L identità e la partecipazione del SAI nel locale sistema di protezione giuridica

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1 L identità e la partecipazione del SAI nel locale sistema di protezione giuridica La cornice regionale di riferimento 1

2 STRUTTURA PER LA TUTELA E UFFICIO DI PROTEZIONE GIURIDICA L. R. 3/2008 Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e sociosanitario Art.9 comma 3 L'ASL, nell'ambito della propria organizzazione, in accordo con la conferenza dei sindaci, individua una struttura finalizzata a promuovere o favorire i procedimenti per il riconoscimento degli strumenti di tutela delle persone incapaci, nonche' dell'amministrazione di sostegno. Circolare Regione Lombardia n. 9 del 27/6/2008 OGGETTO: Costituzione dell Ufficio di protezione giuridica delle persone prive di autonomia o incapaci di provvedere ai propri interessi. Punto 1 Costituzione ed organizzazione L ufficio è costituito con atto del direttore generale e inserito all interno dell organizzazione del Dipartimento ASSI, alle dirette dipendenze del direttore sociale. Il provvedimento di costituzione è sottoposto all Assemblea dei Sindaci. [ ]

3 INDICAZIONI AI PPDZ (d.g.r. n /12/2008 Linee di indirizzo per la programmazione dei Piano di Zona 3 triennio 2009/2012 ) possibilità che, in un ottica di integrazione delle politiche sanitarie, socio-sanitarie e sociali, in virtù dei rapporti intercorrenti tra le ASL e i Comuni nella progettazione della rete locale delle unità d offerta sociali, le ASL ed i Comuni associati di un ambito territoriale decidano di organizzare un unico ufficio per la protezione giuridica, avvalendosi della struttura posta all interno del dipartimento ASSI

4 RAPPORTI CON IL TERZO SETTORE Circ. 9 del 2008, lett. h) Gestire i rapporti con le associazioni di volontariato e con gli altri soggetti del terzo settore, prevedendo l instaurazione di forme di collaborazione, al fine di sviluppare conoscenze, competenze, azioni di supporto, che consentano di coinvolgere i volontari adeguatamente preparati e gli enti operanti in questo settore nella gestione delle amministrazioni di sostegno, delle tutele e delle curatele. D.G.R n. 9/937: avvio di collaborazioni con il terzo settore in relazione ai compiti dell UPT, dell UPG e, in generale, in tutti gli ambiti in cui trovi espressione una funzione di supporto o di consulenza alle persone e alla famiglia.

5 IL RUOLO DEL TERZO SETTORE art. 20 L.R. 3/2008 Governo della Rete degli interventi e dei servizi alla persona : 1. promuove il principio di sussidiarietà e riconosce il T.S. quale soggetto attivo nella programmazione, progettazione e realizzazione della rete delle offerte sociali; 2. promuove forme di collaborazione tra soggetti pubblici e privati in particolare del T.S.

6 IL NUOVO RUOLO DEL TERZO SETTORE D.G.R. 1 dicembre n. 9/937 Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio sanitario regionale per l esercizio 2011 Allegato 16 Indirizzi di programmazione socio sanitaria I cambiamenti in corso suggeriscono, a tutti i livelli di governo e segnatamente a quelli titolari delle relative funzioni amministrative, di innovare e sperimentare recependo il patrimonio di esperienza che e` presente e attivo sul proprio territorio, valorizzando le reti del privato sociale che si vanno strutturando.

7 IL NUOVO RUOLO DEL TERZO SETTORE Allegato 16 Indirizzi di programmazione socio sanitaria E` urgente quindi ripensare gli strumenti di raccordo tra T.S e pubblica amministrazione nell attuazione delle politiche sociali tenendo conto della specificità di tali servizi; occorre [ ] rinsaldare quell alleanza strategica con il privato sociale, cosicchè amministrazioni pubbliche e T.S. concorrano responsabilmente, ciascuno secondo i propri compiti e funzioni, preservando le proprie specificità, nell attuazione delle politiche per il bene comune.

8 IL NUOVO RUOLO DEL TERZO SETTORE D.G. R. IX/1353 del Linee guida per la semplificazione amministrativa e la valorizzazione degli enti del T.S. nell ambito dei servizi alla persona e alla comunità: a) rapporti di collaborazione tra P.A. e T.S. b) modalità di esercizio per le convenzioni,gli accordi procedimentali, l accreditamento, la selezione pubblica, la co-progettazione, la collaborazione all interno dei Piani di Zona; c) attività di vigilanza e controllo sulle attività del T.S.

9 A PROPOSITO DEL RUOLO DEL TERZO SETTORE: PROGETTO AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO ( SOGGETTI PROMOTORI: Fondazione Cariplo - Coordinamento dei CSV - Comitato di gestione del fondo speciale per il volontariato in Lombardia (Co.Ge.) in partnership con: LEDHA, Oltre noi la vita e Regione Lombardia (DGR n agosto 2009) OBIETTIVO: sostenere la diffusione e il consolidamento dell istituto dell Amministrazione di Sostegno nel territorio lombardo La figura giuridica dell Amministratore di Sostegno, istituita con la legge 6/2004, consente di fornire garanzie per il progetto di vita delle persone con disabilità e diventa risorsa per la progettazione del dopo di noi, stimolando le famiglie alla progettazione del dopo già nel durante noi. Attraverso l Amministrazione di Sostegno, un istituto di facile accesso per le famiglie, è oggi possibile assicurare a tutti, anche ai più fragili, reali diritti di cittadinanza perché consente ad ogni cittadino giuridicamente rappresentato di essere partecipe e protagonista, di avere pari dignità e pari opportunità. Il progetto Amministratore di Sostegno consiste in un azione di sviluppo delle competenze del tessuto sociale che, combinata con un intervento di animazione e formazione territoriale di stimolo e accompagnamento consentirà di individuare, sostenere ed impegnare sul tema della protezione giuridica le organizzazioni del 3 settore, ponendole in grado di interagire con le famiglie e le istituzioni territoriali quali ASL, Comuni e loro aggregazioni, in un ottica di sussidiarietà. TEMPI: Articolazione triennale

10 PROGETTO AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO ( 15 progetti (1 per ogni Provincia/ASL) a copertura dell intero territorio regionale; ANFFAS coinvolte (Bergamo, Brescia, Broni Stradella, Cassolnovo, Centro Lario e Valli, Como, Alto Lario, Crema, Cremona, Desenzano, Legnano, Mantova, Pavia, Sondrio, Varese, Milano, Mortara, Nord Milano, Melegnano, Vallecamonica, Voghera), delle quali 5 con funzioni di ente capofila.

11 E DOPO IL PROGETTO AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO? ( IN FASE DI STUDIO MODALITA DI LAVORO DEL COORDINAMENTO REGIONALE LE RETI RESTERANNO ATTIVE NEI TERRITORI, NEI MODI E NELLE FORME CHE STANNO VALUTANDO

12 PROGETTO AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO ( GLI IMPEGNI DELLA REGIONE: DGR n.8/ /08/2009: Determinazione in ordine al progetto Amministratore di sostegno convenzione con la Fondazione Cariplo, il Co.Ge. Lombardia e il coordinamento dei centri di servizio per il volontariato della Lombardia. DGR n. IX/ /08/2012: Determinazione in ordine alla prosecuzione del progetto Amministrazione di sostegno. Linee guida in materia di AdS (di prossima emanazione): atto di indirizzo (in primo luogo agli UUPG) e non disposizione normativa.

13 L identità e la partecipazione del SAI nel locale sistema di protezione giuridica Sistemi locali di protezione giuridica a confronto: esperienze e prospettive Assistente sociale Simona RapicavoliBrescia - 20/05/2011

14 LA PREMESSA DI SIGNIFICATO: OPERARE NEL CAMPO DELLA PROTEZIONE GIURIDICA SIGNIFICA ESSERE CONSAPEVOLI DI OPERARE NELL AMBITO DELLA TUTELA DEI DIRITTI UMANI DELLA PERSONA

15 IDENTITA DEL SAI? PRINCIPI DI RIFERIMENTO: - Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità -Vision di ANFFAS Onlus (la nuova vision: protagoniste le persone con disabilità) - Criteri erogazione servizio pubblico (Direttiva PCM 27 gennaio 1994) * Osservatorio Nazionale Amministratore di Sostegno ANFFAS Onlus

16 RUOLO E FUNZIONE DEL SAI? IN MATERIA DI ADS L Amministratore di Sostegno: indicazione di buone prassi per l applicazione dell istituto di rappresentanza legale. (all. ONAS* 7/07): 1.informazione 2.formazione 3.consulenza 4.accompagnamento nella presentazione dei ricorsi e nella gestione del ruolo. * Osservatorio Nazionale Amministratore di Sostegno ANFFAS Onlus

17 RUOLO E FUNZIONE DEL SAI? IN MATERIA DI ADS -L ASSUNZIONE DEL RUOLO DI ADS -LA COSTITUZIONE E GESTIONE DI ALBI/ELENCHI DI AADS * Osservatorio Nazionale Amministratore di Sostegno ANFFAS Onlus

18 IL LOCALE SISTEMA DI PROTEZIONE GIURIDICA: BRESCIA ASL di Brescia deliberazione n.410 del 22/07/2008: costituzione UPG In sintesi si possono declinare i seguenti compiti della Struttura per la Tutela: 1-Mantenere rapporti di consulenza e collaborazione con gli enti gestori delle strutture pubbliche e private affinchè sia garantita una corretta informazione alla persona e alla famiglia circa gli strumenti di tutela e, ove a conoscenza di fatti tali da rendere opportuna l apertura di un procedimento a tutela della persona, ne informino i servizi sociali o sanitari di riferimento 2-promuovere una ricognizione della situazione degli assistiti, in particolare presenti nelle unità d offerta pubbliche e private residenziali, e di assumere i necessari contatti con gli uffici comunali e giudiziari per assicurare un adeguata presa in carico della persona e per attivare, ove necessario, l adeguata protezione giuridica; 3-collaborare con le strutture competenti in materia di vigilanza e di accreditamento sociosanitario e sociale, perché, fin dal momento della richiesta di accesso, sia assicurata una puntuale ed esaustiva informazione alla persona e alla famiglia sulle diverse scelte di protezione giuridica, privilegiando quella più adeguata ai bisogni e necessità della persona per la realizzazione del suo progetto individuale; 4-promuovere azioni di informazione, di consulenza e di sostegno a favore della persona e della famiglia sia nella fase della eventuale presentazione del ricorso per l istituzione dell amministratore di sostegno, di cui agli articoli 406 e 407 c.c., sia per il corretto svolgimento delle funzioni di amministrazione, che tutelino i bisogni e le aspirazioni della persona fragile e gli garantiscano un adeguata qualità della vita; 5-fornire assistenza ai servizi sanitari e sociali competenti nella fase di presentazione del ricorso di cui all art.407 c.c.;

19 IL LOCALE SISTEMA DI PROTEZIONE GIURIDICA: BRESCIA IL PROTOCOLLO OPERATIVO SULL AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO Sottoscrittori: Il Tribunale Ordinario di Brescia III Sezione Civile e Cancelleria Volontaria Giurisdizione L ASL di Brescia, Struttura per la Tutela Ufficio Protezione Giuridica. L ASL della Valle Camonica-Sebino Ufficio Protezione Giuridica. Il Comune di Brescia Ufficio Tutela. L Associazione Comuni Bresciani. L UPIA Brescia. La rete del progetto ADS Brescia, rappresentato dall ente capofila ANFFAS Brescia Onlus. La rete del progetto ADS Valle Camonica, rappresentato dall ente capofila ANFFAS Valle Camonica Onlus. L Ordine degli Avvocati di Brescia.

20 IL PROTOCOLLO OPERATIVO SULL AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO Obiettivi: i sottoscrittori costituiscono il Gruppo di coordinamento per la protezione giuridica, cui sono affidati i seguenti obiettivi: promuovere la cultura della protezione giuridica fra cittadini ed operatori a vario titolo coinvolti; facilitare l informazione e la consulenza ai cittadini ed ai servizi socio sanitari ed assistenziali, e favorire il loro accesso alla Volontaria Giurisdizione, anche attraverso lo sviluppo di servizi dedicati; predisporre e utilizzare procedure e strumenti operativi omogenei da parte di tutti i soggetti istituzionali e volontari del territorio; introdurre percorsi che contribuiscano a migliorare l efficacia dei procedimenti a partire dalla personalizzazione degli interventi e dalla riduzione dei tempi d attesa, nei limiti delle risorse umane del Tribunale.

21 IL TERRENO DEL CONFRONTO: COORDINAMENTO ASL/UPG Uffici di Piano (al coordinamento partecipa il Terzo Settore, individuato nel Progetto AdS Brescia) 1 indicazioni operative PDZ gruppo operativo LINEE GUIDA TERRITORIALI

22 LINEE GUIDA TERRITORIALI ACCORDO OPERATIVO TERRITORIALE La rete dei servizi Fanno parte del sistema istituzioni pubbliche e associazioni, ciascuna delle quali opera in relazione ai propri compiti ed obiettivi statutari sia in autonomia sia in collaborazione e/o integrazione con le altre per contribuire alla realizzazione degli obiettivi e delle attività per la tutela. In particolare i servizi territoriali di presa in carico o di cura rappresentano le realtà competenti a effettuare la valutazione preliminare circa l opportunità di attivare una misura di tutela ed a rilevare le situazioni di pregiudizio, valutandone il grado.

23 LINEE GUIDA TERRITORIALI ACCORDO OPERATIVO TERRITORIALE La finalità Dar vita ad un sistema locale integrato e responsabile per la protezione giuridica animato da alcune idee guida: -la tutela delle persone fragili è obbiettivo comune a diversi attori sociali, pubblici e privati; -è coerente con i principi della tutela offrire ai cittadini, alle famiglie ed ai servizi di un territorio una pluralità di unità di offerta qualificate, orientate alla collaborazione ed interconnesse; -le riflessioni, gli stili ed i metodi di lavoro maturati nelle esperienze ed attività di tutela costituiscono una buona prassi e arricchiscono la cultura e la strumentazione operativa dei servizi alla persona; -il servizio sociale professionale, la sua cultura e metodologia hanno ruolo centrale e responsabilità specifiche in quest area. I due aggettivi scelti per qualificare il sistema intendono rendere esplicite due intenzioni: -integrato, sottolinea la decisione di contenere, in posizione di attori, diversi soggetti con ruoli e competenze vari, del pubblico e del Terzo settore, che danno un ordine reciproco a parte della propria attività; -responsabile, si riferisce al proposito di razionalizzare ed ottimizzare le risorse presenti e, soprattutto, di qualificarle, anche attraverso la comune verifica delle azioni e dei risultati.

24 LINEE GUIDA TERRITORIALI ACCORDO OPERATIVO TERRITORIALE Le funzioni: Il modello operativo è pensato come percorso che consente di agire la protezione giuridica in modo appropriato ed efficace e deve garantire le seguenti funzioni: informazione di base, che serva ad inquadrare il contenuto della norma e presentare il modello di ricorso e l iter procedurale, e orientamento verso i servizi, a seconda della necessità e della situazione (servizi territoriali di presa in carico o di cura oppure unità d offerta di protezione giuridica); valutazione globale della situazione orientata a comprendere alcuni aspetti centrali: il possesso dei requisiti per l attivazione di una misura di tutela, il grado di necessità, gli aspetti che rendono più o meno opportuna la misura in rapporto al progetto di vita, l individuazione della candidatura adeguata a ricoprire il ruolo (distinguere in valutazione preliminare e valutazione specifica) consulenza, finalizzata a perfezionare l informazione in relazione ad aspetti specifici e circoscritti che riguardano la tutela della persona; accompagnamento nell iter procedurale, attraverso l informazione particolareggiata, la definizione di ricorsi/istanze/rendiconti e l aiuto nello svolgimento dei passaggi più delicati, in particolare quando prevedono il rapporto con gli uffici giudiziari (Cancelleria della volontaria giurisdizione e U.N.E.P. in particolare); sensibilizzazione, che attiene alla diffusione della cultura della protezione giuridica che si concretizza innanzi tutto nell attenzione dei servizi formali e delle associazioni di volontariato a cogliere anche le necessità di tutela giuridica quando lavorano con le persone fragili; formazione, che costituisce il mezzo più importante per qualificare l azione comune, sia consolidando un uso saggio e competente degli strumenti di tutela sia abituando alla riflessione circa il proprio operato, soprattutto in termini relazionali.

25 LINEE GUIDA TERRITORIALI ACCORDO OPERATIVO TERRITORIALE I servizi dedicati alla protezione giuridica Nel sistema locale sono servizi dedicati alla protezione giuridica: Sportelli PG: rappresentano punti di prossimità al cittadino, cui sono attribuite la funzione dell informazione di base e dell orientamento ai servizi. Servizi PG: rappresentano realtà di servizio in grado di assolvere le funzioni di informazione, orientamento, consulenza, accompagnamento nell iter procedurale, sensibilizzazione e formazione. UPG dell ASL di Brescia: [ ]

26 IL LOCALE SISTEMA DI PROTEZIONE GIURIDICA: la parola ai SAI?

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