IL TRATTAMENTO DELLE DIFFERENZE DA CONSOLIDAMENTO: UN APPROCCIO PER CAUSE ECONOMICHE

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1 IL TRATTAMENTO DELLE DIFFERENZE DA CONSOLIDAMENTO: UN APPROCCIO PER CAUSE ECONOMICHE ALESSANDRO MONTRONE * Il contenuto del bilancio di gruppo si caratterizza per la presenza di alcune voci peculiari; tra queste, le differenze derivanti dal processo di consolidamento rivestono un ruolo cruciale per la sua corretta redazione e più agevole lettura. Non è quindi accettabile utilizzare ed interpretare queste voci alla sola stregua di differenze contabili senza considerare attentamente il sostrato economico da cui emergono, pena la perdita di una rilevante parte della capacità informativa che si richiede al bilancio consolidato. Con il presente contributo si è dunque voluta approfondire la riflessione sulle cause economiche generatrici di tali differenze, cercando di rapportarvi il relativo trattamento contabile. 1. Il consolidamento integrale delle partecipazioni di controllo La fase centrale, e forse la più delicata, del processo di integrazione dei singoli bilanci in quello del gruppo cui più imprese appartengono è plausibilmente quella in cui si procede al consolidamento delle partecipazioni. Tale operazione, relativamente alle controllate incluse nell area di consolidamento, deve essere attuata, per espressa previsione del legislatore nell articolo 31 del DLgs n. 127/1991, secondo il metodo dell integrazione globale, atteso che nella redazione del bilancio di gruppo vanno ripresi integralmente gli elementi dell attivo e del passivo, nonché i proventi e gli oneri. Tuttavia, va prioritariamente ricordato che non ogni posta presente nei bilanci delle singole società trova collocazione nel consolidato, considerato che occorre procedere alla eliminazione: a) dei valori relativi ad operazioni interne al gruppo aziendale; b) delle partecipazioni delle imprese incluse nel bilancio di gruppo in * Ricercatore Confermato in Economia Aziendale, docente di «Economia ed Organizzazione Aziendale» presso la Facoltà di Ingegneria e di «Economia Aziendale» presso il DU in Statistica e Informatica per la Gestione d Impresa dell Università degli Studi di Perugia. 141

2 contropartita delle corrispondenti frazioni di patrimonio netto, sulla base dei valori contabili riferiti alla data in cui l impresa è per la prima volta inclusa nel consolidamento. Più specificamente, le operazioni di cui al punto a), che riguardano l elisione di saldi contabili reciproci, possono essere suddivise secondo due categorie: 1) eliminazioni di saldi che non hanno effetto sul risultato economico consolidato e sul patrimonio netto consolidato 1 : crediti e debiti in essere tra le imprese incluse nel consolidamento; proventi ed oneri relativi a operazioni effettuate tra tali imprese; ricavi per vendite di beni strumentali ad altra società del gruppo 2 ; 2) eliminazioni di saldi che hanno effetto sul risultato economico consolidato e sul patrimonio netto consolidato: utili e perdite infragruppo inclusi in valori del patrimonio (ossia nelle immobilizzazioni o nelle rimanenze); dividendi percepiti da altre società del gruppo. Tutto ciò si rende necessario in quanto il bilancio consolidato «considera in modo unitario il gruppo cui si riferisce: le operazioni che avvengono all interno del gruppo non possono quindi essere prese in considerazione nella redazione del bilancio di gruppo, in quanto si compensano all interno del gruppo medesimo. Il bilancio di gruppo, da questo punto di vista, tende infatti a mettere in evidenza i rapporti tra il gruppo, unitariamente inteso, ed i soggetti esterni ad esso» 3. La fase di cui al punto b), che costituisce oggetto di approfondimento della presente trattazione, comporta invece, nella sostanza, che i valori sinteticamente espressi nella posta «Partecipazioni di controllo» del bilancio della capogruppo vengano a trovare analitica espressione nel consolidato attraverso l esposizione di tutte le attività e passività delle controllate (ad eccezione, naturalmente, di quelle che riguardano le ricordate operazioni interne). Ciò risulta, peraltro, evidente ipotizzando che la società X e la società Y (controllata da X al 100%) presentino le seguenti situazioni patrimoniali (Tabelle 1 e 2). ¹ Di Cagno evidenzia che «l eliminazione dei crediti e dei debiti tra società del gruppo e dei costi o dei ricavi relativi ad operazioni intervenute tra le stesse società, non comporta, è evidente, alcun effetto sui valori globali, a parte alcune ipotesi di discordanza dovute ad esempio alla difformità dei criteri di iscrizione dei crediti rispetto ai debiti. In tali casi le conseguenti differenze si devono sistemare contabilmente mediante integrazioni a voci dello SP o del Conto Economico, in relazione alle cause determinanti» (Il bilancio consolidato di gruppo, pag. 31). ² Questi ricavi, qui ricordati per completezza di trattazione, non vengono propriamente eliminati, bensì riclassificati in un altra voce del conto economico in virtù del diverso significato che assumono nell ambito del bilancio di gruppo. ³ Pisoni, Gruppi aziendali, pag

3 A. MONTRONE, IL TRATTAMENTO DELLE DIFFERENZE DA CONSOLIDAMENTO... Tabella 1 Stato patrimoniale X Cassa 50 Debiti 200 Crediti 140 Capitale sociale 250 Magazzino 130 Riserve 50 Partecipazione Y 200 Utile 20 Totale 520 Totale 520 Tabella 2 Stato patrimoniale Y Cassa 20 Debiti 80 Crediti 60 Capitale netto 200 Magazzino 90 Immobili 110 Totale 280 Totale 280 Procedendo al consolidamento, attraverso la somma di tutte le attività e le passività e l eliminazione della partecipazione in contropartita del capitale netto di Y, si ottiene lo stato patrimoniale consolidato (Tabella 3). Tabella 3 Stato patrimoniale consolidato Cassa 70 Debiti 280 Crediti 200 Capitale netto 250 Magazzino 220 Riserve 50 Immobili 110 Utile 20 Totale 600 Totale 600 Dall ultimo prospetto di può notare come la totalizzazione sia pari alla somma di tutte le voci dei singoli bilanci di X e di Y, diminuita dell importo della partecipazione (o del capitale netto della partecipata). Tuttavia, il caso appena esposto, di agevole soluzione ed utile ad esprimere con estrema chiarezza la problematica in esame, si fonda su due rilevanti ipotesi semplificatrici: a) il controllo si basa su una partecipazione totalitaria di X in Y 4 ; ⁴ Pisoni precisa che «le partecipazioni totalitarie si hanno quando la società capogruppo detiene l intero pacchetto azionario delle società controllate. In questo caso esiste il massimo grado di possibilità di controllo all interno del gruppo, in quanto non sono presenti nell ambito del gruppo medesimo dei portatori di interessi differenti da quelli espressi dalla holding» (Gruppi aziendali, pag. 41). 143

4 «primo livello» dell entità «impresa» possono, in tutto o in parte, perdere di significato. Così, un impianto o un macchinario del quale è prossima la cessione ad un altra società del gruppo è valutato nel bilancio dell impresa alla stregua di attività corrente, ma nel consolidato esso assume la qualifica di immobilizzazione, atteso che nel quadro più ampio del gruppo conserva la natura di bene strumentale destinato ad un utilizzo protratto nel tempo. Analogamente, un titolo a reddito fisso destinato ad una prossima vendita ad un altra unità del gruppo potrebbe essere valutato nel bilancio della singola impresa al valore di presumibile realizzo in quanto attività finanziaria non immobilizzata. Tale criterio di apprezzamento non è, tuttavia, necessariamente valido anche nel quadro del gruppo aziendale, atteso che qui lo stesso titolo viene ad essere considerato una immobilizzazione finanziaria e, quindi, iscritto al valore di costo nel consolidato. La descrizione di possibili casi di divergenza tra valutazioni effettuate per la redazione dei bilanci d impresa e di gruppo potrebbe proseguire, senza tuttavia aggiungere nulla in più alla conclusione che, nel passaggio dal primo al secondo, pur agendo nel medesimo quadro normativo vigente in materia di principi generali e criteri particolari di valutazione, possono mutare le condizioni di base che avevano portato ad una determinata classificazione, ed alla conseguente stima, di una o più attività e passività nel bilancio d impresa 32. Tutto ciò è dovuto, in ultima analisi, alla natura di bilanci di funzionamento, propria di entrambi i livelli, che rende necessaria la loro redazione sulla base del principio del going concern. Ma quest ultimo rischia di rimanere una prescrizione priva di significato se nella sua applicazione non si effettua costante riferimento ai piani e programmi dell entità economica interessata. Pertanto, nella misura in cui questi siano elaborati ed esplicitati diversamente a livello d impresa e di gruppo, anche la valutazione del capitale di funzionamento deve mutare in misura più o meno consistente, pur ferma restando la quantità e le qualità intrinseche degli elementi componenti tale capitale. Infatti, gli elementi del patrimonio della partecipata dovrebbero essere rappresentati nel bilancio consolidato ad un valore espressivo del loro ruolo nel quadro dei piani e dei programmi predisposti per il gruppo aziendale. ³² In questo senso si esprime Rinaldi quando sostiene che «nel passaggio dai bilanci delle singole unità a quello del gruppo, pur operando con gli stessi principi di classificazione e di valutazione, possono manifestarsi delle divergenze poiché talune condizioni produttive patrimoniali possono ricevere una diversa classificazione» (Il bilancio consolidato, pag. 31). 158

5 A. MONTRONE, IL TRATTAMENTO DELLE DIFFERENZE DA CONSOLIDAMENTO Conclusioni Se è vero che il reddito ed il capitale di gruppo emergono dalla integrazione dei valori risultanti dai bilanci delle singole imprese in esso incluse, ne consegue che il calcolo e la corretta rappresentazione contabile delle possibili differenze emergenti dal consolidamento, sia positive che negative, costituisce forse il passaggio più delicato di tutto il procedimento. Detto passaggio è così cruciale in quanto nella sua attuazione si manifestano inesorabilmente le problematiche connesse all inserimento delle medesime attività e passività nel diverso contesto di un bilancio teso a fornire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato economico del ben più complesso sistema costituito dal gruppo aziendale. Ecco perché si è voluta enfatizzare l opportunità di una attenta analisi delle cause economiche generatrici di dette differenze, compiendo in merito alcune considerazioni che si spera possano rappresentare un sia pur modesto contributo di ragionamento ai fini della soluzione di un problema da considerarsi tuttora aperto, anche perché trova numerosi e sostanziali punti di contatto con la tematica del calcolo dell avviamento, la quale è tra le più controverse nella dottrina economico-aziendale. Tutto ciò è stato peraltro effettuato nella convinzione che un corretto trattamento contabile, con una comprensibile e significativa esposizione formale, di una posta di bilancio possa validamente basarsi solo su una coerente analisi degli aspetti sostanziali ad essa sottostanti. 159

6 BIBLIOGRAFIA Amodeo D., Ragioneria generale delle imprese, Napoli, Giannini, Bastia P., La formazione di bilancio consolidato, Bologna, Clueb, Brunetti G., Il ruolo del bilancio consolidato nel governo dei gruppi di imprese, in AA.VV., Il bilancio consolidato - VII Direttiva comunitaria e principi contabili, Padova, Cedam, Cassandro P. E., I gruppi aziendali, Bari, Cacucci, Cavalieri E., Le riserve nell economia dell impresa, Padova, Cedam, Commissione per la Statuizione dei Principi Contabili, Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, Principio contabile n. 8, Milano, Giuffrè. Commissione per la Statuizione dei Principi Contabili dei Consigli Nazionali dei Dottori Commercialisti e dei Ragionieri, Il nuovo principio contabile sul bilancio consolidato, in Il Sole 24 Ore, aprile Di Cagno N., Il bilancio consolidato di gruppo, Bari, Cacucci, Marinelli U., Consolidare secondo chiari principi, in Amministrazione e finanza, Paganelli O., Il bilancio di gruppo - Significato economico e procedimenti di formazione, Bologna, Azzoguidi, Paoloni M., L avviamento nella IV Direttiva CEE e nello schema di legge delegata. Alcune considerazioni, in Rivista Italiana di Ragioneria e di Economia Aziendale, nn. 9-10, Paris A., Il consolidamento dei bilanci di esercizio, in Quaderni dell Istituto di Ragioneria, Università di Siena, Pepe G., Holdings, gruppi e bilanci consolidati, Milano, Giuffrè, Pesenato A., Il bilancio consolidato - Metodologia e tecnica, Padova, Cedam, Pisoni P., Gruppi aziendali e bilanci di gruppo, Milano, Giuffrè, Pisoni P., Bilancio consolidato e settima direttiva CEE, Milano, Giuffrè, Prandina D. - Palazzolo G., Il bilancio consolidato - Aspetti tecnici e applicazioni pratiche, Edizioni Il Sole - 24 Ore, Rinaldi L., Il bilancio consolidato - Teorie di gruppo e assestamento delle partecipazioni, Milano, Giuffrè, Sarcone S., I bilanci consolidati di gruppo - Principi e tecnica della loro formazione, Milano, Ipsoa Informatica, Terzani S., Il bilancio consolidato, Padova, Cedam,

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