello di competenza matematica risulta molto più elevato al Nord (210 rispetto a 193 del Mezzogiorno). Gli uomini, hanno livelli di competenza numerica e informatica molto più elevati e per questi aspetti il divario rispetto alle donne è leggermente cresciuto nel tempo. Livello di competenza numerica degli studenti: Punteggio ottenuto nelle prove di competenza numerica degli studenti delle classi II della scuola secondaria di secondo grado. Fonte: Servizio Nazionale Valutazione Invalsi In termini di competenze acquisite misurate dall Invalsi sugli studenti delle classi seconda della scuola media superiore, si evidenzia come le Marche (203,4) abbiano un valore di poco superiore a quello italiano (200,0) e della media delle regioni del centro (196,0) Livello di competenza numerica degli studenti (scuola media superiore) Liv ello di competenza alf abetica degli studenti a.s. 2011/ ,8 a 214,4 (4) Livello di competenza numerica degli studenti (score) a.s. 2011/2012 Veneto 213,3 Lombardia 210,4 Friuli-Venezia Giulia 209,9 Emilia-Romagna 209,4 Valle d'aosta 207,2 Piemonte 205,5 206,8 a 214,4 (4) Marche 199,2 a 206,8 (6) 203,4 191,6 a 199,2 (5) Liguria 184 a 191,6 (4) 202,1 Puglia 200,2 Italia 200,0 Umbria 197,3 Abruzzo 197,2 Toscana 196,7 Campania 194,2 Molise 193,4 Lazio 193,3 Basilicata 191,0 Sicilia 189,9 Calabria 186,9 Sardegna 177,8 Trentino-Alto Adige - Liv ello di competenza 199,2 a 206,8 (6) numerica degli studenti 191,6 a 199,2 a.s. 2011/2012 (5) 184 Non a disponibile 191,6 (4) 204,5 a 213,3 (6) Liv ello di competenza alf abetica degli studenti a.s. 2011/ ,6 a 204,5 (6) 186,7 a 195,6 (6) 177,8 a 186,7 (1) Livello di competenza numerica degli studenti (score) a.s. 2011/2012 Marche Centro Italia 180 Maschi Femmine Totale 2.8

36 Istruzione e formazione Il livello di competenza informatica presenta un divario generazionale particolarmente forte: la quota di persone con alti livelli di competenze raggiunge l apice tra i 20 e i 24 anni (43,5%) e decresce rapidamente con l età. Persone con alti livelli di competenza informatica: Percentuale di persone di 16 anni e più che sanno svolgere al computer almeno 5 operazioni tra le 6 elencate sul totale della popolazione di 16 anni e più. Le operazioni considerate sono: copiare o muovere un file o una cartella; usare copia e incolla per copiare o muovere informazioni all interno di un documento; usare formule aritmetiche di base in un foglio elettronico (Excel, ecc.); comprimerne (o zippare) file; connettere e istallare periferiche (stampanti, modem, ecc.); scrivere un programma per computer utilizzando un linguaggio di programmazione. Fonte: Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana La competenza nel campo dell informatica nelle Marche, segue l andamento italiano, mostrando una crescita dal 2007 (16,1%) al 2011 (21,6%) e restando pressoché costante al 2012 (21,7%). 24,0 22,0 20,0 18,0 16,0 14,0 Persone con alti livelli di competenza informatica Persone con alti liv elli di competenza informatica (%) ,9 a 25 (10) 20,8 a 22,9 (4) 18,7 a 20,8 (2) 16,6 a 18,7 (4) Persone con alti livelli di competenza informatica (%) Marche Centro Italia Persone con alti livelli di competenza (%) Emilia-Romagna 25,0 Veneto 24,4 Friuli-Venezia Giulia 24,4 Liguria 24,1 Lombardia 23,4 Lazio 23,3 Piemonte 23,2 Valle d'aosta 23,0 Trentino-Alto Adige 23,0 Umbria 22,9 Toscana 21,7 Italia 21,7 Marche 21,5 Abruzzo 20,9 Basilicata 20,8 Sardegna 20,7 Molise 19,9 Calabria 18,2 Campania 18,1 Sicilia 18,1 Puglia 16,6 2.9

37 Istruzione e formazione 2.10 Il percorso formativo non si limita all istruzione formale, ma è un processo continuo che inizia prima della scuola dell obbligo, con gli stimoli ricevuti in famiglia fin dalla più tenera età e con la scuola dell infanzia, e si estende oltre la scuola secondaria o l università con la formazione continua e, più in generale, con le attività di partecipazione culturale. Partecipazionedculturale: Percentuale di persone di 6 anni e più che, nei 12 mesi precedenti l intervista, hanno svolto tre o più attività sul totale delle persone di 6 anni e più. Le attività considerate sono: si sono recate almeno quattro volte a cinema; almeno una volta rispettivamente a teatro, musei e/o mostre, siti archeologici, monumenti, concerti di musica classica, opera, concerti di altra musica; hanno letto il quotidiano almeno tre volte a settimana; hanno letto almeno quattro libri; hanno visto DVD a casa almeno una volta al mese. Fonte: Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana Il livello di partecipazione culturale nelle Marche tende a ridursi assestandosi nel 2012 al 31,0%, di poco al di sotto del valore italiano (32,8%). 45,0 40,0 35,0 30,0 25,0 Partecipazione culturale Partecipazione culturale (%) a 45,2 (3) 32,9 a 39 (7) 26,8 a 32,9 (4) 20,7 a 26,8 (6) Partecipazione culturale (%) Marche Centro Italia Partecipazione culturale (%) Trentino-Alto Adige 45,2 Valle d'aosta 41,3 Friuli-Venezia Giulia 40,1 Lombardia 38,7 Veneto 38,2 Emilia-Romagna 38,0 Piemonte 37,3 Lazio 37,2 Toscana 36,2 Liguria 35,4 Italia 32,8 Umbria 32,7 Sardegna 31,9 Marche 31,0 Abruzzo 28,3 Molise 24,4 Sicilia 24,4 Campania 23,0 Basilicata 22,7 Puglia 20,9 Calabria 20,7

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39 Capitolo 3 Lavoro e conciliazione dei tempi di vita 3.1 Tasso di occupazione anni 3.2 Tasso di mancata partecipazione al lavoro 3.3 Percentuale di trasformazioni nel corso di un anno da lavori instabili a lavori stabili 3.4 Percentuale di occupati in lavori a termine da almeno 5 anni 3.5 Incidenza di lavoratori dipendenti con bassa paga 3.6 Incidenza di occupati sovraistruiti 3.7 Tasso di infortuni mortali e inabilità permanente 3.8 Incidenza occupati non regolari sul totale degli occupati 3.9 Rapporto tra tasso di occupazione delle donne di anni con figli in età prescolare e delle donne senza figli 3.10 Quota di popolazione di anni che svolge più di 60 ore settimanali di lavoro retribuito e/o familiare 3.11 Soddisfazione per il lavoro svolto

40 Lavoro e conciliazione dei tempi di vita In un paese come l Italia in cui la partecipazione al lavoro è bassa soprattutto per il ridotto tasso di attività delle donne, il tasso di occupazione risulta rappresentare meglio il livello di partecipazione al lavoro rispetto al tradizionale tasso di disoccupazione. Percentuale di occupati di anni sulla popolazione totale di anni. Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro. Nelle Marche il 67% della popolazione residente di anni risulta occupato. Tale valore risulta superiore alla media nazionale (61,0) e a quella relativa alla ripartizione territoriale Centro (65,2). Nella graduatoria regionale le Marche si posizionano alla 9 posizione, preceduta dalle regioni del Nord Italia. 67,8 67,5 64,8 65,0 61,3 61,5 Tasso di occupazione anni 68,9 69,1 68,2 66,0 66,5 67,1 62,5 62,8 63,0 Tasso di occupazione anni Tasso di occupazione Regione della popolazione anni - Anno 2012 Trentino Alto Adige 73,5 Emilia-Romagna 71,8 Valle d'aosta 70,6 Veneto 69,3 Lombardia 69,1 Toscana 68,0 Piemonte 67,9 Friuli-Venezia Giulia 67,7 Marche 67,0 Liguria 66,0 Umbria 65,6 Lazio 62,8 Italia 61,0 Abruzzo 61,0 Sardegna 55,2 Molise 54,7 Basilicata 50,8 Puglia 48,8 Calabria 45,2 Sicilia 44,9 Campania 43,7 68,2 68,0 67,1 67,0 66,2 65,7 65,3 65,2 61,7 61,1 61,2 61 Marche Centro Italia

41 Lavoro e conciliazione dei tempi di vita 3.2 Questo indicatore - a differenza del tasso di disoccupazione - permette di cogliere anche quella parte di popolazione inattiva ma potenzialmente disponibile a lavorare. Tale aggregato assume una rilevanza particolare in Italia, dove sono estesi i fenomeni di scoraggiamento, nonché i comportamenti attendisti degli esiti di passate azioni di ricerca. Percentuale di disoccupati di anni + parte delle forze di lavoro potenziali di anni (inattivi che non cercano lavoro nelle 4 settimane ma disponibili a lavorare) sul totale delle forze di lavoro anni + parte delle forze di lavoro potenziali anni (inattivi che non cercano lavoro nelle 4 settimane ma disponibili a lavorare). Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro. Nelle Marche il tasso di mancata partecipazione al lavoro (12,5) risulta inferiore sia alla media nazionale (17,9) sia al valore dell Italia Centrale (13,9). Rispetto alle altre regioni italiane, le Marche occupano una posizione «centrale», posizionandosi all 11 posto nella graduatoria decrescente. Tasso di mancata partecipazione al lavoro 15,6 15,3 14,5 14,9 15,6 12,5 12,0 11,6 11,3 11,8 9,5 9,1 8,8 8,7 9,4 16,5 12,7 13,5 13,9 11,6 11,2 Tasso di mancata partecipazione al lavoro (%) Tasso di mancata Regione partecipazione al lavoro - Anno 2011 Campania 36,9 Sicilia 35,2 Calabria 34,5 Puglia 30,1 Basilicata 27,7 Sardegna 25,5 Molise 23,5 Italia 17,9 Lazio 16,2 Abruzzo 15,8 Umbria 12,5 Marche 12,5 Toscana 11,4 Piemonte 11,4 Liguria 11,2 Lombardia 10,1 Friuli-Venezia Giulia 9,6 Veneto 9,0 Emilia-Romagna 8,9 Valle d'aosta 8,8 Trentino-Alto Adige 6,5 17,6 17, ,5 Marche Centro Italia

42 Lavoro e conciliazione dei tempi di vita 3.3 L indicatore misura i flussi di passaggio da una posizione lavorativa instabile (a tempo determinato) ad una stabile (a tempo indeterminato) nel corso di un anno. Tale indicatore vuole evidenziare quindi le possibilità di stabilizzazione dei rapporti di lavoro. Percentuale di occupati in lavori instabili al tempo t1 (dipendenti con lavoro a termine + collaboratori coordinati e continuativi o a progetto + prestatori d opera occasionali + lavoratori autonomi senza dipendenti mono committenti) che svolgono un lavoro stabile (dipendenti a tempo indeterminato + autonomo con dipendenti+ autonomo senza dipendenti non mono committente) a un anno di distanza sul totale degli occupati in lavori instabili al tempo t1 Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro. Nelle Marche nel 2011 sono stati stabilizzati solo il 10,7% degli occupati a tempo determinato nel Tale valore risulta notevolmente inferiore a quello nazionale (20,9%) e comunque a tutte le altri regioni italiane escluso il Molise. E tuttavia da evidenziare che, a differenza degli ultimi 5 anni in cui le percentuali delle stabilizzazioni nelle Marche sono state inferiori rispetto all Italia e al Centro Italia, nelle Marche nel 2005/2006 si è verificato un notevole «picco» delle stabilizzazioni (30,9%). Percentuale di trasformazioni nel corso di un anno da lavori instabili a lavori stabili 30,9 27,6 27,5 25,9 21,1 18,8 22,6 25,7 20,5 22,4 23,7 21,8 15,5 16,6 16,3 Trasformazioni nel corso di un anno da lavori instabili a stabili (%) Trasformazioni nel corso di Regione un anno da lavori instabili a stabili (%) - anno 2010/2011 Veneto 31,1 Lazio 27,1 Trentino-Alto Adige 27,1 Friuli-Venezia Giulia 24,1 Piemonte 23,9 Umbria 23,5 Emilia-Romagna 22,8 Puglia 22,5 Basilicata 21,5 Lombardia 21,1 Liguria 20,9 Italia 20,9 Toscana 19,3 Valle d'aosta 15,6 Calabria 15,4 Abruzzo 15,0 Sardegna 13,5 Sicilia 12,6 Campania 11,2 Marche 10,7 Molise 8,6 2004/ / / / / / / ,7 19,2 18,5 22,1 10,7 20,9 Marche Centro Italia

43 Lavoro e conciliazione dei tempi di vita 3.4 L indicatore intende rilevare il fenomeno trappola della precarietà, cioè di quanti individui continuano a svolgere sempre lo stesso lavoro con un susseguirsi di contratti a termine. Percentuale di dipendenti a tempo determinato e collaboratori che hanno iniziato l attuale lavoro da almeno 5 anni sul totale dei dipendenti a tempo determinato e collaboratori. Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro. Nelle Marche nel 2011 il 14,6% dei dipendenti a tempo determinato e collaboratori hanno iniziato il loro attuale lavoro da almeno cinque anni. Tale percentuale risulta inferiore a quella nazionale (19,2%) ed a quella della Ripartizione territoriale «Centro» (18,1%). Rispetto alle altre regioni italiane, le Marche presentano un valore relativamente inferiore: infatti nella graduatoria decrescente la nostra regione si colloca al 16 posto. Percentuale di occupati in lavori a termine da almeno 5 anni Percentuale di occupati in lavori a termine da Regioni almeno 5 anni - Anno 2011 Calabria 37,4 Sicilia 31,1 Basilicata 27,5 Puglia 24,5 Campania 24,1 Valle d'aosta 21,2 Trentino-Alto Adige 20,5 Molise 20,0 Lazio 19,5 Italia 19,2 Toscana 19,1 Abruzzo 17,8 Liguria 16,6 Sardegna 16,1 Emilia-Romagna 15,9 Friuli-Venezia Giulia 15,9 Marche 14,6 Piemonte 14,0 Veneto 13,4 Lombardia 13,4 Umbria 12,6 20,9 20,6 20,3 19,8 19,6 19,2 18,3 20,4 19,1 19,3 19,6 16,7 19,0 18,1 15,8 18,3 17,4 14,6 12,6 10,5 10,3 8,5 8,0 6,4 Occupati in lavori a termine da almeno 5 anni (%) Marche Centro Italia

44 Lavoro e conciliazione dei tempi di vita 3.5 Una bassa paga si riflette in condizioni di vita meno agiate. In termini relativi, l indicatore identifica i lavoratori dipendenti in condizioni salariali più svantaggiate. Tale indicatore risulta cruciale poiché le ricerche hanno rivelato il notevole rischio di intrappolamento nei bassi salari e quindi di ingresso nell area della povertà e dell esclusione sociale per persone seppure con un occupazione. Percentuale di dipendenti con una retribuzione oraria inferiore a 2/3 di quella mediana sul totale dei dipendenti. Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro. Nelle Marche nel 2011 il 9,7% di dipendenti hanno percepito una bassa retribuzione. Tale percentuale risulta inferiore a quella nazionale (10,5%) ed a quella della Ripartizione territoriale «Centro» (10%). Nella graduatoria decrescente delle regioni italiane, le Marche si collocano in 11 posizione. Incidenza di lavoratori dipendenti con bassa paga 10,2 9,8 9,1 11,9 Regione 10,5 11,3 10,5 10,0 10,0 9,9 9,9 9,7 Incidenza di lavoratori dipendenti con bassa paga Incidenza di lavoratori dipendenti con bassa paga - Anno 2011 Calabria 20,9 Puglia 19,9 Campania 18,1 Sicilia 17,9 Basilicata 15,2 Abruzzo 13,4 Molise 13,0 Sardegna 12,5 Lazio 11,1 Italia 10,5 Umbria 10,0 Marche 9,7 Piemonte 9,3 Toscana 8,4 Friuli-Venezia Giulia 8,1 Emilia-Romagna 7,6 Trentino-Alto Adige 7,6 Liguria 7,4 Valle d'aosta 6,7 Veneto 6,7 Lombardia 6,1 Marche Centro Italia

45 Lavoro e conciliazione dei tempi di vita 3.6 L adeguatezza del titolo di studio in relazione al lavoro svolto è calcolata dall incrocio tra le classificazioni ISCED e ISCO. Tale indicatore misura il fenomeno della sovra-istruzione (o della sotto-qualificazione), sempre più diffuso anche in Italia, che colpisce soprattutto i giovani, perché la domanda di lavoro non riesce a far fronte a un offerta sempre più istruita. Percentuale di occupati che possiedono un titolo di studio superiore a quello maggiormente posseduto per svolgere quella professione sul totale degli occupati. Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro. Nelle Marche nel 2010 il 26,2% degli occupati possiedono un titolo di studio superiore a quello necessario per svolgere quella professione. Tale percentuale risulta superiore a quella nazionale (21,1%) ed a quella della Ripartizione territoriale «Centro» (24,9%). Nella graduatoria decrescente delle regioni italiane, le Marche si collocano in 3 posizione, precedute dall Umbria e dall Abruzzo. Dall analisi temporale inoltre risulta che tale incidenza di occupati sovra-istruiti (ovvero sotto-qualificati) presenta un trend positivo. 19,2 Incidenza di occupati sovraistruiti 18,0 19,4 15,4 16,5 21,0 21,0 22,3 20,5 20,8 17,4 18,0 24,0 22,3 19,0 Regione Incidenza di occupati sovraistruiti Umbria 29,8 Abruzzo 26,8 Marche 26,2 Lazio 26,0 Molise 23,6 Basilicata 23,1 Calabria 23,0 Friuli-Venezia Giulia 22,8 Toscana 21,7 Liguria 21,4 Emilia-Romagna 21,4 Italia 21,1 Veneto 20,7 Piemonte 20,3 Lombardia 19,6 Campania 19,0 Sicilia 18,8 Sardegna 18,1 Puglia 17,8 Valle d'aosta 16,0 Trentino-Alto Adige 14,3 25,4 26,2 24,1 24,9 20,0 21,1 Incidenza di occupati sovraistruiti Marche Centro Italia

46 Lavoro e conciliazione dei tempi di vita 3.7 La protezione del lavoratore risulta sicuramente una delle condizioni fondamentali della qualità del lavoro. Il verificarsi di infortuni mortali o che provocano inabilità permanente rappresenta l elemento più estremo del mancato rispetto delle norme che riguardano la sicurezza nel lavoro. Numero di infortuni mortali e inabilità permanente sul totale occupati (al netto delle forze armate) per Fonte: Inail Nelle Marche il tasso di infortuni mortali e inabilità permanente risulta pari a 20 nel 2010, valore superiore a quello nazionale (14,5) ed a quello dell Italia Centrale (16,4%). Nella graduatoria decrescente delle regioni italiane, le Marche si collocano in 7 posizione. Dall analisi temporale risulta che nelle Marche negli ultimi tre anni si è verificata una diminuzione di tale tasso, sebbene rimanendo sempre superiore alla media nazionale e del Centro-Italia. Tasso di infortuni mortali e inabilità permanente 21,0 16,8 21,5 17,2 20,2 21,8 Regione Tasso di infortuni mortali e inabilità permanente Anno 2010 Umbria 24,9 Basilicata 22,2 Toscana 21,1 Sardegna 20,8 Trentino-Alto Adige 20,1 Abruzzo 20,0 Marche 20,0 Calabria 19,3 Emilia-Romagna 18,9 Sicilia 17,2 Liguria 16,6 Molise 15,5 Italia 14,5 Friuli-Venezia Giulia 13,5 Veneto 13,2 Puglia 13,2 Campania 12,0 Valle d'aosta 11,9 Piemonte 11,1 Lazio 10,6 Lombardia 9,6 20,1 20,0 16,0 16,2 16,2 16,4 15,0 15,4 14,9 14,9 14,9 14,5 Tasso di infortuni mortali e inabilità permanente Marche Centro Italia

47 Lavoro e conciliazione dei tempi di vita 3.8 L indicatore intende analizzare gli occupati che svolgono un lavoro al di fuori di ogni regola e quindi privi di ogni protezione contrattuale e copertura previdenziale. Rientrano nell ambito delle attività lavorative non dichiarate le seguenti tipologie di prestazioni lavorative: a) continuative, svolte non rispettando la normativa vigente; b) occasionali, svolte da persone che si dichiarano non attive in quanto studenti, casalinghe o pensionati; c) degli stranieri non residenti e non regolari. Percentuale di occupati che non rispettano la normativa vigente in materia lavoristica, fiscale e contributiva sul totale degli occupati. Fonte: Istat, Contabilità Nazionale. Nel 2009 l 8,3% degli occupati nelle Marche non rispettano la normativa vigente in materia lavoristica, fiscale e contributiva. Tale percentuale risulta inferiore a quella nazionale (10,3%) ed a quella della Ripartizione territoriale «Centro» (9,2%). Nella graduatoria decrescente delle regioni italiane, le Marche si collocano in 14 posizione. Incidenza occupati non regolari sul totale degli occupati Regione Incidenza di occupati non regolari - Anno 2010 Calabria 29,1 Molise 21,8 Sardegna 19,6 Basilicata 18,5 Sicilia 18,4 Campania 16,8 Puglia 15,6 Umbria 11,2 Abruzzo 11,2 Liguria 10,6 Lazio 10,4 Italia 10,3 Piemonte 9,6 Friuli-Venezia Giulia 8,7 Marche 8,3 Toscana 7,1 Emilia-Romagna 6,3 Veneto 6,0 Lombardia 5,9 Trentino-Alto Adige 5,1 Valle d'aosta 5,1 10,3 10,3 10,5 10,3 10,2 10,3 10,3 9,8 9,7 9,5 9,4 8,4 8,1 8,5 8,7 9,1 9,2 9,1 8,2 8,3 8,3 Incidenza occupati non regolari sul totale occupati Marche Centro Italia

48 Lavoro e conciliazione dei tempi di vita 3.9 La qualità dell occupazione di un paese si misura anche sulla possibilità che le donne con figli piccoli riescano a conciliare il lavoro retribuito con i lavori di cura familiare. La mancanza di servizi di welfare adeguati può comportare la scelta di lasciare il lavoro in caso della nascita di un figlio. Tasso di occupazione delle donne di anni con almeno un figlio in età 0-5 anni sul tasso di occupazione delle donne di anni senza figli per 100. Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro. Nelle Marche il rapporto tra tasso di occupazione delle donne di anni con figli in età prescolare e di quello delle donne senza figli risulta 82,1, valore superiore sia a quello nazionale (72) sia a quello dell Italia Centrale (77). Nella graduatoria decrescente regionale le Marche occupano la 4 posizione precedute dal Molise, Friuli-Venezia Giulia e Valle D Aosta. Rapporto tra tasso di occupazione delle donne di anni con figli in età prescolare e delle donne senza figli 80,1 77,1 85,1 82,8 83,5 77,2 76,1 77,1 87,4 87,6 Regione 84,3 78,8 79,8 78,5 70,1 69,7 70,5 70,8 72,2 73,1 71,4 72,0 Rapporto tra tasso di occupazione donne con figli in età prescolare e di quelle senza figli Rapporto tra tasso di occupazione delle donne di anni con almeno un figlio in età prescolare e di quelle senza figli Molise 86,1 Friuli-Venezia Giulia 83,5 Valle d'aosta 82,6 Marche 82,1 Emilia-Romagna 81,5 Piemonte 81,5 Veneto 80,4 Basilicata 79,9 Liguria 79,4 Puglia 79,4 Toscana 78,9 Umbria 77,8 Abruzzo 76,8 Lombardia 75,4 Lazio 74,3 Sardegna 73,1 Italia 72,0 Calabria 70,1 Trentino-Alto Adige 69,6 Sicilia 63,1 Campania 62,2 82,1 77,0 Marche Centro Italia

49 Lavoro e conciliazione dei tempi di vita L indicatore rileva il grado di sovraccarico di lavoro, e di conseguente mancanza di tempo libero, dovuto ad un eccessivo impegno di lavoro retribuito e/o domestico. Il vantaggio è riuscire a cogliere l impegno orario complessivo tenendo conto anche del lavoro per la famiglia. Percentuale di persone di anni che svolgono più di 60 ore settimanali di lavoro retribuito e/o familiare sul totale delle persone di anni. Fonte: Istat, Indagine Uso del tempo. Nel biennio il 38% dei marchigiani di anni hanno svolto oltre 60 ore settimanali di lavoro retribuito e/o familiare: percentuale leggermente inferiore al valore relativo al Centro-Italia ma superiore a quello nazionale. Rispetto ai sei anni precedenti, la popolazione con «sovraccarico» di lavoro è diminuita di due punti percentuali nelle Marche, mentre a livello nazionale tale diminuzione è stata decisamente meno rilevante. Quota di popolazione anni che svolge più di 60 ore settimanali di lavoro retribuito e/o familiare 40,0 40,1 38,0 Quota di popolazione anni che svolge più di 60 ore settimanali di lavoro retribuito e/o familiare 38,2 37,6 37,4 Regione Persone di anni che svolgono più di 60 ore settimanali di lavoro retribuito e/o familiare - anni Piemonte 42,3 Veneto 41,8 Friuli-Venezia Giulia 41,5 Valle d'aosta 41,3 Trentino-Alto Adige 40,7 Lombardia 40,7 Emilia-Romagna 40,0 Umbria 39,9 Toscana 39,0 Marche 38,0 Lazio 37,5 Italia 37,4 Molise 34,8 Abruzzo 34,7 Basilicata 34,6 Liguria 34,5 Campania 33,7 Calabria 33,1 Sardegna 32,3 Puglia 32,2 Sicilia 30, Marche Centro Italia 3.10

50 Lavoro e conciliazione dei tempi di vita 3.11 A fronte alle crescenti difficoltà di valutare la qualità oggettiva del lavoro, comunque rilevata grazie alla percezione dei lavoratori, parecchi studi hanno adottato una misura ancor più soggettiva, la job satisfaction, come ragionevole proxy per stimare la complessiva qualità del lavoro percepita dai lavoratori. Secondo questi studi la soddisfazione del lavoro risulta un buon predittore dei comportamenti dei lavoratori: dalle dimissioni, all assenteismo, alla produttività. Media della soddisfazione per i seguenti aspetti del lavoro svolto (scala da 0 a 10): guadagno, numero di ore lavorate, tipo di orario, ambiente di lavoro stabilità, distanza casa-lavoro, interesse per il lavoro. Fonte: Istat, Indagine Famiglia e soggetti sociali. I marchigiani percepiscono il proprio lavoro come abbastanza soddisfacente: l indicatore per le Marche (7,4) risulta superiore a quello nazionale (7,3). Nella graduatoria decrescente delle regioni italiane, le Marche si collocano in posizione mediana (11 ). Nelle Marche non si riscontrato differenze di genere, mentre sia a livello nazionale sia del Centro Italia le donne si sentono più soddisfatte della propria occupazione. Soddisfazione per il lavoro svolto Soddisfazione per il lavoro svolto Anno ,4 7,4 7,4 7,3 7,3 7,2 Maschi Femmine Marche Centro Italia Regione Soddisfazione per il lavoro svolto Anno 2009 Trentino-Alto Adige 7,9 Valle d'aosta 7,7 Umbria 7,6 Lombardia 7,5 Veneto 7,5 Emilia-Romagna 7,5 Piemonte 7,4 Friuli-Venezia Giulia 7,4 Toscana 7,4 Marche 7,4 Abruzzo 7,4 Molise 7,4 Basilicata 7,4 Sardegna 7,3 Italia 7,3 Liguria 7,2 Puglia 7,2 Lazio 7,1 Sicilia 7,1 Calabria 7,0 Campania 6,8

51 Capitolo 4 Benessere 4.1 Disuguaglianza nel reddito disponibile 4.2 Persone a rischio di povertà 4.3 Persone in famiglie con grave deprivazione materiale 4.4 Persone in abitazioni sovraffollate, senza servizi o con problemi strutturali 4.5 Persone in famiglie senza reddito da lavoro o da pensione economico

52 Benessere economico Nel nostro Paese la disuguaglianza del reddito è superiore a quella media europea ed è più elevata nel Mezzogiorno. La ricchezza totale posseduta dal quinto più ricco della popolazione nell ultimo biennio è aumentata. Rapporto fra il reddito equivalente totale ricevuto dal 20% della popolazione con il più alto reddito e quello ricevuto dal 20% della popolazione con il più basso reddito. Fonte: Istat, Indagine Eu-Silc. Nel 2011 il quinto più ricco dei marchigiani ha avuto un reddito 4,4 volte superiore a quello del quinto più povero. Tale valore di disuguaglianza è in crescita dal 2004, ma rimane inferiore a quello nazionale e a quello medio delle regioni del centro-italia. Disuguaglianza nel reddito disponibile 5,7 5,6 5,5 5,5 5,1 5,2 5,2 Regione Indice di disuguaglianza del reddito disponibile Bolzano/Bozen 3,9 Veneto 3,9 Friuli-Venezia Giulia 3,9 Trento 4,1 Umbria 4,1 Valle d'aosta/vallée d'aoste 4,2 Emilia-Romagna 4,2 Abruzzo 4,3 Marche 4,4 Toscana 4,5 Lombardia 4,6 Liguria 4,6 Molise 4,8 Piemonte 5,1 Sardegna 5,2 Puglia 5,4 Lazio 5,5 Calabria 5,5 Italia 5,6 Campania 6,7 Basilicata 6,9 Sicilia 8,1 5,6 5,2 4,8 4,9 5,1 4,7 4,9 4,6 4,9 4 4,4 4,2 4,6 4,3 4,4 4,1 4,4 Indice di disuguaglianza del reddito disponibile Italia Centro Marche

53 Benessere economico Il rischio di povertà, stimato a partire dal reddito netto disponibile, ha mantenuto una sostanziale stabilità nel triennio , mentre nel 2011 ha fatto registrare a livello nazionale un significativo aumento toccando il valore di 19,6: quasi una persona su 5 è a rischio povertà. Percentuale di persone a rischio di povertà, con un reddito equivalente inferiore o pari al 60% del reddito equivalente mediano sul totale delle persone residenti. Fonte: Istat, Indagine Eu-Silc Nelle Marche il rischio di povertà, nel 2011, riguarda quasi il 14% delle persone. La situazione regionale è migliore della media nazionale e della media della ripartizione del Centro, ma fa registrare dal 2009 un trend in evidente crescita. Persone a rischio di povertà Regione Persone a rischio di povertà (valori percentuali) Bolzano/Bozen 7,8 Emilia-Romagna 8,3 Valle d'aosta/vallée d'aoste 8,4 Lombardia 9,3 Friuli-Venezia Giulia 9,6 Veneto 10,9 Trento 11,4 Toscana 11,9 Liguria 12,1 Piemonte 13,2 Umbria 13,3 Marche 13,7 Lazio 17,8 Italia 19,6 Abruzzo 21,5 Sardegna 22,7 Molise 23,6 Puglia 30,3 Calabria 31,7 Basilicata 31,7 Campania 37,1 Sicilia 44,3 19,1 18,9 19,6 19,9 18,7 18,4 18,2 19,6 13,8 13,2 13,9 14,0 13,2 13,8 13,6 15,1 11,5 13,2 13,6 11,7 12,2 11,7 11,9 13,7 Persone a rischio di povertà (valori percentuali) Italia Centro Marche

54 Benessere economico 4.3 Nel 2011, dopo la sostanziale stabilità che aveva caratterizzato gli anni precedenti, l indicatore di deprivazione materiale grave aumenta in modo sensibile nel Paese. Percentuale di persone che vivono in famiglie con almeno 4 di 9 problemi considerati sul totale delle persone residenti. I problemi considerati sono: i) non poter sostenere spese impreviste di 800 euro; ii) non potersi permettere una settimana di ferie all anno lontano da casa; iii) avere arretrati per il mutuo, l affitto, le bollette o per altri debiti come per es. gli acquisti a rate; iv) non potersi permettere un pasto adeguato ogni due giorni, cioè con proteine della carne o del pesce (o equivalente vegetariano); v) non poter riscaldare adeguatamente l abitazione; non potersi permettere: vi) una lavatrice; vii) un televisore a colori; viii) un telefono; ix) un automobile. Il marcato aumento della grave deprivazione materiale nel 2011 tocca le Marche come il resto d Italia: nella nostra regione essa riguarda 11 persone su 100 nel 2011, più del doppio rispetto all anno precedente. Persone in famiglie con grave deprivazione materiale Persone che vivono in famiglie con grave deprivazione materiale (valori percentuali) 6,9 6,4 6,3 6,8 3,7 3,6 3,7 5,2 5,6 5,2 5,4 4,2 4,5 5,0 4,1 4,7 3,7 4,8 7,5 Persone in famiglie con grave Regione deprivazione materiale (valori percentuali) Trentino-Alto Adige/Südtirol 2,4 Veneto 4,1 Lazio 6,1 Umbria 6,4 Emilia-Romagna 6,4 Friuli-Venezia Giulia 6,8 Liguria 7,0 Lombardia 7,1 Piemonte 8,0 Toscana 8,4 Sardegna 9,0 Abruzzo 10,7 Marche 10,9 Molise 11,0 Italia 11,1 Campania 18,7 Calabria 19,4 Puglia 20,9 Basilicata 24,0 Sicilia 24,5 Valle d'aosta/vallée d'aoste - 7,0 6, ,1 7,5 10,9 Italia Centro Marche

55 Benessere economico 4.4 Il disagio nelle condizioni abitative, sostanzialmente stabile fino al 2010, fa registrare un sensibile aumento nel 2011, più consistente nel Mezzogiorno e nel Centro Italia Percentuale di persone che vivono in situazioni di sovraffollamento abitativo, in abitazioni prive di alcuni servizi e con problemi strutturali sul totale delle persone residenti. Fonte: Istat, Indagine Eu-Silc. Anche nelle Marche, come nel resto d Italia, il disagio abitativo fa registrare un aumento marcato nel 2011 rispetto all anno precedente e rispetto al trend sostanzialmente stabile che aveva caratterizzato gli ultimi anni fino al Dall ultimo dato circa 12 marchigiani su 100 vivono in condizioni problematiche con riguardo all abitazione, un valore regionale tra i più alti. Il problema ha investito, dal 2010 al 2011, 5 ulteriori residenti ogni 100. Persone in abitazioni sovraffollate, senza servizi o con problemi strutturali Regione Persone in abitazioni sovraffollate, senza servizi, con problemi strutturali (valori percentuali) 9,1 8,2 7,9 7,5 7,5 6,8 7,5 7,6 7,0 6,9 7,0 7,4 6,5 6,3 8,1 7,6 5,9 5,6 4,9 6,1 7,7 Persone in abitazioni sovraffollate, senza servizi, con problemi strutturali (valori percentuali) Sardegna 3,7 Friuli-Venezia Giulia 4,0 Trento 4,4 Bolzano/Bozen 5,3 Umbria 5,5 Liguria 6,3 Veneto 6,6 Valle d'aosta/vallée d'aoste 6,6 Emilia-Romagna 6,9 Toscana 7,1 Piemonte 7,2 Basilicata 7,5 Lombardia 7,6 Calabria 7,9 Puglia 8,1 Italia 8,9 Sicilia 9,6 Lazio 11,3 Marche 11,7 Abruzzo 12,4 Molise 13,0 Campania 17, ,6 11,7 8,9 Italia Centro Marche

56 Benessere economico 4.5 In Italia, nel 2011, 7 persone su 100 vivono in una famiglia in cui nessun componente percepisce reddito da lavoro o da pensione; tale quota è ormai in costante crescita dal 2004 Percentuale di persone che vivono in famiglie con almeno un componente di anni (con esclusione delle famiglie dove tutti i componenti sono studenti a tempo pieno con meno di 25 anni) dove nessun componente lavora o percepisce una pensione da lavoro sul totale delle persone che vivono in famiglie con almeno un componente di anni. Fonte: Istat, Indagine Forze di lavoro. Rispetto al panorama nazionale le Marche si trovano in una situazione privilegiata rispetto alla quota di individui che vivono in famiglie in cui nessun componente lavora o percepisce una pensione: tale quota è pari al 3,2%, un valore molto inferiore alla media nazionale ma anche al valore medio calcolato su tutte le regioni del Centro Italia. Il trend di tale indicatore non sembra inoltre mostrare un aumento particolarmente evidente. Persone in famiglie senza reddito da lavoro o da pensione 3,0 3,3 3,1 3,2 3,5 2,4 2,4 2,1 2,4 2,7 Regione Persone in famiglie dove nessun componente lavora o percepisce una pensione (valori percentuali) 6,3 5,6 4,8 5,1 5,0 5,1 Persone in famiglie dove nessun componente lavora o percepisce una pensione (valori percentuali) Bolzano/Bozen 2,0 Trento 2,7 Veneto 3,0 Marche 3,2 Valle d'aosta/vallée d'aoste 3,4 Lombardia 3,4 Emilia-Romagna 3,4 Umbria 3,6 Toscana 3,7 Friuli-Venezia Giulia 4,1 Piemonte 4,2 Abruzzo 4,9 Liguria 5,0 Lazio 5,0 Molise 7,0 Italia 7,2 Sardegna 8,4 Basilicata 10,0 Puglia 11,0 Calabria 15,5 Sicilia 15,6 Campania 16,9 6,9 4,0 4,1 4,3 3,5 3,6 3, ,2 Italia Centro Marche

57 Capitolo 5 Relazioni sociali 5.1 Soddisfazione per le relazioni familiari 5.2 Soddisfazione per le relazioni amicali 5.3 Persone che hanno qualcuno su cui contare 5.4 Bambini che giocano giornalmente con i genitori 5.5 Persone che aiutano gli altri 5.6 Partecipazione sociale 5.7 Attività di volontariato 5.8 Finanziamento delle associazioni 5.9 Organizzazioni non profit 5.10 Cooperative sociali 5.11 Fiducia generalizzata

58 Relazioni sociali In Italia le reti di solidarietà familiare sono un tradizionale punto di forza, assicurano un sostegno fondamentale sia nei momenti critici e di disagio, sia nella routine giornaliera. Il 36,8% degli italiani si dichiara molto soddisfatto per le relazioni familiari cui si aggiunge il 54,2% che si dichiara abbastanza soddisfatto; dunque il livello di soddisfazione è elevato e risulta stabile negli anni. Percentuale di persone molto soddisfatte per le relazioni familiari: Percentuale di persone di 14 anni e più che sono molto soddisfatte delle relazioni familiari sul totale delle persone di 14 anni e più. Fonte: Istat, indagine Aspetti della vita quotidiana Soddisfazione per le relazioni familiari Persone molto soddisfatte per le relazioni familiari (%) Anno 2012 Trentino-Alto Adige 45,4 Lombardia 45,1 Piemonte 44,7 Veneto 43,6 Emilia-Romagna 40,5 Valle d'aosta 40,3 Friuli-Venezia Giulia 39,8 Liguria 38,4 Umbria 38,3 Toscana 37,0 Italia 36,8 Sardegna 36,4 Calabria 35,6 Marche 34,6 Abruzzo 34,2 Sicilia 33,6 Molise 33,1 Lazio 30,2 Puglia 26,9 Basilicata 26,3 Campania 24,3 Per i marchigiani il livello di soddisfazione per le relazioni familiari è leggermente inferiore alla media italiana. La rilevazione del 2012 registra un dato di 34,6% relativo alle persone che si dichiarano molto soddisfatte per le relazioni familiari. L'andamento negli anni oscilla attorno a una media del 33%. Persone molto soddisfatte per le relazioni familiari (%) 5.1

59 Relazioni sociali Una parte importante della rete sociale sono le relazioni amicali. In particolare per i giovani la rete amicale è ricca e importante. In Italia il 26,6% delle persone sono soddisfatte delle proprie amicizie. Percentuale di persone di 14 anni e più che sono molto soddisfatte delle relazioni con amici sul totale delle persone di 14 anni e più. Fonte: Istat Indagine Aspetti della vita quotidiana Le Marche si collocano sullo stesso valore della media italiana, quindi in una posizione intermedia tra la popolazione del Trentino Alto Adige dove quasi il 36% si dichiara molto soddisfatto delle proprie relazioni amicali e la Campania dove solo il 17% si definisce tale. In linea con la tendenza italiana anche il dato delle Marche è piuttosto stabile e invariato nel tempo. Soddisfazione per le relazioni amicali Persone molto soddisfatte per le relazioni amicali 2012 (%) Trentino-Alto Adige 35,8 Veneto 32,9 Lombardia 32,4 Friuli-Venezia Giulia 30,6 Piemonte 29,3 Emilia-Romagna 28,8 Umbria 28,5 Calabria 27,8 Liguria 27,7 Valle d'aosta 27,2 Marche 26,6 Italia 26,6 Sardegna 26,3 Toscana 25,6 Molise 24,7 Abruzzo 23,7 Lazio 23,2 Sicilia 22,9 Basilicata 22,3 Puglia 19,4 Campania 17,4 Persone molto soddisfatte per le relazioni amicali (%) 5.2

60 Relazioni sociali Le relazioni rappresentano una risorsa, e pertanto contribuiscono alla formazione di un capitale (sociale) che rende possibile il conseguimento di obiettivi (interessi) che non potrebbero essere raggiunti altrimenti, se non a un costo di transazione più elevato per coloro che partecipano alla relazione (Coleman, 2005 ). Le relazioni interpersonali gravitano e s intrecciano attorno alle persone, e con esse si mobilitano le risorse (umane e materiali) che assicurano sostegno nei momenti critici e di disagio. Percentuale di persone di 14 anni e più che hanno parenti, amici o vicini su cui contare in caso di bisogno, sul totale delle persone di 14 anni e più. In Italia quasi il 76% della popolazione ha dichiarato nel 2009 di avere parenti vicini o amici su cui contare in caso di bisogno. Nelle Marche tale percentuale è più alta e raggiunge il 78,4%. Le regioni del Nord-Est e la Sardegna, tuttavia, mostrano percentuali ancora più elevate e si collocano nella prima fascia della graduatoria. Negli ultimi dieci anni l'indicatore ha mostrato lievi oscillazioni tra il 77% e il 79%. Persone che hanno qualcuno su cui contare Persone che hanno parenti, amici o vicini su cui contare % Persone che hanno parenti, amici o vicini su cui contare 2009 (%) Trentino-Alto Adige 86,7 Veneto 82,5 Sardegna 82,3 Friuli-Venezia Giulia 81,8 Emilia-Romagna 80,7 Lombardia 80,2 Marche 78,4 Toscana 78,1 Basilicata 77,1 Valle d'aosta 77,0 Lazio 76,5 Italia 75,9 Piemonte 75,7 Liguria 74,9 Molise 73,2 Umbria 70,7 Puglia 69,7 Sicilia 69,5 Abruzzo 68,0 Campania 67,5 Calabria 65,4 5.3

61 Relazioni sociali Bambini che giocano con i genitori Una specifica attenzione è data alla condizione dell infanzia per quanto riguarda gli aspetti di condivisione del tempo dedicato al gioco all interno della famiglia, intesa come agenzia primaria di socializzazione. La partecipazione dei genitori al gioco dei figli può variare significativamente,per questo è stata individuata una misura quantitativa sintetica del grado di coinvolgimento dei genitori. Percentuale di bambini di 3-10 anni che giocano tutti i giorni con il padre e/o con la madre sul totale dei bambini dei 3-10 anni. Il coinvolgimento dei genitori nell'attività ludica dei bambini in Italia registra una percentuale del 63,5%. Nelle Marche quasi il 66% dei bambini ha la possibilità di giocare con la mamma o con il papà tutti i giorni. Tale indicatore non ha avuto rilevanti variazioni negli ultimi anni. Bambini che giocano con i genitori % Bambini di 3-10 anni che giocano tutti i giorni 2011 con il padre e/o con la madre Toscana 75,8 Umbria 74,9 Sardegna 73,7 Abruzzo 71,5 Molise 69,2 Calabria 67,6 Marche 65,7 Liguria 65,1 Piemonte 63,5 Italia 63,5 Emilia-Romagna 63,4 Lazio 63,2 Lombardia 63,0 Friuli-Venezia Giulia 61,3 Basilicata 61,1 Campania 61,0 Veneto 60,5 Valle d'aosta 60,4 Trentino-Alto Adige 59,6 Puglia 58,8 Sicilia 58,3 5.4

62 Relazioni sociali Numerosi studi dimostrano che il solo intervento delle strutture pubbliche (reti formali come i servizi organizzati, programmati, centralizzati e specializzati) non produce automaticamente un miglioramento della qualità della vita. Di qui, l importanza delle reti informali, anche di mutuo aiuto. In Italia oltre il 30% della popolazione ha fornito, nel corso dell'anno 2009, un aiuto gratuito a persone non conviventi parenti e non. Il pilastro di questi reti informali sono soprattutto le donne e rispetto al 2003 sono aumentati i contributi forniti dalle donne in età più anziana per l'assistenza dei minori. Persone di 14 anni e più che nelle ultime quattro settimane hanno fornito aiuti gratuiti a persone (parenti e non) non conviventi Nelle Marche il 33% della popolazione dichiara di aver fornito aiuto gratuito a persone non conviventi. Il dato è in aumento rispetto alla rilevazione del Le Marche si collocano in graduatoria al quinto posto e quindi nella fascia più alta insieme alle regioni del Nord-Est. Persone che aiutano gli altri Persone che aiutano gli altri % Persone che forniscono aiuti gratuiti a persone non conviventi 2009 (%) Trentino-Alto Adige 39,4 Friuli-Venezia Giulia 36,8 Veneto 35,1 Lombardia 35,0 Marche 33,2 Emilia-Romagna 32,9 Sardegna 32,2 Lazio 31,9 Basilicata 31,5 Piemonte 31,2 Italia 30,4 Toscana 30,1 Umbria 27,8 Valle d'aosta 26,3 Liguria 25,9 Abruzzo 25,6 Puglia 25,6 Campania 24,7 Sicilia 24,7 Calabria 22,5 Molise 19,0 5.5

63 Relazioni sociali 5.6 Una elevata partecipazione a reti associative accresce la dotazione di capitale sociale consentendo una migliore performance delle politiche pubbliche, una più elevata coesione sociale, una maggiore efficienza e un costo inferiore delle transazioni. Persone di 14 anni e più che negli ultimi 12 mesi hanno svolto almeno una attività di partecipazione sociale. Tra cui hanno: partecipato a riunioni di associazioni (culturali / ricreative, ecologiche, diritti civili, per la pace); partecipato a riunioni di organizzazioni sindacali, associazioni professionali o di categoria; partecipato a riunioni di partiti politici e/o hanno svolto attività gratuita per un partito; pagano una retta mensile o periodica per un circolo / club sportivo; hanno preso parte a incontri o iniziative (culturali, sportive, ricreative, spirituali) realizzati o promossi da parrocchie, da organizzazioni / gruppi religiosi o spirituali. In Italia il coinvolgimento della popolazione in attività di partecipazione sociale è in calo negli ultimi tre anni. Nelle Marche il dato relativo al 2012 è piuttosto basso e in forte calo: circa il 21% della popolazione partecipa ad attività sociali; nel 2005 l'indicatore per le Marche era del 27,5%. Attività di partecipazione sociale Persone che svolgono attività di partecipazione sociale % Persone che svolgono attività di partecipazione sociale 2012 (%) Trentino-Alto Adige 39,0 Veneto 31,7 Valle d'aosta 30,7 Friuli-Venezia Giulia 28,8 Emilia-Romagna 27,4 Lombardia 26,0 Piemonte 25,9 Liguria 25,9 Toscana 25,3 Italia 23,5 Sardegna 23,0 Lazio 22,9 Molise 21,7 Umbria 21,6 Marche 20,8 Basilicata 20,5 Abruzzo 20,3 Puglia 18,1 Calabria 17,2 Sicilia 17,0 Campania 16,3

64 Relazioni sociali 5.7 Il volontariato rappresenta una importante ricchezza per il nostro Paese che tuttavia non è distribuita su tutto il territorio nazionale e che anche assieme alle reti sociali e familiari non è comunque in grado di garantire un tessuto sociale forte specialmente alle fasce sociali più deboli. In Italia risultano in particolare le donne giovani e invece i maschi cinquantenni a dedicarsi al volontariato. L indicatore rileva la diffusione di espressioni di lavoro volontario inserite in organizzazioni formalizzate. Persone di 14 anni e più che negli ultimi 12 mesi hanno svolto attività gratuita per associazioni o gruppi di volontariato. A fronte di una percentuale nazionale del 9,7, le Marche presentano un dato del 9,2%. Dunque la quota di marchigiani che dedicano parte del loro tempo al volontariato è di poco al di sotto di quella nazionale, ma molto distante dal 21% degli abitanti del Trentino Alto Adige. Il dato delle Marche inoltre si è abbassato notevolmente dal 2005 quando si rilevava una quota del 11%. Attività di volontariato Persone che svolgono attività di volontariato % Persone che svolgono attività di volontariato 2012 (%) Trentino-Alto Adige 21,4 Veneto 14,7 Lombardia 13,5 Friuli-Venezia Giulia 12,3 Valle d'aosta 11,8 Piemonte 11,6 Emilia-Romagna 11,0 Liguria 10,7 Italia 9,7 Toscana 9,6 Marche 9,2 Sardegna 9,1 Umbria 7,2 Basilicata 7,2 Molise 7,1 Lazio 6,9 Calabria 6,1 Sicilia 6,1 Abruzzo 5,9 Campania 5,6 Puglia 5,0

65 Relazioni sociali Questo indicatore cerca di catturare una forma di attivazione economica a sostegno dell attività del terzo settore. Non viene rilevata tuttavia l'entità delle risorse materiali versate ma la quota di persone che dichiarano di aver donato offerte o comunque finanziato associazioni. Persone di 14 anni e più che negli ultimi 12 mesi hanno finanziato associazioni Sia nel contesto italiano sia nel territorio regionale delle Marche, la quota di persone che dichiarano di aver finanziato associazioni risulta in calo dal 2005 ad oggi. Nel 2012 le Marche rilevano una percentuale per questo indicatore di 15,3, mentre nel 2005 si registrava quasi un 20%. La media italiana, a fronte di un 18,2% del 2005, per il 2012 calcola il 14,7% di persone che hanno versato soldi a favore di associazioni. Persone che finanziano associazioni Persone che finanziano associazioni % Persone che finanziano associazioni 2012 (%) Trentino-Alto Adige 31,2 Valle d'aosta 21,1 Lombardia 20,5 Veneto 20,1 Friuli-Venezia Giulia 20,1 Emilia-Romagna 19,0 Toscana 18,9 Piemonte 17,2 Sardegna 17,2 Liguria 17,0 Marche 15,3 Umbria 15,0 Italia 14,7 Basilicata 11,1 Lazio 11,0 Molise 10,8 Abruzzo 9,6 Puglia 8,7 Calabria 8,1 Campania 6,0 Sicilia 5,7 5.8

66 Relazioni sociali Le istituzioni non profit sono state oggetto di rilevazione nell'ambito dell'ultimo Censimento dell' industria e servizi dai cui risultati emerge che il mondo del non profit cresce e si diversifica. Quota di organizzazioni non profit per abitanti. Censimento Industria Servizi Rilevazione delle organizzazioni non profit Organizzazioni non profit Organizzazioni non profit per abitanti Organizzazioni non profit 2011 ogni abitanti Valle d'aosta 104,0 Trentino Alto Adige 100,0 Friuli-Venezia Giulia 82,1 Umbria 70,7 Marche 69,3 Toscana 65,1 Liguria 60,2 Veneto 59,5 Piemonte 59,5 Sardegna 58,7 Molise 57,9 Emilia-Romagna 57,8 Basilicata 56,0 Abruzzo 55,5 Italia 50,7 Lombardia 47,5 Lazio 43,3 Calabria 40,6 Sicilia 39,7 Puglia 37,3 Campania 25,1 Al 31 dicembre 2011 in Italia sono le organizzazioni non profit attive, con un incremento del 28 per cento rispetto al 2001, anno dell ultima rilevazione censuaria sul settore. 5.9

67 Relazioni sociali Le cooperative rappresentano una delle realtà più attive del mondo del non profit. Una cooperativa sociale è un particolare tipo di società cooperativa. Le cooperative sociali erogano servizi sociali, socio-sanitari, assistenziali ed educativi, rivolti ad anziani, disabili, minori, soggetti che necessitano di assistenza e cittadini in genere. Cooperative sociali ogni abitanti, fonte ASIA-ISTAT Nelle Marche ogni abitanti si registra una cooperativa e mezzo. Il dato colloca la regione al di sotto della media italiana e al di sotto della media delle regioni del centro. Cooperative sociali 2010 Cooperative sociali ogni abitanti Sardegna 3,1 Basilicata 2,9 Molise 2,6 Lazio 2,1 Sicilia 2,0 Calabria 2,0 Puglia 2,0 Valle d'aosta 1,9 Trentino-Alto Adige 1,8 Umbria 1,8 Friuli-Venezia Giulia 1,8 Lombardia 1,7 Abruzzo 1,7 Italia 1,7 Campania 1,6 Liguria 1,5 Marche 1,5 Toscana 1,4 Emilia-Romagna 1,3 Piemonte 1,3 Veneto 1,

68 Relazioni sociali Il grado di fiducia che le persone sono disposte ad accordare ai loro concittadini è uno dei principali indicatori di coesione sociale. Dove la fiducia reciproca è elevata la società è coesa e funziona meglio, sono meno i comportamenti opportunistici e la corruzione. In Italia il livello di fiducia negli altri è decisamente basso: oltre 10 punti percentuali inferiore alla media OCSE. Persone di 14 anni e più che ritengono che gran parte della gente sia degna di fiducia. Fonte: Indagine Istat Aspetti della vita quotidiana. Nelle Marche la fiducia nei confronti degli altri presenta un dato piuttosto basso: nel 2012 solo il 16,5% dei marchigiani di almeno 14 anni ritiene che gran parte della gente sia degna di fiducia. Il dato è sotto la media italiana di ben quattro punti percentuali. Inoltre è rilevante il calo di tale parte della popolazione: se nel 2010 le persone che riponevano fiducia negli altri erano più del 22%, nel 2012 la percentuale perde quasi 6 punti, in particolare fra le donne. Fiducia generalizzata Persone che hanno fiducia degli altri (%) Persone che hanno fiducia degli altri 2012 (%) Trentino-Alto Adige 30,8 Valle d'aosta 28,3 Liguria 27,6 Lazio 25,1 Friuli-Venezia Giulia 23,4 Lombardia 22,7 Emilia-Romagna 22,7 Piemonte 21,3 Toscana 20,5 Calabria 20,5 Veneto 20,2 Sardegna 20,1 Italia 20,0 Abruzzo 19,5 Umbria 17,7 Marche 16,5 Campania 14,4 Puglia 14,3 Molise 14,1 Basilicata 13,7 Sicilia 12,2 5.11

69 Capitolo 6 Politica e 6.1 Partecipazione elettorale 6.2 Partecipazione civica e politica 6.3 Fiducia nel Parlamento italiano 6.4 Fiducia nel sistema giudiziario 6.5 Fiducia nei partiti 6.6 Fiducia nelle Istituzioni locali 6.7 Fiducia in altri tipi di Istituzioni 6.8 Donne e rappresentanza politica in Parlamento 6.9 Donne e rappresentanza politica a livello locale Istituzioni

70 Politica e Istituzioni 6.1 La fiducia nelle Istituzioni e nella Politica viene espressa dai cittadini soprattutto attraverso la partecipazione elettorale. Un clima di fiducia positivo è importante in quanto favorisce la coesione sociale e l efficacia stessa delle politiche pubbliche. Al contrario, una diffusa sensazione di discrezionalità nelle regole e una scarsa trasparenza della Res Publica agiscono negativamente sulla fiducia dei cittadini e sul loro senso di appartenenza al Paese. La partecipazione elettorale è qui espressa attraverso la percentuale delle persone che hanno votato alle ultime elezioni del Parlamento europeo sul totale degli aventi diritto. La fonte dei dati è il Ministero dell Interno. La partecipazione al voto per l elezione del Parlamento europeo rilevata agli appuntamenti elettorali quinquennali nel periodo mostra un trend sostanzialmente decrescente, manifestazione della generale disaffezione dei cittadini alla Politica. Il dato relativo ai cittadini marchigiani, pur essendo anch esso decrescente, assume valori sistematicamente superiori al dato nazionale, passando dall 89,8% nel 1979 al 73,9% nel Partecipazione elettorale Persone che hanno votato al parlamento europeo (valori %). Anno ,8 86,1 89,0 73,3 a 77,9 (4) 68,4 a 73,3 (4) 63,9 a 68,4 (4) 60,1 a 63,9 (4) 40,9 a 60,1 (4) Regione Persone di 18 anni e più che hanno votato alle elezioni del Parlamento Europeo (valori percentuali) Anno 2009 Umbria 77,9 Emilia-Romagna 76,8 Marche 73,9 Lombardia 73,3 Toscana 72,9 Veneto 72,6 Piemonte 71,2 Puglia 68,4 Basilicata 67,9 Italia 66,5 Liguria 65,0 Friuli-Venezia Giulia 64,7 Campania 63,9 Lazio 63,0 Molise 62,9 Abruzzo 62,0 Trentino-Alto Adige 60,1 Valle d'aosta 58,8 Calabria 55,9 Sicilia 49,2 Sardegna 40,9 Persone di 18 anni e più che hanno votato alle elezioni del Parlamento europeo (valori %) 88,3 87,3 83,0 86,5 81,7 84,8 79,1 77,8 76,0 77,4 75,2 71,4 74,7 70,8 73, ,5 73,9 68,7 Marche Centro Italia

71 Politica e Istituzioni 6.2 La partecipazione alla vita politica, oltre ad essere espressa dalla concreta attività di sostegno alla politica, è qui intesa come interesse e partecipazione esercitate a più livelli, compreso l informarsi e lo scambiare opinioni anche attraverso il web. Pur essendo in aumento i «cittadini del web» che utilizzano internet per informarsi, dialogare di politica e partecipare a consultazioni on line, la quota di coloro che non parlano e non si interessano di politica rimane tuttora consistente, pari a circa un terzo della popolazione di 14 anni e oltre del Paese. La partecipazione civica e politica è qui misurata attraverso la quota delle persone di 14 anni e più che parlano o che si informano di politica almeno una volta alla settimana, che hanno partecipato online a consultazioni o votazioni su problemi sociali o politici o hanno letto o postato opinioni su problemi sociali o politici sul web negli ultimi tre mesi. Fonte: indagine ISTAT sugli Aspetti della vita quotidiana La quota di marchigiani che si interessano a vari livelli di politica è pari al 69,6%, valore di poco superiore a quello nazionale del 67%. Le regioni che manifestano Partecipazione civica e politica Persone che partecipano o si informano di politica valori %. Anno ,4 a 75 (11) 63,7 a 69,4 (3) 58 a 63,7 (2) 52,3 a 58 (4) maggior interesse sono quelle del nord, con valori superiori al 70% : Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna mostrano quote superiori al 73%, mentre le regioni del sud, esclusa la Sardegna, presentano percentuali più basse, fino ad arrivare alla Basilicata dove quasi una persona su due si disinteressa completamente ai temi riguardanti la politica e la vita civica. Le donne, rispetto agli uomini, mostrano un livello di partecipazione più basso: nelle Marche sono il 62,7% a fronte della quota maschile pari al 77%. Anche il dato nazionale manifesta questo divario di genere: la quota che per i maschi è pari al 74,7%, per le femmine scende al 60%. Regioni Persone di 14 anni e più che parlano di politica o che si informano di politica almeno una volta a settimana, che hanno partecipato online a consultazioni o votazioni su problemi sociali o politici o hanno letto e postato opinioni su problemi sociali o politici sul web negli ultimi 3 mesi (valori percentuali) - Anno 2012 Veneto 75,0 Lombardia 73,3 Emilia-Romagna 73,1 Friuli-Venezia Giulia 73,0 Sardegna 72,9 Liguria 72,5 Piemonte 71,8 Trentino-Alto Adige 71,8 Marche 69,6 Valle d'aosta 69,4 Toscana 69,4 Umbria 67,8 Lazio 67,7 Italia 67,0 Abruzzo 66,5 Molise 60,1 Sicilia 58,3 Campania 56,2 Calabria 54,6 Puglia 53,2 Basilicata 52,3

72 Politica e Istituzioni Il livello di fiducia nelle Istituzioni è una componente direttamente correlata alla propensione al voto e alla partecipazione civica. La scarsa partecipazione politica è infatti essa stessa espressione del basso livello di fiducia dei cittadini verso gli Organi istituzionali e verso il Parlamento quale massimo organo di rappresentanza politica del Paese. L indicatore qui utilizzato è rappresentato dal punteggio medio di fiducia nel Parlamento italiano (in una scala da 0 a 10) espresso dalle persone di 14 anni e più. Fonte: ISTAT-Indagine Aspetti della vita quotidiana. Su una scala da 0 a 10 il livello di fiducia nel Parlamento italiano espresso dai marchigiani è pari a 3,4 ed è tra i più bassi se confrontato con le altre regioni che peraltro non danno valutazioni superiori al 4. Il livello di fiducia espresso su base nazionale è pari a 3,6. Una sfiducia quindi che attraversa tutte le zone del Paese, in maniera trasversale e che appartiene sia agli uomini che alle donne. Fiducia nel Parlamento italiano Punteggio medio di fiducia in una scala da 0 a10 Anno 2012 Punteggio medio di fiducia (a) espresso da persone di 14 anni e più nel Parlamento italiano. Anno ,2 M 3,8 a 4 (6) 3,7 a 3,8 (2) 3,5 a 3,7 (7) 3,1 a 3,5 (5) 3,5 3,6 Regione Punteggio medio di fiducia nel Parlamento italiano (a) nel Parlamento italiano espresso dalle persone di 14 anni e più. Anno 2012 Liguria 4,0 Basilicata 4,0 Abruzzo 3,9 Molise 3,9 Lazio 3,8 Campania 3,8 Puglia 3,7 Calabria 3,7 Piemonte 3,6 Lombardia 3,6 Umbria 3,6 Italia 3,6 Friuli-Venezia Giulia 3,5 Emilia-Romagna 3,5 Toscana 3,5 Sicilia 3,5 Trentino-Alto Adige 3,4 Marche 3,4 Valle d'aosta 3,3 Veneto 3,3 Sardegna 3,1 (a) in una scala da 0 a 10 3,7 3,7 F M F M F 3,5 M=Maschi F=Femmine 6.3 Marche Centro Italia

73 Politica e Istituzioni 6.4 La disaffezione dei cittadini verso le Istituzioni si esprime anche attraverso una scarsa fiducia verso l Istituzione giudiziaria, ritenuta lenta nella risoluzione dei processi e poco efficiente. La lunghezza media di un procedimento civile è infatti pari a giorni (dati del 2008). La fiducia nel sistema giudiziario è espressa dal seguente indicatore: Punteggio medio di fiducia nel sistema giudiziario, (in una scala da 0 a 10) espresso dalle persone di 14 anni e più. Fonte: ISTAT-Indagine Aspetti della vita quotidiana. I marchigiani hanno una percezione del sistema giudiziario peggiore rispetto alle altre regioni italiane. Su una scala da 0 a 10 il loro voto è pari a 4, il più basso, mentre il valore nazionale è poco più alto: 4,4. Il livello più elevato, ma comunque insufficiente, tra le regioni, è espresso dalla Sicilia per la quale il livello di fiducia è pari a 4,9, seguita dalla Campania con 4,8 e dalla Liguria con 4,7. In generale, le valutazioni oscillano tra 4 e 4,9 senza significative differenze anche a livello di genere. Fiducia nel sistema giudiziario Punteggio medio di fiducia (da 0 a 10) Anno ,675 a 4,9 (3) 4,45 a 4,675 (5) 4,225 a 4,45 (6) 4 a 4,225 (6) Punteggio medio di fiducia nel sistema giudiziario (a) espresso dalle persone di 14 anni e più. Anno ,0 4,1 4,3 4,2 Regione Punteggio medio di fiducia nel sistema giudiziario (a) espresso dalle persone di 14 anni e più. Anno 2012 Sicilia 4,9 Campania 4,8 Liguria 4,7 Molise 4,6 Puglia 4,6 Basilicata 4,6 Calabria 4,6 Abruzzo 4,5 Piemonte 4,4 Valle d'aosta 4,4 Trentino-Alto Adige 4,4 Lazio 4,4 Italia 4,4 Friuli-Venezia Giulia 4,3 Sardegna 4,3 Lombardia 4,2 Toscana 4,2 Umbria 4,2 Emilia-Romagna 4,1 Veneto 4,0 Marche 4,0 (a) in una scala da 0 a 10 M F M F M F Marche Centro Italia 4,4 4,4 M=Maschi F=Femmine

74 Politica e Istituzioni Il dato peggiore sul fronte della fiducia riguarda i Partiti politici, evidentemente ritenuti poco affidabili e scarsamente rappresentativi delle istanze dei cittadini, i quali appaiono sempre più lontani dalla politica e dai suoi rappresentati. Il livello di fiducia nei partiti è misurato su una scala da 0 a 10 e rilevato tra le persone di 14 anni ed oltre. Fonte: ISTAT- Indagine Aspetti della vita quotidiana. La fiducia nei Partiti politici, rilevata tra le regioni nel 2012, assume valori tra il 2 ed il 2,9, decisamente bassi. In particolare, per i marchigiani il livello di fiducia è 2,2, praticamente in linea con il dato nazionale pari a 2,3. Di nuovo, il clima di fiducia non sembra essere in relazione con l appartenenza ad una certa area geografica in quanto sussiste una bassissima variabilità tra i dati delle regioni (variabilità che si manifesta a livello di decimo di punto), né sussistono sostanziali differenze tra i valori espressi dai maschi rispetto alle femmine. Punteggio medio di fiducia (da 0 a 10) Anno ,675 a 2,9 (3) 2,45 a 2,675 (4) 2,225 a 2,45 (7) 2 a 2,225 (6) Fiducia nei partiti Punteggio medio di fiducia nei partiti (a) espresso dalle persone di 14 anni e più. Anno ,1 M Regioni Punteggio medio di fiducia nei partiti(a) espresso dalle persone di 14 anni e più. Anno 2012 Trentino-Alto Adige 2,9 Molise 2,8 Liguria 2,7 Abruzzo 2,6 Basilicata 2,6 Lombardia 2,5 Campania 2,5 Valle d'aosta 2,4 Umbria 2,4 Piemonte 2,3 Friuli-Venezia Giulia 2,3 Toscana 2,3 Lazio 2,3 Calabria 2,3 Italia 2,3 Emilia-Romagna 2,2 Marche 2,2 Puglia 2,2 Veneto 2,1 Sicilia 2,1 Sardegna 2 (a) in una scala da 0 a 10 2,3 2,3 2,3 2,3 2,3 F M F M F M=Maschi F=Femmine 6.5 Marche Centro Italia

75 Politica e Istituzioni 6.6 Le Istituzioni locali rappresentano spesso per il cittadino i luoghi in cui la Politica si rende concreta, più accessibile, con la quale è possibile dialogare direttamente, e più facile da osservare e valutare. Forse per questo motivo il livello di fiducia verso queste istituzioni, pur attestandosi sempre su valori di insufficienza (mediamente intorno al 4), è leggermente più elevato rispetto al massimo Organo istituzionale, il Parlamento, e rispetto ai Partiti politici. La fiducia è espressa su una scala da 0 a 10 e rilevata tra le persone di 14 anni ed oltre che esprimono la loro fiducia nel governo regionale, nel governo provinciale o in quello comunale. Fonte: ISTAT, Indagine Aspetti della vita quotidiana Il livello di fiducia verso le Istituzioni locali espresso dai cittadini marchigiani risulta nel 2012 pari a 4,2, di poco superiore al dato nazionale che si attesta sul valore 4. I valori variano dal 3 della Sicilia al 5,4 espresso dal Trentino-Alto Adige. Rispetto alle regioni del centro Italia, le Marche sembrano riporre maggiore fiducia nelle istituzioni locali; lo stesso risulta per le regioni del nord rispetto a quelle del sud. 4,1 Fiducia nelle istituzioni locali Punteggio medio di fiducia (da 0 a 10) Anno ,8 a 5,4 (2) 4,2 a 4,8 (8) 3,6 a 4,2 (6) 3 a 3,6 (4) Punteggio medio di fiducia nel governo regionale, provinciale e comunale (a) espresso dalle persone di 14 anni e più. Anno 2012 M 4,2 3,9 Regioni 4,0 4,0 4,0 Marche Centro Italia Punteggio medio di fiducia nel governo regionale, provinciale e comunale (a) espresso dalle persone di 14 anni e più. Anno 2012 Trentino-Alto Adige 5,4 Friuli-Venezia Giulia 4,8 Valle d'aosta 4,7 Emilia-Romagna 4,5 Veneto 4,4 Liguria 4,3 Lombardia 4,3 Toscana 4,3 Piemonte 4,2 Marche 4,2 Umbria 4,1 Abruzzo 4,0 Italia 4,0 Molise 3,7 Basilicata 3,7 Lazio 3,6 Puglia 3,6 Campania 3,5 Sardegna 3,5 Calabria 3,4 Sicilia 3,0 (a) in una scala da 0 a 10 F M F M F M=Maschi F=Femmine

76 Politica e Istituzioni 6.7 Si è visto che il clima di sfiducia dei cittadini attraversa in maniera trasversale tutte le Istituzioni e soprattutto quelle più vicine alla politica, tuttavia vi sono alcune notevoli eccezioni: esse sono rappresentate dai Vigili del Fuoco e dalle Forze dell ordine. Il livello di fiducia su di esse è infatti oltre il 7, valore che, in una scala da 0 a 10, esprime un più che discreto apprezzamento, testimonianza del riconoscimento della popolazione verso queste Autorità che intervengono nei momenti del bisogno. La fiducia in altri tipi di Istituzioni è rappresentata dal punteggio medo di fiducia (in una scala da 0 a 10) nelle Forze dell ordine e nei Vigili del Fuoco espressa dalle persone di 14 anni e più. Fonte: ISTAT-Indagine Aspetti della vita quotidiana La fiducia nelle Forze dell ordine e nei Vigili del Fuoco è in generale elevata in tutte le regioni d Italia, sebbene le regioni del Centro-Nord sembrino apprezzare maggiormente l operato di queste Istituzioni: il livello di fiducia varia da un minimo di 6,8 in Calabria ad un massimo di 7,6 del Friuli-Venezia Giulia. In particolare, per i cittadini marchigiani la fiducia è pari a 7,4, di poco superiore al valore nazionale di 7,3. Fiducia in altri tipi di istituzioni Punteggio medio di fiducia (da 0 a 10) Anno ,4 a 7,6 (9) 7,2 a 7,4 (5) 7 a 7,2 (4) 6,8 a 7 (2) Punteggio medio di fiducia nelle forze dell ordine e nei vigili del fuoco (a) espresso dalle persone di 14 anni e più. Anno ,4 M 7,4 F 7,2 M 7,2 Regioni Punteggio medio di fiducia nelle forze dell ordine e nei vigili del fuoco (a) espresso dalle persone di 14 anni e più. Anno 2012 Friuli-Venezia Giulia 7,6 Trentino-Alto Adige 7,5 Abruzzo 7,5 Piemonte 7,4 Liguria 7,4 Lombardia 7,4 Veneto 7,4 Emilia-Romagna 7,4 Marche 7,4 Valle d'aosta 7,3 Toscana 7,3 Umbria 7,3 Sicilia 7,3 Italia 7,3 Sardegna 7,2 Lazio 7,1 Molise 7,1 Puglia 7,0 Basilicata 7,0 Campania 6,9 Calabria 6,8 (a) in una scala da 0 a 10 Marche Centro Italia F 7,3 M 7,3 F M=Maschi F=Femmine

77 Politica e Istituzioni 6.8 Lo squilibrio di genere nei luoghi decisionali è ancora molto marcato. La presenza delle donne nelle posizioni apicali della politica e delle Istituzioni è infatti scarsa. Alle elezioni del 2008 nel Parlamento italiano la quota di donne elette è pari a 20,3%. A livello territoriale, pur essendo presenti notevoli divari, la quota femminile non supera mai il 30%. La rappresentanza femminile in Parlamento è misurata dalla quota di donne elette al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati. Fonte: Ministero degli Interni, Elezioni La quota di donne marchigiane elette al Parlamento nel 2008 è appena il 16,7%, valore inferiore a quello nazionale e che colloca la nostra regione tra gli ultimi posti nella graduatoria della rappresentanza femminile in Parlamento. Il valore più elevato è in Emilia Romagna che sfiora il 30%, seguita dalla Calabria con il 28,1%. Percentuali notevolmente basse, di poco superiori all 11%, si evidenziano per la Sardegna e la Sicilia, mentre solo il 5% per il Friuli-Venezia Giulia e addirittura lo 0% per la Valle d Aosta. Donne e rappresentanza politica in Parlamento Quota di donne al Senato e alla Camera Valori %. Anno a 29,7 (4) 20,7 a 25 (3) 18,8 a 20,7 (4) 15,4 a 18,8 (4) 0 a 15,4 (5) Quota donne elette al Senato della repubblica e alla Camera dei deputati (a). Anno 2008 (valori percentuali) 16,7 19,7 20,3 Regioni Marche Centro Italia Quota di donne elette al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati (a) Anno 2008 (valori percentuali) Emilia-Romagna 29,7 Calabria 28,1 Veneto 25,7 Trentino-Alto Adige 25,0 Toscana 23,2 Piemonte 21,7 Lombardia 21,4 Campania 20,7 Italia 20,3 Liguria 20,0 Molise 20,0 Abruzzo 19,0 Umbria 18,8 Puglia 18,5 Lazio 18,3 Marche 16,7 Basilicata 15,4 Sicilia 11,4 Sardegna 11,1 Friuli-Venezia Giulia 5,0 Valle d'aosta 0,0 (a) Sono escluse le senatrici e le deputate elette nelle circoscrizioni estero

78 Politica e Istituzioni La politica esercitata a livello locale presenta spesso delle differenze, nella percezione dei cittadini, rispetto a quella nazionale o europea. Questo diverso «sentire» si riflette in parte anche nella partecipazione femminile ai luoghi decisionali della politica a livello locale. La quota delle donne elette nei Consigli regionali (nel periodo ) in Italia si attesta intorno al 12,9%. La rappresentanza femminile nella politica locale è misurata dalla quota di donne elette nei Consigli Regionali. Fonte: Singoli Consigli Regionali, Anni La quota di donne marchigiane nei Consigli Regionali nel periodo è pari al 16,3%, valore superiore a quello nazionale e che colloca la nostra regione tra le prime sette regioni a più elevata partecipazione femminile. I valori più alti, che superano appena il 23%, sono in corrispondenza della regione Campania e del Piemonte; in Molise e in Basilicata la percentuale di donne nei Consigli Regionali è pari al 3,3% mentre non ci sono donne elette nel Consiglio regionale calabrese. Donne e rappresentanza politica a livello locale Quota di donne nei Consigli regionali Valori %. Anni ,2 a 23,8 (3) 14,4 a 19,2 (7) 9,6 a 14,4 (3) 4,8 a 9,6 (3) 0 a 4,8 (4) 16,3 17,3 12,9 Marche Centro Italia Quota di donne elette nei Consigli Regionali Anni Regioni (valori percentuali) Campania 23,7 Piemonte 23,3 Emilia-Romagna 21,2 Lazio 19,2 Trentino-Alto Adige 18,6 Toscana 16,4 Marche 16,3 Umbria 16,1 Sicilia 15,6 Liguria 15,0 Valle d'aosta 14,3 Italia 12,9 Abruzzo 11,1 Sardegna 10,0 Lombardia 8,8 Veneto 6,7 Friuli-Venezia Giulia 5,1 Puglia 4,3 Molise 3,3 Basilicata 3,3 Calabria 0,0 Quota di donne elette nei Consigli Regionali. Anni (valori percentuali) 6.9

79 Capitolo 7 Sicurezza 7.1 Tasso di omicidi 7.2 Tasso di furti in abitazione 7.3 Tasso di borseggi 7.4 Tasso di rapine 7.5 Tasso di violenza fisica sulle donne 7.6 Tasso di violenza sessuale sulle donne 7.7 Tasso di violenza domestica sulle donne 7.8 Preoccupazione di subire una violenza sessuale 7.9 Percezione di sicurezza camminando al buio da soli 7.10 Paura di stare per subire un reato in futuro 7.11 Presenza di elementi di degrado nella zona in cui si vive

80 Sicurezza È l unico indicatore per cui il sommerso è inesistente ed è l unico confrontabile a livello internazionale. I dati sono diversi nel territorio soprattutto a causa degli omicidi di stampo mafioso. Da diversi anni gli omicidi sono in diminuzione, fatta eccezione per gli omicidi di donne da parte dei partner, indicatore che invece è aumentato o rimasto stabile (nell ultimo anno). L indicatore produce stime annuali. Numero di omicidi sul totale della popolazione per Fonte: Ministero dell Interno dati SDI. Nelle Marche il tasso di omicidi ogni abitanti è pari a 0,6 (2011), valore inferiore alla media del Centro Italia (0,7) e alla media nazionale (0,9). Il dato marchigiano è calato fino al 2008, per poi salire tra il 2008 e il 2011; il dato nazionale è in lieve calo negli ultimi anni. 2,0 1,0 0,0 Tasso di omicidi (per abitanti) Tasso di omicidi per abitanti Marche Centro Italia REGIONE Tasso di omicidi per abitanti anno 2011 Calabria 2,9 Valle d'aosta 1,6 Sardegna 1,5 Puglia 1,2 Abruzzo 1,2 Sicilia 1,2 Liguria 1,1 Campania 1,0 Basilicata 1,0 Italia 0,9 Emilia-Romagna 0,8 Lazio 0,8 Piemonte 0,8 Umbria 0,7 Marche 0,6 Molise 0,6 Lombardia 0,6 Toscana 0,6 Veneto 0,6 Friuli-Venezia Giulia 0,4 Trentino-Alto Adige 0,3 7.1

81 Sicurezza L indicatore è parzialmente correlato alla percezione di sicurezza e strettamente correlato ai sistemi difensivi utilizzati per proteggere l abitazione. Numero di furti in abitazione sul totale delle famiglie per Fonte: Ministero dell Interno/ ISTAT; elaborazione ISTAT su dati delle denunce alle forze dell ordine e dati dell indagine sulla Sicurezza dei cittadini. Nelle Marche il tasso di furti in abitazione è pari a 16,0 (2011), valore superiore alla media nazionale (14,9) e a quella del centro Italia (15,3). L andamento temporale dell indicatore marchigiano è simile a quello dell intero territorio nazionale, con un aumento negli ultimi anni ( ). 20,0 10,0 0,0 Tasso di furti in abitazione Tasso di furti in abitazione per famiglie REGIONE Tasso di furti in abitazione per famiglie Anno 2011 Emilia-Romagna 22,9 Lombardia 19,0 Umbria 18,3 Toscana 17,0 Piemonte 16,2 Marche 16,0 Italia 14,9 Veneto 14,8 Puglia 14,7 Abruzzo 14,3 Liguria 13,6 Lazio 13,5 Friuli-Venezia Giulia 12,4 Sicilia 11,0 Molise 10,8 Campania 9,2 Sardegna 9,1 Valle d'aosta 8,8 Calabria 8,3 Trentino-Alto Adige 6,7 Basilicata 6,3 7.2 Marche Centro Italia

82 Sicurezza L indicatore è parzialmente correlato alla percezione di sicurezza. Tasso di borseggi REGIONE Tasso di borseggio per persone Anno 2011 Liguria 10,5 Lombardia 9,8 Lazio 9,6 Piemonte 7,9 Emilia-Romagna 7,1 Veneto 7,0 Numero di borseggi per 1000 abitanti. Fonte: Ministero dell Interno/ ISTAT; elaborazione ISTAT su dati delle denunce alle Forze dell ordine e dati dell indagine sulla Sicurezza dei cittadini. Nelle Marche il tasso di borseggio è pari a 4 ogni abitanti (2011), valore inferiore alla media nazionale (6,0) e del Centro Italia (7,0). L andamento temporale risulta altalenante nel periodo considerato, con un lieve aumento tra 2010 e 2011 sia a livello marchigiano che a livello nazionale. 10,0 5,0 0,0 Tasso di borseggi per persone Italia 6,0 Toscana 5,0 Puglia 4,3 Marche 4,0 Friuli-Venezia Giulia 3,6 Campania 3,3 Umbria 3,0 Trentino-Alto Adige 2,4 Abruzzo 2,4 Molise 2,1 Sicilia 2,0 Valle d'aosta 1,9 Sardegna 1,8 Basilicata 0,7 Calabria 0,6 7.3 Marche Centro Italia

83 Sicurezza L indicatore è fortemente correlato alla percezione di sicurezza. Tasso di rapine REGIONE Tasso di rapine per persone Anno 2011 Puglia 4,3 Campania 3,8 Liguria 3,1 Calabria 2,3 Lazio 2,2 Trentino-Alto Adige 2,0 Italia 1,8 Numero di rapine per abitanti. Fonte: Ministero dell Interno/ISTAT; elaborazione ISTAT su dati delle denunce alle Forze dell ordine e dati dell Indagine sulla Sicurezza dei cittadini. Nelle Marche il tasso di rapine per abitanti è pari a 0,2 (2011), valore decisamente inferiore sia a quello nazionale (1,8) sia a quello medio del Centro Italia (1,5). L evoluzione temporale di questo indicatore nelle Marche è tendenzialmente costante, mentre a livello nazionale si evidenzia un calo fino al 2009 e un aumento tra 2009 e ,0 2,0 1,0 0,0 Tasso di rapine per persone Piemonte 1,8 Umbria 1,7 Lombardia 1,7 Sicilia 1,4 Emilia-Romagna 1,2 Toscana 1,0 Sardegna 0,6 Abruzzo 0,5 Veneto 0,4 Friuli-Venezia Giulia 0,3 Marche 0,2 Valle d'aosta 0,1 Molise 0,1 Basilicata 0,1 7.4 Marche Centro Italia

84 Sicurezza 7.5 L indicatore è simile a quello proposto nel rapporto dell OCSE sugli assault, sebbene questo qui proposto faccia riferimento ad una definizione di aggressione al contempo più ampia e più precisa, diversamente dall indicatore rilevato generalmente nelle indagini di vittimizzazione. Percentuale di donne di anni che hanno subito violenza fisica nei 12 mesi precedenti l'intervista sul totale delle donne di anni. Fonte: ISTAT Indagine sulla Sicurezza delle donne. Nelle Marche il 3,7% delle donne ha subito violenza fisica negli ultimi 12 mesi (2006), valore superiore alla media del Centro Italia (3,4%) e alla media nazionale (2,7%). Per questo indicatore le Marche si collocano in 2 posizione nella graduatoria decrescente delle regioni italiane, subito dietro la Campania. Tasso di violenza fisica sulle donne Tasso di violenza fisica sulle donne 2006 (%) 3,7 3,4 2,7 Marche Centro Italia REGIONE Donne di anni che hanno subito violenza fisica Anno 2006 (%) Campania 3,9 Marche 3,7 Lazio 3,4 Toscana 3,3 Basilicata 3,2 Umbria 3,1 Puglia 2,7 Italia 2,7 Piemonte 2,6 Lombardia 2,6 Emilia-Romagna 2,6 Veneto 2,2 Abruzzo 2,2 Valle d'aosta 2,1 Sicilia 2,1 Friuli-Venezia Giulia 1,9 Liguria 1,8 Molise 1,8 Sardegna 1,5 Trentino-Alto Adige 1,3 Calabria 1,3

85 Sicurezza Questo indicatore fornisce una stima delle persone vittime di violenza sessuale ed in particolare lo stupro, il tentato stupro e le molestie fisiche a carattere sessuale. Percentuale di donne di anni che hanno subito violenza sessuale nei 12 mesi precedenti l'intervista sul totale delle donne di anni. Fonte: ISTAT Indagine sulla Sicurezza delle donne. Nelle Marche il 4,8% delle donne ha subito una violenza sessuale (2006), valore superiore alla media nazionale (3,5%) e a quella del Centro Italia (3,7%). Le Marche si collocano al 4 posto nella graduatoria decrescente delle regioni italiane, subito dopo Emilia Romagna, Molise, Friuli e Abruzzo. Tasso di violenza sessuale sulle donne Donne anni che hanno subito violenza sessuale ( %) REGIONE Donne di anni che hanno subito violenza sessuale Anno 2006 (%) Emilia-Romagna 5,2 Molise 5,0 Friuli-Venezia G. 4,9 Abruzzo 4,9 Marche 4,8 Umbria 4,7 Veneto 4,0 Piemonte 3,6 Toscana 3,5 Italia 3,5 Lazio 3,4 Sicilia 3,4 Trentino-Alto Adige 3,1 Puglia 3,1 Lombardia 2,9 Campania 2,9 Sardegna 2,9 Basilicata 2,8 Liguria 2,6 Valle d'aosta 2,1 Calabria 2,0 7.6

86 Sicurezza L indicatore rileva le violenze subite dalle donne all interno della coppia, siano esse fisiche che sessuali. Per violenza fisica si intende qualsiasi atto fisicamente violento, dallo schiaffo al tentativo di soffocamento e strangolamento alla minaccia con armi. Per violenza sessuale si intende l essere stati costretti a subire un rapporto sessuale con la forza o comunque contro la propria volontà per paura delle conseguenze. Percentuale di donne di anni che hanno subito violenza fisica o sessuale dal partner nei 12 mesi precedenti l'intervista sul totale delle donne di anni che hanno o hanno avuto un partner. Fonte: ISTAT indagine sulla Sicurezza delle donne. Nelle Marche il tasso di violenza domestica sulle donne è pari al 3,5% (anno 2006), contro una media nazionale del 2,4% e una media del Centro Italia pari al 2,8%. L indicatore marchigiano è il più alto fra tutte le regioni italiane. Tasso di violenza domestica sulle donne Tasso di violenza domestica sulle donne 2006 (%) 3,5 2,8 2,4 REGIONE Donne anni che hanno o hanno avuto un partner e che hanno subito violenza fisica o sessuale dal partner Anno 2006 (%) Marche 3,5 Toscana 3,2 Puglia 3,1 Abruzzo 2,9 Campania 2,9 Molise 2,8 Lombardia 2,7 Umbria 2,5 Emilia-Romagna 2,4 Italia 2,4 Lazio 2,3 Piemonte 2,2 Basilicata 2,2 Veneto 2,1 Sardegna 2,0 Sicilia 1,7 Calabria 1,6 Liguria 1,4 Friuli-Venezia G. 1,4 Valle d'aosta 1,3 Trentino-Alto A. 1,3 7.7 Marche Centro Italia

87 Sicurezza L indicatore viene proposto come surrogato rispetto all indicatore necessario inerente le violenze sessuali. Preoccupazione di subire una violenza sessuale REGIONE Persone di 14 anni e più che sono preoccupate (molto o abbastanza) di subire una violenza sessuale Anno 2009 (%) Campania 48,6 Puglia 48,2 Lazio 48,0 Lombardia 44,5 Veneto 44,0 Percentuale di persone di 14 anni e più che sono preoccupate (molto o abbastanza) di subire una violenza sessuale sul totale delle persone di 14 anni e più. Fonte: ISTAT Indagine sulla sicurezza dei cittadini. Italia 42,7 Piemonte 42,7 Sicilia 42,6 Emilia-Romagna 40,4 Abruzzo 39,7 Liguria 39,4 Umbria 39,2 Toscana 38,7 Basilicata 38,1 Calabria 37,5 Marche 36,7 Nelle Marche nel 2009 il 36,7% delle persone teme di subire una violenza sessuale; tale valore è inferiore alla media nazionale (42,7%) e alla media del Centro Italia (42,9%). Tra il 2002 e il 2009 l indicatore è aumentato sia a livello marchigiano (da 30,8% a 36,7%) sia a livello nazionale (da 36,3% a 42,7%). Preoccupazione di subire una violenza sessuale (%) 42,9 42,7 35,2 36,3 36,7 30,8 Marche Centro Italia Molise 35,9 Sardegna 34,0 Friuli-Venezia G. 33,5 Trentino-Alto A. 28,5 Valle d'aosta 28,

88 Sicurezza E l indicatore più usato quando si parla di percezione di insicurezza, tuttavia è anche oggetto di critiche, perché secondo alcuni misura non solo la paura della criminalità ma anche la paura derivante dalla propria vulnerabilità. Tuttavia l OCSE ritiene questo un indicatore cardine per la misurazione dell insicurezza e del suo impatto sulla qualità della vita. Percezione di sicurezza camminando al buio da soli REGIONE Persone di 14 anni e più che si sentono sicure camminando al buio da sole nella zona in cui vivono Anno 2009 (%) Trentino-Alto A. 79,4 Valle d'aosta 78,2 Basilicata 71,7 Sardegna 71,4 Molise 69,9 Friuli-Venezia G. 68,8 Marche 67,2 Liguria 64,3 Percentuale di persone di 14 anni e più che si sentono sicure camminando al buio da sole nella zona in cui vivono sul totale delle persone di 14 anni e più. Fonte: ISTAT Indagine sulla Sicurezza dei cittadini. Abruzzo 63,6 Toscana 63,3 Piemonte 62,6 Emilia-Romagna 60,8 Umbria 60,4 Calabria 59,7 Puglia 59,7 Italia 59,6 Nelle Marche il 67,2% delle persone si sentono sicure camminando al buio da sole nella zona in cui vivono (2009), valore superiore alla media nazionale (59,6%) e alla media del Centro Italia (59,8%). Il confronto con il 2002 mostra una diminuzione della percentuale sia per l indicatore marchigiano che per quello nazionale. Persone di 14 anni e più che si sentono sicure camminando al buio da sole nella zona in cui vivono (%) Lombardia 58,6 Veneto 58,3 Sicilia 57,2 Lazio 55,3 Campania 46,7 7.9

89 Sicurezza L indicatore di paura situazionale, che si riferisce a situazioni di paura vissute concretamente e completa il quadro della percezione soggettiva. Percentuale di persone di 14 anni e più che hanno avuto paura di stare per subire un reato negli ultimi 12 mesi sul totale delle persone di 14 anni e più. Fonte: ISTAT Indagine sulla sicurezza dei cittadini. Nelle Marche l 8,5% delle persone ha paura di stare per subire un reato (dato 2009), valore inferiore alla media nazionale (10,6%) e alla media delle regioni del Centro Italia (10,5%). Le Marche si collocano al 13 posto nella graduatoria decrescente delle regioni italiane. Paura di stare per subire un reato in futuro Paura di stare per subire un reato REGIONE Persone di 14 anni e più che hanno avuto paura di stare per subire un reato negli ultimi 12 mesi Anno 2009 (%) Campania 15,4 Lombardia 11,9 Lazio 11,3 Emilia-Romagna 11,3 Veneto 10,8 Italia 10,6 Toscana 10,5 Abruzzo 10,4 Piemonte 10,0 Liguria 9,9 Puglia 9,5 Umbria 8,8 Friuli-Venezia G. 8,8 Marche 8,5 Calabria 8,4 Sicilia 8,2 Molise 8,1 Sardegna 7,4 Basilicata 7,1 Valle d'aosta 6,4 Trentino-Alto Adige 5,9 7.10

90 Sicurezza 7.11 L indicatore è calcolabile come combinazione di variabili singole, ad esempio la frequenza con cui si vedono persone che spacciano droga o che si drogano o gli atti di vandalismo nella propria zona. Percentuale di persone di 14 anni e più che vedono spesso elementi di degrado sociale ed ambientale nella zona in cui si vive sul totale delle persone di 14 anni e più. Fonte: ISTAT Indagine sulla sicurezza dei cittadini. Nelle Marche la percentuale di persone che vedono spesso elementi di degrado sociale e ambientale è pari al 10,3% (2009), valore inferiore alla media nazionale (15,6%) e alla media del Centro Italia (19,3%). L andamento temporale evidenzia un leggero aumento dell indicatore marchigiano rispetto al 2002, e una sostanziale stabilità dell indicatore a livello nazionale. Presenza di elementi di degrado nella zona in cui si vive Presenza di elementi di degrado nella zona in cui si vive REGIONE Persone di 14 anni e più che vedono spesso elementi di degrado sociale ed ambientale nella zona in cui vivono Anno 2009 (%) Lazio 25,3 Campania 24,7 Lombardia 16,9 Piemonte 15,9 Italia 15,6 Toscana 15,5 Puglia 14,6 Abruzzo 14,3 Umbria 13,6 Liguria 13,2 Sardegna 12,9 Emilia-Romagna 12,3 Sicilia 11,5 Veneto 11,3 Calabria 11,0 Marche 10,3 Basilicata 10,0 Molise 8,7 Valle d'aosta 7,4 Trentino-Alto A. 6,5 Friuli-Venezia G. 6,2

91 Capitolo Soddisfazione per la propria vita 8.2 Soddisfazione per il tempo libero 8.3 Giudizio sulle prospettive future Benessere soggettivo

92 Benessere soggettivo La rilevazione degli aspetti soggettivi ha un alto valore informativo e analitico. Le percezioni e le valutazioni, infatti, influenzano il modo in cui le persone affrontano la vita e usufruiscono delle opportunità. Gli indicatori soggettivi rappresentano utili complementi agli indicatori strettamente oggettivi in quanto consentono di valutare le eventuali divergenze tra ciò che le persone riferiscono e ciò che viene catturato dagli indicatori oggettivi (Diener e Seligman, 2004). Percentuale di persone di 14 anni e più che hanno espresso un punteggio di soddisfazione per la vita tra 8 e 10 sul totale delle persone di 14 anni e più (su una scala da 0 a 10, dove 0 significa per niente soddisfatto, 10 molto soddisfatto). Soddisfazione per la propria vita Persone soddisfatte per la propria vita (%) Trentino-Alto Adige 53,8 Valle d'aosta 43,8 Piemonte 41,0 Friuli-Venezia Giulia 40,9 Lombardia 40,8 Veneto 40,2 Emilia-Romagna 38,8 Abruzzo 38,5 Sardegna 38,2 Marche 37,8 Molise 37,2 Umbria 36,2 Liguria 35,5 Italia 35,2 Calabria 33,0 Toscana 32,3 Puglia 32,1 Lazio 31,0 Basilicata 30,3 Sicilia 28,9 Campania 21,9 I marchigiani che esprimono soddisfazione per la propria vita sono il 37,8%. Il dato è superiore alla media italiana che registra il 35,2% di soddisfatti, ma è lontano da quello delle regioni del nord, in particolare del Trentino Alto Adige dove è soddisfatto della propria vita più di un cittadino su due. Soddisfazione per la propria vita 8.1

93 Benessere soggettivo Il tempo libero rappresenta un aspetto difficile da misurare in termini oggettivi. È tuttavia una parte rilevante del benessere soggettivo che è fondamentale rappresentare. L'indicatore, dunque, è stato inserito in questo contesto come componente del benessere individuale sintetizzata dalla soddisfazione con cui viene vissuta questa sfera rilevante e complessa della propria vita. Percentuale di persone di 14 anni e più che si dichiara molto soddisfatta per il tempo libero sul totale delle persone di 14 anni e più. Soddisfazione per il tempo libero Persone soddisfatte per il tempo libero (%) Trentino-Alto Adige 25,4 Lombardia 20,5 Veneto 18,3 Umbria 18,3 Friuli-Venezia Giulia 17,9 Valle d'aosta 17,7 Piemonte 17,1 Emilia-Romagna 17,0 Calabria 16,9 Liguria 15,8 Italia 15,6 Marche 15,5 Toscana 15,2 Sardegna 15,2 Molise 15,0 Lazio 13,3 Abruzzo 12,7 Sicilia 12,1 Basilicata 12,0 Puglia 11,0 Campania 9,2 8.2 Le Marche presentano un valore molto simile alla media italiana. I marchigiani soddisfatti per il proprio tempo libero sono il 15,5% e il dato nel corso degli anni si è mantenuto similare, oscillando tra il 13 e il 15%. Le regioni del nord-est, assieme a Lombardia e Umbria, registrano percentuali più alte di persone che giudicano soddisfacente il proprio tempo libero. Soddisfazione per il tempo libero

94 Benessere soggettivo Ottimisti sulle prospettive future L'indicatore vorrebbe misurare la percezione delle aspettative future rispetto alla situazione personale. Il quesito che permetterà di calcolare questo indicatore è in fase di sperimentazione. Percentuale di persone di 14 anni e più che ritengono che la loro situazione personale migliorerà nei prossimi 5 anni sul totale delle persone di 14 anni e più. Persone ottimiste sui prossimi 5 anni (%) Lombardia 31,8 Veneto 28,7 Umbria 27,9 Friuli-Venezia Giulia 27,1 Sardegna 26,7 Calabria 25,3 Molise 25,2 Italia 24,6 Lazio 24,4 Basilicata 24,4 Emilia-Romagna 24,2 Marche 24,2 Valle d'aosta 23,9 Toscana 22,7 Abruzzo 22,7 Trentino-Alto Adige 22,6 Piemonte 21,7 Campania 21,0 Puglia 19,9 Liguria 19,8 Sicilia 19,6 8.3 Il 24,2% dei marchigiani dà un giudizio positivo sul proprio futuro. Dunque circa un marchigiano su 4 ritiene che nei prossimi 5 anni la propria situazione personale migliorerà. Le quote percentuali nelle varie regioni si differenziano di poco. La media nazionale registra il 24,6% degli italiani come ottimisti sulle prospettive future. Ottimisti sulle prospettive future (%)

95 Capitolo 9 Paesaggio e patrimonio culturale 9.1 Dotazione di risorse del patrimonio culturale 9.2 Spesa pubblica comunale corrente pro-capite in euro destinata alla gestione del patrimonio culturale 9.3 Indice di abusivismo edilizio 9.4 Indice di urbanizzazione delle aree sottoposte a vincolo paesaggistico 9.5 Erosione dello spazio rurale da dispersione urbana (urban sprawl) 9.6 Erosione dello spazio rurale da abbandono 9.7 Presenza di paesaggi rurali storici 9.8 Valutazione della qualità della programmazione dello sviluppo rurale (Psr regionali) in relazione alla tutela del paesaggio 9.9 Densità di Verde storico e Parchi urbani di notevole interesse pubblico 9.10 Consistenza del tessuto urbano storico 9.11 Insoddisfazione per la qualità del paesaggio del luogo di vita 9.12 Preoccupazione per il deterioramento delle valenze paesaggistiche

96 Paesaggio e patrimonio culturale L' indicatore consente di localizzare le concentrazioni di beni archeologici e architettonici che contribuiscono a innalzare la qualità estetica e il valore storico e culturale del paesaggio, che rappresentano componenti fondamentali per la definizione del benessere. Numero di beni archeologici, architettonici e museali censiti nel sistema informativo "Carta del rischio del patrimonio culturale"(mibac) per Km 2. Fonte: MiBAC, Carta del rischio del patrimonio culturale Nelle Marche, nel 2012, la dotazione di risorse del patrimonio culturale è pari al 48,3. Tale valore risulta superiore al valore nazionale (33,3) e a quello relativo alla ripartizione territoriale Centro (47,5). Nella graduatoria regionale, le Marche occupano la 5 a posizione, precedute da Liguria, Lazio, Umbria e Veneto. Dotazione di risorse del patrimonio culturale Regione Dotazione di risorse del patrimonio culturale - 31/12/2012 (%) Liguria 121,4 Lazio 54,4 Umbria 53,1 Veneto 49,9 Marche 48,3 Lombardia 43,4 Campania 41,0 Toscana 39,9 Emilia-Romagna 34,9 Italia 33,3 Abruzzo 27,8 Piemonte 27,5 Sicilia 27,1 Friuli-Venezia Giulia 26,1 Calabria 20,9 Puglia 20,4 Molise 13,4 Trentino-Alto Adige 13,0 Sardegna 13,0 Basilicata 12,4 Valle d'aosta 10,8 9.1

97 Paesaggio e patrimonio culturale 9.2 L'indicatore offre una misura diretta delle risorse destinate alla cultura, alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali. La scelta della spesa per i beni culturali è significativa dell'importanza che gli amministratori locali attribuiscono al patrimonio culturale, al suo contributo alla qualità dei beni e dei luoghi e, quindi, indirettamente al benessere di residenti e e visitatori che abitano e frequentano quei luoghi. Spesa pubblica comunale destinata alle funzioni relative alla cultura e ai beni culturali (biblioteche, musei e pinacoteche) per abitante Fonte: Ministero dell'interno, Bilanci delle amministrazioni comunali Nelle Marche, nel 2010, la spesa pubblica comunale corrente procapite in euro destinata alla gestione del patrimonio culturale è pari all' 8,1. Tale valore risulta inferiore a quello nazionale (10,5) e a quello relativo alla ripartizione territoriale Centro (11,8). Nella graduatoria regionale, le Marche occupano la 12 a posizione. Dall'analisi temporale risulta che nei primi tre anni si è verificata una contrazione della spesa per poi aumentare fino al raggiungimento della quota 8,1 del Spesa pubblica comunale corrente procapite in euro destinata alla gestione del patrimonio culturale (musei, biblioteche e pinacoteche) Spesa pubblica comunale procapite in euro destinata alla Regione gestione del patrimonio culturale (musei, biblioteche e pinacoteche) - 31/12/2010 (%) Trentino Alto-Adige 25,5 Friuli-Venezia Giulia 19,7 Emilia-Romagna 18,1 Liguria 16,3 Lombardia 14,3 Sardegna 14,0 Toscana 13,2 Lazio 11,9 Umbria 11,3 Veneto 10,9 Italia 10,5 Piemonte 9,8 Marche 8,1 Sicilia 6,3 Molise 6,3 Basilicata 5,1 Abruzzo 4,3 Calabria 3,4 Puglia 3,2 Campania 2,5 Valle d'aosta ND

98 Paesaggio e patrimonio culturale L'indicatore è una misura diretta del danneggiamento delle risorse paesaggistiche. Inoltre, sintetizza un aspetto fondamentale del " buon governo" del territorio, dal quale dipendono il benessere collettivo e la coesione delle comunità locali. Infatti, l'abusivismo mina la credibilità degli organi di governo e ingenera spirali negative nei comportamenti e nelle aspettative dei cittadini. Rapporto percentuale tra il numero di costruzioni realizzate illegalmente e il numero di costruzioni autorizzate dai Comuni Fonte: Stime Cresme-Legambiente; Istat, Statistiche sui permessi di costruire Nelle Marche, nel 2011, il tasso di abusivismo edilizio (7,6) risulta inferiore sia al valore nazionale (15,5) sia al valore dell'italia Centrale (10,1). Rispetto alle altre regioni italiane, le Marche occupano il 13 o posto nella graduatoria decrescente. Dall'analisi temporale risulta che nelle Marche il tasso presenta un andamento in diminuzione fino al 2007 e poi in aumento fino al 2011, pur rimanendo sempre al di sotto dei valori nazionale e di Centro- Italia. Tasso di abusivismo edilizio Tasso di abusivismo edilizio - 31/12/ ,5 13,0 13,0 11,9 10,1 9,9 10,7 10,1 9,3 9,0 9,7 8,1 6,7 7,6 7,0 6,2 7,0 6,8 7,6 4,5 5,1 4,1 4,3 4, * Regione Tasso di abusivismo edilizio - 31/12/2011 (%) Calabria 68,3 Molise 64,6 Campania 52,8 Sicilia 49,4 Basilicata 45,0 Abruzzo 32,3 Puglia 27,9 Sardegna 23,4 Italia 15,5 Umbria 14,1 Liguria 13,5 Toscana 10,7 Lazio 9,7 Marche 7,6 Veneto 5,9 Lombardia 4,8 Piemonte 4,7 Valle d'aosta 4,7 Emilia-Romagna 4,5 Friuli-Venezia Giulia 4,2 Trentino Alto Adige 1,4 Marche Centro Italia 9.3 * stime

99 Paesaggio e patrimonio culturale 9.4 L'indicatore fornisce una misura specifica del livello di compromissione delle aree ritenute più sensibili dal punto di vista paesistico e contribuisce a descrivere l'effettiva capacità dei poteri pubblici di garantire l'interesse pubblico nel governo del territorio. Rappresenta, anche, una misura indiretta del rischio di disaffezione dei cittadini verso la tutela dei beni comuni e la conseguente disgregazione del senso di appartenenza identitario ai luoghi di vita. Numero di edifici costruiti dopo il 1981 per kmq nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico dalla legge Galasso (L.431/85) Fonte: Istat, Censimenti generali della popolazione e delle abitazioni; Legge n.431/85 (come integrata dal Codice dei beni culturali e del paesaggio), D.Lgs. n.42/04) Nelle Marche, nel 2001, il tasso di urbanizzazione in aree sottoposte a vincolo paesaggistico è pari a 56,9. Tale valore risulta superiore a quello nazionale (28,6) ma inferiore a quello della ripartizione territoriale Centro (69,9). Nella graduatoria regionale, le Marche occupano la 9 a posizione. Dall'analisi temporale risulta che nelle Marche il tasso presenta un trend positivo con valori superiori a quelli nazionali ma inferiori a quelli relativi alla ripartizione territoriale Centro. Tasso di urbanizzazione in aree sottoposte a vincolo paesaggistico Tasso di urbanizzazione in aree sottoposte a vincolo paesaggistico (a) (b) - 31/12/2001 (%) 66,6 69,9 60,1 54,3 56,9 50,7 Marche 27,0 28,6 Centro 22,9 Italia (a) Procedure di vincolo disciplinate dalla L. 1497/1939 per "categorie" di beni ai sensi della L. 431/1985 Art.1 lettere a), d) e l) (ex legge "Galasso") Regione Tasso di urbanizzazione in aree sottoposte a vincolo paesaggistico - 31/12/2001 (%) Puglia 778,4 Molise 525,5 Liguria 296,0 Campania 259,4 Sardegna 181,2 Sicilia 145,9 Lazio 97,4 Toscana 64,3 Marche 56,9 Calabria 43,8 Italia 28,6 Emilia-Romagna 25,6 Friuli-Venezia Giulia 16,4 Abruzzo 7,2 Basilicata 5,2 Veneto 4,5 Valle d'aosta 1,6 Lombardia 1,3 Piemonte 0,9 Umbria 0,6 Trentino Alto Adige 0,6

100 Paesaggio e patrimonio culturale L'indicatore rappresenta una proxy dell'incidenza delle superfici edificate in ambito extra-urbano, associata alla compromissione e frammentazione dei paesaggi rurali. La trasformazione degli spazi rurali in vaste aree sub-urbane, oltre ad evidenti ricadute estetiche e funzionali sull'ambiente rurale, comporta anche la proliferazione di un modello insediativo non sostenibile, caratterizzato da elevati consumi di suolo e intensificazione della mobilità giornaliera, con evidenti conseguenze negative sul benessere individuale e collettivo. Incidenza percentuale della superficie delle aree interessate dallo urban sprawl ( aree in cui la popolazione sparsa è in aumento e la SAU è in diminuzione o in aumento meno che proporzionale) sul totale delle aree rurali Fonte: Istat, Censimento generale della popolazione e delle abitazioni; Censimento generale dell'agricoltura Erosione dello spazio rurale da dispersione urbana (urban sprawl) Regione Erosione dello spazio rurale da dispersione urbana (urban sprawl) - 31/12/2001 (%) Veneto 53,0 Lazio 45,4 Liguria 31,8 Emilia-Romagna 27,4 Campania 26,8 Lombardia 22,0 Calabria 21,1 Italia 20,0 Piemonte 18,5 Sicilia 17,2 Puglia 16,4 Abruzzo 15,2 Basilicata 14,5 Marche 14,2 Toscana 14,2 Umbria 8,3 Friuli-Venezia Giulia 7,0 Sardegna 6,2 Molise 0,0 Valle d'aosta 0,0 Trentino Alto Adige 0,0 9.5 Nelle Marche, nel 2001, l'erosione dello spazio rurale da urban sprawl (14,2) risulta inferiore sia al valore nazionale (20,0) sia al valore dell'italia Centrale (22,5). Rispetto alle altre regioni italiane, le Marche occupano il 13 o posto nella graduatoria decrescente.

101 Paesaggio e patrimonio culturale L'indicatore rappresenta una misura delle dinamiche di spopolamento delle campagne, attive soprattutto nelle zone montane e normalmente associate a un incremento del rischio di dissesto idrogeologico, conseguente alla dismissione delle opere di manutenzione legate alla pratica agricola. La rinaturalizzazione spontanea di queste aree rappresenta una perdita di valore dal punto di vista culturale in quanto comporta la cancellazione di forme caratteristiche del paesaggio rurale tradizionale. Incidenza percentuale della superficie delle aree interessate da abbandono (aree in cui la popolazione sparsa e la SAU sono in diminuzione) sul totale delle aree rurali Fonte: Istat, Censimento generale della popolazione e delle abitazioni; Censimento generale dell'agricoltura Nelle Marche, nel 2001, l'erosione dello spazio rurale da abbandono (25,7) risulta inferiore al valore nazionale (28,3) ma superiore al valore dell'italia Centrale (22,9). Nella graduatoria regionale, le Marche occupano la 13 a posizione. Erosione dello spazio rurale da abbandono Regione Erosione dello spazio rurale da abbandono- 31/12/2001 (%) Valle d'aosta 66,5 Molise 57,1 Liguria 54,5 Calabria 49,3 Abruzzo 48,4 Basilicata 37,8 Sardegna 32,6 Friuli-Venezia Giulia 32,4 Emilia-Romagna 30,8 Campania 30,0 Sicilia 29,9 Umbria 29,3 Italia 28,3 Marche 25,7 Lombardia 25,3 Toscana 23,2 Puglia 22,2 Lazio 17,9 Veneto 17,6 Piemonte 17,2 Trentino Alto Adige 0,0 9.6

102 Paesaggio e patrimonio culturale L'indicatore consente una misura della persistenza dei paesaggi rurali storici quali espressioni rappresentative dell'identità culturale del Paese, ma anche del valore del paesaggio italiano nell'ambito del patrimonio culturale dell'umanità. Tale misura viene adottata per la qualificazione di quei territori dove il mantenimento di espressioni rappresentative delle identità culturali locali si traducono nell'armonico coesistere di attività produttive generatrici di reddito per le popolazioni e tutela delle caratteristiche paesaggistiche e ambientali tradizionali. Incidenza % delle superfici dei comuni con parte del territorio classificato come "paesaggio rurale storico" (nel relativo Catalogo nazionale) sul totale della superficie regionale. Fonte: Mipaaf, Catalogo nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico Nelle Marche, nel 2010, la presenza di paesaggi rurali storici risulta pari all' 0,58. Rispetto alle altre regioni italiane, le Marche occupano il 10 o posto nella graduatoria decrescente. Presenza di paesaggi rurali storici Regione Presenza di paesaggi rurali storici- 31/12/2010 (%) Umbria 0,82 Piemonte 0,77 Veneto 0,77 Lombardia 0,75 Liguria 0,73 Molise 0,64 Sicilia 0,63 Toscana 0,61 Puglia 0,61 Marche 0,58 Campania 0,56 Calabria 0,54 Valle d'aosta 0,50 Basilicata 0,50 Friuli-Venezia Giulia 0,48 Abruzzo 0,46 Emilia-Romagna 0,30 Lazio 0,27 Sardegna 0,24 Trentino Alto Adige ND Italia ND 9.7

103 Paesaggio e patrimonio culturale 9.8 Tale indicatore deriva dalla parametrizzazione definita dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali per il monitoraggio dei Programmi di sviluppo rurale regionali (Psr). La valutazione della qualità delle politiche messe in atto dalle Regioni sul tema del paesaggio rurale e del loro potenziale impatto (positivo o negativo) sul contesto di riferimento viene utilizzata come misura dell'attenzione riservata dagli enti locali alla tutela e conservazione dei paesaggi rurali storici. Classificazione dei PSR tramite assegnazione di un punteggio di "qualità" per regione, in considerazione dell'inclusione di misure con impatto sul paesaggio rurale, tra quelle previste dal Piano Strategico Nazionale per lo Sviluppo Rurale Fonte: Regioni, Programmi di sviluppo rurale regionali; Istat, Censimento generale dell'agricoltura Nelle Marche, nel 2010, la valutazione della qualità della programmazione dello sviluppo rurale (Psr regionali) in relazione alla tutela del paesaggio risulta pari a 2. Nella graduatoria decrescente delle regioni italiane, le Marche si collocano in 5 a posizione, precedute da Umbria, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Valle d'aosta. Valutazione della qualità della programmazione dello sviluppo rurale (Psr regionali) in relazione alla tutela del paesaggio Valutazione della qualità della programmazione dello Regione sviluppo rurale ( Psr regionali) in relazione alla tutela del paesaggio- 31/12/2010 (valori assoluti) Umbria 5,5 Veneto 3,5 Friuli-Venezia Giulia 2,5 Valle d'aosta 2,5 Marche 2,0 Liguria 1,5 Lombardia 1,0 Basilicata 0,0 Emilia-Romagna 0,0 Sardegna 0,0 Campania -0,5 Molise -1,0 Puglia -1,0 Piemonte -1,5 Lazio -2,0 Abruzzo -3,0 Calabria -4,0 Sicilia -5,5 Toscana -7,0 Trentino Alto Adige ND Italia ND

104 Paesaggio e patrimonio culturale La misura proposta consente una quantificazione esaustiva delle aree verdi a valenza storico-paesaggistica e culturale in ambito urbano. La diffusione del verde urbano rappresenta un elemento di grande importanza ai fini del miglioramento della qualità della vita nelle città oltre che per le ovvie ricadute ambientali e sulla salute umana, anche in relazione alla sua funzione estetico-paesaggistica. Superfici di "verde storico" (art 10 D.Lgs 42/2004) e "Parchi urbani di notevole interesse pubblico"(art 136 D.Lgs 42/2004) in rapporto alla superficie territoriale dei capoluoghi di provincia Fonte: Istat, Dati ambientali nelle città Il capoluogo di regione delle Marche, nel 2011, presenta una densità di verde storico e di Parchi urbani di notevole interesse pubblico pari a 2,0, dato inferiore rispetto al valore nazionale (5,1). Nella graduatoria regionale, le Marche occupano il 15 o posto. Densità di Verde storico e Parchi urbani di notevole interesse pubblico (indicatore riferito al capoluogo di regione ) Densità di verde storico e Regione Parchi urbani di notevole interesse pubblico- 31/12/2011 (%) Calabria 15,3 Liguria 10,5 Friuli-Venezia Giulia 7,7 Piemonte 7,4 Lombardia 6,7 Toscana 6,3 Lazio 5,7 Valle d'aosta 5,6 Italia 5,1 Umbria 4,9 Sardegna 4,5 Veneto 4,2 Campania 3,5 Molise 2,3 Trentino Alto Adige 2,2 Marche 2,0 Basilicata 1,8 Sicilia 1,1 Emilia-Romagna 0,7 Abruzzo 0,3 Puglia 0,2 9.9

105 Paesaggio e patrimonio culturale Il mantenimento di una quota elevata di edifici storici abitati e ben conservati è indice indiretto di quanto la governance locale e l'iniziativa privata, destinano risorse a preservarne la rilevanza quanti-qualitativa. Un luogo che mantiene il più possibile intatto il suo portato storico-culturale e attrae al contempo la permanenza di popolazione residente, rafforza il senso di appartenenza e il riconoscimento dei cittadini e contribuisce ad innescare virtuosi meccanismi attrattivi di flussi turistici che alimentano il complessivo benessere economico. Quota di edifici abitati costruiti anteriormente al 1919 e in ottimo o buono stato di conservazione rispetto al totale degli edifici costruiti anteriormente al Fonte: Istat, Censimento degli edifici Nelle Marche, nel 2001, la consistenza del tessuto urbano storico (64,1) risulta inferiore al valore dell'italia Centrale (69,2) ma superiore al valore nazionale (61,8). Nella graduatoria decrescente delle regioni italiane, le Marche si collocano in 9 a posizione. Consistenza del tessuto urbano storico Consistenza del tessuto Regione urbano storico- 31/12/2001 (%) Toscana 74,4 Umbria 74,3 Friuli-Venezia Giulia 69,6 Lombardia 65,8 Emilia-Romagna 65,4 Piemonte 65,1 Veneto 65,0 Liguria 64,4 Marche 64,1 Trentino Alto Adige 63,7 Valle d'aosta 62,7 Molise 62,2 Abruzzo 62,0 Italia 61,8 Lazio 59,8 Puglia 59,3 Basilicata 54,9 Sardegna 54,5 Campania 49,1 Calabria 45,2 Sicilia 43,5 9.10

106 Paesaggio e patrimonio culturale L'indicatore misura la percezione dei cittadini in merito al degrado paesaggistico dei luoghi di vita. L'indicatore permette di indagare, oltre all'oggettiva valenza/pregio o degrado di un luogo, anche le proiezioni soggettive di valori affettivi e simbolici che legano ciascuno al proprio luogo di vita. Quota di popolazione regionale che dichiara che il paesaggio del luogo in cui vive è affetto da evidente degrado. Fonte: Istat, Rilevazione "Aspetti della vita quotidiana" Nelle Marche, nel 2012, l'insoddisfazione per la qualità del paesaggio del luogo di vita è pari all'11,1%. Tale valore risulta inferiore sia al valore relativo alla ripartizione territoriale Centro (16,6) e a quello nazionale (18,3). Nella graduatoria regionale, le Marche occupano la 16a posizione. Insoddisfazione per la qualità del paesaggio del luogo di vita Insoddisfazione per la Regione qualità del paesaggio del luogo di vita - 31/12/2012 (%) Campania 31,1 Sicilia 28,3 Calabria 28,0 Puglia 22,8 Lazio 20,4 Abruzzo 19,6 Italia 18,3 Liguria 17,3 Sardegna 17,0 Basilicata 16,5 Lombardia 14,9 Toscana 14,8 Piemonte 14,6 Veneto 12,8 Valle d'aosta 12,3 Molise 11,7 Marche 11,1 Friuli-Venezia Giulia 11,0 Umbria 10,5 Emilia-Romagna 10,0 Trentino Alto Adige 7,1 Insoddisfazione per la qualità del paesaggio del luogo di vita per genere - 31/12/2012 (%) 12,0 10,3 16,8 16,5 18,8 17,8 Maschi Femmine 9.11 Marche Centro Italia

107 Paesaggio e patrimonio culturale L'indicatore misura la percezione dei cittadini in merito al degrado paesaggistico dei luoghi di vita. L'indicatore permette di indagare, tra le differenti problematiche connesse alla qualità dell'ambiente e dei territori, il peso nella percezione delle persone attribuibile alla specifica preoccupazione verso forme di edificazione incontrollata e invasiva. Quota di popolazione regionale che dichiara tra i problemi ambientali per i quali esprime maggiore preoccupazione la rovina del paesaggio causato dall'eccessiva costruzione di edifici. Fonte: Istat, Rilevazione "Aspetti della vita quotidiana" Nelle Marche, nel 2012, la preoccupazione per il deterioramento delle valenze paesaggistiche è pari al 18,6%. Tale valore risulta inferiore sia al valore relativo alla ripartizione territoriale Centro (18,9%) e a quello nazionale (20,4%). Nella graduatoria regionale, le Marche occupano la 12 a posizione. Nel confronto tra i due anni 1998 e 2012 si evince un incremento del valore per le Marche da 9,8 a 18,6. Preoccupazione per il deterioramento delle valenze paesaggistiche 15,8 14,4 9,8 20,4 18,9 18,6 Regione Preoccupazione per il deterioramento delle valenze paesaggistiche - 31/12/2012 (%) Preoccupazione per il deterioramento delle valenze paesaggistiche - 31/12/2012 (%) Lombardia 29,6 Liguria 26,3 Trentino Alto Adige 25,8 Veneto 23,9 Valle d'aosta 23,0 Piemonte 21,9 Emilia-Romagna 21,2 Friuli-Venezia Giulia 21,1 Toscana 20,7 Italia 20,4 Sardegna 20,1 Umbria 19,9 Marche 18,6 Lazio 17,8 Calabria 15,1 Campania 14,6 Puglia 14,0 Sicilia 13,8 Abruzzo 13,7 Basilicata 12,0 Molise 11,2 Marche Centro Italia

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109 Capitolo 10 Ambiente 10.1 Acqua potabile erogata 10.2 Qualità delle acque costiere marine 10.3 Qualità dell'aria urbana 10.4 Disponibilità di verde urbano 10.5 Aree con problemi idrogeologici 10.6 Siti contaminati 10.7 Aree terrestri protette 10.8 Aree di particolare interesse naturalistico 10.9 Preoccupazione per la perdita di biodiversità Energia da fonti rinnovabili Emissioni di CO2 e altri gas clima alteranti

110 Ambiente La qualità delle acque è un aspetto fondamentale che riguarda direttamente il benessere e la salute umana. L acqua potabile erogata è uno degli indicatori presi in considerazione al fine di analizzare una sottodimensione di questo aspetto. Volume pro capite giornaliero di acqua erogata (litri per abitante al giorno). Per acqua erogata si intende la quantità di acqua per uso potabile effettivamente consumata dai diversi utenti, ovvero la quantità di acqua per uso potabile misurata ai contatori delle singole utenze domestiche alla quale si aggiunge quella stimata con riferimento ad altre utenze (ad es. scuole, ospedali, caserme) o ad alcuni utilizzi non alimentari (acque di lavaggio strade, innaffiamento di verde pubblico, idranti antincendio, etc.) Fonte: Istat, Censimento delle acque per uso civile. Acqua potabile erogata Acqua potabile erogata (litri per abitanti al giorno) Anno 2008 Valle d'aosta 334,1 Trentino-Alto Adige 315,3 Lombardia 314,1 Lazio 304,9 Liguria 292,7 Calabria 271,8 Friuli-Venezia Giulia 264,3 Basilicata 257,3 Italia 253,0 Abruzzo 249,9 Piemonte 247,0 Veneto 245,9 Molise 244,9 Toscana 241,0 Sardegna 239,5 Emilia-Romagna 228,2 Campania 220,0 Sicilia 219,6 Marche 208,0 Umbria 187,6 Puglia 174,1 Già dal 1999 le Marche mostrano consumi di al di sotto del valore medio nazionale. Tale divario si è notevolmente accentuato a partire dal

111 Ambiente La balneabilità esprime un chiaro indicatore della qualità complessiva dell'ambiente acquatico e della possibilità di fruizione di questo bene. L indicatore proposto, anche se attiene alla qualità igienicosanitaria delle acque marine costiere ai fini della balneazione, da una parte costituisce una proxy interessante per misurare la qualità complessiva dell'ambiente acquatico e dall altra dà pienamente conto della possibilità di fruizione del bene in questione per fini ricreativi. L indicatore è espresso come percentuale di coste balneabili sul totale. Fonte: Ministero della salute. Rapporto sulla qualità delle acque di balneazione (D.L. n. 116 del 30 maggio 2008). Qualità delle acque costiere marine Coste balneabili Anno 2009 (valori percentuali) Molise 97,2 Basilicata 93,6 Abruzzo 89,9 Marche 86,9 Calabria 83,1 Puglia 80,6 Liguria 80,4 Lazio 76,7 Emilia-Romagna 75,2 Campania 73,7 Italia 67,3 Toscana 65,1 Sicilia (a) 62,0 Veneto 56,0 Friuli-Venezia Giulia 54,4 Sardegna 49,0 Piemonte - Valle d'aosta - Lombardia - Trentino-Alto Adige - Umbria - Le Marche, con l 86,9% di coste balneabili, si posizionano al quarto posto rispetto alla graduatoria delle regioni italiane. Negli anni tale percentuale si è mantenuta costantemente al di sopra della media italiana. (a) Mancano i dati della provincia di Messina. 10.2

112 Ambiente 10.3 Offre importanti indicazioni sintetiche di alterazione della qualità dell aria con potenziali conseguenze sulla salute umana; in generale, costituisce un indicatore dello stato dell ambiente complessivo.. Numero di superamenti del valore limite giornaliero previsto per il PM10 (50 μg/m3; max 35 sup.) Essendo il dato disponibile solo per i capoluoghi di provincia in via del tutto provvisoria si è ipotizzato di utilizzare il dato del capoluogo di regione come strategia di aggregazione per stimare il dato regionale. Fonte: Indicatori ambientali urbani (Istat), Qualità dell ambiente urbano (Ispra) Le Marche (il valore in realtà è misurato nel comune capoluogo di regione) nel 2011 hanno registrato 99 giorni di superamenti dei valori limite per la protezione della salute umana previsto per le PM10. Nonostante si trovi al quinto posto nella graduatoria delle regioni italiane, il dato confortante è rappresentato dal trend decrescente di tale valore nel corso degli anni (nel 2004 sono state rilevate 165 giornate di superamenti.) Qualità dell aria urbana Superamenti del valore limite giornaliero previsto per il PM10 nei comuni capoluogo di regione (a) (numero di giorni) a) Superamento del limite di 24 ore per la protezione della salute umana (50 μg/m3) per 35 giorni di superamento per anno civile (D. Lgs. 155/2010). Superamenti del valore limite giornaliero previsto per il PM10 nei comuni capoluogo di regione (a) Anno 2011 (numero di giorni) Piemonte 158,0 Lombardia 132,0 Veneto 108,0 Sardegna 104,0 Marche 99,0 Emilia Romagna 69,0 Lazio 69,0 Sicilia 66,0 Campania 62,0 Toscana 59,0 Friuli-Venezia Giulia 49,0 Trento 44,0 Umbria 43,0 Puglia 28,0 Bolzano 18,0 Valle d'aosta 15,0 Liguria 13,0 Molise 13,0 Abruzzo 8,0 Basilicata 4,0 Calabria n.d.

113 Ambiente Il suolo svolge un ruolo prioritario nella salvaguardia delle acque, nel controllo dell inquinamento atmosferico, nella produzione alimentare e ha effetti diretti sugli eventi alluvionali e franosi. La qualità del suolo, e il suo consumo, nonché la qualità del territorio dove le persone vivono sono quindi di fondamentale interesse per il benessere delle persone. La disponibilità di verde urbano offre indicazioni sintetiche di qualità dell ecosistema urbano e dei potenziali effetti benefici per la biodiversità urbana in merito ai problemi epidemiologici e ai problemi climatici su scala locale. Dà conto del benessere legato alla potenziale fruizione di condizioni di maggiore naturalità dell ambiente urbano. Metri quadrati di verde urbano per abitante. Essendo il dato disponibile solo per i capoluoghi di provincia in via del tutto provvisoria si è ipotizzato di utilizzare il dato del capoluogo di regione come strategia di aggregazione per stimare il dato regionale. Fonte: Istat, Indicatori ambientali urbani Disponibilità di verde urbano Verde urbano per abitante nei Comuni capoluogo di Regione (m 2 ) Verde urbano per abitante nei Comuni capoluogo di Regione (metri quadri) Anno 2010 Abruzzo 2793,8 Marche 338,0 Trento 210,4 Lazio 130,7 Sardegna 87,5 Sicilia 77,8 Calabria 54,2 Liguria 41,0 Veneto 37,8 Emilia-Romagna 37,0 Umbria 33,5 Valle d'aosta 30,2 Campania 29,5 Basilicata 22,2 Toscana 20,7 Piemonte 20,7 Bolzano 19,9 Molise 16,8 Lombardia 16,4 Friuli-Venezia Giulia 16,2 Puglia 14, Le Marche si posizionano al secondo posto in termini di superficie di verde urbano pro capite.

114 Ambiente L'indicatore proxy utilizzato al fine di valutare la vulnerabilità ambientale ad eventi esterni è l'indice di franosità, che rappresenta in realtà solo uno degli aspetti possibili delle aree con problemi idrogeologici. L indice di franosità è rappresentato dalla percentuale delle aree franose sulla superficie totale. Fonte: ISPRA La problematica idrogeologica rappresenta un aspetto sensibile su scala nazionale. La franosità è distribuita praticamente su tutto il territorio e nelle Marche si evidenzia in modo particolare tanto che, con il 19,4% di aree franose sul totale della superficie, rappresenta la regione con maggior vulnerabilità ambientale ad eventi estremi. Aree con problemi idrogeologici Aree con problemi idrogeologici (valori percentuali) Anno 2007 Marche 19,4 Valle d'aosta 15,9 Molise 14,0 Lombardia 13,9 Abruzzo 11,5 Emilia-Romagna 11,4 Piemonte 10,0 Trentino-Alto Adige 9,9 Liguria 7,8 Umbria 7,7 Campania 7,1 Italia 6,8 Friuli-Venezia Giulia 6,5 Toscana 6,4 Calabria 5,5 Basilicata 3,3 Lazio 2,3 Sicilia 2,1 Veneto 1,2 Sardegna 0,8 Puglia 0,4 10.5

115 Ambiente Siti contaminati Offre indicazioni su potenziali sorgenti di contaminazione ed elementi che inficiano la qualità del territorio e dei servizi ecosistemici offerti. Rappresenta un elemento cruciale di qualità ambientale per le forti implicazioni che questi hanno sul rischio biologico ed ecologico e sulla fruizione dell ambiente. I siti di interesse nazionale (SIN) sono aree del territorio nazionale definite in relazione alle caratteristiche del sito, alle quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, all impatto sull'ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico e di pregiudizio per i beni culturali ed ambientali. I SIN sono individuati e perimetrati con Decreto del Ministro dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, d intesa con le regioni interessate. Fonte: ISPRA In Italia sono stati definiti 57 SIN per un totale di 545 mila ettari. Nelle Marche sono stati individuati 2 SIN e con 2749 ettari ricoprono lo 0,29% della superficie totale (contro l 1,81% dell Italia). Siti contaminati di interesse nazionale (numero) Anno 2012 Lombardia 7 Campania 6 Piemonte 5 Toscana 5 Puglia 4 Sicilia 4 Liguria 3 Sardegna 3 Trentino-Alto Adige 2 Veneto 2 Friuli - Venezia Giulia 2 Emilia - Romagna 2 Marche 2 Lazio 2 Abruzzo 2 Basilicata 2 Valle d'aosta 1 Umbria 1 Molise 1 Calabria 1 Italia 57 Estensione dei siti contaminati di interesse nazionale (superficie in ettari) Anno 2012 Campania Lazio Piemonte Sardegna Puglia Sicilia 7489 Lombardia 5880 Friuli - Venezia Giulia 4700 Basilicata 3645 Toscana 3352 Veneto 3278 Marche 2749 Liguria (a) 2501 Abruzzo 1371 Calabria 868 Umbria 655 Trentino-Alto Adige 50 Emilia - Romagna 25 Valle d'aosta 15 Molise 4 Italia

116 Ambiente L indicatore mette in luce un elemento chiave di conservazione della biodiversità e del paesaggio naturale. Fa riferimento a un sistema collaudato e internazionale di valutazione della qualità dell ambiente e della conservazione del capitale naturale del territorio. L elenco Ufficiale delle Aree Protette (EUAP) è aggiornato dal Ministero dell Ambiente con una frequenza temporale non è definita. Le aree protette terrestri sono misurate in percentuale rispetto alla superficie territoriale totale. Fonte: Ministero dell ambiente e della tutela del territorio e del mare. Legge n. 394 DEL 1991 Con il 9,7% di aree protette le Marche si posizionano poco al di sotto del valore italiano (10,5%). La quota di aree protette sulla superficie territoriale risulta essere stabili negli anni sia a livello regionale che a nazionale. Aree terrestri protette Estensione delle aree protette terrestri Anno 2010 (valori percentuali) Abruzzo 28,3 Campania 25,8 Trentino-Alto Adige 20,8 Basilicata 19,4 Calabria 16,9 Puglia 13,8 Valle d'aosta 13,3 Lazio 12,6 Sicilia 10,5 Italia 10,5 Marche 9,7 Umbria 7,5 Piemonte 7,1 Friuli-Venezia Giulia 6,8 Toscana 6,1 Lombardia 5,6 Veneto 5,1 Liguria 5,0 Emilia-Romagna 4,2 Sardegna 3,9 Molise 1,7 10.7

117 Ambiente L indicatore, insieme all indicatore delle aree protette terrestri, mette in luce elementi chiave di conservazione della biodiversità e del paesaggio naturale. Fa riferimento ad un sistema collaudato ed internazionale di valutazione della qualità dell ambiente e della conservazione del capitale naturale del territorio e da indicazioni su aree di elevato pregio naturalistico che contribuiscono alla qualità e al valore degli ecosistemi naturali. Percentuale del territorio compresa nelle Zone di protezione speciale (ZPS), nei Siti di importanza comunitaria (SIC) e nella rete Natura 2000 rispetto alla superficie territoriale totale Fonte: Ministero dell ambiente e della tutela del territorio e del mare. Direttiva 92/43/CEE Habitat, Direttiva 79/409/CEE Uccelli. Aree di particolare interesse naturalistico Aree di interesse naturalistico comprese nella rete Natura 2000 (a) Anno 2012 (%e della superficie territoriale totale) Abruzzo 36,3 Valle d'aosta 30,3 Campania 29,3 Liguria 27,5 Molise 26,8 Lazio 25,6 Sicilia 24,8 Puglia 24,5 Trentino-Alto Adige 24,0 Sardegna 23,8 Veneto 22,7 Calabria 21,8 Italia 21,2 Friuli-Venezia Giulia 19,1 Basilicata 17,2 Toscana 17,0 Piemonte 15,6 Lombardia 15,6 Umbria 15,4 Marche 15,2 Emilia-Romagna 12,0 Le Marche si collocano al penultimo posto tra le regioni italiane in termini di % di superficie considerata di interesse naturalistico. Tale valore è leggermente aumentato negli ultimi anni passando da 14,6% nel 2006 al 15,2% nel 2012 (contro il 21,2% dell Italia) 10.8

118 Ambiente L indicatore specifica la percezione dell individuo rispetto alla qualità dell ambiente naturale facendo riferimento a un tema la biodiversità che è al centro del dibattito internazionale sui rischi che i cambiamenti legati agli attuali modelli di produzione e consumo comportano per la sostenibilità ecologica. Percentuale di persone di 14 anni e più che ritiene l'estinzione di specie vegetali/animali tra le 5 preoccupazioni ambientali prioritarie. Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana. La preoccupazione per la perdita di biodiversità è mediamente maggiore nelle regioni del Nord. Le Marche si attestano in linea con la media del Centro e dell Italia e non mostrano variazioni rispetto al dato del Preoccupazione per la perdita di biodiversità Persone di 14 anni e più che ritengono l'estinzione di specie vegetali/animali tra le 5 preoccupazioni ambientali prioritarie Anno 2012 (valori percentuali) Trentino-Alto Adige 22,4 Valle d'aosta 20,0 Umbria 20,0 Lombardia 19,7 Sardegna 19,6 Friuli-Venezia Giulia 19,0 Piemonte 18,8 Lazio 18,6 Veneto 18,4 Liguria 18,2 Toscana 17,8 Emilia-Romagna 17,5 Molise 17,3 Italia 17,1 Marche 16,6 Calabria 15,7 Abruzzo 14,9 Basilicata 14,7 Puglia 14,2 Campania 12,4 Sicilia 12,3 10.9

119 Ambiente L indicatore offre indicazioni sintetiche rilevanti sia sotto il profilo della sostenibilità dello sviluppo sia in relazione al tema del degrado qualitativo dell ambiente naturale che l uso delle tradizionali fonti di energia comporta, in primo luogo con le emissioni di gas a effetto serra. Rapporto percentuale tra l ammontare dei consumi di energia elettrica coperti da fonte rinnovabile e il totale dei consumi interni lordi energia elettrica. Fonte: Istat, Sviluppo e armonizzazione delle statistiche sulle fonti energetiche; Terna, Statistica annuale della produzione e del consumo di energia elettrica in Italia Nel 2011 in Italia la quota del consumo interno lordo di energia elettrica coperta da fonti rinnovabili è pari al 23,8%. L analisi a livello regionale mette in evidenza una produzione maggiore nelle regioni montuose dove l apporto maggiore proviene da fonti idriche. Le Marche per le quali l apporto è fondamentalmente da fotovoltaico ricoprono con fonti rinnovabili il 14,8% dei consumi di energia elettrica. Apprezzabile è l incremento di tale percentuale negli anni (dal 2004 al 2011 è quasi raddoppiato) Energie da fonti rinnovabili Consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili Anno 2011 (% dei consumi interni lordi) Valle d'aosta 232,7 Trentino-Alto Adige 141,7 Molise 67,4 Calabria 51,2 Basilicata 36,0 Abruzzo 34,9 Umbria 32,1 Toscana 32,0 Piemonte 29,5 Puglia 25,8 Italia 23,8 Friuli-Venezia Giulia 21,4 Lombardia 20,1 Sardegna 19,0 Veneto 18,2 Campania 15,3 Marche 14,8 Sicilia 13,8 Emilia-Romagna 11,9 Lazio 8,9 Liguria 5,4

120 Ambiente L indicatore esprime la quantità di CO2-equivalente emessa su base annuale da attività umane (agricole, urbane, industriali). In questa sede non viene considerato l effetto compensativo legato alla presenza di boschi e copertura vegetativa. Il calcolo andrebbe effettuato su base provinciale. Tonnellate di CO2 equivalente per abitante. Fonte: Istat, Conti di tipo NAMEA (Conti nazionali delle emissioni atmosferiche). Le differenze delle emissioni antropiche nel 2005 a livello territoriale appaiono rilevanti. Le Marche, con 7,4 tonnellate pro capite si attestano ad un valore inferiore sia rispetto all Italia che rispetto alle regioni centrali nel loro complesso. Emissioni di CO2 e altri gas clima alteranti Emissioni di anidride carbonica e altri gas clima alteranti - Anno 2005 (tonnellate di CO2 equivalente/abitante) Sardegna 17,0 Puglia 15,9 Molise 13,7 Liguria 13,2 Friuli-Venezia Giulia 12,3 Emilia-Romagna 12,1 Valle d'aosta 11,3 Veneto 10,6 Umbria 10,4 Lombardia 9,8 Piemonte 9,8 Sicilia 9,8 Italia 9,8 Basilicata 9,6 Toscana 9,6 Lazio 8,0 Trentino-Alto Adige/Südtirol 7,5 Marche 7,4 Abruzzo 7,4 Calabria 6,2 Campania 3,

121 Capitolo 11 Ricerca e 11.1 Intensità di ricerca 11.2 Propensione alla brevettazione 11.3 Incidenza dei lavoratori della conoscenza sull'occupazione 11.4 Tasso di innovazione del sistema produttivo 11.5 Tasso di innovazione prodotto/servizio del sistema produttivo nazionale 11.6 Specializzazione produttiva nei settori ad alta intensità di conoscenza 11.7 Intensità d'uso di Internet innovazione

122 Ricerca e innovazione 11.1 L indicatore segnala la volontà del paese nell investire le proprie risorse in nuove conoscenze. Si assume che la Ricerca e Sviluppo (R&S) sia un prerequisito per un generale avanzamento culturale, civile, economico di un paese a cui è legato il benessere morale e civile e quindi economico. Percentuale di spesa in ricerca e sviluppo in rapporto al Pil. Fonte: ISTAT Indagine sulla R&S nelle imprese; Indagine sulla R&S nelle organizzazioni non profit; Indagine sulla R&S negli enti pubblici Nelle Marche la spesa in ricerca e sviluppo rappresenta lo 0,8% del PIL (2010), valore inferiore alla media nazionale (1,3%) e a quella del Centro Italia (1,4%). L andamento dell indicatore è in continuo aumento dal 2004 in poi nelle Marche, tendenza simile a quella del valore medio italiano. 2,00 1,50 1,00 0,50 0,00 Intensità di ricerca Intensità di ricerca (%) Marche Centro Italia REGIONE Intensità di ricerca anno 2010 (%) Piemonte 1,8 Lazio 1,8 Liguria 1,5 Emilia-Romagna 1,5 Friuli-Venezia Giulia 1,4 Lombardia 1,3 Italia 1,3 Trentino-Alto Adige 1,3 Toscana 1,2 Campania 1,2 Veneto 1,0 Abruzzo 0,9 Umbria 0,9 Sicilia 0,8 Puglia 0,8 Marche 0,8 Basilicata 0,7 Sardegna 0,7 Valle d'aosta 0,6 Molise 0,5 Calabria 0,5

123 Ricerca e innovazione I brevetti sono il tipico output dell innovatività delle imprese che ricorrono al diritto di proprietà intellettuale per assicurarsi un adeguato ritorno sugli investimenti in R&S. È tradizionalmente impiegato per misurare la capacità tecnologica di un paese (o di un settore economico). Numero totale di domande di brevetto presentate all Ufficio Europeo dei Brevetti (EpoO) per milione di abitanti. Fonte: Eurostat Il numero di brevetti per milione di abitanti nelle Marche è pari a 64,0 (2008), valore di poco inferiore alla media nazionale (69,6) ma superiore alla media del Centro Italia (50,8) L andamento temporale mostra un aumento dell indicatore delle Marche fino al 2007 e un brusco calo nel 2008 (analogamente a quanto avviene per il dato nazionale). 100,0 80,0 60,0 40,0 Propensione alla brevettazione Numero di brevetti per milione di abitanti Tasso di occupazione anni Marche Centro Italia REGIONE Numero di brevetti registrati all'ufficio Europeo Brevetti per milione di abitanti - Anno 2008 Emilia-Romagna 147,0 Friuli-Venezia Giulia 126,1 Lombardia 123,9 Piemonte 118,2 Veneto 109,9 Trentino-Alto Adige 85,2 Liguria 73,7 Toscana 70,3 Italia 69,6 Marche 64,0 Umbria 40,4 Lazio 35,8 Valle d'aosta 29,0 Abruzzo 28,4 Campania 17,1 Puglia 13,3 Sardegna 12,5 Basilicata 11,7 Sicilia 8,6 Calabria 3,6 Molise 2,1 11.2

124 Ricerca e innovazione L indicatore misura l effetto dell innovazione sulla struttura e la composizione dell occupazione e del contributo economico del lavoro cognitivo. In termini sistemici, l indicatore è correlato con il benessere economico. Percentuale di occupati con istruzione universitaria (Isced 5-6) in professioni Scientifico-Tecnologiche (Isco 2-3) sul totale degli occupati. Fonte: ISTAT Rilevazione sulle forze di lavoro. L incidenza dei lavoratori della conoscenza sul totale nelle Marche è pari al 12,6% (2010), valore inferiore alla media nazionale (13,3%) e a quella del Centro Italia (14,2%). Nelle Marche l aumento dell indicatore negli ultimi anni ha permesso di ridurre la differenza rispetto alla media nazionale. 15,0 10,0 5,0 Incidenza dei lavoratori della conoscenza sull occupazione Occupati con istruzione universitaria in professioni Scientifico-Tecnologiche sul totale degli occupati (%) REGIONE Occupati con istruzione universitaria in professioni Scientifico-Tecnologiche sul totale degli occupati Anno 2010 (%) Liguria 16,0 Lazio 15,6 Campania 15,0 Umbria 13,9 Calabria 13,8 Lombardia 13,7 Sicilia 13,7 Abruzzo 13,5 Italia 13,3 Basilicata 12,9 Toscana 12,9 Emilia-Romagna 12,8 Molise 12,8 Sardegna 12,7 Marche 12,6 Puglia 12,3 Piemonte 12,1 Trentino-Alto Adige 11,8 Friuli-Venezia Giulia 11,4 Veneto 11,4 Valle d'aosta 8,7 Marche Centro Italia 11.3

125 Ricerca e innovazione L indicatore misura la propensione all innovazione delle imprese. Permette di valutare e confrontare il posizionamento relativo in termini di capacità innovativa di un economia nazionale (o regionale). Percentuali di imprese che hanno introdotto innovazioni tecnologiche (di prodotto e processo), organizzative e di marketing nel triennio di riferimento sul totale delle imprese con almeno 10 addetti. Fonte: ISTAT - CIS Community Innovation Survey. Nelle Marche il tasso di innovazione del sistema produttivo è pari al 46,4% (2010), valore superiore a quello del Centro Italia (44,1%) ma inferiore a quello medio nazionale (50,3%). L andamento temporale mostra un certo aumento dell indicatore marchigiano nel biennio ,0 50,0 45,0 40,0 Tasso di innovazione tecnologica del sistema produttivo Tasso di innovazione tecnologica del sistema produttivo (%) REGIONE Imprese che hanno introdotto innovazioni tecnologiche (di prodotto e processo), organizzative e di marketing per 100 imprese con almeno 10 addetti (%) Friuli-Venezia Giulia 58,8 Veneto 57,5 Emilia-Romagna 56,7 Lombardia 54,0 Piemonte 53,6 Abruzzo 51,8 Italia 50,3 Trentino-Alto Adige 49,7 Valle d'aosta 49,3 Campania 47,1 Marche 46,4 Toscana 45,4 Umbria 45,3 Sicilia 43,4 Lazio 41,5 Puglia 41,0 Liguria 40,7 Calabria 38,7 Sardegna 38,2 Molise 36,9 Basilicata 35, Marche Centro Italia

126 Ricerca e innovazione L indicatore misura la capacità del sistema produttivo di rispondere all evoluzione della domanda e di creare nuova occupazione. Tasso di innovazione prodotto/servizio del sistema produttivo nazionale REGIONE Imprese che hanno introdotto innovazioni di prodotto-servizio Anno 2010 (%) Percentuale di imprese che hanno introdotto innovazioni di prodottoservizio nell'arco di un triennio sul totale delle imprese con almeno 10 addetti. Fonte: ISTAT - CIS Community Innovation Survey. Nelle Marche nel 2010 il 20,2% delle imprese hanno introdotto innovazioni di prodotto-servizio, valore inferiore alla media nazionale (23,6%) ma superiore a quella del centro Italia (19,2%). L indicatore marchigiano è in aumento nel periodo per poi segnare un modesto calo, contrariamente a quanto avviene all indicatore nazionale (in costante aumento nel periodo considerato). Imprese che hanno introdotto innovazioni di prodottoservizio per 100 imprese con almeno 10 addetti (%) Friuli-Venezia Giulia 32,3 Emilia-Romagna 29,0 Veneto 29,0 Lombardia 28,4 Piemonte 26,3 Italia 23,6 Toscana 23,4 Abruzzo 21,8 Trentino-Alto Adige 20,9 Marche 20,2 Campania 19,8 Umbria 19,3 Valle d'aosta 18,9 Calabria 18,0 Sicilia 15,8 Lazio 14,6 Liguria 13,8 Puglia 13,5 Basilicata 12,5 Sardegna 11,8 Molise 9,3 11.5

127 Ricerca e innovazione L indicatore misura il peso che le attività basate e guidate dalla conoscenza assumono in termini di occupazione nelle economie avanzate. Specializzazione produttiva nei settori ad alta intensità di conoscenza REGIONE Occupati nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e in quelli dei servizi ad elevata intensità di conoscenza anno 2011 (%) Lazio 6,8 Lombardia 4,6 Piemonte 3,8 Italia 3,3 Emilia-Romagna 3,0 Liguria 3,0 Percentuale di occupati nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e in quelli dei servizi ad elevata intensità di conoscenza sul totale occupati. Fonte: ISTAT Rilevazione sulle forze di lavoro. Veneto 2,9 Marche 2,8 Toscana 2,5 Abruzzo 2,2 Friuli-Venezia Giulia 2,2 Campania 2,1 Umbria 1,9 Calabria 1,7 Sardegna 1,7 Sicilia 1,6 Puglia 1,5 Nelle Marche il peso degli occupati nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e in quelli dei servizi ad elevata intensità di conoscenza è pari al 2,8% (2011), valore inferiore sia alla media nazionale (3,3%) che alla media del Centro Italia (4,5%). L andamento degli ultimi anni mostra un valore marchigiano tendenzialmente in crescita, che si avvicina quindi a quello nazionale, che risulta invece stabile. 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0 Occupati nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e in quelli dei servizi ad elevata intensità di conoscenza (%) Marche Centro Italia Valle d'aosta Trentino-Alto Adige Molise Basilicata n.d. n.d. n.d. n.d. 11.6

128 Ricerca e innovazione L indicatore riflette l importanza della componente digitale nei processi di inclusione/esclusione sociale. Infatti, le ICT costituiscono un importante strumento per la circolazione delle informazioni e la costruzione di un patrimonio di conoscenze condiviso: quanto più l ICT condiziona le comunicazioni e le opportunità di partecipazione, tanto più l analfabetismo digitale è causa di marginalità sociale. L indicatore proposto riflette quindi il grado di inclusione digitale e il suo complemento è un indice di digital divide. Percentuale di persone di anni che hanno usato Internet almeno una volta a settimana nei 12 mesi precedenti l intervista sul totale delle persone di anni. Fonte: ISTAT - Community survey on ICT usage in households and by individuals. Nelle Marche l uso di Internet almeno una volta a settimana riguarda il 55,9% delle persone (2012), valore superiore alla media nazionale (53,8%) ma inferiore a quella del centro Italia (57,3%). L andamento temporale evidenzia un costante aumento negli ultimi anni, sia a livello marchigiano che a livello nazionale. Intensità d uso di Internet Persone anni che hanno usato Internet almeno una volta a settimana (%) REGIONE Persone di anni che hanno usato Internet almeno una volta a settimana nei 12 mesi precedenti l'intervista Anno 2012 (%) Lombardia 60,8 Valle d'aosta 60,6 Liguria 59,7 Emilia-Romagna 59,7 Trentino-Alto Adige 59,0 Veneto 58,9 Lazio 58,1 Friuli-Venezia Giulia 57,8 Toscana 56,8 Umbria 56,4 Marche 55,9 Piemonte 55,4 Italia 53,8 Sardegna 52,6 Abruzzo 49,7 Molise 47,1 Sicilia 45,8 Calabria 44,5 Puglia 42,7 Basilicata 41,8 Campania 41,5 11.7

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