Adam s Story. Aurora Farli

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1 Adam s Story Aurora Farli 31

2 Passo dopo passo Adam camminava con un espressione tormentata, camminava lentamente con lo sguardo basso e vuoto, quasi assente, senza osservare il paesaggio londinese intorno a lui. Camminava più lentamente possibile perché non voleva iniziare il primo giorno di scuola, il luogo in cui tutti lo avrebbero giudicato per il suo tentato atto disperato che aveva compiuto quest estate. Il cielo era scuro e tra poche ore si sarebbe messo a piovere, Adam entrò nel corridoio e si diresse verso il suo armadietto, quando arrivò ad aprirlo cadde un biglietto su cui c era scritto Adam il risuscitato. Proprio come credevo, iniziano subito con gli insulti. pensò Adam. Staccò gli occhi dal biglietto e tutti lo stavano guardando, qualcuno rideva altri lo guardavano con compassione. Così Adam fu certo che per tutto l anno scolastico sarebbe stato osservato da tutti in modo strano per aver tentato il suicidio durante l estate. Ebbene si, secondo Adam il suicidio era l unica scelta rimasta e prima di compierlo aveva valutato molte altre opzioni,ma a svantaggio suo la madre riuscì a portarlo in ospedale in tempo. Distolse lo sguardo dai suoi compagni, chiuse l armadietto e facendo finta di nulla si diresse verso la classe di letteratura inglese. Mentre tornava a casa incontrò, come ogni giorno dell anno, il suo migliore amico Daniel, un ragazzino veramente stravagante: era molto alto e magro con capelli sempre spettinati color biondo, carnagione chiara ma con occhi nerissimi, come due palle da bowling. Adam e Daniel erano amici fin dalla nascita e si volevano un gran bene: Adam amava il fatto che Daniel parlasse di continuo come una radio perché lui era quasi sempre in silenzio, non perché non aveva niente da dire ma solo per il fatto che gli piaceva molto di più ascoltare gli altri piuttosto che se stesso. Daniel sapeva del tentato suicidio di Adam e anche il perché dell atto ma se lo avesse saputo prima avrebbe cercato di fermarlo e per ciò si sentiva perennemente in colpa. Dopo una lunga parlata Adam arrivò a casa sua e salutò Daniel. In casa c era un silenzio assordante, la mamma di Adam evidentemente non c era. Si chiamava Margaret ed era una donna veramente strana, non era mai in casa ed era stata poco presente nella vita di Adam sempre meglio di suo padre che abbandonò Margaret quando scoprì che era incinta così lei dovette crescere Adam tutta da sola e solo per questo Adam l ammirava tanto. Si diresse in cucina, aprì il frigo prese una birra e si buttò sul divano accendendo la tv. 32

3 Passava pomeriggi così, a non far nulla, fissando la tv con gli occhi ma divagando con la mente. Sul tavolo vide la posta e cominciò a sfogliarla: non trovò niente per lui ma un volantino attirò la sua attenzione. Era un volantino pubblicitario su un corso d arte su cui c era scritto: Esprimi te stesso attraverso l arte! Involontariamente Adam sorrise, e qualcosa in quel volantino lo convinse a provare. A quanto diceva esso la prima lezione si sarebbe svolta tra quattro giorni ed era tenuta nella casa del maestro di disegno e pittura. Adam si alzò dal divano, prese la cornetta del telefono e digitò il numero che c era scritto sul volantino per iscriversi al corso. Gli rispose una voce un po scorbutica e roca, era lo stesso maestro che avrebbe svolto il corso e quel numero era il numero di casa dell uomo: disse di chiamarsi Walt e che per seguire il corso non era necessario nessun requisito e nessuna esperienza e che il costo era di 10 sterline a lezione, in tutto erano ventidue lezioni ognuna di un ora. Adam confermò e la telefonata si concluse velocemente. Rimase un po perplesso perché l uomo era stato un po scortese con lui ma comunque non vedeva l ora di iniziare il corso. I quattro giorni seguenti furono un inferno, come tutta la sua vita: a scuola non parlava con nessuno e tutti lo scansavano e lo guardavano male, arrivava a casa guardava la tv o dormiva ma faceva sempre incubi strani che lo svegliavano e per questo soffriva di insonnia,per lui non c era più un motivo di vivere, l unica cosa che lo faceva sentire meglio era ascoltare Daniel per ore e ore passeggiando per Londra. Il giorno della prima lezione arrivò e Adam si doveva recare alla casa di Walt alle quattro. Era una casa molto grande e vecchia fatta principalmente di legno scuro, Adam prima di entrare ci pensò ma poi si convinse che non aveva niente da perdere e quindi bussò. Ad aprirlo fu un anziana signora, minuta e molto graziosa: aveva capelli lunghi e grigi raccolti in una crocchia e indossava un golf rosa con una gonna grigia e una bellissima collana di perle che le illuminava il volto. Lo salutò con un raggiante sorriso e gli fece strada nella casa: attraversarono vari corridoi intrecciati tra loro come un labirinto finche non arrivarono in un piccolo salotto con molti divani dove sedevano le altre persone che avrebbero seguito il corso: c erano tre donne adulte sui trentacinque molto alte e simili tra loro, due uomini sui cinquanta, una ragazza di venticinque, due ragazzi sui venti e una ragazza che aveva su per giù l età di Adam. La donna anziana disse ad Adam che doveva aspettare lì il maestro con gli altri, così Adam si sedette sul divano dove c erano le tre donne che stavano sorseggiando tè caldo, dopo un po di secondi si accorse che erano gemelle: la prima aveva capelli liscissimi e castani che gli cadevano sule spalle e aveva un naso molto appunta, la seconda aveva capelli corti tinti di verde e occhi grigi 33

4 mentre l ultima aveva una coda di cavallo castana e occhiali da vista molto grossi e tutte e tre erano vestite in modo stravagante molto colorato. La ragazza con i capelli verdi sorrise ad Adam e lo salutò presentandosi: si chiamava Micol e le altre erano Mary e Susanne, Micol era molto socievole e si mise a parlare a tutta randa con Adam che la fissava ed annuiva capendo solo la metà delle parole, poi gli chiese se aveva mai frequentato altri corsi d arte e disegno e lui dissentì e gli disse che voleva provare una cosa nuova. L arrivo del maestro interruppe la loro conversazione: era un uomo alto e magro quasi scheletrico con capelli grigi e con una sigaretta in bocca,il suo abbigliamento stonava con l arredamento della casa: indossava una t-shirt bianca sporca di tempere di due taglie più grande della sua e aveva jeans consumati. Salutò tutti e fece una veloce introduzione e poi disse di seguirlo nella stanza accanto dove si sarebbe svolta la lezione: la stanza era molto grande e arredata in modo spartano rispetto al resto della casa c erano cavalletti con tele bianche, cartelloni molto grandi stesi per terra con affianco i barattoli di tempere,pennelli di ogni misura e dei tavoli con sopra dei fogli, matite e lapis. Walt disse che ognuno poteva usare ogni materiale a disposizione e disegnare liberamente ciò che voleva per esprimere se stessi, poi aggiunse che nelle prossime lezioni avrebbe insegnato tecniche di disegno e avvolte ci sarebbero stati soggetti da copiare uguali per tutti. Infine disse che non c erano regole, l unica regola era che le opere svolte dovevano esprimere un emozione o un sentimento. Così tutti iniziarono a prendere un posto e il materiale che preferivano, Adam era in fondo e scelse di usare la tela con le tempere però non aveva la minima idea di che cosa disegnare e si trovava in difficoltà, si guardò attorno e notò che accanto a lui c era la ragazza della sua età che stava già dipingendo sulla tela con pennellate leggere un qualcosa ancora indecifrabile. Era una ragazza singolare: aveva capelli color rosso rame raccolti in una treccia spettinata, occhi verdi e grossi, pelle chiara e non portava il trucco; indossava dei vecchi jeans con sopra dei disegni probabilmente fatti da lei e un maglione verde come i suoi occhi. Adam la guardò per un po di secondi finche lei non se ne accorse, cosi Adam si giro e fissò la tela bianca facendo finta di pensare; poi si ricordò l ultima cosa che aveva detto Walt: L opera deve avere sentimento e non importa che cosa ci sia raffigurato. Così iniziò senza avere un idea precisa, prese i tubetti di colore e senza usare il pennello ma con le dita della mano cominciò a strofinare il colore nero sulla tela. Dopo di che prese altro colore sempre sulla tonalità del nero, del grigio e del bianco e continuò la sua opera. Alla fine dell ora Walt passò ad osservare i dipinti svolti dagli alunni non dicendo nulla, avvolte criticava o diceva semplicemente bel lavoro ; quando arrivò al dipinto di Adam che era l ultimo rimase per un paio di minuti ad osservarlo attentamente: di prima occhiata 34

5 sembrava semplicemente una macchia nera senza un senso ma poi se si guardava con precisione la macchia nera formava un volto informe quasi spettrale. Gli occhi di Walt brillarono, si vedeva che era soddisfatto ma a causa del suo orgoglio proferì solo tre parole: Bel lavoro ragazzo. La lezione era finita, gli alunni se ne andarono, Adam salutò la ragazza dai capelli verdi e si diresse verso l uscita; mentre camminava in quei corridoi tenebrosi ripensò a lo sguardo di Walt che brillava, quello sguardo lo convinse a tutti gli effetti di continuare il corso perché non era mai stato così soddisfatto di se stesso in vita sua e dipingere lo aveva fatto star bene, in quell ora di lezione pensava soltanto a dipingere, dipingere e dipingere e non aveva pensato nemmeno un minuto alla sua triste vita al di fuori di quella casa. Quando uscì fu fermato dalla ragazza che era accanto a lui, la ragazza si presentò si chiamava Camille e frequentava il terzo anno di liceo come lui, era una ragazza temeraria e allegra, attaccava subito bottone, infatti chiese ad Adam se aveva voglia di fare la strada di ritorno insieme a lei e magari anche di prendere qualcosa da bere. Ad Adam piaceva quella ragazza quindi acconsentì e passarono tutto il pomeriggio insieme. Adam continuò a frequentare il corso per tutto l anno, alla fine di ogni lezione faceva la strada di ritorno insieme a Camille e diventarono buoni amici. Quando era a casa spesso dipingeva e disegnava, avvolte chiamava Walt per qualche consiglio, con il passare delle lezioni era riuscito a farsi amico quello strano maestro chiuso in se stesso ma che in realtà era una persona stupenda ricca di saperi e di esperienze. Senza accorgersene Adam non pensava più al suicidio e finalmente stava vivendo: ora non viveva solo per Daniel ma anche per l arte, per Walt e i suoi insegnamenti ed infine anche per Camille che rendevano la sua vita felice. 35

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