L uso dei dati nelle politiche pubbliche
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- Daniela Bruno
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1 L uso dei dati nelle politiche pubbliche Antonio Calafati Gran Sasso Science Institute (IT) & Accademia di architettura, USI (CH) Istat 4 Giornata Nazionale dell Economia Roma, 21 o:obre 2014
2 LE POLITICHE TERRITORIALI COME POLITICHE POLITICHE PUBBLICHE 1 Politiche pubbliche Politiche territoriali Scala territoriale urbana Scala territoriale nazionale / regionale
3 LA VARIETÀ DELLE POLITICHE PUBBLICHE (E TERRITORIALI) 2 Politiche pubbliche Politiche territoriali Scala territoriale urbana Capitale Norme Scala territoriale nazionale / regionale Il primo passo quando si parla di politiche pubbliche è dare un nome alle politiche. Nelle società contemporanee la varietà delle politiche è molto elevata e il rilevo che le diverse categorie di politiche hanno nel discorso pubblico non è la stesso (e non è equilibrato, nel senso che non corrisponde agli effetti che esse hanno sulla produzione e distribuzione di benessere nel medio-lungo periodo). 1. L agenda urbana italiana; 2. La strategia nazionale per le aree interne 3. Il POR Metro 4. ( ) 1. Il Piano strategico di Torino ; 2. Il piano dei trasporti di Napoli 3. Il piano regolatore (sviluppo spaziale) di Milano 4. Il progetto di trasformazione urbana del quartiere della Bolognina a Bologna 5. ( ) Molto diversa è la qualità delle politiche (diversità che si manifesta anche in termini di categorie di politiche). E diversa è la qualità dei modelli degli effetti che si utilizzano e l uso dei dati in relazione ai modelli degli effetti utilizzati. In aggiunta molto diversi e molto numerosi sono gli agenti pubblici che costruiscono lo spazio delle politiche territoriali.
4 DECISORI PUBBLICI: ORGANIZZAZIONI 3 organizzazione Sistema politicoamministrativo Sistema politico Burocrazia Consulenti esterni Processo decisionale: Processo mentale Le politiche pubbliche sono in primo luogo processi mentali processi mentali di organizzazioni e quindi per definizione artificiali (combinazioni di processi mentali naturali (individui che fanno parte delle organizzazioni) e di regole di interazione (che fissano la distribuzione delle risorse e del potere). Questo è un carattere delle società contemporanee che non è sempre chiaro (nei ai cittadini né agli studiosi). L archetipo delle decisioni prese nell agorà dai cittadini, l archetipo delle decisioni prese da un parlamento di rappresentanti guidate dalle virtù repubblicane (classiche) sono, appunto, tipi ideali che hanno un valore euristico per contrapposizione come il concetto di stato stazionario. Da Max Weber in poi sono agenti organizzati e molto complessi ad avere il ruolo principale nella costruzione delle politiche pubbliche.
5 AGENTI A RAZIONALITÀ LIMITATA 4 organizzazione Sistema politicoamministrativo Sistema politico Burocrazia Consulenti esterni Razionalità procedurale Processo decisionale: Processo mentale Analisi delle politiche pubbliche Scrivendo Il comportamento amministrativo uno dei testi fondativi della scienza sociale moderna - H. Simon ci libero dal pregiudizio della razionalità olimpica degli agenti pubblici/ collettivi che gli economisti avrebbero ancora lungo raccontato (ancora oggi, per la verità ) aprendo la strada ad una analisi sostanziale delle decisioni pubbliche aprendo la strada alla analisi delle politiche pubbliche. Una delle fondamentali conseguenze di questo paradigma è spostare il focus dai tipi ideali delle politiche pubbliche alle singole istanze, alla specifica politica pubblica (azione). Ma anche ai processi decisionali nella loro specificità spazio temporale. Gli attori pubblici stanno necessariamente dentro una traiettoria di apprendimento (relativo) e dis-apprendimento rispetto al contesto della decisione.
6 DECISORI PUBBLICI: TRA RAPPRESENTANZA E COMPETENZA 5 La rappresentanza e la competenza sono elementi che costruiscono la eterogeneità dei decisori. Rappresentanza Decisore Sistema politicoamministrativo Generale Specifica Tipologia: Ambiti spaziali e tematici di intervento La questione è tuttavia resa ancora più complicata dal fatto che competenza e rappresentanza hanno un significato specifico piuttosto che generale. Esse si esprimono entrambi a livello di singoli processi mentali. L stesso decisore può raggiungere un elevato grado di rappresentanza in alcune politiche e un livello di rappresentanza molto basso in altre. Può dimostrarsi molto competente in alcune politiche e incompetente in altre. Competenza (Capacità cognitive) Generale Specifica La competenze e la rappresentanza sono due dimensioni politiche del processo decisionale, che possono essere usate in senso strategico. Questa è la ragione che rende il discorso pubblico un contesto di controllo esterno decisivo nella formazione delle politiche pubbliche (Habermas, Lindblom).
7 POLITICHE PUBBLICHE E DISCORSO PUBBLICO/PARTECIPAZIONE 6 Rappresentanza Decisore Sistema politicoamministrativo Partecipazione Processo decisionale: questa è la ragione che rende il discorso pubblico un contesto di controllo esterno decisivo nella formazione delle politiche pubbliche (Habermas, Lindblom). Questa è anche la ragione ha introdotto la partecipazione come uno dei grandi temi della contemporaneità (delle democrazie contemporanee). Che poi molti scienziati sociale non lo capiscono, bloccati dentro una concezione astratta delle politiche pubbliche è un tema sospeso tra sociologia della scienza e scienza politica) Competenza (Capacità cognitive) Discorso pubblico
8 COME PENSA UN AGENTE COLLETTIVO: LA STRUTTURA DEL PROCESSO DECISIONALE 7 Decisore Campo di scelta: opzioni (politiche pubbliche alternative) Funzione di preferenza sociale: valutazione degli effetti Modello degli effetti Campo degli effetti Politiche pubbliche
9 LA RAZIONALITÀ POLITICA DELLA STRUTTURA DEL PROCESSO DECISIONALE 8 Campo di scelta: opzioni (politiche pubbliche alternative) Da> Funzione di preferenza sociale: valutazione degli effetti I dati non sono utilizzati semplicemente nel processo mentale che genera la decisione, ma anche nel processo che costruisce l hardware del processo mentale. I dati non servono come pensano molti ricercatori soltanto per validare/specificare/ tarare il modello degli effetti. Essi servono anche a qualcosa di più complesso ed altrettanto importante per la qualità (razionalità politica) del processo decisionale: servono a generare gli elementi costitutivi della struttura del processo decisionale. Modello degli effetti Solo gli economisti sono stati capaci di pensare non tutti e comunque solo in certi fasi (certamente i modelli macroeconometrici ma anche, se si vuole la teoria della rendita l archetipo di tutte le politiche economiche) che le tre fondamentali componenti della struttura del processo decisionale siano esterne al processo politico e che quindi l uso dei dati sia neutrale perché ha luogo dentro una procedura scientifica di corroborazione/falsificazione
10 I DATI NEL DISCORSO PUBBLICO E NEI PROCESSI PARTECIPATIVI 9 Campo di scelta: opzioni (politiche pubbliche alternative) Da> Funzione di preferenza sociale: valutazione degli effetti Modello degli effetti Discorso pubblico Partecipazione
11 INSTABILITÀ DELA STRUTTURA DEL PROCESSO DECISIONALE 10 Dati Tutto il discorso pubblico spegnato segnato da un empirismo casuale è segnato dall influenza dei dati sulla struttura del processo decisionale. Campo di scelta: opzioni (politiche pubbliche alternative) Modello degli effetti Funzione di preferenza sociale: valutazione degli effetti E la costruzione della struttura del processo decisionale pubblico ha una dimensione sociale ( l intelligenza della democrazia di Lindblom) che lo pone/lo dovrebbe porre al riparo dalle distorsioni che scambia interessi parziali con interessi generali ( che questa contrasto si possa facilmente risolvere è poi un altro tema ). Instabilità della struttura del processo decisionale Instabilità dell equilibrio: superiorità sociale della politica pubblica scelta
12 L USO DEI DATI NELLE POLITICHE PUBBLICHE 11 Dati Uso dei dati Qualità del processo decisionale Lo straordinario aumento della disponibilità/accessibilità/costo dell accessibilità/varietà tipologica non ha una relazione lineare con la dinamica della qualità del processo decisionale. Naturalmente, qualità, accessibilità, varietà dei dati che in un dato momento sono disponibili come risorsa pubblica (senza congestione, senza..). Per un economista sarebbe sufficiente ricordare la straordinaria fase all inizio del Novecento quando nascono i sistemi di contabilità nazionale come bene pubblico all investimento fatto in quell occasione e poi a seguire Un grande salto prezzi di produzione, costi di scambio (accessibilità) con le tecnologie dell informazione e della comunicazione
13 L INTEGRAZIONE DEI DATI: DIMENSIONII 12 Dimensione epistemologica Integrazione dei dati nelle politiche territoriali Dimensione organizzativa Dimensione politica L integrazione dei dati si pone solo all interno del più generale tema dell uso dei dati. L integrazione dei dati non riguarda tanto il lato della loro produzione e della loro organizzazione in funzione dell uso. Tutti noi utilizzatori abbiamo gradito quello che ha fatto (e farà) l Istat o Eurostat o l OCSE in questa direzione. Ciò che le tecnologie hard e soft permettono nel pre-organizzare i dati in funzione dell uso. Ma il problema dell integrazione sta altrove.. Nella dimensione epistemologica innanzitutto, nell euristica positiva/ negativa che vieta/permette nel discorso scientifico l uso di certi tipi di dati ( se un economista usa una foto se un urbanista o un etnologo non usa una foto ). Nella dimensione organizzativa, ovvero nelle capacità cognitive degli attori delle politiche pubbliche. Nella dimensione politica: quali stati del mondo entrano nella funzione di preferenza e come si valutano (effetti indiretti)
14 L INTEGRAZIONE DEI DATI: ESEMPI E PRATICHE 13 Pratiche/esempi di uso integrato di dati ISTAT Dimensione epistemologica Alcuni esempi: Rapporto Rogers sulla rinascita delle città in Inghilterra alcuni rapporti sulle città tedesche Rapporti di UNO-Habitat sulle città o sui territori casi di studio (dove l integrazione dei dati ha dalla sua parte ha una consolidata epistemologia Io credo che l ISTAT potrebbe produrre alcuni rapporti su temi di grande attualità come, ad esempio, sullo stato delle città (su cui si sono esercitati negli ultimi anni molti paesi europei (e la stessa Commissione europea) basato su una pratica di integrazione dei dati (fonti, tipologia, ). Mostrare i vantaggi della prospettiva dell integrazione, mostrare le procedure, mostra quali sono i dati che sembra possibile integrare nell attività di resoconto.
15 L INTEGRAZIONE DEI DATI: STUDI DI CASO 14 Pratiche/esempi di uso integrato di dati ISTAT Dimensione epistemologica L analisi ex-post delle politiche pubbliche tralasciando gli irrilevanti esercizi formali imposti dalle regole dei Fondi strutturali non sono diffuse in Italia. Ancora meno lo sono le analisi (condotte dalla comunità scientifica e dagli analisti in genere) sulla specifica questione dell uso dei dati nel processo decisionale. Verrebbero in evidenza diffusi, sistematici, conclamati casi fallimenti cognitivi dai quali imparare molte cose. L Istat potrebbe avere un interesse a indagare, ad esempio, i seguenti temi: ma come li usate i dati che produciamo (o i dati che sono disponibili)? E quanti dei dati disponibili usate? E quanta integrazione dei dati c è nelle politiche pubbliche in Italia (in questo tempo). Analisi ex-post sull uso dei dati nelle politiche pubbliche Dimensione metodologica
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