La comunicazione interpersonale. Pagina 1
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- Armando Valentini
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1 La comunicazione interpersonale Pagina 1
2 La comunicazione interpersonale, in primis Il professionista di comunicazione ed RP opera quotidianamente in contatto con molte persone, dal background estremamente variegato, nell ambito di differenti contesti comunicativi (faccia a faccia, mediati, pubblici); La comunicazione interpersonale è dunque un elemento trasversale della sua professionalità: egli è chiamato, pertanto, a prenderne consapevolezza e a padroneggiarne le strategie e le tecniche più efficaci. Pagina 2
3 I mercati sono conversazioni! Pag. 3
4 Le skills del comunicatore Competenza linguistica (efficacia del registro prescelto; coesione e coerenza testuale; ricezione); Competenza contenutistica; Competenza analogica (non verbale + paraverbale); Competenza pragmatica e strategica (effetti e stili della comunicazione); Competenza situazionale, in base ai diversi contesti di interazione; Competenza socio-culturale, per il rispetto delle differenze di età, genere, etnia, religione, cultura, sessuali, ideologiche; Competenza relazionale: cooperazione, cortesia, ascolto, assertività. Pagina 4
5 Comunicazione e «influenza» sociale La comunicazione interpersonale identifica un processo di scambio simbolico che coinvolge 2 o più persone in un contesto comune: un processo dinamico e negoziale di influenzamento reciproco, basato sulla calibrazione in tempo reale del feedback; Fra i principi generali che ne descrivono il funzionamento, si segnalano gli ormai classici assiomi della comunicazione, elaborati dalla Scuola di Palo Alto (P. Watzlawick, J. H. Beavin, D. D. Jackson, 1967). Pagina 5
6 Il linguaggio «analogico» E dato da un insieme di segni non codificati, e dunque dal significato non univoco e ambiguo, che tuttavia, più del linguaggio verbale, sono efficaci nel qualificare la relazione comunicativa: prossemica: distanza fra gli interlocutori: zona intima (fino a 45 cm), personale ( cm), sociale (1,5-3 m), pubblica (3-7 m); postura/orientazione degli interlocutori; cinesica: mimica del corpo (in particolare, mani e braccia), del volto, degli occhi; aptica: gestione del contatto fisico; comunicazione vocale non verbale («paraverbale»): tono, volume, ritmo e timbro della voce; dizione. Pagina 6
7 In conclusione, per iniziare L acquisizione della consapevolezza e delle competenze necessarie a un efficace comunicazione interpersonale deve essere supportata dall accurata preparazione di ogni incontro professionale; La comunicazione interpersonale è un indispensabile «palestra» professionale per gestire con efficacia le altre forme di comunicazione! Pagina 7
8 Il public speaking Pagina 8
9 Parlare in pubblico: un imperativo professionale Il professionista di comunicazione ed RP è sovente chiamato a uscire dalla più naturale relazione unoa-pochi per prendere la parola di fronte a gruppi; Un contesto pubblico di interazione favorisce non solo la sovraesposizione, ma anche una speciale valorizzazione professionale; Al centro del processo di public speaking vi è la relazione oratore-pubblico. Pagina 9
10 I protagonisti del processo di public speaking L oratore Il discorso Il pubblico Il contesto Pagina 10
11 Le fasi del processo secondo la retorica classica 1) Inventio (selezione degli argomenti) 2) Dispositio (strutturazione in inizio-svolgimentoconclusione) 3) Elocutio (formalizzazione linguistica) 4) Memoria (preparazione del discorso) 5) Actio (esposizione del discorso al pubblico) Pagina 11
12 1) Inventio/ideazione Selezionare gli argomenti, in base a: le caratteristiche (sociali e culturali) del pubblico; la circostanza (formato dell evento, orario, tempo a disposizione, logistica, numero dei presenti, altri interventi etc.); l obiettivo dell intervento: informare, persuadere o (più raramente in un contesto di business) intrattenere. Pagina 12
13 2) Dispositio/strutturazione Strutturare gli argomenti, in base a: pochi punti/idee chiave; loro ordinamento in una scaletta; selezione dei materiali di supporto (esempi, statistiche, testimonianze etc.); accurata strutturazione di apertura/chiusura del discorso. Pagina 13
14 3) Elocutio/scrittura La forma deve conferire incisività ed efficacia al contenuto, grazie alla capacità di: visualizzare drammatizzare specificare, esemplificare personalizzare, umanizzare Pagina 14
15 4) Memoria/preparazione del discorso Un discorso va sempre preparato (tanto più se breve e/o ufficiale!) e, in base alle circostanze, può esser presentato in diverse modalità: letto memorizzato a braccio (schema, schede etc.) improvvisato Pagina 15
16 5) Actio/esposizione È possibile tenere alto il livello di attenzione durante un discorso pubblico grazie a una gestione appropriata di: voce (tono, volume, ritmo/pause, timbro) linguaggio del corpo (prossemica e cinesica) supporti multimediali (microfono, lavagna/lavagna a fogli mobili, oggetti, audiovisivi, diapositive etc.) Pagina 16
17 Monitorare il feedback del pubblico I destinatari di un discorso pubblico osservano apertamente chi parla, ma in genere cooperano pigramente all interazione; La prima competenza per parlare in pubblico: saper osservare e interpretare le reazioni del pubblico; La seconda competenza: saper infrangere la linea invisibile che separa il relatore dal pubblico. Pagina 17
La comunicazione interpersonale. Pagina 1
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