ALUNNI ADOTTATI E FORMAZIONE CLASSI: INSIEME O DIVISI?
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- Fabiana Martelli
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1 ALUNNI ADOTTATI E FORMAZIONE CLASSI: INSIEME O DIVISI? Salve a tutti, qualcuno di voi già mi conosce, sono un'insegnante di scuola media. In questi giorni mi sto occupando di reperire le informazioni sugli alunni di quinta elementare che si sono iscritti per l'anno prossimo nella nostra scuola. Parlando con diversi insegnanti e dirigenti in relazione alla formazione classi, trovo due pareri discordanti: c'è chi ritiene opportuno inserire nella stessa classe due o più alunni adottati, perchè possano riconoscere i percorsi comuni (nel caso in cui emerga, ad un certo punto, la loro storia) e chi pensa invece che si influenzerebbero troppo e ritiene sia meglio dividerli. Cosa ne pensate, qual è la vostra esperienza in proposito? Mi sarà preziosa perché ho voce in capitolo nella formazione classi e vorrei il meglio per i miei futuri alunni. Grazie del vostro aiuto (Simona) Buogiorno Simona! La mia esperienza è questa: mio figlio - arrivato già grande, aveva 10 anni - ha avuto un altra bambina adottata in classe ma non si sono mai particolarmente frequentati ne relazionati ne, ovviamente, influenzati; per me, invece, mamma da poco, è stato molto utile confrontarmi con un altra mamma adottiva. Anche il mio bambino più piccolo non ha mai considerato interessante un altro bambino solo perchè, magari, era adottato anche lui. Ciao e buon lavoro, (Anna L.) Ciao Simona, ho due figli, il grande ha 13 anni ed è con noi da quando ne aveva due, la seconda 9, con noi da 3 e mezzo. Il primo ha avuto in classe alle elementari dalla quarta un altro bambino adottato; mi ricordo che all arrivo si sono riconosciuti come adottati, forse scambiati qualche informazione e poi nulla di più; in senso totalmente neutrale. La piccola dalla prima elementare ha un compagno che è in affido; c è sintonia e una blanda solidarietà, ma non so se sia per la condizione di adozione/affido o per il fatto di condividere il colore della pelle. Dal mio punto di vista credo che sia sempre positivo quando è possibile evitare l effetto bestia rara, per questo è sufficiente la presenza di qualcuno con caratteristiche simili, anche se poi ciò non porta ad un confronto o altro. Questa è la mia esperienza. E grazie per questa preoccupazione. (Michela) Buongiorno a tutti, metto qui alcune riflessioni tratte da situazioni che ho conosciuto negli ultimi anni. Raggruppare più bambini adottati nella stessa classe ha senz'altro due vantaggi: il primo è quello, già sottolineato da Anna, di offrire ai genitori la possibilità di confrontarsi; il secondo - importantissimo - è quello di "costringere" gli insegnanti della classe a informarsi-formarsi sulla problematica adottiva, cosa che non sempresi ritiene necessaria quando l'alunno 1
2 adottato è solo uno. Dal punto di vista dei bambini e dei ragazzi è vero che, almeno fino alla tarda adolescenza, solitamente non c'è interesse manifesto verso chi condivide la stessa condizione esistenziale. Forse sapere che non si è i soli nella classe ad avere una storia "particolare" può essere implicitamente rassicurante, ma questa è solo un'ipotesi. Propenderei pertanto per il raggruppare, anche se potrebbero esserci situazioni che rendono preferibile l'altra opzione, per esempio quando la cultura familiare nei confronti dell'adozione (famiglie molto aperte o che al contrario tendono a occultare) è molto diversa. Sarebbe sempre opportuno un incontro preliminare con i genitori prima di decidere. Sarebbe interessante sentire le esperienze delle insegnanti che hanno avuto più ragazzi adottati nelle loro classi, ce ne sono parecchie iscritte a questa lista! (Livia) Un saluto a tutti, sono docente di scuola superiore e sono intervenuta in passato per segnalare l attenzione che finalmente si sta iniziando a rivolgere alla situazione degli studenti figli adottivi nella scuola secondaria superiore, dove si è iniziato da poco a porsi domande su cosa la scuola possa, debba e voglia fare per affrontare le eventuali difficoltà. Ho avuto nelle mie classi in vari anni alcuni studenti figli adottivi 6 per la precisione sempre singolarmente nelle diverse classi. Non so rispondere alla domanda se sia meglio che in una classe ci siano più figli adottivi, posso però dire che il desiderio di confrontarsi con ragazzi dalla storia simile è più volte emerso dai miei studenti, i quali in alcuni casi hanno cercato in altre classi o fuori dalla scuola coetanei o anche ragazzi più grandi con i quali condividere pensieri e soprattutto emozioni. Le emozioni verso i propri genitori, che nell adolescenza si colorano di note conflittuali, ma vengono vissute dai figli adottivi con maggiore sofferenza, poiché si scontrano con la profonda gratitudine che provano per i genitori che li hanno scelti. Si tratta ovviamente della mia limitata esperienza. Se dovessi scegliere, deciderei di metterli insieme, anche per la ragione posta dalla dott. Botta per la quale i docenti si sentono obbligati ad informarsi e formarsi sull argomento. Ciò costituisce un vantaggio per la didattica in generale: un azione educativa che abbia a fondamento una pedagogia della e per la differenza è una conquista per tutti gli studenti e migliora il clima della classe. Un saluto e augurio, (Luisa) Buongiorno, intanto vorrei ringraziare per aver parlato dell'argomento, cosa che senz'altro darà stimolo a qualche ragionamento in più e ad una attenzione dovuta, prima di formare le nuove classi. Mio figlio (adottato a circa 5 anni con presenza in casa di sorella maggiore biologica) ha avuto fin dalla prima elementare (ora sta per finire la quinta) una compagna con la sua stessa storia adottiva alle spalle e un compagno con il quale condivide il fatto di avere una famiglia dove uno dei due figli è stato adottato e l'altro no. Entrambe le conoscenze/amicizie sono state fonte di stimoli, arricchimento e spunti di approfondimento di argomenti che, magari, sarebbero venuti fuori comunque, ma così è avvenuto in modo molto naturale. Siamo, perciò, favorevoli, anche se è vero che un confronto preliminare tra le famiglie e le varie visioni della tematica, sarebbe davvero prezioso! Grazie (Cecilia) 2
3 La mia esperienza in tutta umiltà è che dipenda completamente dai "bambini" in questione. Ho esperienze positivissime di inserimenti assieme e negativissime. Dipende. (Anna G.) Carissimi, desidero dire la mia sul tema del presente dibattito, tornando a interagire con piacere con questo gruppo, a cui, per lungo tempo, ho partecipato in modo un po' passivo, limitandomi a leggere i vostri interessanti interventi, ma non prendendo parte attiva alla discussione... di questo, colgo l'occasione per scusarmi e motivare tale...assenza non, certamente, con una mancanza di interesse, ma piuttosto con la difficoltà di trovare tempi e spazi da dedicare alla pur necessaria riflessione, in mezzo a tutti gli impegni e le incombenze da assolvere... Per venire al dunque, l'esperienza che vorrei riferire per quanto riguarda la scuola dell'infanzia e la scuola primaria di cui sono coordinatrice didattica, vanno nella direzione di un giudizio favorevole rispetto alla compresenza di più alunni adottati nel medesimo gruppo classe. Questo, almeno, é quanto é riferibile alla nostra realtà, dove, peraltro, non esiste altra possibilità di scelta disponendo di tre sezioni omogenee per la scuola dell'infanzia e di cinque classi, per un'unica sezione, di scuola primaria. La convivenza di più alunni uniti dalla comune esperienza di essere figli adottivi ha dato, generalmente, risultati positivi, anche se abbiamo osservato entrambi gli atteggiamenti evidenziati da alcuni di voi: se due nostri alunni adottati e compagni di classe hanno tratto forza e motivazione per la loro amicizia dal fatto di condividere la medesima esperienza nella loro identità di figli, altri due bimbi, più piccoli dei precedenti, non sembrano badare affatto alla loro comune condizione di alunni adottati. In entrambi i casi, comunque, credo opportuno chiarire, si tratta di classi in cui la coppia di alunni adottati é presente nel gruppo classe fin dal primo anno di scuola primaria... anzi, per i due ragazzini più grandi, tale condivisione dell'esperienza scolastica aveva avuto avvio già dalla scuola dell'infanzia... forse, anche il fatto di essere... partiti insieme nel loro viaggio attraverso il mondo della scuola ha agevolato sia l'instaurarsi di relazioni solidali o, quanto meno, prive di conflitti tra loro, sia l'assunzione, da parte dei compagni, di un atteggiamento meno propenso a considerare tanto eccezionale e, quindi, tale da attrarre anche interessi poco opportuni, la condizione da loro condivisa di figli adottivi. Infine, comunque, ritengo fondamentale, nel momento delicato di definire la formazione delle classi, prendersi tutto il tempo necessario per riflettere, consigliarsi e consultarsi con chi conosce sia i bambini/ragazzi in questione, sia le loro storie, perché, come tutti noi, insegnanti e genitori, ben sappiamo, la vera grande sfida, in ambito educativo, non é trovare LA soluzione giusta ed applicabile con modalità universali ed assolute, ma é piuttosto individuare tante singole e contestualizzate soluzioni, delineate ad hoc, per incontrare, per quanto possibile, le particolari e specifiche esigenze educative di quell'/quell'alunno/a... Chiedo scusa per la lungaggine del mio intervento, che, almeno per tale... prolissità, ha compensato il mio precedente, protratto silenzio! Buon lavoro e... buona vita a tutti!!! (Emilia) Buongiorno Simona, leggendo la tua mail non mi è molto chiara la preoccupazione relativa alla 3
4 presenza di due o più alunni adottati nella stessa classe (cioè su "cosa" o "come" dovrebbero e/o potrebbero influenzarsi troppo), in base alla quale sarebbe meglio dividerli. Considerando la mia esperienza lavorativa, prima nella scuola primaria, ora in quella dell'infanzia, sono favorevole alla presenza di più alunni adottati nello stesso gruppo-classe...occasione in più di confronto, apertura e crescita per tutti: alunni, insegnanti, dirigenti e famiglie. Come neomamma adottiva, anche in un clima scolastico molto positivo, considero questa presenza un aiuto, in più, per affrontare la "sofferenza" che questi alunni portano dentro. Grazie per l'attenzione e sensibilità. (Marina) Cerco di portare anch'io un contributo a questa bella discussione, che mi tocca su un punto vivo della nostra esperienza di famiglia; le mie ragazzine sono arrivate in casa a 7 e 9 anni, con un bel bagaglio di vissuto e di ricordi sulle spalle; in questi anni insieme le mie bambine hanno conosciuto e frequentato altri bambini adottati, alcuni in tenera età, altri grandicelli, alcuni adottati da molto tempo e con un buon rapporto consolidato coi loro genitori, altri adottati da poco e con difficoltà ad ambientarsi e ad accettare regole, ritmi, volti nuovi, ecc. Hanno anche instaurato rapporti con altri bambini non adottati ma in condizioni di precarietà e trambusto familiare simile al loro vissuto precedente all'adozione. Molte delle frequentazioni a cui mi riferisco sono avvenute a scuola non solo strettamente con compagni di classe, altre in ambiti come il catechismo, attività extra-scolastiche, amicizie di famiglia più o meno strette, ecc. In questo panorama variegato, mi sento di dire che in linea di massima i rapporti con altri bambini adottati (da piccoli o più grandi, non importa) che hanno stabilito un solido legame con i loro genitori, e che si sono ben ambientati sono stati positivi, d'aiuto o in altri casi neutri; i rapporti con bambini/ragazzi appena inseriti in famiglia e con un certo vissuto alle spalle, e con bambini/ragazzi che vivono tuttora esperienze di famiglie carenti presentano delle problematicità; da un lato ci consentono un confronto con le nostre figlie, ad esempio aprendo l'argomento che a tredici anni non è opportuno fumare, e che non fa bene nemmeno agli adulti. Dall'altro una prossimità quotidiana tra persone che hanno vissuti pesanti non ancora elaborati (ci vuole molto tempo per farlo), rischia di creare complicità, o di far scegliere modelli di comportamento che magari affascinano, ma non opportuni per una crescita serena. Detto questo, le mie figlie stanno crescendo bene, tra molte attenzioni, tra cui quella sempre più delicata, man mano che si cresce, alle loro amicizie e frequentazioni. Quindi nello scegliere se mettere o no bambini adottati nella stessa classe, secondo me occorre avere presente la loro storia personale; un po' come per la scelta della classe in cui inserire i bambini appena arrivati. Spero di essere stata chiara, scrivendo questo piccolo contributo su argomenti che sono delicatissimi. Un caro saluto a tutti (Valeria) Salve a tutti, mi unisco al dibattito anche io, confermando l esperienza positiva che ho vissuto in questi tre anni di scuola media, con tre alunni adottati nella stessa classe, di cui uno con disabilità intellettiva lieve; nella loro vita scolastica, si sono sempre sentiti liberi di parlare della loro storia particolare, anche perchè hanno seguito passo passo anche la mia storia adottiva, che si è appena conclusa! Proprio negli ultimi giorni, prima di entrare in congedo, la 4
5 naturalezza con cui l argomento è sempre stato affrontato da tutta la classe ha permesso alla ragazzina adottata in Russia di tirare fuori esperienze del suo vissuto mai dette prima, mentre il ragazzino con disabilità ha preso coscienza della sua storia particolare condividendola con i compagni proprio nel corso di quest anno... la ragazzina russa e il ragazzo colombiano hanno vissuto alterne vicende in questi tre anni, ma si sono sempre sentiti Vicini... insomma, la mia impressione è che essere stati la classe dell Adozione (anche un mio collega ha iniziato questo fantastico percorso) abbia permesso loro di tirare fuori le loro emozioni nei momenti critici con una naturalezza maggiore (Anna C.) Ringrazio davvero tanto tutti quelli che mi hanno risposto, anche se mi sono accorta che nella maggioranza dei casi i riferimenti erano alle scuole elementari, realtà molto diversa dalle medie dove insegno io. Terrò conto dei vostri preziosissimi e soprattutto sentiti consigli. Volevo anche raccontare una piccola esperienza di questi giorni. Nel mio paese (3.000 "anime", ci conosciamo almeno di vista un po' tutti) sono arrivati da circa due mesi due bimbi adottati dal sudamerica. I genitori hanno pensato di farli andare a scuola negli ultimi dieci giorni dell'anno scolastico. Io ero perplessa, ricordavo il "fare famiglia" di cui abbiamo parlato spesso... Ma devo anche riconoscere le loro ragioni, che sono state dettate dal fatto che passare i tre mesi estivi fantasticando sulla scuola poteva essere difficoltoso per i bimbi. Invece così, semplicemente, accolti benissimo dalle maestre (il primo giorno è stata regalata loro una maglietta con le firme di tutti i nuovi compagni), hanno potuto incontrare i loro compagni, per poterli poi riconoscre in giro per il paese, ai parchetti, in oratorio... E sono tranquilli sull'anno prossimo, perché sanno cosa e chi li aspetta. Certo mi rendo perfettamente conto che non è un'esperienza "esportabile" in una grande città, ma merita, a mio parere, una riflessione... (Simona) 5
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