Il Fante del Cividalese

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1 A S S O C I A Z I O N E N A Z I O N A L E D E L F A N T E Sezione di CIVIDALE DEL FRIULI Il Fante del Cividalese Settembre Reggimento Fanteria ALPI Prosegue il ricordo dei reparti di Fanteria che sono passati per Cividale in tempi più o meno recenti, con la loro Storia, le vicende e anche alcuni luoghi dove questi reparti hanno lasciato il segno nel nostro territorio. Dopo il 1 Reggimento fanteria RE e il 76 Reggimento fanteria NAPOLI è il momento del 52 fanteria ALPI che in settembre ricorda la propria Festa di Corpo in occasione dell' anniversario della Medaglia d Oro al Valor militare concessa al Reggimento il 20 settembre Prima però presentiamo le attività più importanti che la nostra sezione ha svolto nel periodo estivo: - Partecipazione alla cerimonia in ricordo della costituzione del Corpo degli Arditi Sdricca di Manzano - Omaggio al fante Todescato Silvio Romans d Isonzo - Escursione sul Carso Monte San Michele - Presenza alla Festa della Bandiera del 73 Lombardia - Arzene Impegni del mese di settembre: - 17,18,19,20 settembre Stand in occasione di Friuli DOC in collaborazione con Proloco Borgo Sole di Udine - 27 settembre Osoppo 40 anniversario fondazione Sezione dell Associazione Nazionale del Fante Un vivo ringraziamento a tutto il Consiglio Direttivo della nostra sezione, sempre presente e attivo in ogni circostanza. 2

2 26 luglio 2009 Gli Arditi Di fronte alle terribili esperienze della guerra di trincea, capace di ingoiare migliaia di uomini in pochi minuti di combattimento, in spazi ristretti e senza nessun risultato per l'attaccante, sia gli Stati Maggiori che le minori unità cercarono soluzioni proprie, intese a ridurre le perdite terribilmente alte che i reggimenti di fanteria erano costretti a sopportare per occupare poche decine di metri di terra di nessuno. Ecco in poche righe la breve storia di questa specialità, nata e scomparsa fra il 1917 ed il Partendo dall'esempio delle "Sturmtruppen" avversarie, sorta di "super fanteria", i comandi italiani fin dal 1915 emanarono direttive volte alla creazione di unità d'assalto o esploratori. Fra tali reparti della forza di un plotone per reggimento di fanteria, spicca la Compagnia Baseggio, dal nome del suo comandante Nell ottobre 1915, su autorizzazione del Comando Supremo, il Capitano Cristoforo Baseggio costituì a Strigno in Val Sugana, una compagnia autonoma di Esploratori Arditi, della forza di circa 500 uomini e si distinse subito in diverse azioni locali Soltanto nel 1917 però in ambito 2^ Armata, comandata dal Gen Luigi Capello, prende corpo il progetto di costituire una unità speciale, adatta ad aprire la strada alla fanteria di linea. Il Colonnello Bassi costituisce una scuola a Sdricca di Manzano (UD) dove inizia un addestramento realistico per i suoi "arditi". La prima unità, ha la forza di una compagnia su quattro plotoni di fanteria, una sezione mitragliatrici, una sezione di artiglieria da montagna con due pezzi da 65/17. Valutata sia da Capello che dal Generale Grazioli, Comandante della Brigata Lambro prima e poi della 48^ Divisione, l'unità si espande fino a formare un "riparto" della forza di un battaglione. Presentata al Re a Sdricca di Manzano (UD) il 29 luglio 1917 con una esercitazione a fuoco, l'unità, denominata I reparto d'assalto, riscuote notevole successo e viene seguita dalla costituzione di un II "riparto". Il primo impiego è per la battaglia della Bainsizza, il 18 e 19 di agosto. L'esito vittorioso, sancisce la nascita di ulteriori reparti in ambito 2^ armata e l'ordine di costituire reparti arditi presso ciascuna delle altre armate. Nuovi reparti arditi vengono costituiti entro la fine dell'anno. L'impiego non è sempre indovinato. Spesso i reparti arditi saranno impiegati come unità di fanteria in difensiva pur non avendone le capacità. L A.N.A.I., in fratellanza d armi con la F.N.A.I. (Federazione Nazionale Arditi d Italia) di Trieste e di Manzano, hanno celebrato il 25 e 26 luglio 2009 la ricorrenza della fondazione del Corpo degli Arditi (avvenuta a Sdricca di Manzano il 29 luglio 1917) e il 90 di fondazione dell Associazione Nazionale Arditi d Italia. Dopo il disastro di Caporetto, il cambio nel Comando Supremo, anche gli Arditi vengono riordinati. Il Comando Supremo cerca di mettere ordine fra le unità, ciascuna con organici, armamento, tecniche di impiego ed uniformi proprie; i reparti vengono così rinumerati una prima volta, quindi assegnati ai Corpi d'armata. Successivamente poi assumono la numerazione del Corpo d'armata di dipendenza e vengono ordinati in tre compagnie con tre sezioni mitragliatrici, sei sezioni pistole mitragliatrici ed altrettante di lanciafiamme. L'armamento individuale passa dal solo pugnale e petardo Thevenet a prevedere anche il moschetto 91 TS, versione accorciata del fucile modello 91. L'uniforme resta la stessa ma, per penuria di materiali viene introdotta la camicia grigioverde di flanella con cravatta nera ed il fez nero anchesso, come copricapo unificato per la truppa. Appare anche un "sacco da Ardito", zainetto tascapane che possa contenere un minimo di sostegno logistico. Tornati in combattimento, dal 10 giugno del '18 nove reparti vengono destinati alla costituzione della Divisione d'assalto "A" poi denominata 1^, seguita quindici giorni dopo dalla 2^ Divisione d'assalto con la quale venne creato un Corpo d'armata d'assalto. A fine guerra i reparti d'assalto erano ben trentanove, 12 nelle divisioni d'assalto, 14 nelle armate, 9 reparti di complementi e quattro all'estero (Francia, Albania e Macedonia). Rapidamente smobilitati nel dopoguerra, la sola 1^ divisione partecipò al ciclo operativo di riconquista della Libia venedo a sua volta sciolta nel Gli sopravvive per pochi mesi un "Reggimento d'assalto impiegato in Albania e disciolto a fine 1920 in veneto. 3 4

3 22 e 23 agosto 2009 La manifestazione ha avuto luogo sabato 22 agosto presso il cimitero comunale di Romans d Isonzo e vi hanno preso parte i rappresentanti delle sezioni di Cividale del Friuli, Gradisca d'isonzo, Schio (VI), Feletto Umberto, Sagrado, Gorizia, il presidente della federazione provinciale di Udine dell'associazione Nazionale del Fante, Associazione Nazionale Artiglieri della provincia di Gorizia, l'istituto del Nastro Azzurro delle federazione provinciale di Gorizia e dell'associazione dei combattenti e reduci di Gorizia. Tra le autorità locali hanno presenziato il sindaco Alessandro Zanella e l'assessore alla cultura Michele Calligaris. Il folto gruppo dei partecipanti si e' spostato in municipio dove il presidente della sezione di Gradisca, Pasquale Siniscalco ha presentato le motivazioni dell'iniziativa e le caratteristiche e prerogative dell'associazione Nazionale del Fante. Il presidente della sezione di Cividale, Dorigo Carlo ha poi consegnato alla signora Luisa Plez, pronipote di Todescato, un quadro ricordo rappresentate il fazzoletto con i colori rosso e blu tipici della Fanteria, arma dell'esercito sotto la quale il Todescato aveva prestato servizio. Il giorno seguente, 23 agosto, l'attività si e' sviluppata prendendo parte ad un percorso sul Monte San Michele. Iniziata la giornata con l'alzabandiera e onori ai caduti presso il cippo dedicato alla Fanteria, sul quale sono incisi i nomi delle Brigate di Fanteria che hanno combattuto sul San Michele. La cerimonia in cimitero e' cominciata con un momento di raccoglimento accompagnato dalle note del silenzio e la deposizione di una corona d'alloro ai piedi della lapide che ricorda i cittadini di Romans caduti in guerra prestando servizio sotto l'esercito austroungarico. Quindi e' stato reso omaggio alla tomba di Silvio Todescato del 47 Reggimento Fanteria della brigata FERRARA, nativo di Arcugnano della provincia di Vicenza, morto a Romans nell'ospedaletto militare il 30 dicembre del 1915 in seguito alle ferite riportate in combattimento sul Monte San Michele. Il caporal maggiore e' stato sepolto a Romans, dove aveva diversi parenti. L'omaggio e' stato reso dai fanti della sezione di Schio (VI) a ricordo delle origine vicentine di Todescato. Deposta una corona d'alloro è stata letta la Preghiera del Soldato. Successivamente si è reso omaggio, leggendo la Motivazione della Medaglia d'oro al Valor Militare al Milite ignoto, a Giovanni Candussi, morto nella Grande Guerra sull'isonzo, il cui nome e' riportato nella tomba di famiglia ma il suo corpo non e' mai stato ritrovato. 5 Successivamente l'escursione guidata dal segretario della sezione di Gradisca, Sergio Marchitelli, cominciata con la visita al museo del San Michele, si e' sviluppata lungo i sentieri del Carso che si incrociano con le trincee. 6

4 30 agosto 2009 Domenica 30 agosto 2009, su invito dell Associazione Fanti d Arresto, la Sezione di Cividale dell Associazione Nazionale del Fante, ha partecipato ad arzene (PN) con la propria Bandiera Sezionale alla 17a celebrazione commemorativa della Festa della Bandiera del 73 LOMBARDIA 7

5 I Cacciatori delle Alpi CENNI STORICI 52 Battaglione ALPI Il 52 Battaglione ALPI discende dai tre reggimenti di volontari, formati nella primavera del 1859, in previsione della guerra contro l Austria, nei depositi di Cuneo e di Savigliano e riuniti nella Brigata Cacciatori delle Alpi al comando della quale fu destinato Giuseppe Garibaldi nominato Maggior Generale dell Armata Sarda. Le imprese dei Cacciatori delle Alpi nella campagna del 1859 sono ben conosciute. Meritano però di essere ricordate sia pur brevemente perché costituiscono un modello di operazioni militari in montagna e testimoniano l eccezionale capacità manovriera dell Eroe dei Due Mondi. Lasciato libero di agire come avrebbe ritenuto più opportuno, Garibaldi, con decisione molto coraggiosa, mosse verso il Lago Maggiore. I circa tremila Cacciatori entrarono nella terra lombarda, a parecchie giornate da marcia dalle truppe piemontesi più avanzate, senza sapere né come né quando i franco-sardi avrebbero potuto aiutarli. Per assicurare una maggiore celerità al movimento, il Generale ordinò ai volontari di lasciare gli zaini, sostituendoli con grandi tasche applicate all interno dei cappotti e vietò qualsiasi bagaglio all infuori del materiale sanitario e delle munizioni. A mezzodì del 20 maggio la Brigata partì da Biella per Gattinara ed il 22 era ad Arona, dove Garibaldi aveva ostentatamente fatto raccogliere vivere e scegliere alloggiamenti allo scopo di ingannare gli austriaci. I Cacciatori delle Alpi appena giunti ad Arona marciarono a sud, su Castelletto, dove due compagnie passarono il Ticino nella notte dal 22 al 23, occupando di sorpresa Sesto Calende e ristabilendo il ponte galleggiante, sul quale il grosso della Brigata non tardò a raggiungere la sponda lombarda. L arrivo dei garibaldini a Varese ed il fermento che subito di manifestò a Milano fecero intanto apparire imminente la temuta insurrezione dell alta Lombardia e il Comando austriaco ordino all Urban di muovere da Como a Varese con la Brigata Rupprecht; mentre gli si mandava in rinforzo, per ferrovia, la Brigata Augustin. Garibaldi informato dei movimenti austriaci, attese il nemico a Varese, dove il 26 l Urban, con la Brigata Rupprecht, fu respinto e dovette ripiegare su Como. In questa città egli trovò altri rinforzi e ricevette la Brigata Augustin. Il vittorioso combattimento di Varese aveva imposto ai Cacciatori la perdita di 85 volontari, tra i quali Enrico Cairoli, primo dei quattro fratelli che dovevano offrire la vita all Italia. Dopo la vittoria di Varese i Cacciatori delle Alpi marciarono su Como, dove il grosso della Divisione Urban si preparava a difendere la città ed aveva dislocato i suoi avamposti tra San fermo e Civello. Garibaldi decise di impadronirsi di San fermo, da dove dominava il lago; fece attaccare, il 26 maggio, gli avamposti austriaci dalla compagnia De Cristoforis, mentre il reggimento Medici doveva assalire i nemici sul fianco e tentare di tagliar loro la ritirata. Sopraffatti dopo un duro combattimento e messi in fuga gli avamposti nemici, travolte le forze che accorrevano al contrattacco, il Generale marciò decisamente verso Como, lasciando, quale retroguardia, cinque compagnie di volontari a San Fermo, con l incarico di resistere tenacemente al nemico, molto più numeroso. Occupata Como, Garibaldi richiamò le cinque compagnie da San Fermo e fece occupare Camerata, alle porte della Città; mentre gli austriaci partivano per Monza, lasciando bagagli, magazzini e prigionieri nelle mani dei Cacciatori. Nessun garibaldino rimase prigioniero; ma a San Fermo aveva concluso la sua vita, tutta dedicata alla Patria, il capitano Carlo de Cristoforis. Il possesso di Como apriva a Garibaldi le vie della Valtellina e del Bergamasco, dove l insurrezione già serpeggiava. Una compagnia di Cacciatori fu subito mandata a Lecco a sostenere gli insorti, e ben presto la 8 situazione divenne così preoccupante per gli austriaci che il 29 maggio la Brigata Hodiz, la quale si stava trasferendo proprio allora dalla Boemia in Italia, fu mandata a Bergamo, dove rimase fin dopo Magenta. L occupazione di Como non costituiva per i Cacciatori delle Alpi che una premessa per un azione sulle retrovie nemiche. Per conseguenza gli austriaci, consapevoli del pericolo, non avrebbero tardato a rioccupare la città. Con questa previsione il Generale, non volendo rassegnarsi ad una lotta difensiva, nella quale difficilmente la sua abilità manovriera e l impeto dei volontari avrebbe potuto compensare l esiguità delle forze, decise di lasciare Como, anche per non subire la volontà dell avversario, e si diresse a Lavento, dove tentò un colpo di mano, non riuscito, contro il forte. Informato che l Urban aveva bombardato Varese, Garibaldi per la montagna ritornò presso la cittadina e poi, sempre percorrendo sentieri di montagna, ritornò a Como senza che l Urban osasse attaccarlo. Intanto l esercito franco-piemontese passava il Ticino e sconfiggeva gli austriaci a Magenta. Garibaldi aveva magistralmente assolto il compito di distrarre all azione principale grosse formazioni nemiche. Dopo Magenta, i Cacciatori delle Alpi continuarono a costituire l ala sinistra dei franco-piemontesi ed entrarono primi a Bergamo e primi a Brescia. Il 15 giugno, quando stavano per passare il Chiese, i Cacciatori si scontrarono a Treponti con la Divisione Urban estrema retroguardia dell Armata austriaca in ritirata. Fu un combattimento sanguinoso cadde tra molti altri il capitano Narciso Bronzetti di esito incerto, che costrinse comunque al ritiro un nemico molto più numeroso. Inviato in Valtellina, per impedire la possibile discesa di un Corpo d Armata austriaco dal Trentino i Cacciatori delle Alpi terminarono la campagna allo Stelvio. Con regio decreto del 14 maggio 1860 la Brigata fu incorporata nell Armata Sarda con la denominazione di ALPI ed ordinata su due Reggimenti, il 51 e il 52. Il 20 maggio fu sciolto il battaglione valtellinese e incorporato nei due reggimenti. Il Battaglione adolescenti andò a Biella; nel febbraio 1860 esso venne considerato quale succursale del battaglione figli di militari, e fu sciolto il primo gennaio Scioltesi nel 1871 le brigate permanenti, i due Reggimenti vennero a chiamarsi rispettivamente 51 e 52 Reggimento Fanteria (Alpi). Nel 1881 essi furono nuovamente riuniti nella Brigata Alpi (51 e 52 Reggimento Fanteria). Fra il 1895 e il 1896 il 52 Reggimento Fanteria, per la guerra italo-abissina, concorre alla formazione dei Battaglioni di Fanteria d Africa e si batte eroicamente ad Adua il primo marzo Successivamente viene mobilitato per la guerra libica, a Tripoli, il 10 novembre L anno successivo a Sidi Bilal il 20 settembre si scontra in durissimi combattimenti contro gli arabo-turchi che mette in fuga dopo 10 ore di lotta furiosa. Per il suo splendido comportamento, viene conferita alla Bandiera la Medaglia d Oro al Valor Militare. Durante la Prima Guerra Mondiale ( ) si batte valorosamente alla Marmolada, al Passo Fedaia, al Sasso di Mezzodì, al Col di Lana, al Ponte di Vidor, sul Grappa. Inviato in Francia nel 1918, combatte a Bligny, Bois de Courton, sul fiume Aisne, Sissonne, Vauxerre, Chemin des Dames, Rozoy sur Serre. Al reggimento vengono conferite la Croce di Cavaliere dell Ordine Militare di Savoia e due Medaglie d Argento al Valor Militare. In virtù della legge 11 marzo 1926, le brigate di fanteria furono assegnate alla XXII Brigata. Il primo ottobre 1934, il 52 Fanteria assunse la denominazione di 52 Reggimento di Fanteria Scuola assorbendo la Scuola Allievi Ufficiali di Complemento di Spoleto, e fu formato su due battaglioni allievi ed uno truppa. Concorse alla guerra italo-etiopica con l invio di complementi a reparti mobilitati in Africa Orientale. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel 1940, venne inviato alla frontiera occidentale. Successivamente, il 12 gennaio 1941, venne trasferito nella tormentatissima terra di Grecia, dove l Italia era impegnata in una dura lotta contro un nemico agguerrito, ben armato ed acclimatato. Il 4 gennaio i Cacciatori dopo lunghe marce effettuate in condizioni di tempo terribili per il freddo e la pioggia insistente, si schierarono dove la lotta era più aspra, nei pressi di Murit. In 6 ore di aspri combattimenti, furono feriti il Colonnello Comandante e molti altri ufficiali, mentre i Cacciatori si impegnarono fino all estremo delle loro forze. Poi, fino al mese di marzo, il 52 rimase sistemato a caposaldo sulla aspra altura di Ciafa e Bubesit; scavò appostamenti, trincee, camminamenti lunghi e profondi sotto l inclemenza del tempo e l offesa esasperante dei 9

6 mortai greci. Dopo questo periodo di guerra di trincea, finalmente mutò l equilibrio delle forze e le nostre truppe passarono all offensiva. Durante due giornate di duri combattimenti, i Cacciatori riuscirono a portarsi fin sotto le posizioni più elevate travolgendo la resistenza greca. Premuti e minacciati di aggiramento, i greci durante la notte ripiegarono precipitosamente, cosicché il 15 aprile i Cacciatori raggiunsero le alture di Vinon inseguendo il nemico in fuga. A memoria di questa campagna, fu conferita alla Bandiera del Reggimento una Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Conclusa la Campagna di Grecia il Reggimento venne impiegato in operazioni di polizia in Jugoslavia, e nel 1943 disciolto. Ricostituito il 1 luglio 1958 a Cuneo, per trasformazione del 2 CAR, venne trasferito nel giugno 1963 a Fossano. Il 22 settembre 1964, nel quadro del riordinamento delle Forze destinate al presidio delle opere fortificate, il Reggimento venne trasferito nel Friuli e dislocato alla Frontiera Orientale assumendo la denominazione di 52 Reggimento Fanteria d Arresto Alpi alle dipendenze della Divisione Fanteria Mantova, con sede del Comando a Tarcento. In occasione del terremoto che ha devastato il Friuli, il 6 maggio 1976 e successivamente il 15 settembre, partecipa alle operazioni di soccorso alle popolazioni colpite, meritandosi una Medaglia di Bronzo al Valore dell Esercito. La caserma Urli di Tarcento, per i gravi danni subiti, viene dichiarata inagibile, mentre la caserma Grimaz di Attimis subisce danni che vengono riparati nell arco di quattro mesi. Il primo ottobre 1976, nel quadro della ristrutturazione dei reparti dell Esercito, il 52 Reggimento Fanteria viene sciolto ed il 1 Battaglione eredita la Bandiera, le Glorie e le Tradizioni, assumendo la denominazione di 52 Battaglione Fanteria d Arresto Alpi con sede in Attimis e Grupignano alle dipendenze della Divisione Meccanizzata Mantova. Dal 1 ottobre 1986 a seguito dello scioglimento delle Divisioni, il Battaglione passa alle dipendenze della Brigata Meccanizzata Mantova. Il 7 luglio 1991 la Bandiera di Combattimento si trasferisce alla Caserma Zucchi Lanfranco di Cividale del Friuli, nuova sede del Battaglione. Il 1 aprile 1993, infine, nella Caserma di Portogruaro (VE) assume la denominazione di 52 Battaglione ALPI con funzioni di CAR. Dal 29 agosto 1996 i Cacciatori delle Alpi non esistono più. La Bandiera viene custodita presso l Altare della Patria, in un sacrario che è ogni giorno di più un mausoleo di vessilli d Unità soppresse. LE RICOMPENSE CONCESSE ALLA BANDIERA DEL 52 FANTERIA ALPI MEDAGLIA D ORO AL VALOR MILITARE Per la splendida condotta tenuta dal Reggimento durante tutta la campagnia di Libia e particolarmente per l eroico valore spiegato nella battaglia di Sidi Bilal (20 settembre 1912) MEDAGLIA D ARGENTO AL VALOR MILITARE Perché sia perpetuato il ricordo degli armamenti e degli eroismi, onde rifulse nella Campagna del 1859, il Corpo Volontario dei Cacciatori delle Alpi e sia reso indissolubile il vincolo delle memorie epiche onde a quel Corpo è unito il Reggimento sopranotato che ne ha in retaggio il patrimonio d onore e di gloria (Campagna del 1859) La cerimonia di consegna della Bandiera all Altare della Patria 10 MEDAGLIA D ARGENTO AL VALOR MILITARE Per le prove di valore e di ardimento date dal 4 Battaglione, nonostante la tenace resistenza avversaria, l inclemenza della stagione e le difficoltà del terreno. (Col di Lana, luglio 1915) 11

7 MEDAGLIA D ARGENTO AL VALOR MILITARE Fedele alle sue gloriose tradizioni, in violenti ed aspri combattimenti sui campi di Francia, contro un nemico formidabile, diede eccezionali prove di bravura e di salda tenacia, portando sempre alto il nome d Italia e la fama dei Cacciatori delle Alpi (Campagna di Francia, 21 aprile 16 novembre 1918) MEDAGLIA DI BRONZO AL VALOR MILITARE Per lo squadrone Guide dei Cacciatori delle Alpi Per il coraggio ed ordine spiegato nell inseguire il nemico, raccogliere informazioni, prigionieri di guerra, e spingere le pattuglie contro il nemico. (Campagna del 1859) MEDAGLIA DI BRONZO AL VALOR MILITARE Per il Corpo Sanitario dei Cacciatori delle Alpi Perché si mostrò degno della riconoscenza di tutti i feriti, sia nostri che nemici. (Campagna del 1859) MEDAGLIA DI BRONZO AL VALOR MILITARE Pari alle sue nobili, gloriose tradizioni, in tre mesi di aspra lotta, contrastò con indomito valore il passo dell agguerrito nemico imbaldanzito da notevoli fortunati successi, inchiodandolo al terreno, fino a fiaccarne con violente e sanguinose azioni offensive ed a prezzo di dure perdite, ogni velleità di avanzata lungo le direttrici prestabilite. Nella ripresa azione offensiva, attaccò violentemente il nemico, ributtandolo oltre i confini dando fulgido esempio di valore e confermando ancora una volta le sue belle tradizioni garibaldine. (fronte greco-albanese, gennaio-aprile 1941) MEDAGLIA DI BRONZO AL VALOR DELL ESERCITO In occasione del violento sisma che colpiva il Friuli, ancorché provato nelle sue stesse file dall evento tellurico, si prodigava con uomini e mezzi in coraggiosi ed estenuanti interventi di soccorso alle popolazioni colpite, fornendo, con tutto il personale impiegato, luminosa prova di eccezionale saldezza d animo e non comune senso d altruismo nell opera di soccorso che risultava determinante nell alleviare le sofferenze dei sopravissuti. (Friuli, 6-13 maggio 1976) Accollata alla punta dello scudo con l'insegna pendente al centro, il nastro dell'ordine Militare d'italia. CROCE DI CAVALIERE DELL ORDINE MILITARE D ITALIA Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea e nell aspra battaglia conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando col sangue la romana virtù dei figli d Italia. ( ) Le Guerre La Prima campagna d'africa ( ): Dopo aver combattuto nel 1911 a Sidi Messiri il 26 novembre e ad Ain Zara il 4 dicembre, i fanti del 52 si distinguono particolarmente nella battaglia di Sidi Bilal del 20 settembre 1912 ove effettuano numerosi assalti alla baionetta ed infliggono all'avversario ingenti perdite, meritando la medaglia d'oro al valor militare alla Bandiera. La Prima Guerra Mondiale: 1915: dal 7 al 20 Luglio e' impegnato contro le posizioni austriache del Col di Lana; opera poi nel settore Passo Fedaia - M. Mesola - M. Paden - Col Toront. Ai primi di Novembre concorre con il III e VI Battaglione sulla fronte Varda - Cherz per attaccare Col di Lana. 1916: l'attività del reparto del 52 e' limitata fino al Marzo in ricognizioni; il IV Battaglione vincendo forti difficoltà occupa una linea piu' avanzata nel versante nord del Ciampo Vedil sulla destra del Cordevole dall'aprile al luglio con piccole azioni completa la conquista della Marmolada. 1917: rimane in zona e si limita a svolgere azioni di pattuglia e ardite ricognizioni. A metà settembre partecipa con successo alla conquista di una posizione nemica in galleria alla Forcella di Serauta. Nel corso della battaglia di Caporetto il reggimento, il 7 novembre ripiega sul Piave schierandosi tra il Ponte di Vidor e le Grave di Ciano, opponendo tenace resistenza sino al 22 Dicembre. 1918: inquadrato nell' 8 divisione del II Corpo d'armata dal 23 Aprile si trasferisce in Francia. Assegnato al settore dell'aisne nelle Argonne, si schiera in prima linea a sud ovest di Reims ed occupa il margine occidentale del Bois des Eclisses e la montagna di Bligny. Il 23 Giugno concorre a respingere un attacco tedesco che momentaneamente aveva travolto un tratto di linea presidiata dal 51 Fanteria. Nella notte del 3 Luglio il II e III Battaglione tentano di occupare Bligny conseguendo parziali successi. Il 16 Luglio gli stessi due battaglioni fronteggiano un ulteriore attacco nemico tendente all'accerchiamento evitato per effetto di un'audace sortita. Seconda Campagna d'africa: Concorre alla mobilitazione dei reparti fornendo 15 ufficiali e 123 uomini. Seconda Guerra Mondiale: 1940: in Giugno e' al fronte alpino occidentale, in seconda schiera nel settore Vallecrosia - Bordighera. 1941: in Gennaio il reggimento si trasferisce in Albania e si schiera fra Bregu Jliulli e Chiaf e Murit ove sostiene, il 25, un violento scontro con i Greci. Fino a Marzo i Fanti del 52 sistemati a caposaldo a Chiaf e Bulesit fronteggiano con successo i reiterati attacchi portati dal nemico nel corso di aspri combattimenti. Iniziata la nuova offensiva travolgono le resistenze sulle pendici di Poggio Boschetto e successivamente incalzano l'avversario che ripiega. Alla Bandiera viene concessa la medaglia di bronzo al valor militare : il 52 e' impiegato in Jugoslavia con compiti di presidio e sicurezza

8 20 SETTEMBRE: FESTA DI CORPO Anniversario della Battaglia di Sidi Bilal Il 52 Fanteria d Arresto Alpi Il 20 settembre 1912 il 52 Reggimento Fanteria era accampato nell Oasi di Zanzur e ricevette l ordine di occupare il nodo carovaniere a sud dell oasi stessa. La marcia però ebbe breve durata in quanto, ben presto, la colonna fu attaccata dal nemico. Il 52 reagì prontamente e gli intrepidi soldati, nonostante l inferiorità numerica, respinsero gli attacchi avversari; nella critica circostanza esemplare fu il comportamento di ufficiali, sottufficiali e cacciatori per ardimento, slancio e generosità, fino a quando giunse in loro aiuto un Gruppo da montagna ad un Battaglione del 23 Reggimento Fanteria. Quest ultimo Reparto, trascinato dalla foga del proprio comandante, si spinse troppo avanti nel contrattacco, subendo gravi perdite e fu obbligato a ripiegare, costringendo anche il 52 al ripiegamento. Gli Arabo-turchi imbaldanziti dal momentaneo successo, si scagliarono con impeto contro le posizioni assunte dal 52, ma i Cacciatori, nonostante combattessero senza tregua da oltre sette ore, opposero una valorosa ed accanita resistenza ed in epici assalti alla baionetta, li misero in fuga, infliggendo loro ingenti perdite. Il contributo di sangue del 52 reggimento Fanteria in questa battaglia fu di 5 ufficiali, 28 cacciatori morti, 91 feriti ed 1 disperso. La motivazione della Medaglia d Oro al Valor Militare conferita alla Bandiera del Reggimento, a seguito di questa battaglia, dice: Per la splendida condotta tenuta dal Reggimento durante tutta la campagnia di Libia e particolarmente per l eroico valore spiegato nella battaglia di Sidi Bilal (20 settembre 1912) Cravatta rossa che torni alla tua famiglia, alla tua casa, al tuo lavoro, rivolgi lo sguardo al tricolore che sventola sui pennoni, alla superba cornice dei monti che circondano la tua caserma, a questa piazza di armi dove, per la prima volta, vedesti la gloriosa Bandiera del tuo Reggimento e dove risuona ancora l eco dei tuoi canti e del passo cadenzato della tua marcia. Questa immagine ti accompagni per sempre e risorga ognora più vivida nella tua mente; quando, nel trascorrere degli anni, ti assalirà l inevitabile nostalgia della cravatta rossa, dell essere stato Cacciatore delle Alpi, delle canzoni gioiose di giovinezza. In questo diurno tu sei meritatamente contento: hai compiuto il tuo dovere con lealtà ed appassionata dedizione e senti la fierezza di aver avuto l onore di appartenere al corpo dei «Cacciatori delle Alpi». Ti sentirai sempre cravatta rossa del 52. Porterai nella tua vita civile e privata i nobili sentimenti che lo distinguono: onestà, lealtà, coraggio e, soprattutto, amore per la Patria. Conserva l eco nel più profondo del cuore del nostro possente «OBBEDISCO»

9 Caserma Urli Tarcento Sede del 52 Reggimento dal 1964 al 1976 Caserma Miani Grupignano L ingresso della caserma a metà degli anni 60 o attuale Lo stat come si presenta attualmente l ingresso della caserma Caserma Grimaz Attimis Distaccamento del 52 Reggimento Fanteria d Arresto ALPI con sede a Tarcento dal 1964 al A seguito dello scioglimento del 52 Reggimento diventa sede del 52 Battaglione Fanteria d Arresto dal 1976 al Caserma Vescovo Purgessimo L ingresso della caserma come si presentava a metà degli anni 60 Lo stato attuale Lo stato attuale 16 17

10 Caserma Nadalutti Ipplis di Premariacco L ingresso della caserma come si presentava a metà degli anni 60 Il 52 Battaglione ALPI Caserma Capitò PORTOGRUARO Sede del 52 Btg ALPI C.A.R. dal 1993 al 1996 Lo stato attuale Caserma Zucchi Cividale del Friuli Sede del 52 Battaglione Fanteria d Arresto dal 1991 al La Sala Storica 19

11 Lo stemma del 52 ALPI Partito. Il primo azzurro a tre monti innevati al naturale, sormontati da tre corni da caccia d'oro, imboccati, guarniti, legati di rosso, uno sull'altro. Il secondo fasciato di rosso e argento di sei pezzi, caricato di un destrocherio armato, tenente un ramoscello d'alloro, al capo di rosso alla croce d'argento; il tutto abbassato da un capo d'oro con il quartier franco d'azzurro, al veliero d'oro di tre vele spiegate d'argento, cimate al Tricolore Italiano e sormontate da tre corone disposte in fascia. I tre monti stanno a significare le Alpi; i tre corni legati di rosso rappresentano il fattore storico del Reggimento "Cacciatori delle Alpi" e della Cravatta Rossa; nella seconda parte appare lo stemma della città di Cuneo e parte dello stemma del 2 C.A.R., le sei fasce rosse e d'argento e il braccio con il ramoscello stanno a significazione storica della rinascita del Reggimento a Cuneo del 2 C.A.R.. Lo scudo al capo d'oro a significazione della Medaglia d'oro mentre il veliero ricorda la Campagna d'oltre mare di Libia. Sullo scudo la corona turrita della Repubblica Italiana dalla quale dipartono otto nastri svolazzanti che ricordano le ricompense concesse alla Bandiera. OBBEDISCO Al termine della Terza Guerra d Indipendenza, il 21 luglio 1866, Giuseppe Garibaldi conquistò, alla testa dei suoi uomini, l abitato di Bezzecca. Con questa vittoria era aperta la strada per Trento, ma la guerra terminò dopo pochi giorni per cui Garibaldi ricevette l ordine di sospendere le operazioni e di abbandonare il territorio occupato. Fedele al suo innato senso di disciplina, Garibaldi rispose telegraficamente Obbedisco (9 agosto 1866) che è diventato il motto del 52. STAMPATO IN PROPRIO Libretto realizzato a cura delle Sezioni di: Cividale del Friuli Via della Stua n.11 UDINE e.mail:anf-cividale@libero.it Associazione Nazionale del Fante 20

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