COMUNE DI BOFFALORA D'ADDA

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1 COMUNE DI BOFFALORA D'ADDA PROVINCIA DI LODI Il Sindaco LIVIO BOSSI Gruppo di lavoro Pierangelo Pavoni- Perito Industriale RIQUALIFICAZIONE ILLUMINAZIONE PUBBLICA PROGETTO DEFINITIVO A-1 RELAZIONE GENERALE OTTOBRE 2014

2 Storia...3 IlComune...3 LoStemma...3 IMPIANTIDIILLUMINAZIONEPUBBLICA...4 Generalità...4 LeggeL.R.17/ NormaCei

3 Storia Il Comune IlcomunediBoffalorad Addaèuncomunedi1.710abitantidellaprovinciadiLodiconun areadi8km². Il Nome di Boffalora, dall antico Buffalora o Bofalora, deriva dall unione dei termini Boffa e l ora, indicante quest ultimo un vento che spira nella zona del Lago d Iseo: viene dunque ad assumere il significato di paese dove soffia il vento. E un termine piuttosto diffuso nell Italia settentrionale in quanto vengono così denominati i luoghi esposti ai venti. Il senso del nome Boffalora si chiarisce considerando che il paese sorge in prossimità del fiume Adda, dalle cui sponde, in passato ricoperte fittamente di boschi, proveniva una gradevole frescura. Con l arrivo dei Longobardi nel 568 d.c., popolazione proveniente dalla regioni germaniche vicine al Baltico, ed in seguito al prevalere della società longobarda su quello romanogermanica, il complesso dei territori occupati dagli invasori acquistò il nome di Longobardia, rimasto poi alla nostra regione. Il bacino del fiume Adda costituì un fondamentale linea di collegamento e fu il motivo del sorgere di numerosi insediamenti tra il Serio e l Adda stesso: rappresentando a quel tempo Lodi la sede di alti dignitari del regno longobardo, nella zona compresa tra Dovera e Boffalora d Adda sono venuti alla luce numerosi ritrovamenti. Nel 1978 emerse a Boffalora d Adda, nel centro abitato, un corredo costituito da una croce d oro(ora perduta) e ornamenti di uno scudo. Nel 1986, nel campo denominato Pianone, fu rinvenuta una tomba con resti appartenenti ad un personaggio importante: il corredo funerario era costituito da armi riccamente ornate, fibbie incise, una croce d oro. E attestata la presenza in epoca medioevale di un ospedale sull attuale territorio di Boffalora d Adda, una sorta di infermeria e luogo di ricovero per viandanti e pellegrini, così come certamente esisteva un monastero ospitante le monache di clausura dell Ordine dei servi di Maria Vergine dello Spasimo, osservanti le regole di Sant Agostino. Vi era infine un castello in località denominata Castellaro, il cui ricordo rivive nello stemma del comune. Di notevole interesse la chiesa parrocchiale di Boffalora, realizzata nel 1513 sotto il pontificato di Leone X e l episcopato di Ottaviano Maria Sforza; ricostruita nel 1590 è dedicata alla Natività della Beata Vergine. Al suo interno si può ammirare un pregevole quadro ad olio di Scipione Piazza, rappresentante la Madonna con Santa Monica e Santa Elena; un altro notevole quadro realizzato da Pietro Lomazzo raffigura la Natività del Redentore. L altare maggiore in marmo proviene dall antica chiesa di San Michele in Lodi, risalente al XIII secolo. Lo Stemma Sullo sfondo della campagna che circonda e caratterizza il territorio di Boffalora, vi è rappresentato un castello posto accanto ad un fiume, a ricordo dell esistenza del maniero che sorgeva in prossimità del fiume Adda: castello e fiume rappresentavano le difese dei boffaloresi in caso di attacchi nemici. Sulla destra in alto compaiono inoltre tre scettri d oro sovrapposti, a memoria delle tre famiglie feudatarie del paese(destrieri, Corrado, Barattieri). Aldisopradellostemmaunacoronainmattoniconimerliugualiaquellidelcastello,aldi sotto circondano a avvolgono l immagine centrale due rami verdi legati da un fiocco. 3

4 IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE PUBBLICA Generalità L illuminazione pubblica è parte integrante della gestione amministrativa del territorio comunale, da un lato è al servizio della comunità e delle società locali mentre dall altro promuove lo sviluppo economico, migliora la sicurezza della viabilità e la sicurezza psicologica ed emotiva dei pedoni e dei cittadini residenti, nonché migliora il comfort abitativo ed ambientale. Illuminare un oggetto, una scena o un intero centro urbano non può significare solo dare luce ; significa piuttosto adottare la luce come linguaggio, come espressione e strumento di miglioramento. Nei compiti del Comune vi e quello di provvedere all illuminazione cittadina. La attuale normativa armonizzata Europea disciplina non soltanto all illuminazione delle strade a traffico motorizzato, ma anche l illuminazione di parchi e giardini, aree pedonali e delle eventuali iniziative private. Sul piano tecnico essi devono seguire un unica logica e in armonia con le altre scelte urbanistiche. A metà tra i consumi individuali e quelli collettivi, l impianto di illuminazione pubblica è la struttura su cui poter intervenire per ridurre in modo consistente i consumi energetici e di conseguenza le emissioni di anidride carbonica. Il consumo di energia elettrica derivante da illuminazione pubblica è stato stimato intorno a circa il 2% dei consumi nazionali(indagine Legambiente 2004) corrispondenti a milionidikwhannui,chealorovoltacorrispondonoacircail3%delleemissionicheil nostro Paese. Il risparmio energetico infatti è la prima fonte di energia alternativa e rappresenta senza dubbio il mezzo più rapido, efficace ed efficiente in termini di costi per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra, così si esprime la Commissione Europea nel documento Fare di più con meno. Libro Verde sull efficienza energetica del 2005, e costituisce una tappa importante per lo sviluppo di una politica energetica dell Unione Europea. Il primo passo in politica di risparmio energetico, e quindi applicabile al campo della pubblica illuminazione, è il contenimento degli sprechi energetici. L Europa, che consuma almeno il 20% dell energia che utilizza a causa della scarsa efficienza di apparecchi e impianti, si è posta l obiettivo di ridurre queste perdite entro il 2020, adottando un Piano d azione sull efficienza energetica. l settore dell illuminazione pubblica è un punto di partenza ideale per una politica di risparmio energetico perché la qualità del servizio è immediatamente visibile ai cittadini e può contribuire in modo concreto a migliorare la sostenibilità ambientale del nostro stile di vita. L impianto è destinato a fornire l illuminazione di aree esterne caratterizzate dalla presenza di sollecitazioni ambientali gravose come polvere, acqua di condensa, pioggia, neve e vento; l accessibilità al pubblico impone inoltre particolari provvedimenti di sicurezza. 4

5 Con riferimento alle caratteristiche elettriche e meccaniche, il principale riferimento normativo è costituito dalla Norma CEI LaLeggeRegionalen.17del intemadi"Misureurgentiintemadirisparmio energetico ad uso di illuminazione esterna e di lotta all inquinamento luminoso" e le successive integrazioni e modificazioni, costituiscono la normativa di riferimento regionale per ciò che concerne l inquinamento luminoso, inteso come ogni forma di irradiazione di luceartificialechesidisperdaaldifuoridelleareecuiessaèfunzionalmentededicatae,in particolare, oltre il piano dell orizzonte. Legge L.R. 17/2000 La L.R. Lombardia n 17/2000 e le successive integrazione verranno ora esaminati per ciascun ambito di interesse ai fini di identificare univocamente le linee guida per l illuminazione futura per il territorio comunale in particolare si riporteranno ed esaminate le seguenti disposizioni: Legge della Regione Lombardia n. 17 del 27/03/2000 Misure urgenti in tema di risparmio energetico ad uso di illuminazione esterna e di lotta all inquinamento luminoso (Rif. abbreviato LR17/00) Delibera della Giunta Regionale n del 11/12/2000, Aggiornamento dell elenco degli osservatori astronomici in Lombardia e determinazione delle relative fasce di rispetto (Rif. abbreviato D.G.R. 2611/00) Delibera della Giunta Regionale n. 7/6162 del 20/09/2001 Criteri di applicazione della L.R. n. 17 del 27/03/01 (Rif. abbreviato D.G.R. 7/6162) Legge regionale 20 dicembre n. 19- Disposizioni legislative per l'attuazione del documento di programmazione economico-finanziaria regionale, ai sensi dell'articolo 9-ter della legge regionale 31 marzo 1978, n. 34(Norme sulle procedure della programmazione, sul bilancio e sulla contabilità della Regione)_ Collegato 2006, art. 2, comma 3.(Rif. abbreviato L.R. 19/05, art. 2, comma 3) D.D.G Regione Lombardia 3 Agosto 2007 n Linee guida regionali per la redazione dei piani comunali dell illuminazione Verranno di seguito definiti i requisiti burocratici amministrativi, autorizzativi, ed i criteri tecnici per agevolare l amministrazione comunale e gli operatori del settore(progettisti, illuminotecnici e produttori) che si troveranno ad operare sul territorio comunale. Definizione di Inquinamento Luminoso L.R. 17/00, Articolo 1bis, comma 2: Ai fini della presente legge si intende: 1) per inquinamento luminoso, ogni forma di irradiazione di luce artificiale che si disperda al di fuori delle aree cui essa è funzionalmente dedicata e, in particolare, oltre il piano dell orizzonte; 2) per inquinamento ottico o luce intrusiva, ogni forma di irradiazione artificiale diretta su superficiocosecuinonèfunzionalmentededicataoperlequalinonèrichiestaalcuna illuminazione; Commenti ed Osservazioni: La definizione di inquinamento luminoso è estesa ponendo l accento su una progettazione illuminotecnica accurata che eviti non solo emissione di luce oltre l orizzonte(condizione necessaria ma non sufficiente per il reale conseguimento degli intenti della legge) ma anche fenomeni di fastidioso quanto pericoloso abbagliamento degli utentidellastradaediluceintrusivaedinvasivanellecaseeneifondialtrui. 5

6 Ambito di applicazione L.R. 17/00, Articolo 6, comma 1: Per l attuazione di quanto previsto dall articolo 1, dalla data di entrata in vigore della presente legge, tutti gli impianti di illuminazione esterna, pubblica e privata in fase di progettazione o di appalto sono eseguiti a norma antinquinamento luminoso e a ridotto consumo energetico; per quelli in fase di esecuzione, è prevista la sola obbligatorietà di sistemi non disperdenti luce verso l alto, ove possibile nell immediato, fatto salvo il successivo adeguamento, secondo i criteri di cui al presente articolo. Commenti: Su tutto il territorio regionale i nuovi impianti devono essere realizzati in modo conforme alla legge. Tale principio vale sia per i soggetti pubblici che per quelli privati che devono assoggettare i loro nuovi impianti in conformità alla LR17/00 all autorizzazione del sindaco(art.4, comma 1, lettera b) Norma Cei 64-7 Per gli impianti di illuminazione pubblica la Norma Cei 64-7 e da intendersi in applicazione con riferimento ai soli elementi meccanici e elettrici, tralasciando quelli illuminotecnici previsti nella Le3gge regionale 17/2000 e smi. Ai fini dell applicazione della norma si evince che vengono considerate le linee di alimentazione, i sostegni e le apparecchiature destinate ad effettuare un illuminazione di aree esterne ad uso pubblico. AifinidellaNormaCEI64-7legalleriestradaliopedonali,iporticiedisottopassisono considerate aree esterne. IrequisitifissatidallanormaCEI64-7riguardoirequisitieleproveaiqualigliimpianti devono rispondere per ottenere un funzionamento idoneo sia in durata che in sicurezza nei confronti delle cose e delle persone in ordinarie condizioni di installazione. 6

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