L OLIO D OLIVA NELLA STORIA DELLA COSMESI

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1 ISTITUTO COMPRENSIVO L. PILLA VENAFRO L OLIO D OLIVA NELLA STORIA DELLA COSMESI Due sono i liquidi che tornano singolarmente graditi al corpo umano: internamente il vino, esternamente l olio. (Plinio il Vecchio, Naturalis Historia ) Museo Archeologico Santa Chiara di Venafro :La Venere venafrana(ii sec.d.c.) Hoc tibi Campani sudavit bacca Venafri 1

2 Unguentum quoties sumis et istud olet (Marziale,lib.13,epistola 101) La coltivazione dell olivo: un po di storia. La coltivazione dell'olivo ha origini nel Medio Oriente per poi svilupparsi in tutto il bacino del Mediterraneo. Frantoi che risalgono al 5000 a.c. circa sono stati rinvenuti sia in Palestina che in Siria; la coltivazione è attestata in siti archeologici a nord del mar Morto databili al 3500 a. C. dove sono stati rinvenuti noccioli e legno usato come materiale da costruzione o come legna da ardere. antico frantoio Gli Egiziani intorno al 2300 a.c. usavano i rami della pianta d olivo per ornare le tombe dei faraoni e da reperti archeologici è stato possibile capire che in Egitto il commercio dell'olio era già fiorente prima della XIX dinastia. Da antichi papiri si apprende che Ramses III ( a.c.) fece piantare olivi nelle vicinanze del tempio di Tebe, la produzione doveva essere offerta al dio Ra; infine rami di Olivo sono scolpiti sui bassorilievi del tempio di Ramses II a Ermopoli ( XIII secolo a. C. )Sembra che siano stati proprio gli Egiziani ad inventare l illuminazione artificiale per i templi, le miniere, le tombe, le scuole :Clemente d Alessandria attribuisce agli egiziani l invenzione della lampada ad olio fin dall Antico Regno ( a.c.); era costituita da una coppa in pietra o in argilla riempita d olio nel quale è immerso uno stoppino di straccio di lino. A Ebla sono state ritrovate tavolette d'argilla risalenti al 2500 a.c., che testimoniano la produzione di olio ai tempi del re Minosse. Queste tavolette sono la più antica testimonianza scritta riferita all'olivo, all'olio e agli usi nel periodo di maggiore splendore della civiltà minoica. Così come in Egitto e a Creta la coltivazione dell'olivo e l'uso dell'olio erano importanti anche in Mesopotamia, ne sono testimonianza le leggi sulla regolamentazione della produzione e del commercio dell'olio d'oliva contenuti nel famoso Codice di Hammurabi (XVIII sec. a.c.). A Babilonia il medico era "asu" cioè conoscitore di olii. In Palestina molte tribù erano dedite all'olivicoltura e quella più attiva pare fosse quella dei Filistei. Il luogo dove era situato l'orto del Gethsemani (dove Gesù era solito recarsi per pregare e dove si recò prima della crocefissione con i suoi discepoli), ancora oggi rappresenta una delle aree di maggiore produzione e tuttora in quella zona ci sono 8 olivi plurisecolari. Gli studiosi hanno cercato di capire se si tratta degli 2

3 stessi ulivi del tempo di Gesù: hanno concluso che si tratta di piante di ulivo risalenti a circa il mille dopo Cristo e sono piante nate dai polloni degli ulivi del tempo di Gesù. Sembra che agli egiziani fu donata la pianta d ulivo da Ermete, cioè Mercurio come afferma lo storico Diodoro Siculo e solo in seguito Cecrope partì dall Egitto ed introdusse in Grecia l olivo e il culto di Minerva. E proprio presso gli Egizi l olio cominciò ad assumere funzione di (cura dell emicrania ) medicamento e funzione sacrale: i sacerdoti e i grandi ufficiali venivano unti quando assumevano cariche ufficiali. Presso gli egiziani si usava l olio nell alimentazione per combattere l elefantiasi, ossia la malattia che rende la pelle ipertrofica. Particolare cura riservarono i cretesi alla coltivazione dell ulivo e Plutarco racconta nella vita di Teseo che l eroe greco riuscì a uscire dal famoso labirinto utilizzando il filo che la principessa Arianna aveva avvolto in un ramoscello di ulivo ateniese: Teseo [ ] dedicò ad Apollo il ramo di ulivo dei Supplici [ ] era un ramo d ulivo avvolto in candida lana. E nota la storia della fondazione di Atene da parte del re Cecrope e l olivo divenne sacro ad Atena, che diede il nome alla città. Già dalla VII olimpiade gli atleti erano premiati con rametti di ulivo e nel tempio di Olimpia dedicato a Giove vi erano sempre tre corone di foglie di olivo della qualità olivastro. Dalla Grecia l olivo si propagò in tutto il Mediterraneo quindi in Sicilia, in Magna Grecia. Insieme alla coltura della pianta si propagarono i riti di culto in cui si usavano ramoscelli d ulivo: agli eroi e ai vincitori nelle battaglie, ai sacerdoti, ai vincitori dei giochi pubblici, come in Grecia così in Roma erano riservate corone di fronde d ulivo e unzioni con olio d oliva. Nell antichità il ramoscello d ulivo fu sempre simbolo di pace: Erodoto racconta che la città di Sidone, assediata dai Persiani, inviò i suoi migliori uomini con ramoscelli al re 3

4 persiano Artaserse per negoziare la pace. Anche Annibale, dopo la sconfitta a Zama(202 a.c.) consigliò ai Cartaginesi di recarsi da Scipione su battelli addobbati di ramoscelli d ulivo per concordare la pace e porre fine alle guerre puniche. I greci e i romani adornavano con fronde d ulivo le statue delle divinità minori che rappresentavano le Virtù per loro più importanti: la Misericordia, la Clemenza avevano corone d ulivo, invece la Giustizia, l Equità, la Felicità, e la Pietà portavano rami d ulivo tra le mani. Veneravano anche Irene, dea della Pace, e la rappresentarono come una giovane donna che tiene nella destra un ramo d ulivo e nella sinistra il corno della felicità. Di certo una divinità legata alla pianta dell ulivo è Atena e la mitologia racconta che il dio Sacripante fondò una città alle pendici di un monte nella regione dell Attica. Al momento di stabilire chi doveva esserne il protettore si accese una furiosa rissa tra gli dei più ambiziosi e Cecrope indisse una gara: vincerà il dio che offrirà il dono più prezioso per gli uomini. Bacco promise la vite e il vino, Hermes promise il miele, Atena promise un albero frondoso che avrebbe portato frutti turgidi dai quali sarebbe stato ricavato l olio dorato. Gli uomini compresero la grande importanza dell albero promesso da Atena e la dichiararono vincitrice della gara. Il poeta Callimaco (IV sec. a. C.) nel IV Giambo immagina una contesa tra l alloro e l ulivo: entrambe le piante erano state lodate dai poeti e scrittori greci come Platone, Aristotele, Aristofane,perché erano le piante che simboleggiavano aspetti sacri, religiosi e civili della società dell antica Grecia. Callimaco assegna la vittoria all olivo. L olivo, la sua coltivazione e la qualità dell olio ha interessato molti scrittori e poeti di Roma sia del periodo repubblicano sia del periodo imperiale. Plinio il Vecchio scrive nel I secolo d.c.(è morto nel 79 d.c. durante l eruzione del Vesuvio che seppellì Pompei) nel libro XV della sua Naturalis Historia Per questo prodotto (l ulivo) l Italia occupa il primo posto in tutto il mondo, soprattutto grazie al territorio di Venafro e in quella contrada che produce olio Liciniano. Dopo l Italia, vengono l Istria e la Betica. L olio di oliva era al tempo dei Romani un prodotto raffinato certamente per la delizia del palato ed fu oggetto di opere letterarie, poetiche e scientifiche. Lucio Giunio Columella nel suo trattato De re rustica (sull agricoltura) afferma che olea prima omnium arborum est (l ulivo è il più importante di tutti gli alberi) Questo significa che fin dall antichità l olivo era una pianta importante per il tipo di tronco e per i frutti che davano olio,entrambi molto usati anche nella medicina : offriva foglie 4

5 e cortecce per curare febbri e dolori di ossa, gomma dal delicato aroma di vainiglia per curare le affezioni degli occhi. (ancora oggi si usa la gomma di Lecce che trasuda dai vecchi tronchi di ulivi), olio per cicatrizzare, lenire, ammorbidire piaghe tremende e per immunizzarsi dalle morsicature dei serpenti velenosi. Tutta la letteratura, ricca di leggende e di eventi realmente accaduti, abbonda di esempi che raccontano come l olio abbia risolto problemi di salute, per i quali i popoli non conoscevano altro rimedio. Questo è accaduto ai popoli dell Antico Egitto, agli arabi, agli ebrei, ai greci e ai romani: da Ippocrate ai nostri giorni l olio è stato sempre utilizzato a scopi terapeutici oltre che a scopo di nutrimento. Per esempio il re Ittita si unse di olio in cui erano state macerate erbe velenose e stimolanti e si consacrò al dio Marduk per essere invincibile in guerra. Presso gli ebrei esisteva il balsamo del Samaritano (olio, vino e albume d uovo) per ungere i bambini rachitici e stimolarne la crescita ed è fatto di olio e vino il medicamento che il buon Samaritano versò sulle piaghe del malcapitato viandante come ci raccontano gli Evangelisti. Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia racconta che i Galli nel 385 a.c. invasero Roma perché avevano saputo che in quella città c era l olio dorato. Anche il legno dell albero di ulivo era considerato sacro, sicché poteva essere bruciato solo durante i riti sacri sia al tempo dei romani sia durante il Medioevo. Infatti il re dei Longobardi,Rotari, multava con tre soldi d oro colui che abbatteva una pianta di olivo senza autorizzazione. I dogi di Venezia premiavano con regali in oro gli abitanti dell isola di Corfù ( Corfù apparteneva a Venezia) che piantavano nuovi ulivi. Gli scrittori romani come Plinio il Vecchio, Catone, Varrone e Columella ci raccontano tutto sulla coltivazione dell ulivo e la lavorazione dell olio e ricordano che l olio di Venafro e i frantoi di Venafro sono i migliori di tutta l area del mediterraneo. Virgilio nel III libro delle Georgiche scrive Io stesso porterò i doni con il capo cinto di foglie d ulivo. Il grande poeta Virgilio nell Eneide descrive come le foglie di ulivo cingono la testa dei vincitori nelle gare Tre vincitori e siano tutti incoronati di oliva (Eneide, libro V verso 445),inoltre spiega l uso del ramoscello di olivo durante i riti funebri e descrive il rito funebre in onore di Miseno Corineo tre volte intorno con un ramoscello di felice olivo spruzzando i compagni li purgò tutti e disse l estremo vale (Eneide, libro VI,versi45-46). Il ramoscello è anche simbolo di ambasceria: ecco l episodio in cui il sacerdote Umbone è inviato dagli alleati di Turno al re Latino Umbone era il suo nome; 5

6 Archippo il re che lo mandava; di felice olivo aveva intorno avvolto il cimiero e l elmo. Virgilio, dunque, testimonia l uso dell ulivo nei riti sacri e nelle cerimonie civili importanti, inoltre nelle Georgiche si sofferma a descrivere la coltivazione dell albero di olivo e i luoghi più adatti alla sua coltivazione e spiega la convenienza economica di tale coltivazione; scrive Gli olivi quasi non richiedono coltura né falce ricurva né funi tenaci; essi sono fissati una volta per sempre al suolo e attendono intrepidi i venti; la terra stessa se è zappata offre sufficiente umidità. Se è arata offre nutrimento per frutti corposi (Georgiche libro III). I primi sintomi della crisi di tanto splendore oleario si avvertirono nel III secolo d.c., quando decadde tutto il sistema dell agricoltura per numerose cause. Innanzitutto la decadenza è dovuta al fatto che le campagne furono affidate alla cura degli schiavi, i quali trascurarono la coltivazione dell olivo; le continue elargizioni di olio che gli imperatori facevano alla plebe per accattivarsene l appoggio politico svuotarono le riserve di olio proveniente dalle ville romane; la produzione nella nostra penisola diminuì e Roma anche per il suo consumo interno dovette importare olio dalle sue province spagnole e africane. La caduta dell'impero romano e le invasioni barbariche interruppero i contatti commerciali, facendo decadere l'olio da pianta sacra a specie poco significativa. antico frantoio: le mole 6

7 Il Medioevo: l olio e i riti ad esso collegati. Durante l'alto medioevo la distruzione delle campagne portò anche all'impoverimento degli oliveti. Fu dal XII sec., grazie soprattutto agli ordini monastici, che venne dato nuovo impulso all'estrazione del succo d'oliva anche per utilizzarlo come olio consacrato. Gli uliveti aumentarono in tutta la Penisola, soprattutto in Toscana, dove anche la borghesia commerciale scoprì nella produzione e nel commercio dell'olio una fonte importante di guadagno. Il valore dell olio era elevato e perciò era utilizzato prevalentemente da nobili e ricchi borghesi oltre che dai religiosi, che lo usavano per tenere accese le lampade sugli altari ed in cerimonie sacre come l'ordinazione dei cavalieri e la somministrazione dei sacramenti come cresima ed estrema unzione. Nella quotidianità della cucina medievale se ne faceva un uso molto parsimonioso, mentre era assai diffuso l uso di lardo, strutto, sugna. Il maiale viveva il suo momento d'oro, soprattutto nell'italia settentrionale il lardo era il "fondo di cucina" per eccellenza, e il tempus de laride (tempo di durata della maturazione del lardo) rappresentava una delle scansioni del calendario contadino pastorale. Alcune eccezioni a questi usi si rintracciavano: -al Sud e al Centro fra i ceti alti, dove l olio veniva consumato come condimento dei cibi a crudo, o come grasso alternativo nei giorni di magro e di quaresima (dal XII sec. fu ammesso anche il burro per le focacce e i dolci, mai per cuocere); -sulle navi che solcavano il Mediterraneo, dove l olio assieme alle spezie serviva per condire i cibi dei marinai, come il pesce seccato, la carne salata e le gallette. L olio dal Rinascimento al 700 Per l'olivo XVI e XVII sec. sono tempi duri a causa di guerre, disordini amministrativi, rivolgimenti politici, devastazioni dei campi. L'agricoltura è prostrata ed il mercato oleario è in crisi. Tutta l'area mediterranea è coinvolta. Gli alberi resistono ma i raccolti sono pessimi, specialmente nell'italia meridionale sotto la dominazione spagnola. Invece rimane stabile la produzione di olio in Sardegna e Toscana. -La Sardegna deve la sua rinascita nel campo dell'olivicoltura a un vicerè spagnolo, Giovanni Vivas, che trova macchie dell'isola coperta di ulivi selvatici e ordina di innestarli, offrendone la proprietà a chi lo fa. La seconda, la Toscana dei Granduchi, vive un periodo di importanti riforme e di saggia amministrazione. Cosimo I dà vita a uno stato moderno e organizza l'agricoltura: ogni paese riceve terre gratuite, e deve ridistribuirle ai capifamiglia con un bassissimo canone purché vengano trasformate in vigneti e uliveti.se nella piccola proprietà predomina la vigna, l'olivo trova più spazio nelle grandi proprietà, all interno delle quali si organizza la fattoria. Il 700 è il secolo dei lumi nel senso letterale della parola lumi : si fece ricorso alla illuminazione con lumi ad olio e questo comportò una smisurata richiesta di olio. La popolazione aumentò dappertutto, l'olio era presente in casa sia sulla tavola che per i vari usi quotidiani. L'industria si sviluppava a ritmo incalzante: l olio era necessario soprattutto ai settori del tessile, della lana e del sapone. Le grandi nazioni, Inghilterra, Belgio, Francia, Russia, Germania,non avevano oliveti e perciò venivano a comprare olio in Italia e il prezzo dell'olio aumentò fino a moltiplicarsi per dieci. Coltivare olivi era ormai un guadagno sicuro. L'olio italiano si impose come il più pregiato e il più richiesto. Caterina, zarina di Tutte le Russie, ricevette in regalo dallo studioso Giovanni Presta un cofanetto in legno d'olivo contente un campionario dei migliori oli italiani. L'olio meridionale, insaccato in otri di capra, era importato nel nord dell Europa. Il mercato raggiunse i massimi profitti e i veneziani, per adeguarsi al volume d'affari, costituirono una specie di consorzio chiamato "Negozio di Ponente". Il Settecento, dunque, potenziò la coltura dell'olivo come il migliore investimento, 7

8 anche perché le terre incolte e i boschi trasformati in oliveto non pagavano imposte per quarant'anni. Questo accadde anche in Molise ed a Venafro. Abbiamo documentato l amore dei venafrani per la coltura dell olivo nell opera Memorie istoriche di Venafro, compilate da Gabriele Cotugno, canonico teologo della maggior chiesa di quella città, stampato a Napoli nel In questo periodo l olio è anche presente costantemente nei testi di medicina, come base per unguenti portentosi e creme benefiche. Il medico del Delfino di Francia consiglia di usare olio puro per molti acciacchi, dalle coliche agli avvelenamenti, alla stitichezza; non è da meno il medico venafrano Nicola Pilla, padre del famosissimo geologo ed eroe del Risorgimento italiano Leopoldo Pilla. Nicola Pilla, infatti, esercitò la medicina secondo i principi sperimentali della scuola Scalernitana,fondati sulla dieta corretta a base di puro olio di oliva.desiderava,cioè,valorizzare anche per la cura delle malattie la abbondante produzione di olio a Venafro. L Olio dall 800 ai giorni nostri Nel XIX secolo l'olivo continua ad avanzare sulle colline italiche: c'è bisogno d'olio per le lampade e le tavole di una popolazione in aumento, e per un'industria sempre più fiorente. L'olivo è parte fondamentale della piccola e media proprietà, un solido investimento. Il potere pubblico ne incoraggia l impianto, e l'umbria si copre di olivi in un decennio seguendo l invito di Pio VIII, che nel 1830 promette il premio di un Paolo ( il guadagno di una giornata per un bracciante), a chi metta a dimora e allevi fino a 18 mesi una pianta. Passano gli anni, e in Liguria per motivi politici, dopo il distacco dal grande mercato dell'impero francese, l'olio locale cede il mercato a quello di Puglia e Toscana. Poi, dalla seconda metà del secolo, a seguito di avverse condizioni climatiche e di malattie che colpiscono le piante, in alcune zone dell'italia meridionale si abbattono gli ulivi per avere più legna. La produzione scende, e l inizio del 900 non porta variazioni di rilievo, solo qualche oscillazione tra annate più o meno favorevoli. Sono gli anni Trenta a dare il via ad un periodo particolarmente felice, grazie a leggi che promuovono in tutta Italia l'olivicoltura. Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, il prestigio della pianta sacra ha una flessione, la cucina tradizionale italiana viene bollata come rozza, popolare, povera. Sono in auge i cibi d'oltreoceano, le abitudini nordiche sembrano più civili, il burro più nobile dell'olio, e le nostre tavole si riempiono di margarine industriali. Lo splendore dell'olio d'oliva decade insieme alla perfezione del latte materno: sembra 8

9 che questi tesori della natura non si usino più. Fortunatamente con gli anni 80, per la riscoperta di sapori più naturali e genuini, l'olio riprende il suo posto di re della tavola. L olio d oliva e l unzione E documentato nei frammenti delle opere di Democrito di Abdera che si faceva uso di olio per conservare la buona salute: internamente di vino, esternamente di olio. Anche molto più tardi Plinio scrive Naturalis Historia Due sono i liquidi che tornano singolarmente graditi al corpo umano Internamente il vino, esternamente l olio. Rufinio Pollione aveva 100 anni e un corpo perfettamente integro così rispose ad Augusto che gli chiedeva la ricetta della sua perfetta salute dentro vino, fuori olio. L olio d oliva come strumento di purificazione è presente già nella Genesi Il signore parlò: Mosè, procurati balsami pregiati [ ] e olio d oliva. Ne farai polio per unzione sacra. Io darò la pioggia d autunno e la pioggia di primavera perché tu possa raccogliere il tuo frumento per il vino e per l olio (Deuteronimo) I re d Israele furono unti e ciò segna la loro investitura regale: Samuele unge Saul, Samuele unge Davide, Zadok unge Salomone, Elia unge Eliseo. Nel Nuovo Testamento l olivo è protagonista della passione di Cristo, che inizia sul monte degli ulivi nel podere del Getsèmani, che significa in ebraico frantoio per l olio. Ancora oggi per è custodito come luogo sacro e gli archeologi hanno cercato di capire se gli alberi siano gli stessi della notte della passione di Cristo come ho scritto nel paragrafo precedente. Nel rituale cristiano la lampada a olio rappresenta la grazia di Dio e Gesù raccomandava di tenere la fiaccola sopra il moggio e la fiaccola nella iconografia è rappresentata fin dai primissimi tempi del cristianesimo. Nella somministrazione dei sacramenti l olio è benedetto nel rito Cristiano ed è utilizzato per la somministrazione dei sacramenti : battesimo, cresima, unzione degli infermi e ordinazione sacerdotale. Riti propiziatori Il ramoscello di ulivo ha significato per secoli pace e prosperità. Sulle tombe antiche troviamo incise foglie di ulivo a ricordare la pace dei giusti. Nei riti agricoli l ulivo ebbe grande importanza: i greci festeggiavano l arrivo della primavera con processioni in cui si portavano rami di ulivo con frutti, vasetti di olio, che rappresentavano il rinnovamento. Ricordiamo le feste romane dei Terminalia e Ambarvalia : Terminalia erano un'antica festività della religione romana dedicata al dio Termine (in latino Terminus), che proteggeva i confini. Il termine era semplicemente una pietra o un cippo conficcato nel suolo per dividere diverse proprietà. In occasione della festività, i due proprietari dei due terreni adiacenti incoronavano quella pietra con ghirlande anche fatte con rami di olivo. Ambarvalia erano feste romane che si celebravano nei villaggi e nelle fattorie fuori Roma, venivano celebrate solennemente dai capifamiglia, accompagnati dai figli e dai servi. Quelle pubbliche si celebravano invece appena fuori città e vi partecipavano i dodici fratres arvales (erano i sacerdoti dediti al culto della Dea Dia,in tempi più recenti identificata con Cerere) che procedevano alla testa della processione composta dai cittadini di Roma che possedevano terreni, oliveti e vigneti. Nel corso della processione si elevavano preghiere alla dea Cerere. Con l avvento del Cristianesimo l ulivo assume una particolare importanza durante i riti religiosi: nella Domenica delle Palme fin dai primi secoli del cristianesimo si fanno benedire ramoscelli di olivo per ricordare l ingresso di Gesù in Gerusalemme. I rami benedetti sono portati nelle case per la benedizione delle case stesse e dei loro abitanti; in parte i rami benedetti sono conservati fino alla festività dell Ascensione di 9

10 Gesù al cielo, in parte vengono portati sulle tombe dei defunti, in parte sono deposti nei campi e in tutte le proprietà come strumento per richiedere la protezione di Dio su tutti gli averi. All olivo era dedicata l antica usanza detta le croci di maggio : i contadini, per ottenere la benedizione del raccolto, percorrevano in processione per i campi tenendo ben in alto una croce fatta con rami d ulivo che poi veniva piantata in mezzo al campo. Il mercoledì delle Ceneri viene deposta sulla testa dei fedeli cenere ricavata bruciando rami di olivo, per simboleggiare che siamo nati dalla polvere e polvere diventeremo dopo la morte e perciò ci dobbiamo convertire e credere alla buona novella ed alla eternità dell anima. Ogni regione italiana ha le sue tradizioni. Anche nel Corano è descritta la visione di ulivi visti da Maometto Dio è la luce del cielo e della terra. La sua luce è come quella di lampada in un a nicchia dentro un vaso di cristallo simile ad una scintillante stella ed accesa grazie ad un albero benedetto,, un olivo che non sta né ad oriente né ad occidente, il cui olio illuminerebbe anche se non toccasse fuoco (Corano-Surat sulla luce). L olivo è presente ancora nel Corano nella forma di un albero gigantesco alla cui ombra sostano vecchi, giovani, donne e bambini. Lo troviamo ancora nel Corano in una visione che il Profeta ha in sogno,ed anche questa volta gli esegeti islamici hanno identificato nell olivo della Surat la Luce, il paradiso degli eletti. La cura della pelle. Vogliamo fermare la nostra attenzione su un aspetto meno noto,ma molto importante per l utilizzo dell olio di oliva nella pratica cosmetica, igienica e del benessere in generale. L olio extravergine di oliva, infatti, possiede un ricco patrimonio di preziosissime sostanze, di particolari grassi acidi, di vitamine e composti fenolici. Oggi sappiamo tutto sulla composizione chimica dell olio d oliva: sappiamo che è ricco di sostanze antiossidanti che rallentano l azione dei radicali liberi, responsabili dell invecchiamento cellulare, contiene vitamina A che stimola il rinnovamento delle cellule cutanee mantenendo l idratazione. La vitamina E, assieme ai fitosteroli stimola la produzione di collagene ed elastina. Non meno importante la presenza di squalene, uno dei principali componenti dei lipidi sebacei, utile nella protezione della pelle dai danni di fotossidazione. Gli antichi, pur non conoscendo tutto ciò, usarono l olio extravergine come efficace prodotto emolliente e protettivo dell epidermide, nonché come ottimo antiossidante capace di combattere gli inestetismi della cute. Questo lo sapevano bene già i popoli antichi ;essi hanno lasciato una eredità di conoscenze che attraverso i secoli si sono rivelate utili a riproporre e migliorare il benessere corporeo. Possiamo narrare come se fosse la trama di un racconto lo sforzo costante degli uomini per garantirsi benessere e bellezza attraverso l uso dell olio di oliva. Già nei secoli IV e III a.c. Creta, Palestina, Siria, Mesopotamia sono specializzate, come testimonia una ricca varietà di reperti archeologici, nella cosmesi mediante la produzione, la lavorazione e il commercio di aromi, unguenti e olii profumati a base di olio d'oliva, utilizzato quasi sempre come fissatore delle forti essenze aromatiche diffuse tradizionalmente tra queste civiltà. L impiego dell olio di oliva per fini cosmetici rappresenta la base della civiltà mediterranea che attribuiva enorme importanza alla bellezza ed alla prestanza del 10

11 corpo umano. Fra i primi a scoprirne e valorizzarne le potenzialità emollienti ed idratanti furono gli Egizi che descrissero dettagliatamente ingredienti e procedure di preparazione per creme antirughe e unguenti a base di olio di oliva per il massaggio del corpo. Con l olio e l argilla preparavano impacchi a cui erano poi secondariamente aggiunti bacche di cipresso, latte, grani di incenso e cera. Nella cultura Egizia l olio d oliva era riconosciuto come dono divino e simbolo di ricchezza. (Nel papiro di Erbers si legge una ricetta cosmetica a base di olio di oliva) I greci, fortemente legati alla coltura dell olivo che era il simbolo della loro terra, si avvalevano dell olio puro per cospargere il corpo degli atleti, in modo da potenziare ed esaltare la perfezione estetica dei corpi scultorei ; ma anche per prepararli, attraverso il massaggio termico, all attività sportiva. L uso dell olio era radicato nella cultura e nell immaginario greco come evidenziano l Iliade e l Odissea di Omero ripetutamente. Nausicaa infatti è invitata dalla regina ad ungersi con olio dopo il bagno con le ancelle; La madre collocava in gran paniere e nel capace sen d otre caprigno, vino infondea soave: indi alla figlia, che era sul cocchio, perché dopo il bagno sé con le ancelle,che seguianla, ungesse, porse in ampolla d or liquida oliva (Odissea,libro sesto vv ); Lo stesso Ulisse riconosciuto dalla nutrice sarà accolto da questa con il rituale del lavaggio e dell unzione del corpo con olio di oliva; nei riti funebri dedicati a Patroclo, la descrizione del momento dell unzione crea emozione ai lettori ancora oggi. In Grecia l arte degli unguenti si afferma specialmente a Cipro, Delo e Corinto. 11

12 L uso diffusissimo degli unguenti a base di olio di oliva favorisce anche una fiorente produzione di strumenti pensati per la conservazione e l uso degli stessi. Ampolle, contenitori in alabastro o vetro soffiato diventano presto simboli di ricchezza ed eleganza. La cultura del massaggio a base di olio di oliva risulta particolarmente apprezzata anche dai romani che riconoscevano all olio un ruolo di grande centralità nella cura della pelle, chiamando i trattamenti a base di olio di oliva bagni di bellezza. L olio aveva una funzione non solo emolliente e idratante,ma anche lenitiva per gli stati di irritazione della pelle, per quelli di secchezza cutanea e desquamazione ed infine per le ustioni, senza dimenticare che per moltissimo tempo, quando ancora non esistevano i punti di sutura, l olio di oliva assolveva una funzione cicatrizzante anche per le ferite da taglio. L uso cosmetico dell olio appare molto limitato durante l epoca medioevale: infatti la ricerca della bellezza corporale contrastava con la cultura cristiana, perché considerata peccaminosa e contraria all idea del cristiano umile e pellegrino che doveva raggiungere la perfezione attraverso la mortificazione della carne e dei sensi. L Umanesimo ed il Rinascimento cambiarono del tutto il punto di vista e rivalutarono anche l amore per i profumi e per le pratiche di cura e bellezza del corpo, considerato come manifestazione visibile della grandezza dell uomo e di Dio. La rivalutazione dell aspetto fisico portò alla ricerca di prodotti medicinali e cosmetici ottenuti anche con un uso sempre più ampio dell olio d oliva. Il vero e proprio trionfo dell olio d oliva nel campo della cosmesi si registra nel 600. Infatti nel Seicento abbiamo testimonianza di un rinnovato desiderio di bellezza fisica e di benessere nelle opere di numerosi autori che hanno descritto dei veri e propri ricettari riguardanti i prodotti di bellezza usati alla loro epoca. Tutti intitolavano le loro opere Secreta, volumetti tascabili contenenti ricette e rimedi di bellezza. Infatti già intorno alla metà del secolo XVI fioriva un genere letterario di sapore naturalistico destinato ad avere ampia notorietà e diffusione per circa due secoli: i libri di 12

13 secreti. Autori ne erano medici e alchimisti che cercavano di prevenire e curare le malattie più diffuse con rimedi ricavati dalla lavorazione di sostanze naturali,tra cui l olio di oliva. Per curare le ferite da taglio uno di questi medici usava una formula particolare : Andate a monte Oliveto et pigliate olio de oliva et lana pecorina et dite tre volte: Commo la piaga non dolse, non procurata accolse e nervo non ritrosse, cusì non doglia questa piaga non procurata, non accolga et nervo non ritragga; piaccia a Dio et a la Virgine Maria». Dirai tre volte et omne volta farai un segno de croce su la ferita con la ditta lana bagnata con olio et vino casto per 9 dì et non magnare aglio et aceto, et quando mediche sta in ginocchio nudi et non tenere arme addosso né berretta in testa. Un esempio è Segreti della signora Isabella Cortese, pubblicato nel 1622 a Venezia.Una delle ricette della signora Cortese si riferisce ad una strana applicazione dell olio: A fare che tutte le cose sofistiche dure siano molli infondi in oleo comune dieci volte in piombo liquefatto, et estingui nel detto oleo dieci volte le lastre infuocate del sofistico. Anche questi riferimenti significano che l olio è sempre stato importante anche per la medicina e la salute del corpo lungo secoli di ricerche empiriche e scientifiche. Si trattava, in ogni caso, di procurare unguenti, creme e prodotti per la cura del corpo, ma soprattutto per ottenere un aspetto attraente. Perciò si producevano creme di bellezza per il viso :belletti, ciprie e rossetti non sempre a base di olio o di prodotti naturali. Solo alla fine del 1700 i medici cominciarono a comprendere quanto dannosi fossero i prodotti a base di mercurio o di piombo e valorizzarono al massimo l uso dell olio di oliva nella composizione di creme ed unguenti di bellezza. Dalla seconda metà del XVIII secolo, in modo particolare dal 1770 in poi, la produzione dei 13

14 cosmetici cessò di essere affidata a maghi, a ciarlatani che inventavano ricette pericolosa per la pelle del viso e del corpo e si cominciò a prendere coscienza dell importanza di impiegare sostanze naturali, come consigliavano gli esperti della Società reale di Medicina, che era stata creata a Parigi dal re Luigi XVI nel Uno degli scopi di questa società era proprio quello di controllare la produzione di rimedi e cosmetici, la cui fabbricazione e produzione passò progressivamente in mano a farmacisti e profumieri. Da quel momento anche a Venafro si sviluppò l uso di olio d oliva per fabbricare rimedi e cosmetici destinati non solo alle dame della nobiltà e dell alta borghesia locale, ma anche alle donne del popolo. la capèra (la parrucchiera) Gli speziali nei loro laboratori preparavano unguenti e pozioni che poi vendevano a caro prezzo. I clienti si recavano in farmacia portando bicchieri o scodelle in cui sarebbero state poste le quantità richieste dell unguento o della pozione. 14 antica bottega di speziale Un ruolo importante anche a Venafro lo svolgeva la capèra,ossia la parrucchiera che si recava a casa delle proprie clienti per realizzare appariscenti pettinature o tagli all'ultima moda; non di rado, la sua esperienza era utile anche per avere consigli sul trucco. Oltre a forbici e pettini, utilizzava anche mollette, forcine di osso e di tartaruga e alcune pinze che, scaldate, venivano utilizzate come antenate dell'odierna piastra per lisciare o arricciare i capelli. Era capace di creare creme e unguenti per capelli e per il viso servendosi di impasti a base di olio d oliva.né l olio d oliva poteva mancare nella bottega del barbiere,che fino al secolo scorso non solo radeva la barba o tagliava

15 capelli, ma svolgeva attività curative come se fosse un medico:disinfettava le bruciature con olio d oliva,disinfettava le piccole ferite con la tintura di iodio, quelle lacero- contuse con aceto bollente e sale da cucina. Praticava salassi applicando sanguisughe ai clienti ammalati. Preparava unguenti a base di olio d oliva per spurgare i foruncoli e per curare le dermatiti. il barbiere Applicazioni frequenti dell'olio d'oliva nella cosmesi contemporanea. L olio d oliva e gli altri olii naturali usati in cosmesi riescono a svolgere contemporaneamente diverse funzioni per la pelle e per il prodotto cosmetico in quanto tale. Tra gli ingredienti cosmetici, gli olii vegetali (da non confondere con gli olii essenziali), e tra questi l olio d oliva,risultano i più nobili. La particolarità degli olii considerati nobili è che, di fatto, essi uniscono la funzione estetica (migliorano l aspetto della pelle), a quella sensoriale (danno una sensazione particolare, che nello specifico è di emollienza), tecnologica (costituiscono la fase lipidica dell emulsione) e a quella propriamente funzionale (attività specifica del singolo olio). In una formulazione cosmetica, infatti, gli ingredienti vengono scelti e dosati accuratamente per espletare diverse funzioni, che non sono solo quelle estetiche o attive, ma che riguardano anche la tecnologia della formulazione e l effetto sensoriale sulla pelle.gli olii vegetali più nobili, tra cui il prezioso olio d oliva, sono dunque in grado di svolgere molte funzioni contemporaneamente.una normalissima crema con azione idratante in genere è un emulsione olio in acqua, ossia la combinazione di due fasi non affini tra loro e quindi non miscibili ma che, in presenza di particolari sostanze affini a entrambi (emulsionanti), si combinano per formare appunto l emulsione e cioè la classica crema. E preferibile un emulsione acqua/olio e non direttamente l olio puro sulla pelle Infatti, anche se in molti casi l olio puro sulla pelle ha la sua efficacia, l emulsione acqua/olio è in realtà più compatibile con la funzione idratante, essenziale per preservare il benessere della pelle. Il nostro mantello idro-lipidico, infatti, possiede una parte di acqua e sostanze 15

16 idrofile e una parte di sebo e lipidi cutanei. Un olio emulsionato con acqua potrà mescolarsi con queste sostanze presenti nella pelle e penetrare in profondità e svolgere la sua funzione idratante e emolliente. Per questo motivo oggi è diffusissimo l uso di creme a base di oli vegetali,come l olio di oliva, per il corpo, per il viso, per le mani. In Italia si è verificato un incremento straordinario non solo delle vendite di cosmetici per la cura del corpo ma anche di laboratori di ricerca capaci di mettere a punto prodotti sempre più raffinati ed efficaci. Uso cosmetico dell olio d oliva nella tradizione popolare Il mercato ricco e globalizzato dei prodotti per la cura e la bellezza del corpo offre una ampia possibilità di scelta ;eppure ci sono ricette di cosmetici trasmesse dalla tradizione orale nelle famiglie, di generazione in generazione, ancora oggi seguite. Sono ricette di semplici cosmetici a base di componenti naturali,sicché possono essere preparati in casa ed usati senza pericolo alcuno. La mia bisnonna,che oggi avrebbe cento anni, mi raccontava che le giovanette della sua epoca si pettinavano i capelli bagnando il pettine con gocce di olio di oliva: i capelli rimanevano morbidi e luminosi per tanto tempo, il cuoio capelluto rimaneva pulito a lungo ed era una buona cosa, perché non esisteva l abitudine di lavare i capelli frequentemente. Anche i maschi, specialmente anziani, erano soliti ungere i capelli con olio, ma soprattutto il petto, se era troppo peloso,con olio di oliva: era un modo per tenere pulita la pelle e tenere lontano pidocchi e pulci che facilmente si attaccavano alla pelle secca. Questo accadeva normalmente prima della seconda guerra mondiale, perché non esistevano ancora i prodotti industriali contro insetti fastidiosi e l olio d oliva, a volte misto ad aceto, doveva bastare. In casa le ragazze preparavano anche creme artigianali per il viso e per le mani: l ingrediente fondamentale era sempre l olio di oliva mescolato a volte con cenere, a volte con argillao con succo di limone o con altre sostanze suggerite dal farmacista, che a quel tempo si chiamava speziale, proprio perché sapeva le dosi dei prodotti da utilizzare. La mia bisnonna era brava anche a preparare in casa il sapone sia per la cura della persona, sia per il lavaggio di indumenti e biancheria. produzione artigianale di sapone 16

17 Il Sapone fatto in casa per la cura del viso. Gli ingredienti principali per fare il sapone sono olio, soda caustica e acqua. La soda deve essere pesata bene, come del resto tutti gli altri ingredienti, in modo che nel sapone finito non rimangano residui di soda non saponificata. Questo vuol dire che nel sapone finito non c è più traccia di soda, che invece è indispensabile per il processo di saponificazione. Ingredienti :800 g di olio extra vergine d oliva ;200 g a scelta fra olio di mandorle dolci,;30 g di un olio nutriente da aggiungere al nastro;330 g di acqua ;Un recipiente di cenere pulita o 132 g di soda caustica (NaOH).Da aggiungere al nastro:2 cucchiai di germe di grano (o fiocchi d avena piccoli o triturati);30 gr di olio nutriente (quello scelto di aggiungere tra quelli riportati negli ingredienti);8 ml di olio essenziale di limone;3 ml di olio essenziale di rosmarino Preparazione: Pesare con cura tutti gli ingredienti.preparare la soluzione caustica versando la soda caustica nell acqua distillata e lasciarla raffreddare. Nel frattempo scaldare a fuoco basso gli oli riportati nella lista degli ingredienti. Quando sia la soluzione caustica sia gli oli avranno una temperatura approssimativa di 42 C/45 C versare la soluzione caustica negli oli, molto lentamente. Rimestare girando vigorosamente con il lungo mattarello a immersione fino ad arrivare alla fase di nastro (la fase in cui il sapone diventa denso e le gocce di sapone iniziano a staccarsi dal mattarello e formano dei disegni sulla superficie dell emulsione). Quando il nastro si è formato, aggiungere il germe di grano o i fiocchi di avena piccoli e l olio nutriente scelto. Mettere il sapone ottenuto in uno stampo unico e lasciarlo al caldo e a riposo per 48 ore. Trascorso il tempo indicato sformare il sapone ed è il momento di tagliarlo a pezzi; con il trascorrere dei giorni il sapone diventerà sempre più duro. Nelle successive 2 settimane il processo di saponificazione si completerà, mentre per la stagionatura si dovrà attendere un altro mese. Il Sapone fatto in casa per il lavaggio di indumenti e biancheria a base di cenere e senza la soda. Ingredienti:5 litri d acqua;1 kg di cenere;750 ml di olio di oliva;50 gr di amido Preparazione Si incomincia con la preparazione della lisciva, mettendo l acqua e la cenere in una pentola capiente: mescolare bene e fare cuocere il composto per due ore a fuoco lento. Trascorso questo tempo, stendere un panno bianco sopra un secchio e versarvi la lisciva: in questo modo sarà filtrata e diventerà liscia e senza impurità. In una nuova pentola capiente versare l olio e scaldarlo a una temperatura di circa 30. Lasciare nel secchio circa mezzo litro di lisciva a cui aggiungere l amido, versare lentamente il restante del composto nell olio. Mescolare con cura e aggiungere la lisciva con l amido e continuare a mescolare. Riversare nuovamente tutto il composto nel secchio o in apposite formine e lasciare riposare per almeno due settimane. Quando il sapone si è ben indurito, occorre tagliarlo a pezzi di piccole dimensioni. 17

18 sapone all olio d oliva L olio d oliva: uno struccante efficace e naturale A Venafro,come in ogni altro luogo della terra, le donne cercano il modo migliore per struccarsi.struccarsi è sempre un procedimento noioso e spesso anche insoddisfacente: gli struccanti proposti da profumerie e supermercati non riescono mai ad eliminare del tutto il trucco. Ma l olio d oliva riesce a sciogliere il make up come niente altro grazie alle sue proprietà chimiche. Non solo strucca in maniera profonda, non solo è facilmente reperibile, non sono è veloce da usare, ma è un prodotto totalmente naturale che non danneggerà la nostra pelle in alcun modo. Perchè l olio è così efficace come struccante naturale? L olio, essendo un solvente apolare, ha la proprietà di sciogliere il make up, anch esso apolare. Ciò significa che appena l olio entra in contatto con i cosmetici, essi si sciolgono immediatamente, consentendo una pulizia più che minuziosa: basta inumidire con dell acqua un dischetto di cotone e farci cadere sopra una goccia d olio, per poi mescolare l olio e l acqua con un dito. A questo punto, strofinando il dischetto sugli occhi e sul viso, vedrete che anche il trucco più ostinato, come mascara e eyeliner, se ne andranno via in un battibaleno, senza nemmeno lasciare le classiche ombre nere sotto gli occhi; non solo idraterà a fondo questa parte del viso solitamente trascurata, ma nutrirà anche le ciglia, fortificandole e facendole crescere più lunghe e folte. Ovviamente è necessario lavarsi il viso dopo questo procedimento. Quante è bélla la terra d'u Mulise pure se chiéna de vrécce e mala jèrva, ke le muntagne aute, ke la néva ghianca e ke u mare pure sèmpe azzurre (Ugo d Ugo) FRANCESCA SIMEONE CLASSE II A SCUOLA SECONDARIA I GRADO IST. COMPR. L. PILLA VENAFRO 18

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