Fondazione CRT/Progetto Alfieri. Rapporto finale sul progetto di ricerca. Migrazione e mobilità delle funzioni produttive:

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1 Fondazione CRT/Progetto Alfieri Rapporto finale sul progetto di ricerca Migrazione e mobilità delle funzioni produttive: la frammentazione dell impresa Novembre 2010 Il progetto di ricerca intitolato Migrazione e mobilità delle funzioni produttive: la frammentazione dell impresa, iniziato nel gennaio del 2008, si è proposto di investigare la relazione tra offshoring e immigrazione quali forme dell attuale processo di unbundling internazionale dell attività produttiva. Il programma di ricerca, che è stato definito durante il convegno Outsourcing and Migration tenutosi nel maggio 2008, e finanziato dalla Fondazione CRT prevedeva la preparazione di diversi saggi e la messa a punto di banche dati necessarie alla realizzazione dell analisi empirica. Saggi preparati nell ambito del progetto Come riportato nel rapporto intermedio presentato nel marzo dello scorso anno, nella fase iniziale del progetto erano stati assegnati incarichi di ricerca agli studiosi che hanno fatto parte del gruppo di lavoro. Un anno dopo la revisione di medio-termine, le ricerche sono concluse e i saggi sono stati elaborati. Alcune eventuali differenze rispetto alla lista proposta nel precedente rapporto sono da attribuirsi ai fisiologici aggiustamenti indotti dallo sviluppo e dai risultati della ricerca. Nella loro versione definitiva, i saggi preparati sono i seguenti: Giorgio Barba Navaretti, Gianmarco Ottaviano e Angelica Salvi Mobility of workers and production: issues on migration and offshoring. Background and main findings of the research project

2 Giorgio Barba Navaretti, Gianfranco De Simone, Gianluca Orefice e Angelica Salvi Migration and Productivity Patterns in European Regions Giuseppe Bertola e Alessandro Sembenelli Immigration, Employment, and Wages: The Role of Offshoring" Giulia Bettin, Alessia Lo Turco e Daniela Maggioni A firm level perspective on migration Paola Conconi, Patrick Legros, Andrew Newman Trade Liberalization and Organizational Change Gianfranco De Simone e Miriam Manchin Brain Drain with FDI Gain? Factor Mobility between Eastern and Western Europe Giovanni Facchini e Max Steinhardt What drives US Immigration Policy? Evidence from Congressional Roll Call Votes Gianmarco Ottaviano, Giovanni Peri e Greg Wright Immigration, Offshoring and American Jobs. Principali risultati L obiettivo del progetto CRT Alfieri Migrazione e mobilità delle funzioni produttive: la frammentazione dell impresa è stato quello di valutare come immigrazione e offshoring interagiscano ed influenzino i principali aggregati economici. I risultati ottenuti possono essere classificati sulla base di diversi temi specifici: formazione delle politiche economiche, interazione a livello aggregato di migrazione e offshoring, effetti sul mercato del lavoro e sui sistemi produttivi locali in presenza di imprese eterogenee, effetti sull organizzazione delle imprese, analisi dei processi di interazione a livello disaggregato delle competenze e dei compiti eseguiti dalla forza lavoro. Tali risultati sono ampiamente sintetizzati nella relazione Mobility of workers and production: issues on migration and offshoring. Background and main findings of the research project. In quanto segue è riportata una sintesi dei saggi presentati ed una breve descrizione delle banche dati utilizzate nell analisi empirica. Sintesi dei paper e descrizione delle banche dati utilizzate Giorgio Barba Navaretti, Gianmarco Ottaviano e Angelica Salvi Mobility of workers and production:issues on migration and offshoring. Background and main findings of the research project Questa relazione identifica il background analitico del progetto di ricerca. Partendo

3 dall evidenza empirica sulla forte concentrazione regionale sia dei flussi migratori che di offshoring, e dunque di investimento estero in uscita, la relazione discute inoltre i diversi meccanismi attraverso cui i due flussi interagiscono nell influenzare i diversi aggregati economici. Tale analisi viene svolta sintetizzando i principali risultati dei saggi che compongono il progetto. Giorgio Barba Navaretti, Gianfranco De Simone, Gianluca Orefice e Angelica Salvi Migration and Productivity Patterns in European Regions Il lavoro studia l interazione tra immigrazione e offshoring (misurato attraverso gli IDE in uscita) nelle regioni europee (NUTS 2) e come questi siano collegati alle distribuzioni di produttività a livello di impresa nel settore manifatturiero. Gli autori mostrano che immigrazione e offshoring sono altamente correlati fra loro (regioni con un abbondante popolazione di individui nati all estero presentano anche un numero rilevante di progetti di offshoring), benchè collegati alla produttività totale dei fattori in maniera diversa. Una maggiore quota di lavoratori immigrati sarebbe infatti connessa ad una superiore efficienza delle imprese meno produttive, mentre l offshoring sarebbe collegato ad una maggiore efficienza delle imprese più produttive. Questi risultati hanno importanti implicazioni a livello di policy: l immigrazione aiuterebbe la sopravvivenza e la convergenza delle imprese e delle regioni più deboli in Europa e limitarla potrebbe accelerare l espulsione delle componenti più deboli del sistema produttivo nazionale. D altra parte, le politiche che limitano l offshoring rischiano di rallentare la dinamica della produttività delle imprese più efficienti. Nell ambito di questo lavoro,è stata costruita una banca dati che include i flussi di investimento diretto in uscita, i flussi di immigrazione per le regioni europee, alcune caratteristiche economiche delle regioni europee e i dati di bilancio delle principali imprese. In particolare, il database contiene informazioni su: (i) flussi di investimenti diretti esteri in entrata e in uscita per regione dal 2003 al 2007 (fonte OCOMONITOR 1 ), (ii) stock di immigrati per regione e per macro settore di occupazione sulla base del Censimento del 2001 (fonte Eurostat); (iii) popolazione e occupati per regione e per settore di occupazione dal 1999 al 2007 (fonte Eurostat); (iv) GDP pro capite ai prezzi di mercato per regioni dal 1999 al 2005 (fonte Eurostat); (v) flussi di immigrazione per paese di destinazione dal 2001 al 2006 (fonte Eurostat); (vi) spesa in R&S per regione suddivisa in spesa pubblica o da privati dal 1999 al 2007 (fonte Eurostat); (vii) costo del lavoro per regione e macrosettori (agricoltura, industria e servizi) al 2000 (fonte Eurostat), (viii) dati di bilancio delle principali imprese europee.. 1 La banca dati Ocomonitor contiene informazioni sui flussi di investimenti diretti esteri a livello di impresa che sono stati raggruppati per regione ai fini della costruzione della banca dati qui descritta.

4 Giuseppe Bertola e Alessandro Sembenelli Immigration, Employment, and Wages: The Role of Offshoring " Il saggio si concentra sulla relazione teorica ed empirica tra offshoring e immigrazione ed esplora le implicazioni dell internazionalizzazione su occupazione e salari. In questo lavoro si sostiene che le cause e gli effetti di offshoring e immigrazione possano e debbano essere analizzate congiuntamente perché entrambi i fenomeni sono determinati in modo endogeno da un insieme di caratteristiche locali e perché si influenzano l un l altro attraverso domanda e offerta di lavoro. La riduzione del costo del lavoro locale provocata dall immigrazione riduce gli incentivi a delocalizzare parte della produzione; d altro canto l offshoring potrebbe limitare gli incentivi all immigrazione. Gli autori propongono un modello in cui la relazione tra offshoring, salari dei lavoratori locali e salari dei lavoratori stranieri dipende dal grado di complementarità di queste due categorie di lavoratori. Nell ipotesi che i costi dell offshoring siano costi fissi e che l offshoring sia vantaggioso solo per le imprese più produttive, il modello ha una soluzione trattabile e permette di mettere in relazione offshoring, salari e immigrazione con le caratteristiche fondamentali del mercato del lavoro locale. Il modello è testato su dati italiani a livello provinciale. La banca dati messa a punto da Bertola e Sembenelli combina i) la banca dati Reprint che raccoglie informazioni sull intensità degli investimenti diretti esteri in uscita delle imprese italiane per provincia; ii) informazioni sul numero di residenti stranieri a livello provinciale (fonte Tagliacarne); iii) informazioni sui livelli salariali e altre caratteristiche del mercato del lavoro (fonte Labor-Whip); iv) informazioni sulle infrastrutture a livello provinciale (fonte Tagliacarne). Giulia Bettin, Alessia Lo Turco e Daniela Maggioni A firm level perspective on migration Utilizzando la nona indagine Unicredit/Capitalia (con informazioni sul periodo ), le autrici studiano il ruolo dei lavoratori immigrati nella produzione manifatturiera, fornendo evidenza a livello di impresa relativamente alla loro complementarietà/sostituibilità rispetto agli altri fattori produttivi e analizzando il conseguente effetto sui cambiamenti organizzativi di impresa (inclusa la decisione di fare offshoring). Il lavoro esplora anche il ruolo di alcune caratteristiche quali la dimensione di impresa, la localizzazione, l attività e il coinvolgimento internazionale. I risultati confermano la complementarietà tra lavoratori immigrati e domestici nella produzione manifatturiera (quindi la crescita del numero di lavoratori stranieri non ha necessariamente effetti negativi sul salario di quelli locali). Questa complementarietà spiega anche perché l effetto degli immigrati cambi a seconda delle caratteristiche di impresa. Il

5 contributo degli immigrati risulta maggiore nei settori tradizionali, nelle piccole e medie imprese e nel Nord Est; dall altra parte, per quanto riguarda il lavoro domestico, il contributo è particolarmente significativo nel caso di fornitori specializzati e di imprese situate nel Nord Ovest. Paola Conconi, Patrick Legros, Andrew Newman Trade Liberalization and Organizational Change Il saggio sviluppa un modello teorico in cui i manager delle imprese devono decidere se integrare diverse attività produttive L integrazione, garantisce maggiore flessibilità nella distribuzione del surplus tra fornitori. Analizzando l effetto di una liberalizzazione del mercato dei prodotti seguita da una liberalizzazione del mercato dei fattori, gli autori giungono a due risultati principali. In primo luogo, anche in assenza di offshoring, il commercio internazionale provoca delle variazioni di prezzo che, a loro volta, hanno un impatto significativo sull organizzazione delle imprese all interno del paese. Secondo, la rimozione delle barriere nei mercati dei fattori e i movimenti internazionali di fattori, tra cui migrazione e IDE, possono a loro volta indurre ulteriori cambiamenti organizzativi e provocare un aumento del prezzo del bene finale, riducendo il benessere dei consumatori in tutti i paesi. L analisi suggerisce quindi che l immigrazione e l offshoring siano strategie alternative e che, di conseguenza, una liberalizzazione dell immigrazione possa ridurre la necessità per le imprese di spostare all estero parte delle attività produttive. Gianfranco De Simone e Miriam Manchin Brain Drain with FDI Gain? Factor Mobility between Eastern and Western Europe Il saggio guarda ai flussi aggregati di forza lavoro e investimenti per verificare se l immigrazione effettivamente faciliti gli investimenti fungendo da canale di rimozione delle barriere culturali, di reputazione e di informazione che ostacolano gli investimenti in paesi a basso reddito da parte di imprese straniere. In particolare, si vuole capire fino a che punto l immigrazione di forza lavoro dai nuovi stati membri dell Unione Europea nel periodo cruciale che va dal 1994 al 2006 possa aver ridotto i vincoli legati alla mancanza di informazione per le imprese nelle economie più avanzate dell Unione Europea a 15 che volevano investire nei nuovi stati membri. Il problema è inquadrato come un modello di frammentazione nella produzione internazionale (Venables,1999) dove gli effetti di network positivi legati alla presenza di immigrati nell economia da cui origina l investimento sono rappresentati come costi di transazione. L idea di base è che l informazione privata relativa ai mercati di sbocco possa essere estratta sia da investimenti precedenti sia da immigrati che provengono da questi mercati. I risultati dell analisi

6 empirica, che è stata condotta usando modelli gravitazionali, delineano una chiara correlazione positiva tra il volume dell attività produttiva di imprese provenienti dalla UE a 15 nei paesi nuovi membri e lo stock di immigrati provenienti dai paesi nuovi membri nelle economie. Il modello dimostra anche che i lavoratori qualificati e i lavoratori immigrati non qualificati portano con sé informazioni complementari e hanno quindi entrambi un effetto positivo sul volume degli IDE. Tuttavia, maggiore è la quota di immigrati qualificati più è forte il legame; ciò suggerisce l esistenza di un effetto positivo che si contrappone al brain-drain. De Simone e Manchin hanno costruito una banca dati che fornisce informazioni sul valore della produzione aggregata all estero, stock di IDE e stock di immigrati a livello bilaterale per i paesi UE 15 e i paesi dell Europa centro-orientale. I dati sulla produzione aggregata di ciascun paese UE 15 in ciascun paese dell Europa centro-orientale per il periodo provengono dalla banca dati Eurostat; la fonte per i dati sugli IDE è l OCSE mentre la fonte per lo stock di immigrati sono i censimenti nazionali. Giovanni Facchini e Max Steinhardt What drives US Immigration Policy? Evidence from Congressional Roll Call Votes Il saggio indaga le determinanti economiche a livello distrettuale del comportamento di voto dei rappresentanti del congresso degli Stati Uniti relativamente alla politica sull immigrazione tra il 1970 e il I risultati evidenziano come i rappresentanti dei distretti che abbondano di lavoro qualificato abbiano maggiore probabilità di sostenere una politica aperta verso l immigrazione di lavoratori non qualificati, mentre si verifica il contrario nel caso dei rappresentanti di distretti che sono più ricchi di lavoro non qualificato. Tale evidenza risulta robusta anche all introduzione di alcuni controlli ulteriori che catturano la dimensione del welfare state e altre caratteristiche ideologiche e non economiche del distretto. Facchini e Steinhardt hanno mappato i dati sul voto alla Camera dei Rappresentanti del Congresso degli Stati Uniti su progetti di legge ed emendamenti riguardanti l immigrazione e le politiche commerciali con i) informazioni sull orientamento ideologico dei rappresentanti, misurato dal Conservative Rating Index pubblicato dall American Conservative Union; ii) informazioni sul mercato del lavoro locale e sulla composizione etnica dei collegi elettorali di appartenenza. Gianmarco Ottaviano, Giovanni Peri e Greg Wright Immigration, Offshoring and American Jobs Il lavoro considera la presenza di lavoratori stranieri come possibile fonte di sostituzione della forza lavoro locale per alcuni task, in alternativa o in concomitanza all offshoring.

7 Gli autori hanno messo a punto i dati necessari a portare a termine l analisi empirica usando dati per gli Stati Uniti e hanno formalizzato un modello teorico in cui inquadrare i risultati empirici. Il modello in questione si focalizza sugli effetti sull occupazione ed è una versione multisettoriale del modello di Grossman e Rossi-Hansberg (2008). Prevede un continuum di task (da quelli con un basso a quelli con un alto costo di offshoring) in ogni settore; inoltre, il modello viene arricchito al fine di poter includere immigrati con produttività eterogenea. Il modello viene utilizzato per analizzare congiuntamente l impatto di una riduzione dei costi di offshoring e dei costi di immigrare negli Stati Uniti. Il risultato complessivo è che minori costi di offshoring e immigrazione in un sotto-settore manifatturiero incrementeranno, rispettivamente, la quota di offshoring e di lavoratori immigrati nella produzione di quel settore. Questo esito non è ovviamente sorprendente in se, ma è il primo passo per capire meglio ed isolare gli effetti specifici di questo processo su singole categorei di lavoratori. Gli autori dunque stimano l impatto della riduzione del costo di offshoring e della facilità di immigrare su ogni tipo di occupati (lavoratori immigrati, domestici, offshore) in un dato settore. La facilità di offshoring viene misurata come la quota di input intermedi che vengono importati (questa varia a seconda dei settori e dei periodi). La facilità di immigrazione, invece, è approssimata dalla quota di immigrati in un settore, tenendo conto della composizione per nazionalità dei lavoratori immigrati nel settore nel 2000 e della crescita degli immigrati per ciascun gruppo nazionale. L ipotesi sottostante è che questo due indicatori varino, rispettivamente, con il costo di offshoring e con il costo di immigrazione. Le stime eseguite su dati relativi a 58 settori manifatturieri nel periodo confermano che un incremento della facilità di offshoring è associato ad una riduzione della quota di lavoratori domestici ed immigrati nell occupazione totale del settore. Allo stesso tempo, un aumento nella facilità di immigrazione limita la quota di lavoratori offshore senza alcun impatto sulla quota di lavoratori domestici. Gli autori evidenziano che l offshoring spinge i lavoratori domestici verso compiti più cognitivi e meno ripetitivi e i lavoratori immigrati verso compiti più manuali e ripetitivi. Dall altra parte, un aumento della quota di immigrati non ha effetto sui task medi dei lavoratori domestici. Sostanzialmente, i lavoratori immigrati non competono molto con quelli domestici, poiché si specializzano in compiti manuali; in questo senso, un incremento dei lavoratori immigrati più probabilmente ridurrà il ventaglio di compiti in offshoring in un dato settore senza impattare sul livello di occupazione e sui task svolti dai lavoratori domestici. I lavoratori offshore, invece, competono più direttamente con quelli domestici e quindi un maggiore ricorso all offshoring spinge i lavoratori domestici verso compiti più cognitivi. Tuttavia, l effetto positivo dell offshoring sulla produttività eliminerebbe qualsiasi effetto negativo sull occupazione dei lavoratori domestici. Secondo gli autori, nel periodo i

8 settori manifatturieri che hanno incrementato la propria partecipazione globale (attraverso offshoring o assunzione di lavoratori immigrati) hanno più probabilmente aumentato l occupazione dei lavoratori domestici più di quelli che non l hanno fatto. Ottaviano, Peri e Wright hanno messo a punto una banca dati relativa agli USA che include dati sull occupazione all interno delle multinazionali per tutti i 58 settori presenti negli USA (fonte BEA); dati sulle importazioni di beni intermedi (Feenstra et al., 2002); e dati sui lavoratori domestici e stranieri per i 58 settori (campioni IPUMS del censimento e della American Community Survey). Il tutto per il periodo

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