POLITICHE DI COESIONE FONDI STRUTTURALI FESR STRUMENTI DI PRE-ADESIONE IPA ENPI

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1 POLITICHE DI COESIONE FESR STRUMENTI DI PRE-ADESIONE IPA ENPI 1

2 RGRMMA Marco Polo Le politiche di coesione europea trovano fondamento nell art del Trattato della Comunità Economica Europea, là dove si esplicita il principio che un armonioso sviluppo dello spazio comune europeo può essere perseguito solo attraverso il rafforzamento della sua coesione economica e sociale. Il principio, ai cui gli Stati membri si sono obbligati a conformare le loro politiche economiche, è stato poi riaffermato con i Protocolli di Nizza del 2000, entrati in vigore a seguito del processo di ratifica nel 2002 che, hanno rinnovato e aggiornato i contenuti del Trattato, compreso il Titolo Coesione Economica e Sociale (artt ). Nei primi anni di vita della CEE non si avvertiva necessità di politiche di coesione e di riequilibrio territoriale, anche in considerazione dell omogeneità economica che caratterizzava i sei Stati fondatori. Tuttavia, fin dall inizio è stato sviluppato dai paesi partner un politica regionale europea e sono stati creati alcuni strumenti finalizzati di sostegno (in particolare l FSE Fondo Sociale Europeo e la BEI - Banca Europea degli Investimenti). L altro strumento principe della politica regionale europea, ovvero il FESR (Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale), è stato creato qualche anno dopo l entrata del Regno Unito nel mercato comune. Il 1985 segna un primo momento rilevante di evoluzione della politica di coesione europea. La 1 Art.158 del Trattato Per promuovere uno sviluppo armonioso dell insieme della Comunità, questa sviluppa e prosegue la propria azione intesa a realizzare il rafforzamento della sua coesione economica e sociale. In particolare la Comunità mira a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni ed il ritardo di sviluppo delle regioni meno favorite o insulari, comprese le zone rurali. presa di consapevolezza della specificità delle regioni che si affacciano sul Mediterraneo e del fatto, soprattutto, che queste aree pur essendo sottosviluppate non usufruivano dei benefici della Politica Agricola Comunitaria spinse gli organi comunitari a predisporre specifici strumenti di sostegno, che trovarono espressione nei Programmi Integrati Mediterranei (PIM). La novità più significativa dei PIM è rappresentata dalle modalità di assegnazione delle risorse, non più centrate sul singolo progetto, quanto piuttosto su un programma di sviluppo con orizzonte temporale almeno a medio termine. Con la firma dell'atto Unico Europeo del 1986 la coesione economica e sociale europea vede riconosciuta una nuova centralità, con l inserimento nel nuovo Trattato di uno specifico titolo, il quinto, ad essa finalizzato. In particolare, l'art. 130-A afferma esplicitamente che «la Comunità mira a ridurre il divario tra le diverse regioni e il ritardo delle regioni meno favorite». E l'art. 130-B dà sostanza a questa affermazione di principio individuando gli specifici strumenti comunitari da utilizzare, ovvero «i fondi a finalità strutturale» (i Fondi Strutturali ): i già esistenti FSE e FESR, ai quali si aggiunge il Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia (FEOGA sezione orientamento). Le risorse dei Fondi Strutturali furono raddoppiate per il periodo producendo così una poderosa spinta alla politica di coesione (Pacchetto Delors I). Contestualmente, nel nuovo Trattato veniva istituito, all'art. 130-D, un Fondo di Coesione finalizzato all'erogazione «di contributi finanziari a progetti in materia di ambiente e di reti transeuropee nel settore delle infrastrutture dei trasporti». I beneficiari di questo nuovo fondo potevano essere solo i paesi me mbri con un PIL inferiore al 90% della media UE (Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna). 2

3 Nel 1993 viene finanziato il nuovo ciclo di programmazione dei Fondi Strutturali (Pacchetto Delors II), con un ulteriore incremento delle risorse da destinare alle aree meno sviluppate dello spazio comunitario e, coerentemente, uno sbilanciamento degli stanziamenti a favore dei c.d. paesi della coesione (i sopra citati Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna), verso cui fu dirottata oltre metà dei finanziamenti. Infine, il pacchetto di riforme nato dal documento Agenda 2000 ha introdotto una serie di innovazioni che hanno migliorato l'efficienza dei Fondi Strutturali e del Fondo di Coesione. In particolare, le risorse dei Fondi Strutturali per il periodo furono indirizzate: - a promuovere lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni che presentano ritardi nello sviluppo4 (c.d. Obiettivo 1 a cui è stato destinato il 67,7% degli stanziamenti); - a favorire la riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali (c.d. Obiettivo 2 con l 11,5% delle risorse); - a favorire l'adeguamento e l'ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione; in particolare, attraverso la promozione di politiche attive per combattere la disoccupazione e potenziare le possibilità di inserimento lavorativo utilizzando sistemi di istruzione e formazione continua (c.d. Obiettivo 3 con il 12,3% dei fondi). I Fondi Strutturali assorbono ormai circa un terzo del bilancio dell Unione Europea. La politica di coesione intesa come politica industriale attiva e quindi dotata di fondi per intervenire, è stata finalizzata a riequilibrare le condizioni delle aree svantaggiate dal punto di vista socioeconomico, in particolare attraverso, il recupero delle sottodotazioni infrastrutturali dei territori deboli, con l obiettivo di riallineare gli indici alla media U.E. 2 e, dall altro lato, l aiuto 2 Le relazioni intermedie sulla politica di coesione sono reperibili sul sito web Inforegio. Sia la quarta relazione, COM(2006) 281 del 12/6/06, che la precedente, COM(2005) 192 del 17/5/05, risultano più orientate al nuovo periodo di programmazione ed agli obiettivi di Lisbona piuttosto che ad effettuare un bilancio sugli obiettivi di riequilibrio della programmazione in corso. Questo anche per difficoltà oggettive a reperire dati macroeconomici recenti a livello di regioni Obiettivo 1 e 2. Per contrastare tali difficoltà la Commissione ha quintuplicato il proprio contributo al progetto European diretto alle imprese ma definendo limiti stringenti di eleggibilità (dimensione delle aziende, misura dei contributi) per non alterare la concorrenza nel mercato. LA PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI Nel periodo di programmazione si assiste ad un cambiamento della politica di coesione. A fianco della programmazione a prevalente carattere territoriale, sono proliferati programmi europei settoriali con riferimento alla ricerca, all energia e all ambiente, alle tecnologie digitali, ai trasporti, ecc. che progressivamente hanno incorporato elementi crescenti di politica industriale e di sviluppo. La nuova programmazione mette l accento sulla competitività dell Unione Europea nel suo complesso. Tale obiettivo diviene così il secondo pilastro della politica regionale di coesione. Questo si traduce nella previsione di un Obiettivo Competitività regionale e occupazione privo di limitazioni geografiche che si affianca ad un Obiettivo Convergenza più tradizionalmente definito territorialmente. Con la nuova programmazione sono state introdotte anche una serie di iniziative comunitarie che risultano importanti per inquadrare la nuova politica economica dell Unione. Si fa riferimento in particolare: - all azione della Commissione tesa a promuovere e coordinare le programmazioni nazionali a partire da una riclassificazione degli interventi in coerenza con le priorità dell Agenda di Lisbona. - alla concentrazione di più iniziative comunitarie settoriali in un unico programma quadro per la competitività e l innovazione con una dotazione di milioni di Euro e 3 programmi specifici: Spatial Planning Observation Network (ESPON). Per maggiori informazioni si veda il sito 3 Decisione N. 1639/2006 CE del 24/10/06 in GUCE L. 310 del 9 novembre

4 (1)innovazione ed imprenditorialità da sostenersi soprattutto mediante strumenti di ingegneria finanziaria a favore delle PMI, (2) sostegno alla politica in materia di tecnologie dell informazione e della telecomunicazione; (3) energia intelligente; - alla definizione da parte della Commissione in collaborazione con le istituzioni finanziarie europee di tre strumenti finanziari: JEREMIE, JESSICA e JASPER, da utilizzare anche a sostegno della programmazione dei Fondi Strutturali; I nuovi fondi strutturali prevedono alcune novità/cambiamenti: - una maggiore concentrazione rispetto agli obiettivi di crescita ed occupazione; - un maggior decentramento. La Commissione si concentrerà maggiormente sulla condivisione delle strategie e quindi sui risultati attesi, lasciando più autonomia e responsabilità gestionale agli organi territoriali a fronte di standard comuni per la gestione, il controllo e la valutazione finanziaria; - l enfasi sui partenariati pubblico-privati; - l enfasi sulle formule di ingegneria finanziaria anche mediante il coinvolgimento della professionalità e delle risorse della BEI e del FEI e, più ampiamente, degli intermediari finanziari. 1. JEREMIE (Joint European Resources for Micro to Medium Enterprises) per migliorare l accesso ai finanziamenti allo sviluppo delle PMI della U.E. mediante provvista agevolata per prodotti finanziari innovativi e contribuzione agli extracosti di gestione degli intermediari finanziari specializzati; 2. JASPER (Joint Assistance to Support Projects in European Region) che, coinvolgendo anche la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), intende assistere gli Stati membri e le regioni per predisporre progetti di grande rilievo e coinvolgere il capitale privato; 3. JESSICA (Joint European Support for Sustainable Investment in City Areas) che, coinvolgendo anche la Banca di Sviluppo del Consiglio di Europa (CEB), intende promuovere investimenti sostenibili nelle aree urbane, attraverso l assistenza fornita alle autorità locali nel definire progettazioni complesse e su misura, nonché attraverso il sostegno a grandi progetti, anche in PPP, e ad iniziative per promuovere imprenditorialità diffusa (operativamente un mix di strumenti JEREMIE e JASPER). IL FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE Il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) è stato determinato dal Regolamento (CE) n. 1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell Unione europea lo scorso 31 luglio 2006, che ne definisce i compiti ed il campo di applicazione con riguardo agli obiettivi della Convergenza, della Competitività regionale e occupazione e della Cooperazione territoriale europea che saranno oggetto di approfondimento nel capitolo successivo. L articolo 160 del Trattato stabilisce che il FESR è finalizzato alla correzione dei principali squilibri regionali che si ravvisano all interno della Comunità attraverso il sostegno allo sviluppo e all adeguamento strutturale delle economie regionali, inclusa la riconversione delle regioni industriali in declino e delle regioni in ritardo di sviluppo, e sostenendo la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale. In questa maniera il FESR dà attuazione alle priorità comunitarie e in particolare all esigenza di rafforzare la competitività e l innovazione, creare e mantenere posti di lavoro stabili e assicurare lo sviluppo sostenibile. A livello generale, il FESR contribuisce al finanziamento: - di investimenti produttivi che contribuiscono alla creazione e al mantenimento di posti di lavoro stabili; - di investimenti in infrastrutture; - dello sviluppo del potenziale endogeno attraverso misure che sostengono alla crescita regionale e locale; - dell assistenza tecnica, secondo quanto disposto agli articoli 45 e 46 del regolamento (CE) n. 1083/2006. Più in dettaglio, nell ambito dell obiettivo Convergenza, che vede la compartecipazione 4

5 anche dell FSE e del Fondo di coesione, il FESR concentra il suo intervento sul sostegno allo sviluppo economico sostenibile e integrato, a livello regionale e locale, e all occupazione, principalmente perseguendo priorità in materia di: - ricerca e sviluppo tecnologico (R&ST); -sviluppo delle infrastrutture di comunicazioni elettroniche, dei contenuti e dei connessi servizi; - iniziative locali per lo sviluppo e supporto alle infrastrutture che forniscono servizi zonali per creare nuovi posti di lavoro, laddove tali azioni esulano dal campo d applicazione del Regolamento (CE) n. 1081/2006 ; - prevenzione dei rischi (naturali e tecnologici); - valorizzazione del turismo e delle risorse ambientali e del patrimonio culturale; -trasporti, attraverso investimenti finalizzati allo sviluppo ed alla fluidificazione del sistema all interno del quale viene evidenziato, oltre il miglioramento delle reti transeuropee e dei connessi collegamenti, anche lo sviluppo di strategie integrate per un trasporto pulito, di qualità che non può prescindere sia da una più equilibrata ripartizione modale sia dalla valorizzazione dei sistemi intermodali; - investimenti nell istruzione, nella sanità e nelle infrastrutture sociali. Il FESR che interviene, insieme all FSE, anche nell ambito dell obiettivo Competitività regionale e occupazione si concentra principalmente sulle tre priorità: - innovazione ed economia della conoscenza; - ambiente e prevenzione dei rischi facendo riferimento, tra le altre, alla promozione dell efficienza energetica, alla produzione di energie rinnovabili ed alla promozione di trasporti pubblici puliti e sostenibili soprattutto nelle aree urbane; - accesso ai servizi di trasporto e di telecomunicazioni di interesse economico generale tra cui il potenziamento delle reti di trasporto secondarie, mediante il miglioramento dei collegamenti con le reti TEN-T, con gli snodi ferroviari, gli aeroporti e i porti regionali o con le piattaforme multimodali; mediante la creazione di collegamenti radiali con le principali linee ferroviarie; mediante la promozione delle vie navigabili interne regionali e locali e del trasporto marittimo a corto raggio. Infine, nell ambito dell obiettivo Cooperazione territoriale europea 4, di esclusiva pertinenza dell intervento del FESR, l attenzione è rivolta a priorità quali: -la realizzazione di attività economiche, sociali e ambientali transfrontaliere mediante strategie comuni di sviluppo territoriale sostenibile ; -la creazione e sviluppo della cooperazione transnazionale, inclusa la cooperazione bilaterale tra regioni marittime non disciplinata dal punto precedente, tramite il finanziamento di reti ed azioni che favoriscono uno sviluppo territoriale integrato; -il rafforzamento dell efficacia della politica regionale tramite la promozione della cooperazione interregionale, lo scambio di esperienze in merito alle migliori prassi, ecc. Secondo il Regolamento n. 1080/2006, gli Stati membri che partecipano ad un programma operativo sono tenuti a designare: - un autorità di gestione unica, che è responsabile della gestione e dell attuazione del programma operativo; - un autorità di certificazione unica, che riceve i pagamenti effettuati dalla Commissione e, come regola generale, effettua i pagamenti al beneficiario; -un autorità di audit unica. Tuttavia al fine di convalidare le spese, ogni Stato membro predispone un sistema di controllo che verifica la fornitura dei beni e dei servizi cofinanziati, la veridicità delle spese dichiarate (per le operazioni o le parti di operazioni realizzate sul proprio territorio) e la conformità di tali spese, e delle relative operazioni o parti di operazioni, con le norme comunitarie e nazionali. A tale scopo ciascuno Stato membro designa i controllori responsabili della verifica della legittimità e regolarità delle spese dichiarate da ciascuno dei beneficiari. 4 All articolo 18 del regolamento in esame è previsto che gli Stati membri che partecipano ad un programma operativo nell ambito dell obiettivo «Cooperazione territoriale europea» possono ricorrere ad un gruppo europeo di cooperazione territoriale a norma del regolamento (CE) n. 1082/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell 5 luglio 2006, relativo ad un gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT) 5

6 IL FONDO DI COESIONE Istituito con il Trattato di Maastricht, con l obiettivo di supportare i paesi più svantaggiati dell Unione europea nel ridurre il differenziale economico che li separava dagli Stati membri, il Fondo di coesione opera a sostegno di progetti riguardanti: - il trasporto: le reti transeuropee di trasporto ed in particolare di quelli considerati essere di prioritario interesse comune; - l ambiente: che rientrano nell ambito delle priorità attribuite alla politica comunitaria di tutela ambientale in virtù del relativo programma di azione. Ambiente e trasporto rappresentavano gli interventi più consistenti del Fondo di coesione che è rivolto verso quei paesi che hanno un reddito nazionale lordo pro-capite inferiore al 90% della media comunitaria. In particolare, specifica l articolo 2 del Regolamento n. 1084/2006 che disciplina il Fondo, esso può intervenire anche nei settori collegati allo sviluppo sostenibile che presentano chiari vantaggi ambientali, quali l efficienza energetica e le energie rinnovabili e, nel settore dei trasporti al di fuori delle reti transeuropee, le ferrovie, le vie navigabili fluviali, il trasporto marittimo, i sistemi multimodali di trasporto e la loro interoperabilità, la gestione del traffico stradale, marittimo e aereo, il trasporto urbano pulito e il trasporto pubblico. Di rilievo appare anche l esplicita menzione delle reti transeuropee nell ambito di applicazione del fondo (articolo 2). La dotazione finanziaria riconosciuta al fondo passata dai 18 miliardi di euro del precedente periodo, ai 61,59 miliardi per il periodo , che ha più che triplicato le disponibilità in ragione anche dell aumentato numero dei paesi beneficiari. GLI OBIETTIVI DELLA POLITICA DI COESIONE Obiettivo Convergenza e competitività L obiettivo Convergenza riguarda gli Stati membri e le regioni meno sviluppate, che costituiscono l oggetto prioritario della politica di coesione comunitaria. L importanza di questo obiettivo assume una rilevanza strategica, dopo l allargamento che comporta un aumento delle disparità all interno dell Unione, la cui riduzione richiede sforzi sostenuti a lungo termine. Come si legge nel Regolamento del Consiglio Recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di Coesione 5 : l'obiettivo «Convergenza», ( ) è volto ad accelerare la convergenza degli Stati membri e regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni per la crescita e l'occupazione tramite l'aumento e il miglioramento della qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, lo sviluppo dell'innovazione e della società della conoscenza, dell'adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, la tutela e il miglioramento della qualità dell'ambiente e l'efficienza amministrativa. Questo obiettivo costituisce la priorità dei Fondi. Aree interessate: Fondi: Risorse disponibili: gli Stati membri il cui RLN è inferiore al 90% della media europea; Regioni con PIL inferiore al 75% rispetto al PIL europeo (in Italia: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia). F.do di Coesione, FESR, FSE. Secondo il Regolamento 1083/2006; all obiettivo Convergenza sono attribuite l 81,54% delle risorse globali, pari a circa 251 miliardi di euro 5 Regolamento (CE) 1083/2006 del Consiglio dell 11 luglio

7 Obiettivo Competitività regionale e occupazionale L obiettivo Competitività regionale e occupazione intende rafforzare la competitività e l attrattività delle regioni nonché l occupazione a livello regionale. Nel Regolamento 1083/2006 del Consiglio si definisce l obiettivo: «Competitività regionale e occupazione» che punta, al di fuori delle regioni in ritardo di sviluppo, a rafforzare la competitività e le attrattive delle regioni e l'occupazione anticipando i cambiamenti economici e sociali, inclusi quelli connessi all'apertura degli scambi, mediante l'incremento e il miglioramento della qualità degli investimenti nel capitale umano, l'innovazione e la promozione della società della conoscenza, l'imprenditorialità, la tutela e il miglioramento dell'ambiente e il miglioramento dell'accessibilità, dell'adattabilità dei lavoratori e delle imprese e lo sviluppo di mercati del lavoro inclusivi. Nella definizione è presente un duplice approccio: - l attuazione di programmi di sviluppo intesi ad aiutare le regioni ad anticipare e a promuovere il cambiamento economico mediante l innovazione e la promozione della società della conoscenza, l imprenditorialità la protezione dell ambiente e il miglioramento della loro accessibilità; tali interventi saranno realizzati attraverso i programmi regionali finanziati dal FESR; - attraverso i programmi finanziati dal FSE, la politica di coesione aiuterà a prevedere i cambiamenti economici e ad adattarvisi sostenendo politiche volte a garantire la creazione di posti di lavoro, il miglioramento della qualità e della produttività del lavoro e l inserimento sociale. Aree interessate: Tutte le regioni europee non incluse nella Priorità 1 e cioè: le Regioni ex obiettivo 2 e 3 e le Regioni in Phasing in (aree in fase di uscita, che erano aree Fondi: Risorse disponibili: depresse fino al ma che non lo sono più a partire dal 1 gennaio 2000) FESR, FSE. Le risorse destinate all obiettivo Competitività regionale e occupazione rappresentano il 15,95% delle risorse totali destinate ai Fondi, pari a circa 49,1 miliardi di euro Cooperazione territoriale europea Questo obiettivo si basa sull esperienza dell iniziativa INTERREG6, che la Commissione intende proseguire attraverso la creazione di un nuovo obiettivo volto a garantire l integrazione armoniosa ed equilibrata del territorio dell Unione. L obiettivo Cooperazione territoriale europea, è inteso a rafforzare la cooperazione transfrontaliera mediante iniziative congiunte locali e regionali, a rafforzare la cooperazione transnazionale mediante azioni volte allo sviluppo territoriale integrato connesse alle priorità comunitarie e a rafforzare la cooperazione interregionale e lo scambio di esperienze al livello territoriale adeguato. La popolazione che vive nelle regioni transfrontaliere corrisponde a 181,7 milioni che rappresentano il 37,5% della popolazione complessiva dell Ue. L azione sarà finanziata dai fondi FESR e s incentrerà sui programmi integrati gestiti da una 6 Obiettivo generale delle iniziative INTERREG è quello di fare in modo che i confini nazionali esistenti non costituiscano impedimenti allo sviluppo equilibrato e all'integrazione del territorio europeo. In particolare, la filosofia INTERREG riserva finanziamenti a programmi di sviluppo e progetti promossi nelle regioni di confine, al miglioramento della competitività e del potenziale economico delle regioni aderenti, a persone ed istituzioni impegnate nella realizzazione di progetti transfrontalieri e alla valorizzazione della vita nelle regioni di confine. In generale, vengono incentivati la comunicazione e lo scambio di esperienze transfrontaliere su problemi concreti delle zone di confine. INTERREG III (relativo al periodo di programmazione ) ripropone i programmi già rivelatisi validi durante INTERREG II, tesi a promuovere la cooperazione transfrontaliera fra regioni confinanti. Inoltre, vengono sostenute altre due forme di cooperazione, quella transnazionale e quella interregionale. Principio ispiratore di INTERREG è il superamento dei confini nazionali a sostegno di uno sviluppo equilibrato e dell'integrazione del territorio europeo. 7

8 singola autorità che perseguiranno priorità comunitarie fondamentali connesse alle agende di Lisbona e Göteborg Aree interessate: Fondi: Risorse disponibili: le regioni della Comunità di livello NUTS 3 (le province italiane) situate lungo tutte le frontiere terrestri interne e lungo talune frontiere terrestri esterne e tutte quelle situate lungo le frontiere marittime. Ai fini della cooperazione transnazionale la Commissione adotta un elenco delle zone transnazionali ammissibili ripartite per programma. Ai fini della cooperazione interregionale, delle reti di cooperazione e dello scambio di esperienze è ammissibile invece, l intero territorio della Comunità. FESR. Le risorse destinate all obiettivo Cooperazione territoriale europea ammontano al 2,52% del totale pari a circa 7,7 miliardi di euro. Il pacchetto di regolamenti per la politica di coesione si articola in un regolamento generale che prevede norme comuni per tutti gli strumenti, accompagnato da regolamenti specifici per il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo di coesione. Viene inoltre proposto un nuovo regolamento per fornire un quadro orientativo agli Stati membri e alle regioni per la creazione di Gruppi Europei per la Cooperazione Transfrontaliera (GECT), allo scopo di superare gli ostacoli a tale tipo di cooperazione. Non farà più parte dei fondi di sviluppo regionale il FEOGA (Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia): nelle prospettive finanziarie, l agricoltura occupa una voce a sé stante. Sarà costituito il nuovo Fondo Europeo per la PESCA, che non opererà più all interno dei fondi strutturali. Fondo sociale europeo Per il periodo , il Fondo sociale europeo offre sostegno per la previsione e la gestione del cambiamento economico e sociale, con una serie di opportunità per sostenere le PMI. Le quattro aree chiave di intervento nell'ambito dell'obiettivo di "Competitività e occupazione regionale" sono: 1. incremento dell'adattabilità di lavoratori e imprese; 2. miglioramento dell'accesso all'occupazione e della partecipazione nel mercato del lavoro; 3. rafforzamento dell'inclusione sociale attraverso la lotta alla discriminazione e l'agevolazione dell'accesso al mercato del lavoro da parte delle persone svantaggiate; 4. promozione di partenariati per le riforme nei campi dell'occupazione e dell'inclusione. Nelle regioni meno abbienti, il fondo si concentra sulla promozione di adeguamenti, crescita e creazione di lavoro di carattere strutturale. A tal fine, nell'ambito dell'obiettivo di "Convergenza", il FSE sostiene anche: 1. attività di espansione e miglioramento degli investimenti in capitale umano, in particolare attraverso il miglioramento dei sistemi di istruzione e formazione; 2. iniziative finalizzate allo sviluppo di capacità istituzionali e dell'efficienza delle pubbliche amministrazioni, a livello nazionale, regionale e locale. Fondo per lo sviluppo rurale Il Fondo per lo sviluppo rurale per il periodo si concentra su tre assi tematici: - miglioramento della competitività per l'agricoltura e lo sviluppo forestale; - ambiente e campagna; - miglioramento della qualità della vita e diversificazione dell'economia rurale. 8

9 Un quarto asse introduce inoltre possibilità di approcci locali di sviluppo rurale dal basso verso l'alto. Per ogni gruppo di priorità, gli Stati membri preparano strategie nazionali di sviluppo rurale sulla base delle seguenti sei linee guida strategiche comunitarie: 1. miglioramento della competitività dei settori agricolo e forestale; 2. miglioramento dell'ambiente e della campagna; 3. miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali e incoraggiamento della diversificazione; 4. sviluppo della capacità locale di occupazione e diversificazione; 5. traduzione delle priorità in programmi; 6. complementarietà fra strumenti comunitari. Per ulteriori informazioni: m 9

10 DI COOPERAZIONE TERRITORIALE I programmi degli spazi transnazionali sono principalmente focalizzati sui temi prioritari della politica di coesione e delle strategie di Lisbona e di Goteborg. In particolare le tematiche relative ad innovazione, accessibilità, ambiente e sviluppo urbano sostenibile sono in via di approfondimento e specificazione in relazione alle peculiarità di ciascun spazio. Anche la localizzazione delle operazioni deve essere oggetto di riflessione e sottintende la necessità di valutare l esigenza della maggiore integrazione possibile fra i diversi spazi di cooperazione al fine di rafforzare la centralità dell Italia rispetto all Europa nel suo complesso e al Mediterraneo. L impostazione comune è quella di rafforzare la cooperazione ai vari livelli istituzionali e di concentrare le risorse su progetti cosiddetti "strategici. In generale si coglie la volontà di fare un salto di qualità nella programmazione per sviluppare una dimensione strategica dei programmi e capitalizzarne i risultati, un approccio che dalla mera gestione finanziaria dei progetti si sposta alla verifica di coerenza dei temi da sviluppare, alla qualità dell apporto dei soggetti da coinvolgere e al valore aggiunto che ciò assicura alla strategia del programma. Questo contenuto strategico dei programmi rafforza l esigenza di un coordinamento che assicuri coerenza alle priorità nazionali per potenziare il sistema di relazioni da sviluppare in ambito comunitario attraverso l Obiettivo Cooperazione territoriale. Degli 846,45 ml di euro della ripartizione finanziaria indicativa per lo Stato italiano (sommando lo stanziamento previsto per ciascun programma), al bacino Mediterraneo è destinato il 65% circa; risorse da utilizzare anche in relazione al ruolo che l Italia e il suo sistema istituzionale intende svolgere nel Mediterraneo. Gli spazi di cooperazione L obiettivo cooperazione territoriale europea cofinanzia sul territorio nazionale 15 programmi: 7 transfrontalieri interni, 1 transfrontaliero esterno IPA (Instrument of Pre-accession Assistance - Nuovo strumento comunitario quadro per la cooperazione con i Paesi in preadesione o in possibile preadesione), 1 transfrontaliero esterno ENPI (European Neighbourhood and Partnership Instrument - Nuovo strumento comunitario per la cooperazione con i Paesi confinanti con l'unione Europea e non coinvolti nelle strategie di preadesione); 4 transnazionali, 1 multilaterale di bacino ENPI, e 1 interregionale (programma unico che comprende tutto il territorio europeo). La programmazione , per quanto riguarda la cooperazione transnazionale, ENPI CBC ed IPA, prevede le seguenti novità: Lo spazio Mediterraneo, suddiviso nel periodo in due pro grammi operativi (MEDOCC ed Archimed), nella programmazione 2007/2013 è stato unificato in un unico programma di bacino marittimo; con l ampliamento a 18 regioni italiane e alla Slovenia, è lo spazio di cooperazione più esteso della Comunità con 9 Paesi me mbri Il programma CADSES, per contro, è stato articolato nei due spazi Europa Centrale (CEUS) ed Europa Sud Orientale (SEES). Il primo coinvolge 7 Paesi membri ed è funzionalmente collegato alla realtà centro europea, e mette in stretta relazione i Paesi della nuova Europa con le regioni dell'italia settentrionale. Il secondo coinvolge 7 Paesi membri ed è centrato sui Paesi dell'area balcanico-danubiana apre ampi spazi di cooperazione tra le regioni orientali italiane in un'area estremamente interessante, anche se problematica, per le prospettive di sviluppo ed integrazione sociale 10

11 Lo Spazio Alpino, il più omogeneo sotto il profilo geografico, comprende i 7 Paesi del sistema alpino, ma profonde sono le differenze sul piano culturale e linguistico, aspetti accentuati dai problemi di accessibilità del territorio Il nuovo Programma multilaterale di bacino ENPI CBC Mediterraneo che, comprendendo sia le regioni di Paesi membri e di Paesi della riva sud del Mediterraneo e aprendo maggiormente gli obiettivi di azione congiunta, rappresenta una inedita opportunità di imprimere nuovo slancio alla cooperazione in quell area. Sono eleggibili al Programma le nove regioni italiane che si affacciano sul Mar Tirreno e sul Mar Ionio Il nuovo programma ADRIATICO IPA nasce dall evoluzione del programma Transfrontaliero Adriatico, prevede la cooperazione a livello provinciale tra le due sponde del bacino adriatico (NUT 3), vede coinvolte tutte le provincie costiere adriatiche italiane e le equivalenti entità territoriali delle 4 Nazioni adriatiche orientali (IPA). Con l inserimento di territori di Slovenia e Grecia viene ad assumere un rilievo oggettivo di programma multilaterale di bacino con indubbi vantaggi strategici per i territori partecipanti. Nella bozza tecnico-amministrativa del Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007/2013 sono state definite le priorità di interesse nazionale e gli orientamenti specifici per il coordinamento dei programmi. Per l obiettivo cooperazione territoriale europea è stata prevista nel contesto del QSN l istituzione di un Gruppo di coordinamento strategico tra Regioni e Amministrazione centrale, coordinato da una Amministrazione centrale che consentirà di avere una visione d insieme di tutte le attività inerenti l obiettivo di cooperazione territoriale, permettendo di cogliere meglio, ad esempio, le interazioni tra cooperazione frontaliera, transnazionale e interregionale, sia in relazione a specifiche priorità tematiche, sia in relazione a specifici territori. In questa fase di elaborazione dei programmi operativi il coordinamento viene svolto dal Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione (DPS) del Ministero dello Sviluppo Economico, come prosecuzione del Gruppo Tecnico Ob. 3 istituito per la elaborazione del QSN. PROGRAMMA TRANSNAZIONALE MEDITERRANEO Base giuridica: Regolamento (CE) N. 1083/2006 del Consiglio dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione Obiettivi Obiettivo generale: Rafforzare la competitività e lo sviluppo sostenibile, con particolare attenzione alla protezione dell ambiente a alla coesione territoriale, facendo leva sulla forte identità naturale e culturale dello Spazio Mediterraneo Obiettivi specifici: Rafforzare l innovazione e la competitività tra gli attori economici; migliorare l efficacia energetica; proteggere e rafforzare le risorse territoriali sensibili; prevenire i rischi marittimi e rafforzare la sicurezza in mare; adattare l utilizzo delle reti (materiali e immateriali) alla necessità dello sviluppo economico sostenibile; promuovere l integrazione transnazionale delle politiche per lo sviluppo dei territori Assi prioritari: 1) Promuovere l innovazione e lo sviluppo economico per migliorare la competitività nello spazio Mediterraneo 2) Governare gli effetti della attività umana sull ambiente, valorizzare le risorse territoriali e prevenire i rischi; 3) Migliorare la mobilità e l accessibilità sostenibile dei territori 4) Promuovere lo sviluppo urbano sostenibile 11

12 1) Promuovere l innovazione e lo sviluppo economico per migliorare la competitività nello spazio Mediterraneo - Favorire l innovazione e il trasferimento tecnologico tra PMI - Favorire i legami tra imprese e ricerca applicata - Favorire la competitività e l occupazione attraverso il rafforzamento delle dinamiche territoriali (poli territoriali d eccellenza) 2) Governare gli effetti della attività umana sull ambiente, valorizzare le risorse territoriali e prevenire i rischi; - sostenere l innovazione tecnologica per la produzione e l utilizzo delle energie rinnovabili; - ridurre il consumo e favorire l utilizzo delle energie rinnovabili - proteggere, valorizzare e mettere in sicurezza le risorse idriche - limitare l inquinamento e promuovere uno sviluppo sostenibile degli spazi sensibili - coordinare la prevenzione e la lotta contro i rischi naturali - coordinare i dispositivi di prevenzione e intervento per la sicurezza marittima 3) Migliorare la mobilità e l accessibilità sostenibile dei territori - Migliorare la transnazionalità e l accessibilità dei territori - Migliorare l accesso ai servizi della società dell informazione anche per ridurre il numero dei territori isolati; - Rafforzare la multimodalità e favorire l uso sostenibile dei trasporti 4) Promuovere lo sviluppo urbano sostenibile - promuovere strategie transnazionali di sviluppo territoriale - promuovere l identità culturale dei territori per rafforzare l attrattività dello spazio mediterraneo Beneficiari Autorità pubbliche regionali e locali, enti pubblici equivalenti ed altri soggetti specifici per ogni priorità. Aree geografiche Italia: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campagna, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia-Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Umbria, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto. Cipro (tutto il paese), Francia (Corsica, Languedoc-Roussillon, Provence-Alpes-Cote d Azur, Rhone-Alpes); Grecia (tutto il paese); Malta; Portogallo (Algarve, Alentejo); Slovenia (tutto il paese); Spagna (Andalusia, Argon, Catatonia, isole Baleari, Murcia, Valencia, Ceuta e Melilla); Regno Unito (Gibilterra) Budget 191 milioni di euro contributo FESR Scadenza Il programma è istituito per il periodo dal 1 gennaio al 31 dicembre Indirizzo web PROGRAMMA TRANSNAZIONALE EUROPA CENTRALE Base giuridica: Regolamento (CE) N. 1083/2006 del Consiglio dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione Obiettivi 12

13 Obiettivo generale: Rafforzare la coesione territoriale, promuovere l integrazione interna e rafforzare l identità comune dello Spazio dell Europa Centrale. Obiettivi specifici: Migliorare la competitività, dell area cercando nuove strutture e rafforzando le esistenti per l innovazione e l accessibilità; Migliorare uno sviluppo territoriale bilanciato e sostenibile rafforzando la qualità dell ambiente e sviluppando città e regioni attraenti nell Europa Centrale Priorità tematiche 1. Favorire lo sviluppo dell innovazione 2. Migliorare l accessibilità 3. Ambiente 4. Rafforzare la competitività e l attrattività delle città e delle regioni Priorità tematica 1 Favorire lo sviluppo dell innovazione nell Europa Centrale Rafforzare le condizioni quadro per l innovazione Sviluppare capacità e competenze per la diffusione e l applicazione dell innovazione Investire nelle risorse umane per una migliore sviluppo della conoscenza Priorità tematica 2 Migliorare l accessibilità in Europa Centrale Migliorare l interconnettività dell Europa Centrale Sviluppare la cooperazione nella logistica Promuovere trasporti sostenibili e sicuri Promuovere tecnologie di informazio ne e comunicazione e soluzioni alternative per rafforzare l accessibilità Priorità tematica 3 Ambiente Sviluppare l alta qualità ambientale attraverso la gestione di risorse naturali e culturali Ridurre i rischi e l impatto dei rischi naturali e di quelli creati dall uomo Supportare l uso di fonti di energia rinnovabile e incrementare l efficienza energetica Supportare tecnologie ed attività compatibili con l ambiente Priorità tematica 4 Rafforzare la competitività e l attrattività delle città e delle regioni Promuovere la cooperazione urbana policentrica Migliorare l ambiente per rafforzare le funzioni urbane Rivolgere l attenzione alle ricadute sul territorio dei cambiamenti demografici e sociali in particolare sullo sviluppo urbano e regionale Capitalizzare le risorse culturali per aumentare l attrattività delle città e delle regioni Beneficiari Autorità pubbliche regionali e locali, enti pubblici equivalenti ed altri soggetti specifici per ogni priorità. Aree geografiche Italia: Piemonte, Valle d Aosta, Liguria, Lombardia, Provincia Autonoma Bolzano, Provincia Autonoma Trento, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna; Austria (l intero paese), Repubblica Ceca (l intero paese); Germania (Baden-Wuerttemberg, Bayern, Berlin, Brandenburg, Mecklenburg- Vorpommern, Sachsen, Sachsen-Anhalt, Thueringen); Ungheria (l intero paese); Polonia (l intero paese); Repubblica Slovacca (l intero paese); Slovenia (l intero paese); Ucraina (l intero paese) Budget FESR: 230 milioni di euro Scadenza Il programma è istituito per il periodo dal 1 gennaio al 31 dicembre Indirizzo web 13

14 PROGRAMMA TRANSNAZIONALE EUROPA SUD- ORIENTALE Base giuridica: Regolamento (CE) N. 1083/2006 del Consiglio dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione Obiettivi Obiettivo generale: Rafforzare la coesione, la competitività e la stabilità consolidando la cooperazione e migliorare l integrazione assicurando lo sviluppo sostenibile nell area Sud- Orientale dell Europa Obiettivi specifici a)rafforzare la competitività basata sul potenziale endogeno promuovendo l accessibilità e lo sviluppo di reti innovative b)rafforzare azioni di cooperazione sostenibile e partenariati volti a favorire la promozione integrata delle risorse naturali ed ambientali e del patrimonio culturale Priorità tematiche 1. Innovazione, competitività ed economia della conoscenza 2. Accessibilità 3. Sviluppo Urbano policentrico 4. Ambiente Priorità tematica 1 Innovazione, competitività ed economia della conoscenza Sviluppo delle capacità di ricerca applicata e delle competenze nel campo della creazione e disseminazione dell innovazione Sviluppo di piattaforme e reti internazionali ed innovative, sviluppo di PMI innovative Aumento della competenza nel campo dell innovazione Priorità tematica 2 Accessibilità Migliorare la accessibilità e la connessione attraverso infrastrutture fisiche Migliorare la accessibilità e la connessione attraverso collegamenti ICT Piattaforme multimediali innovative Promuovere la pianificazione coordinata e la gestione della logistica Priorità tematica 3 Sviluppo Urbano policentrico Promuovere le reti urbane e lo sviluppo policentrico Provvedere adeguati livelli di servizi Migliorare la cooperazione tra aree urbane e rurali Promuovere la governance urbana Promuovere il patrimonio culturale, lo sviluppo sostenibile Priorità tematica 4 Ambiente Aumentare la sensibilizzazione e le capacità per la protezione ambientale Promuovere innovazione e cooperazione nella protezione e miglioramento dell ambiente Promuovere la produzione di fonti di energia rinnovabili Effettiva gestione ed utilizzazione di risorse a rischio Prevenzione dai rischi ambientali Gestione integrata delle acque Beneficiari Autorità pubbliche regionali e locali, enti pubblici equivalenti ed altri soggetti specifici per ogni priorità. Aree geografiche Italia: Lombardia, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Veneto, Friuli- Venezia-Giulia, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata); Austria (Burgerland, Niederoesterreich, Wien, Kaernten, Steiermark, Oeberoesterreich, Salzburg, Tirol, Vorarlberg); Grecia; Ungheria; Slovenia; Slovacchia; Bulgaria; Romania; Turchia; Croazia; Fyrom; Albania; Bosnia; Serbia- Montenegro; Moldavia e Ucraina 14

15 Budget FESR: 201 milioni di euro Scadenza Il programma è istituito per il periodo dal 1 gennaio al 31 dicembre Indirizzo web PROGRAMMA TRANSNAZIONALE SPAZIO-ALPINO Base giuridica: Regolamento (CE) N. 1083/2006 del Consiglio dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione Obiettivi Obiettivi generali: Aumentare le possibilità di sviluppo basate sui settori tradizionale e l eredità culturale così come sui settori emergenti a livello transnazionale; Rafforzare il ruolo delle aree urbane come motori di uno sviluppo sostenibile Obiettivi specifici: Incoraggiare l innovazione e la capacità di impresa e rafforzare le capacità di ricerca e innovazione delle PMI; rafforzare lo sviluppo bilanciato del territorio per fare dello Spazio Alpino un luogo attrattivo per viverci, lavorare ed investire; migliorare l accessibilità dello Spazio Alpino e gestire le conseguenze economiche ed ambientali dei sistemi di trasporto; migliorare l accessibilità ai servizi e la connettività dello Spazio Alpino; proteggere, gestire e rafforzare il patrimonio naturale e culturale per uno sviluppo sostenibile; prevenire e mitigare i rischi naturali e gestire le loro conseguenze, con un particolare riguardo agli impatti conseguenti al cambiamento climatico. Priorità tematiche Priorità tematica 1: Competitività ed attrattività dello Spazio Alpino: - Rinforzare le capacità di innovazione delle PMI creando appositi strumenti per il loro sviluppo e promuovere una cooperazione stabile tra le piccole medie imprese e i centri R&D - Aumentare le possibilità di sviluppo basate sui settori tradizionali e l eredità culturale così come sui settori emergenti a livello transnazionale Rafforzare il ruolo delle aree urbane come motori di uno sviluppo sostenibile Priorità tematica 2: Accessibilità e collegamenti: - Assicurare un acceso equo ai servizi pubblici, ai trasporti, all informazione, alla conoscenza all interno dell area. - Promuovere e rafforzare l accesso e l utilizzo delle infrastrutture esistenti con l obiettivo di ottimizzarne i benefici economici e sociali. - Rafforzare i collegamenti esistenti per il potenziamento di modelli territoriali policentrici e per porre le basi per una società dell informazione - Promuovere modelli di mobilità innovativi e sostenibili con particolare attenzione all ambiente e alla salute umana. - Mitigare le conseguenze negative dei flussi di traffico che attraversano le Alpi Priorità tematica 3: Ambiente e prevenzione dei rischi: - Stimolare e sviluppare la cooperazione su questioni legate alla protezione ambientale; - Stimolare approcci integrati per la conservazione, la pianificazione e la gestione di risorse naturali e culturali; - Stimolare lo sviluppo del concetto dell efficienza delle risorse nel rispetto dell acqua, dell energia, dell utilizzo del territorio, delle materie prime e delle altre risorse naturali; - Prevedere, mitigare e gestire gli impatti dei rischi naturali e tecnologici Beneficiari Autorità pubbliche regionali e locali, enti pubblici equivalenti ed altri soggetti specifici per ogni priorità. 15

16 Aree geografiche Italia: Lombardia, Friuli-Venezia-Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige, Valle d Aosta, Piemonte, Liguria). Austria (intero territorio); Germania (Oberbayern, Schwaben, Tuebingen, Freiburg im Breisgau); Francia (Rhone Alpes, PACA, Franche Comté, Alsazia); Slovenia (intero territorio); Paesi terzi: Svizzera e Liechtenstein Budget FESR: 97 milioni di euro Scadenza Il programma è istituito per il periodo dal 1 gennaio al 31 dicembre Indirizzo web PROGRAMMA DI COOPERAZIONE INTERREGIONALE (INTERRG IVC) Base giuridica: Regolamento (CE) N. 1083/2006 del Consiglio dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione Obiettivi Obiettivo generale: migliorare, attraverso la cooperazione interregionale, l efficacia delle politiche di sviluppo regionale nelle aree dell innovazione, economia della conoscenza, ambiente e prevenzione dei rischi. Obiettivi specifici: Migliorare le politiche regionali nel settore dell innovazione e dell economia della conoscenza, in particolare nel settore della ricerca e sviluppo, a supporto dell imprenditoria e PMI, innovazione, utilizzo delle tecnologie della comunicazione; migliorare le politiche regionali in ambito ambientale e prevenzione dei rischi; consentire agli attori regionali e locali di scambiare esperienze e conoscenze all interno dell UE al fine di sviluppare e migliorare politiche e strumenti regionali nel settore dell innovazione, economia della conoscenza, ambiente e prevenzione dei rischi; far incontrare regioni con meno esperienza in specifici ambiti con quelle più avanzate per migliorare le capacità regionali ed il livello di conoscenza e sostenere l implementazione dei risultati nei programmi Convergenza e Competitività; assicurare che i risultati dei progetti di cooperazione interregionale siano resi disponibili a tutti gli attori locali e regionali interessati. Priorità tematiche Priorità tematica 1: Innovazione, competitività ed economia della conoscenza: - ricerca, tecnologia ed innovazione; - società dell informazio ne; - Imprenditorialità, PMI - Occupazione e risorse umane Priorità tematica 2: Ambiente e prevenzione dei rischi: - rischi naturali e tecnologici; - gestione delle acque; - gestione dei rifiuti; - Biodiversità e conservazione del patrimonio naturale; - Energia e trasporto pubblico sostenibile; - Patrimonio culturale Tipologie di progetti 1. Iniziative regionali e locali Si finanziano iniziative di cooperazione bottom-up gestite da attori regionali e locali, che si indirizzano congiuntamente a specifiche problematiche di sviluppo regionale. Queste possono essere viste come la continuazione dell esperienza di cooperazione interregionale Interreg IV C. 2. Azioni strategiche interregionali Assicurano al Comitato di monitoraggio del programma, strumenti per avviare attivamente la disseminazione e la capitalizzazione dei risultati della cooperazione interregionale con un 16

17 approccio top-down. Saranno sviluppate due tipologie di queste azioni: - Reti interregionali tematiche: volte a raccogliere e disseminare le numerose esperienze, gli strumenti e le buone pratiche e gli strumenti sviluppati dai progetti di cooperazione interregionale a tutti gli attori regionali interessati; - Fast Track Actions: volte a supportare il trasferimento delle best practices selezionate e degli strumenti di sviluppo regionali selezionate che sono in ritardo rispetto allo sviluppo di determinati temi. Beneficiari Autorità pubbliche regionali e locali, enti pubblici equivalenti ed altri soggetti specifici per ogni priorità. Aree geografiche UE 25, Bulgaria, Romania Norvegia e Svizzera contribuiscono al programma con fondi propri Budget 285 milioni di euro Scadenza Il programma è istituito per il periodo dal 1 gennaio al 31 dicembre Indirizzo web INIZIATIVA JEREMIE Jeremie è un iniziativa della DG Regio e BEI per un miglior accesso ai finanziamenti per PMI e micro-imprese nel quadro dei Fondi Strutturali L acronimo Jeremie sta per Joint European Resources for Micro & Medium Enterprises. Obiettivi La BEI il Fondo Europeo per gli Investimenti FEI e altri Istituti Finanziari Internazionali IFI, intendono, attraverso questo strumento, creare delle condizioni e dei capitali appropriati al finanziamento dello sviluppo delle imprese sotto forma di prestiti e micro -crediti, di partecipazioni, di capitale di rischio, di garanzie e assistenza tecnica. L obiettivo generale di Jeremie è quello di assicurare un migliore utilizzo delle risorse pubbliche dei programmi comunitari e mobilitare prestiti in complemento alla sovvenzione pubblica. Il suo compito è facilitare e migliorare l'accesso delle Piccole e Medie Imprese (PMI) ai finanziamenti e in particolare sviluppare il microcredito, il capitale di rischio, i prestiti o le garanzie e altre forme innovative di finanziamento. Attraverso JEREMIE le PMI di tutte le regioni europee potranno beneficiare di servizi finanziari personalizzati che le renderanno in grado di adattarsi in modo rapido e tempestivo all evoluzione dei mercati. Funzionamento Durante la fase preparatoria ( ) il FEI e la Commissione europea faranno una valutazione delle lacune esistenti tra domanda e offerta nel settore dell ingegneria finanziaria nelle regioni europee (gap analysis). L obiettivo di questa analisi è verificare se la domanda di prodotti finanziari di sostegno alle imprese e le operazioni di micro credito è soddisfatta dall offerta esistente da parte degli intermediari finanziari regionali e locali. I risultati dell analisi saranno messi a disposizione delle autorità regionali e locali che gestiscono i programmi di finanziamento pubblico alle imprese o agli intermediari finanziari. A partire dal 2007 e fino al 2013 la Commissione europea, in collaborazione con gli Stati membri, individuerà per ogni paese un Autorità di Programma che gestirà a livello nazionale le varie attività di JEREMIE. 17

18 L iniziativa contribuirà alla crescita e all occupazione in linea con gli obiettivi della Strategia di Lisbona, così come rivista dagli Stati membri in occasione del Consiglio europeo del marzo dell anno scorso. La comunicazione della Commissione europea "La politica di coesione a sostegno della crescita e dell occupazione: linee guida della strategia comunitaria per il periodo " sottolinea, infatti, l importanza di migliorare l accesso al credito per lo sviluppo delle PMI e, in particolare, enfatizza la necessità di favorire un più competitivo supporto alle operazioni di start-up e alle microimprese, segnatamente attraverso assistenza tecnica, sovvenzioni, prestiti, partecipazioni azionarie (equity), venture capital e garanzie. L assegnazione di fondi strutturali all iniziativa JEREMIE non solo permetterà di rafforzare il processo di crescita e di occupazione, ma consentirà anche di identificare con maggiore precisione la tipologia d investimento (ad esempio, nei campi della ricerca e innovazione, del capitale umano, o ancora dei servizi alle imprese) che meglio può assicurare un miglioramento della competitività dell economia europea, in linea con gli obiettivi di Lisbona. L iniziativa JEREMIE dovrà quindi: assicurare migliori condizioni per il finanziamento di nuove attività imprenditoriali, mediante prestiti (ivi inclusi i microcrediti), venture capital, partecipazio ni azionarie e garanzie, con la relativa assistenza tecnica e organizzativa; contribuire al miglioramento del coordinamento nazionale e regionale in tale ambito, così come ad una più efficace gestione delle risorse pubbliche e ad un più appropriato trasferimento di buone prassi; incentivare una migliore capacità di assorbimento dei fondi stanziati attraverso i singoli programmi comunitari. JEREMIE sarà, invece, possibile trasformare parte delle sovvenzioni in prodotti finanziari, in quanto le PMI una volta utilizzati i prodotti finanziari che saranno messi in campo da JEREMIE dovranno poi rimborsare quanto ottenuto. I fondi potranno quindi essere nuovamente utilizzati. JEREMIE potrebbe essere in grado di assicurare un effetto moltiplicatore dei fondi stanziati, sia consentendo un incremento delle risorse impiegate e rese disponibili, sia assicurando un potenziale beneficio ad un numero maggiore di imprese rispetto a quelle interessate dal sistema delle semplici sovvenzioni. I prodotti finanziari di JEREMIE contribuiranno a soddisfare la domanda finanziaria delle imprese e a migliorare allo stesso tempo l offerta degli strumenti finanziari, inducendo gli operatori ad incrementarne la tipologia e l efficacia. I fondi resi disponibili attraverso lo strumento JEREMIE dovranno essere utilizzati per finanziare investimenti delle PMI in capitale fisso e in capitale umano nel medio e lungo periodo attraverso nuovi progetti, modernizzazione o estensione di quelli esistenti nei settori manifatturiero, agro-alimentare, ambiente, servizi, ITC, ecc. Non potranno essere considerate eleggibili le imprese che svolgono attività nei seguenti settori: immobiliare, bancario, assicurativo o intermediazione finanziario, produzione/fornitura o commercio di armi o, ancora, altre attività escluse dalla BEI o dal FEI. Le PMI ritenute eleggibili dovranno essere soggette a intero controllo privato o dovranno essere entrate nella fase finale del processo di privatizzazione. Indirizzo Web Generalmente i fondi strutturali offrono assistenza finanziaria sotto forma di sovvenzioni a fondo perduto (grants). Con 18

19 INIZIATIVA JESSICA JESSICA (Joint European Support for Sustainable Investment in City Areas Sostegno europeo congiunto per investimenti sostenibili nelle arre urbane) è un'iniziativa congiunta della Commissione, della BEI e della Banca di sviluppo del Consiglio d'europa. La necessità di intervenire maggiormente in questo settore è stata ribadita nel contesto della consultazione della bozza di Linee Strategiche comunitarie ( offic/2007/osc/index_en.htm) adottate dalla Commissione nel luglio Con la firma del memorandum Urban/JESSICA le parti coinvolte, che hanno già esperienza nel campo dei prestiti per lo sviluppo e la riqualificazione urbana, compreso il settore dell'edilizia popolare, si sono impegnate a collaborare strettamente con la Commissione nell ambito dei nuovi programmi del FESR per lo sviluppo urbano. Obiettivi L'obiettivo è quello di mettere insieme le sovvenzioni destinate ai programmi di riqualificazione e sviluppo urbano con i prestiti e le capacità delle banche. Queste ultime si sono, inoltre, impegnate a razionalizzare le procedure per l'ottenimento dei prestiti nel settore dello sviluppo urbano, in modo da renderle più facilmente fruibili dai consumatori. Funzionamento Jessica garantirà alle autorità di gestione dei programmi dei fondi strutturali la possibilità di trarre vantaggio di expertise esterna e di avere un maggiore accesso ai capitali di prestito. Nel caso in cui un Autorità di gestione voglia partecipare all iniziativa Jessica, vi sarà il contributo da parte del programma, mentre la BEI, altri istituti internazionali finanziari, banche private e investitori contribuiranno con capitali di prestito aggiuntivi. Poiché i progetti non verranno finanziati tramite sovvenzioni a fondo perduto, i contributi di programma ai fondi di sviluppo urbano saranno restituiti e aiuteranno ad incrementare la sostenibilità dell investimento. I contributi del programma saranno utilizzati per prestiti finanziari forniti dai fondi per lo sviluppo urbano ai beneficiari finali, sostenuti da schemi di garanzia stabiliti dai fondi e dalle banche stesse partecipanti. Non è prevista la garanzia statale per questi prestiti, per questa ragione questi prestiti non graveranno sulla finanza e sul debito pubblico. Sono possibili due approcci per il passaggio dal contributo del programma al sostegno al progetto sul campo: 1) relazione diretta con i fondi di sviluppo urbano. Le autorità di gestione che decidono di beneficiare di Jessica avvieranno dei bandi per manifestazione di interesse, rivolte ai fondi di sviluppo urbano e le domande ricevute verranno valutate. Come risultato della valutazione, verrà firmato un accordo di finanziamento tra l autorità di gestione e il fondo/i di sviluppo urbano selezionato. I fondi di sviluppo urbano saranno selezionati e sosterranno iniziative di partenariato pubblico privato e altri progetti urbani, fornendo loro prestiti, azioni ordinarie o garanzie, ma non finanziamenti a fondo perduto. Sarà possibile che un dato progetto sia sostenuto in parte dai fondi non in conto capitale di sviluppo urbano ed in parte da sovvenzioni pubbliche (inclusi i programmi operativi). Altre banche private o investitori possono partecipare. I promotori del progetto possono essere pubblici, comunali o del settore privato 2) Organizzazione di Jessica attraverso fondi a partecipazione azionaria. Le autorità di gestione hanno la possibilità di organizzare dei meccanismi di ingegneria finanziaria per lo sviluppo urbano sostenibile attraverso l intermediazione di fondi a partecipazione azionaria. Questi fondi sono quei fondi che investono in uno o più fondi di sviluppo urbano. In questi casi le autorità avranno l opzione di assegnare il contributo alla BEI affidandole il compito del fondo a partecipazione azionaria. 19

20 Verrà poi firmato un accordo di finanziamento tra gli Stati membri o le autorità di gestione e la società che gestisce il fondo. I fondi di sviluppo urbano sono fondi che investono direttamente in partnership pubblico private. I progetti approvati dai fondi per il sostegno saranno finanziati solo attraverso prestiti, e non tramite contributi a fondo perduto. I fondi di sviluppo urbano saranno co-gestiti da professionisti delle banche e del settore privato, che dovrebbero contribuire con expertise tecnica, manageriale e finanziaria e flessibilità alla gestione dei progetti co-finanziati dal fondo europeo di sviluppo regionale. Indirizzo web j/jessica_en.htm INIZIATIVA JASPER JASPERS - Assistenza congiunta a sostegno dei progetti nelle regioni europee JASPER (Joint Assistance in Supporting Projects in European Regions) comporta una partnership tra la Commissione (Direzione generale per la politica regionale), la Banca europea per gli investimenti (BEI) e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS). Obiettivi Il suo obiettivo è facilitare l elaborazione di grandi progetti co-finanziati dal Fondo di coesione e dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), in particolare nei nuovi Stati membri, nel periodo Le competenze delle banche nel settore tecnico e finanziario costituiranno una risorsa per migliorare la capacità delle autorità nazionali e regionali di proporre progetti di alta qualità che utilizzino efficacemente i fondi comunitari e attraggano ulteriori finanziamenti. Il programma JASPERS avrà un carattere complementare rispetto al lavoro di preparazione del progetto svolto dalle autorità locali e centrali. I Paesi che chiedono di poterne beneficiare non avranno alcun obbligo di richiedere prestiti dalla BEI o dalla BERS. Il compito principale del programma è mettere a disposizione perizia tecnica a monte, intervenendo nella programmazione e preparazione del progetto, ed anche in sede d istruttoria. L assistenza è prevista dunque sin dalle prime fasi di sviluppo del progetto, spaziando tra la moltitudine di settori e zone geografiche che rientrano nel programma JASPERS. L assistenza tecnica del programma s indirizzerà essenzialmente a quelle aree in cui i partner del programma sono considerati eccellere: le reti transeuropee (RTE), il settore dei trasporti al di fuori delle RTE, comprese le ferrovie, trasporti marittimi e fluviali, sistemi di trasporto intermodale e la loro interoperabilità, la gestione del traffico aereo e stradale, i trasporti pubblici e urbani ecologici. In primo piano all attenzione del programma JASPERS vi è anche l ambiente, comprese le componenti costituite dall efficienza energetica e dalle energie rinnovabili. Funzionamento. Jasper si struttura attorno ai seguenti settori d intervento: - le reti di trasporto trans-europee (RTE); - tutti i trasporti ferrovieri, fluviali e marittimi che non fanno parte del RTE; - i sistemi di trasporto integrato; - la gestione del traffico aereo e stradale; - i trasporti pubblici; - la gestione delle energie alternative e rinnovabili nei trasporti europei; - i partenariati pubblico-privato nei settori descritti. Jaspers coinvolge una partnership tra la Commissione europea (DG Regio), la Banca Europea degli Investimenti (BEI) e la Banca Europea per lo Sviluppo e la Ricostruzione. 20

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