Santa Maria Maddalena, secondo lo spirito dei Vangeli

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1 Santa Maria Maddalena, secondo lo spirito dei Vangeli Riflessioni di d. Guido 1 - Introduzione ad una esperienza straordinaria Una santa molto vicina a noi, che siamo vittime della fragilità, una donna convinta per esperienza della bellezza della castità, un capolavoro geniale della grazia è Santa Maria Maddalena. Prima di immaginarla emozionata e radiosa mentre dice ai discepoli sconvolti e increduli: Ho visto il Signore! (Gv 20,18), cerchiamo di capire qualcosa del suo cammino di conversione e di trasfigurazione, che l ha resa idonea ad essere la prima messaggera dell annuncio pasquale. Quella che abbiamo citata è l ultima frase di Maria Maddalena riferita dai Vangeli. È l ultima istantanea che i Vangeli scattano su di lei, consegnandocela con gli occhi pieni della figura luminosa del Risorto e con le labbra vibranti per la gioia dell annuncio più bello che possa esistere. La possiamo ancora immaginare presente nel Cenacolo con Maria e le altre donne in attesa della discesa dello Spirito Pentecostale (Atti 1,14). Ma questo fatto resta una nostra ipotesi, anche se molto verosimile. Poi la perdiamo di vista ed è solo la tradizione popolare che racconta di lei fatti tanto mirabolanti quanto improbabili. Con grande verità invece la devozione cristiana la venera come una grande santa, come un miracolo della misericordia divina, come una donna la cui penitenza è riuscita a farla diventare un modello di castità pienamente ricuperata. L importanza di Maria Maddalena nella storia della salvezza e quindi nella narrazione biblica è straordinaria: non è un caso se ha potuto essere presente ai piedi della croce con Maria, la Madre del Signore sofferente, e con Giovanni, l Apostolo prediletto. Essa ha avuto tale grazia privilegiata perché, mentre Giovanni era chiamato a rappresentare tutte quelle anime che avrebbero amato il Signore senza passare attraverso la tragedia del peccato grave, Maria era chiamata a rappresentare quelle moltissime anime che giungono alla perfetta purezza spirituale dopo la devastante esperienza del peccato. Di Maddalena sappiamo per certo che era stata posseduta da sette demoni. Ma allora, che cosa è avvenuto di così efficace che ha trasformato una grande peccatrice, una donna tormentata da ben sette demoni, in una vera santa, in una mistica sposa del Cristo? Riferendoci la sua penosa situazione di peccato ecco quanto testualmente ci dicono i Vangeli: C'erano con Gesù i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni (Lc 8,2). E ancora: Gesù apparve prima a Maria Maddalena, dalla quale aveva cacciato sette demoni (Mc 16,9). Davvero deplorevole era la condizione di quella donna: ecco che cosa racconta il Signore nel Vangelo circa il disastro interiore che lo spirito del male provoca nell essere umano: «Quando lo spirito immondo esce da un uomo, se ne va per luoghi aridi cercando sollievo, ma non ne trova. Allora dice: Ritornerò alla mia abitazione, da cui sono uscito. E tornato la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va, si prende sette altri spiriti peggiori ed entra a prendervi dimora; e la nuova condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima» (Matteo 12,43-45). Il numero sette è un simbolo di pienezza: gli evangelisti dunque ci vogliono far capire che Maddalena era totalmente corrotta, era colma di tutti i sette vizi capitali sopra i quali emergeva la sua irrefrenabile sensualità, era arrivata ad un punto di non ritorno. Ormai posseduta e ossessionata soprattutto dal demone impuro, non poteva più liberarsene. Che cosa avrebbe potuto spezzare le catene che la tenevano prigioniera, se non un esperienza traumatica e shoccante, se non un incontro straordinario e significativo 1

2 con il Signore Gesù? Un evento e un incontro simile per intensità drammatica a quello raccontato negli Atti riguardo all improvvisa conversione di Saulo o nel Vangelo di Giovanni al capitolo ottavo riguardo a una donna la cui identità non ci è stata svelata. 2 - La donna adultera salvata Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; va e d'ora in poi non peccare più». Di nuovo Gesù parlò loro: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Giovanni 8,1-12). Forse questa donna non era la Maddalena, ma poteva benissimo esserlo. In ogni caso la Maddalena, per cambiare mentalità e comportamento, ha dovuto vivere un esperienza simile a quella di questa donna perdonata e salvata. Entriamo dunque nell animo di quell ignota peccatrice come se fosse quello della Maddalena. La storia dei peccatori, per quanto diversa nei particolari, è sempre molto simile nella sostanza. Nel peccato non c è mai molta originalità: i peccatori sono molto semplicistici nei pensieri e grossolani nei sentimenti e pertanto si somigliano tutti, come gli embrioni. Il loro orizzonte in genere si limita al denaro o al sesso o al potere e con queste bassissime realtà cercano di riempire il vuoto lasciato dal loro mancato sviluppo morale e spirituale. Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. L ora è mattutina, l ambiente è sacro. Il sole si è appena alzato e il luogo non è ancora invaso da troppi visitatori e pertanto è ancora abbastanza silenzioso. Gesù, come se fosse seduto in cattedra, annuncia ad una piccola folla il suo Vangelo, proclamando il Regno di Dio. Gli ascoltatori sono gente di buona volontà e non vogliono perdere nessuna occasione per ascoltare un Maestro così interessante. Si tratta di un momento importante, sereno e serio nello stesso tempo. C è la fondata speranza che nulla venga a turbare quel raduno così tranquillo. Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio Ad un tratto la situazione cambia improvvisamente: un gruppo di scribi e di farisei, che dovrebbero rispettare la sacralità del tempio e il lavoro mattutino di un Maestro, si introducono senza chiedere permesso, trascinando una donna sorpresa in adulterio. Immaginiamo che quella donna abbia appena avuto il tempo di coprirsi sommariamente con un velo, che sia stata legata e che in quella condizione venga spintonata davanti al Signore e costretta a prostarsi davanti a tutti. E, postala nel mezzo La collocano nel centro, tra il Maestro e gli ascoltatori, affinché tutti possano vedere e sentire bene. Ma Gesù abbassa gli occhi: non guarda nessuno, non guarda neppure quella donna. Non si cura di conoscere chi è, non è curioso di sapere come e quando, non gode di quelle giovani membra dedite al vizio e ora tremanti per l improvviso pericolo mortale che incombe. Non cerca quegli occhi grandi pieni di terrore e di angoscia, perché la poveretta sa bene che gli scribi e i farisei fanno sul serio e non sono capaci di avere pietà. Gesù sta scrutando il cuore di ognuno e sta pregando per ognuno di loro. 2

3 Gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Gesù guarda in faccia gli scribi e i farisei, che lo informano e lo interpellano. Si tratta di quegli stessi scribi e farisei che egli aveva duramente ammonito come ipocriti e come testardamente ostinati nel male. Persecutori dei profeti, privi dell amore di Dio, sfruttatori della loro posizione di privilegio in mezzo al popolo: pieni di orgoglio, di avidità e di ingiustizia, con la pretesa di essere considerati Maestri e Signori, giusti e degni di rispetto. Essi si rivolgono al Maestro, fingendo di accettare la sua autorità per meglio ingannarlo. Pronunciano l accusa: Questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Per loro la colpa della donna è sicura, palese, inconfutabile. Chi sia colui che l ha sorpresa, quali siano i testimoni affidabili, non lo dicono. Affermano l accusa come una certezza assoluta, incontestabile. La donna non ha il diritto di difendersi: in ogni caso la sua parola non conterebbe nulla. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Il loro legislatore non è Dio, ma è Mosè, a cui sentono di dovere totale e cieca obbedienza. La Legge divina in realtà nella sua vera essenza esige ben altre opere che quella di lapidare le donne. Dice infatti: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze e il prossimo tuo come te stesso. Ma per loro il precetto dell amore non esiste: Mosè ci ha comandato di lapidare e noi abbiamo il dovere di obbedirlo, tu che ne dici? Contrappongono il grande peso di Mosè, l antico e incontestabile legislatore, a quello del nuovo Maestro. Essi cercano di punire esteriormente il peccato, senza avere il potere e senza neppure cercare di eliminarlo interiormente. Essi, mentre lo contestano pubblicamente negli altri, forse lo coltivano segretamente in se stessi. Essi pensano di distruggere il peccato, eliminando il peccatore e non sono capaci di togliere il peccato senza uccidere anche il peccatore. Certo, perché eliminare il peccato salvando il peccatore, è un opera che richiede un infinita carità: essi non sono capaci di amore, ma solo di zelo per una giustizia senza carità. Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. L Evangelista ci informa subito circa il fine principale che essi hanno in mente: procurarsi alcuni elementi di accusa contro Gesù. Questo fatto ci fa pensare che forse sono proprio stati loro a tendere un tranello alla donna, commissionando a qualcuno quell incontro fatale. Forse è stato proprio qualcuno di loro che ha finto di essere un complice sincero della donna e poi l ha venduta. Non è dunque innanzi tutto proprio lei quella che vogliono condannare, ma è piuttosto il Maestro quello che vogliono a tutti i costi compromettere. Sanno che Gesù ha un modo nuovo, spirituale per interpretare la Legge. Essi non condividono il suo metodo, perché li obbligherebbe a migliorare. E questa volta vogliono proprio vedere se ha il coraggio di contraddire Mosè. Sanno che di fronte al quesito che gli pongono non ha scampo: o rifiuta la lapidazione e così ammette pubblicamente di essere un trasgressore della Legge di Mosè, oppure l approva e così è costretto a rimangiarsi tutti i suoi insegnamenti sulla misericordia e sul perdono. L avevano infatti sentito dire rivolto a loro: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio! (Mt 21,21). Nel frattempo però quella poveretta trema e suda freddo. Essa, oltre ad essere terrorizzata dalla prospettiva di una morte crudele, si sente anche umiliata e disprezzata da tutti perché ormai il suo peccato viene sbandierato ai quattro venti. Pur sconvolta da quella situazione, essa percepisce che i suoi accusatori non sono solo spietati con lei, ma sono anche profondamente ostili verso Gesù: intuisce di essere l esca posta al centro di una trappola mortale tesa a catturare quell ingenuo Maestro. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. Gesù sente l accusa e ascolta la sentenza di condanna contro quella donna, che oltre a tutto il resto è poi solo una donna. Una donna che, quando è innocente, ha pochi diritti in quella società e che, quando è colpevole, ha solo più il diritto di essere ammazzata. Un mucchio di pietre sarebbe stata la sua tortura e il suo sepolcro. Gesù non alza lo sguardo per vedere quella donna, ma sicuramente essa lo guarda e non sa che cosa pensare. È però la prima volta che guarda un uomo in quel modo: il suo aspetto è nobile, la sua persona è serena, la sua autorità pare riconosciuta perfino dai suoi nemici. Può forse aspettarsi che quel 3

4 Maestro abbia misericordia di lei? Può forse pretendere che si comprometta per salvarla? Può forse sperare che quell uomo rischi la vita per aiutarla? E poi, anche se per assurdo volesse aiutarla, che cosa potrebbe fare? La donna sa di essere colpevole e di meritare in base alla legge quella condanna, ma non si sente preparata a morire e a morire in quel modo. Essa guarda e vede che Gesù traccia per terra alcuni segni. Pensa: Forse non sa che cosa rispondere, forse prende tempo per pensare ad una soluzione, quale però? Non vede una soluzione Si sente ancora più persa. E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». Gli avversari fanno pressione, pretendono una risposta, insistono nella loro richiesta. Gesù li lascia dire a lungo. Vuole illuderli facendo pensare loro che ormai hanno raggiunto il loro obiettivo: quello di fargli fare un passo falso per avere un buon motivo per accusarlo di connivenza con il peccato. Non possono più aspettare un altro solo secondo, non possono perdere quell occasione così propizia per vendicarsi di lui. E la tanto sospirata risposta ancora non arriva: egli è intento a scrivere con il dito qualcosa sulla terra. Quanto più passa il tempo, tanto più si convincono di essere i vincitori e non pensano invece che saranno costretti a tenere in sommo conto la risposta ottenuta, proprio perché richiesta con tanta forza. Alla fine, dopo aver resistito a tante pressioni, Gesù alza il capo e pronunciata con calma e con chiarezza la sua sentenza: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». Ognuno si sente interpellato personalmente. Il branco, che nella sua coesione trovava la sua forza, viene disintegrato: ciascuno si trova solo a prendere una decisione personale: quella di dichiararsi pubblicamente senza peccato, smentendo così la Legge che affermava che ogni uomo è peccatore. Gesù ordina poi che tra tutti ci sia uno che per primo, non nascondendosi all interno di una massa, ma uscendo allo scoperto, scagli la sua pietra in modo da essere individuato con chiarezza. E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Il maestro ha rispettato la terribile e disumana legge di Mosè e nello stesso tempo, chiedendo ad ognuno di fare un serio esame di coscienza, l ha abolita. La donna ascolta la sentenza di quell uomo che non la scusa, che non sminuisce il suo peccato e la pena di cui esso è degno. Per un momento teme che qualcuno inizi il suo supplizio. Guarda quel Maestro che nuovamente scrive qualche cosa sul pavimento, come se la questione non lo riguardasse più. Non si rende ancora conto che la potente forza morale del Maestro lavora in quei cuori induriti: Sì, la Bibbia dice proprio che tutti gli uomini sono menzogneri, che non esiste un uomo saggio e giusto. Chi mai avrà il coraggio di proclamarsi senza colpa davanti a Dio e di attestare che Dio nella Scrittura dice il falso? Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Nessuno vuole mostrarsi così sfacciato e presuntuoso, nessuno vuole esporre se stesso alla pubblica contestazione o alla pubblica derisione. Allontanatisi i più anziani e autorevoli tra gli scribi e i farisei, anche gli altri se ne vanno facendo finta di nulla. Non la sincerità li ha fatti desistere, ma, come sempre, la paura di far brutta figura, di perdere il favore della folla e inoltre soprattutto il timore di prendere una decisione che poteva non essere condivisa dai capi del branco. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Avviene l incredibile: se ne sono andati tutti senza avere acquisito un solo motivo di accusa verso il Maestro e senza aver avuto il coraggio di lapidare la donna: d altra parte non era quest ultima cosa la loro intenzione principale. Anche questa volta il Maestro li ha giocati e li rimandati a mani vuote. Sono costretti a studiare ben altri stratagemmi se vogliono prevalere su quel Profeta. Intanto Gesù rimane solo con la donna ancora accasciata nel punto in cui era stata gettata. Forse anche molti degli ascoltatori, che in cuor loro si erano schierati dalla parte dei farisei, se ne sono andati. L Evangelista sembra presentare il luogo come quasi deserto. Non ci sono più occhi e orecchi indiscreti. La donna ora può guardare a Gesù con serenità: non c è più il forsennato andirivieni dei suoi accusatori, non c è più il grido ossessivo di 4

5 quelli che vogliono una sentenza di morte. C è Gesù con la donna che tace, che lacrima sempre meno, che singhiozza sempre più piano Quel luogo, diventato improvvisamente silenzioso, ci fa pensare a quel deserto nel quale lo sposo conduce la sua sposa per rimanere, anche se soltanto per un brevissimo momento, da solo con lei. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Il Maestro ora si degna di alzarsi, di fare un passo in avanti verso quella donna per darle un occasione di parlare, per rispettarne il diritto di esprimersi. Ma la donna tace. Allora egli le fa due domande, chiamandola Donna. Gesù sa bene che i lupi desideravano minacciare la pecorella, perché intendevano soprattutto poter sbranare il pastore. Egli conosceva bene l odio contro di lui che era presente nei cuori dei suoi avversari, privi dell amore di Dio. La prima domanda (Dove sono?) pare retorica, ma non lo è. Tale domanda non ha il fine di chiedere dove sono andati (cosa senza importanza), ma ha il segreto intento di affermare che sono spariti, che non ci sono più, che la minaccia è finita per lei e anche per lui. La grande e improvvisa tempesta è passata, miracolosamente passata. Gesù e la donna ne escono illesi: ambedue erano il bersaglio dei farisei. La seconda domanda (Nessuno ti ha condannata?) suggerisce già la risposta alla donna, che in quel modo è aiutata a percepire che la sua salvezza non è un sogno, ma è reale. Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». La donna risponde con due sole parole: la prima (Nessuno) la prende da quelle pronunciate da Gesù e la seconda (Signore!) l aggiunge lei per esprimere il suo rispetto, la sua riconoscenza e una fede nascente che inizia ad illuminare il suo cuore. Dunque è stato Gesù che le ha suggerito di dire: Nessuno. La donna non sa ancora che da quel momento in poi nessuno esisterà più per lei, se non Gesù solo. Tutti i malvagi messi insieme sono nessuno, così come tutti gli uomini, anche quelli migliori, messi insieme sono nessuno. Chi esiste veramente è il Signore, solo il Signore Gesù. E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; va e d'ora in poi non peccare più». L ultima domanda, riguardante la condanna non eseguita, era già finalizzata a favorire la sentenza che Gesù aveva in mente di pronunciare: Neanch'io ti condanno. Se non ti hanno condannato loro, tanto meno io ti condanno, ad una precisa condizione però: Non peccare più! Il peccato è eliminato, il peccatore non viene ucciso, ma diventa giusto ed è salvo. Questo è un miracolo che non può essere fatto dalla legge di Mosè, ma solo dal cuore misericordioso di Cristo. La donna ora può andare liberamente, anzi deve andare: Va! Dove andrà e che cosa farà? Le prossime pagine forse ce lo riveleranno. L adultera redenta ha percepito quanto inaspettato e gratuito fosse stato il dono della salvezza che ha ricevuto, quanto immeritato e grande l aiuto ottenuto solo perché ne aveva assoluto bisogno e nessun diritto, quanto straordinaria era stata la benevolenza che il Signore le aveva accordato, quanto diverso il suo amore da quello dei suoi amanti traditori e assassini. Ha fatto esperienza della grazia divina, della misericordia di Dio e ha capito meglio l inaffidabilità degli uomini. Non vuol certo più tornare nella situazione precedente. Se il cuore di Cristo ha inventato strade inedite per salvare la sua indegna sposa, cosa non farà ora il cuore della sposa per dire il suo grazie, per manifestare il suo amore? I Vangeli non ci raccontano il seguito di quella storia che non ha avuto vita facile nemmeno all interno della comunità cristiana che, tramandando lo scritto, lo ha a volte relegato come un appendice al termine del Vangelo di Giovanni o lo ha inserito in quello di Luca, quando addirittura non lo ha del tutto ignorato. Ma noi ragionevolmente pensiamo che la storia non sia finita qui. Immaginiamo che continui in quel commovente racconto che Luca fa nel capitolo settimo del suo Vangelo, quando ci narra che una peccatrice, rimasta anonima, profuma i piedi di Gesù. Non è infatti improbabile che quella donna salvata, lasciandosi guidare dal suo cuore ormai rinnovato, abbia pensato di fare qualche cosa che rassomigli all omaggio che una donna, con la fama di peccatrice, fa proprio in casa di un fariseo, contravvenendo a tutte le regole ufficiali della buona creanza. 5

6 3 - La peccatrice pentita e perdonata Leggiamo per intero il racconto lucano: Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, dì pure». «Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va in pace!». In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni (Luca 7,36-8,3). Adesso, riprendendo frase per frase il racconto appena letto, cerchiamo di scoprire i sentimenti di questa donna anonima, che noi chiameremo Maria Maddalena: la scena non è più così drammatica come quella esaminata in precedenza. Gesù non ha più a che fare con un gruppo di farisei inferociti, ma con un solo fariseo che peraltro si limita a pensar male nel suo cuore senza manifestare nulla all esterno. Ma Gesù conosce i segreti pensieri di ogni cuore umano. Se non è facile amare ed avere pazienza con chi rivela all esterno la sua cattiveria, non è neppure facile accettare ed aiutare chi, pur non tenendo delle pietre in mano, tuttavia è critico ed ostile anche solo mentalmente. Eppure anche in questa occasione Gesù dimostra tutta la sua sapiente magnanimità, la sua divina abilità pedagogica. Luca pone questo racconto subito dopo aver riferito un lamento del Maestro occasionato dalle accuse che gli vengono mosse da parte di gente solo capace di vedere negli altri gli aspetti negativi: «A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi sono simili? Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto! È venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: Ha un demonio. È venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli» (Luca 7,31-35). Ebbene, l amico dei pubblicani e delle peccatrici, ora vuol mostrare che è amico di tutti, farisei compresi, cresciuti quanto al corpo e agli anni, ma rimasti bambini nella capacità di discernimento. Inizia adesso la nostra dettagliata analisi del singolare avvenimento in casa di Simone, il fariseo: Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Sappiamo che Gesù accettò l invito per dimostrare la sua voglia di dialogo e di amicizia, ma non venne accolto con le dovute attenzioni che di norma erano riservate agli ospiti. Chi era questo fariseo? Era Simone, il lebbroso, forse guarito da Gesù? (cfr. Mc 14,3-9 e Mt 26,6-13) Probabilmente no. L episodio 6

7 riportato da Marco e Matteo precede di poco la passione del Signore e può essere identificato (sempre secondo i nostri metodi intuitivi, più che rigorosamente esegetici) con quello avvento a Betania e raccontato da Giovanni all inizio del cap. 12. Tale racconto lo prenderemo in esame più avanti. Teniamo conto che Simone, il fariseo, invita Gesù, ma nello stesso tempo prende le distanze, forse per non rischiare di compromettersi di fronte a quelli del suo gruppo. Non riusciamo a capire bene per quale motivo abbia fatto l invito: l ha fatto solo per opportunismo oppure in lui c era un inizio di buona volontà? Non lo sappiamo, perché Luca concentra la sua attenzione su Gesù e sulla peccatrice e non narra il proseguimento della storia. Una cosa è certa: Simone sa che molti dicono che Gesù sia un profeta. L invito avrebbe potuto essere motivato dal desiderio di verificare di persona se tali voci erano fondate. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato. Forse sono passati pochi giorni dallo scampato pericolo e Maddalena, che ormai cerca di essere informata circa le iniziative e gli spostamenti del Maestro, viene a conoscenza dell invito a pranzo. Sa bene che non ci può essere un occasione più inopportuna di quella per un incontro con Gesù. Perché disturbare il Profeta durante l ora tranquilla di un pranzo? Perché sfidare l ostilità di un fariseo che non avrebbe mai sognato di invitarla? Eppure lei sente che non può fare a meno di andare, di rischiare la vita, di professarsi riconoscente e fiduciosa, non con le parole, ma con i gesti. Essa non è più in nessun modo capace di vivere nell ambiente di prima: lo detesta con tutta la sua forza e non vuole perdere una sola occasione per incontrare Gesù. Se dovessero lapidarla, la lapideranno per un gesto di amore, di fedeltà. È ben lieta di morire adesso che è ormai morta al mondo e a tutte le sue ingannevoli seduzioni. Non va però a mani vuote: porta con sé un vasetto colmo di un prezioso profumo, simbolo del suo cuore ormai libero dal fetore di ogni impurità e pieno della presenza soave dello Spirito buono. Entra quasi furtivamente, perché sa di osare troppo e di comportarsi in un modo un po invadente. A volte però l audacia porta a fare cose, come vedremo, molto geniali. E fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. Gli atteggiamenti esteriori della donna ci colpiscono in modo netto e immediato: si fa piccola per non essere notata, per non dare nell occhio, per diminuire il fastidio recato ai presenti e si avvicina ai piedi del Signore che sta sdraiato a mensa. Però il tentativo di passare quasi inosservata sfuma. Infatti, non è capace di trattenere le lacrime. Piange e singhiozza in maniera irrefrenabile. Le lacrime dovute alla brutta avventura di qualche giorno prima erano un segno di paura, di angoscia, di disperazione, di terrore. Erano lacrime che non riscuotevano la pietà di nessuno, che non intenerivano i cuori dei suoi aguzzini, ma che anzi li confermavano nel loro proposito, perché erano interpretate come un segno di debolezza e di vergogna, come la confessione di un reato. Oggi invece le sue lacrime sono completamente diverse: abbondanti come un fiume, amarissime e dolci nello stesso tempo. Non aveva mai pianto in quel modo: infatti ora piange non per orgoglio, non per paura, non per gioia, non per dolore... Piange per amore, per un amore nuovo, castissimo, mai sperimentato. Per un amore riconoscente verso quel Profeta che l aveva lasciata avvicinarsi, che non l aveva cacciata via, che le permetteva di toccargli i piedi. Sono lacrime che lavano i piedi del Signore, ma che soprattutto liberano il suo cuore da ogni residuo di peccato e la rendono capace di fare sua la purezza e la santità di quell amore speciale che dimora nel cuore di quel Profeta. Le parti nobili del corpo della donna (occhi, capelli, bocca, mani) entrano in contatto con i piedi, cioè con la parte umile del Cristo. Gli occhi riversano lacrime sui piedi del Signore. I lunghi capelli li asciugano e li detergono e, mentre si intridono di lacrime, si scompigliano perdendo la loro superba bellezza. Le mani cospargono i piedi di profumo e la bocca, mentre dona baci che esprimono la sua gratitudine, quasi quasi vorrebbe nutrirsi del suo Redentore. Il prezioso profumo invade la casa, raggiunge gradevolmente tutti gli invitati, crea una atmosfera di fresca fragranza. Esso è il segno della primavera che è rinata nel cuore di Maddalena, è il simbolo dello spirito nuovo che la anima, un simbolo dal valore liturgico. Le mani e il capo di Maddalena vengono a contatto con i piedi di Gesù: la parte alta e nobile di Maria ardisce toccare e 7

8 onorare quella bassa di Gesù. Infatti, quello che è basso in Gesù è pur sempre infinitamente più alto di tutto quello che in noi sta al vertice della nostra umanità. La nostra debolezza è talmente grande che, per quello che riguarda noi, dobbiamo iniziare dall alto (dando il meglio di noi stessi) e, per quanto riguarda Dio, iniziare dal basso, cioè dalle cose più semplici, umili e piccole della vita spirituale. La differenza che c è tra Maria e Gesù è infinita: è infatti quella che c è tra la santità di Dio e la nostra miseria morale. Esiste un ponte in grado di aiutarla a superare il dislivello? La distanza che c è tra i due può essere superata per mezzo di un linguaggio speciale, di un codice comunicativo che entrambi conoscono e usano. In altre parole è necessario un linguaggio simbolico e mistico che, nell atto stesso di essere utilizzato, arricchisce e trasforma realmente quello che dei due sta ad un livello inferiore. E il linguaggio gestuale della donna è quello giusto, perché è sincero, significativo ed efficace. Proviamo a tradurre in parole normali tale misterioso codice: gli occhi rappresentano l anima, la bocca rappresenta lo spirito umano, la chioma l onore e la gloria femminile, le mani indicano la generosità e l impegno. Quando la Maddalena decide di chiedere al Signore la grazia di venire perdonata e accolta nel Regno, sceglie di esprimere il suo desiderio cercando il contatto con i piedi (i quali rappresentano la divina misericordia di Gesù) e su di essi versa, come dono, il suo costoso profumo. Il gesto di bagnare e baciare i piedi del Signore non è un semplice contatto fisico, facile da realizzare, ma è il segno di una reale e profonda conversione personale e per questo ha un vero valore sacramentale ed è capace di travasare tutta la ricchezza divina di Gesù nel cuore umano di Maddalena. Il Maestro si rallegra perché ha trovato finalmente una discepola capace di capire e di parlare il suo linguaggio spirituale, con il quale egli comunica le verità e le realtà divine. Maria è una delle poche persone che ha dimostrato di comprendere e di saper utilizzare con immediatezza la ricca sintassi dei gesti e delle parabole del Signore. Ella, senza dire nemmeno una parola, ha pregato con grande intensità invocando, con tutto il suo corpo, e quindi con tutto il suo cuore, la misericordia divina su di sé. E la sua preghiera si è elevata verso Dio, come un profumo di soave odore. Se poi ha voluto onorare le membra più umili del corpo di Cristo profondendo una cospicua parte del suoi averi, lo ha fatto per dire che è disposta servire i poveri, che sono nella comunità i membri più marginalizzati. A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». Simone intuisce vagamente che tra i due vi è una certa intesa. La cosa gli appare perlomeno strana. Come può un Maestro di quel livello abbassarsi a tanto? Egli non ha mai creduto veramente che Gesù fosse un profeta e quella scena non fa che confermarlo nella sua opinione negativa. Il fariseo giudica e disprezza la donna come peccatrice e fa capire che lui non si lascerebbe nemmeno sfiorare da un simile genere di persone. Adesso però comincia a disprezzare in cuor suo anche Gesù, che sta a quel gioco poco edificante, e forse inizia a pentirsi di averlo invitato a casa sua. Simone non sa leggere nel cuore di quei due ospiti: non sa che la donna è sincera e non ne può più di un mondo nel quale i peccatori trasgrediscono la legge per mancanza di amore e certi giusti la osservano senza amore. Non sa che Gesù è l amore che salva i peccatori dai loro crimini e salva i giusti dalla loro ipocrisia, donando a tutti la vera capacità di amare. Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, dì pure». Gesù possiede uno spirito profetico che gli permette di conoscere gli intimi pensieri di Simone e di trovare una strada per portarlo ad un giudizio e ad un atteggiamento più giusto. Inventa pertanto una parabola. Per parlare in parabole bisogna avere l animo in una quiete perfetta, la mente illuminata dalla logica divina, una conoscenza profonda della situazione, una capacità di lettura simbolica e spirituale dei fatti, la sicurezza che con l aiuto di Dio vi è sempre una soluzione ai problemi. In altre parole, ci vuole l amore paziente e sapiente che Gesù ha per tutti. «Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due». 8

9 I simboli sono chiari per noi, ma non è detto che lo fossero anche per tutti i presenti in quel momento. Il creditore è Dio (o Gesù), il debitore di 500 denari è la donna, il debitore di 50 denari è Simone. Dio misericordioso condona a tutti ogni debito: questa è la sua mentalità, questo è il suo modo di fare. Il peccato palese della donna non viene minimizzato: è ben grande. Ma anche i peccati di Simone non sono un nonnulla, anche se sono 10 volte meno gravi di quelli di Maria Maddalena. Ma davanti a Dio nessuno è mai in grado di ripagare il proprio debito, fosse anche di un solo spicciolo. «Chi dunque di loro lo amerà di più?». Simone, che non ha ancora capito di essere uno dei due debitori, è invitato a dare un giudizio sull amore dei debitori assolti e beneficati. Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Egli non si rende conto di aver detto: La donna è quella che ama Dio 10 volte di più di quanto lo ami io. Maddalena invece ha immediatamente capito il senso della parabola: capisce che Gesù è stato indulgente con lei, ridimensionando il suo infinito debito a soli 500 denari. Un giorno cercherà di risarcire almeno in parte il debito donandogli un profumo che ne vale più di 300. Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». Gesù, per ora, non ha abilitato Simone a capire sino in fondo il suo linguaggio mistico e a rispondergli con lo stesso codice comunicativo. Tuttavia è riuscito, con la sua sapienza e la sua dolcezza, a fargli pronunciare un giudizio corretto anche esso si limita al mondo umano degli affari. L ha aiutato a dire: Il debitore più grande è quello che presumibilmente ama di più il suo creditore indulgente. Simone è rimasto a livello materiale di calcoli e di contabilità, ma ha fatto un primo passo importante. È necessario ora che Simone faccia un secondo passo: inizi a decifrare il senso genuino dei gesti della donna e così arrivi a comprendere che sbagliava quando considerava la donna una disinvolta peccatrice, priva dell amore di Dio. In tal modo comprenderà anche il senso altissimo dei gesti di stima che egli ha negato al Maestro. E volgendosi verso la donna Volgendosi verso la donna Gesù cerca di far capire che la parabola l ha raccontata per loro tre: Gesù è il creditore e gli altri due sono i debitori. Disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Gesù invita Simone a guardare la donna con meno superficialità, inizia a istruirlo circa il senso nascosto dei gesti e delle azioni e per far questo elenca semplicemente una serie di fatti appena accaduti e dei quali tutti i presenti sono testimoni. Mettendo a confronto i gesti di attenzione della donna e i mancati gesti da parte di Simone gli insegna, senza tanti giri di parole, a decifrare i simboli e a capire il valore delle varie azioni. Il Maestro non rimprovera Simone: non pronuncia alcun giudizio negativo in merito e non si mostra offeso dal suo comportamento freddo e distaccato. La donna ha fatto dei gesti di cui Gesù si è ben accorto e che ha interpretato in senso positivo come segni di affetto, un affetto che oltre ad insegnare a Simone quale avrebbe dovuto essere il suo comportamento e soprattutto il suo sentimento, ripara le mancanze del padrone di casa. La donna ha fatto a suo modo, quello che Simone avrebbe dovuto fare seguendo le usanze della sua società. Simone, ad esempio, avrebbe potuto porgere l acqua a Gesù senza il dovere di abbassarsi, ordinando ad un servo di proseguire. La donna invece ha lavato i piedi, abbassandosi e compiendo direttamente quell umile lavoro riservato agli schiavi. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. 9

10 E pensare che Simone sarebbe stato autorizzato a baciarlo in volto, cioè a vedere esaudito quello che è il più grande desiderio delle anime mistiche. Maddalena per ora si ritiene fin troppo fortunata di poter baciare i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. A Simone Gesù avrebbe concesso il raro privilegio di profumargli il capo, dandogli così il permesso di giungere alle più alte vette della vita mistica. Maddalena con il suo esempio ci aiuta a conoscere alcune leggi segrete della vita spirituale: 1 bisogna iniziare con il poco (dai piedi), cioè cominciare ad essere fedeli e perfetti nelle piccole cose per poter diventare fedeli nel molto, affinché ci venga affidata la vera ricchezza. 2 prima di iniziare a nutrirsi per crescere, bisogna disintossicarsi e liberarsi da ogni attaccamento al male, perché ogni minimo difetto, che viene segretamente coltivato, non permette di fare un solo passo nella vita mistica. Maria si disintossica con le lacrime che sono antidoto anche emotivo della sua sensualità. 3 è vantaggioso donare sempre il meglio di sé (il capo) e le cose che ci costano di più (il profumo), soprattutto quelle che mortificano il nostro orgoglio (la chioma). 4 è bene potenziare al massimo le nostre doti, le nostre abilità e le nostre virtù (genialità e creatività), cercando in tal modo di indebolire i nostri difetti e le nostre tendenze cattive. Il Signore ricompensa quelli che sono ingegnosi nel cercarlo e nel servirlo. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco». Gesù, che comunque ha sempre guardato il cuore dei due, afferma che la donna ha dimostrato di amare molto e pertanto di aver ricevuto il perdono completo di tutti i numerosi peccati. Diversamente da Simone che, pur avendo fatto un minor numero di peccati, se n è visti perdonare ancor meno e continua ad avere un amore molto scarso. Tale scarsità è paradossalmente effetto e causa del mancato perdono. Sembra strano, ma di solito colui al quale viene perdonato poco e quindi non percepisce la grandezza del dono ricevuto, ama ancora di meno. Vi sono però ancora altre misteriose forze in gioco: l amore, che Maria aveva nel suo cuore, era generato dal perdono già ottenuto e rendeva il perdono meritorio, come se tale perdono non fosse un dono gratuito, ma un merito. Solo l amore sa perdonare e sa chiedere perdono. Solo l amore di Dio sa perdonare riabilitando. E solo l amore ispirato da Dio sa chiedere perdono quando non ce ne sarebbe più bisogno. A volte si ama poco avendo l impressione di amare a sufficienza: in tal modo ci si illude e tale esiguo amore diventa un inconsapevole motivo per non amare più intensamente. Si potrebbe dire paradossalmente: si ama senza amare, si ama per non amare. Si tratta di un gioco molto pericoloso. Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». Alla fine Gesù, con l autorevolezza di chi sulla terra ha il potere di perdonare i peccati, assolve Maddalena in modo pieno e definitivo. Laddove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia! Quanto più grande è stato il peccato, tanto maggiore è ora la santità. Non sono state le sue opere buone e il dono grande da lei fatto a meritarle il perdono, non è stato nemmeno il suo amore, ma è stata unicamente la grazia di Cristo che l ha purificata infondendo in lei il grande amore di cui adesso ella arde sempre di più. E sì, perché a chi ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. Questa è solo una delle tante leggi paradossali della vita mistica. Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?». Tra i commensali serpeggia lo sconcerto e l incredulità; nessuno però ha il coraggio di esprimere il proprio pensiero. Non sanno vedere in Gesù il Figlio del Padre, pieno di grazia e di verità. Quelli che sono all oscuro di quello che di positivo sta avvenendo nel cuore di Maria (e forse anche di Simone) giudicano inaccettabili tali parole. Maria però è nella piena beatitudine. Erano le parole che desiderava sentire e finalmente le ha udite. Sono le parole che lo stesso Gesù pronuncia quando il Sacerdote ci dice: Io ti assolvo! 10

11 Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va in pace!». Come se non bastasse il Signore mette in evidenza anche la fede della donna e la congeda riempiendole il cuore di vera pace. Ella ha creduto all amore di Dio, ha creduto alla carità di Gesù. Gesù con sorpresa attribuisce la salvezza non alla propria divina potestà, ma alla fede della donna: a lei dà il merito della pace conquistata, affinché comprenda la grande forza della fede e ancor più si rafforzi in essa. Noi sappiamo che è stato innanzi tutto l amore misericordioso di Cristo a infondere in lei la fede insieme alla carità e quindi a salvarla. Qui siamo nel cuore del mistero: la fede salva colui che Dio ha già giustificato, l amore ottiene la remissione dei peccati a colui che Dio ha già perdonato riempiendolo del suo spirito di amore e a noi non è dato di capire dove finisce l azione divina e dove inizia quella umana. Salvata una prima volta dalle mani dei nemici esteriori, viene ora salvata dal nemico peggiore, quello interiore, il peccato. Anche questa volta alla donna, che vorrebbe restare in eterno vicino a lui, per godersi il suo personale paradiso sulla terra, Gesù comanda di andare via. Essa se ne va, portando però con sé nel suo cuore la vera pace, che è Gesù stesso nella sua sostanza più profonda. Partendo da questo episodio facciamo una riflessione sul rapporto che vi è tra fede e carità. Ci domandiamo: è più breve la strada che dalla fede va verso la carità oppure quella che dalla carità arriva alla fede? In base all esperienza della Maddalena, messa a confronto con quella di altri santi (ad esempio, san Pietro), notiamo con meraviglia che è più veloce quella che dall amore arriva alla fede, perché sembra essere tutta in discesa. La carità facilita molto il cammino e toglie di mezzo tanti ostacoli. Chi ama, crede spontaneamente all amore (1 Gv 4,16) e raggiunge subito il vertice di una fede vivificata dalla carità. Più lento e faticoso è il cammino di chi si sforza di cercare la verità per motivare la propria fede al fine di arrivare alla carità, perché ha troppe insicurezze da vincere, ha troppi timori da superare. Maddalena facendo un solo passo, radicale e definitivo, ha amato il Signore e ha creduto senza esistazioni alla sua insondabile Misericordia. 4 - Maria Maddalena e le altre donne che seguono Gesù In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. Immediatamente dopo il racconto del fatto avvenuto in casa di Simone, Luca parla dei discepoli che accompagnano Gesù: si tratta dei Dodici apostoli e di alcune donne che spiritualmente e, in alcuni casi, anche materialmente erano state beneficate da Cristo. C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni. Maria Maddalena è la prima nell elenco, subito dopo gli apostoli. Questo fatto ci fa intuire la stima che Maria aveva in seno alla Chiesa dei primordi. Maria, come anche tutti gli altri discepoli che non sono occasionali, è ormai sempre in viaggio, perché Gesù passa continuamente da un villaggio all altro. La sua fede va crescendo, mentre accompagna il Maestro per poter ascoltare la sua predicazione e vedere le sue opere. I dodici apostoli si dimostrano quasi tutti abbastanza lenti nel capire il linguaggio mistico del Signore. Per quanto riguarda le donne invece abbiamo l impressione che fossero più intuitive e che il loro cuore non si saziasse mai di ascoltare il Signore: siamo sicuri che soprattutto Maria non volesse perdere nemmeno una sola delle sue parole, avendone personalmente sperimentato la forza e la bellezza. 5 Un momento di tensione tra Marta e Maria Ci rendiamo conto che, più che un vero commento esegetico, stiamo intessendo in certi momenti una specie di romanzo. Questo metodo ci serve per tentare di collocare i personaggi nel contesto vivo di una 11

12 storia che non ci è stata raccontata in tutti i suoi particolari, i quali per quanto piccoli sarebbero stati molto istruttivi. L importante è che veniamo edificati ed aiutati a scoprire i segreti della vita spirituale. Noi difficilmente riusciamo ad immaginare l entusiasmo e il fervore di quei lontani giorni in cui la comunità nascente inizia a formarsi. È il tempo dell innamoramento, è il tempo del canto e il nostro metodo serve a delineare con maggiore ricchezza la figura della Maddalena. Continuiamo dunque il nostro discorso come se Maria Maddalena fosse la stessa persona che Maria di Betania. Immaginiamo ora che Maria, che ormai sta seguendo costantemente il Maestro, una volta che lo vede diretto verso Gerusalemme, lo inviti a sostare nella casa della sorella Marta a Betania, villaggio non lontano da Gerusalemme se non un paio di miglia. (Luca 10,38-42) Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Fu Marta ad accogliere Gesù, perché ormai da qualche tempo era divenuta l unica ed effettiva responsabile della casa. La sorella Maria da alcuni mesi era diventata un entusiasta discepola di Gesù e aveva abbandonato la casa. Marta non aveva fatto la stessa scelta, anche perché sentiva il dovere di provvedere alla cura del fratello Lazzaro, che non stava mai molto bene di salute. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola. Gesù ha molte cose da dire per far crescere i suoi discepoli nell esperienza di Dio e delle realtà spirituali. Pertanto coglie l occasione di quella pausa serena e confortevole per annunciare la sua parola di luce. Gesù è sdraiato e Maria, che sta comodamente seduta sullo stesso divano dalla parte dei piedi, ascolta attentamente la sua parola. Ormai Maria, pur non oltrepassando mai i limiti del rispetto, ha acquisito una certa familiarità con il Signore. Non se ne sta più rannicchiata dietro il divano, ma riposa sopra di esso accanto a Gesù, alla sua stessa altezza. Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Marta ha comprensibilmente il desiderio di preparare per il Maestro e per i suoi amici un buon pranzo o una buona cena: le cose che sente di dover fare sono molte, troppe. Mentre fa fatica ad organizzare un accoglienza degna della rispettabile comitiva che ha invaso la sua casa, osserva che Maria continua a non far nulla, limitandosi a stare seduta, tutta assorta in ascolto del Maestro. Marta gradatamente si carica di irritazione. Ci pare di sentirla mormorare dentro di sé queste parole: Maria ha abbandonato la casa e tutte le cose da fare per seguire quel Profeta e una volta che ritorna a casa porta solo altro lavoro e altre preoccupazioni. Non si degna di muovere un dito per aiutarmi. Ha altre infinite occasioni per ascoltarlo e per imparare: adesso sta proprio esagerando! È sempre stata eccentrica: prima in un modo (quando correva dietro ai suoi amanti) e adesso nell altro. Ora vado io a sistemare le cose. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Marta ce l ha con il Signore, che in qualche modo sta favorendo la pigrizia della sorella, ma ce l ha soprattutto con la sorella, che la costringe a far tutto da sola. Pertanto con un certo nervosismo ordina al Signore di ordinare perentoriamente alla sorella di coadiuvarla. Maria ha ascoltato e tace: non si difende contro la sfuriata della sorella. Da vera mistica e contemplativa guarda unicamente al suo Signore. Poteva sentirsi umiliata e ferita da quelle parole e dal modo imperioso e irritato con cui erano dette. Erano parole che contestavano cose molto importanti per lei: la sua scelta, la sua vocazione, la sua vita. Il suo orgoglio poteva anche ritenersi gravemente ferito. Ma lei ormai non ha più alcun orgoglio e non si offende: anzi, ama le umiliazioni. Una cosa sa: il tesoro che ha trovato è un tesoro segreto, che nessuno conosce. Infatti l amore che ha scoperto è una realtà inaccessibile a tutti, non solo ai cattivi, ma sovente anche ai buoni. Chi meglio di Gesù può rispondere illuminando i cuori, lenendo le ferite, infondendo dolcezza? Maria non si difende e non si giustifica. Lascia questo compito a Gesù: solo lui la può difendere e la sa difendere senza offendere nessuno, ma edificando tutti. 12

13 Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose Gesù la richiama dolcemente e, come sempre fa, senza dare giudizi e senza esprimere valutazioni espone i fatti: Cara Marta, sei preoccupata nell intimo e anche agitata all esterno a motivo di tanti, di troppi impegni. Sei distratta e dispersa da tanti e da troppi problemi La tua mente, le tue energie se ne vanno in tutte le direzioni, anche contraddittorie: stai preparando un servizio per tutti e nello stesso tempo architetti e porti un attacco agli ospiti che hai accolto Ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Marta, sei in contraddizione con te stessa e sei fuori dalla realtà: proprio tu, che hai tanto senso pratico, non sai che esiste una sola cosa necessaria e che tutto il resto non esiste. Nessuna parola umana può esprimere in modo esauriente che cosa sia di preciso questa unica cosa indispensabile: solo chi la possiede sperimenta che cosa è e quando lo sa non è capace di dirlo a parole, ma solo di cercarla e di amarla sempre di più. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta». Maria ha scelto in modo irrevocabile l unica cosa necessaria e nessuno gliela potrà togliere. Gesù mette in evidenza che quella è stata una scelta di Maria e che egli intende rispettare tale scelta. Egli si fa da parte, non per scaricare la responsabilità su Maria, ma per invogliare lei e noi a rendere più radicale tale scelta. Maria ha sentito le parole di Marta ed ha ascoltato anche quelle di Gesù. Che differenza tra i due! Che abisso tra l inquietudine e la pace! Maria sta imparando, lezione dopo lezione, e non si sazia mai. Sa che tutto per Gesù è un occasione preziosa per insegnare qualcosa di importante, anzi qualcosa di necessario. E per quanto Maria cerchi e punti tutta la sua attenzione sull unico necessario, questo gli sfugge sempre. È per questo che non lascia mai Gesù, perché non ha ancora afferrato l unico necessario e perché quanto più lo scopre e quanto più lo possiede tanto più sente di doverlo ancora scoprire e possedere. L Evangelista non ci informa su come si sia risolto il piccolo incidente, perché preferisce non turbare il clima contemplativo che il racconto dell evento può aver creato tra i lettori e quindi, immediatamente dopo, in sintonia con l atteggiamento orante di Maria, sceglie di scrivere un brano importante per insegnare l arte della preghiera (il Padre nostro e una parabola sulla preghiera insistente). Volendo noi seguire le vicende di Maria, siamo ora costretti a saltare al cap. 11 di Giovanni. Si tratta del racconto di un momento drammatico della vita di Maria e della sua famiglia. Lazzaro suo fratello era peggiorato. Maria (questo lo inventiamo noi) era stata costretta a lasciare Gesù per coadiuvare la sorella nelle cure a favore del fratello. La situazione pertanto doveva essere molto critica. Noi non riusciamo più ad immaginare Maria lontana da Gesù. Per quanto riguarda Gesù anche la sua situazione era peggiorata (e questo purtroppo non lo inventiamo noi): si era infatti allontanato dalla Giudea e quindi da Betania proprio per sfuggire ai continui agguati che i Giudei gli tendevano. Infatti cercavano di ucciderlo. 6 - La risurrezione di Lazzaro, fratello di Maria (Giovanni 11,1-44) Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, il tuo amico è malato». Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. Maria e Marta vegliano accanto al fratello malato. Quando la situazione peggiora e sembra irrimediabile fanno avvisare Gesù circa l aggravamento della malattia di Lazzaro, facendo presente che è suo amico, ma senza nulla chiedere e senza nulla suggerire. Sono sicure che Gesù saprà fare quello che è giusto e saprà dimostrare ancora una volta in modo straordinario il suo amore. Capiscono bene che un suo ritorno in Giudea per far visita al malato è molto, è troppo pericoloso. 13

14 All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù, nell atto di apprendere la notizia dagli inviati, pronuncia a voce forte una profezia circa la malattia di Lazzaro: Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio e per la gloria di suo Figlio. Questa frase gli inviati l hanno ascoltata con sollievo, perché è molto incoraggiante. Era proprio questo che, secondo noi, si aspettavano di sentire dal Profeta: La malattia non è mortale. Questo è dunque quanto capiscono gli inviati e quanto, sempre secondo noi, riferiscono alla sorelle. Anche Maria ascolta il rapporto dei messaggeri: State tranquille, vostro fratello non morirà; è Gesù che l ha detto! Immaginiamo che Maria abbia chiesto: Ma quali sono state le sue esatte parole? E ci sembra verosimile che i vari inviati abbiamo risposto chi in un modo e chi in un altro. Quand'ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. A Maria dunque sono giunte parole imprecise. Sa che comunque in qualche modo Gesù interverrà. Sarebbe contenta che Gesù venisse di persona, ma sa quale gravissimo pericolo corre. Si attende almeno qualche luce interiore: ma non succede nulla. Gesù non si fa vivo, la luce non arriva, il fratello continua a peggiorare e soffre sempre di più. Gesù non è mai tenero nei confronti dei sentimenti buoni: lui così paziente nel sopportare i cattivi, sembra non tener nel dovuto conto l amore che i suoi amici hanno per lui. Poi, disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Così parlò : «Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se s'è addormentato, guarirà». Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!». Gesù si dichiara contento per i discepoli e quindi contento anche per Marta e Maria di non essere a Betania, perché prevede che la loro fede se ne avvantaggerà. Chi è costui che si rallegra della morte e non si preoccupa della vita? Chi è costui che chiama la morte sonno e il sonno lo chiama morte? Chi è costui che risveglia i morti e addormenta i vivi, che illumina i ciechi e acceca i vedenti? Le due sorelle intanto hanno visto morire il loro fratello e lo hanno dovuto seppellire. Quale sofferenza psichica e interiore, quale prova per la loro fede! Maria sa che vi è un segreto meraviglioso nascosto in tutto questo: non riesce però ad immaginare quale sia. Forse il fratello ha pagato con la vita la sua conversione? Forse anche sua sorella, ormai libera da impegni, potrà seguire il Signore nel suo peregrinare? Maria sa che nella vita spirituale bisogna saper attendere con pazienza: perseverare aspettando che qualche cosa lentamente maturi Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. Quando Gesù arriva è troppo tardi e la casa delle due sorelle brulica di Giudei. A prima vista la situazione sembra essere completamente sfuggita di mano al Signore. Almeno fosse arrivato in un momento di tranquillità e di solitudine: oltre ai molti che sono venuti a dire con sincerità una parola di conforto, ci sono molti altri che hanno un conto in sospeso con Maria e soprattutto con Gesù. Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Se Marta corre incontro a Gesù e Maria rimane seduta in casa, vi è un motivo. Le due sorelle non sono stupide e si sono segretamente accordate. Marta deve avvisare Gesù della presenza dei Giudei e Maria non si muove per tenerli inchiodati in casa. La prudenza non è mai troppa quando si ha a che fare con certi giusti ovvero con certi giustizieri. Maria sapeva bene cosa succede quando si scatena il senso della giustizia in certe persone. Ecco ora il dialogo tra Marta e Gesù incentrato sull antico tema della fede nella risurrezione e sul nuovo tema della fede in Gesù come risurrezione della vita e vita di risurrezione: 14

15 Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell'ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la Risurrezione e la Vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo». «Io sono la Risurrezione e la Vita»: con queste parole Gesù cerca di istruire Marta e poi la interroga: Credi tu questo? Ella, sfuggendo un po alla domanda, professa la sua fede nel fatto più noto che egli è il Messia ed il Figlio di Dio e non nel fatto inaudito che Cristo è Dio ed è egli stesso la Risurrezione e la Vita. Ottima cosa quella che Marta ha detto, ma non sufficiente in questo caso. Inoltre Marta sembra quasi che inviti Gesù a chiedere la grazia di una immediata risurrezione a un Dio, che ella considera un po diverso e un po distante da Gesù: Qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà. La fede di Maria è di certo molto più matura: ormai non considera Gesù solo un grande profeta e non si sarebbe preoccupata di suggerire a Gesù che cosa deve chiedere al Padre. Sa bene che Gesù e il Padre sono una cosa sola. Soprattutto, se interrogata, non avrebbe risposto in forma già un po stereotipata: Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, così come già fece Pietro presso Cesarea di Filippo. Gli avrebbe detto: Tu sei la mia Vita e glielo avrebbe detto soprattutto con le opere. L Unico necessario non può infatti essere definito da parole, ma solo da una vita totalmente immolata per lui e fusa con la sua. Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: «Il Maestro è qui e ti chiama». Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. Gesù non ha timore dei Giudei: egli è venuto a salvare anche loro, a morire e a risorgere anche per loro. Egli pertanto manda Marta a chiamare la sorella. «Il Maestro è qui e ti chiama»: quale parola più bella e più desiderabile Marta poteva dire a sua sorella? Da quanto tempo la povera Maria attendeva questo invito: essa, dunque, una volta che si sente autorizzata, vola come una colomba verso il cuore dello sposo, ben sapendo di tirarsi dietro un nugolo di falchi affamati. Ma se Gesù ha deciso così è perché sa superare la difficoltà: ella è convinta che il suo sposo ha infinite risorse. Maria non sa ancora che un giorno anche Gesù, suo fratello maggiore, suo sposo mistico, morirà e verrà sepolto La morte non lo risparmierà e il sepolcro lo ingoierà e lei, edotta da quello che sta per succedere, non lascerà che quel sepolcro ingoi anche la sua speranza. Maria ancora non lo sa, ma il Cristo la vuole educare nell arte di soffrire, nell arte di morire e in quella di continuare a sperare Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là». Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Maria si gettò ai piedi di Gesù. Ecco che cosa era lei senza il suo Signore: l essere più miserabile del mondo, una persona incapace di reggersi in piedi. Maria ripete quasi alla lettera le parole di Marta per far capire a tutti che Gesù è buono e che la sua presenza è benefica: Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Non dice questo perché considera Gesù un semplice guaritore, incapace di ridonare la vita. Dice questo per dimostrare ai Giudei che ci sono persone che, diversamente da loro, stimano ed amano Gesù. Ella vorrebbe dire ben altro o meglio non vorrebbe dire nulla, ma solo ascoltare il suo mistico sposo: è ormai lontano il giorno in cui in casa a Betania ascoltava incantata Gesù che parlava mentre lei se ne stava seduta sullo stesso divano. Ella ha bisogno di capire le vie segrete dell amore tenero e crudele con il quale il Signore la ama e con il quale ama tutti. Ella ha bisogno di capire quale disegno di salvezza si nasconde nella morte e nella sepoltura del fratello. E invece deve ripetere: Mio fratello è morto perché tu non eri presente, quando era soprattutto lei a morire perché Gesù era lontano. Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: «Dove l'avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. 15

16 Maria piange, ma non per il fratello, piange per l amore che scoppia nel suo cuore per Gesù. Piange perchè il mistero continua ad essere impenetrabile e si complica sempre più: adesso sono presenti anche i lupi. E anche Gesù piange: piange in sintonia con il pianto di Maria, per dire le stesse cose che il pianto di Maria vuol dire: Ti amo, mia castissima sposa, mia diletta e amo ogni anima fino a morire d amore per lei. Ma Gesù piange ancora per un altro motivo: per il peccato d incredulità di Gerusalemme, così come farà di nuovo tra pochi giorni: Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata» (Luca 19,41-44). Gesù non piange per la morte corporale di un amico, tanto più che sa bene che tra poco si rianimerà. Gesù non crede alla morte fisica; piange invece per coloro che le credono e che non credono alla vita spirituale. Gesù si commuove, freme e piange perché in troppi cuori l amore è ucciso dalla menzogna e dall odio. Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?». Maria tace, Marta si preoccupa invece di premunire Gesù contro spiacevoli sensazioni. Maria ascolta: «Togliete la pietra!» «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?». Sta per arrivare il giorno in cui una pietra, simile a quella che ora sta per essere rimossa, ostruirà con il suo enorme peso il suo cammino verso lo sposo: l amore le farà credere di avere la forza di spostarla; la troverà invece già ribaltata Ancora non si rende conto che l amato le sta fornendo gli elementi, affinché capisca che il sepolcro dello sposo è necessariamente vuoto, perché non è tra i morti che bisogna cercare colui che è vivo, colui che è la Risurrezione e la Vita. Maria avrà così la possibilità di confrontare le due situazioni: adesso una tomba chiusa che ospita un corpo morto e tra qualche giorno una tomba aperta e assolutamente vuota. Quindi esattamente il contrario. Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Gesù prega Dio, chiamandolo Padre, diversamente da come fa Marta e lo ringrazia, perché si sente già esaudito: infatti egli è nel Padre e il Padre è in lui. Anche Maria deve imparare a pregare con il Figlio e nel Figlio, a pregare ringraziando. Anzi, ogni anima deve imparare a pregare in quel modo. Lo sposo è un Figlio, il Figlio di Dio, l Unigenito del Padre: lo sposo insegna alla sposa ad essere figlia, a pregare il Padre, a ringraziare il Padre sempre, soprattutto davanti ad una tomba: Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso; Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno. In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno (Giovanni 5,25-28). La fede di Maria cresce, l amore di Maria diventa estasi. E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare». Lasciatelo andare: sono quasi le stesse parole che Maria ascoltò più volte da Gesù quando maggiormente aveva bisogno di misericordia: Va in pace Non peccare più... Parole forti che vivificano i morti e che uccidono i vivi. A Giuda infatti dirà: Quello che devi fare fallo al più presto Egli subito uscì ed era notte (Gv 13,27.30). Maria non si esalta per la risurrezione del fratello. Intuisce che ha il suo prezzo: sa quanto costerà al Maestro quel gesto di amore verso la sua famiglia. Il fratello è risorto. Maria accetta il miracolo strepitoso perché è stato Gesù a volerlo e a volerlo in quel modo. Sa anche quanto 16

17 costerà a lei e a tutti quello che amano il suo Signore. Ma intuisce ancora un altra cosa: l amore di Gesù la sorprenderà sempre di più, fino a farla morire di amore. Maria ha visto dunque il fratello risorgere in forza dell onnipotente parola del Profeta ed ora si lascia guidare dal suo cuore che ben saprà trovare i modi ed i gesti adatti per esprime al Signore il suo grazie e il suo amore crescente. Marta pensa che preparare per Gesù e per i suoi amici una cena intima sia un ottima idea per dire grazie a Gesù. Tutto quindi predispone affinché ogni cosa vada al meglio. Maria da parte sua ha avuto un idea speciale. 7 - La cena a Betania per festeggiare la risurrezione di Lazzaro Ecco ora le testuali parole di Giovanni: (Giovanni 12,1-8) Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. La piccola fraternità di Betania si è prodigiosamente ricomposta: Lazzaro sta bene, è allegro e siede a tavola con gli altri, Maria non è più chissà dove al seguito di Gesù, Marta può finalmente dedicarsi alla sua attività preferita e deliziare gli invitati con le sue ricette. Il merito di tutto questo è di Gesù che, dopo aver sconvolto quella minuscola fraternità, ora la raduna gioiosa e serena intorno a sé per un confortevole convito, simbolo di un altro convito ben più gioioso e definitivo, quello eterno. A questo punto siamo costretti ad integrare la narrazione di Giovanni con quelle di Marco e di Matteo (scritte con un diverso carattere). Maria allora prese una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, in un vasetto di alabastro. Maria va con la mente ai primi giorni del suo incontro con il Cristo e si ricorda che istintivamente aveva pensato di entrare di soppiatto in casa di un fariseo con un vasetto di profumo per esprimere la sua infinita riconoscenza. Là era in casa d altri e in presenza di tanta gente sconosciuta e forse anche malevola. Si era proprio all inizio: lei non conosceva ancora bene Gesù e non poteva prevedere le sue reazioni. Tutto allora era più difficile e più pericoloso. Nonostante questo, tutto era andato bene. Qui sta in casa sua, in un momento magico della sua vita familiare: ci sono le premesse che tutto vada ancora meglio. Tutti i presenti sono stati accuratamente scelti. Si tratta di invitati dei quali ci si può fidare ad occhi chiusi. Nulla potrà turbare quel momento felice. L inverno è passato ed è arrivata la primavera, non solo quella meteorologica, dato che tra meno di una settimana è Pasqua, ma soprattutto quella interiore. Per di più lo sposo è a mensa con loro ed è davvero tempo di festa. Ruppe il vasetto di alabastro e cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, versò l'unguento sul suo capo e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento. Maria ormai è tutta di Gesù: spezza la parte superiore, che sigillava il pregiato vasetto di alabastro, per indicare che il suo cuore si è definitivamente spezzato per Gesù al fine di effondere in eterno il profumo del suo amore. Non sono più le lacrime di pentimento quelle che bagnano i piedi di Gesù, ma solamente il profumo del suo amore purificato e perfetto. Asciugando con i capelli i piedi profumati del Signore, ora ella non si deturpa più la sua capigliatura, ma la riempie del soave profumo dello sposo. Essa comincia dai piedi, perché non dimentica il suo passato e la misericordia che ha ottenuto. Ma questa volta ha l ardire si elevarsi: versa l unguento anche sul capo. Ella non è più solo la serva, ma anche la sposa del Signore: egli le permette di profumargli il capo. Una rarissima grazia mistica questa. E tutta la casa si riempie di aroma e di soavità. La casa sì, ma non il cuore di tutti. Fermiamoci ora un attimo per osservare i gesti di Maria, che senza nulla dire ci aiuta a conoscere altre leggi della vita spirituale: 1 ella parte dai piedi: infatti nessuno deve mai dimenticare il proprio peccato, ma deve coltivare una sempre più profonda umiltà. 2 Maria raggiunge il capo: è utile mirare in alto; non fermarsi al primo gradino, ma anelare al massimo. La vera umiltà è sempre molto audace. In altre parole, bisogna tendere alla perfezione della carità e non solo a qualche grado di essa. 3 Maria rompe il vasetto: il Signore si dona completamente solo a chi si spezza 17

18 per lui, cioè si consacra senza rimpianti e senza mezze misure. Maria parla il linguaggio preferito da Gesù, perché più significativo, coinvolgente e sincero. Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: «Perché tutto questo spreco di olio profumato? Ed erano infuriati contro di lei. Incredibile ma vero: il pandemonio che non si era scatenato in casa del severo fariseo, si scatena ora in questo ambiente di famiglia. Allora il fariseo malevolo ed i presenti sospettosi si erano limitati a pensare in cuor loro cose cattive, ma non avevano avuto il coraggio di aggredire il Maestro. Non che i cattivi siano migliori dei buoni: ma essi sovente hanno il pudore di attendere un momento più opportuno nel quale si vendicheranno senza pietà. I buoni invece si sentono sempre autorizzati ad intervenire pesantemente, mascherando in nome della carità la loro malevolenza. La cattiveria dei buoni a volte è più sfacciata di quella dei cattivi. Ritorniamo al nostro racconto: nell intimo di alcuni presenti serpeggia lo sdegno. Ci sembra di vederli: si danno alcune veloci occhiate di intesa, si trasmettono alcuni brevi segnali di disapprovazione con movimenti quasi impercettibili delle labbra e della testa: Che idea balzana, tipica di una donna priva di senso pratico! Proprio uno schiaffo ai poveri è il mandare in fumo la fatica e il guadagno di un intero anno di lavoro! L atmosfera è improvvisamente mutata: la tensione e lo sdegno sono palpabili. La poesia del gesto amorevole e generoso è impietosamente calpestata. Dai sassi di un nemico uno può ancora cercare di ripararsi. Ma chi potrà mai sfuggire ai sassi degli amici fidati, che si ritengono esperti giudici dei comportamenti altrui? Il finto amore che hanno per il bene li rende senza intelligenza spirituale e senza misericordia. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse:«perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?». Giuda Iscariota si fa portavoce del gruppetto di scontenti: spiega chiaramente perché quel gesto è stato del tutto inopportuno: un profumo dal peso di 330 grammi e dal valore superiore a 300 denari è stato inutilmente sprecato, quando una simile somma avrebbe potuto sollevare le sofferenze di molti poveri. Giuda ha sùbito tradotto in peso e in soldi il valore di quel profumo: un profumo prezioso e costoso che voleva simboleggiare quanto prezioso e costoso era l amore di Gesù per Maria e per tutti gli uomini, quanto prezioso e costoso, ma anche soave e gioioso, era l amore di Maria e di tutte le anime sante per Gesù. Gesù Cristo, il Messia, consacrato con la vera e celeste unzione profumata che è lo Spirito Santo, meritava solo e sempre di essere onorato e allietato con i profumi più pregati della terra. Egli aveva appena restituito la vita a Lazzaro e pertanto aveva il diritto a godere del profumo della primavera. Ma chi non sa cogliere il valore simbolico dei gesti, ma valuta tutto in base ad un rendimento pratico ed economico, si irrita davanti all apparente inutilità di gesti che hanno un vero valore liturgico. Un povero sottratto alla miseria è meglio di una chiesa addobbata: certo, ma solo se quel povero, oltre allo stomaco, riempie anche il suo cuore di fede e di amore. Altrimenti invece di un povero avremmo un nuovo ricco egoista, che va ad aggiungersi al gran numero di quelli già esistenti. Anche i poveri hanno assoluto bisogno di capire chi è Gesù e di imparare da Maria come bisogna parlargli ed amarlo. Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Giovanni svela il vero motivo per cui Giuda ha parlato: avrebbe preferito poter gestire lui quel denaro. Egli più avanti avrebbe tradito il Messia e lo avrebbe venduto per molto meno di 300 denari. Cerchiamo un momento di capire chi era Giuda: pur essendo uno dei Dodici era l antitesi di Maria. Netta antitesi di Maria non sono tanto Pilato, Caifa o altri come loro, ma Giuda. I primi, pagani o giudei che siano, sono indifferenti o contrari a Gesù: lo sono in modo palese. Il loro peccato è manifesto: tutti hanno modo di constatare la loro durezza, la loro ingordigia, la loro disonestà. Diventeranno pericolosi quanto copriranno il loro odio con la scusa dell onore di Dio, cioè quando ipocritamente si ergeranno a difensori dei valori civili o religiosi. Ma fino a quando lasciano la giustizia o Dio da parte, non hanno argomenti per controbattere chi li contesta in nome di Dio e della verità. Ma Giuda dovrebbe essere un cristiano: 18

19 ufficialmente è perfino un apostolo. Avrebbe dovuto fare il cammino che tutti stavano facendo con Gesù: partiti da un livello di infantilismo spirituale, stanno tutti raggiungendo piano piano, aiutati dagli insegnamenti del Maestro, le vette della santità. Giungeranno un giorno a pensare come Gesù pensava, a parlare come Gesù parlava, ad agire come Gesù agiva, pur mantenendo ognuno le proprie peculiarità. Giuda invece si è accontentato di scimmiottare qualche atteggiamento esteriore, ma non ha fatto un vero cammino interiore: anzi, lo ha fatto, ma in senso contrario. Mentre il cuore di Maria si purificava e si distaccava da ogni tesoro mondano, il cuore di Giuda si riempiva di amore verso il denaro e di odio per il Signore. Non sopportava più i suoi rimproveri e nemmeno i suoi insegnamenti: qualsiasi parola di Gesù era ormai per lui solo un rimprovero, che lo umiliava aumentando il suo rancore. Gesù allora disse: «Lasciatela stare; perché le date fastidio? Ella ha compiuto verso di me un'opera buona; Essa ha fatto ciò ch'era in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la sepoltura. Lasciatela fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. In verità vi dico che dovunque, in tutto il mondo, sarà annunziato il Vangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che ella ha fatto. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli quando volete, ma non sempre avete me». Maria, come sempre, non si difende, non parla. Nuovamente le crolla il mondo addosso in un modo ancora più doloroso, data la sorpresa inaspettata e la rispettabile autorevolezza di chi la contesta. Impara quanto è sempre in realtà amaro il calice nuziale, i cui primi sorsi sono sempre così deliziosi. Lei è estasiata dal favore, che il Cristo le ha concesso, di profumarlo e si sente ricolma del suo Spirito e del suo Crisma. Gesù interviene: come sempre con dolcezza, esortando, interrogando, motivando, portando pace. Il suo occhio buono sa vedere tutta la bontà che c era nell intenzione generosa di Maria, ma va oltre: vede anche quello che Maria non poteva prevedere. Maria ha compiuto un gesto profetico: ha profumato il suo corpo che tra poco dovrà essere tumulato, ha preannunciato in tal modo la sua sepoltura e quindi la sua morte. Gesù invita pertanto Maria a conservare un po di quel profumo per il giorno, ormai vicino, della grande sofferenza: Maria sta supplendo e supplirà ancora all incapacità di onorarlo degnamente da parte di coloro per i quali egli si è sacrificato. Gesù tuttavia non sottovaluta la beneficenza da fare ai poveri: profetizzando che non sarebbero mai mancati, ha fatto capire che bisognerà sempre aiutarli. Chiediamoci però una cosa: Gesù gradisce più il profumo della beneficenza sociale o quello della castità? Sia chiaro: egli preferisce di gran lunga quello della purezza del cuore, senza per questo sminuire l importanza della solidarietà fraterna. Infatti, vivere nella castità comporta un sacrificio ben più costoso che dare le proprie cose e il proprio aiuto agli altri: esige un ben maggiore equilibrio mentale e affettivo e un ben più grande dominio di sé, di quanto lo richieda un impegno meno intimo e spirituale. Notiamo ancora una cosa: Maria secondo Gesù ha compiuto un opera buona, che era tutto quanto potesse fare in quel momento. Ella dunque non parla, ma compie opere buone e le compie facendo tutto quello che le è possibile. Gli altri si sono limitati a giudicarla male e a parlare peggio. Si sono accontentati di belle parole, dicendo che si sarebbe potuto aiutare i poveri: ma i poveri, se dipendesse solo da loro, starebbero sempre a stomaco vuoto e soprattutto sempre con la mente arida e il cuore di ghiaccio. Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti. e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo (Matteo 26,14-16). Giuda non sopporta più un simile Maestro: Dà sempre ragione a quella stupida, apprezza sempre come geniali le sue smancerie e la propone pure come un modello mondiale, proprio lui che predica la generosità verso i poveri e poi quando gli fa comodo se ne dimentica. Per questo motivo Giuda gli vuole dare una lezione, vuole prendersi una piccola rivincita, desidera sfogare un poco la sua rabbia: lui conosce bene certi signori che potrebbero insegnare a Gesù le buone maniere. Un solo giorno in carcere avrebbe potuto ridimensionare quel Maestro saccente. Oltre tutto, quei signori gli promettono 30 denari e dicono di avere solo l intenzione di parlare con calma a tu per tu con quel sedicente profeta, per capire meglio la sua dottrina. Questo è quanto Giuda, secondo noi, va pensando: se si trattasse di un vero e proprio tradimento, quella somma non potrebbe bastare. Non immagina le conseguenze tragiche del suo gesto: ha reso 19

20 possibile quello che i feroci e astuti nemici di Gesù non riuscivano a realizzare e cioè la sua cattura. E pensare che nessuno si è accorto del veloce progresso che Giuda ha fatto nell odio verso Gesù. Giuda stesso non se n è accorto perché è convinto che il suo non sia proprio odio, ma solo una motivata forma di antipatia. È proprio questo che capita ai buoni. Essi sono capaci delle più grandi nefandezze, ma nessuno, nemmeno loro si accorgono della spaventosa capacità di male che acquisiscono: tante piccole viltà giorno dopo giorno, tanti atti di egoismo considerati irrilevanti, tante minime disonestà nascoste e camuffate, tanti peccati o difettucci scusati e giustificati, tante piccole schiavitù permesse e a volte anche cercate. Oh, se sapessero le anime buone e praticanti quanto disastro producono tanti peccati normali e comuni, che in realtà tanto normali non sono, anche se purtroppo sono molto comuni! Una loro scusa è questa: Di perfetti ce n è uno solo, Dio! E poi Gesù era Dio, noi non possiamo essere come lui! Per loro i mistici sono gente con una sensibilità esagerata e con una fantasia troppo fervida. Non capiscono che il Vangelo è mistica pura. E anche la normalissima vita di ognuno di noi è un continuo susseguirsi di eventi mistici che però non sappiamo decodificare. Oh, se si accorgessero tante anime che credono di coltivare la fede, mentre in realtà coltivano solo la loro mania di conoscenze religiose e ancor più nascostamente coltivano una miriade di difetti e di peccati! Quelle sono anime che non peccano più, solo quando non lo possono più fare e alle quali dispiace molto che Dio abbia tolto loro la possibilità di peccare. Chi le salverà dalla superficialità, dalla tiepidezza e dall autoinganno? Chi le potrà mai illuminare, visto che si credono luce per i ciechi e si offenderebbero a morte se si dicesse loro che sono prive di occhi? Giuda è l antitesi Maria che è la mistica dell amore santo: Giuda infatti riesce a raggiungere un livello mistico nel peccato, cosa ben impegnativa. Non solo il suo cuore si è riempito totalmente di satana, ma lui stesso è diventato un demonio. Egli, alla fine, ha l ardire di tradire l Amico, baciandolo nientemeno che sul volto. Tale gesto è riservato a veri santi solo in paradiso; egli invece lo utilizza come segnale per un volgare tradimento: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?». Questo era l unico linguaggio che sapeva parlare: quello dia-bolico (che divide), il contrario di quello sim-bolico (che unisce). Egli riesce a fare un peccato mistico, vale a dire un vero peccato contro lo Spirito Santo, con l approfittare della mitezza di Gesù, sapendo per esperienza che non si sarebbe vendicato. Abusare della misericordia del Signore è un peccato che non può essere perdonato, perché a punirlo non è il Dio misericordioso, ma lo stesso peccato compiuto, che diventa come una bomba che esplode in mano al terrorista che la prepara per uccidere gli altri. Non sarebbe stato più conveniente e meno gravoso che avesse mortificato il suo orgoglio e il suo egoismo per crescere nell amicizia con Gesù? Invece ha faticato tanto per assicurarsi un infamia perenne, se non anche la perdizione eterna! «Ma non sempre avete me». Maria in silenzio ha impresso nel suo cuore le profezie di Gesù: Lasciatela fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. Ella, che aveva da poco sepolto un fratello, dovrà ora seppellire anche il suo amico vero, il suo casto sposo? Le parole di Gesù sono reali o solo metaforiche? Vorrà egli seppellirsi nel suo cuore ardente di sposa o verrà realmente sepolto in una fredda tomba? Maria conserva nel suo cuore queste parole: sa sopportare la croce che procura la lunga attesa che maturi la comprensione delle parole del Maestro fino a giungere ad ammirare la sapienza del progetto di Dio. Quello che è accaduto non le lascia tuttavia molte illusioni: se i buoni sono già così cattivi, di che cosa saranno capaci i cattivi? Maria tace e soffre: capisce che, qualunque sia il senso della profezia, presto lo sposo le verrà tolto. Non esiste il paradiso sulla terra. Benvenuto quel piccolo diverbio che ha permesso a Gesù di annunciare gli eventi che lo riguardano, di preparare i suoi prediletti alla sua tragica fine. Gesù ha fatto loro la carità di avvisarli e i malevoli presenti sono stati, come sempre, lo strumento doloroso di tale carità. 8 - Il cammino verso il Calvario Maria adesso è di nuovo libera di seguire Gesù: verosimilmente lo accompagna nel suo trionfante ingresso in Gerusalemme ed è testimone di quasi tutti i fatti che avvengono durante la settimana santa e che i Vangeli ci raccontano con insolita dovizia di particolari. Ma le ore degli Osanna sono brevi. Forse 20

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