Contributo alla consultazione su Progetto di Regolamento generale di esenzione per categoria

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1 Contributo alla consultazione su Progetto di Regolamento generale di esenzione per categoria Confcooperative costituisce la principale associazione di dimensione nazionale di rappresentanza, tutela e assistenza degli interessi delle cooperative italiane. Confcooperative associa oltre imprese cooperative distribuite sull'intero territorio nazionale, con occupati e un fatturato di 56 miliardi di euro. Confcooperative si ispira ai principi cooperativi, fissati e periodicamente aggiornati dall ACI (Alleanza Cooperativa Internazionale) e, in ragione della funzione sociale costituzionalmente riconosciuta (art. 45) alla cooperazione, ne promuove lo sviluppo, la crescita e la diffusione attraverso le azioni di volta in volta più adeguate. Confcooperative ha una presenza capillare su tutto il territorio nazionale, con un organizzazione che si articola orizzontalmente in: - 22 Unioni regionali - 80 Unioni provinciali - 5 Unioni interprovinciali Confcooperative si struttura settorialmente in 8 Federazioni nazionali e nel Segretariato Mutue. Premessa Confcooperative ha esaminato con molto interesse il Progetto di Regolamento generale di esenzione per categoria e vuole manifestare il suo apprezzamento per l avvio della consultazione. Si condivide la necessità di avviare una riforma generale delle regole sugli aiuti di Stato e a tal fine ritiene che il ricorso alla semplificazione, anche tramite 1

2 consolidamento della normativa esistente in materia di esenzioni, vada nella giusta direzione per il soddisfacimento dell obiettivo del Legiferare Meglio. Di seguito alcune osservazioni sulle diverse categorie di esenzioni contenute nella proposta di regolamento. Osservazioni generali Confcooperative si rammarica in relazione al non accoglimento delle osservazioni mosse al primo progetto di regolamento. Confcooperative tiene infatti a sottolineare come la Commissione dovrebbe tenere in considerazione come il panorama delle PMI non sia composto unicamente da società di capitali, ma anche da società cooperative. Le società cooperative sono altro rispetto alle società di capitali, tanto in termini di gestione di impresa ( le cooperative sono infatti caratterizzate specificatamente dalla democrazia nella gestione dell'impresa (una testa, un voto), che di finalità perseguite (le cooperative hanno finalità mutualistiche e non lucrative). Le cooperative, in particolare, rivestono un ruolo decisamente importante all interno dell economia dell Unione Europea con le loro imprese, 145 milioni di soci e 4,7 milioni di occupati a livello Europeo, ma nonostante ciò esse non vengono adeguatamente sostenute, tramite l individuazione di interventi maggiormente calibrati alle loro esigenze e secondo le proprie specificità, nella moderna competizione di mercato. Per tale motivo sembra importante che la Commissione tenga ben presente, come nell individuazione delle modalità di accordo alle esenzioni le specificità cooperative siano considerate e sostenute rispetto alle penalizzazioni derivanti da modalità di intervento predisposte e misurate soprattutto sulle società di capitale. Aiuti di stato al capitale di rischio Si esprime condivisione per la proposta di estensione delle esenzioni anche agli aiuto di Stato in favore del capitale di rischio, ma si vorrebbe evidenziare come gli interventi in favore di tali aiuti dovrebbero essere stabiliti anche secondo le caratteristiche e le grandezze delle diverse PMI. Occorrerebbe che gli interventi in favore del capitale di rischio venissero realizzati mediante due forme tecniche distinte delle quali, l una per le grandi imprese e l altra specifica per le piccole, medie e micro imprese. 2

3 Si nutre qualche perplessità relativamente alla formula individuata nell articolo 23 della bozza di Regolamento che pare spingere in maniera eccessiva per un ritorno di redditività degli investimenti di risorse pubbliche nel capitale di rischio. L impostazione contenuta nel progetto sembra particolarmente inadatta per il sostegno delle imprese in forma cooperativa, che non sono orientate ad ottimizzare il rendimento dei portatori di capitale. Nonostante si condivida infatti la necessità di tutelare i fondi di derivazione pubblica con modalità di utilizzo che pongano le condizioni per il loro rientro, prevedere però che la gestione debba essere affidata ad un soggetto che sarà retribuito in funzione della redditività degli investimenti effettuati, potrebbe essere distorcente nell allocazione delle risorse. Pertanto la destinazione delle risorse dovrebbe puntare, non soltanto al sostegno di iniziative ad alto rendimento, ma anche di realtà che nascono con obiettivi diversi. Osservazioni sugli aiuti di stato all ambiente Confcooperative apprezza l inclusione di questa nuova categoria all interno del Regolamento di esenzione, ma pur ritenendo comunque condivisibile l impostazione della Commissione, le definizioni di cui all articolo 13 paragrafo II del Regolamento misure di risparmio energetico sono calibrate su imprese industriali. Sarebbe invece opportuno prevedere una definizione più ampia e maggiormente misurata sulle attività espletate dalle PMI anche cooperative. Inoltre occorrerebbe sostenere il contributo offerto dalle imprese cooperative nell ambito sia della produzione che della distribuzione di energia, con particolare riguardo a quelle fonti di energia il cui potenziale di sfruttamento è attualmente sottoutilizzato l energia eolica, solare, derivante da biomassa o da gas di discarica, gas residuati di processi di depurazione e biogas. Occorrerebbe quindi prevedere che in tale nuova esenzione rientrino anche gli incentivi al produttore che, da fonti rinnovabili non fossili, produca il proprio fabbisogno energetico. Sarebbe inoltre opportuno che aiuti di stato possano intervenire a promuovere processi aggregativi e di filiera a valorizzare l intersettorialità operativa, anche per scambi di know-how professionali e progettuali disponibili. Si dovrebbero inoltre valorizzare gli elementi di competitività distintiva del modello cooperativo tanto sul piano della capacità di aggregazione, sia dell offerta, sia della domanda, nonché in relazione all importanza del radicamento sul territorio della formula cooperativa, anche attraverso la diffusione della cultura dell autogestione per modelli di sviluppo compatibile. 3

4 Aiuti agli investimenti per la tutela dell ambiente volti al superamento delle norme comunitarie In particolare per gli aiuti espressamente finalizzati alla riduzione di emissioni di inquinanti in atmosfera l intensità di aiuto potrebbe arrivare fino al 35% (rispetto al 25% proposto nella bozza di regolamento) parificandola così agli aiuti ambientali per investimenti in misure di risparmio energetico. Occorre inoltre sottolineare che una politica incisiva di riduzione di CO2 contrasta con il considerando n. 27, nel quale si esclude la possibilità per le imprese operanti nel settore del trasporto merci su strada di investimenti su mezzi e attrezzature di trasporto. Sarebbe invero utile proporre una deroga a tale disciplina per quanto concerne gli interventi a finalità ambientale e valutare la possibilità di permettere determinati investimenti in mezzi di trasporto che siano finalizzati alla riduzione delle emissioni inquinanti e quindi alla tutela dell ambiente. Confcooperative vorrebbe inoltre suggerire l inclusione specifica dei rifiuti tra le fonti energetiche ammesse a beneficiare del sistema di incentivi riservato alle fonti rinnovabili per la produzione di energia. Osservazioni sugli aiuti di stato agli investimento e all occupazione Confcooperative ritiene positivo l aumento dell intensità di aiuto agli investimenti e all occupazione per le piccole e medie imprese, oltre alla possibilità di cumulo con gli aiuti previsti per l assunzione di lavoratori svantaggiati. La definizione di questi ultimi, particolarmente ampia, rappresenta una interessante opportunità per le nostre cooperative che tradizionalmente danno risposte occupazionali alle fasce deboli del mercato del lavoro. In questo contesto auspicabili sarebbero interventi volti ad assicurare il mantenimento dei trend di crescita dell occupazione nelle PMI anche cooperative, con misure atte a definire una normativa premiale per i processi di aggregazione. Le misure consentite dovrebbero consistere sia in un incentivo per l impresa che scompare confluendo in un altra, sia per il nuovo soggetto imprenditoriale frutto del processo di innovazione aziendale cui va incontro la nuova impresa. L introduzione di tali meccanismi andrebbe legato ad aumenti di capitale sociale delle imprese anche cooperative richiedenti, al fine di rafforzare la base sociale e quindi rendere più solida la struttura patrimoniale delle stesse. Nell impossibilità di prevedere misure economiche generali, sarebbe comunque opportuno individuare percorsi privilegiati per questa tipologia di aiuti, che si traduca velocemente in sostegni a settori in fase di ristrutturazione dimensionale, anche in considerazione del tessuto imprenditoriale italiano e non solo, nel quale la 4

5 diffusa presenza di imprese piccola e micro dimensione non consente sempre una risposta adeguata alle esigenze di mercato Aiuti per la formazione Si accoglie positivamente l incremento al 60% dell intensità d aiuto per la formazione generale, che rende quindi più vantaggioso per le piccole imprese il ricorso ad interventi formativi. Aiuti in favore di lavoratori svantaggiati e disabili L impiego di persone in situazione di esclusione sociale e lavorativa nelle imprese di inserimento lavorativo, genera costi aggiuntivi all ordinario sistema dei costi delle imprese, solo parzialmente coperti dall esonero fiscale (In Italia L. 381/91 art. 4 comma 3), relativi ai lavoratori svantaggiati. In particolare: - La ridotta produttività dei lavoratori svantaggiati proporzionata al deficit espresso dalle diverse situazioni personali - Il necessario adattamento logistico- organizzativo e tecnologico per adeguare le postazioni di lavoro dei soggetti svantaggiati e comprensivo dell abbattimento delle eventuali barriere architettoniche - Il lavoro dello staff tecnico di affiatamento che deve garantire l adeguato apporto formativo, informativo e addestrativo durante tutta la durata del percorso di inserimento lavorativo - I costi di selezione, formazione, aggiornamento della persona specializzata nel lavoro sociale di affiancamento ai lavoratori svantaggiati Esistono quindi sostanziali costi accessori rispetto alle altre società dovuta alla loro dimensione sociale, e, pertanto, necessitano del riconoscimento formale, tecnico ed economico della funzione formativa e di assistenza d impresa al progetto personale del lavoratore svantaggiato inserito, soltanto per essere equiparata, non privilegiata, nelle condizioni di competitività con le altre imprese del mercato. Si vuole inoltre sottolineare che in Italia sono stati attivati alcuni studi di profilo professionale per identificare e declinare gli skills dell operatore specializzato nell inserimento lavorativo nelle cooperative sociali di tipo B. 5

6 Di seguito gli emendamenti al Progetto di Regolamento generale di esenzione per categoria: Articolo 2, comma 17: dopo della lettera a) inserire la seguente a) bis riconosciuto lavoratore svantaggiato ai sensi della legislazione nazionale Articolo 31, comma 2: elevare la percentuale dell intensità di aiuto fino al 60%. Articolo 32, comma 3 elevare la percentuale dell intensità di aiuto fino al 75%. Articolo 31, Comma 3 e Articolo 32, Comma 3 La locuzione costo salariale è limitativa poiché non sempre corrisponde al costo del lavoro e quindi al costo aziendale. E preferibile affermare che i costi ammissibili corrispondano a costi definiti dai tabellari ministeriali delle legislazioni nazionali Trasparenza degli aiuti e aiuti sottoforma di conferimenti di capitale L articolo 5 della Progetto di Regolamento chiarisce che non sono considerati trasparenti, pertanto non coperti dal Regolamento, gli aiuti sottoforma di conferimenti di capitale. Non è però chiaro cosa si intenda con il termine conferimenti di capitale. L articolo 8 Effetto di incentivazione in relazione al riconoscimento dell esenzione per gli aiuti che hanno un effetto di incentivazione laddove tale riconoscimento ai sensi del paragrafo 2 rileva se prima dell avvio dei lavori relative al progetto o all attività, il beneficiario abbia presentato domanda allo stato membro in questione. Resta infatti da chiarire cosa intenda la commissione con prima dell avvio dei lavori relative al progetto o all attività. Confcooperative Borgo S.Spirito 78 I Roma Tel (39-06) , segretariagen@confcooperative.it Web: Confcooperative - Ufficio di Bruxelles Square Ambiorix 32, bte 35 B-1000 Bruxelles Tel (32-2) bruxelles@confcooperative.coop 6

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