DICEMBRE 2014 N 4. QUARTO TRIMESTRE. DICEMBRE
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1 DICEMBRE 2014 N 4. QUARTO TRIMESTRE. DICEMBRE Trimestrale della Parrocchia di San Martino in Tirano Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale D.l. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 2 - DBC SONDRIO - -
2 Collegiata di San Martino VIGILIARE SABATO e SOLENNITÀ ore DOMENICA e SOLENNITÀ ore / / Cappellina della Casa di Riposo VIGILIARE SABATO e SOLENNITÀ ore Santuario della Madonna di Tirano VIGILIARE SABATO e SOLENNITÀ ore (ore da APRILE a SETTEMBRE) DOMENICA e SOLENNITÀ ore / / / / (ore da APRILE a SETTEMBRE) SANTE MESSE FERIALI ore / / / (La Messa feriale delle ore solo lunedì e venerdì) Sante Messe feriali in Parrocchia ore ore ore ore S. AGOSTINO (sospesa il sabato) S. AGOSTINO S. AGOSTINO (ora solare) S. AGOSTINO (ora legale) Intenzioni Sante Messe - Si raccolgono in sacrestia prima e dopo le Messe. Battesimi Solitamente si CELEBRANO (solo nella chiesa parrocchiale) OGNI PRIMA DOMENICA DEL MESE ALLE ORE In gennaio si celebrano alle ore 10.30, nella festa del battesimo di Gesù. Nel mese in cui si celebra la S. Pasqua saranno nella Veglia Pasquale. Prendere contatto con il parroco ALMENO UN MESE PRIMA. Meglio se prima della nascita del bambino per vivere con fede un tempo così importante. Battesimo, Comunione, Cresima in età superiore a quella consueta richiedono una apposita preparazione con tempi e modi stabiliti dalla Diocesi. Informarsi presso il parroco. Matrimoni Informarsi con largo anticipo sia sulla PREPARAZIONE (che dura circa un anno), sia sui DOCUMENTI da preparare. Funerali Si invitano i famigliari a prendere contatto PERSONALMENTE con il parroco per preparare i vari momenti della celebrazione. -2-
3 Ci sono tante stranezze nel mondo. Alcune sono meravigliose grandezze che ci affascinano più delle altre. Il Natale è la stranezza e grandezza di Dio che ha scelto di farsi uno di noi. È sempre una novità, anche se si ripete ogni giorno. Un bambino nasce ed è ogni volta come se accadesse per la prima volta; attesa, trepidazione, spasimo, meraviglia, stupore miracolo. Felicità! Anche a Natale è così. La nascita del Gesù ci porta Dio nella nostra storia alla stessa maniera delle migliaia di bambini che nascono nella stessa notte, che sono nati nei secoli, che nasceranno nei millenni. È l ingresso di Dio nella vicenda quotidiana di ognuno di noi. Capanna, o grotta, o tunnel, o palazzo: la sua casa è uguale alla nostra. E come il nostro è il suo volto, il suo sorriso, il suo pianto. È la stranezza e la grandezza di un avvenimento fuori dalla logica del tempo e delle leggi naturali. Già il nascere ci lascia sempre stupiti: anche se conosciamo tutto dobbiamo comunque dire che è uno stupendo miracolo. A maggior ragione, sul piano della fede, la nascita di Gesù -3- La parola del Prevosto Il NATALE, un evento... fuori dal tempo
4 Bambino che si ripete ogni anno, è qualcosa di eclatante. Chi avrebbe mai pensato qualcosa di simile? Chi ha una disponibilità così infinita da ripresentarsi tutti i 25 dicembre? Chi è in grado di offrire un amore tanto fedele da non stancarsi mai? Già, solamente Dio! Per questo Natale è Natale ovunque, in tutto il mondo, per ogni uomo e donna della terra. Dio non vuole trascurare nessuno. Viene per tutti, anche per coloro che non lo conoscono, che lo rifiutano, che lo combattono. Ma è particolarmente bello che ci sia chi è disposto ad accoglierlo a braccia aperte, senza domande, senza pretese, senza parole. Possiamo essere anche noi, questi ultimi. Noi bisognosi di capire, noi sofferenti di tanti mali, noi insoddisfatti della vita, noi arrabbiati col vicino, noi incapaci di perdonare e ricevere perdono, noi padri, madri, figli, nonni, suoceri, generi, nuore, zii, nipoti... Sì, è Natale per tutti. Sarà pure strano ma è meraviglioso. È la stranezza e la grandezza di Dio che si fa vicino a ciascuno di noi. Accogliamolo! Buon Natale e serene feste. Don Paolo Trova il tempo per essere affettuoso: quella è la strada per la felicità. Trova il tempo per sognare: quello è il modo per saper osare. Trova il tempo per amare ed essere amato: è l opportunità di riempiere la tua vita. Trova il tempo per guardarti intorno: la vita è troppo breve per essere egoisti. Trova il tempo per sorridere: è la musica dell anima. Trova il tempo per credere in Dio, e lui ci sarà. -4-
5 RITUALITÀ VERSO I NOSTRI MORTI corteo funebre non deve intralciare il traffico e deve rispettare i semafori. Per questo sarebbe un bene abolirli: si eviterebbero bestemmie, arrabbiature, chiacchiere inutili... Anche il rito in chiesa si è standardizzato; la bara è collocata su funzionali carrelli con ruote; non mancano encomi di parenti e amici. A volte si applaude (sic). Al cimitero, almeno nei cimiteri delle grandi città, predomina lo squallore; nella fossa vengono collocate una accanto all altra le bare dei defunti e, a fine giornata, una ruspa le ricopre di terra. Eppure, fin dalla notte dei tempi, l uomo è il solo vivente ( animale, qualcuno direbbe) che seppellisce i propri morti, e I riti funebri vogliono esprimere un legame d amore che non si interrompe I l mese di novembre è dedicato ai morti e come tutti gli anni ci siamo recati al cimitero a recare fiori sulle tombe dei parenti e degli amici che ci hanno preceduto. Ancora una volta viene da riflettere sul significato e sui modi in cui manifestare il lutto nella nostra società secolarizzata. I segni della morte tendono a scomparire; la casa del defunto non viene più addobbata con drappi neri, e si preferisce una sorta di coccarda grigia o viola; quasi nessuna vedova o vedovo si veste di nero, o lo fa solo per il funerale; abolite le gramaglie; sono scomparse anche le cravatte nere, le fasce al braccio o i bottoni di panno nero all occhiello come avveniva fino a qualche decennio fa. Nelle grandi città il -5-
6 il rito funebre da sempre contrassegna le civiltà. Al giorno d oggi, benché siamo continuamente bombardati da immagini di morti, di cadaveri (guerra, incidenti, assassinii), l elaborazione del lutto tende a scomparire. La morte è una disgrazia di cui è meglio non parlare (soprattutto ai bambini) e da archiviare al più presto. Ma per il credente questa umanis- liquie, fondato sul giusto rispetto per la collaborazione che il corpo ha dato all anima del santo, può rivelare un lato superstizioso, feticistico, che esige cautela. Oggi ci sono reliquie secolarizzate come l incredibile exploit di un impresa di pompe funebri di Chigaco che, per qualche migliaio di dollari, trasforma in diamanti le ceneri del defunto: la società Life Gem, infatti, riscalda e comprime una piccola parte del carbonio contenuto nelle ceneri del morto fino a farlo diventare una pietra preziosa, pronta per l uso. Allora, per non perdere del tutto il buon senso, occorre - fin da subito - ridare dignità ai riti funebri, (partecipazione, serietà, modo di vestire, conversazioni fuori luogo ), visitare i cimiteri (ricordarsi che non sono piazze di mercato, punto di ritrovo per saluti ), portare fiori e lumini sulle tombe (senza rubarli da una tomba all altra ), purché non si dimentichi che l essenziale è mantenere vivo il ricordo dei nostri cari tramandandolo di generazione in generazione e, soprattutto, offrire preghiere e suffragi per l eterno riposo di coloro che abbiamo amato e amiamo. sima realtà non è fine a se stessa: egli crede alla risurrezione, crede alla vita dopo la morte, crede alla eternità di vita. Il credente sa che il defunto è lì, al cimitero, ma sa anche che non è lì: vive altrove, augurabilmente in Paradiso o, almeno, in Purgatorio. Al cimitero ci sono i resti del corpo (oggi anche delle ceneri), in attesa della risurrezione. Anche il culto delle re-6-
7 avvicendamenti in santuario I l giorno dei 510 anni dell Apparizione della Madonna, 29 settembre, il Vescovo ha annunciato l avvicendamento di alcuni sacerdoti del Santuario: dal Rettore Mons. Aldo Passerini a don Ezio Presazzi e Mons. Domenico Garbellini. Dopo 11 anni di servizio, questi sacerdoti lasciano il Santuario: chi per riposo e chi per altro incarico. Occorre riconoda sinistra: don Domenico, don Ezio, don Aldo il rettore scere, e di questo ringraziarli, quanto hanno svolto in favore dei pellegrini, del santuario, della comunità. Una presenza discreta, umile e ministerialmente preziosa nel ruolo che compete a dei sacerdoti in cura d anime in un santuario mariano. La loro presenza, che entra nella storia del santuario, è stata caratterizzata in modo eccezionale dall evento dei 500 anni del santuario ma anche da tanti altre giornate e celebrazioni che hanno accompagnato questi ultimi anni. Non possiamo inoltre dimenticare il restauro e la sistemazioni di tante parti del Santuario, ultimo di tempo il rinnovo dell illuminazione interna e la statua del San Michele esterna, posta da secoli sulla cupola. Grazie, carissimi sacerdoti. Come diciamo solitamente: Il Signore renderà merito. Auguri Il nuovo rettore sarà don Giampiero Franzi che fa parte dei sacerdoti dell Opera don Folci. A lui si affianca, oltre al già presente don Remo Orsini, don Marco Granoli, anch egli sacerdote dell Opera don Folci. A loro auguriamo un buon ministero tra noi. -7-
8 LO SGUARDO INCANTATO I gesti di uno scolaretto, innamorato della compagna di banco, sono come una sorgente d acqua fresca. Sono sentimenti limpidi che commuovono e fanno sorridere, soprattutto in giorni di prova o angoscia. A veva sempre sostenuto che le femmine sono tutte stupide. Ma dopo poche settimane di prima elementare mio figlio ha cambiato idea. Lo sento che confabula con la sorellina: «Non hai una bambola da darmi? Sai, devo fare un regalo a una mia amica». Li vedo allontanarsi per il corridoio, dopo un po' ritornano, lui ha la bambola in mano e la infila nello zaino di scuola. Cosa te ne fai? domando. «E per una bambina della mia classe», risponde laconico. Ma non dicevi che non sopporti le bambine? «Le bambine non le sopporto, ma lei è intelligentissima», replica lui, e mi volta le spalle, indicando che la conversazione è conclusa. Ma che sguardo splendente ha avuto per quell'attimo in cui parlava di lei, l'unica bambina del mondo ai suoi occhi. Lei, che ha sei anni e i capelli biondi; piccola, è però agli occhi di mio figlio oggetto di uno sguardo incantato, come Beatrice, come Silvia. (Non bisogna ridere dei sentimenti dei bambini: sono così limpidi, così seri, così certi di durare per sempre). E così, per mio figlio le bambine non sono più "stupide". Cioè, lo sono tutte, tranne una. E nel nominarla gli splendono gli occhi. Sono giorni di attentati, di morti e di angoscia, e tutti respiriamo paura, come se la morte volasse troppo basso, troppo vicino a noi. Ma quello sguardo luminoso, quella bam-8-
9 bola infilata quasi furtivamente nello zaino, quel pudore nel voltare subito le spalle, come non volendo parlare, mi commuovono e mi fanno sorridere. Come per una gratitudine: mentre tanta angoscia ci stringe, mentre il nostro futuro si presenta improvvisamente meno sicuro di quello - lieto, longevo - che credevamo garantito; mentre ogni giorno qualcosa ci ricorda che siamo qui di passaggio, e nulla veramente ci appartiene, ecco che lo sguardo di un bambino di sei anni è come una sorgente d'acqua fresca. Ha intuito qualcosa, ha intravisto qualcosa di bello in una sua compagna: come una promessa. E se ne dimenticherà, e ne incontrerà altre cento; però ha saputo, per un attimo, come può saperlo un bambino, di un destino buono che lo attende attraverso una donna; ha indovinato che è buona, e bella, quella misteriosa disparità da cui nasce la vita. E in questo giorno d'autunno in cui gli eserciti bombardano e i terroristi tramano piani orrendi, e la morte ha la faccia odiosa di un nemico in vantaggio, la vita che è sempre meno vistosa della morte - ricomincia anche nella scoperta di un bambino. Certo, sembra cosa da niente, e non fa alcun rumore, mentre gli attentati e le bombe sventrano e lacerano. Però è tenace come una goccia, la vita, e in silenzio scava la pietra, e in silenzio continua. Marina Corradi, da inserto di Avvenire: Noi Genitori e Figli L USIGNOLO NEI SUOI PENSIERI... Due amici camminavano nel deserto. Ad un tratto cominciarono a discutere e un amico diede uno schiaffo all'altro. Addolorato, ma senza dire nulla, quest'ultimo scrisse sulla sabbia: IL MIO MIGLIORE AMICO OGGI MI HA DATO UNO SCHIAFFO Continuarono a camminare, finché trovarono un'oasi dove decisero di fare un bagno. L'amico che era stato schiaffeggiato rischiò di affogare, ma l'altro lo salvò. Dopo che si fu ripreso, l'amico salvato incise su una pietra: IL MIO MIGLIORE AMICO OGGI MI HA SALVATO LA VITA L'amico che aveva dato lo schiaffo e aveva salvato il suo migliore amico domandò: "Quando ti ho ferito hai scritto sulla sabbia, e adesso lo fai su una pietra. Perché?" L'altro amico rispose: "Quando qualcuno ci ferisce dobbiamo scriverlo sulla sabbia, dove i venti del perdono possano cancellarlo. Ma quando qualcuno fa qualcosa di buono per noi, dobbiamo inciderlo nella pietra, dove nessun vento possa cancellarlo. -9-
10 Vita Parrocchiale VISITA PASTORALE Avvenuta in due momenti, giovedì 9 ottobre e successivamente dal 7 al 9 novembre, è stata l opportunità per vivere alcuni giorni belli e particolari e cogliere la vicinanza del pastore della Diocesi che visita, rincuora, incoraggia e sostiene la fede di noi tutti. amore per il mondo, ci siamo sentiti fatti da Lui comunità e famiglia dei figli di Dio, capaci di essere il Suo amore per il mondo, secondo la grazia che ci è stata data. Nel pomeriggio ho partecipato all'incontro del vescovo con la "comunità apostolica", cioè quelle persone impegnate nella comunità ecclesiale. In questo incontro il vescovo ci ha ricordato che siamo stati chiamati da Gesù a stare con Lui per essere poi inviati ad evangelizzare come gli apostoli. Quindi, fondamentale è stare con Gesù, conoscerlo, ascoltarlo e vivere la Sua Parola, per portarlo al mondo come Maria. E' un talento e una responsabilità che si esprime nell'amore reciproco e nel servire tutti, in vari modi, ricominciando sempre, quando sperimentiamo di non attuare i propositi fatti. Chiedendoci poi, se avevamo letto la vita di qualche santo, il vescovo ha indicato i santi come il "quinto vangelo", scritto con le loro vite diverse, ma tutte conformi a Cristo. Riferendosi all'esperienza di una madre che, dopo aver perso il figlio, è stata capace di ri- Cogliamo il senso della presenza del Vescovo da quanto segue. di Maria Rosa Moratti Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. (Sal.22) Sono le parole che risuonano in me, dopo la visita pastorale del vescovo Diego al nostro vicariato. Nella celebrazione eucaristica in S. Martino a Tirano grazie alla Parola di Dio proclamata e fatta risuonare nell'omelia dal vescovo, ci siamo sentiti confermati nel nostro essere tempio di Dio perché abitati dal Suo Spirito. Sottolineando che Gesù è il fondamento della nostra fede e che nella Sua morte e risurrezione il Padre manifesta il Suo
11 conoscere che attraverso questa sofferenza in famiglia erano diventati più buoni il vescovo ha sottolineato che Gesù ha inghiottito la morte e ha elargito la vita. Quindi, anche noi possiamo passare dall'essere una chiesa formale" che distribuisce servizi, ad essere chiesa "madre" che nella comunione soffre le doglie del parto per generare ed aiutare a crescere nuovi figli di Dio, capaci di donarsi. Questo incontro col vescovo ha ridestato anche in noi la passione di essere questa chiesa viva. A conclusione dell'incontro, il vescovo ci ha donato il suo messaggio scritto nella Solennità di Sant'Abbondio del 31 Agosto 2014, intitolato: - DOVE STIAMO ANDANDO? IL FUTURO: TRA PREVISIONI, ALLARMI E SPERANZE -, suggerendoci di usarlo nella catechesi per gli adulti e eventualmente di comunicargli per iscritto le nostre riflessioni. La visita nel vicariato si è conclusa con la celebrazione dei secondi vespri, nel santuario della Madonna di Tirano. E' stata l'occasione per inneggiare e ringraziare la Trinità con Maria chiedendo la sua inter- L ingresso del Vescovo in S. Martino con il bacio al crocifisso cessione perché Cristo sia sempre più la Luce che guida e orienta con la Sua presenza il nostro cammino ecclesiale. Grazie, vescovo Diego per la sua presenza tra noi e la sua guida, segno vivo della presenza di Cristo e del Suo amore nella Sua chiesa. Le assicuriamo ancora di più la nostra preghiera e la nostra unità
12 il Vescovo presso la cooperativa San michele di Ercole Piani Don Paolo ci Q uando ha chiamati per concordare la visita del nostro Vescovo ho subito colto il profondo significato della richiesta; tanto atteso, finalmente tra di noi, il Vescovo della Diocesi ci onora della sua presenza. In Direttivo i Consiglieri mi hanno ricordato che esiste ancora nel palazzo San Michele la stanza del Vescovo che era appunto prevista nel caso di una sua visita nella nostra Parrocchia e adibita a tal fine dai Padri Guanelliani. Ho avuto modo di apprezzare il contatto autentico che ho visto negli occhi del Vescovo quando ha voluto incontrare ciascuno dei ragazzi e degli operatori, mai parole banali, mai di circostanza e la preghiera insieme molto sentita e partecipata e che gioia, a volte difficilmente contenibile, in tanti nostri ospiti. I responsabili dei nostri servizi lo hanno poi accompagnato nelle varie realtà della Cooperativa Sociale, molte sono state le domande, puntuali e significative le considerazioni di Diego (come alcuni Ospiti hanno chiamato il Vescovo) che dimostra, con immenso piacere, la sua sentita vicinanza. Il Vescovo ha voluto vedere molte nostre realtà operative il centro riabilitativo Disabili, i centri diurni, la comunità educativa minori, purtroppo vista la diversa dislocazione non ha potuto vedere la comunità psichiatrica, la sede di prove di volo, il centro post acuti e la fattoria di recente realizzazione
13 Ha voluto essere informato della nostra situazione amministrativa dimostrando ancora competenza e attenzione; mi spiace di non poter riportare i tanti messaggi avuti con i diversi interlocutori perché erano così confidenziali e personali, ma ricorderemo a lungo questa presenza e chissà mai, magari un giorno potrà soggiornare nella stanza del Vescovo; abbiamo notato che gli è piaciuta e la ragazza della Comunità che ora la occupa sarebbe felice di cederla al suo legittimo proprietario. La Cooperativa sociale San Michele si presenta La San Michele è una Società cooperativa sociale che nasce nel maggio del 2001 per iniziativa di operatori e volontari legati alle attività dell opera del Santo Don Guanella; oggi a distanza di 13 anni viene presentata una sintesi delle attività svolte. AREA DISABILITA E SALUTE MENTALE Questa attività è il settore storico della Cooperativa: confluisce da qualche anno nell area della salute mentale, grazie alla gestione del servizio educativo presso la Comunità Protetta Casa Paolino dell Azienda ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna. RSD TIRANO E un servizio residenziale-sanitario-assistenziale per persone con disabilità non assistibili al proprio domicilio; qui sono ospitate 37 persone. Il servizio tende a garantire una qualità di vita adeguata ai bisogni e alle caratteristiche dei singoli utenti. La realizzazione di
14 questa sede è stata finanziata dalla cooperativa e ha permesso di dare dignità alla struttura dell ex Ospedale cittadino. All interno della RSD collaborano diverse figure professionali, quali ASA, OSS, Educatori, Fisioterapisti, infermieri e medici. CSE PROVE DI VOLO E un servizio territoriale a forte valenza sociale, è rivolto a persone con disabilità medio-lieve. E stata attuata una serie di attività sul territorio, quali attività sportive, ricreative, di gestione del tempo libero e di socializzazione; di rilievo l apertura del chiosco presso il parco San Michele, che ha permesso agli utenti di sperimentarsi in un contesto occupazionale stimolante e socialmente riconosciuto. COMUNITA EDUCATIVA L ARCO E un servizio che può accogliere 8 minori da 0 a 18 anni che provengono da contesti familiari con scarsa capacità genitoriale, con rischio di emarginazione e devianza o allontanati dalla famiglia di origine perché vittime di violenza fisica o psicologica e in situazione di grave pregiudizio. Ogni minore accolto segue un programma pedagogico individualizzato, partendo dalla costruzione di una relazione affettivamente significativa. PROGETTO INSIEME PER ACCUDIRLI Grazie ad un co-finanziamento Iperal si è realizzata una fattoria in idoneo spazio adiacente al parco San Michele dove sono presenti capre, oche, galline, una cavallina, un maiale vietnamita e tanti conigli; la fattoria permette il contatto con la natura e gli animali questo contatto, come dimostrato da molti studi in merito, migliora la salute psicofisica degli individui riducendo il disagio. Attraverso il coinvolgimento diretto degli operatori e dei minori inseriti nella comunità educativa si cercherà di offrire al territorio e alle scuole, la
15 possibilità di sperimentarsi con una fattoria. Un orto didattico e un percorso sensoriale. ALLOGGI PER L AUTONOMIA LA FRECCIA Il progetto, presentato dalla cooperativa e sostenuto dalla Fondazione Pro Valtellina, ha visto l apertura di un servizio di accoglienza residenziale nel comune di Tirano, il servizio viene offerto in un appartamento con capacità ricettiva di 3 ragazze dell età compresa dai 18 ai 25 anni. E un servizio abitativo protetto dove le giovani maggiorenni in difficoltà o inviate dai servizi sociali possono consolidare gli obiettivi educativi raggiunti in precedenti esperienze e acquisire, sperimentando in prima persona, una piena e responsabile capacità nella gestione della propria autonomia abitativa, affettiva, economica, lavorativa, sociale. AREA SALUTE E BENESSERE Questo servizio è svolta da fisioterapista nei 2 ambulatori di Tirano e Grosio CENTRO ASSISTENZA POST ACUTA Il centro ospita 10 persone residenziali e sino a 5 in assistenza diurna; il servizio è un progetto sperimentale di Regione Lombardia e assiste persone che necessitano di acquisire autonomia e sicurezza dopo una degenza ospedaliera o una malattia invalidante. Il CPA è presso la casa di riposo Bellavista di Sondalo e occupa il 4 piano della struttura, qui operano ASA, OSS, Infermieri, Fisioterapisti e Medici. Il mese scorso presso Regione Lombardia è stato presentato in un importante convegno internazione di progetti innovativi
16 I sacerdoti del Vicariato Incontro Adolescenti e giovanissimi Mondo della Scuola In mezzo alle due squadre Calcio d inizio partita
17 della Altri momenti sso la Visita: due pre una Casa di Riposo, re in chiesa e le alt nità tre con la comu loapostolica nel sa ne oratorio
18 INCONTRO CON LE AMMINISTRAZIONI quali ha posto la domanda: quale voto date alla democrazia attuale? E di aver avuto l impressione che il voto arrivasse appena appena alla sufficienza!!!. Vescovo e amministratori si sono confrontati concordando sulle difficoltà culturali tipiche di questo nostro tempo: rispetto al passato la trasmissione generazionale dell impegno politico è molto più difficoltosa, tutto è più complicato nella realizzazione del bene comune e gli amministratori sono in prima linea. Giustamente il Vescovo ha parlato di torchio dove gli amministratori stanno tra la parte superiore che spinge verso il basso (le normative la burocrazia i funzionari ) e la parte inferiore che spinge verso l alto (le esigenze più disparate della gente con richieste che spesso le amministrazioni comunali non sono in grado di affrontare: casa, lavoro...). In chiusura il Vescovo lasciando ad ognuno una copia della lettera da lui scritta nell agosto 2012 alla città e alla diocesi in occasione della solennità del patrono S. Abbondio dal titolo Il combustibile della giustizia e l olio della gratuità C ome in altri vicariati della diocesi, anche in occasione della visita pastorale del Vescovo alle parrocchie del vicariato di Tirano, si è tenuto un incontro con le amministrazioni comunali delle parrocchie visitate. Nella mattinata di sabato 8 novembre il Vescovo Diego puntualmente si è presentato alle ore nel cortile dell Oratorio di Tirano dove era atteso da alcuni amministratori e da qualche parroco. Seppure rispetto ai potenziali partecipanti il numero dei presenti è stato esiguo, con l assenza totale di rappresentanti di qualche comune, la qualità dell incontro è stata senz altro inversamente proporzionale alla quantità dei presenti. Il piccolo numero ha favorito il dialogo circolare tra vescovo e amministratori. Il Vescovo ha esordito raccontando di essere reduce dall incontro con i ragazzi delle quarte e quinte classi delle scuole superiori di Tirano ai
19 Gratis et amore Dei, ha ricordato agli amministratori presenti di non mai disgiungere il combustibile della giustizia (dove giustizia è rimando non solo di equità, ma di tutti gli atti necessari allo svolgimento dell amministrazione) dall olio della gratuità (l aspetto motivazionale che nessuna normativa può dare, ma che si alimenta nei valori che stanno dentro ad ognuno) affinché la macchina funzioni. Da amministratore presente, questo mi ha riportato alla mente un motto che un amico prete più volte mi ha suggerito: non per forza devo ma per fortuna posso, dove l aspetto motivazionale dà sapore, senso e, direi, soddisfazione al nostro fare... Grazie Vescovo Diego per questa opportunità di comune riflessione e per averci ricordato che nel prestare troppa attenzione a non rimanere a piedi per mancanza di carburante non capiti di rimanere a piedi perché il motore si è fuso per mancanza di olio!!! Giovanni Marchesi IL VESCOVO E I RAGAZZI È stato un incontro frizzante, ma anche impegnativo quello che il Vescovo Diego ha avuto con adolescenti e pre- adolescenti della nostra parrocchia, il pomeriggio di sabato 8, nel corso della sua Visita. All arrivo di sua Eccellenza nell oratorio del Sacro Cuore è stata preparata una piccola sorpresa: l ampio salone era già predisposto con numerose sedie, ma era completamente vuoto. Solo un post -it appiccicato sul computer acceso consigliava: x Vescovo Diego: cliccare play. Il Vescovo ha pron- 19 -
20 tamente obbedito e messosi comodo si è gustato due spezzoni del Musical Il Principe d Egitto, opera intrapresa e realizzata dai ragazzi di Tirano in occasione dell Ordinazione sacerdotale del loro compaesano don Michele Pitino. Nella scena finale, alle parole Vedrai miracoli se crederai, quelle sedie, vuote fino a qualche istante prima, si sono riempite di ragazzi che hanno accolto il Vescovo con un applauso. Vi sembrerà strano, ma questi pochi minuti già mi hanno commosso, vorrei il dvd per gustarmelo tutto ha detto ai ragazzi il Vescovo Diego. Questo inizio ha avuto due motivazioni: una è stata il desiderio di condividere il lavoro svolto in un anno, occasione di fraternità e maggiore conoscenza, l altra è provocare il Vescovo sulla realtà adolescenziale, carica di incertezze e imprevisti, di qui le sedie vuote, ma anche capace di stupire e meravigliare, capace di far sorgere miracoli anche laddove non li si aspettava. Un momento di preghiera ha introdotto i ragazzi al dialogo con il Vescovo Diego, il Salmo 1, chiamato anche le due vie, è stato lo spunto per percorrere un ideale tragitto sulla strada del bene insieme al Pastore della nostra diocesi. Mons. Coletti ha preso spunto dal Gloria al Padre finale per centrare l attenzione su Dio Trinità, che è amore in sé, amore che continuamente si dona e si riversa da una persona all altra. Mentre altre religioni hanno di- vinità che comandano, a cui stare sottomessi, il Dio di Gesù Cristo è un Dio che danza, è infatti questo il significato del termine teologico della pericoresi ; un Dio che danza e che chiama a danzare ogni uomo. Il percorso sulla via di questo amore è stato accompagnato da alcune domande che i ragazzi delle medie hanno voluto porgere al Vescovo. Nessuna censura è stata fatta, per cui è trasparita tutta la
21 spontaneità e furbizia dei ragazzi. Accanto alle domande profonde sulla vocazione e sul governo della diocesi, ci sono state le domande più informali su facebook, sul tempo libero del Vescovo e quelle più personali come: Ha un/a migliore amico/a?. Il Vescovo Diego si è trovato perfettamente a suo agio, trasformando ogni domanda in una condivisione di vita, narrando la sua infanzia e il suo cammino, e in condivisione di fede, in ciò che più gli sta a cuore e per cui ogni giorno spende la sua esistenza. L incontro è terminato con l allegria del canto I tuoi passi di Padre Daniele Badiali e con un abbondante merenda, che è stata per i ragazzi l occasione per proporre gli immancabili selfie con il Vescovo Diego. È stato un pomeriggio intenso per tutti, con la speranza che sia stato un tempo utile, di semina della Parola di Dio nel cuore entusiasta dei ragazzi presenti; certamente è stata un occasione per sentire vicino il nostro Vescovo, per sentirlo uno di famiglia, attento al vissuto di ognuno e capace di stupire con semplici gesti di accoglienza chi ha davanti. Don Nicola DALL OMELIA DEL VESCOVO «Non siamo qui a fare i muri ma a gioire per il tempio di Dio che siamo noi». Queste le parole che il vescovo Diego ci ha rivolto durante la S. Messa. Primo richiamo del pastore è stato il ricordare ai fedeli presenti che il tempio di Dio non è costituito dalla chiesa di mattoni, ma da una Chiesa di persone. «La Chiesa è l insieme di uomini e donne impegnati nella carità, nella fede e nella speranza» ha dichiarato. Il pastore ha ricordato ai fedeli presenti che l atteggiamento giusto con cui accostarsi alla Messa domenicale non deve essere quello di clienti che ricevono una prestazione religiosa. La chiesa con
22 la c minuscola, ovvero l edificio sacro, è il luogo in cui Dio manifesta il suo amore per gli uomini. Sic deus dilexit mundo ( Così Dio ha amato il mondo ) si legge sul frontale della chiesa di S. Martino. Come Dio ha amato il mondo? «Con il crocifisso» ha risposto il vescovo Diego. «Dovete venire in questa chiesa perché potete capire quanto Dio ha amato il mondo» ha continuato. Dall incontro con l amore di Dio dovrebbero uscire uomini trasformati in grado di portare la vita nel deserto, come l acqua che scaturisce dalla porta orientale del tempio di Gerusalemme descritta nel libro del profeta Ezechiele. «Cosa esce dalla chiesa di Tirano alla fine di ogni eucarestia?» ha chiesto il vescovo. «Escono uomini e donne carichi del nutrimento ricevuto che slancia in avanti la vita?» ha aggiunto. Il vescovo Diego ha colto l occasione della celebrazione della S. Messa domenicale per lanciare qualche domanda provocatoria alle tante persone accorse. Il Vangelo ha offerto lo spunto per parlare di Chiesa, di tempio sacro e ripensare all atteggiamento con cui i fedeli si accostano ai sacramenti. Gesù si era adirato contro i cambiamonete e i mercanti presenti nel tempio di Gerusalemme perché avevano fatto diventare un mercato la casa del Padre. Non è questo il rischio della chiesa di S. Martino di Tirano, ma forse varrebbe la pena chiedersi se la casa del Padre non sia diventata un luogo in cui si riceve una prestazione religiosa, piuttosto che un luogo di incontro con Dio Padre. «La Chiesa è il luogo in cui molti si prendono cura di tutti» ha spiegato il vescovo Diego durante l incontro pomeridiano con la comunità apostolica. Questi molti a volte non sono che una piccola percentuale della popolazione, ma questi hanno la responsabilità anche di tutti quelli che mancano poiché sono stati scelti direttamente dal Signore. «Voi che siete stati chiamati a dare una mano dovete mettervi all ultimo posto a servire tutti» ha proseguito il pastore. Ritorna sempre la dinamica dei pochi che vanno verso tutti. «Nel Vangelo di Marco leggiamo che Gesù chiamò quelli che egli volle, essi andarono da lui, ne stabilì dodici che chiamò apostoli, ovvero inviati, perché stessero con lui e anche per mandarli a predicare» ha spiegato il vescovo. «Prima di andare a predicare bisogna imparare a stare con Gesù ha affermato -. A fondamento del fare deve esserci un approfondimento della propria relazione personale con Gesù: la chiamata al fare viene dopo la chiamata all essere». Lo scopo della comunità cristiana è, secondo le parole del vescovo, far sì che Cristo si renda visibile qui adesso. I cristiani hanno dunque il compito di far incontrare Gesù nella propria comunità alimentandosi di Cristo presente nell eucarestia e ascoltando la sua parola nel Vangelo. Ma la prerogativa per fare tutto questo è stare con Gesù e avere una relazione personale con lui. Camilla Pitino
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