L'arte nelle corti del Trentino. Ricerca storico artistica e valorizzazione sul web. sito web a cura di Jacopo D'Andreamatteo

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1 L'arte nelle corti del Trentino. Ricerca storico artistica e valorizzazione sul web sito web a cura di Jacopo D'Andreamatteo

2 IL CICLO DI GARELLO DI VALLEFIORITA Il secondo ciclo d'affreschi a Castel Roncolo si trova nella Casta d'estate, costruita intorno al 1400 sul lato settentrionale del muro di cinta. All'interno due sale dividono lo spazio: nella stanza occidentale si presentano gli affreschi che illustrano le avventure di Garello di Vallefiorita, eroe proveniente dal ciclo di storie sulla tavola rotonda. L'autore, diverso per stile da quello (o quelli) del Palazzo Occidentale, si è ispirato ad un romanzo omonimo composto da uno scrittore conosciuto come Il Pleier 1 scritto intorno al L'unicità di quest'opera è data dal fatto che si tratta dell unico ciclo di affreschi su questo tema finora conservatosi. Le pareti della stanza sono suddivise da più registri orizzontali che comprendono un largo zoccolo, gli affreschi e dei fregi ornamentali raffiguranti figure a mezzobusto: Le poche scritte rimase spiegano che in questo fregio che corre intorno alle pareti sono raffigurati personaggi famosi, maschili e femminili. In base alle iscrizioni la serie inizia sulla parete sud, a destra del magnifico camino trecentesco, con i progenitori Adamo ed Eva. [...] Con la serie dei personaggi famosi il fregio della Stanza di Garello [...] serve a dare una base significativa alla sovrastante raffigurazione del poema epico tedesco medievale di Pleier [...]2 La storia raccontata dall'affresco vede Garello, incaricato da re Artù di esplorare il regno del re Ekunaver di Kanadic pronto a scatenare la guerra contro Camelot; lungo il tragitto Garello affronta diverse imprese riuscendo a mettere insieme una truppa di cavalieri da impiegare nella battaglia finale contro il re di Kanadic. Ancor prima che Artù giunga con il proprio esercito, Garello compie la sua missione sconfiggendo Ekunaver e stabilendo la pace tra i due fronti. Il ciclo d'affresco è composto da diversi riquadri: La storia comincia con il rapimento di Ginevra nel giorno della Pentecoste presso una delle corti di re Artù, Dinazarun. Quest'ultimo, seduto sul trono indica il rapitore mentre gli abitanti della città osservano la scena da una torre. (fig. 1) Nella scena successiva si assiste all'arrivo del gigante in armatura Karabin, il quale pur tributando onore ad Artù piegando le ginocchia e incrociando gli avambracci sulla picca, gli consegna la dichiarazione di guerra del re Ekunaver di Kanadic. (fig. 2) 1 L'origine di questo pseuodomino è pressoché sconosciuta. L'autore, attivo tra il 1240 e 1270, fu un'importante figura del revival letterario sul ciclo di re Artù nella Germania del XIII secolo. Cfr. P. W. Tax, Der Pleier, in N. J. Lacy, The New Arthurian Encyclopedia, Garland, New York, 1991, pp K. Domanski, M. Kreen, I cicli profani nella Casa d'estate, in Comune di Bolzano (a cura di), Castel Roncolo. Il maniero illustrato, op. cit., p

3 Nel terzo riquadro entra in scena il personaggio di Garello, a cavallo mentre insegue il gigante che scompare sulla destra; la sua missione è quella di riportare Ginevra e di sconfiggere re Ekunaver mettendo insieme un gruppo di cavalieri che lo aiutino nell'impresa. Al centro del terzo riquadro è situato un castello e il suo signore, il quale chiede a Garello di combattere contro il cavaliere Gerhart. (fig. 3) Fig. 1 Il rapimento di Ginevra

4 Fig. 2 Arrivo del gigante Karabin

5 Fig. 3 L'arrivo di Garello

6 Lo scontro, rappresentato nel quarto riquadro, vede la vittoria di Garello, contraddistinto dal cimiero e dal colpo di lancia che fa sbilanciare all'indietro il suo avversario sconfiggendolo; quest'ultimo si unisce al cavaliere di Artù nella sua avventura. (fig. 4) Fig. 4 Lo scontro tra Garello e Gerhart

7 Sulla parete ovest proseguono le vicende: in un riquadro gravemente danneggiato un cavaliere di nome Gilian assale Garello scambiandolo per un nemico; i resti del dipinto permettono di intravedere una lotta a piedi che prosegue poi a cavallo e che segna la sconfitta di Gilian, pronto a sostenere Garello nella sua missione alleandosi a lui come fatto da Gerhart. Nel sesto riquadro Garello e Gilian, uniti, sfidano il cavaliere Eskilabon che tiene prigionieri nel suo castello quattrocento cavalieri sconfitti in un torneo, che potranno essere liberati solo quando qualcuno sarà in grado di sconfiggerlo a duello: «chi intende affrontarlo deve intrecciare una ghirlanda con i fiori di un giardino antistante la rocca e slegare da un tiglio uno sparviero che volerà al castello per darne notizia ad Eskilabon.»3 (fig. 5) Nella scena successiva, che accoglie gli affreschi nella parete nord, sono rappresentati tre momenti distinti: Garello libera i prigionieri dei prigionieri da un palazzo alzando la spada per infrangere il catenaccio della porta; qui incontra giovane Klaris, il quale in segno di saluto tocca il mento al suo salvatore che a sua volta gli afferra il polso a simboleggiarne la liberazione; infine sulla destra si vede Garello sbarrare la strada ai nani schiavi dei giganti; il re dei nani porge la mano al cavaliere di Artù ma, nello stesso tempo, brandisce una spada, manifestando il timore iniziale difronte la figura di Garello e la gratitudine per aver liberato il suo popolo dalla schiavitù. (fig. 6) Segue la scena dell'accampamento (fig. 7) di Garello in cui sono radunati tutti i cavalieri unitesi a lui durante il viaggio in attesa della grande battaglia rappresentata nel riquadro successivo (fig. 8): Al centro della mischia spiccano Garello ed Ekunaver, contraddistinti da corone. Garello è identificato inoltre dalla pantera sul cimiero e da un corsetto azzurrino cosparso di punti rossi simili a stelle. Quel capo di vestiario, ricavato [ ] dalla pelle del mostro Vulganus [ ] I due re avversari sono impegnati in un duello a cavallo, in cui Garello dapprima minaccia Ekunaver con un pugnale; poi lo afferra e lo issa sul proprio cavallo. Intorno ai due capi infuria una mischia in cui schiere di armati si azzuffano con le lance, mentre singoli combattenti brandiscono le spade [ ] al di sopra di tutto sventola però il vessillo di Garello, segno della sua superiorità. 4 Questa rappresentazione scenica della battaglia costituisce l'apice pittorico del ciclo di Garello; la complessità e il numero delle figure che interagiscono nei diversi momenti dello scontro si uniscono in un insieme dinamico e avvincente che trova in alcuni esempi italiani del XIV secolo dei modelli iconografici.5 3 K. Domanski, M. Kreen, I cicli profani nella Casa d'estate, op. cit., p Ivi, pp A titolo di esempio si cita l'affresco di Spinello Aretino nel Camposanto di Pisa, le Storie dei ss. Efisio e Potito.

8 Fig. 5 Sfida al cavaliere Eskibalon

9 Fig. 6 Garello libera i prigionieri nel palazzo dei giganti

10 Fig. 7 L'accampamento di Garello

11 Fig. 8 La grande battaglia

12 Gli ultimi riquadri raccontano dell'incontro tra l'esercito di Garello e quello di re Artù (fig. 9): i due condottieri cavalcano con i vessilli alzati l'uno verso l'altro per darsi la mano seguiti dai personaggi che hanno animato la storia fino a quel momento compresa Ginevra salvata dal suo destino, successo per il quale Artù fa celebrare una festa (fig. 10); sotto un albero domina la scena una tavola rotonda, simbolo di pari dignità dei cavalieri anche se il re viene rappresentato primus inter pares con la corona e il mantello di ermellino. Alla sua destra c'è Garello, anch'egli incoronato pronto a tornare dalla sua consorte nell'ultima scena del ciclo sulla parete sud: scortato dai cavalieri, l'eroe cavalca verso un castello in cui lo attende Laudamia, affacciata alla finestra insieme a due ancelle. (fig. 11) Fig. 9 L'incontro tra Garello e re Artù

13 Fig. 10 Celebrazione della vittoria

14 Fig. 11 Il ritorno di Garello