ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE

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1 ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Sezione di Bari INFN/TC-01/19 28 Novembre 2001 GUIDA DI RIFERIMENTO PER LO SVILUPPO DELLA GRID-FARM DEDICATA ALL'ESPERIMENTO ALICE - INFN, SEZ. DI BARI Marcello Castellano 1, Donato De Girolamo 2, Domenico Di Bari 2 1) Politecnico di Bari, Dipartimento di Elettrotecnica ed Elettronica Via E. Orabona, Bari, Italy 2) INFN-Sezione di Bari, Dipartimento Interateneo di Fisica Via E. Orabona 4, I Bari, Italy Abstract L'obiettivo del documento è descrivere la procedura utilizzata per la realizzazione della Grid farm dedicata all'esperimento ALICE-GRID, nell'ambito dell'istituto Nazionale di Fisica Nucleare - Sezione di Bari. Le pagine seguenti, quindi, costituiscono una guida passo passo per installare un particolare sistema locale di calcolo distribuito a sua volta integrato in una griglia computazionale estesa su scala nazionale o internazionale, quale INFN-Grid o European Data Grid. PACS.: Keywords: Computational Grids, Condor, Job Manager, Globus, distributed systems Presented in part as Thesis in Electronic Engineering at the Polytechnic of Bari Thesis, 12 November (2001), Bari, Italy Published by SIS Pubblicazioni Laboratori Nazionali di Frascati

2 2 1 INTRODUZIONE Un sistema Grid rappresenta un modello innovativo per il calcolo distribuito focalizzato sulla condivisione di risorse di calcolo dislocate su scala nazionale e/o internazionale. Una Computational Grid può essere interpretata come una super Internet dedicata al calcolo: una collezione di risorse di alto livello, quali supercomputer, cluster di calcolatori elettronici, sistemi di storage e strumentazioni avanzate, separate da grandi distanze e interconnesse da reti ad alta velocità. Nelle sezioni seguenti si descriverà una tra le possibili configurazioni di una Grid farm 1 assieme alla procedura di installazione del software attualmente disponibile per la sua realizzazione. Tale procedura è stata seguita nell'ambito dell'istituto Nazionale di Fisca Nucleare - Sezione di Bari. 2 TOPOLOGIA La topologia della farm comprende quattro calcolatori connessi, tramite Switch Fast Ethernet, alla LAN della Sezione di Bari dell INFN, come schematizzato in figura: FIG. 1: Topologia della Grid Farm dell'esperimento ALICE. 1 Per Grid farm si intende un cluster di calcolatori elettronici integrati in una rete Grid estesa su scala nazionale e/o internazionale.

3 3 3 CONFIGURAZIONE SOFTWARE La configurazione software della farm prevede l'installazione di un sistema operativo dotato di moduli aggiuntivi network oriented per ogni singolo nodo del cluster, un jobmanager locale per l'esecuzione e la gestione di applicazioni distribuite all'interno della farm stessa ed infine il toolkit INFNGRID 2 che permette di configurare la farm locale come pool di risorse per il calcolo e lo storage nel sistema Grid in progetto nell'infn. Sebbene l'ambiente operativo non costituisce una caratteristica vincolante del sistema, la scelta è ricaduta sulla seguente configurazione: Sistema Operativo: "Linux Red Hat 6.1" Job Manager: "Condor 6.2.0" INFNGRID Toolkit v1.3 In particolare, l'adozione di tale sistema operativo è stata condizionata semplicemente dal fatto che il software dell'esperimento ALICE è sviluppato e compilato in ambiente Linux, mentre, per quanto riguarda il jobmanager Condor, la scelta è dovuta alla sua scalabilità: infatti è possibile ampliare il pool di macchine locali, e quindi la potenza di calcolo dell'intero sistema, semplicemente installando il software sulle macchine che si vogliono aggiungere, senza ulteriori vincoli quali l'architettura o l'appartenenza alla stessa LAN. Come impostazione di base, le macchine della farm saranno dotate di un file system distribuito, quale NFS (Network File System), cioè un sistema per la condivisione di hard disk (o porzioni di esso) via rete. NFS è un'applicazione client/server (basata sul protocollo TCP/IP) che permette all'utente di un computer (client) di considerare come locale una porzione del file system di un computer remoto (server). Per far ciò è necessario che sul sistema dell'utente sia presente il client NFS e sull'altra macchina il server NFS. Per i nostri scopi il vantaggio principale di utilizzare NFS consiste nella possibilità di condividere, tra le differenti macchine del pool, l'installazione del software specifico (Aliroot) dell'esperimento in modo da permetterne l'utilizzo ai diversi utenti, magari con scopi diversi, senza che questi ultimi si preoccupino di ulteriori configurazioni. Analogamente è possibile condividere anche l'installazione di Condor o dello stesso toolkit INFNGRID, magari configurati in modo differente a seconda del caso. 2 INFNGRID è il software di griglia in sviluppo nell'infn attraverso il sistema Globus. Quest'ultimo è il toolkit sviluppato dal Globus Project che implementa quei protocolli e servizi fondamentali finalizzati a realizzare le griglie computazionali, cioè a permettere la condivisione di risorse di calcolo su larga scala.

4 4 4 JOBMANAGER CONDOR (2 4.1 Download di Condor Condor è disponibile per il download al sito: Contenuto della distribuzione La distribuzione dei binari di Condor contiene 5 files e 2 directories, elencati nella tabella seguente: TAB. 1: Contenuto della distribuzione di Condor. Directory - File Descrizione DOC INSTALL LICENSE.TXT README condor_install examples release.tar Indicazioni su dove trovare la documentazione Istruzioni per l'installazione Accordo di Licenza Informazioni generali Script in perl usato per installare e configurare Condor Directory contenente esempi di programmi in C, Fortran e C++ da eseguire con Condor Tar file della release directory, che contiene i binari e le librerie di Condor 4.3 Preparazione Prima dell installazione bisogna considerare il layout del proprio Condor pool, e cioè: 1. Quale macchina sarà il central manager? 2. Condor sarà avviato da root o no? 3. Chi amministrerà Condor sulle macchine del pool? 4. Si avrà un utente di nome condor, sarà condivisa la sua home directory? 5. Dove andranno piazzate le machine specific directories di Condor? 6. Dove saranno installate la varie parti del sistema Condor? E cioè: Config files Release directory: user binaries, system binaries, lib directory, etc directory Documentation 7. Si utilizza AFS? 8. C è abbastanza spazio su disco per Condor?

5 What machine will be the central manager? Una macchina del pool deve necessariamente costituire il central manager. Condor va installato prima su questa macchina, e poi sulle altre. Fondamentalmente il central manager costituisce l'information repository del Condor pool ed esegue il match making tra le macchine disponibili e i jobs sottomessi. Nello scegliere il central manager bisogna considerare sia il layout della rete sia il traffico, in quanto i daemons di Condor inviano ad esso informazioni di aggiornamento con una frequenza abbastanza elevata (per default ogni 5 minuti) Will Condor run as root or not? Per ragioni di sicurezza e di integrità della macchina, è opportuno inizializzare i daemons di Condor come utente root, anche se il pacchetto può essere installato da un utente qualsiasi Who will administer Condor? Condor può essere amministrato sia dall'utente root sia da un'altro utente delegato come Condor Administrator. In quest'ultimo caso l'utente root può specificare un proprio file di configurazione (condor_config.root) che ignorerà qualsiasi altro file di configurazione (relativo a Condor) presente nel sistema. In tal modo il Condor- Administrator potrà amministrare Condor senza avere i diritti dell'utente root sull'intera macchina; in particolare avrà tutti i privilegi sul file di configurazione globale di Condor (condor_config) Will you have a Unix user named condor? Per semplificare l'installazione di Condor è consigliabile creare un account per l'utente fittizio condor. I daemons di Condor creeranno dei file (log files) di proprietà di tale utente, e la sua home directory potrà essere usata per specificare la locazione di files e directories necessari per l'esecuzione di Condor. Tale home directory può essere: condivisa da tutte le macchine del pool presente sulla partizione locale di ogni macchina La prima soluzione ha il vantaggio di facilitare le operazioni di amministrazione, mentre la seconda permette di risparmiare spazio su disco, in quanto tutti i file relativi ad una macchina verrebbero memorizzati sul file system locale. Se non si crea l'utente condor si dovrà specificare, attraverso la variabile di ambiente CONDOR_IDS, la coppia UID/GID che avrà i privilegi sui vari file di Condor.

6 Where should the machine-specific directories for Condor go? Condor richiede la presenza di alcune directories per ogni macchina del pool: execute spool log lock che a loro volta sono sottodirectories di una machine specific directory, detta local directory e specificata dalla macro LOCAL_DIR del file di configurazione. Se invece la home directory di condor è condivisa si deve impostare una local directory per ogni host, che a sua volta prende il nome dall'hostname, ad esempio: LOCAL_DIR = $(TILDE)/hosts/$(HOSTNAME) Inoltre, se non si è creato l'account per l'utente fittizio "condor" si può piazzare la local directory dove si vuole execute. Questa costituisce la directory di lavoro per ogni job di Condor che viene eseguito su una data macchina. Il file binario del job remoto viene copiato in questa directory (se su una macchina non c è spazio a sufficienza per contenere il file binario, Condor non sottometterà il job). Inoltre qui vengono memorizzati anche eventuali core file prima di essere inviati alla macchina che ha sottomesso il job. spool. La spool directory contiene i queue files e gli history files relativi al job, ed inoltre tutti i checkpoint files di tutti i jobs sottomessi da una data macchina: quindi è possibile che tale directory assuma dimensioni notevoli. Tuttavia, usando un checkpoint server è possibile ovviare a questo problema, in quanto tutti i checkpoint file (e solo questi) saranno memorizzati su questa macchina. log. Ogni daemon di Condor crea il proprio log file, ed ogni log file viene memorizzato nella log directory. Se si ha a disposizione un Network File System è preferibile piazzare questa directory in una locazione condivisa (ad esempio /usr/local/condor/logs/$(hostname)), in modo da «vedere» i log files da qualsiasi macchina. Se si sceglie questo approccio bisogna specificare una partizione locale per la lock directory (descritta sotto). lock. Condor usa alcuni lock file per sincronizzare l'accesso a particolari file condivisi tra vari daemons. A causa di alcuni problemi relativi ai lock files ed NFS tali files devono essere piazzati su una partizione locale. Per default i lock files vengono memorizzati nella log directory, Quindi se si sceglie di dedicare una partizione NFS alla directory log bisogna indicare, tramite il parametro LOCK del file di configurazione, in quale partizione locale mantenere i lock file (es. /var/lock/condor).

7 Where should the parts of the Condor system be installed? In questa fase si procede con l'installazione vera e propria dei vari componenti del job manager: Configuration Files: Condor dispone di diversi file di configurazione che permettono differenti livelli di controllo. Il file di configurazione globale è condiviso da tutte le macchine del pool (quindi, per ragioni di amministrazione, è opportuno che si trovi in un file system condiviso). Inoltre c è un file di configurazione locale per ogni macchina, tramite il quale è possibile ignorare le impostazioni del file di configurazione globale. Ciò significa che ogni macchina, in modo indipendente, potrà avviare demoni differenti, potrà avere differenti politiche di avvio e interruzione dei job, ecc In generale ci sono particolari locazioni dove Condor va a cercare i file di configurazione: il primo file cercato è il file di configurazione globale, e la ricerca continua fino a quando non viene trovato un file di configurazione valido; in caso contrario Condor stampa un messaggio di errore e termina la sua esecuzione. Il file di configurazione globale è rappresentato da: 1. Il file specificato nella variaile di ambiente CONDOR_CONFIG 2. /etc/condor/condor_config 3. ~condor/condor_config Successivamente Condor prova a «caricare» il file (o i file) di configurazione locale. L'unico modo per specificare il file di configurazione locale è attraverso la macro LOCAL_CONFIG_FILE del file di configurazione globale: se questa non è impostata non viene utilizzato alcun file di configurazione locale. Inoltre in tale macro si può definire un singolo file o una lista di files. Il file di configurazione (globale) di root viene cercato per ultimo, nelle seguenti locazioni: 1. /etc/condor/condor_config.root 2. ~condor/condor_config.root Il file di configurazione locale di root viene definito tramite la macro LOCAL_ROOT_CONFIG_FILE. Se questa non è impostata non viene utilizzato alcun file di configurazione locale di root. Release Directory. Ogni distribuzione contiene il tar file release.tar che contiene quattro sottodirectory: bin, etc, lib, sbin. Queste costituiscono la release directory (specificata nella macro RELEASE_DIR del file di configurazione). Ogni release directory contiene binari e librerie dipendenti dalla piattaforma, perciò è necessario installarli separatamente per ogni tipo di macchina del pool. Per facilitare l'amministrazione è opportuno installarli in un file system condiviso. o User Binaries (bin): Tutti I file che si trovano nella directory bin sono programmi che dovrebbero trovarsi nel path degli utilizzatori di Condor. o System Binaries (sbin): Tutti I files nella directory sbin sono daemons o agents, o programmi che solo il Condor Administrator ha la necessità di avviare. Pertanto essi si dovrebbero trovare solo nel suo path.

8 8 o Libraries Directory (lib): Nella lib directory si trovano le librerie di condor che devono essere "linkate" con i jobs degli utenti affinchè vengano utilizzate le funzionalità di checkpoint e migration. Inoltre essa contiene gli script utilizzati dal programma condor_compile per eseguire il "re link" dei jobs con le librerie di Condor. o Directory etc: La directory etc contiene la sottodirectory examples che contiene vari esempi di file di configurazione ed altri file utilizzati per l'installazione di Condor. Documentation. La documentazione fornita da Condor è disponibile in HTML, PS e PDF. Essa può essere installata localmente o può essere scaricata dal sito web: Am I using AFS? Se si utilizza AFS è opportuno leggere la sezione del Administrator s Manual. In generale, la directory LOCAL_DIR non dovrebbe trovarsi su AFS, al contrario di quanto si può fare con la directory RELEASE_DIR, in modo da condividere ed aggiornare questi file da una locazione centralizzata Do I have enough disk space for Condor? La release directory di Condor occupa lo spazio indicato nella tabella seguente: TAB. 2: Spazio su disco occupato dalla Release Directory Piattaforma Spazio occupato Intel/Linux Intel/Linux Intel/Solaris Sparc/Solaris SGI/IRIX Alpha/Digital Unix 11 Mbytes (statically linked) 6.5 Mbytes (dynamically linked) 8 Mbytes 10 Mbytes 17.5 Mbytes 15.5 Mbytes Inoltre sarà necessario ulteriore spazio per la local directory di ogni macchina che sottomette i jobs.

9 condor_install, Step by Step STEP 1: What type of Condor installation do you want? Condor prevede la scelta tra tre tipi di installazione: 1. submit only: Una macchina di tipo submit only può sottomettere i Condor jobs, ma non può eseguirli. 2. full install: una macchina di tipo full install può sia sottomettere sia eseguire i Condor jobs. Se sulla macchina su cui si installerà Condor si prevede di eseguire i Condor jobs, si deve installare e «lanciare» Condor come utente root, oppure come utente condor. Se invece si vuole impostare una macchina come submit only, si può installare Condor sia come utente root, o condor, sia come utente qualsiasi, installandolo nella propria home directory. 3. central manager: se su una macchina si esegue l installazione di tipo full install e si ritiene che essa costituirà il central manager, lo STEP 1 sarà fatto automaticamente. Nello STEP 1 bisogna scegliere l' opzione "central manager" solo se è già stato lanciato il file condor_install sul proprio file server e si vuole che una macchina differente faccia da central manager. STEP 2: How many machines are you setting up this way? Se si sta installando Condor per più macchine e si ha un file system condiviso, allora condor_install richiederà l hostname di ogni macchina da aggiungere al Condor pool. Se non si ha un file system condiviso bisognerà eseguire condor_install localmente (su ogni macchina), senza la richiesta dei vari hostname. In tal caso si potrà fornire una lista (dei vari hostname) che sarà utilizzata in seguito per la creazione automatica delle varie directories e files. Alla fine condor_install memorizzerà tale lista in un roster file che potrà essere utilizzato dai vari scripts per facilitare l amministrazione del Condor pool. Se si sta installando Condor su una sola macchina si dovrebbe rispondere di "no" alla prima domanda e andare avanti. STEP 3: Install the Condor release directory Come descritto precedentemente, la release directory contiene quattro sottodirectory: bin, etc, lib, sbin. Se si hanno più macchine con un file system condiviso su cui girerà Condor, si dovrà mettere tale directory su di esso in modo da avere una sola copia di tutti i binari: in caso di aggiornamento l operazione andrà fatta una sola volta (su una sola macchina). Si presti attenzione al fatto che la release directory è di tipo "architecture dependent", quindi bisogna scaricare distribuzioni binarie differenti per ogni piattaforma del pool. condor_install proverà a cercare la release directory. Se non la trova chiederà se e dove è stata installata. Se non è già stata installata, proverà a farlo "scompattando" il file release.tar dalla distribuzione dei binari.

10 10 NOTA: se si sta impostando solo il central manager (si è scelta l'opzione "central manager" nello STEP 1), lo STEP 3 è l'ultima domanda a cui si dovrà rispondere. STEP 4: How and where should Condor send if things go wrong? Varie parti del sistema Condor inviano al Condor Administrator quando si verifica qualche anomalia; pertanto è necessario: indicare il suo indirizzo specificare il percorso completo del programma da utilizzare per l'invio delle e- mail, tenendo presente che esso deve supportare l'opzione "-s" (subject) per specificare l'oggetto del messaggio in uscita. Tuttavia, il programma di default della maggior parte delle piattaforme soddisfa questo requisito. Nel caso lo script di installazione non riesca a trovare il programma di mail specificato, si provi a digitare al prompt della shell (indicato con il simbolo "$"): $ which mail per vedere se tale programma è attualmente nel proprio path. Se non è stato trovato, si provi a digitare: $ which mailx e si verifichi che il programma utilizzato supporti l opzione "-s". STEP 5: File system and UID domains. Mentre Condor non dipende da un file syestem condiviso o da uno spazio UID comune per avviare i jobs nello "standard universe", i vanilla jobs (jobs che non sono "relinkati" con le librerie di Condor) necessitano sia dell uno che dell'altro. Pertanto è necessario configurare perfettamente Condor nei riguardi del file system condiviso. In questo step sarà chiesto se si ha a disposizione un file system condiviso. Se si, condor_install configurerà l'impostazione FILESYSTEM_DOMAIN per stabilire il nome del dominio della macchina su cui si sta eseguendo condor_install. In caso contrario FILESYSTEM_DOMAIN sarà impostato attraverso la variabile di ambiente $(FULL_HOSTNAME) indicando che ogni macchina appartiene allo stesso dominio. Per quanto riguarda lo spazio UID comune (UID domain), Condor necessita sapere se tutti gli utenti delle macchine del pool hanno lo stesso UID. Se si, UID_DOMAIN sarà impostato secondo il nome di dominio della macchina su cui si sta eseguendo condor_install. Altrimenti, anche in questo caso, UID_DOMAIN sarà impostato secondo la variabile di ambiente $(FULL_HOSTNAME). Se esiste un comune UID_DOMAIN, condor_install chiederà se si ha un soft UID domain, cioè sebbene si ha un unico UID, non tutte le macchine del pool hanno tutti gli utenti nel proprio password file.

11 11 STEP 6: Where should public programs be installed? Per default i programmi di Condor destinati agli utenti comuni vengono installati nella release directory, ed è opportuno non modificare questa impostazione: infatti, in caso di aggiornamento ad una nuova versione dei binari di Condor, basterà sostituire la vecchia release directory con quella nuova. Quindi è importante che gli utilizzatori di Condor aggiungano al loro path (definito tramite la variabile di ambiente $PATH) la directory <release_dir>/bin. D altra parte si potrebbero creare dei soft links in una directory già presente nel path che puntino ai programmi di Condor (presenti nella directory <release_dir>/bin). Quest ultima operazione viene eseguita automaticamente dalla procedura di installazione, andando ad indicare la directory in cui creare i soft links. In questo caso non è più necessario modificare il path. Se non si sta installando Condor né come utente root né come utente condor, condor_install crea uno script in Perl che fa da wrapper a tutti i tools di Condor, il quale permette di impostare alcune variabili di ambiente appropriate e di passare automaticamente ai tools alcune opzioni. Quindi è necessario indicare al programma di installazione dove salvare tale script, e che tale locazione sia presente nel proprio path. I passi successivi dell installazione differiscono in base al tipo di installazione da eseguire. 1. Full Install STEP 7: What machine will be your central manager? Si indichi il nome completo della macchina scelta come central manager. Se, interrogando il nameserver, condor_install non riesce trovare le informazioni appena inserite, emetterà un messaggio di errore e chiederà una conferma. STEP 8: Where will the local directory go? condor_install prova a fare delle ipotesi sulla locazione della local directory: quando ha emesso il risultato si inserisca la locazione desiderata. Dato che questa directory deve essere unica, è conveniente utilizzare l'hostname nell indicare il suo nome. In pratica, scelto il percorso si può utilizzare la variabile di ambiente $(HOSTNAME) che condor_install espanderà con l'hostname della macchina su cui si sta operando. Dunque il file di installazione proverà a creare le directories corrispondenti per tutte le macchine del pool indicate nello STEP 2. Una volta selezionata la local directory, condor_install creerà tutte le sottodirectory necessarie con gli opportuni permessi: drwxr-xr-x 2 condor root 1024 Mar 6 01:30 execute/ drwxr-xr-x 2 condor root 1024 Mar 6 01:30 log/ drwxr-xr-x 2 condor root 1024 Mar 6 01:30 spool/

12 12 Se la local directory si trova su un file system condiviso, si dovrà indicare anche la locazione dei lock files. In questo caso, terminata l'installazione, bisognerà eseguire condor_init su tutte le macchine del pool in modo da creare la lock directory prima di avviare di Condor. STEP 9: Where will the local (machine-specific) configuration files go? Come descritto in precedenza, Condor mette a disposizione differenti files di configurazione: il file di configurazione globale, da installare nella sottodirectory etc/ della release directory: <release_dir>/etc/condor_config, e i files di configurazione locale (machine specific), che ignorano le impostazioni di quello globale. Se si sta installando Condor su più macchine o si sta configurando il central manager, è necessario selezionare la locazione per il files di configurazione locale. In questo caso le due principali opzioni sono: avere una singola directory che contiene tutti i file di configurazione locale, ognuno chiamato $(HOSTNAME).local avere i file di configurazione locale nella local directory di ogni singola macchina. Se si ha a disposizione un file system condiviso è opportuno optare per la prima soluzione. STEP 10: How shall Condor find its configuration file? Dal momento che ci sono più locazioni in cui Condor va a cercare i files di configurazione, si consiglia di creare dei soft links che puntino al file <release_dir>/etc/condor_config. In questo modo si mantengono tutti i file di configurazione una posizione centralizzata, ma tutti i tools e i daemons di Condor saranno in grado di trovare i file appropriati. In alternativa si può impostare la variabile di ambiente CONDOR_CONFIG in modo che contenga l'esatto percorso: <release_dir>/etc/condor_config. In particolare condor_install chiede se si vuole creare un link simbolico in entrambe le locazioni in cui i daemons effettuano la ricerca. Fatto ciò il processo di installazione (full install) termina emettendo un messaggio indicante le operazioni da fare prima di avviare Condor. 2. Submit Only L'installazione di tipo submit only permette agli utenti della macchina di sottomettere i propri jobs su uno o più Condor pool; quindi la sua configurazione deve essere tale da poter «vedere» più central manager (uno per ogni pool). Lo STEP 6, non completamente eseguito per l'installazione di tipo full install, continua e termina la procedura di installazione di tipo submit only.

13 13 STEP 6: continued. Data la caratteristica delle macchine submit only, è necessario specificare il central manager per ogni Condor pool. Il primo central manager indicato diventa automaticamente quello di default per l'avvio e la sottomissione dei jobs. Inoltre, ogni pool avrà un diverso file di configurazione: bisognerà specificare la sua posizione. L identificazione di ogni pool richiede un nome univoco: una domanda finale imposterà il nome per ogni pool; tale nome sarà l argomento dell'opzione "-pool" della command line che sottomette i jobs Condor is Installed... Now what? Terminata l'installazione, bisogna fare alcune operazioni di controllo prima di poter avviare Condor. 1. Leggere il file <release_dir>/etc/condor_config. Ci sono alcuni parametri che si potrebbero impostare. In particolare, si devono considerare le prime due sezioni principali per assicurarsi che i vari parametri contengano il valore corretto, e soprattutto la parte "host/ip based security for Condor". Condor è capace di monitorare il mouse e la tastiera: per far ciò si deve impostare il parametro CONSOLE_DEVICES nel file di configurazione. Per la maggior parte delle piattaforme il valore di default può essere accettabile. Ad esempio, per Linux il dispositivo di default del mouse è "mouse", in quanto molte distribuzioni di Linux hanno un link simbolico "/dev/mouse" che punta al dispositivo esatto (/dev/tty00 per il mouse seriale, /dev/psaux per il PS/2 bus mouse). La entry CONSOLE_DEVICES è una lista separata da virgole, in modo da portare in conto qualunque dispositivo in /dev come "console devices", la cui attività sarà riportata come ConsoleIdleTime nella ClassAd del condor_startd. 2. (solo per Linux) Condor deve poter trovare il file utmp. Solitamente esso si trova in /var/run/utmp. Se Condor non lo trova va a guardare in /var/adm/utmp. Se non lo trova ancora, termina la sua esecuzione. Pertanto, se tale file si trova in qualche altra posizione, si crei un soft link in /var/run/utmp che punti alla posizione reale Starting up the Condor Daemons Per avviare i daemons di Condor si esegua : $ <release_dir>/sbin/condor_master Tale comando avvierà il Condor master: se tale daemon non è in esecuzione non c è modo di avviare gli altri daemons. Il master tiene traccia degli altri daemons, li riavvia se

14 14 vanno in crash, e periodicamente controlla se sono stati installati nuovi binari (in tal caso, riavvia i daemons corrispondenti). Prima di inizializzare il pool bisogna avviare Condor sul central manager. Se invece si è eseguita l installazione submit olny e si stanno aggiungendo nuove macchine ad un pool esistente, l ordine di avvio non è importante. Per assicurarsi che Condor è in esecuzione, si può eseguire il seguente comando: oppure ps -ef egrep condor_ ps -aux egrep condor_ a seconda del tipo di macchina Unix. Sul central manager dovrebbero essere in esecuzione i seguenti processi: condor_master condor_collector condor_negotiator condor_startd condor_schedd mentre sulle altre macchine del pool: condor_master condor_startd condor_schedd Se una macchina è impostata come submit-only, dovrebbe «girare» solamente: condor_master condor_schedd Una volta sicuri che i Condor daemons sono in esecuzione, bisogna accertarsi che comunichino tra loro: a tal scopo si esegua il comando condor_status, che emette sullo standard output un sommario dello stato di tutte le macchine del pool. Supponendo che Condor «giri» correttamente, si potrebbe aggiungere il condor_master nello script di startup/bootup (ad es. /etc/rc) in modo che esso (e quindi gli altri daemons) venga eseguito ad ogni avvio (riavvio) della macchina. Se il sistema usa gli scripts init di tipo System V, si può analizzare <release_dir>/etc/examples/condor.boot. Tale script può essere usato per avviare e interrompere Condor automaticamente, per mezzo di init. Solitamente si installa questo script come /etc/init.d/condor e si creano dei soft link in varie directory (ad es. /etc/rc3.d) che puntino ad esso. L' esatta posizione di tali scripts e links dipende dalla piattaforma.

15 The Condor Daemons are Running... Now what? Ora che i Condor daemons sono in esecuzione si potrebbero (dovrebbero) fare ulteriori operazioni: 1. (Opzionale) Si faccia una installazione completa per il condor_compile. Esso assiste nel "linking" i jobs con le librerie di Condor, in modo da assicurare i vantaggi offerti da tutte le sue funzionalità. Nel modo in cui è installato, Condor lavorerà «piazzandolo davanti» a quei comandi che solitamente si usano per fare il "linking": gcc, g++, g77, cc, acc, c89, CC, f77, fort77 e ld. Se si esegue l installazione completa si potrà utilizzare condor_compile anche col comando make. 2. Si provi ad eseguire qualche job per testare il software, come descritto nel file examples/readme. 3. Se si utilizza AFS si guardi la sezione del Administrator s Manual. 4. E' v ivamente consigliato avviare Condor (il daemon condor_master) come utente root. FIG. 2: Layout tipico di un Condor Pool

16 16 5 TOOLKIT INFNGRID v1.3 (3 Il software INFNGRID è una distribuzione speciale del Globus Toolkit v1.1.3 contenente programmi addizionali per permettere il suo adattamento all ambiente specifico INFN: la registrazione alla INFN CA (Certification Authority) e l architettura del INFN GIS (Grid Information Services). 5.1 Operazioni Preliminari L' installazione del Toolkit INFNGRID v1.3 necessita di alcuni pacchetti software relativi alla sincronizzazione delle macchine sulla rete Grid, alla politica di sicurezza ed al servizio di direttorio (su sui è basato il Grid Information Service). In particolare si richiede l' installazione di: NTP (Network Time Protocol): protocollo utilizzato per la sincronizzazione dell'o rologio di un computer con quelli della rete. SSLeay 0.9.0b (Secure Socket Layer by Eric A. Young): protocollo che garantisce la certificazione e la comunicazione cifrata tramite crittografia in chiave pubblica (RSA). OpenLDAP (Open Lightweight Directory Access Protocol): Protocollo che implementa il servizio di direttorio, permettendo a chiunque di localizzare organizzazioni, individui ed altre risorse (files e dispositivi) in una rete di calcolatori, sia essa intranet o Internet. L' agget tivo lightweight sta a significare una versione del protocollo DAP con una quantità di codice inferiore, poiché nella sua versione iniziale non includeva le funzionalità di sicurezza Installazione di NTP (1 1. Scaricare il codice sorgente "ntp j.tar.gz" da < > nella directory /usr/local 2. Compilare ed installare nel modo seguente: $ cd /usr/local $ tar zxvf ntp j.tar.gz $ configure $ make $ make check $ make install

17 Installazione di SSLeay (1 1. Scaricare il codice sorgente "SSLeay 0.9.0b" nella directory /usr/local via ftp da < ftp://ftp.psy.uq.oz.au/pub/crypto/ssl/ > 2. Compilare ed installare il software nel modo seguente: $ cd /usr/local $ tar zxvf SSLeay-0.9.0b.tar.gz $ cd /usr/local/ssleay-0.9.0b $ perl util/perlpath.pl /usr/bin $ perl util/ssldir.pl /usr/local/ssleay $./configure linux-elf $ make depend $ make $ make test $ make install Installazione di OpenLDAP (1 1. Scaricare il codice sorgente "OpenLDAP globus-latest.tar.gz" da < ftp://ftp.globus.org/pub/globus/ > nella directory /usr/local/ 2. Compilare ed installare nel modo seguente: $ cd /usr/local $ tar zxvf OpenLDAP globus-latest.tar.gz $ cd /usr/local/openldap globus $ CC=gcc ; export CC $ configure --enable-slapd --enable-shell \ --disable-ldbm $ make depend $ make $ make install L'utente "globus" La procedura di installazione del Toolkit INFNGRID presuppone l esistenza (sulle macchine della Farm) dell' utente fittizio "globus". Per creare l' account globus si agisca nel modo seguente:

18 18 (come utente root) Creare un nuovo gruppo globus non privilegiato: groupadd -g 502 globus Creare un utente globus con gruppo globus, con shell /bin/bash e home directory /home/globus: adduser -d /home/globus -g globus -s /bin/bash globus Impostare la variabile di ambiente $PATH dell'utente globus come segue: export PATH=/sbin:/usr/sbin:/usr/etc:/etc 5.2 Particolarità del toolkit INFNGRID v1.3 L'adattamento del Globus Toolkit all'ambiente specifico dell'infn riguarda l'architettura preliminare del GIS ed il meccanismo per richiedere ed installare i certificati per l'utente (user certificate) e per l'host (host certificate), in base alle specifiche dell'infn CA (Certification Authority). L INFNGRID Installation ToolKit v1.3 permette anche la configurazione di differenti architetture GIIS, supportando diversi DN. Pertanto è possibile configurare una macchina con due possibili architetture: Un GIIS locale che non si registra con alcun Top Level GIIS Un GIIS locale che si registra con un Top Level GIIS su una data porta. Se nel file di configurazione si specifica un TOP GIIS uguale al proprio GIIS locale (l'hostname della macchina su cui si sta operando), o si lascia il campo vuoto, allora si è definito un GIIS che non si registra con alcun Top Level GIIS. Se invece la variabile TOP GIIS ha un valore reale, allora il GIIS locale si registrerà con il TOP GIIS indicato. Sempre nel file di configurazione, è possibile definire in modo differente i propri DN, dell'host e dell'utente: ciò viene fatto quando si vuole definire un DN differente da quello di default. Inoltre l'infn dispone di una propria CA che può firmare i certificati INFN. In particolare l'infn CA prevede un meccanismo per la richiesta ed il rilascio del certificato utente o "user certificate". Quest ultimo è necessario sia per utilizzare il software INFNGRID sia per firmare la richiesta dell'host certificate (il gatekeeper), da inviare all'indirizzo di posta elettronica infn-ca@fi.infn.it. 5.3 Richiesta ed installazione del "user certificate" 1. usando il browser Netscape Communicator si richieda un certificato personale all'infn Certification Authority, contattando il seguente sito:

19 19 2. Seguire le istruzioni ricevute via (usando Netscape dalla stessa macchina usata per richiedere il certificato o da una che condivide la stessa home directory) 3. Sulla finestra del browser Netscape clickare sul pulsante Security 4. Scegliere Certificates, Yours; selezionare il certificato dell'infn e clickare su Export 5. Digitare la password usata per il proprio database dei certificati di Netscape 6. Alla richiesta di un'altra password premere invio (null-password) 7. Salvare il proprio certificato come cert.p12 8. Dopo l'esecuzione di "infngrid-install" e di "globus-root-setup" lanciare il comando seguente (sulla macchina dove si è eseguito l'infngrid-install): $ <grid-install-dir>/openssl/bin/openssl pkcs12 -in\ cert.p12 -out cert.pem 9. Quando richesta inserire la null-password 10. Quando richiesta inserire la PEM pass phrase 11. Cancellare il file cert.p Lanciare lo script <grid-install-dir>/infn-scripts/converti nella directory in cui si trova il file cert.pem 13. Cancellare il file cert.pem 14. Spostare i files usercert.pem e userkey.pem nella directory $HOME/.globus 15. Eseguire il seguente comando: $ chmod 600 $HOME/.globus/userkey.pem 5.4 Richiesta ed installazione dell INFN host Certificate Dopo l'installazione del software INFNGRID bisogna richiedere l host Certificate all INFN CA nel modo seguente: 1. Tramite Netscape Messenger, inviare all'indirizzo infn-ca@fi.infn.it il file <grid-deploy-dir>/etc/<hostname>-gatekeeper.req Se necessario, generare una nuova richiesta con il comando: $ <grid-install-dir>/infn-scripts/infn-cert-request \ gatekeeper <hostname> - <AdminName@xx.infn.it> Tale và firmata usando il certificato personale emesso dall INFN CA (quello generato nel passaggio precedente).

20 20 2. Prima di inviare la «clickare» sul pulsante Security e «spuntare» la casella "Include my security certificate in this message and use a digital signature to sign this message". 3. Come risultato delle azioni precedenti si riceverà il certificato via salvarlo nel file ${GLOBUS_DEPLOY_PATH}/etc/globus-gatekeeper.cert ed impostare gli opportuni permessi con i comandi seguenti: $ chown root $GLOBUS_DEPLOY_PATH/etc/globus-gatekeeper.cert $ chown root $GLOBUS_DEPLOY_PATH/etc/globus-gatekeeper.key $ chmod 400 $GLOBUS_DEPLOY_PATH/etc/globus-gatekeeper.key 4. Salvare i seguenti files in un posto sicuro: ${GLOBUS_DEPLOY_PATH}/etc/globus-gatekeeper.cert ${GLOBUS_DEPLOY_PATH}/etc/globus-gatekeeper.key 5.5 Procedura di Installazione del Toolkit INFNGRID v1.3 La procedura di installazione può essere eseguita in due modi: Interactive mode e Unattended mode. Per eseguire l'installazione del Toolkit in modo interattivo, bisogna creare un file di configurazione ed eseguire infngrid-install come utente globus e globus-root-setup come utente root. Se non specificato diversamente, la procedura di Installazione và eseguita dall'utente globus. 1. Creare tre directory: <grid-download-dir>, capace di contenere circa 20MB <grid-install-dir>, capace di contenere circa 64MB <grid-deploy-dir>, capace di contenere circa 10MB 2. Scaricare il file infngrid-install: Via AFS da : /afs/infn.it/project/infngrid/1.3 Via HTTP da: In quest'ultimo caso bisogna scaricare, assieme al file infngrid-install, tutti i file nella lista nella directory <grid-download-dir>, dove <Flavor> corrisponde alla propria piattaforma (Linux, SunOS-x.x, etc.). Alternativamente si può scaricare direttamente il seguente "superfile" contenente tutti i file necessari: dove <Compilation_Option> indica le opzioni di compilazione usate per Globus; esse possono essere: kbrs (=kerberos), kbrs.noafs (=kerberos senza AFS), noafs (=senza AFS). Se non viene specificato niente la <Compilation_Option>

21 21 di default è afs (=AFS). Quando poi si eseguirà lo script infngridinstall si potrà saltare lo Step 1 iniziando la procedura dallo Step Creare il file infngrid-install.conf nella stessa directory in cui si trova infngrid-install. La sintassi del file di configurazione viene descritta nella sezione successiva; tuttavia se si esegue il file infngrid-install senza aver creato il file di configurazione viene automaticamente creato un suo template con i valori di default: infngrid-install.conf.template 4. Se si vuole procedere con l'installazione non interattiva, si esegua lo script infngrid-install utente root 5. Se invece si vuole installare il Toolkit in modo interattivo, si esegua lo script infngrid-install come utente globus. Tuttavia, anche in questo caso, impostando nel file di configurazione la modalità di installazione non interattiva, si può eseguire il file di installazione in background e redirigere lo standard output e lo standard error in un logfile come mostrato dal comando seguente: $ infngrid-install >&./infngrid-install.log 6. Se si è deciso di effettuare l'installazione in modo interattivo comparirà un menu con 7 Step. Come detto in precedenza se non è disponibile AFS si scarichi il "superfile" e si salti direttamente allo Step 2. Ogni Step è completato quando appare il messaggio: Step <x>: done. Lo Step Globus Deploy configurerà la macchina per usare il GIIS (che può essere la stessa macchina su cui si sta operando oppure un altra) e per eseguire il GRIS. 7. Se sulla macchina è installato AFS si proceda eseguendo lo Step 1: (1) Copy INFNGRID tar files from /afs/infn.it/project/infngrid/1.3/<flavor> to download dir 8. Quando appare il messaggio Step 1: done si scelga l'opzione 2: (2) Decompress and untar INFNGRID distribution files in install dir 9. Quando appare il messaggio Step 2: done si scelga l'opzione 3: (3) Configures INFNGRID software 10. Quando appare il messaggio Step 3: done si scelga l opzione 4: (4) Globus Setup Questo Step configurerà un GIIS con un nome IP ed una Porta, specificati nel file infngrid-install.conf, e con il Globus base DN (es. [dc=xx, dc=infn, dc=it, o=grid]). 11. Quando appare il messaggio Step 4: done si scelga l'opzione 5: (5) Configure GRAM services

22 22 Si sceglierà questa opzione solo nel caso si voglia aggiungere un job scheduler tipo CONDOR o/e LSF o/e PBS ai servizi GRAM. Non c è bisogno di eseguire questo Step se si vuole usare solo il job manager fork. NOTA: dopo l installazione assicurarsi che il file: ${GLOBUS_INSTALL_PATH}/etc/<arch>/globus-sh-commands.sh contenga il giusto path ai comandi per il job resource manager scelto. 12. Quando appare il messaggio Step 5: done si scelga l' opzione 6: (6) Globus local deploy Questo Step è necessario solo se si vuole configurare un gatekeeper: se si sta installando il software su una client machine si può tranquillamente saltarlo. Se si è scelto l' INFN setup e non si ha ancor a l'host certificate bisogna richiderne uno all' INFN CA (nel modo descritto in precedenza) subito dopo aver completato questo Step. A tal scopo verrà generato automaticamente un request file. 13. (Opzionale) Quando appare il messaggio Step 6: done si scelga l' opzione 7 solamente se si vuole configurare la macchina come un GIIS per il proprio sito. NOTA: Se si sceglie di eseguire lo Step 8, bisogna eseguire l' ultimo Step dello script globus-root-setup come utente root per configurare (dopo) il GDMP server ed il user environment. 14. (Opzionale) Quando appare il messaggio Step 7: done si scelga l opzione 8 solamente se si vuole installare il GDMP server sulla macchina. Prima di installare "GDMP1.2" assicurarsi che il software "Objectivity" sia installato e che siano in esecuzione ams server e lock server. 15. Quando appare il messaggio Step 8: done si scelga l' opzione q (quit). 16. Fatto ciò (bisogna aver completato almeno lo Step 6) si invii (via ) il file: <globus-deploy-dir>/etc/<hostname>-gatekeeper.req all ' indir izzo infn-ca@fi.infn.it (ciò è necessario se non si ha già un certificato per l'h ost). Quindi salvare in un posto sicuro la coppia certificato/chiave, cioè: <hostname>-gatekeeper.req <hostname>-gatekeeper.key Una copia di tali file và messa nella directory: <globus-deploy-dir>/etc 17. Posizionarsi nella directory <grid-install-dir>/infn-scripts e come utente root si esegui lo script globus-root-setup nel modo seguente: export GLOBUS_INSTALL_PATH=<grid-install-dir>/globus export GLOBUS_DEPLOY_PATH=<glous-deploy-path> <grid-install-dir>/infn-script/globus-root-setup Si può scegliere di eseguire il file globus-root-setup in modo non interattivo, specificando la directory in cui si trova il file di configurazione :

23 23 <grid-install-dir>/infn-script/globus-root-setup f \ <grid-install-dir>/infngrid-install.conf Nella modalità interattiva ci si trova di fronte al seguente menu: (1) modify system files and reactivate the inetd daemon (2) change owner to root of certain files for tighter security (3) modify system wide login files (4) start/restart Globus now (5) configure gsi-wuftpd and restart the inetd daemon (6) configure gdmp and start the gdmp_server I passi dal primo al quarto vanno eseguiti in successione. Una volta che questa procedura ha modificato alcuni file di sistema è opportuno dar loro uno sguardo. In questa sezione è possibile, opzionalmente, configurare il demone gsi-wuftpd e il gdmp_server. Durante lo Step 5, se esiste già la directory /etc/gridsecurity o un tale link simbolico, la procedura non cercherà di modificare il suo contenuto. E propria responsabilità avere i file giusti nel posto giusto: per questo si faccia riferimento al manuale di installazione di gsi-wuftpd. Per la configurazione del gdmp_server si faccia riferimento al manuale reperibile presso NOTA: Se non si utilizza HEPIX, globus-root-setup, modifica i file di sistema /etc/csh.cshrc, /etc/profile, /etc/login per adattare Globus all' ambiente di sistema. 18. Completata l' ins tallazione, per ogni utente che userà Globus è necessario un user certificate. Non importa quale CA si utilizza, la coppia userkey/certificate (userkey.pem, leggibile solo dal proprietario, e usercert.pem) deve risiedere nella directory ~<user>/.globus. 19. Per ogni utente della GRID che vuole usare le risorse della macchina su cui è stato appena installato il software bisogna editare (come utente root) il file seguente: ${GLOBUS_DEPLOY_PATH}/etc/grid-mapfile. In questo file bisogna inserire una riga (per ogni utente della GRID) che definisce la corrispondenza tra il soggetto del user certificate (ottenibile usando il comando grid-cert-info con l' opzione subject) e il nome di login locale dell' utente stesso, come mostrato nell' esempio seguente (da considerare scritto su un' unica riga):

24 24 "/C=US/O=Globus/O=Istituto Nazionale di Fisica Nucleare OU=Sezione di Pisa/CN=F. Donno" flavia "/C=US/O=Globus/O=Istituto Nazionale di Fisica Nucleare OU=Sezione di Pisa/CN=Z. Xie" cmsprod Se si ha il Certificato dell INFN, le righe di sopra diventano: "/C=IT/O=INFN/L=Pisa/CN=Flavia flavia "/C=IT/O=INFN/L=Pisa/CN=Zhen cmsprod 20. Test dell' installazione e setup. Come utente root si esegua il comando: ${GLOBUS_DEPLOY_PATH}/sbin/globus-gatekeeper conf \ ${GLOBUS_DEPLOY_PATH}/etc/globus-gatekeeper.conf test verificando che il risultato sia simile al seguente: Testing gatekeeper Local user id: root Home directory&nb sp: /opt/globus Libexec directory: /opt/globus/libexec Gatekeeper subject name: "/C=IT/O=INFN/OU=gatekeeper/L=PI/CN=pccmsfarm01.pi.infn.it =root@pccmsfarm02.pi.infn.it" Gatekeeper test complete : Success! Gatekeepr shutting down 21. Si faccia il login come utente normale (nè globus né root). Assicurarsi di avere una entry nel globus grid-mapfile della macchina su cui si sta testando il software e che la coppia userkey.pem e usercert.pem si trovino nella directory ~<user>/.globus con i permessi opportuni. Si eseguano i comandi: $ grid-proxy-init (per creare un proxy user) $ globus-setup-test Se il test termina con successo significa che il proprio gatekeeper è installato e configurato correttamente.

25 Se si è scelto l INFN setup si vada sul sito e si verifichi che il proprio host sia presente nella lista del central INFN MDS server. 5.6 File di Configurazione e Unattended Installation L' installazione del Toolkit INFNGRID si avvale delle opzioni definite nel file di configurazione infngrid-install.conf che deve essere posizionato nella stessa directory in cui si trova lo script infngrid-install. Questo file viene letto quando si installa il Toolkit in modo non interattivo, eseguendo lo script grid-install come utente root. Per quanto riguarda la sintassi del file di configurazione, si tenga presente che: Ogni riga che comincia con il simbolo "" rappresenta un commento Ogni riga che definisce una opzione deve iniziare con la stringa corrispondente all opzione, immediatamente seguita dal simbolo "=", immediatamente seguito dal valore che si vuole impostare: <OPTION_STRING>=<valore> Nella seguente tabella si riporta la lista completa delle Option String e dei loro possibili valori. TAB. 3: Opzioni definibili nel file di configurazione "infngrid-install.conf". Option String Valori Possibili Descrizione IG_AUTO IG_STEPS IG_HEPIX IG_DOWNL IG_INSTALLPATH 0 = Unattended (default) 1 = Interactive Starting Step - Ending Step[,Optional Step...] Es. 2-6 or 2-2 or 1-6,7,8 0 = Standard Env. (default) 1 = HEPIX Directory Name Directory Name Descrive la modalità di Installazione Passi del menù da eseguire, come descritto dela sezione x Ambiente supportato Directory per il Download Percorso della directory di Installazione

26 26 IG_DEPLOYDIR Directory Name Globus Deploy Dir IG_INFN IG_ IG_JOBMANAGER IG_COMP IG_CADIR 0 = No INFN (default) 1 = INFN Address FORK (default) CONDOR, LSF, PBS 1 = afs(default), 2 = kerberos+afs 3 = kerberos-only, 4 = noafs Directory Name INFN Setup Flag del GRID Administrator (Locale) Job Manager Utilizzato Compilation Flavor Directory for local CA configuration files IG_GIIS Full Node Name Nome del GIIS Locale IG_DN DN Es.: "dc=pi, dc=infn, dc=it, o=grid" DN (Distinguished Name) del GIIS Locale GIIS_PORT IP Port Number (2167 default) Porta IP del GIIS IG_TOP_GIIS Full Node Name Se è uguale al Local GIIS, si configura un Local TOP GIIS Nome del Top GIIS IG_TOP_GIIS_PORT IP Port Number (389 default) Porta IP del TOP GIIS IG_DN_USER IG_DN_HOST IG_GDMP GDMP_NAME DN Es.: "OU=CPPM, O=CNRS, C=FR" DN Es.: "OU=CPPM, O=CNRS, C=FR" 0 = Do not install GDMP 1 = Install GDMP Username User DN Host DN GDMP Installation Flag GDMP Account running the server GDMP_PORT_NUMBER 2000(default) GDMP IP Port

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