A SCUOLA PER CONOSCERCI

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1 PROGETTO A SCUOLA PER CONOSCERCI INTERVENTI DIDATTICO-EDUCATIVI E DI FORMAZIONE/AGGIORNAMENTO PER LA PREVENZIONE E IL CONTRASTO DELL OMOFOBIA E DEL BULLISMO OMOFOBICO A SCUOLA INTRODUZIONE La presente proposta è la continuazione del progetto A scuola per conoscerci. Isolamento sociale, bullismo e omofobia: strategie d'intervento in ambiente scolastico che, a partire dall anno scolastico 2009/2010 e senza soluzione di continuità, ha visto coinvolti più di studenti e studentesse di 30 scuole medie e superiori del Friuli Venezia Giulia. Nel corso degli anni, il progetto è stato patrocinato dai Comuni di Trieste, Udine e Pordenone, dalla Provincia di Gorizia, di Trieste e Pordenone, dalle Aziende per i Servizi Sanitari Triestina, Isontina, del Medio Friuli, Friuli Occidentale e Bassa Friulana, e dalla Facoltà di Psicologia dell Università degli Studi di Trieste. In relazione a tale progetto la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha erogato nel 2009 e nel 2011 un contributo per attività di particolare rilevanza, ai sensi dell art. 8 della L.R. 12/1995. Nell anno 2013 il progetto è rientrato nell ambito di una Convenzione tra Regione Autonoma FVG, Ufficio Scolastico Regionale, Università di Trieste e Arcigay/ArciLesbica del FVG. Nell anno 2014 il Progetto è stato finanziato dalla Regione come progetto speciale. A maggio 2010 il progetto ha ricevuto l'importante apprezzamento da parte del Capo dello Stato, per il coinvolgimento di numerosi studenti «nella formazione civile contro ogni forma di intolleranza e di discriminazione», della Ministra Mara Carfagna e nel 2012 del Sottosegretario di Stato all Istruzione Marco Rossi Doria. Nel 2011 il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha conferito una medaglia di bronzo, quale premio di rappresentanza, a questo progetto: un onorificenza con la quale viene manifestato il consenso del Capo dello Stato alle finalità perseguite da iniziative ritenute particolarmente meritevoli. Il dott. Andrea Carnaghi, ricercatore e docente dell Università di Trieste - Dipartimento di Scienze della Vita, in collaborazione con la dott.ssa Valentina Piccoli, ha svolto una ricerca attraverso la somministrazione agli studenti di questionari costruiti per testare l'efficacia degli interventi di riduzione del pregiudizio sessuale nell ambito di questo progetto. I risultati hanno dimostrato che il livello di omofobia si riduce dopo i due interventi effettuati nelle classi, tenendo conto di alcuni parametri, come il linguaggio e gli atteggiamenti. Le ricerche nazionali e internazionali ci dicono che il 4% degli studenti italiani ha subito ripetutamente, con cadenza settimanale, atti aggressivi perché percepito come omosessuale, soprattutto nel periodo che va dalla terza media al primo biennio della scuola superiore; sono quindi circa oltre le vittime di bullismo omofobico per anno scolastico. Inoltre in tutta Europa, tra i giovani e le giovani omosessuali, il 61,2% ha subito e sofferto pregiudizi e discriminazioni a scuola. Tutto ciò provoca gravi conseguenze, anche irreversibili, sul piano educativo ed esistenziale, nella vita di giovani lesbiche, gay, bisessuali e transessuali: forte disagio e paura di tornare a scuola, diminuzione del rendimento scolastico, generale disaffezione verso il sistema scolastico responsabile della mancata protezione, abbandono degli studi, emarginazione, livello basso di autostima, sentimenti di depressione e impotenza, rischio di tentato suicidio e suicidio. Il progetto intende quindi affrontare le suddette problematiche che, prima di tutto, hanno una diretta conseguenza sugli studenti LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) o percepiti come tali ma poi, più in generale, hanno una ricaduta sull intera comunità scolastica che diventa o rischia di diventare un contesto sociale in cui le differenze non vengono riconosciute e valorizzate ma considerate motivo di esclusione e discriminazione. In tale prospettiva le azioni previste dal

2 progetto vogliono rappresentare una risposto al bisogno degli studenti di crescere in un contesto educativo inclusivo ed accogliente, al bisogno di garantire un ambiente scolastico sicuro, in particolare per gli studenti LGBT, al riparo dalla violenza, dall esclusione sociale o da altre forme di trattamenti discriminatori e degradanti legati all orientamento sessuale o all identità di genere, al bisogno di veder garantito l effettivo godimento del diritto all istruzione, senza discriminazioni fondate sull orientamento sessuale o sull identità di genere. FINALITÀ - Contrastare e prevenire l'isolamento, il disagio sociale, l'insuccesso e la dispersione scolastica degli studenti LGBT o percepiti come tali; - Favorire l empowerment (autostima, fiducia relazionale, capacità di autonomia e progettualità) delle persone LGBT nelle scuole, sia tra il personale scolastico che tra gli alunni; - Valorizzare il vissuto degli studenti omosessuali e transessuali per compensare l inevitabile interiorizzazione dello stigma sociale; - Proporre al personale scolastico (dirigenti, docenti, personale A.T.A.) e ai genitori occasioni di formazione sui temi dell omofobia, della transfobia, del bullismo omofobico, della discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere. DESTINATARI All interno della comunità scolastica i destinatari del progetto sono gli studenti delle scuola secondaria di primo e secondo grado, i docenti, i dirigenti, il personale A.T.A. della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, i genitori degli studenti. All esterno della comunità scolastica il progetto avrà una ricaduta su diverse categorie sociali, quali le persone LGBT, gli operatori sociosanitari ed educativi, le famiglie, gli amministratori e, più in generale, le cittadine e i cittadini del FVG. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ Una prima attività prevede, per ogni classe coinvolta, due interventi didattico-educativi di due ore ciascuno, rivolti agli studenti sul tema del bullismo omofobico e del pregiudizio sociale verso le persone omosessuali. In particolare lo scopo degli interventi mira a creare una rete di solidarietà e cooperazione, all interno della comunità scolastica, che contribuisca a consolidare la funzione della scuola come luogo sicuro ed inclusivo e a prevenire episodi di prepotenza o di discriminazione nei confronti di adolescenti gay e lesbiche. Gli interventi mirano a guidare gli studenti nell apprendere ed esplorare temi quali l orientamento sessuale, l identità di genere, le norme e gli stereotipi sociali, le differenze, le discriminazioni, il ruolo di genere, l eteronormatività, l inclusione sociale e i diritti. Gli interventi saranno condotti da psicologi, professionalmente preparati su questi temi e iscritti all Ordine; nel secondo incontro saranno presenti anche alcuni volontari di Arcigay e Arcilesbica, appositamente formati con corsi specifici, nella prospettiva dell ipotesi del contatto diretto e crosscategoriale al fine di ridurre la stereotipizzazione, il pregiudizio e la discriminazione. Verranno inoltre proposte attività di formazione e aggiornamento rivolte al personale della scuola e ai genitori sui seguenti temi: identità affettivo-sessuale, omosessualità, transessualità, minority stress, omofobia e omofobia interiorizzata, caratteristiche del bullismo omofobico, gli effetti psicosociali del bullismo omofobico, teorie sul contrasto al bullismo omofobico, paradigmi e pratiche dell intervento educativo. In particolare per i genitori saranno previsti degli incontri di confronto sul tema dell orientamento sessuale e identità di genere, con un particolare focus sull età preadolescenziale e adolescenziale, sul disagio scolastico legato al problema dell omofobia, sul coming out in famiglia. Infine laboratori di riflessione e produzione multimediale verranno proposti in orario extracurricolare agli studenti delle scuole ma saranno aperti anche ai giovani, ai genitori insieme ai figli che vogliono impegnarsi a diffondere una cultura rispettosa delle differenza e della dignità delle persone senza alcuna forma di discriminazione. I laboratori saranno condotti da educatori e da esperti nei diversi campi delle tecnologie multimediali. Verranno quindi proposte attività di tipo

3 laboratoriale per gruppi di studenti che volessero approfondire i temi ma aperti anche a tutti gli adolescenti e ai loro genitori, partecipare ad attività di educazione ai media e di avvicinamento alla produzione di prodotti grafici e visuali. Le Associazioni produrranno materiale divulgativo, cartaceo e digitale, dove saranno raccolti i contenuti dei temi trattati nei corsi di formazione sia per evidenziare le esperienze fatte con le classi nel corso dell anno scolastico, materiale che potrà essere fornito anche alle famiglie Il progetto si svolgerà da Ottobre 2015 ad Agosto METODOLOGIA Il progetto intende promuovere un percorso di informazione e formazione attraverso la proposta di attività ed esercizi che, partendo dalla condivisione di regole di base, permettano agli studenti di riflettere sulla propria identità individuale, di gruppo, sulle relazioni affettive tipiche dell età adolescenziale, di approfondire i temi legati ai diritti umani fondamentali in generale e il loro legame con i diritti LGBT. La riflessione e l approfondimento muoveranno dalle sollecitazioni proposte dagli psicologi ma lasceranno spazio agli interventi dei ragazzi, ai loro modo di vedere, leggere e interpretare l articolata realtà del mondo omosessuale, spazio fondamentale per analizzare le conoscenze spesso stereotipate che soprattutto i mass media e in particolare i social network veicolano fra le generazioni più giovani. In questa prospettiva verranno mostrati, analizzati e discussi gli spot pubblicitari, le campagne di informazione, gli articoli di giornale che in Italia ma soprattutto in Europa vengono diffusi per contrastare l omofobia e il bullismo omofobico. Nei gruppi di approfondimento i ragazzi si confronteranno sull utilizzo delle nuove tecnologie per diffondere una corretta informazione sulle tematiche LGBT e per promuovere una cultura del rispetto, della solidarietà, dell inclusione sociale, soprattutto partendo dalla considerazione che le tecnologie digitali sono utilizzate sempre più di frequente come strumento di violenza e discriminazione (basti pensare al dilagante fenomeno del cyberbullismo). In questo ambito sarà favorito invece un utilizzo consapevole delle tecnologie multimediali, ad esempio attraverso la creazione e la gestione di un sito web o di una pagina Facebook, l ideazione e la realizzazione di una campagna informativa per la Giornata mondiale contro l omofobia, la realizzazione di un video. ATTIVITÀ DI VERIFICA E VALUTAZIONE L attività di verifica verrà svolta nel corso di attuazione del progetto, tenendo conto della partecipazione e dell interesse rispetto alle attività proposte, della qualità del materiale prodotto, del livello di coinvolgimento dei diversi soggetti nell elaborazione di nuove strategie e contenuti coerenti con le finalità del progetto. In sede di valutazione finale verrà dato spazio ad un analisi di tipo qualitativo in merito ai cambiamenti di atteggiamento e comportamento verificatesi nel corso dell anno scolastico in merito alle problematiche affrontate. Di particolare importanza sarà il dialogo con i docenti e i dirigenti scolastici che potranno esprimere agli operatori o ai responsabili del progetto considerazioni e valutazioni sulle attività, sulle reazioni e i cambiamenti avvenuti nei singoli gruppi classe. Per favorire un monitoraggio del progetto le attività svolte verranno documentate attraverso dei report periodici, inviati alle scuole che collaboreranno al progetto e pubblicate sui siti web delle associazioni. In particolare verrà aggiornato il calendario degli interventi nelle classi, il numero dei partecipanti, le principali attività svolte. Al termine dei corsi di formazione e degli incontri con i genitori verrà messa a disposizione dei partecipanti la documentazione utilizzata dai relatori, di solito in formato power point o in fotocopia. Verrà data massima diffusione al materiale prodotto all interno dei laboratori (video, manifesti, campagne informative, depliant, opuscoli, materiale multimediale) attraverso la pubblicazione sui siti web delle associazioni e, quando possibile, delle scuole, coinvolgendo gli organi di stampa per dare risalto al lavoro svolto dai ragazzi sui temi del progetto.

4 RISULTATI PREVISTI Come per gli anni passati è previsto in generale per gli studenti coinvolti nelle attività un cambiamento degli atteggiamenti e dei comportamenti nei confronti delle persone omosessuali e in particolare nei confronti dei compagni di classe e di scuola LGBT, cambiamento che può essere individuato nella consapevolezza dell importanza di un linguaggio rispettoso delle differenze, nell abbandono di termini derogatori per indicare le persone omosessuali e transessuali, nello sviluppo dell empatia nei confronti di eventuali vittime di bullismo e nella capacità di assumere comportamenti solidali e proattivi nella gestione dei conflitti. Indicatore fondamentale è notare, al termine degli incontri, studenti che si avvicinano agli psicologi o ai volontari per chiedere consiglio o aiuto, per sé o per conoscenti in merito alla propria o altrui condizione di omosessualità. Un altro indicatore, per noi molto utile, è il materiale che in certi casi viene prodotto dagli studenti (ricerche, temi, questionari, tesine, lettere, articoli per il giornalino scolastico, ) a seguito degli incontri e su stimolo dei docenti, che intendono integrare gli argomenti affrontati al programma o al curriculum di studio. Un ulteriore indicatore è la richiesta, sempre più ampia, dei nostri interventi nelle scuole, sia all interno dell attività curriculare che nelle assemblee di istituto organizzate dagli studenti stessi. In merito all attività di formazione con il personale scolastico saranno tenuti presenti i livelli di conoscenza raggiunti in merito ai temi proposti, il grado di integrazione degli argomenti all interno dei curricula scolastici, le capacità da loro acquisite ad affrontare i temi dell omosessualità e dell identità di genere in maniera inclusiva e positiva al fine di capire e supportare gli studenti LGBT. COMPOSIZIONE E FUNZIONI DEL PARTENARIATO Il partenariato è composto dalle associazioni Arcigay Arcobaleno Trieste e Gorizia, Arcigay Nuovi Passi Udine e Pordenone, Arcilesbica Udine e dagli Istituti secondari di primo e secondo grado del Friuli Venezia Giulia, partecipanti al progetto. Le tre associazioni avranno il compito di programmare ed organizzare, in collaborazione con le istituzioni scolastiche, gli incontri formativi nelle scuole, individuando gli psicologi e i volontari. Le scuole individueranno le classi da coinvolgere e proporranno agli psicologi eventuali temi o problematiche specifiche da affrontare. Le associazioni organizzeranno le giornate di formazione per il personale scolastico e gli incontri con i genitori, individuando i relatori e predisponendo i moduli e i contenuti da affrontare. Le scuole contribuiranno ad informare il personale scolastico e le famiglie sugli incontri, favorendo la partecipazione e il coinvolgimento anche per una migliore determinazione degli argomenti da proporre. Le scuole, quando possibile, metteranno a disposizione gli spazi per svolgere i corsi. Le associazioni attiveranno i laboratori di riflessione su mass media e omofobia e di produzione di materiale multimediale per promuovere una cultura del rispetto delle differenze e di prevenzione del bullismo omofobico. Le scuole parteciperanno alla elaborazione dei contenuti e delle metodologie dei laboratori, promuovendone la partecipazione tra gli studenti. Ove possibile, le scuole metteranno a disposizione gli spazi per lo svolgimento delle attività. Non vi saranno oneri a carico delle Istituzioni Scolastiche. CONCLUSIONE Il progetto vuole inserirsi nella più ampia proposta di educazione alla legalità e di promozione del benessere, nell ottica dello star bene a scuola. In questo senso le attività proposte, sia con gli studenti che con il personale scolastico e le famiglie, possono rappresentare un importante tassello per la costruzione di una cittadinanza consapevole. Arricchire la conoscenza attraverso l esperienza diretta può far superare, attraverso il confronto con altre modelli, mentalità e comportamenti,

5 stereotipi che sovente sono alla base di fenomeni di intolleranza, xenofobie e razzismi. L omofobia si alimenta di pregiudizi, ignoranza, esclusione; educare alla convivenza significa invece implementare percorsi in grado di produrre una graduale ma solida presa di coscienza dei principi e delle regole che sono alla base della convivenza civile, come il dialogo, il rispetto per le differenze, il riconoscimento delle alterità. Noi crediamo che affrontare a scuola il tema dell omofobia rappresenti una risorsa educativa per i ragazzi rispetto a diversi temi come l assunzione di responsabilità, la prevenzione di stili di comportamento disfunzionali e antisociali, la crescita personale e comunitaria, il sapersi confrontare con le opinioni altrui, il sapersi aprire al dialogo e alla relazione in una logica interculturale, per citarne solo alcuni. Su queste basi un progetto di contrasto all omofobia può andar ben oltre al tema specifico e permettere di aprire un dialogo sulla convivenza, sulla gestione dei conflitti, che non vanno negati ma compresi nella loro genesi per diventare un occasione di crescita per i soggetti e per la comunità scolastica. Come affermato dalle recenti Linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo a firma della Ministra Giannini Il considerare, per esempio, diverso un compagno di classe perché ha un orientamento sessuale o un identità di genere reale o percepita differente dalla propria poggia le sue basi sulla disinformazione e su pregiudizi molto diffusi che possono portare a non comprendere la gravità dei casi, a sottostimare gli eventi e a manifestare maggiore preoccupazione per l orientamento sessuale della vittima che per l episodio di violenza in sé. Nel caso specifico, infatti, la vittima di bullismo omofobico molto spesso si rifugia nell isolamento non avendo adulti di riferimento che possano comprendere la condizione oggetto dell offesa (pag. 5). In questo senso il progetto può essere considerato come un prendersi cura di tutti ma soprattutto di quei soggetti più deboli e vulnerabili, perché appartenenti ad una minoranza, a livello sociale e giuridico, non ancora riconosciuta. Responsabile educativo Prof. Davide Zotti docente e responsabile nazionale scuola di Arcigay Responsabile scientifica Dott.ssa Margherita Bottino psicologa e psicoterapeuta ASSOCIAZIONI PROPONENTI ARCIGAY ARCOBALENO TRIESTE E GORIZIA ARCIGAY NUOVI PASSI UDINE E PORDENONE ARCILESBICA UDINE

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