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1 Gestione integrata delle specie di interesse faunistico venatorio: linee guida e applicazione di piani di monitoraggio sanitario in provincia di Brescia Negli ultimi decenni l espansione delle attività antropiche e la continua crescita delle popolazioni di animali a vita libera, in particolar modo di ungulati, ha creato un continuum tra fauna selvatica, animali domestici e uomo. Tale continuità favorisce la diffusione di malattie comuni o emergenti, non solo negli animali, ma anche nell uomo. Non deve quindi sorprendere che più del 70% delle patologie emergenti (o ri-emergenti) nell uomo siano dovute all azione di reservoir degli animali selvatici. Da ricordare che con il termine emergenti, si definiscono quelle patologie che appaiono per la prima volta in una popolazione o che, seppur presenti, rapidamente aumentano la propria morbilità e diffusione geografica. I fattori che più spesso contribuiscono a determinare questo cambiamento sono le alterazioni dell ecosistema, le movimentazione di patogeni o dei loro vettori, per cause umane o naturali, le modificazioni (mutazioni, cambi di virulenza) degli agenti patogeni e lo sviluppo delle tecniche diagnostiche per la ricerca... La presentazione del piano di monitoraggio della fauna selvatica in Provincia di Brescia per la stagione venatoria ricalca l incipit dell articolo di presentazione di tale attività per la passata stagione (A.T.C. notizie N 2/2009) che così proseguiva: La situazione descritta esprime il comune stato sanitario europeo, il quale ha spinto, già da qualche anno, ad intraprendere positive esperienze di monitoraggi sanitari anche sul nostro territorio, malgrado fossero il più delle volte condotti solo in situazioni d emergenza, acquisendo quindi un carattere di sporadicità e incompletezza Considerando i campionamenti e le indagini sanitarie svolte durante la scorsa stagione venatoria, si può affermare che l accordo sancito tra Ambito Territoriale di Caccia Unico di Brescia, Comprensori Alpini, Provincia di Brescia, Polizia Provinciale, Servizi Veterinari delle ASL e la Sezione Diagnostica di Brescia dell I.Z.S.L.E.R., ha dato i sui primi frutti. Anche se il monitoraggio sanitario è stato esaustivo solo per la specie cinghiale, di fatto per gli ungulati alpini e per la piccola selvaggina i conferimenti dovranno essere numericamente più consistenti e meglio distribuiti sul territorio provinciale, l attività intrapresa ha permesso di creare una base di dati sufficientemente completi e stratificati sulle diverse specie selvatiche presenti nella nostra provincia. Per quanto riguarda la piccola selvaggina, in particolare per la Lepre, sono state campionate ed analizzate tutte le partite di soggetti catturati a scopo di ripopolamento nelle Z.R.C. provinciali (prelievo ematico al momento della cattura). Di contro, i visceri e il sangue analizzati, campionati da soggetti abbattuti durante l attività venatoria e consegnati 1

2 tramite l A.T.C. Unico all I.Z.S.L.E.R. (monitoraggio attivo degli animali cacciati), sono meno di 10 e quelli rinvenuti morti e conferiti (monitoraggio passivo) sono circa quaranta. Il campionamento così esiguo, in particolare dei soggetti abbattuti, non consente di ritenere soddisfacente l attività di monitoraggio sulle lepri se rapportato alle centinaia di lepri ufficialmente abbattute sul territorio provinciale e all importanza del dato sanitario ottenibile. L attività di monitoraggio sanitario potrebbe essere considerata esaustiva con il conferimento di animali con omogenea distribuzione sul territorio provinciale. Le implicazioni ed i risultati che scaturiscono da queste attività di controllo e monitoraggio sul territorio trovano il loro campo d azione non solo in termini di salute pubblica (presenza di zoonosi ovvero malattie trasmesse dagli animali all uomo), ma soprattutto nella gestione delle popolazioni selvatiche, ancor più per questo lagomorfo che, oltre ad essere l animale selvatico stanziale maggiormente cacciato in Provincia, è anche quello verso il quale l Ambito ha un impegno economico e gestionale maggiore. Un esempio può essere d aiuto per comprendere e concretizzare quanto detto: se in un area si verifica un episodio di mortalità riferibile a E.B.H.S., i ripopolamenti effettuati verranno eseguiti con animali provenienti da Z.R.C. che garantiscano titoli anticorpali medio-alti nei soggetti catturati, in modo tale che questi animali abbiano un immunità specifica in grado di contrastare l eventuale infezione con il virus dell E.B.H.S.. Quanto riportato nell esempio non è una situazione irreale, infatti tra le cause di morte accertate nelle lepri consegnate durante l ultimo anno, vi è proprio la Sindrome della Lepre Bruna Europea (E.B.H.S.). L attuazione di quanto indicato porterebbe contribuire ad attuare una gestione integrata, dove la gestione sanitaria è integrata con la gestione territoriale e faunistico-venatoria. Questo è possibile solo con la raccolta di informazioni sullo stato sanitario delle popolazioni di animali a vita libera ripetuto negli anni, così da definire serie storiche di dati certi ed affidabili. Non solo per quanto esemplificato, ma anche in virtù dei casi di positività, peraltro correlati all importazione di animali infetti dall Est Europa, per Francisella tularensis, agente della Tularemia, malattia zoonosica soggetta a denuncia, registrati in alcune Provincie del nord Italia, si ritiene opportuno rafforzare l attività di monitoraggio sul territorio, sia di natura attiva che passiva. In conclusione, l Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell Emilia Romagna e l A.T.C. Unico si ripropongono promotori di un monitoraggio sanitario della fauna selvatica in provincia di Brescia che sia di tipo attivo, preventivo e possibilmente continuativo negli anni. Come per gli anni passati, il piano viene svolto in accordo tra Provincia di Brescia, Polizia provinciale e Servizi Veterinari delle ASL., A.T.C. Unico di Brescia, Comprensori Alpini, Sezione Diagnostica di Brescia dell I.Z.S.L.E.R.. Nel tentativo di rendere il più completo possibile il lavoro così da non tralasciare aree, specie animali o patologie il monitoraggio è articolato in modo da avere dei protocolli standard per le specie oggetto di prelievo venatorio e prevede controlli sanitari sia su animali selvatici movimentati, su quelli ritrovati morti sul territorio ma anche e soprattutto sui soggetti provenienti dal prelievo venatorio, anche al fine di un corretto e sicuro utilizzo delle carni di selvaggina a scopo alimentare. 2

3 Vengono di seguito riportati per ciascuna specie i campioni richiesti, il materiale distribuito e le modalità di conferimento. Lepre (Lepus europaeus) Accertamenti diagnostici su lepri abbattute durante la stagione venatoria a. Corata completa (trachea, polmoni, cuore, fegato, milza, intestino) b. Sangue, una modica quantità di (dalla ferita aperta) su carta bibula c. Marca auricolare dell animale se presente d. Zecche e pulci, se presenti sulla carcassa e. Scheda di conferimento da compilare in ogni sua parte per ogni animale abbattuto 2. Materiali distribuiti agli operatori a. Foglietto esplicativo che ricorda ed elenca i motivi e le finalità dell iniziativa b. Sacchetto di cellophane piccolo per la raccolta della corata e grande per riporre campioni e scheda c. Scheda di conferimento animali selvatici d. Striscia di carta bibula in un contenitore in plastica contenente. La striscia va utilizzata per raccogliere il sangue mediante capillarità (imbibizione). 3. Modalità di consegna I cacciatori sono tenuti, dopo il prelievo dei campioni, a deporre il materiale richiesto nei congelatori già presenti sul territorio, utilizzati per raccogliere le carcasse di nutrie. Dato il grande numero di cacciatori che praticano la caccia alla lepre nella provincia di Brescia e l inesistenza di una scala di responsabilità ufficiale (come presente per la caccia al cinghiale) sono stati scelti 11 responsabili, uno per le zona omogenea. Questi, oltre ad essere i referenti per i cacciatori della zona ed a consegnare loro i kit di raccolta, hanno il compito di prelevare i campioni dai congelatori affinché siano conferiti all IZSLER. Monitoraggio sierologico delle lepri di cattura Le indagini sierologiche su soggetti catturati a scopo di ripopolamento è prassi consolidata da anni nella nostra Provincia; il presente monitoraggio si prefigge lo scopo di implementare tali dati. Fagiano (Phasianus colchicus): Viene analizzato un campione di animali per ogni partita prima del rilascio di soggetti pronta caccia a scopo venatorio, che viene effettuato durante la stagione venatoria. Sulle carcasse, consegnate integre all IZSLER, viene effettuata la ricerca di sostanze inibenti e batteriologica (in particolare per Salmonella spp.) e la ricerca di parassiti intestinali che potrebbero essere trasmessi agli animali a vita libera. Accertamenti diagnostici su animali pronta caccia a. Carcassa integra 2. Modalità di consegna 3

4 E responsabilità dall Ambito Territoriale di Caccia Unico di Brescia conferire i capi alla Sezione di Brescia dell IZSLER. E importante che ciò avvenga alcuni giorni prima della liberazione dei fagiani sul territorio così che si possa avere il tempo necessario per effettuare i dovuti accertamenti sanitari ed eventualmente intervenire in modo opportuno. Volpe (Vulpes vulpes): La volpe è considerata il miglior indicatore di presenza di Rabbia e Trichinella spp. sul territorio. Ne risulta che le informazioni sanitarie ottenibili da questi animali sono essenziali. Accertamenti diagnostici su animali abbattuti a. Carcassa integra in contenitori idonei in modo da evitare la fuoriuscita di liquidi b. Scheda di conferimento di animali selvatici da compilare in ogni sua parte per ogni animale abbattuto 2. Modalità di consegna Il cacciatore che effettua l abbattimento ha diritto a un rimborso rilasciato dall ATC Unico. Perché ciò avvenga è necessario recapitare i Campioni richiesti completi (carcassa intera) e in buona stato di conservazione alla Sezione Diagnostica dell IZSLER, pena il non riconoscimento di tale rimborso. Sarà compito di suddetto reparto rilasciare un rapporto di prova che attesti il conferimento dell animale così che la segreteria dell ATC Unico possa elargire il compenso. Cinghiale (Sus scrofa): Accertamenti diagnostici su cinghiali abbattute durante la stagione venatoria a. 60 grammi di muscolo, quindi minimo 100 grammi di carne (massetere o pilastri del diaframma) per l esame di ricerca della Trichinella spp. b. La corata completa (cuore, polmoni, fegato, milza e pacchetto intestinale); ove non possibile, 50 grammi di feci c. Rene e vescica d. Testa intera così da permettere una valutazione anatomopatologica dei linfonodi della regione del collo e. Provetta di contenete 10 ml di sangue per l esecuzione degli esami sierologici f. Zecche, se presenti sulla carcassa g. Scheda di conferimento da compilare in ogni sua parte per ogni animale abbattuto 2. Materiali distribuiti agli operatori a. Scheda di conferimento animali selvatici b. Provette da 20 ml per il prelievo di sangue 3. Modalità di consegna a. L organizzazione del monitoraggio si basa sulla già esistente scala di responsabilità presente nell associazione venatorie (capi zona, capisquadra, cacciatori). Sono i capisquadra ad impegnarsi nella corretta esecuzione dei prelievi, nel compilare correttamente la schede di accompagnamento e ad interfacciarsi con la Sezione di 4

5 Brescia dell IZSLER per quanto concerne i risultati delle analisi. I capi squadra, o delegati di questi, sono tenuti, dopo il prelievo dei campioni, a conferire il materiale alla Sezione Diagnostica di Brescia dell IZSLER il più presto possibile. b. Ciascun campione deve essere identificato sulla scheda di conferimento con il numero di fascetta corrispondente all animale abbattuto c. Gli organi prelevati vanno posti singolarmente in appositi sacchetti di plastica o in altri contenitori idonei e chiusi in modo tale da evitare la fuoriuscita di materiale d. Il consumo della carne degli animali è subordinato all esito dell esame per la ricerca della Trichinella spp. Ungulati salvatici: Cervo (Cervus elaphus), Capriolo (Capreolus capreolus), Camoscio (Rupicapra rupicapra): Accertamenti diagnostici su Cervi, Caprioli o Camosci abbattute durante la stagione venatoria a. 60 grammi di muscolo, quindi minimo 100 grammi di carne (massetere o pilastri del diaframma) per l esame di ricerca della Trichinella spp. b. Corata completa (cuore, polmoni, fegato, milza e pacchetto intestinale); ove non possibile, 50 grammi di feci c. Provetta di contenete 10 ml di sangue per l esecuzione degli esami sierologici d. Zecche, se presenti sulla carcassa e. Scheda di conferimento da compilare in ogni sua parte per ogni animale abbattuto 2. Materiali distribuiti agli operatori a. Scheda di conferimento animali selvatici b. Provette da 20 ml per il prelievo di sangue 3. Modalità di consegna a. Responsabile del corretto prelievo dei campioni e della compilazione delle schede di conferimento da parte dei cacciatori è il tecnico faunistico che provvede anche al conferimento del materiale biologico alla Sezione Diagnostica di Brescia dell IZSLER. b. Questa figura gioca un ruolo fondamentale: è presente al rilievo dei dati biometrici dei capi abbattuti e in questo momento può constatare le possibili alterazioni della normale anatomia dell animale. Il tecnico faunistico deve notificare le anomalie riscontrate in particolar modo se sono associate a segni di alterato stato di salute riscontrate dal cacciatore (imbrattamento perianale, sintomatologia nervosa, malformazione scheletrica, lesione della cute, scolo nasale o congiuntivale). c. Ciascun campione deve essere identificato col numero di fascetta corrispondente all animale abbattuto d. Gli organi prelevati vanno posti singolarmente in appositi sacchetti di plastica o in contenitori idonei e chiusi in modo tale da evitare la fuoriuscita del materiale 5

6 Per tutte le specie indicate e per altre specie selvatiche: Accertamenti diagnostici su soggetti a vita libera rinvenuti morti Oltre agli animali che sono oggetto di prelievo venatorio è necessaria un attività di controllo sul territorio al fine di ritrovare carcasse di soggetti morti, siano essi di specie di interesse venatorio che non. In particolare si richiama la necessità di segnalare, la presenza di volatili morti (compresi corvi, gazze, piccioni, cigni anatidi etc), che vanno raccolti con le opportune precauzioni. In particolare, inoltre, alla luce della situazione epidemiologica nei riguardi della rabbia silvestre delineatasi dalle fine del 2009 in alcune regioni limitrofe alla nostra (Veneto, Trentino-Alto Adige) affinché il monitoraggio sia attivo che passivo del territorio sia esaustivo ed efficace si è richiesta una maggior attenzione da parte dell azienda sanitaria locale e delle associazioni di cacciatori nella consegna dei capi di volpe rinvenuti morti sul territorio. Tutti questi campioni di carcasse animali, con allegata la scheda di conferimento, devono essere consegnati il prima possibile alla Sezione Diagnostica dell IZSLER personalmente o contattando il referente di zona omogenea, il veterinario ASL o il laboratorio stesso. Precauzioni personali: È bene ricordare che tutte le manipolazioni di materiale biologico, sia in proveniente da animali cacciati e ancor di più da quelli rinvenuti morti, devono essere fatte mantenendo delle misure minime di sicurezza. Alcuni accorgimenti: a. proteggersi sempre con guanti robusti ed impermeabili; b. porre le spoglie dell animale rinvenuto morto o i visceri degli animali abbattuti in un doppio sacco di plastica ben chiuso evitando la fuoriuscita di liquidi; Al momento della consegna, i campioni devono essere sempre scortati dall apposita scheda di conferimento di animali selvatici compilata nei campi previsti per la specie in interesse. Tale scheda può essere ritirata presso la Sezione Diagnostica di Brescia o scaricata dal sito della Provincia di Brescia ( I campi obbligatori e sempre fondamentali per localizzare possibili focolai sono: a. data del prelievo b. comune e località di abbattimento Eventuali segni di alterato stato di salute, come sintomatologia nervosa, perdita della naturale diffidenza verso l uomo, difficoltà nella deambulazione, paralisi, lesioni alla cute, scolo nasale, devono essere segnalati. Per informazioni: Dr. Alborali, Dr.ssa Zanoni, Dr. Salogni, Dr. Giovannini, Dr. Lavazza Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell Emilia-Romagna Sezione di Brescia Via Bianchi Brescia Tel Fax Veterinario referente: Chiari dr. Mario 6

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