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1 Stati Uniti d America

2 AGGIORNAMENTO AL 1^ SEMESTRE 2010 STATI UNITI 1. QUADRO MACROECONOMICO a) Andamento congiunturale La congiuntura economica americana nel primo semestre 2010 e stata caratterizzata da alcuni segnali positivi ma anche da perduranti fattori di incertezza che hanno determinato la necessita, da parte dell Amministrazione Obama, di proseguire le politiche di contenimento degli effetti della crisi e di rilancio dell economia. I tassi di crescita del PIL sono stati inferiori alle aspettative (solo +1.6% nel secondo trimestre), e per ammissione dello stesso Presidente Obama e del Chairman della FED, Bernanke, le previsioni indicano una tendenza alla crescita piu lenta delle aspettative dovuta al clima generale di incertezza che frena gli investimenti, all alto tasso di disoccupazione e al permanere di condizioni di crisi del mercato immobiliare. Il sistema bancario e quello finanziario sembrano avviati verso una stabilizzazione. Il credito al consumo resta tuttavia difficoltoso e permangono condizioni di stretta creditizia che penalizzano le imprese medio-piccole e frenano una ripresa economica autonoma, indipendente dal forte sostegno pubblico alla domanda. Secondo i dati del giugno 2010 pubblicati dal Dipartimento del Lavoro, la percentuale dei disoccupati si e attestata al 9,5%. I segnali di miglioramento dell economia americana (stabilizzazione del settore finanziario, ritorno in attivo di alcune grandi banche, settore dell auto in ripresa, l indice Dow Jones sostanzialmente positivo, intorno ai punti), rappresentano aspetti importanti da sottolineare pur con la dovuta cautela. Nel primo trimestre del 2010, secondo le analisi della Banca d Italia, il PIL degli Stati Uniti è aumentato del 2,7 per cento in ragione d anno, l attività economica è stata sostenuta dal ciclo delle scorte e dall accelerazione dei consumi privati, cresciuti del 3 per cento. La decelerazione rispetto al quarto trimestre del 2009 riflette principalmente il minore apporto delle scorte e il contributo nuovamente negativo delle esportazioni. La crescita del PIL è proseguita anche nel secondo trimestre sia pure ad un tasso inferiore (+1.6%). La spesa delle famiglie è ancora frenata dalle sfavorevoli condizioni del mercato del lavoro e dalla debole situazione dei bilanci. Nel bimestre aprile-maggio, i consumi sono aumentati di poco più del 2% in ragione d anno, nonostante la crescita del 6 per cento del reddito disponibile; il tasso di risparmio delle famiglie è risalito al 4% per cento in maggio. Dopo i segnali di miglioramento emersi nei primi mesi dell anno, la situazione del mercato del lavoro ha mostrato solo limitati progressi. Nel secondo trimestre la crescita dell occupazione nel settore non agricolo ha beneficiato delle assunzioni temporanee nel settore pubblico connesse al censimento della popolazione, che hanno contribuito per circa due quinti all incremento complessivo di unità. Il tasso di

3 disoccupazione, misurato sulla base dell indagine delle famiglie, è sceso al 9,5 per cento in giugno, principalmente per effetto della minore partecipazione al mercato del lavoro. Riflettendo la debolezza della domanda e le condizioni di offerta ancora stringenti, i prestiti delle banche commerciali alle imprese hanno continuato a calare nel secondo trimestre, seppure a ritmi più contenuti. L indagine della FED sul credito bancario pubblicata in aprile segnala che nel primo trimestre del 2010 le condizioni di offerta sono rimaste sostanzialmente restrittive, come nei tre mesi precedenti. In un contesto di più acuta avversione al rischio, nel secondo trimestre le società non finanziarie hanno fatto un minor ricorso al mercato obbligazionario rispetto ai primi tre mesi dell anno. Il mercato degli immobili residenziali ha tratto un beneficio temporaneo dalle agevolazioni fiscali all acquisto. Con l approssimarsi della scadenza degli incentivi, si è registrata in aprile una forte ripresa delle vendite di nuove abitazioni; nel mese successivo, venuti meno gli incentivi, le vendite di nuove abitazioni sono crollate, collocandosi al livello più basso dall inizio della crisi. La stabilizzazione del mercato continua a essere ostacolata dalla considerevole incidenza delle nuove procedure esecutive sui mutui in essere, che ampliano l offerta presente sul mercato. I prezzi delle abitazioni, misurati dall indice Case&Shiller relativo alle dieci principali città, hanno continuato a mantenersi stabili. L inflazione è scesa al 2,0 per cento in maggio riflettendo il rallentamento dei prezzi dell energia. Al netto dei prodotti energetici e alimentari, la crescita dei prezzi si è ridotta, nei primi due mesi del secondo trimestre, allo 0,9 per cento, il livello più basso dal 1966, segno che le pressioni inflazionistiche di fondo sono rimaste contenute. Scontando un ulteriore rallentamento nella dinamica dei prezzi nei prossimi mesi, le previsioni sull inflazione al consumo censite da Consensus Economics sono state riviste nettamente al ribasso rispetto allo scorso marzo, all 1,7 per cento. Per quanto riguarda gli aspetti monetari e finanziari la Federal Reserve conferma l orientamento espansivo sui tassi di interesse, che secondo le aspettative dovrebbero essere mantenuti su livelli bassi per un periodo di tempo esteso. Nelle riunioni della FED di marzo e di giugno scorsi, e stato confermato l intervallo-obiettivo per il tasso d interesse sui federal funds, compreso tra lo 0,0 e lo 0,25 per cento, ribadendo l intenzione di mantenerlo invariato per un periodo di tempo prolungato. Nel quadro degli interventi delineati in febbraio per ridurre progressivamente le riserve bancarie e normalizzare le condizioni del mercato monetario, in giugno la Banca centrale statunitense ha condotto due aste di depositi vincolati. Il Presidente della FED Bernanke, da parte sua, ha affermato piu volte che l economia americana e avviata ad una fase di moderate economy recovery pur a fronte di un alto tasso di disoccupazione e persistendo la necessità che si definisca una strategia di rientro progressivo del deficit pubblico. Il dibattito economico continua a concentrarsi sulla capacità di tenuta di una ripresa basata su straordinarie misure di sostegno pubblico alla domanda (Stimulus Package). Persiste il timore di possibili ricadute recessive in caso di prematura riduzione della spesa pubblica per ragioni legate al pur necessario contenimento del deficit. Il deficit federale nel 2009 e' stato infatti di 1413 miliardi di dollari, pari al 9.9% del PIL, mentre per il 2010, secondo il Congressional Budget Office, si dovrebbe attestare a 1340 miliardi di dollari (9.1% del PIL) mentre il debito pubblico e, in giugno, pari all 88% del PIL. L'Amministrazione rivendica con forza il merito di aver saputo evitare una depressione paragonabile a quella del '29 rilevando che l'attenzione deve ora concentrarsi sul rilancio dell'occupazione e le misure a favore del mondo del lavoro.

4 Il settore finanziario nel suo complesso appare aver ormai definitivamente superato lo spettro del "meltdown" sistemico evocato dal fallimento della Lehman Brothers nel settembre Le principali banche stanno infatti ripagando al Tesoro i finanziamenti di emergenza ricevuti nel quadro del piano di salvataggio. Il consolidamento bancario dovrebbe dunque permettere il perfezionamento del riassetto normativo del settore senza gli effetti restrittivi sul credito che avevano finora indotto l'amministrazione alla prudenza. Alla fine di giugno e stata approvata in via definitiva l importante legge di riforma del sistema finanziario, provvedimento del quale l Amministrazione Obama aveva piu volte sottolineato la priorita teso a depotenziare la cause strutturali che hanno determinato la crisi. E una riforma considerata necessaria per tutelare gli interessi non solo dei consumatori, ma anche degli imprenditori e degli investitori, e finalizzata a ristabilire un rinnovato spirito di fiducia tra Wall Street e Main Street. Tre sono i punti centrali della legge: 1- La creazione in seno alla FED di una nuova divisione con compiti di tutela del consumatore e con l'autonoma facolta' di riscrivere regole e procedure di offerta al pubblico dei servizi finanziari come prestiti e carte di credito; 2- Il mantenimento di poteri di supervisione della FED sugli istituti finanziari ; 3- L introduzione di un nuovo Consiglio dei Regolatori finanziari, presieduto dal Segretario al Tesoro, composto da 9 membri con il compito di monitorare il sistema finanziario ed individuare preventivamente situazioni suscettibili di provocare rischio sistemico. Il disastro ambientale seguito all'incidente alla piattaforma BP "Deepwater Horizon" del 20 aprile u.s nel Golfo del Messico, pone, a livello economico, incertezza sul futuro della decisione presa dall'amministrazione Obama solo poche settimane prima, di autorizzare in via di principio l'avvio di nuove operazioni offshore al largo delle coste atlantiche, dell Alaska settentrionale e nel Golfo del Messico. La Casa Bianca ha sottolineato la temporaneita' della decisione di sospendere qualsiasi autorizzazione a nuove trivellazioni finche' non sara completato l accertamento delle cause del disastro, che potrebbe richiedere tempi lunghi. STATI UNITI

5 Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri Secondo i dati sull import e l export USA di beni rilasciati dall US Department of Commerce, nel primo semestre del 2010 gli Stati Uniti hanno importato merci per un totale di 905,4 miliardi di dollari, registrando un aumento del 26,6% rispetto al primo semestre 2009, e ne hanno esportate per 611,7 miliardi (+22,9% rispetto al primo semestre 2009). La buona performance registrata dell export, tuttavia è stata controbilanciata da un altrettanto sostanzioso aumento delle importazioni che ha fatto registrare un disavanzo commerciale di 293,7 miliardi rispetto ai 217,5 miliardi per lo stesso periodo del 2009.Come si vedrà più sotto, sia l import che l export hanno fatto registrare notevoli tassi di aumento in tutte le principali categorie merceologiche INTERSCAMBIO COMMERCIALE U.S.A-Mondo Gennaio-Giugno milioni di dollari Variazione % TOTALE IMPORT USA ,61 TOTALE EXPORT USA ,92 DEFICIT COMMERCIALE USA Fonte: Elaborazione ICE New York su dati US Department of Commerce IMPORTAZIONI Relativamente alle voci della bilancia commerciale statunitense di beni, la parte più rilevante delle importazioni USA resta sempre quella delle materie prime e dei prodotti petroliferi, che nel primo semestre 2010, con 296,1 miliardi di dollari, pari a quasi il 33% del totale dei beni importati dagli Stati Uniti, ha fatto registrare un aumento del 41,3% sul primo semestre Le altre importanti voci dell import USA sono rappresentate dai beni di consumo (tra cui l abbigliamento), beni d investimento (tra cui i macchinari per l industria), automobili e parti di ricambio (che ha fatto registrare l aumento più alto in assoluto nel primo semestre 2010 (+68,5%), e prodotti alimentari e bevande, in aumento di quasi il 10% rispetto al I dati all import di beni per il primo semestre rilevano come la domanda interna USA di beni provenienti dall estero sia stata fortemente spinta dalla fase di temporaneo rafforzamento del dollaro.

6 ESPORTAZIONI Anche relativamente ai beni esportati dagli USA verso il resto del mondo, si registra, nel primo semestre 2010 un forte incremento (+22,9%). Tutte le principali categorie merceologiche sono in aumento, con un +59,4% per l export di automobili e parti di ricambio, +37,4% per le materie prime ed i prodotti petroliferi, +12,2% per i beni d investimento, +12,5% per i prodotti agroalimentari e bevande e +11,2% per i beni di consumo. SALDO Il deficit commerciale statunitense nel primo semestre 2010 è stato pari a 293,7 miliardi di dollari(+76,2 miliardi sul 2009). Hanno inciso maggiormente sull aumento del deficit il forte aumento dell import di materie prime e prodotti petroliferi e di automobili e parti. INTERSCAMBIO U.S.A PER PRINCIPALI CATEGORIE MERCEOLOGICHE milioni di dollari Gennaio - Giugno TOTALE IMPORT USA Variazione % 10/09 % sul totale 10 di cui: , ALIMENTARI E BEVANDE ,94 5,0 MATERIE PRIME E PRODOTTIPETROLIFERI ,30 32,7 BENI DI INVESTIMENTO ,47 23,0 AUTOMOBILI E PARTI ,47 11,8 TOTALE EXPORT USA BENI DI CONSUMO ,10 24,3 ALTRI BENI ,46 3,3 di cui: ,92 8,0 ALIMENTARI E BEVANDE ,52 30,5 MATERIE PRIME E PRODOTTI PETROLIFERI ,43 34,9 BENI DI INVESTIMENTO ,26 9,0 AUTOMOBILI E PARTI ,44 13,3 BENI DI CONSUMO ,23 4,3 ALTRI BENI ,28 8,0

7 SALDO di cui: Var. assoluta (milioni $) ALIMENTARI E BEVANDE MATERIE PRIME E PRODOTTI PETROLIFERI BENI DI INVESTIMENTO AUTOMOBILI E PARTI BENI DI CONSUMO ALTRI BENI Fonte: Elaborazione ICE New York su dati US Department of Commerce Per quanto riguarda la destinazione geografica delle esportazioni USA nel primo semestre 2010, nell aumento generalizzato che queste hanno fatto registrare, ai primi tre posti nella graduatoria dei Paesi clienti degli Stati Uniti, si confermano rispettivamente Canada, Messico e Cina.Rispetto allo stesso periodo del 2009, le esportazioni verso il Canada sono aumentate del 26,7%, verso il Messico del 31,9% e verso la Cina 35,7%. Sostanziali tassi di aumenti si sono registrati anche per Taiwan (+60%), Corea del Sud (+53%) Singapore (+43%) e Brasile (+38%). I principali fornitori degli USA sono stati la Cina, il Canada ed il Messico, che si sono aggiudicati, rispettivamente, il 17,7%, il 15,3% e il 12% del totale delle importazioni statunitensi. Per tali tre Paesi, l aumento di beni esportati negli USA rispetto al 2009 è stato del 20,4% per la Cina, del 32,4% per il Canada e del 38,3% per il Messico.

8 INTERSCAMBIO U.S.A PER PRINCIPALI PARTNER COMMERCIALI Milioni di Dollari Gennaio Giugno Variazione '10/'09 % Quota sul totale '10 % TOTALE IMPORT USA di cui: , Cina ,4 17,74 2. Canada ,4 15,33 3. Messico ,3 12,19 4. Giappone ,9 6,17 5. Germania ,2 4,23 6. Regno Unito ,7 2,63 7. Corea del sud ,2 2,47 8. Francia ,7 2,06 9. Taiwan ,2 1, Venezuela ,4 1, Irlanda ,5 1, Arabia Saudita ,5 1, Nigeria ,7 1, India ,8 1, Italia ,3 1, Malesia ,7 1,40 TOTALE EXPORT USA di cui: , Canada ,7 19,95 2. Messico ,9 12,64 3. Cina ,7 6,74 4. Giappone ,4 4,78 5. Regno Unito ,4 3,98

9 6. Germania ,5 3,80 7. Corea del sud ,1 3,15 8. Brasile ,68 9. Olanda ,6 2, Singapore ,1 2, Francia , Belgio ,9 2, Hong Kong ,2 2, Taiwan ,9 1, Australia ,2 1, Svizzera ,5 1, India ,9 1, Italia ,2 1, Malesia ,2 1,09 Fonte: Elaborazione ICE New York su dati US Department of Commerce INVESTIMENTI ESTERI E GLOBALIZZAZIONE Il fenomeno della globalizzazione dell'economia americana e mondiale si e sviluppato in forma ancora più marcata nell ambito degli investimenti rispetto a quello del commercio di beni. Gli Investimenti Diretti Esteri che a loro volta possono essere suddivisi in progetti di investimento greenfield, che consistono nella creazione di una nuova impresa o nello sviluppo ed espansione di una impresa gia esistente, ed in acquisizioni cross border di aziende gia esistenti - dal 2000 e fino al 2007 hanno registrato un vero e proprio boom, reso possibile dall apertura dei mercati e dalla liberalizzazione dei movimenti di capitali che hanno permesso di effettuare tali investimenti senza molte restrizioni. Nel corso del 2008 e soprattutto del 2009, tuttavia, gli IDE hanno subito una forte battuta d arresto; ciò a causa della grave crisi economica e finanziaria che ha colpito gli Stati Uniti ed il resto del mondo a partire dalla seconda meta del I dati pubblicati ad agosto 2010 dall United Nations Conference on Trade and Development (UNCTAD) nell ultimo rapporto World Investment Report (WIR) 2010, rilevano come la crisi abbia cominciato a mostrare i suoi effetti proprio sui flussi mondiali di investimenti diretti esteri nel 2008, con una contrazione in entrata in quell anno pari a circa il 15% (1.770 miliardi di dollari rispetto ai miliardi del 2007). Ma e nel corso del 2009, quando la crisi ha contribuito ad un sostanziale calo degli IDE in entrata, che i flussi sono ammontati a circa miliardi, una diminuizione del 37% rispetto al Anche i flussi in uscita, nel 2009 pari a miliardi, hanno subito un calo del 43% rispetto all anno precedente.

10 L UNCTAD ha registrato una lieve ripresa durante la prima meta del 2010 e prevede che i flussi in entrata dovrebbero raggiungere i miliardi di dollari per tutto il 2010, e poi salire ai nel Gran parte del calo dei flussi mondiali di IDE nel 2009, sempre secondo l ultimo rapporto dell UNCTAD, e ascrivibile al crollo delle fusioni ed alle acquisizioni transfrontaliere (cross border mergers & acquisitions), che da un paio di decenni rappresentano la tipologia di investimenti diretti esteri più utilizzata, soprattutto nei paesi sviluppati. Nel 2009, infatti, hanno subito un calo del 34% in termini di numero e del 65% in termini di valore, rispetto all anno precedente. Dal livello massimo del 2007, nel quale si sono registrate operazioni di M&A per un valore di oltre miliardi, si e scesi nel 2009 a operazioni per un valore di 250 miliardi. La minore disponibilita di capitali finanziari, unitamente al calo della fiducia e alla sopravvalutazione delle aziende quotate in borsa, hanno causato un rallentamento nelle operazioni di fusione e acquisizione. I progetti greenfield, secondo i dati fdi Markets (banca dati del Financial Times), nel 2009 hanno registrato un calo piu modesto rispetto alle M&As, passando dai circa del 2008 ai del Passando ad analizzare in maniera specifica gli IDE da e verso gli Stati Uniti, e quindi il grado di apertura del Paese agli investimenti esteri, e certamente possibile affermare che, secondo tutte le statistiche prese in esame, e anche nel quadro generalizzato di una crisi economica mondiale, gli Stati Uniti si confermano essere, oltre che il principale investitore a livello globale, anche il principale beneficiario di investimenti dal resto del mondo. Così come si confermano ai vertici della classifica compilata dalla Banca Mondiale dei paesi nei quali risulta più agevole fare affari, collocandosi al quarto posto su una graduatoria di 178 paesi 1. Secondo i dati rilevati dal Bureau of Economic Analysis dell US Department of Commerce (BEA), il 2009 ha visto crescere le consistenze lo stock di IDE USA all estero dell 8,9% così come sono cresciute del 7% le consistenze di operazioni dall estero negli USA. INVESTIMENTI DIRETTI STATUNITENSI ALL'ESTERO Gli Stati Uniti, come appena evidenziato, restano il paese che di gran lunga investe di piu nel mondo al di fuori dei propri confini. Secondo le statistiche dell UNCTAD, infatti, da ormai molti anni gli USA si attestano in prima posizione, sia in termini di stock (consistenze) di IDE all estero, che in termini di flussi in uscita, seguiti da paesi quali la Gran Bretagna, la Francia, la Germania ed il Giappone. Nel 2009, ad esempio, secondo le ultime statistiche del rapporto WIR 2010, gli Stati Uniti hanno generato flussi di IDE in uscita per 248 miliardi di dollari, pari al 17% del totale. In seconda posizione troviamo la Francia, con 147 miliardi di dollari investiti, pari all 13% del totale. Per quanto riguarda gli stock, anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un dato da cui si rileva come gli USA detengano la quota principale al mondo con miliardi, pari al 22,7% del totale, nel Al secondo posto, con miliardi, troviamo la Francia, seguita dalla Gran Bretagna con miliardi. Secondo i dati sui flussi di IDE nei pasi membri dell OCSE, e sempre per l anno 2009, gli USA si sono confermati al primo posto per flussi di investimenti in uscita con 268 miliardi di dollari in uscita (-23% rispetto al 2008). 1 Doing Business 2010,World Bank

11 Anche prendendo in esame i dati sul numero dei progetti di investimento realizzati all estero, si conferma ancora una volta l assoluto primato statunitense con progetti di investimento realizzati all estero nel corso del 2009 e pari al 21% del totale, seguiti a distanza dalla Germania che ne ha realizzati (9% del totale). Passando invece ad analizzare i dati ufficiali del governo USA rilasciati dal Bureau of Economic Analysis sempre per l anno 2009, lo stock degli investimenti diretti effettuati dagli Stati Uniti all estero risulta essere stato pari a miliardi di dollari rispetto ai miliardi di dollari del 2008, con una crescita dell 8,4%. Nel 2009, invece, i flussi in uscita, riflettendo pienamente la crisi, sono risultati essere meno del 2008 e pari a 248 miliardi di dollari rispetto ai 330 miliardi del 2008 (-24%). DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEGLI INVESTIMENTI USA NEL MONDO Nel 2009, lo stock di investimenti USA all estero è aumentato in tutte le principali aree geografiche, con l Europa che si è aggiudicata il 56% del totale (1.976 miliardi di dollari sui totali) e con un incremento dell 8% rispetto al L Asia Oceania resta la seconda area geografica che detiene la quota maggiore di investimenti provenienti dagli USA con 511 miliardi di dollari di consistenze pari al 14,6% del totale. Tra le principali economie detentrici di investimenti diretti USA, figurano i Paesi Bassi e il Regno Unito, ognuno con consistenze negli USA del valore di circa 471 miliardi di dollari (13% del totale), seguiti al terzo e quarto posto dal Canada (259 miliardi) e dalle Bermuda (245 miliardi). La Germania e al nono posto con 116 miliardi di dollari (+8% rispetto al 2008), mentre la Francia, con 85 miliardi di dollari (pari al 2,4% del totale degli stock di investimenti diretti esteri USA), si colloca al tredicesimo posto. L Italia, come vedremo in maggiore dettaglio piu avanti, dopo una crescita pari solo all 1,6% tra il 2007 e il 2008, e del 9,7% dal 2008 al 2009, si colloca in 20ma posizione in graduatoria con 31,4 miliardi di dollari di investimenti statunitensi (pari al 0,9% del totale), salendo di una posizione rispetto all anno precedente a causa del calo del 29% dello stock USA in Svezia, passata in 21esima posizione. La Cina (esclusa Hong Kong) retrocede di tre posizioni nella graduatoria, passando dal 16mo posto che aveva nel 2008, al 19mo, con 49 miliardi di dollari investiti dagli Stati Uniti in questo Paese. E da rilevare, pero, che, sommando a tale cifra quella relativa agli investimenti USA effettuati ad Hong Kong, il totale risulterebbe essere di ben 99 miliardi di dollari, facendo risalire la Cina al 12mo posto nella graduatoria.

12 INVESTIMENTI DIRETTI USA ALL ESTERO stock in milioni di dollari Gennaio-Dicembre TOTALE Olanda Regno Unito Canada Bermuda Lussemburgo Irlanda Svizzera Caraibi (Isole Britanniche) Germania Australia Giappone Messico Francia Singapore Belgio Brasile Spagna Hong Kong Cina Italia Svezia Fonte: US Department of Commerce, Bureau of Economic Analysis(BEA) In termini di flussi 2, invece, i dati del BEA rilevano una diminuzione del 24,6% nel 2009 rispetto al 2008, con 248 miliardi di dollari investiti all estero (nel 2008 erano stati 330 miliardi). La maggior parte di tali investimenti ha continuato a concentrarsi in Europa, con I flussi consistono in utili reinvestiti e in investimenti in conto capitale.

13 miliardi di dollari nel 2009 e pari al 52% del totale (-32% sul 2008). In particolare, si rileva come gli Stati Uniti abbiano investito di piu nei Paesi Bassi (42,9 miliardi di dollari, 17% del totale), alle Bermuda (26,5 miliardi di dollari, 10,7% del totale), in Irlanda (24 miliardi di dollari, 10% del totale), nel Regno Unito (20 miliardi di dollari, 8% del totale), ed in Lussemburgo (14,8 miliardi di dollari). L Italia ha fatto registare nel 2009 un flusso di 2,2 miliardi di dollari dagli Stati Uniti, pressoche costante rispetto al 2008 e pari allo 0,9% sul totale dei flussi USA in uscita.

14 DISTRIBUZIONE SETTORIALE DEGLI INVESTIMENTI USA NEL MONDO Gli investimenti statunitensi si concentrano prevalentemente nel settore dell industria manifatturiera, con oltre 541 miliardi di dollari, pari al 15,4% del valore di tutte le consistenze USA all estero a fine Fra le industrie manifatturiere, particolare rilievo assumono l industria chimica (3,7%), il settore dei prodotti elettronici e dei computer (1,9%). Nel 2009 c è stata una significativa crescita degli investimenti USA nei settori dei metalli e prodotti in metallo (+15,4%), del commercio all ingrosso (+12,5%) e dei prodotti chimici e derivati (+13,4%). STOCK INVESTIMENTI USA PER SETTORE MERCEOLOGICO in milioni di dollari Gennaio-Dicembre %sul tot nel 2009 crescita 08/09 % TOTALE Industria estrattiva ,9 11,51 Industria manifatturiera ,4 11,66 Alimentari e bevande ,3 9,82 Prodotti chimici e derivati ,7 13,45 Metalli e prodotti in metallo ,7 15,48 Meccanica ,2 11,56 Elettronica e computer ,9 0,10 Prodotti e componenti elettrici ,7 4,72 Mezzi di trasporto ,3 3,91 Altro ,6 19,55 Commercio all'ingrosso ,7 12,50 Servizi di informatica e tlc ,3 10,95 Banche ,3-2,43 Assicurazioni, finanza ,3 8,55 Servizi professionali ,2 3,73 Holding ,5 8,35 Altro ,5 9,56 Fonte: US Department of Commerce, Bureau of Economic Analysis (BEA)

15 INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI IN USA Anche relativamente alle statistiche sugli investimenti in entrata, gli Stati Uniti si collocano ai vertici delle classifiche dei paesi che godono di maggiore attrattivita, e che si mantegono altresi ai primi posti nelle graduatorie stilate dai vari organismi internazionali (tra cui Banca Mondiale, KPMG, Economist Intelligence Unit) relative alla apertura del Paese nei confronti di investitori esteri. Dai dati UNCTAD gia menzionati, si rileva come gli USA anche per il siano di gran lunga il paese nel quale si concentra la piu alta percentuale di investimenti esteri 17,6% in termini di stock e 11,7% di flussi. Gli USA sono, altresi, sempre secondo le statistiche dell UNCTAD per il 2009, il primo paese oggetto di operazioni di fusione e acquisizione (M&A) con il 16% del totale in valore, seguiti dalla Spagna (12%) e dal Regno Unito (10%). Tra i paesi OCSE, per quanto riguarda i dati dell'organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico 3, gli Stati Uniti, come gia accennato, hanno altresi mantenuto la leadership anche nel 2009 con 135 miliardi di flussi in entrata seppur in netto calo rispetto ai flussi registrati nel 2008 quando gli stessi erano stati pari a 328 miliardi di dollari, ( in linea con il calo generalizzato di tali flussi in entrata a livello dei paesi OCSE, che hanno fatto registrare un calo del 33% nel 2009). Al secondo posto, sempre secondo i dati OCSE, si posiziona la Francia con flussi in entrata per 60 miliardi (-3%). La Gran Bretagna con 46 miliardi di dollari (-50% rispetto all anno precedente) ha perso la seconda posizione a vantaggio appunto della Francia. I dati sugli IDE della fdi Markets confermano la leadership degli Stati Uniti come paese che attrae piu progetti di investimento di tipo Greenfield con progetti nel 2009 rispetto alla Cina che lo scorso anno ne ha attirati leggermente meno (1.140) ed in controtendenza rispetto agli anni passati quando questo paese era sistematicamente al primo posto nella classifica. Al terzo posto troviamo la Gran Bretagna con progetti. Passando ad analizzare piu specificatamente, ed anche per gli investimenti esteri in entrata, le statistiche ufficiali del BEA, vediamo come il valore degli investimenti diretti negli USA per il 2009 sia stato pari a miliardi di dollari con una crescita del 7% rispetto al 2008, quando tali investimenti sono stati pari a miliardi di dollari. 3 OECD Investment News, June

16 INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI NEGLI USA stock in milioni di dollari Gennaio-Dicembre % sul totale2009 % 08/09 TOTALE , Regno Unito ,6-0,10 2 Giappone ,4 1,72 3 Olanda ,3 19,50 4 Canada ,7 16,33 5 Germania ,4 8,31 6 Svizzera ,2 15,10 7 Francia ,2 20,43 8 Lussemburgo ,5 8,02 9 Ungheria (D) 10 Australia ,0 12,32 11 Spagna ,9 12,16 12 Svezia ,7 8,61 13 Belgio ,7 67,09 14 Irlanda ,4 24,72 15 Singapore ,0-0,78 16 Caraibi (isole britanniche) ,8-28,16 17 Corea del Sud ,5-0,92 18 Messico ,5 20,30 19 Italia ,4-48,12 20 Antille Olandesi ,3 27,85 Fonte: Elaborazione ICE NY su dati US Department of Commerce, Bureau of Economic Analysis (BEA) Il Regno Unito si conferma essere il maggior paese investitore negli USA con 454 miliardi di dollari, pari al 19,6% del totale. Al secondo posto il Giappone, con 264 miliardi di dollari, pari all 11,4% del totale. I Paesi Bassi ed il Canada sono rispettivamente in terza e quarta posizione con l 10,3% ed il 9,7% del totale.

17 In termini di flussi, gli investimenti esteri confluiti nel 2009 in USA sono stati pari a circa 130 miliardi di dollari, in crollo drastico rispetto al 2008 (-60%), quando i flussi in entrata sono stati pari a 324 miliardi di dollari. Tale decremento riflette in pieno la crisi economica in corso e il significativo calo nelle transazioni M&A a livello globale del 2009, stimato essere pari al 65% rispetto al Gran parte di tali flussi di investimenti in entrata, come gia evidenziato per i dati relativi agli stock, proviene dall Europa con 83 miliardi di dollari investiti negli USA nel corso del 2009 e pari al 65% del totale. Di questi, 24 miliardi sono affluiti negli USA dalla Francia, 16 dalla Germania, 12,6 miliardi di dollari dal Regno Unito (+128%). Come analizzeremo piu avanti, l Italia ha registrato nel 2009 un tasso negativo di flussi, pari a 6,3 milardi, che ha abbassato il livello di stock di investimenti italiani in USA a 9,3 miliardi. In relazione ai settori merceologici, infine, si rileva come gli investimenti esteri negli USA in termini di stock - si concentrino prevalentemente nell industria manifatturiera, che detiene il 34,1% del totale delle consistenze, pari ad un valore di 790,5 miliardi di dollari. Di questi, il comparto chimico assorbe l 8,8% con 203 miliardi di dollari. Altro settore merceologico rilevante nel quale si concentrano gli investimenti provenienti dall estero negli USA è il settore bancario e assicurativo/ finanziario, con investimenti per oltre 394 miliardi di dollari nel 2008 pari al 16% del totale delle consistenze.

18 c) Andamento dell interscambio commerciale con l Italia e degli investimenti diretti esteri bilaterali INTERSCAMBIO COMMERCIALE USA/ITALIA Nella classifica dei 20 principali fornitori degli Stati Uniti, nel primo semestre 2010, l Italia si colloca al 15 mo posto, con un totale di 13,6 miliardi di dollari di beni esportati rispetto ai 12,7 miliardi registrati nel Nonostante un aumento del 7,3% ed un saldo attivo di 6,6 miliardi di dollari, l Italia ha perso la posizione guadagnata nel 2009 (12ma) e ha registrato anche un leggero peggioramento della quota di mercato, passata dall 1,8% nel 2009 all 1,5% nel IMPORTAZIONI USA dal MONDO La classifica dei principali fornitori e la posizione dell'italia milioni di dollari Gennaio-Giugno Quota di Mercato % Variaz.% /09 Totale Mondo ,0 100,0 26,6 1. Cina ,7 17,7 20,4 2. Canada ,7 15,3 32,4 3. Messico ,2 12,2 38,3 4. Giappone ,0 6,2 30,9 5. Germania ,6 4,2 17,2 6. Regno Unito ,0 2,6 9,7 7. Corea del sud ,7 2,5 16,2 8. Francia ,3 2,1 11,7 9. Taiwan ,9 1,8 23,2 10. Venezuela ,7 1,8 35,4 11. Irlanda ,1 1,8 8,5 12. Arabia Saudita ,4 1,7 57,5 13. Nigeria ,9 1,6 132,7

19 14. India ,4 1,6 41,8 15. ITALIA ,8 1,5 7,3 16. Malesia ,4 1,4 23,7 17. Russia ,2 1,3 37,4 18. Brasile ,3 1,3 20,6 19. Israele ,2 1,2 23,8 20. Tailandia ,2 1,2 22,9 Altri Paesi ,5 19,1 23,8 Fonte Elaborazione ICE New York su dati US Department of Commerce Il confronto dell interscambio commerciale con i principali concorrenti a livello europeo, rivela che il totale dell import USA dall Italia nel primo semestre ,6 miliardi di dollari e stato di molto inferiore all import di merci provenienti dalla Germania che e stato pari a 38,3 miliardi di dollari (+17,2%), dal Regno Unito, 23,8 miliardi di dollari (+9,7%) e dalla Francia che ha esportato merci per un valore pari a 18,6 miliardi di dollari, con un aumento dell 11,7% rispetto al Come visto nella tabella precedente, nel primo semestre 2010 si è registrato un ulteriore, anche se leggero, peggioramento della quota di mercato italiana, passata dall 1,8% del 2009 allo 1,57%. Va sottolineato, tuttavia, che anche la Cina e i principali concorrenti europei dell Italia (Germania, Regno Unito e Francia), nonostante crescite assolute in termini di valore sul 2009, hanno comunque registrato leggeri cali nelle loro quote di mercato. INTERSCAMBIO COMMERCIALE U.S.A-Italia milioni di dollari Gennaio-Giugno Variazione % 10/09 IMPORT USA dall'italia ,31 Quota di mercato 1,77% 1,50% EXPORT USA verso l'italia ,24 Quota di mercato 1,23% 1,14% Saldo Commerciale Fonte Elaborazione ICE New York su dati US Department of Commerce

20 D'altro canto, le statistiche sulle merci importate rilevate dalle dogane statunitensi, suddivise in base al criterio della provenienza territoriale, non rispecchiano il fenomeno della delocalizzazione produttiva, diffusosi nel corso del decennio passato tra le economie industrializzate. Tali dati non evidenziano, in particolare, le importazioni degli Stati Uniti dal resto del mondo, relative a beni prodotti in Paesi terzi, ma che fanno capo a gruppi e aziende americane (o anche europee ed italiane) che hanno delocalizzato in parte la loro produzione in Paesi a basso costo di manodopera. Distribuzione settoriale dell export italiano L import di merci italiane in USA nel primo semestre 2010 si è concentrato, in ordine di importanza, nei seguenti comparti: - meccanica: 18,6% - moda: 13,9% - petrolchimica: 13,6% - agroalimentare e vini: 10,9% - casa/arredo: 5,08% - altro: 37,8% IMPORTAZIONI USA dall'italia Le principali categorie merceologiche ITALIA Milioni di dollari Gennaio-giugno Quota sul totale dall Italia % Quota di mercato italiana% var. % Totale , ,9 7, ,77 1,50 Meccanica 2.735, ,8-7,45 21,59 18,62 2,89 2,13 di cui Meccanica Strumentale 722,7 678,4-6,13 5,70 4,99 4,00 3,55 Moda 1.850, ,6 2,50 14,60 13,95 3,66 3,48 di cui Abbigliamento 476,4 460,8-3,27 3,76 3,39 1,61 1,44 Calzature 373,5 402,3 7,70 2,95 2,96 4,34 4,23 Gioielleria-Oreficeria 121,0 51,7-57,28 0,95 0,38 7,43 12,9

21 Agroalimentari & Vini di cui Chimica e derivati del Petrolio di cui Oli di petrolio o di minerali bituminosi 1.367, ,0 8,89 10,79 10,95 3,15 3,14 Vini 525,2 592,2 12,76 4,14 4,36 29, , , ,2 39,55 10,48 13,63 0,78 0,77 398,2 652,8 63,94 3,14 4,80 1,66 1,99 Chimica organica 476,6 492,4 3,32 3,76 3,62 2,12 2,10 Arredamento 641,5 691,1 7,73 5,06 5,08 3,74 3,50 di cui Mobili 245,8 260,1 5,85 1,94 1,91 2,58 2,34 Altro 4.747, ,1 8,16 37,47 37,76 1,40 1,21 di cui Farmaceutica 797,9 912,1 14,31 6,30 6,71 3,13 3,05 Macchine Elettriche 690,7 778,6 12,73 5,45 5,73 0,72 0,68 Veicoli Terrestri 737,9 679,2-7,96 5,82 5,00 1,38 0,78 Ottica/elettromedicali 476,6 492,4 3,32 3,76 3,62 2,01 1,79 Fonte: Elaborazione ICE New York su dati US Department of Commerce Nel primo semestre 2010, la meccanica ha visto una diminuzione del 7,5% rispetto allo stesso periodo nel 2009, anche se resta in percentuale la voce principale dell export italiano negli Stati Uniti con circa 2,53 miliardi di dollari di macchinari venduti. Tuttavia la tendenza per i principali gruppi all interno del comparto rimane negativa, come vedremo di seguito in dettaglio, riflettendo la lenta e incostante ripresa del settore manifatturiero USA, che rende i produttori prudenti per quanto riguarda gli investimenti in nuovi macchinari e la ricostituzione delle scorte. Macchine utensili per la lavorazione dei metalli - la tendenza per il primo semestre del 2010 continua ad essere negativa; le importazioni totali degli USA sono state di $1.050 milioni (- 18,65% rispetto al primo semestre del 2009); le importazioni dall Italia sono scese a $90,2 milioni (-34,6% rispetto al primo semestre del 2009) e rappresentano solo l 8,6% delle importazioni totali USA del settore, al terzo posto fra i principali fornitori (dopo il Giappone e la Germania).

22 Macchine lavorazione plastica e gomma e stampi la situazione per il primo semestre del 2010 e molto piu incoraggiante le importazioni totali USA hanno registrato una crescita del 5,8% rispetto al primo semestre del 2009 per una cifra totale di $1.260,5 milioni; le importazioni dall Italia hanno registrato una crescita del 25% per un totale di $73,7 milioni (5,85% delle importazioni USA del settore, dopo il Canada, la Germania, il Giappone e la Cina). Macchine e attrezzature per l industria alimentare e la ristorazione collettiva anche qui la tendenza rimane negativa le importazioni totali USA del settore hanno registrato nel primo semestre del 2010 una riduzione del 10,2% rispetto al primo semestre del 2009 raggiungendo una cifra di $641 milioni; le importazioni dall Italia pero hanno registrato una riduzione minore, di solo 5,5%, per un totale di $61,7 milioni (il quinto posto fra i fornitori). Macchine per imballaggio la cifra totale delle importazioni statunitensi del settore e migliorata (del 7%) ed ha raggiunto $627 milioni nel primo semestre del 2010, mentre le importazioni dall Italia hanno registrato un impennata del 40% e una cifra totale di $127 milioni (una quota del 20,3% - secondo fornitore degli USA, dopo la Germania). Macchine per l industria grafica, cartotecnica e trasformazione nel primo semestre del 2010 le importazioni totali USA del settore si sono ridotte del 12,5% rispetto allo stesso periodo del 2009, mentre le importazioni dall Italia hanno registrato una crescita di circa il 6%, per un totale di $82,2 milioni (secondo posto fra i fornitori, dopo la Germania). La moda, con 1,9 miliardi di dollari di export nel primo semestre del 2010 ha registrato un incremento del 2,5% rispetto allo stesso periodo nel 2009, seppur con una leggera diminuzione nella quota di mercato, passata dal 14,6% nel 2009 al 13,9% nel Andando ad analizzare i sottosettori che compongono il comparto della moda, vediamo che l export di calzature ha registrato un piccolo incremento nel primo semestre del 2010, passando da 373 milioni di dollari nel 2009 a 402 milioni di dollari nel 2010, con un incremento del 7,7%. La quota di mercato italiana è rimasta quasi invariata (4,2%). L export di gioielleria-oreficeria, invece, ha registrato un crollo del 57% rispetto al primo semestre 2009 (da 121 milioni di dollari a 51,7 milioni). La crisi generalizzata dei consumi incide fortemente sulle importazioni USA e l'andamento complessivo delle importazioni di gioielleria ed oreficeria negli Stati Uniti continua, infatti, ad evidenziare una diminuzione. Anche l Italia ha risentito di tale sfavorevole congiuntura e le importazioni dei prodotti italiani in questo settore continuano a registrare una diminuzione, anche a causa dell effetto cambio euro-dollaro nel periodo di riferimento e dell incidenza dei Paesi concorrenti, capaci di produrre a minor costo di lavorazione. Ciò nonostante, la quota di mercato dell Italia in questo settore è aumentata, passando dal 7,4% del 2009 a quasi il 13% nel Il comparto dei prodotti agroalimentari e dei vini, con un export di 1,49 miliardi di dollari ha fatto registrare un aumento dell 8,9% sul primo semestre 2009, mantenendo invariata la sua quota di mercato (3,14%). Una piccola ripresa, dopo il generale indebolimento registratosi nel 2009, in linea con la flessione dei consumi che ha fatto seguito alla crisi finanziaria esplosa nel

23 2008. La crisi ha colpito in modo particolarmente severo la fascia alta del mercato delle specialità alimentari, nella quale rientrano la maggior parte dei prodotti importati dall Italia. Un segno positivo, quindi, nel primo semestre 2010, anche se la convinzione generale è che la ripresa sarà relativamente lenta e i consumi, specialmente quelli di prodotti di fascia alta, tarderanno a tornare ai livelli pre-crisi. Nonostante i dati negativi, i margini di crescita dell agroalimentare sono comunque ancora molto elevati. Si calcola, infatti, che il mercato dei prodotti c.d. Italian sounding sia 10 volte quello dei prodotti autenticamente italiani. I nostri prodotti agro-alimentari soffrono poi per il mancato riconoscimento americano delle Indicazioni Geografiche. Nel primo semestre 2010 la quota principale del comparto ha continuato ad essere rappresentata dal settore vinicolo, con un export di 592 milioni di dollari in valore ed un aumento del 12,8% rispetto allo stesso periodo nel In questo settore l Italia mantiene una quota di mercato attorno al 30%. Più in particolare, nei primi sei mesi del 2010, il vino italiano - con un trend delle importazioni in ripresa nonostante lo stato fiacco dell economia americana, che continua ad incidere sul settore della ristorazione - ha positivamente consolidato la leadership sul mercato statunitense rispetto ai principali concorrenti (Francia, Australia e Argentina), sia in termini di fatturato sia di volume. Il settore casa/arredo (che comprende i mobili, i marmi e le piastrelle, la rubinetteria, i prodotti per l illuminazione e gli infissi) registra un aumento del 7,7% rispetto al 2009 ma una leggera diminuzione della sua quota, passata dal 3,74% al 3,50%. Gli USA hanno importato mobili per un controvalore di 260 milioni di dollari, registrando un aumento del 5,8% rispetto al primo semestre Il settore continua a risentire dei riflessi negativi che la crisi del settore immobiliare e finanziaria ha portato in questo comparto, direttamente influenzato dall andamento delle nuove costruzioni e degli acquisti di case. Il mercato statunitense delle biciclette, delle parti ed accessori ha subito diverse flessioni nel corso degli ultimi anni ma il futuro appare comunque decisamente positivo, grazie anche al nuovo approccio americano alla bicicletta, sempre più vista come salutare mezzo di trasporto ed in linea con un altro trend che e quello salutistico nell alimentazione. E tuttavia necessario inquadrare in sede di commento dei dati statistici che molte delle principali aziende italiane (Colnago, Bianchi, Campagnolo, Pinarello, DeRosa, come anche i produttori di selle e degli accessori) hanno investito in unita produttive, distributive e di assemblaggio con indubbi riflessi sulla mancata rilevazione di questo fenomeno nei dati di interscambio. Gli italiani coprono la fascia alta del mercato bici da corsa e poco quelle da passeggio e cross, oltre all ampia serie di accessori: caschi, guanti ed abbigliamento Il target di questo prodotto italiano e il consumatore americano benestante, essendo il prodotto italiano, ma anche lo sport considerato, nonostante molti adepti, non molto diffuso. Le vendite dell Italia registrano una diminuzione del 18,79% in un mercato dominato dalla Cina, con il 56,83% e da Taiwan con il 33,65%. L Italia e al quarto posto con un fatturato complessivo di 23,6 milioni di USD ed una quota sull import totale delle importazioni pari all 1,72%.

24 Anche il mercato statunitense del motociclo e delle parti ed accessori per moto ha subito nel 2009 notevoli flessioni, a causa della crisi economica. Le importazioni di moto verso gli USA hanno registrato una diminuzione del 42,28% con le importazioni dominate dal Giappone, che ne controlla il 60,56%, seguito dalla Thailandia con l 8,48% e dall Italia che ha superato di poco la Cina, risultando il terzo fornitore, con un fatturato complessivo di 136,6 milioni di dollari ed una quota sul totale delle importazioni pari al 7,5%. L andamento delle nostre esportazioni è positivo ed in crescita dal 2007, in particolare se si considera che il nostro paese non esporta moto da fuoristrada (dirt motorbike), che rappresentano il segmento più importante del mercato USA, ma principalmente ciclomotori, meno diffusi negli USA. Per le parti ed accessori l Italia si e posizionata nel 2009 al quarto posto come Paese fornitore degli USA, dopo Taiwan, Giappone e Cina, con una quota sul totale importato del 7,76% ed un valore delle importazioni di 84,4 milioni di dollari. Nella chimica fine secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2009 il Nord America, ed in particolare gli Stati Uniti, confermano la loro posizione di maggiori consumatori di APIs (principi attivi e intermedi Active Pharmaceutical Ingredients) nel mondo, con una domanda che supera il 50% del mercato totale. Questo è uno dei motivi per cui gli USA devono attingere abbondantemente alle forniture dall estero per coprire la domanda interna. Infatti le importazioni sono aumentate costantemente e solo nel 2009 si e registrato un calo sensibile (-13,99% rispetto al 2008). Le importazioni dall Italia verso gli USA, nel 2009, hanno registrato una riduzione (- 2,44%) che interrompe il trend di recupero sperimentato negli anni precedenti. L industria italiana opera nel settore di nicchia del Custom Manufacturing da parecchi anni, e l attività di esportazione si e consolidata nel tempo anche se deve contrastare l avanzata di Paesi come Cina e India: e necessario quindi rafforzare la presenza italiana in un mercato così importante come gli Stati Uniti. Come dimostra il costante aumento delle importazioni USA, il mercato ha grosse potenzialità e l Italia si trova, comunque, in condizioni ottime per accrescere la propria presenza, specie nei comparti della chimica fine e del Custom Manufacturing. Nella categoria residuale altro, che ha pesato per il 37,8% sul totale dell import italiano negli USA nel primo semestre 2010, sono ricompresi, tra gli altri, i prodotti farmaceutici, le macchine elettriche, i veicoli terrestri ed i prodotti ottici ed elettromedicali. Per queste categorie, con l eccezione di veicoli terrestri, che ha registrato un calo di quasi l 8% rispetto al 2009, il dato registrato e positivo. ALTA TECNOLOGIA Si ritiene opportuno soffermarsi anche sui dati relativi all interscambio commerciale tra Stati Uniti e Italia per i Prodotti a Tecnologia Avanzata (ATP Advanced Technology Products) quali le biotecnologie, l aerospaziale, l ICT e l elettronica, che da qualche tempo sono diventati oggetto di un analisi specifica. Si tratta, infatti, di settori non tradizionali del Made in Italy, quali quelli analizzati in precedenza, che sempre di piu stanno assumendo rilevanza strategica. Al di la dei valori assoluti di export, sono pero importanti per la competitivita di un paese e per i quali l Italia puo guadagnare in presenza e quote di mercato.

25 L US Department of Commerce raccoglie e pubblica separatamente i dati relativi alle importazioni di tali prodotti, che hanno raggiunto, nel primo semestre 2010, un totale di 103,8 miliardi di dollari rispetto agli 87,8 miliardi del 2009, pari all 11,5% del totale delle importazioni americane. IMPORTAZIONI USA DI PRODOTTI A TECNOLOGIA AVANZATA (ATP) Milioni di dollari Gennaio-giugno Prodotti a Tecnologia Avanzata TOTALE IMPORT USA QUOTA ATP in % * Cina , , ,19 32,11 Messico , , ,12 20,32 Giappone 9.336, , ,18 19,17 Erie 7.819, , ,23 51,53 Sud Corea 7.780, , ,36 34,63 Malesia 6.376, , ,00 60,52 Taiwan 5.365, , ,63 41,57 Canada 7.271, , ,60 4,44 Francia 5.185, , ,28 30,19 Germania 4.701, , ,44 12,45 Regno Unito 4.533, , ,92 18,38 Tailandia 2.844, , ,08 35,86 Singapore 2.826, , ,25 51,89 Costa Rica 733, , ,94 147,14 Belgio 1.544, , ,60 27,07 Svizzera 1.279, , ,34 18,05 ITALIA 1.255, , ,93 10,69 Olanda 1.058, , ,87 15,54 Filippine 1.242, , ,53 37,62 Israele 1.980, , ,98 12,48 Spagna 429,91 468, ,97 11,68 Totale MONDO , , ,00 11,47 * % di import di prodotti a tecnologia avanzata sul totale delle importazioni USA-

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