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1 Architettura greca

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3 I luoghi di culto Sebbene atti di culto potessero compiersi ovunque, i Greci considerarono sempre certe località come particolarmente atte al culto degli dei e ad essi più care. Erano siti nei quali sorgevano grandi alberi o boschi o sgorgavano fonti, grotte o cime di monti ecc... Il focolare domestico era la sede delle divinità familiari, la casa del re era la sede del culto. Le città che vennero formandosi in seguito ereditarono dal passato le antiche sedi del culto (sull acropoli, dimore degli antichi re) o costruirono nuove sedi.

4 Lo spazio veniva ritualmente consacrato, separato dall altra terra da una chiusura o da confini (témenos) Vi sorgeva un altare per il sacrificio e poteva sorgervi anche un tempio, il naòs, cioè l abitazione della divinità, rappresentata dalla sua immagine o da un simbolo. Esso non era destinato alla riunione dei fedeli, perché i sacrifici venivano offerti sull altare esterno. Il tempio spesso era chiuso e nella parte più interna (àdyton) entravano solo i sacerdoti

5 Il tempio greco La forma del tempio greco deriva dal megaron miceneo, la parte più intima e solenne dei palazzi micenei

6 Pianta del Palazzo di Pilo

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8 Poteva esserci sul fondo un terzo ambiente accessibile dalla sala, l adyton Sala con trono e focolare al centro = megaron Naòs (vestibolo) Porte Pronao (portico) con due colonne in legno su base di pietra

9 Sistema trilitico Due elementi verticali ritti e distanziati, detti pilastri o ritti, sulla cui sezione superiore si appoggia orizzontalmente il terzo elemento, l architrave o giogo. L architrave sopporta il proprio peso e quello della struttura soprastante e lo scarica sui pilastri e sulle fondazioni

10 Periodo geometrico (VIII sec. A. C.) Superato l uso di celebrare culti nelle case principesche o di gruppi familiari, si dedicano agli dei le vecchie dimore o si costruiscono edifici secondo il loro tipo (il megaron), poi arricchendoli e cingendoli di colonne Pochissimi i resti, qualche modello fittile

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12 Età arcaica VII-VI sec. a. C. Nascita dell architettura greca: nei primi decenni del VII ha inizio il processo di litizzazione delle costruzioni. All origine l introduzione delle coperture fittili, che comportò un aumento di peso: elementi litici prima per i muri, poi per le colonne e quindi per gli architravi.

13 Ordini architettonici Sistemi architettonici caratterizzati essenzialmente da particolari proporzioni, sintassi, forma e decorazione delle membrature. I maggiori (dorico, ionico, corinzio) sono descritti nel III e nel IV libro di Vitruvio.

14 Ordine dorico E proprio della madrepatria, dove si origina e si sviluppa. Il primo tempio dorico interamente in pietra è del 590 a Corinto.

15 Crepidine: impostata sul piano omogeneo che copre la fondazione; da uno a quattro gradini. Stilobate: piano sommitale, la cui orditura tiene conto della posizione assegnata alle colonne; inclinazione per correzione ottica* e deflusso acqua. Fusto (senza base):prima di legno, poi monolitico, poi a rocchi. Non cilindrico, ma rastremato e con enthasis (rigonfiamento intermedio, per cause naturali nei fusti in legno, per correzione ottica poi) Scanalature: da 16 nel periodo arcaico a 20 nel periodo classico. *Correzioni ottiche: alterazioni delle linee rette, volte a correggere gli effetti deformanti della visione a distanza

16 Capitello annelletti (listelli aggettanti, a ricordo del coprigiunto in metallo posto alla giustapposizione tra fusto ligneo e capitello), echino (a forma di cuscino circolare, che diventa progressivamente troncoconico) abaco o plinto, lastra parallelepipeda posta tra architrave e echino.

17 Trabeazione: Architrave poggiante direttamente sull abaco Tenia, listello continuo aggettante, Regulae, brevi listelli decorati inferiormente da una fila di gocce (traduzione in pietra dei chiodi dei templi lignei).

18 Fregio: Alternanza di triglifi (membrature piatte a sviluppo verticale con scanalature verticali) e metope (lastre piane e quadrilatere, leggermente arretrate, destinate, per la loro natura non portante ad accogliere decorazioni figurate), legata al ritmo delle colonne. Anche qui coronamento di una tenia. Gocciolatoi: per convogliare l acqua piovana

19 Frontone Timpano: spazio trangolare destinato ad accoglere la decorazione scultorea Geison-corona: fascia gocciolatoio molto aggettante con sima (modanatura sommitale assimilabile alla linea di gronda); si protende allo scopo di proteggere dalla pioggia le sottostanti strutture.

20 Tempio di Era ad Olimpia Verso il 600 a.c. In origine il tempio aveva colonne lignee, che furono progressivamente sostituite nel corso dei secoli da elementi in pietra.

21 Tempio di Apollo a Corinto VI sec. a.c.

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23 Tempio in antis (con portico a colonne inquadrate dalle testate dei muri della cella) Tempio prostilo (con fila di colonne davanti alla cella) Tempio a doppie ante Tempio anfiprostilo

24 Tempio periptero (con colonnato attorno alla cella)

25 Tempio diptero (circondato da doppia fila di colonne)

26 esastilo= con sei colonne sulla fronte e periptero= con colonnato intorno alla cella; cella con otto colonne (interne a quattro a quattro a dividere in tre navate) preceduta da un pronao (vestibolo) distilo (con due colonne) in antis (inquadrate lateralmente dal prolungamento delle pareti della cella) e cella postica (posteriore) con quattro colonne e opistodomo (vano posteriore) distilo in antis. Peristasi (fila di colonne) di colonne monolitiche in calcare rivestito di stucco, capitelli in blocco separato; le colonne di lati lunghi hanno un intercolumnio più stretto; lo stilobate (basamento) è leggermente convesso.

27 Fregio dorico del tempio C di Selinunte con alternanza di triglifi e metope scolpite (quadriga di Apollo, Perseo, Eracle) Altezza m 1,47, largh. metope 1,10

28 Tempio C di Selinunte, colonnato

29 Tempio di Afaia a Egina a.c. Ordine dorico Cella con pronao e opistodomo, divisa in tre navate m 13,77 x 28,81 Peristilio di 6 x 12 colonne

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31 Ordine ionico Nasce e si sviluppa nelle Isole e nelle colonie della costa anatolica. Il primo tempio è l Heraion di Samo costruito e ricostruito in vari momenti ( ) Forme più slanciate e eleganti. Sempre origine lignea, anche se le strutture sono diversamente organizzate.

32 Base della colonna, di tipo asiatico in due sezioni, di tipo attico più semplice Fusto: più slanciato, rastremato ma senza entasis Scanalature fitte a sezione semicircolare separate da un listello piatto

33 Trabeazione suddivisa in architrave, fregio e cornice (come nel dorico), con modanature molto articolate. Fregio continuo e spesso decorato con bassorilievi Capitello: con echino decorato (con successione di ovuli racchiusi entro gusci e separati da lancette), pulvino avvolto alle due estremità in modo da generare due volute simmetriche e lastra di abaco bassa e sagomata. Non è adatto a una peristasi, perché non è a simmetria circolare.

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35 Ordine corinzio Ordine corinzio (dal V secolo): non è un ordine vero e proprio, perché l andamento generale è quello dell ordine ionico: solo il capitello è completamente diverso, a forma campanata con foglie di acanto. Compare in periodo classico dapprima come colonnato interno, poi si impone sugli altri.

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38 Coperture laconica, con coppi convessi e tegole cave, privi di incastri corinzia, con coppi pentagonali e tegole piane giuntati tra loro mediante appositi incastri ibrida, con coppi convessi e tegole piane connessi a incastro in marmo, solo per edifici di particolare rilevanza.

39 Tetto protocorinzio Tetto corinzio Tetto laconico Tetto ibrido

40 Fondazioni Ripercorrono l andamento dei muri, solo in casi eccezionali a platea. Erano in blocchi parallelepipedi, sommariamente sbozzati, di materiali non pregiati (conglomerati, brecce, tufo, calcari). Sopra il piano di campagna un risalto in materiale migliore che costituiva un piano di livellamento e elemento di transizione tra fondazione ed elevato.

41 Murature in pietra naturale in opera ciclopica : grandi massi informi o appena sbozzati posti uno sull altro con interstizi riempiti da piccoli detriti o schegge mura di fortificazione a secco: pietre informi delimitazione di aree

42 Murature con paramento lavorato In opera poligonale In opera trapezoidale (seconda metà V- III) In opera quadrata (la tipologia più diffusa: blocchi realizzati nella cava). Le strutture in opera quadrata adottavano particolari accorgimenti: levigatura lungo il perimetro e area interna sommariamente lavorata (anathyrosis); blocchi giuntati con grappe metalliche.

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44 Colonne Prima fusti monolitici, poi a rocchi, fissati da elementi in legno inseriti in apposite cavità del marmo e dal IV in metallo; dal III colate di piombo.

45 La fervida attività nell edilizia sacra che caratterizzò l arcaismo greco subì una battuta d arresto nel trentennio che seguì le guerre persiane, a causa del patto stretto a Platea di non ricostruire gli edifici profanati dai Persiani, affinché le rovine restassero a perpetuo monito della violenza degli invasori. In occidente invece vasto programma di monumentalizzazione : Selinunte Agrigento Segesta

46 Tempio dorico di Segesta (Sicilia) ultimo quarto del V secolo

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48 Tempio di Zeus a Olimpia Intorno al 460 Modello dell ordine dorico

49 Calcare locale rivestito di stucco; basamento sopraelevato

50 Elementi della città greca Acropoli Agorà (piazza) Bouleuterion: edificio entro il quale si raccoglievano i buleuti (consiglieri della città) Pritaneo: edificio destinato ad accogliere il fuoco sacto della città e i pritani, magistrati che detenevano il potere per un decimo dell anno Stoà (portico)

51 MILETO: pianta della zona nord Con doppio colonnato e triplice fila di negozi Dal V sec. pianta regolare a scacchiera (secondo i principi di Ippodamo), poi riempita progressivamente

52 L agorà di ATENE nel IV- III sec. a. C.

53 L agorà di ATENE nel II- I sec.

54 Il teatro Théatron: luogo dove si svolgeva l azione che gli spettatori guardavano o insieme degli spettatori Teatri minoico- micenei e arcaici: sistemazioni rettilinee a gradinate VI sec. a. C.: Atene (Tespi), panche di legno mobile e tenda come fondale Epoca classica: sviluppo della tragedia; posti scavati sul pendio di un rialzo naturale e progressiva monumentalizzazione della scena Età ellenistica: codificazione strutturale

55 Koilon Klimakes Kerkides Scena, podio rialzato sul quale si muovevano gli attori Orchestra: circolare o a ferro di cavallo, destinata alle evoluzioni del coro Parodos, ingresso laterale scoperto

56 Teatro di Epidauro - IV sec. a. C.

57 Afrodisia (Turchia) Teatro, Eretto in età tardo ellenistica e modificato sotto Marco Aurelio (II sec. d. C.)

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