Parrocchia Sant Antonio Abate in Piario

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1 Parrocchia Sant Antonio Abate in Piario CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE Verbale n. 1 - Riunione del 31 gennaio 2014 ***************** Venerdì 31 gennaio 2014, alle ore 20,30, presso la Casa Parrocchiale si è riunito, per la seduta di insediamento, il nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPaP.), composto dal parroco, don Eros Accorigi, da n. consiglieri eletti e (nomi), da n. consiglieri nominati direttamente dal parroco (nomi). Risultano assenti Vezzoli Ruben, Imberti Sara e Del Moro Marilisa (arriva alle ore 21) Insediamento del Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPaP) Don Ero saluta e ringrazia i consiglieri per la loro disponibilità, dando atto che far parte di un CPaP è un esperienza nuova per tutti i presenti. Era da tempo che lo voleva costituire, ma gli impegni su tre parrocchie, che hanno caratterizzato il primo biennio della sua nomina a parroco, l hanno costretto a rimandarne l avvio al terzo anno, quando l incarico è stato limitato alla comunità di Piario. Propone quale segretaria Bonadei Mirella, la quale accetta e si mette a disposizione del CPaP. Illustra brevemente la composizione del CPaP formato da alcune persone contattate direttamente da lui e da altre tre scelte direttamente dalla comunità. Ha fatto in modo che il CPaP fosse rappresentativo di tutta la comunità: degli anziani, degli operatori della liturgia, dei catechisti, del gruppo oratorio, del Consiglio per gli affari economici, delle varie associazioni, dei giovani e delle mamme al fine di formare un gruppo eterogeneo capace di coinvolgere tutta la Parrocchia e prendere parte alla sua edificazione. Sta ai componenti del Consiglio diventare figure rappresentative, capaci di dialogare con le persone che vivono la comunità, spiegando loro le scelte operate e capaci di raccogliere fra la gente le diverse istanze e problematiche per poi condividerle all interno del CPaP. Per quanto riguarda la composizione del CPaP si valuterà strada facendo se sarà opportuno integrarla con altri consiglieri, anche per affrontare eventuali questioni per le quali può essere necessaria una specifica competenza. Funzioni del Consiglio Pastorale Parrocchiale Don Eros riprende e commenta alcuni articoli dello Statuto Quadro del Consiglio pastorale. Il Consiglio pastorale parrocchiale (=CPaP) è costituito come organismo per la collaborazione dei fedeli nella cooperazione all attività pastorale della Parrocchia e come segno della comunione e della fraternità parrocchiale che esprime la corresponsabilità di tutti i membri del popolo di Dio nella costruzione continua della Chiesa. 1

2 Tutti i battezzati sono chiamati e messi in condizione di dare il proprio contributo, di dare il loro pezzettino di impegno per costruire la Parrocchia. Il Parroco è al servizio della costruzione autentica della Parrocchia, di cui tutti i parrocchiani sono protagonisti, mettendo a disposizione i propri carismi. La Parrocchia diventa ricca se più persone portano il loro contributo. Ogni piccolo membro può rendere bella la Chiesa. Il CPaP serve a questo, a stimolare quelli che si sono un po assopiti e hanno dimenticato la grande dignità che abbiamo ricevuto con il Battesimo. Il CPaP è segno di quella comunione e fraternità che tutta la Parrocchia è chiamata a realizzare. E il grande progetto di vita del Signore al quale anche il CPaP può dare il proprio contributo invogliando la gente ad entrare in questa fraternità. Il CPaP è un organismo con funzione consultiva e non deliberativa, interviene cioè nell elaborazione delle decisioni di carattere pastorale la cui responsabilità ultima spetta al parroco. Le sue proposte devono essere frutto di un discernimento compiuto insieme, sotto la guida dello Spirito, pertanto, specialmente se espresse a larga maggioranza, sono pastoralmente impegnative. Come la responsabilità ultima spetta ai genitori, la responsabilità ultima della Parrocchia spetta al parroco. Il parroco è tenuto ad ascoltare e a farsi consigliare, ma la responsabilità unica della comunità è sua. I compiti del CPaP sono: a) favorire il raggiungimento dell unità nella vita della comunità parrocchiale attorno all Eucarestia e promuovere il discernimento comunitario in relazione alla testimonianza della carità e alla confessione della fede; b) elaborare e aggiornare il programma pastorale annuale, nel quadro del piano pastorale parrocchiale; Che cosa serve alla nostra comunità perché sia più autentica? Che cosa è bene per tutta la comunità? Quali passi importanti fare, quali priorità dare cercando di aiutare tutti gli altri a condividere? Costruire un piano pastorale parrocchiale che dura cinque anni, dove ci diamo delle priorità e facciamo programmi annuali da realizzare a piccoli passi, con calma. Quando avremo il quadro completo e visti tutti gli aspetti potremo fare delle scelte. c) promuovere, sostenere, coordinare e verificare tutta l azione pastorale della Parrocchia, in armonia con il piano pastorale diocesano e le indicazioni del vicariato; Ad esempio una verifica potrebbe riguardare la recente festa patronale. d) conoscere e analizzare la realtà della Parrocchia e del territorio; Per territorio non si intende solo quello del nostro paese, ma quello di tutta l Alta Valle con le varie problematiche e opportunità. e) favorire la comunione di associazioni, movimenti e gruppi parrocchiali tra loro e con tutta la comunità; f) fornire al Consiglio per gli Affari Economici della Parrocchia le indicazioni e i criteri di fondo per l amministrazione dei beni e delle strutture della Parrocchia, in base alle esigenze pastorali individuate. Sta al CPaP dire quali sono le priorità dal punto di vista economico e riferire al Consiglio degli affari economici le scelte da adottare. 2

3 Programmazione incontri e attività Don Eros propone per ogni anno pastorale, che va settembre a giugno, tre incontri. In questo primo anno l obiettivo potrebbe essere quello di rivedere le pratiche pastorali in atto nella Parrocchia, ad iniziare da quelle relative ai tempi di Quaresima e Pasqua. Questo può consentire da subito di fare alla comunità nuove proposte. In questi ultimi anni il parroco ha portato avanti massimamente le attività pastorali così come ereditate, a volte aggiungendone di nuove, a volte non dando più corso a pratiche che forse si potrebbero riprendere, in quanto significative per la nostra Parrocchia. Attività pastorale della Parrocchia nei tempi di Quaresima e Pasqua Relaziona don Eros Per le giovani generazioni All interno delle attività pastorali ordinarie della Messa delle ceneri, delle Messe domenicali, del Triduo pasquale e della catechesi settimanale (per gli anni dei Sacramenti) o mensile (per gli altri anni) vengono caratterizzati alcuni momenti. La Messa della prima domenica di Quaresima, curando alcune parti della Messa e introducendo il tema dei cammini diocesani di preghiera, tema che in genere è declinato su quello del programma pastorale. In Quaresima ai ragazzi e ai preadolescenti è proposto un itinerario di preghiera settimanale. Il secondo sabato di Quaresima i ragazzi della prima Comunione si accostano al Sacramento del Perdono del Signore. Vi sono le due domeniche comunitarie per ragazzi, preadolescenti e genitori (quella del tempo di Pasqua è una gita) e la domenica di conclusione dell anno catechistico che corrisponde con la festa dell oratorio. Il quinto venerdì di Quaresima i ragazzi e i preadolescenti con i catechisti propongono a tutta la Comunità una Via Crucis giovane. Nella Settimana Santa o poco prima vi sono le Confessioni dei ragazzi e dei preadolescenti. Nel Triduo pasquale i comunicandi con i loro genitori vengono coinvolti nel servizio liturgico (gli adulti fanno i lettori, i ragazzi vivono il gesto della lavanda dei piedi, fanno le preghiere dei fedeli). Nel Venerdì Santo i ragazzi e i preadolescenti vivono il momento di preghiera, gli adolescenti animano la Via Crucis pomeridiana a San Rocco insieme all oratorio che prepara il percorso, mentre nella Veglia pasquale il servizio liturgico è svolto anche dai cresimandi, dai loro genitori e dai loro padrini e madrine. Nel tempo pasquale i Comunicandi e i Cresimandi ricevono i relativi Sacramenti. Il venerdì immediatamente prima della domenica in cui ricevono il Sacramento vivono il ritiro dal pomeriggio fino alla sera con il coinvolgimento anche dei loro genitori. Gli adolescenti da quest anno sono impegnati nel preparare e nel condurre le giornate comunitarie con l accoglienza, i giochi e i laboratori. A loro da quest anno è affidato anzitutto questo servizio. In Quaresima poi partecipano alla presentazione del CRE a livello diocesano e da lì in poi si inizia la progettazione del prossimo CRE. L idea poi, sempre per quest anno, è di iniziar a creare uno spazio di 3

4 dialogo e di confronto con gli adolescenti su uno specifico tema attraverso la visione di un film, la testimonianza di qualcuno o la visita a certi luoghi significativi per il tema in questione. Il Lunedì Santo è fatta loro la proposta delle Confessioni a livello vicariale. Con loro si fanno incontri a cadenza quindicinale e quando serve anche settimanale. Per la Quaresima e la Pasqua l oratorio dispone a San Rocco il simbolo delle tre croci e nel tempo pasquale fa l iniziativa Merendandando per le famiglie. Per gli adulti Ai genitori con figli che ricevano il Sacramento dell Eucarestia e della Cresima è proposto un itinerario catechistico sul Sacramento e come detto sopra sono coinvolti in alcuni momenti liturgici. A tutti gli altri è proposta l adorazione eucaristica per i Venerdì di Quaresima con meditazioni bibliche in riferimento al programma pastorale. Con i catechisti viviamo l incontro mensile preparando i vari appuntamenti e cercando nel limite del possibile di recuperare gli stimoli avuti nella formazione vicariale di novembre sul metodo della catechesi. In Quaresima c è il pellegrinaggio vicariale che quest anno sarà ad Olera sui passi del Beato Fra Tommaso da Olera. In Quaresima ci sono le Confessioni comunitarie che condividiamo con le Parrocchie vicine. Alcune considerazioni Il don fa rilevare che è completamente sguarnita la fascia giovanile (20-30 anni). Sono anche i grandi assenti nella Parrocchia. Quanto al numero dei catechisti è sempre al limite e ogni anno c è sempre il problema di trovare nuove disponibilità. Per quanto riguarda gli adolescenti sarebbe importante avere anche una o due figure di giovani con la funzione di animatori. Figure capaci di favorire la mediazione tra i ragazzi e gli adulti, in quanto più vicini alla sensibilità degli adolescenti. Il parroco ha il limite di essere un adulto e come tale lo vedono gli adolescenti. Queste figure di giovani sono importanti ed occorre impegnarsi in questa direzione. Sulla pastorale dei malati servirebbe anche un ministro straordinario dell Eucarestia. Il Parroco visita gli ammalati sei volte all anno, ma alcuni di loro desidererebbero ricevere l Eucarestia con una frequenza maggiore. In oratorio e più in generale in Parrocchia serve un maggior coinvolgimento dei nuovi genitori. Serve un ricambio che veda impegnati i genitori dei nuovi ragazzi. Seguono alcuni interventi Ermanno - E vero che per gli adolescenti è necessaria una figura di riferimento più giovane, qualcuno in grado di aiutare e coordinare le varie iniziative, ma in questa figura possono esserci dei PRO e dei CONTRO, come ha insegnato l esperienza estiva del CRE. Prosegue dicendo che questa sua considerazione è condivisa un po da tutto il gruppo adolescenti. Non sempre le persone più grandi aiutano, a volte può accadere il contrario. 4

5 Don Eros - A livello vicariale c è l intenzione di far partire un percorso di formazione per questi giovani che potrebbero essere inseriti in oratorio. La proposta potrebbe essere fatta ad almeno due di loro. Si tratta di incontri che si svolgeranno una volta al mese unitamente ai giovani delle altre parrocchie. Vero è che poi la formazione si impara sul campo. E comunque un treno da non perdere, e vero è che gli adolescenti vogliono essere riconosciuti, sentono l esigenza di poter manifestare il loro modo di vedere nelle varie iniziative a cui si dedicano nel loro tempo libero. Giuliano - Le parole di Ermanno gli consentono di fare alcune considerazioni sul gruppo adolescenti, al quale il don si è dedicato molto da quando è arrivato. Chiede quanti sono gli adolescenti del gruppo ed Ermanno risponde che sono quindici. Prosegue affermando che non bisogna dimenticare che gli adolescenti fanno parte di un unica comunità, perché se il loro gruppo agisce come una scatola chiusa ermeticamente questo non va bene. Trovare un giovane, una figura di riferimento per gli adolescenti è quanto mai opportuno, ma partire dal presupposto che questo giovane debba andare bene a tutti gli adolescenti è una pretesa fuori luogo. Se il gruppo rimane chiuso si verifica uno scollamento incredibile fra le varie fasi di età, non c è più comunità. Ermanno - Giuliano ha ragione, il giovane animatore ci vuole, ma l esperienza vissuta nel CRE è stata pesante per gli adolescenti e hanno il timore che possa accadere di nuovo. Inoltre essendo gli adolescenti tutti di minore età, il fatto ha avuto una ricaduta anche sui loro genitori. Per Giuliano il discorso è di carattere più generale, ciò che vorrebbe evitare sono solo i compartimenti stagni. Don Eros - Bisogna scegliere una persona adatta per coordinare il gruppo degli adolescenti, i quali sono chiamati ad agire con le altre fasce di età, non si devono chiudere, ma entrare in dialogo con gli adulti e con i volontari dell oratorio. La comunità si riconosce come unità attorno ad un nucleo fondamentale. E questo vale per tutti. Rivolgendosi dunque ad Ermanno lo invita a costruire questa relazione tra gli adolescenti e gli adulti. Per Ermanno non è vero che tra adolescenti ed adulti non c è intesa, e porta ad esempio il buon rapporto che si è creato con Daniela e Chiara, persone adulte che tuttora seguono il gruppo. Il don afferma che l episodio del CRE ricordato da Ermanno è stata una tempesta che ha portato amarezza. Un giovane animatore non si deve irrigidire, lo può fare il Parroco se vi è la necessità. Ermanno si esprime in ogni caso favorevolmente alla presenza di uno o più giovani all interno del CRE. Lino - Con riferimento ai ragazzi che l anno scorso hanno animato il CRE, afferma che è necessaria una continuità, i ragazzi devono continuare. Ermanno risponde che dopo i 18 anni diventa più difficile partecipare al CRE, c è l esigenza di trovare un occupazione e quindi suggerisce di preparare anche i ragazzi più giovani come quelli che andranno quest anno in prima superiore. Don Eros - Il gruppo che andrà in prima superiore è bello e numeroso. Si tratta di 14 ragazzi che frequentano tuttora la catechesi. Rispetto allo scorso anno solo due ragazzi non frequentano più. Mentre i ragazzi che quest anno andranno in seconda superiore già lo scorso anno hanno fatto gli animatori del CRE. Giuliano - Se il gruppo non è opportunamente strutturato si perde, è necessario pensare positivo e mettere le radici giuste, non si devono creare gruppi stagni. Diversamente se non sono più adolescente 5

6 cosa faccio? Un rischio che avviene con il passaggio dalle medie alle superiori, fatta la Cresima i ragazzi spariscono fino al Matrimonio. Appuntamenti un po troppo distanti. Se si riuscisse a legare più fasce di età si eviterebbero spaesamenti. Le persone più grandi di loro possono creare continuità, con le normali perdite nel corso dell evoluzione. Fa inoltre rilevare che nelle Messe domenicali accade che quando sono caratterizzate da qualcosa da particolare, come ad esempio l apertura dell anno catechistico, ci sono molte presenze con la partecipazione dei ragazzi all animazione liturgica, ma ecco che nelle altre Messe ordinarie non c è più nessuno. Per andare in chiesa ci deve sempre essere qualcosa di straordinario? La continuità dove sta? Chiude dicendo che senza voler dare consigli, bisogna puntare su questo aspetto, come faccio a raggiungere quelli che non vengono? Gli adolescenti potrebbero raggiungere i loro coetanei assenti comunicano anche attraverso il giornalino del paese, arriva in tutte le case: la Parrocchia, i gruppi, tutti possono far sentire la propria voce. Ermanno risponde che qualche volta il gruppo adolescenti ha scritto sul giornalino. Marilisa e Lino Cortiana sono d accordo sul fatto che è necessario comunicare e che lo si può fare con il giornalino del paese. Lino - Introduce un nuovo argomento: la necessità di conoscere e analizzare la realtà della Parrocchia e del territorio. Afferma che non abbiamo la visione complessiva delle varie associazioni che si muovono all interno del paese. Si potrebbero analizzare e partire da lì. C è per esempio un gruppo missionario poco conosciuto. Don Eros - Effettivamente sarebbe opportuno coinvolgerlo anche nel CPaP. Il gruppo si occupa della raccolta di materiale e della sua vendita, consegnando il ricavato alla Parrocchia. La Raccolta viveri fatta all interno della catechesi è stata realizzata in collaborazione con il gruppo, il quale deve essere valorizzato. Non hanno mai fatto delle richieste, si sono presentati, ma la cosa è rimasta un po lì. Solo nella giornata missionaria portano il loro contributo. Il CPaP deve rivalutare e coinvolgere il gruppo così come altri presenti sul territorio, invitando i vari referenti. Poi di grandi gruppi parrocchiali, quali ad esempio l Azione Cattolica, non ce ne sono. Giuliano - Sul sito web istituzionale del comune c è l elenco di tutte le associazioni con i referenti e aggiunge che la nostra è una piccola realtà nella quale non bisogna dividersi o chiudersi. Una comunità è come una famiglia, non si tiene nascosto ciò che si fa. Il gruppo missionario cosa fa? E così anche per altri gruppi. Se il gruppo si chiude che comunità facciamo? Questa esclusività non fa bene al paese. Odile - A proposito della chiusura interviene per affermare che percepisce nei piariesi natii un certo campanilismo e un senso di esclusione nei confronti delle persone che si sono trasferite qui. Lino - Queste cose capitano nei piccoli paesi e dipendono anche dall età delle persone, sia lui che Michela affermano che quando poi le famiglie hanno dei figli diventa più naturale inserirsi nella comunità. Marilisa - Ci sono persone che desiderano inserirsi e altre a cui non interessa ed è comunque un fatto che capita nei paesi piccoli. Giuliano - Al di là della consolazione che ciò accade ovunque, rimane il fatto che dal momento in cui una persona ha deciso di abitare qui è un piariese come tutti gli altri. Ermanno E un problema di volontà, dipende se si desidera o meno inserirsi, ma tra i ragazzi non si avverte questo problema. 6

7 Don Eros - Ci invita a raccogliere la proposta di Lino, ovvero cercare di conoscere la realtà delle associazioni locali. Lino - Introduce un nuovo argomento domandandosi quale idea abbia la nostra comunità parrocchiale del Cristianesimo. Per lui potrebbe essere importante indagare e capire che cristiani siamo. Michela - Come catechista considera che molti bambini non conoscono neppure le preghiere più semplici, che non hanno le basi e diventa difficile fare catechesi quando in famiglia la pratica religiosa viene trascurata. E naturale che ad un certo punto ci sia la dispersione. Non si prega nelle famiglie. Lino - Propone di distribuire un itinerario di preghiera per il tempo di Quaresima per pregare in famiglia. Il don risponde che per i ragazzi che devono fare i Sacramenti questo già avviene. Odile E la famiglia che deve abituare i bambini quando sono ancora piccoli ad andare in Chiesa e a pregare. Ermanno - Afferma di essere sempre stato obbligato da quando era piccolo ad andare in chiesa, ma ora preferisce darsi da fare con il CRE, con le domeniche comunitarie o con altre iniziative piuttosto che partecipare alla Messa. Michela - Anche semplici segni come il Crocefisso nei locali delle scuole oggi non ci sono più, si ricorda che alla Scuola Materna insegnavano davanti al Crocefisso a fare il segno della Croce. Ermanno - Durante l adolescenza si perde un po il senso della partecipazione alla Messa, ci si va qualche volta. Giuliano - La Messa deve essere una necessità, un desiderio di partecipare, se non c è un retroterra che ha nutrito questo desiderio, diventa difficile. Ecco che si va alla Messa solo se si ha qualcosa da fare, se si deve animare la liturgia. Ed Ermanno risponde che questo capita anche gli adulti qualche volta. Vanno per farsi vedere. Mirella - Quello che fanno Ermanno e il gruppo adolescenti con il CRE e le giornate comunitarie dà valore alla comunità cristiana, portano il loro contributo per la crescita cristiana dei ragazzi. Questo anche se vanno Messa saltuariamente. Lino - Ritorna sul nostro modo di essere cristiani. Che cristiani siamo? Michela - Le famiglie sono poco presenti. La giornata comunitaria era per i ragazzi e per le loro famiglie, ma i genitori partecipanti sono pochi. Così come sono pochi i genitori disponibili ad aiutare a sistemare e pulire al termine delle giornate. Marilisa - Conferma che lo stesso problema avviene nei turni di apertura dell oratorio. Molte sono le domeniche in cui per la mancanza di volontari l oratorio rimane chiuso. Don Eros Sintetizzando afferma che il problema della nostra Parrocchia è il coinvolgimento delle famiglie giovani. E bisogna vedere quali passi muovere per sostenerle. Introduce un altro argomento relativo al rapporto Parrocchia e Amministrazione comunale. Un rapporto caratterizzato da una buona collaborazione come dimostrato dall utilizzo degli spazi comunali nelle varie iniziative: è stata fatta la convenzione per la Scuola Materna che ne consente l utilizzo e la palestra comunale viene messa a disposizione per le necessità delle giornata comunitaria. Tuttavia al don è dispiaciuto che l amministrazione comunale non abbia coinvolto la Parrocchia nel consentire la realizzazione della Sala del Regno dei Testimoni di Geova, una luogo di culto capace di 280 posti. Questa mancanza di coinvolgimento gli è dispiaciuta non tanto perché contrario a questa presenza, ma perché una Sala del Regno così grande forse stava bene in una realtà più grande. Il nostro paese ha 7

8 anche bisogno di costruire la sua identità, una cosa così grande, invadente, anche a livello di viabilità può diventare un problema. Una cosa che lo ha amareggiato e ormai concretizzata con il rilascio del permesso a costruire. L attività economica della Parrocchia Don Eros. Oltre all ordinaria amministrazione in questi ultimi quattro anni si è provveduto alla sistemazione della casa parrocchiale (serramenti interni ed esterni) e alla sistemazione della scuola dell infanzia in collaborazione con il Comune. Ora l intervento più urgente è il restauro della chiesa parrocchiale. E già stata programmata la manutenzione del tetto, i cui lavori inizieranno in primavera con il nulla osta della Curia. La Parrocchia ha una disponibilità di 90 mila euro che non sono sufficienti per tutto l intervento di restauro, ma è in corso l istruttoria per ottenere un finanziamento regionale. Prima di Pasqua verrà presentato alla comunità il progetto già approvato dalla Sovrintendenza. L idea è di non suddividere il lavoro in lotti, ma di dare esecuzione al progetto con un unico intervento. Un altro progetto riguarda l ampliamento dell oratorio, almeno della sala posta al piano terreno. La struttura dell oratorio è troppo piccola,soprattutto per ospitare iniziative come il CRE o la giornata comunitaria. Il piano terreno potrebbe essere ampliato fino a ricongiungersi ai locali in cui si trova la cucina attrezzata. In questo modo si creerebbe uno spazio utilizzabile anche per le feste comunitarie. Bisogna pensarci seriamente anche se l oratorio aveva messa in cantiere le tribune. Per gli interventi la somma a disposizione ammonta a 20 mila. Giuliano sottolinea che quando è stato costruito l oratorio i vincoli urbanistici non hanno consentito la realizzazione di un edificio più grande, oggi invece le possibilità urbanistiche sono diverse. Il don afferma che in ogni caso serve un progetto per fare una valutazione. Conclusione e programmazione prossimo incontro In conclusione il don presenta ogni componente del Consiglio precisando quale gruppo o fascia di età rappresenta. Propone che il prossimo incontro abbia luogo nel mese di maggio. Distribuisce a tutti una copia della lettera pastorale DONNE E UOMINI CAPACI DI VANGELO, invitando a far rientrare il piano pastorale diocesano nel CPaP. Nella lettera pastorale ci sono anche i progetti del vescovo tra i quali è compreso il rilancio della catechesi per adulti. Lino Cortiana manifesta la sua perplessità sul fatto di trovarsi solo tre volte in un anno pastorale, facendo rilevare che forse sono pochi per essere concreti su qualcosa. Il don propone di trovarsi anziché nel mese di maggio, nel mese di marzo. Giuliano dice che se nel frattempo ci fossero argomenti da trattare nel prossimo consiglio si potrebbe iniziare ad affrontarli per rivedersi a marzo con idee e proposte per dare così più concretezza al prossimo incontro. 8

9 Il don dice che possiamo iniziare dal tema proposto a livello diocesano ovvero quello del rilancio della catechesi per adulti. Il prossimo incontro viene fissato dunque per mercoledì 26 marzo 2014 alle ore Alle ore 23,45 il CPaP ha terminato la riunione. 9

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