L'aliquota di accisa sul metano, trattandosi di un gas, è rapportata al metro cubo.

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1 Accise Per accisa si intende un imposta sulla fabbricazione e sul consumo. È un tributo indiretto che colpisce singole produzioni e singoli consumi. In Italia le accise più importanti sono quelle relative agli oli minerali (derivati dal petrolio), agli alcolici e ai tabacchi. L'accisa è un'imposta che grava sulla quantità dei beni prodotti, a differenza dell'iva che incide sul valore. Mentre l'iva è espressa in percentuale del valore del prodotto, l'accisa si esprime in termini di aliquote che sono rapportate all'unità di misura del prodotto. Nel caso degli oli minerali, si hanno aliquote rapportate al litro (nel caso, ad es., della benzina e del gasolio) oppure al chilo (nel caso, ad es., degli oli combustibili e del GPL). Nel caso degli spiriti, l'aliquota fiscale è rapportata al litro anidro, cioè all'unità di volume al netto dell'acqua. Ad esempio, una bottiglia da un litro di grappa a 40 contiene 1x40:100= 0,4 litri anidri, mentre il litro totale di prodotto viene detto litro idrato. L'aliquota di accisa sul metano, trattandosi di un gas, è rapportata al metro cubo. Esiste anche un'imposta erariale di consumo sull'energia elettrica, al cui aliquota fiscale è rapportata al chilowattora. L'accisa concorre a formare il valore dei prodotti, ciò vuol dire che l'iva sui prodotti soggetti ad accisa grava anche sulla stessa accisa. L'armonizzazione delle accise è stato un elemento indispensabile alla corretta instaurazione del mercato unico europeo. D'altra parte, il gettito legato alle accise è fondamentale per la fiscalità interna dei singoli Stati membri, in quanto costituisce una parte cospicua delle entrate nel bilancio di ogni Paese. Pertanto, da una parte è stato necessario disciplinare il settore con norme europee applicabili su tutto il territorio dell'unione, dall'altra è stato lasciato ampio spazio alla sussidiarietà di ogni Stato membro, dal momento che le accise concorrono tradizionalmente alla formulazione di scelte politiche, non solamente in campo tributario, ma anche nei settori industriali, energetico, sanitario, sociale, dei trasporti e dell'agricoltura. Il grande impatto di questo tipo di fiscalità 1

2 si rileva considerando che essa colpisce prodotti tipici dell'agricoltura e degli usi alimentari di ogni Paese e prodotti cosiddetti energetici, impiegati tal quali o nella produzione di beni e servizi di larghissimo consumo quali l'energia elettrica, il gas o i trasporti. Date le caratteristiche territoriali molto diverse che contraddistinguono i Paesi membri, non è stato possibile giungere ad un'armonizzazione completa, ossia colpire gli stessi prodotti con le stesse aliquote in tutto il territorio dell'unione Europea, però si è proceduto ad armonizzare le strutture dei tributi nell'ambito di un regime generale valido in ogni Stato membro. In particolare, il regime impositivo europeo prevede: il momento generativo dell'obbligazione tributaria all'atto della fabbricazione dei prodotti nel territorio dell'ue o all'importazione; il perfezionamento dell'esigibilità del tributo all'atto dell'immissione in consumo dei prodotti, con l'uscita dalla fabbrica o con l'importazione definitiva; la possibilità di detenere o di trasferire le merci in regime sospensivo; vincoli di fabbricazione, di deposito e di circolazione per le merci ad imposta sospesa; un sistema di garanzia per la fabbricazione, la trasformazione e la detenzione delle merci in sospensione d'accisa, secondo le previsioni di ogni Stato membro; un sistema di garanzia obbligatorio per la circolazione in regime sospensivo; la possibilità, per le merci già immesse in consumo in uno Stato membro, di ottenere il rimborso dell'imposta assolta se le stesse merci sono trasferite in un altro Stato membro dove pagano l'accisa ivi vigente; i casi in cui si possono ammettere i prodotti ad agevolazione d'imposta, sotto l'osservanza di determinate modalità. La disciplina europea ha introdotto l'istituto del deposito fiscale e alcune figure di soggetti passivi, quali il depositario autorizzato, l'operatore registrato, l'operatore non registrato e il rappresentante fiscale. Pertanto, i principi del regime impositivo, unitamente alle figure di soggetti passivi, riconosciuti in tutto il territorio comunitario, concorrono a quella armonizzazione della struttura fiscale delle accise che unificano le modalità di gestione e di controllo delle operazioni rilevanti ai fini della tassazione. 2

3 In questo modo, è stata assicurata la libera circolazione delle merci nel territorio della Comunità, salvaguardando gli interessi dei singoli Stati. Ad esempio, l'aliquota di accisa zero sul vino non penalizza i produttori di quei Paesi dove è forte la produzione vitivinicola. Al tempo stesso, però, il regime di deposito fiscale garantisce gli interessi di altri Paesi in cui l'imposta è più o meno alta: lo speditore italiano che opera in regime di deposito fiscale è tenuto a garantire il carico di imposta gravante nel Paese di destinazione. La prestazione di un'apposita garanzia, infatti, consente al depositario italiano di emettere il DAA (Documento Amministrativo di Accompagnamento), riconosciuto in tutta la Comunità, la cui funzione è quella di trasferire, insieme alla merce, anche l'obbligazione tributaria tra operatori economici comunitari. L'armonizzazione dei testi normativi in materia di accise dei 25 Stati membri dell' Unione Europea è entrata in vigore il 1 gennaio Il formato standard del nuovo codice di accisa è composto da 13 caratteri alfanumerici. I primi due identificano lo Stato nel quale opera il soggetto assegnatario del codice (IT per l'italia). Carbon tax La carbon tax è una tassa sulle risorse energetiche che emettono biossido di carbonio nell'atmosfera. È un esempio di ecotassa, che è stata proposta dagli economisti come preferibile in quanto tassa un "male" anziché un "bene". Dato che è indirizzata contro un comportamento negativo, è classificata come tassa Pigouviana, dal nome di Arthur Cecil Pigou che per primo propose una soluzione al problema dei costi pubblici. La carbon tax, a causa del legame col riscaldamento globale, è spesso associata ad alcuni tipi di legge amministrate internazionalmente; tuttavia questo non è intrinseco nel principio e politicamente improbabile. L'Unione europea ha discusso una carbon tax per i suoi stati membri, oltre ad una emissions trading sul carbonio che è iniziata nel Gennaio Tuttavia i sistemi di emissions trading non costituiscono una tassa Pigoviana in quanto (a) il pagamento per le emissioni non è riscosso da un organo di governo, e (b) il prezzo per unità di emissione non è fissato come nei sistemi si tassazione, ma piuttosto come un prezzo di mercato che fluttua. 3

4 Fondamenti teorici Nella teoria economica, l'inquinamento è considerato un'esternalità negativa, perché ha un effetto negativo su una o più parti non direttamente coinvolte nella transazione. Un'esternalità negativa rappresenta parte del costo sociale di produzione che non è compreso nel costo privato dei produttori. Come risultato le aziende considererebbero meno costoso inquinare che trovare altri mezzi di produzione perché non tutti i costi di produzione sono stati "internalizzati". Per risolvere questo problema, Pigou propose una tassa sulla merce, la cui produzione era la causa delle esternalità negative che riflettevano i costi di produzione sulla società, quindi internalizzando tutti i costi legati alla produzione di merci. Una tassa sulle esternalità negative è detta tassa Pigouviana. La carbon tax è una tassa indiretta una tassa su una transazione in opposizione alle tasse dirette, come le entrate fiscali. Ne deriva che alcuni conservatori americani hanno sostenuto la carbon tax perché tassa ad un tasso fisso, indipendente dal reddito. Propositi politici Lo scopo di una carbon tax è sia finanziaria (come tutte le tasse) e ambientale. Può essere integrata da tasse sulla benzina e su certi tipi di produzione energetica, come le centrali a carbone. Tipologie speciali di carbon taxes includono: carbon tax ottimale carbon tax sul valore a rischio Propositi economici Assumendo le esternalità negative associate alla produzione di biossido di carbonio, una tassa Pigouviana globale sulle emissioni di anidride carbonica provocherebbe miglioramenti sull'efficienza economica in proporzione al non spreco delle entrate. Tuttavia, non ne segue che un aumento di anidride cabonica ad un livello nazionale o sub nazionale sarebbe un miglioramento. 4

5 Per esempio, se gli USA imponessero una carbon tax, molte industrie ad alto consumo energetico (produzione di energia, produzione di alluminio, industria automobilistica, ecc...) migrerebbero semplicemente in nazioni senza carbon tax, e molte di queste sarebbero Stati in via di sviluppo che sono drammaticamente meno efficienti dal punto di vista energetico degli USA. Questo provocherebbe semplicemente una sostanziale stagnazione economica degli Stati Uniti senza miglioramenti (con possibilità anche di peggioramenti) nelle emissioni di biossido di carbonio. Molti economisti ritengono che una carbon tax imposta su una base meno che globale avrebbe tuttalpiù un impatto nullo sulle emissioni inquinanti mondiali e causerebbe semplicemente la stagnazione economica dei Paesi che la imponessero. Europa Il 1 gennaio 1991, la Svezia ha imposto una carbon tax di.25 SEK/kg ($100 per tonnellata) sull'uso di petrolio, carbone, gas naturale, ed altri combustibili inquinanti. Gli utenti industriali pagano la metà del tasso (tra il 1993 ed il 1997 il 25% del tasso), ed alcune industrie ad alto consumo come l'orticoltura commerciale, la manifattura ed le cartiere furono totalmente esentate da queste nuove tasse. Nel 1997 il tasso fu incrementato a.365 SEK/kg ($150 per tonnellata) di CO 2 emesso.[1] Finlandia, Paesi Bassi, e Norvegia introdussero anch'esse carbon taxes negli anni '90. 5

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