PROGETTO DEFINITIVO/ESECUTIVO

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1 COMUNE DI NOVENTA VICENTINA PROVINCIA DI VICENZA AREA TECNICA SETTORE LAVORI PUBBLICI PROGETTO DEFINITIVO/ESECUTIVO REALIZZAZIONE DI NUOVI LOCULI E TOMBE DI FAMIGLIA NELL'AMBITO DELL'AMPLIAMENTO DEL CIMITERO COMUNALE CAPITOLATO SPECIALE D APPALTO NORME TECNICHE PROGETTAZIONE UFFICIO TECNICO COMUNALE Arch. Barnaba Seraglio Arch. Silvia Burato Ing. Irene Maran DICEMBRE 2015

2 SOMMARIO: 1 Natura e oggetto dell appalto Oggetto dell offerta Qualita' e provenienza dei materiali Condizioni generali Prove Studi preliminari di qualificazione Prove di controllo in fase esecutiva Caratteristiche dei vari materiali e modalità esecutive Calcestruzzi Calcestruzzo gettato in opera: produzione, trasporto e posa in opera: ACCIAIO D ARMATURA PER C.A. E C.A.P PROVE DI CARICO Tubazioni e opere idrauliche Altre lavorazioni OPERE IN MARMO OPERE DI IMPERMEABILIZZAZIONE SISTEMA ANTICONDENSA SOTTOFONDI PER PAVIMENTI MURATURE (TAVOLATI) IN LATERIZIO INTONACI INTERNI ED ESTERNI PAVIMENTI INDUSTRIALI PAVIMENTI CERAMICI TINTEGGIATURE E VERNICIATURE PER INTERNI/ESTERNI VERNICIATURE PER METALLI INFISSI IN LEGA LATTONERIE IN ALLUMINIO OPERE DA FABBRO OPERE DA VETRAIO TESSUTO NON TESSUTO Sovrastruttura in conglomerato bituminoso Norme generali per la misurazione e valutazione dei lavori Opere elettriche e illuminazione Materiali e componenti elettrici Riassunto delle prescrizioni Normative Specifiche dei materiali e componenti Contenitori per gruppi di misura Pagina 2 di 161

3 Quadri elettrici di protezione e comando Interruttori magnetotermici Interruttori differenziali Contattori Fusibili Cavi elettrici Tubi protettivi e cassette di derivazione Collegamenti elettrici Impianti di terra Sostegni Apparecchi di illuminazione Plinti di fondazione per pali Realizzazione degli impianti Linee di alimentazione Posa dei sostegni Documentazione per la richiesta di presa in carico Documentazione di rilievo Dichiarazioni Materiali a piè d opera Legnami Sabbia, ghiaietto, ghiaia, graniglia, pietrischetto, pietrisco, pietrame e ciottolo Bitume, cemento, acciaio Scavi di sbancamento, Rilevati, Compattazioni, Miscelazioni Rilevati, sistemazioni in rilevato, compattazione di piani di posa, miscelazione Scavi a sezione obbligata Demolizioni Tubazioni Conglomerati cementizi, casseforme Fondazione e pavimentazione stradale Noleggi Pagina 3 di 161

4 1 Natura e oggetto dell appalto 1.1 Oggetto dell offerta Il presente progetto si colloca nell'ambito dell'ampliamento del cimitero comunale e prevede la realizzazione di nuovi loculi (n. 272 loculi frontali e n. 8 biloculi) e di n. 4 tombe di famiglia a ridosso dei corpi edilizi appartenenti al cimitero esistente. Il particolare l'intero intervento verrà realizzato in corrispondenza dei prospetti nord/est e sud/est dei fabbricati suddetti e sarà immediatamente visibile una volta varcato l'ingresso al cimitero da Via Mulinello. Nell'ambito del progetto sono state ricomprese anche le opere di finitura del piano terra della torre ossario realizzata nell'ambito del 1 stralcio dei lavori di ampliamento del cimitero comunale, in modo da poter presto disporre anche di n.294 ossari. 2 Qualita' e provenienza dei materiali 2.1 Condizioni generali I materiali da impiegare per i lavori di cui all'appalto dovranno corrispondere, come caratteristiche, a quanto stabilito nelle leggi e regolamenti ufficiali vigenti in materia e nei successivi appositi articoli; in mancanza di particolari prescrizioni dovranno essere delle migliori qualità esistenti in commercio e dovranno soddisfare i requisiti richiesti dall Elenco Prezzi. In ogni caso i materiali, prima della posa in opera, dovranno essere riconosciuti idonei ed accettati dalla Direzione Lavori. I materiali proverranno da località o fabbriche che l Impresa riterrà di sua convenienza, purché corrispondano ai requisiti di cui sopra. Quando la Direzione Lavori abbia rifiutato una qualsiasi provvista come non atta all'impiego, l'impresa dovrà sostituirla con altra che corrisponda alle caratteristiche volute; i materiali rifiutati dovranno essere allontanati immediatamente dal cantiere a cura e spese della stessa Impresa. Malgrado l'accettazione dei materiali da parte della Direzione Lavori, l'impresa resta totalmente responsabile della riuscita delle opere anche per quanto può dipendere dai materiali stessi. Qualora l Appaltatore, nel proprio interesse o di sua iniziativa, impieghi materiali di dimensioni, consistenza o qualità superiori a quelle prescritte o con una lavorazione più accurata, ciò non gli darà diritto ad un aumento dei prezzi e la stima sarà fatta come se i materiali avessero le dimensioni, la qualità ed il magistero stabiliti dal contratto. Qualora venga ammessa dalla Stazione Appaltante, in quanto non pregiudizievole all idoneità dell opera, qualche scarsezza nelle dimensioni, nella consistenza o qualità dei materiali, ovvero una minor lavorazione, la Direzione Lavori può applicare un adeguata riduzione di prezzo in sede di contabilizzazione, salvo esame e giudizio definitivo in sede di collaudo. Se l Appaltatore, senza l autorizzazione scritta del Direttore dei Lavori, impiegherà materiali di dimensioni, consistenza o qualità inferiori a quelle prescritte, l opera potrà essere rifiutata e l Appaltatore sarà tenuto a rimuovere a sua cura e spese detti materiali, ed a rifare l opera secondo le prescrizioni, restando invariati i termini di ultimazione contrattuale. Pagina 4 di 161

5 2.2 Prove Studi preliminari di qualificazione L'Appaltatore per poter impiegare i vari tipi di materiali prescritti dalle presenti Norme Tecniche, dovrà esibire preventivamente al Direttore dei Lavori, per ogni categoria di lavoro, i certificati rilasciati da un Laboratorio ufficiale relativo ai valori caratteristici richiesti. I certificati, in rapporto ai dosaggi e composizioni proposti, dovranno essere esibiti tanto se i materiali siano prodotti direttamente, quanto se prelevati da impianti, cave, stabilimenti gestiti da terzi; essi dovranno essere rinnovati ogni qualvolta risultino incompleti o si verifichi una variazione delle caratteristiche dei materiali, delle miscele o degli impianti di produzione Prove di controllo in fase esecutiva L'impresa sarà obbligata a prestarsi in ogni tempo, e di norma periodicamente per le forniture di materiali di impiego continuo, alle prove ed esami dei materiali impiegati e da impiegare, sottostando a tutte le spese di prelevamento e di invio dei campioni ai Laboratori ufficiali indicati dalla Stazione appaltante. In particolare, tutte le prove ed analisi dei materiali stradali saranno eseguite a spese dell'impresa, di norma, presso Laboratorio ufficiale. I campioni verranno prelevati in contraddittorio. Degli stessi potrà essere ordinata la conservazione nei locali indicati dalla Direzione Lavori, previa apposizione di sigilli e firme del Direttore dei Lavori e dell'impresa e nei modi più adatti a garantirne l'autenticità e la conservazione. In mancanza di una speciale normativa di legge o di Capitolato, le prove potranno essere eseguite presso un Istituto autorizzato, la fabbrica di origine o il cantiere, a seconda delle disposizioni della Direzione Lavori. I risultati ottenuti saranno i soli riconosciuti validi dalle due parti e ad essi esclusivamente si farà riferimento a tutti gli effetti del presente appalto. 2.3 Caratteristiche dei vari materiali e modalità esecutive Calcestruzzi Le presente sezione di capitolato è relativa ai conglomerati e alle malte cementizie. Nel seguito vengono definite le caratteristiche ammissibili per le miscele e per i loro componenti e le modalità esecutive applicabili al fine di ottenere definite caratteristiche prestazionali. Le prescrizioni si applicano ai soli calcestruzzi confezionati con aggregati normali e definiti, secondo la UNI 9858, con struttura chiusa. Le prescrizioni si applicano al calcestruzzo per strutture gettate in sito, prefabbricate, confezionato in impianto localizzato o in cantiere o all esterno dello stesso o in stabilimento di prefabbricazione, e ai componenti strutturali di edifici e opere in cui venga utilizzato calcestruzzo non armato, armato o precompresso. I controlli descritti ai capitoli seguenti e le relative prescrizioni riguardanti eventuali carenze e/o non Conformità, si dovranno integralmente applicare alle opere per la cui realizzazione è previsto l'impiego di almeno 300 m3 di calcestruzzo. Per quantità complessive di calcestruzzo minori di tale limite verranno effettuati i soli controlli previsti dalle norme di legge vigenti. Pagina 5 di 161

6 Oneri per l esecuzione delle prove Al fine di verificare la rispondenza delle opere eseguite alle specifiche e agli standard prefissati l'appaltatore dovrà eseguire o far eseguire tutte le prove e i controlli previsti dalle presenti prescrizioni, così come quelli integrativi richiesti dal Direttore dei Lavori in base a motivate esigenze tecniche. Tutti gli oneri diretti e indiretti derivanti dall'applicazione delle presenti prescrizioni, compresi quelli necessari per il prelievo, confezionamento, trasporto dei campioni di materiali da sottoporre a prove fisiche chimichemeccaniche, nonché i costi di esecuzione di queste ultime a cura di Laboratori Ufficiali o Autorizzati, si intendono compresi e compensati dai prezzi contrattuali. Le prove di carico prescritte dalle specifiche contrattuali o dai documenti di progetto o richieste dal Direttore dei Lavori in base a motivate esigenze tecniche o dal Collaudatore, così come quelle previste dalle leggi vigenti, dovranno essere eseguite a cura e spese dell'appaltatore. Per tutti i tipi di prova l Appaltatore dovrà fornire la manodopera, le attrezzature, predisporre le eventuali opere provvisionali e i ponteggi in quantità e tipologie adeguate all esecuzione delle prove medesime. Prima della effettuazione delle prove il progettista dovrà concordare la disposizione ed il tipo delle apparecchiature, degli strumenti e dei materiali da utilizzare, al fine di garantire la operatività e la precisione richiesta controllando anche lo stato delle tarature. L'Appaltatore dovrà assicurare, nel rispetto delle norme di sicurezza, la completa accessibilità sia alle opere da collaudare che agli strumenti di misura. Per consentire l esecuzione delle prove l'appaltatore dovrà fare riferimento a uno o più laboratori attrezzati. Le prove previste ai sensi della Legge 1086 e s.m.i. e relativi decreti di attuazione dovranno essere effettuate solo presso Laboratori Ufficiali o Autorizzati. Nel caso di disponibilità di un laboratorio di cantiere, l Appaltatore dovrà avvalersi di personale qualificato e numericamente adeguato al numero e tipo di prove da eseguire. Preavvisi Nel caso d'esecuzione di opere che, per effetto di operazioni successive, risultassero inaccessibili o comunque non più ispezionabili, prima di procedere con le operazioni successive l'appaltatore dovrà darne informazione al Direttore dei Lavori; nel caso in cui l'appaltatore non ottemperi a quanto sopra, il Direttore dei Lavori potrà richiedere, a cura e spese dell Appaltatore, la messa a nudo delle parti occultate o che vengano rese comunque accessibili le opere preventivamente non ispezionate Normativa di riferimento Le presenti prescrizioni si intendono integrative delle Norme Tecniche vigenti quali il D.M , della corrispondente circolare esplicativa del e delle norme di legge vigenti in merito a leganti, aggregati, acqua di impasto ed additivi nonché delle relative Norme UNI Caratteristiche dei materiali Cemento Per i manufatti strutturali potranno essere impiegati unicamente i cementi elencati nella norma UNI ENV 197/1 che soddisfino i requisiti di accettazione previsti nella Legge 26/5/1965 n 595,con esclusione del cemento alluminoso e dei cementi per sbarramenti di ritenuta. Pagina 6 di 161

7 Nella stessa appendice si riporta la classificazione dei cementi in funzione della loro resistenza ai solfati e al dilavamento secondo quanto previsto dalle norme UNI 9156 e Il cemento dovrà provenire da impianti di produzione in grado di garantire la continuità e la costanza della qualità della fornitura del tipo di cemento richiesto. I cementi utilizzati dovranno essere controllati e certificati secondo quanto previsto nella Norma UNI ENV 197/1a e, per quanto applicabile, UNI ENV 197/1a Su richiesta del Direttore dei Lavori l Appaltatore dovrà consegnare copia delle bolle di accompagnamento di tutte le singole forniture di cemento approvvigionate all impianto. I requisiti meccanici, chimici e fisici del cemento dovranno essere controllati dall'appaltatore per mezzo di prelievi, in contraddittorio con il fornitore, effettuati dalle autocisterne presso l impianto di confezionamento, durante la qualificazione e in corso d'opera, secondo le modalità e le cadenze prescritte nella tabella seguente e in conformità a quanto previsto al punto della Norma UNI- ENV 197/1. Copia di tutti i certificati di prova dovrà essere consegnata al Direttore dei Lavori. In caso di ambienti chimicamente aggressivi si dovrà far riferimento a quanto previsto nelle Norme UNI 9156 e UNI 9607 e nei successivi paragrafi. Aggiunte: ceneri volanti e microsilice Eventuali aggiunte al calcestruzzo potranno essere eseguite se conformi alla Norma vigente (UNI 9858); particolare cura dovrà essere prestata alla loro influenza sulla richiesta d'acqua e sulla durabilità dell'opera. L'eventuale impiego di cenere volante o microsilice dovrà essere concordato in sede di prequalifica del materiale con la Direzione Lavori. In caso di utilizzo di ceneri volanti e/o microsilice, come aggiunte in sostituzione della frazione fine delle sabbie, dovranno essere soddisfatte tutte le caratteristiche fisico-chimico-meccaniche dei conglomerati cementizi allo stato fresco ed indurito prescritte nei successivi punti. In nessun caso si terrà conto dell'aggiunta di tali prodotti nel computo del dosaggio di cemento e del rapporto A/C. Ceneri volant i Le ceneri volanti, costituenti il residuo solido della combustione di carbone dovranno provenire da centrali termoelettriche in grado di fornire un prodotto di qualità costante nel tempo e documentabile per ogni invio, e non contenere impurezze (lignina, residui oleosi, pentossido di vanadio, etc.) che possano danneggiare o ritardare la presa e l indurimento del cemento. Particolare attenzione dovrà essere prestata alla costanza delle loro caratteristiche. Le caratteristiche Pagina 7 di 161

8 delle ceneri volanti devono soddisfare i requisiti delle UNI EN 450 del settembre 1995 che sono indicati nella tabella che segue Il dosaggio delle ceneri volanti non deve superare il 25% del peso del cemento. Detta aggiunta non sarà computata in alcun modo nel calcolo del rapporto A/C. Se si utilizzano cementi di tipo I, la quantità di ceneri potrà essere elevata fino al 33% del peso del cemento e potrà essere computata nel dosaggio del cemento e del rapporto A/C con la seguente proporzione (K): CEM I 42.5 K = 0.4 del loro peso CEM I 32.5 K = 0.2 del loro peso Ove sia richiesto l uso dei cementi resistenti ai solfati con basso tenore di C3A (alluminato tricalcico) l aggiunta non è consentita. La maggior richiesta d acqua potrà essere compensata con un maggior dosaggio di additivo. Nella progettazione del mix design e nelle verifiche periodiche da eseguire, andrà comunque verificato che l aggiunta di ceneri praticata non comporti un incremento della richiesta di additivo, per ottenere la stessa fluidità dell impasto privo di ceneri maggiore dello 0,2%. Microsilice (funi di silice/silica fume) Silice attiva colloidale amorfa, costituita da particelle sferiche isolate di SiO2 con diametro compreso tra 0,01 e 0,5 micron ottenuta da un processo di tipo metallurgico, durante la produzione di silice metallica o di leghe ferro-silicio, in un forno elettrico ad arco. La silica fume può essere fornita allo stato naturale come ottenuta dai filtri di depurazione sulle ciminiere delle centrali a carbone oppure come sospensione liquida di particelle con contenuto secco di 50% in massa. Si dovrà porre particolare attenzione al controllo in corso d opera del mantenimento della costanza delle caratteristiche granulometriche e fisico-chimiche che dovranno essere comprese entro i valori indicati nella tabella seguente: Pagina 8 di 161

9 Il dosaggio della silica fume non deve comunque superare il 7% del peso del cemento. Detta aggiunta non sarà computata in alcun modo nel calcolo del rapporto A/C. Se si utilizzano cementi di tipo I potrà essere computata nel dosaggio di cemento e nel rapporto A/C una quantità massima di tale aggiunta pari all'11% del peso del cemento; l'aggiunta di microsilice sarà computata con le seguenti proporzioni K: CEM I per A/C < 0.45 K = 2 del loro peso CEM I per A/C >= 0.45 K = 2 del loro peso (*) (*): per calcestruzzi soggetti alla carbonatazione ed ai cicli di gelo e disgelo K = 1. Per calcestruzzi in cui sia richiesto un contenuto minimo di cemento di 300 kg/m3, non potranno essere praticate riduzioni di dosaggio di oltre 30 Kg/m3. La maggior richiesta d'acqua potrà essere compensata con un maggior dosaggio di additivo. Nella progettazione del mix design e nelle verifiche periodiche da eseguire, andrà comunque verificato che l'aggiunta di microsilice praticata non comporti un incremento della richiesta dell additivo maggiore dello 0,2%, per ottenere la stessa fluidità dell'impasto privo di silica fume. Aggregati Gli aggregati impiegati per il confezionamento del calcestruzzo, provenienti da vagliatura e trattamento di materiali alluvionali o da frantumazione di materiali di cava, dovranno avere caratteristiche conformi a quelle previste, per gli aggregati di classe A, nella Norma UNI 8520/2a. Le caratteristiche degli aggregati dovranno essere verificate: - alla qualificazione; -a ogni cambio di cava o del fronte di coltivazione della stessa cava; - ogni m3 di calcestruzzo confezionato. Il Direttore dei Lavori potrà autorizzare frequenze diverse in funzione delle caratteristiche dei materiali utilizzati. Sia le sabbie che gli aggregati grossi dovranno avere massa volumica reale non minore di 2.60 t/m3. Per quanto riguarda gli aggregati esposti a rischio di reagire chimicamente con gli alcali contenuti nel Pagina 9 di 161

10 cemento si farà riferimento a quanto previsto ai punti successivi. Se gli aggregati provengono da frantumazione di materiale proveniente da scavi in sotterraneo (anche parzialmente) dovranno essere eseguite, oltre alle prove sopra indicate, le seguenti: - giornalmente: la determinazione del contenuto di solfati e cloruri; - settimanalmente: un analisi mineralogica mirata a rilevare elementi potenzialmente reattivi agli alcali, integrata da prove di potenziale reattività in presenza di alcali. Il Direttore dei Lavori potrà autorizzare frequenze diverse in funzione delle caratteristiche dei materiali utilizzati. Acqua d impasto L acqua d impasto dovrà essere dolce, limpida non inquinata da materie organiche, dovrà essere definita la sua provenienza ad avere caratteristiche costanti nel tempo e rispondenti a quelle indicate nella tabella seguente. Acciaio da cemento armato normale e da precompressione L acciaio da cemento armato normale comprende: - acciai e barre dritte o, eventualmente, in rotolo limitatamente ai diametri uguali o inferiori ai 14 mm, del tipo B450C, saldabili e non saldabili; - reti e tralicci elettrosaldati. L acciaio da precompressione comprende: - Fili, trecce, trefoli; - Barre laminate lisce o nervate; - Ancoraggi, apparecchi di giunzione ed accessori vari. Ognuno di questi prodotti deve rispondere al D.M , alla corrispondente circolare esplicativa del ed alle norme di legge vigenti in merito ad acciai da precompressione nonché delle relative Norme UNI, deve essere qualificato all origine, deve portare impresso, ove prescritto dalle suddette norme, il marchio indelebile che lo renda costantemente riconoscibile e riconducibile inequivocabilmente allo stabilimento di produzione Additivi Il loro impiego, come per ogni altro componente, dovrà essere preventivamente sperimentato e dichiarato nel mix design della miscela di conglomerato cementizio, preventivamente progettata. Tutti gli additivi impiegati dovranno essere conformi alle norme UNI vigenti (7101, 7110, 7111, 7115, 7117, Pagina 10 di 161

11 7119, 7120 e 8145 solo per Cls); per tutti gli additivi sarà richiesta una specifica documentazione indicante le caratteristiche chimico-fisiche nonché la "spettrografia dell'analisi a raggi infrarossi" che attesti la totale corrispondenza del prodotto alle specifiche dichiarate in fase di adozione dell'additivo medesimo del mix design. Gli additivi da utilizzarsi, eventualmente, per ottenere il rispetto delle caratteristiche delle miscele in conglomerato cementizio, potranno essere impiegati solo dopo valutazione degli effetti per il particolare conglomerato cementizio da realizzare e nelle condizioni effettive di impiego. Particolare cura dovrà essere posta nel controllo del mantenimento nel tempo della lavorabilità del calcestruzzo fresco. Gli additivi dovranno essere impiegati secondo le prescrizioni del produttore. Il produttore dovrà esibire risultati provenienti da una ampia sperimentazione pratica sul tipo e sulla dose dell'additivo da usarsi; dovrà inoltre esibire prove di Laboratori Ufficiali che dimostrino la conformità del prodotto alle disposizioni vigenti e garantire la qualità e la costanza delle caratteristiche del prodotto stesso. Il produttore di additivi dovrà mettere a disposizione, su richiesta, propri tecnici qualificati e specializzati nell'impiego degli additivi, per la risoluzione dei vari problemi tecnici connessi all'impiego degli stessi, in relazione alla migliore esecuzione dell'opera. Additivi fluidificanti e superfluidificanti Per opere ed in condizioni particolari, ove sia ritenuto necessario dal progettista e dalla DL, si potrà prevedere la doppia additivazione del conglomerato cementizio che consiste nell'aggiunta in cantiere di una quantità nota di additivo residuo, caricato all'impianto. Il dosaggio complessivo di additivo al mc non dovrà superare la quantità stabilita nel mix design. L'additivo superfluidificante di prima e seconda additivazione dovrà essere di identica marca e tipo. Nelcaso in cui, il mix design preveda l'uso di additivo fluidificante come prima additivazione, associato ad additivo superfluidificante a piè d'opera, questi dovranno essere di tipo compatibile e preventivamente sperimentati in fase di progettazione del mix design e di prequalifica della miscela. Dopo la seconda aggiunta di additivo, sarà comunque necessario assicurare la miscelazione per almeno 10 minuti prima dello scarico del calcestruzzo; la DL potrà richiedere una miscelazione più prolungata in funzione dell'efficienza delle attrezzature e delle condizioni di miscelamento. Additivi ritardanti Additivi ritardanti potranno essere eccezionalmente utilizzati, previa idonea qualifica e preventiva approvazione da parte della Direzione Lavori, per: - particolari opere che necessitano di getti continui e prolungati, al fine di garantire la loro corretta monoliticità; - getti in particolari condizioni climatiche; - singolari opere ubicate in zone lontane e poco accessibili dalle centrali/impianti di betonaggio. Impermeabilizzanti Per opere ed in condizioni particolari, ove sia ritenuto necessario dal progettista e dalla DL, si potrà prevedere l impiego di additivo del conglomerato cementizio con funzione impermeabilizzante, impedendo l assorbimento dell acqua. Tali additivi non devono influire sulle reazioni di idratazione del cemento, non alterare i tempi di presa e di indurimento e non superare il dosaggio del 2%; Disarmanti Come disarmanti è vietato usare lubrificanti di varia natura e oli esausti. Dovranno invece essere impiegati prodotti specifici, conformi alla norma UNI 8866 parti 1 e 2 per i quali sia stato verificato che non macchino o danneggino la superficie del conglomerato cementizio indurito Caratteristiche delle miscele Classi di resistenza Per indicare la classe di resistenza si utilizza nel seguito la simbologia Cxx/yy ove xx individua il valore della resistenza caratteristica cilindrica fck e yy il valore della resistenza caratteristica cubica Pagina 11 di 161

12 Rck, entrambi espressi in N/mm2 (1 N/mm2 = 10 Kg/cm2). Granulometria degli allegati Gli aggregati dovranno appartenere ad almeno tre classi granulometriche diverse. Essi dovranno essere mescolati tra loro in definite percentuali così da formare miscele rispondenti ai criteri di curve granulometriche teoriche o sperimentali di riferimento e tali che l'impasto fresco e indurito abbia i prescritti requisiti di resistenza, consistenza, omogeneità, aria inglobata, permeabilità, ritiro e acqua essudata Il contenuto minimo di cemento e il rapporto massimo acqua/cemento vanno definiti sulla base delle condizioni ambientali di esposizione e delle prestazioni richieste. Le singole pezzature o frazioni granulometriche sono definite: per le sabbie solamente da un diametro massimo (D). per gli aggregati grossi da un diametro massimo (D) e da un diametro minimo (d); I limiti del passante ai setacci dei diversi tipi di aggregato sono riportati nella tabella seguente: Si dovrà adottare una curva granulometrica che, in relazione al dosaggio di cemento, garantisca la massima compattezza e la migliore lavorabilità del calcestruzzo. Le singole frazioni necessarie a comporre la curva granulometrica non dovranno sovrapporsi per più Pagina 12 di 161

13 del 15% e il diametro inferiore (d) della frazione (i+1)-esima dovrà risultare minore o uguale al diametro superiore (D) della frazione i-esima. Nella composizione della curva granulometrica nessuna frazione potrà essere dosata in percentuale maggiore del 45%, salvo preventiva autorizzazione del Direttore dei Lavori. Il diametro massimo dell'aggregato dovrà essere scelto in funzione dei valori di copriferro e interferro, delle dimensioni minime dei getti, delle modalità di getto e del tipo di mezzi d'opera; in ogni caso dovrà rispettare quanto previsto nel punto 5.4. della norma UNI L ES della miscela di aggregati dovrà, inoltre, essere sempre 80 e il valore di blu VB 0.6 cm3/g Per quanto concerne l aggregato fine, per la preparazione di un mix potrà essere usata una sabbia od una miscela di due sabbie. Le caratteristiche petrografiche, granulometriche, chimiche, fisiche e meccaniche delle miscele di sabbie dovrà rispondere ai limiti di accettazione stabilito dalla norma UNI 8520/2 per aggregati fini di Categoria "A" fatte salve le più stringenti specifiche concernenti la massa volumica e l'assorbimento superficiale. Nel caso in cui la miscela sia costituita da una sabbia di frantumazione ed una sabbia naturale, i limiti di accettabilità dettati dalla norma UNI 8520/2 per quanto concerne il contenuto di passante allo 0,075 mm saranno quelli relativi al tipo di sabbia prevalente. il modulo di finezza (MF) è l'equivalente in sabbia (ES), saranno misurati rispetto alla miscela di aggregati fini nel loro complesso. Per quanto concerne invece le singole sabbie componenti le miscele, queste dovranno rispettare in ogni caso i seguenti limiti: - Equivalente in sabbia (ES): > 70 Valore di bleu (VB) 0,8 cm3/g di fini - 1,8 Modulo di Finezza (MF) 3,6 - Contenuto di grumi di argilla e particelle friabili 3% - Contenuto di particelle leggere e friabili 2% - Contenuto di sostanze organiche: colore della soluzione almeno uguale allo standard di riferimento. Il Direttore dei Lavori potrà eventualmente approvare l adozione di una granulometria discontinua, verificando preventivamente che l impasto risponda alla prova di omogeneità descritta in allegato. Ogni m3 di calcestruzzo prodotto dovrà essere verificata la curva granulometrica, della miscela degli inerti, dai campioni prelevati secondo UNI 8520/3 e analizzati secondo UNI 8520/5. Rapporto acqua/cemento La quantità d acqua totale da impiegare per il confezionamento dell'impasto dovrà essere calcolata tenendo conto dell'acqua libera contenuta negli aggregati. Si dovrà fare riferimento alla Norma UNI 8520 parti 13a e 16a per la condizione "satura a superficie asciutta", nella quale l'aggregato non assorbe né cede acqua all'impasto. Il rapporto acqua/cemento di ciascuna miscela dovrà essere controllato, anche in cantiere, con le modalità previste nella Norma UNI 6393 almeno una volta ogni tre mesi o ogni m3 di produzione, operando con l avvertenza di sottrarre dal calcolo della quantità di acqua nel campione quella assorbita dagli aggregati. Il rapporto A/C non dovrà discostarsi di da quello verificato in fase di qualificazione della relativa miscela. Lavorabilità La lavorabilità è un indice delle proprietà e del comportamento del calcestruzzo nell intervallo di tempo tra la produzione e la compattazione dell impasto in sito nella cassaforma o tra la produzione e la finitura. La lavorabilità viene comunemente valutata attraverso la misura della consistenza La Pagina 13 di 161

14 consistenza, come la lavorabilità, è il risultato di più proprietà reologiche e, di conseguenza, può essere valutata solo in modo relativo, sulla base del comportamento dell impasto fresco a determinate modalità diprova. Nessuno dei metodi di prova proposti o in uso per la misura della consistenza è pienamente soddisfacente e le proprietà del calcestruzzo fresco che vengono prese ad indice della sua lavorabilità sono diverse da metodo a metodo. In generale la massima sensibilità di ogni metodo riguarda campi differenti di lavorabilità e, a seconda del tipo di opera e delle condizioni di getto, va scelto il metodo più appropriato di controllo del grado di consistenza. I metodi di misura della consistenza più largamente adottati, sui quali va basata la classificazione del calcestruzzo in funzione della consistenza sono: - abbassamento del cono (UNI 9418); - spandimento (UNI 8020 metodo B); La prima forma, con abbassamento uniforme senza alcuna rottura della massa, indica comportamento regolare. La seconda forma, con abbassamento asimmetrico (a taglio), spesso indica mancanza di coesione; Pagina 14 di 161

15 essa tende a manifestarsi con miscele facili alla segregazione. In caso di persistenza, a prova ripetuta, il calcestruzzo è da ritenere non idoneo al getto. La terza forma, con abbassamento generalizzato (collasso), indica miscele magre oppure molto umide o, nel caso di calcestruzzi autolivellanti, additivate con superfluidificanti. Per miscele magre tendenti alla rigidità un abbassamento regolare facilmente si può tramutare in uno di tipo a taglio o a collasso. In tal caso ci si dovrà accertare del fenomeno, onde evitare che si indichino valori diversi di abbassamento per campioni della stessa miscela. Miscele molto asciutte possono avere un abbassamento nullo quindi, in un certo campo di consistenza, è possibile che non si registri alcuna differenziazione fra miscele pur dotate di diversa lavorabilità. Le miscele a consistenza plastica - semifluida cadono nel campo di maggior sensibilità del metodo di abbassamento al cono. In generale, data la selettività dei vari metodi di prova, si raccomanda di interpretare con cautela i risultati delle misure quando i valori cadono al di fuori dei seguenti limiti: abbassamento al cono: < 10 mm > 210 mm spandimento: < 340 mm > 620 mm Prescrizioni per la curabilità dei calcestruzz i Classi di esposizione ambientale Ai fini di una corretta scelta del tipo e classe di calcestruzzo è fondamentale stabilire l ambiente nel quale ciascun elemento strutturale dovrà essere inserito. Per ambiente, in questo contesto, si intende l insieme di tutte le azioni chimiche e fisiche alle quali si presume che il calcestruzzo possa essere esposto durante il periodo di vita delle opere e che causano effetti che non possono essere classificati come azioni dirette (carichi) o indirette (deformazioni impresse, cedimenti, variazioni termiche) nella progettazione strutturale. A seconda di tali azioni, sono individuate, nella norma prenv20 e nelle Linee Guida, le classi e sottoclassi di esposizione ambientale elencate nella tabella seguente. Pagina 15 di 161

16 Poiché la classificazione della Tabella precedente, ricavata dalle Linee Guida differisce da quella della Norma UNI 9858, si fornisce la correlazione tra le classi di esposizione ambientale dei due documenti. Pagina 16 di 161

17 Requisiti minimi delle miscele in funzione del loro campo di impiego Nella Tabelle seguenti vengono specificate le caratteristiche minime richieste per differenti mix, in funzione del loro impiego, sulla base di considerazioni relative alla loro durabilità. Tali caratteristiche devono essere considerate come minimi inderogabili da applicarsi indipendentemente dalle prescrizioni progettuali. Naturalmente, ogni volta che le caratteristiche dell ambiente siano tali da richiedere maggiore resistenza all aggressività, il progetto del mix dovrà essere specificatamente adeguato aumentando la resistenza caratteristica richiesta, diminuendo il rapporto A/C e, se del caso, utilizzando cementi e/o materiali resistenti al particolare agente aggressivo. I requisiti minimi in termini di resistenza e di rapporto A/C in funzione della classe di aggressività dell ambiente sono riportate nella tabella sottostante mentre le prescrizioni per l impiego di materiali o cementi particolari sono riportate nei paragrafi seguenti. Le prescrizioni di tabella sul rapporto A/C devono essere applicate solo quando risultano più vincolanti di quelle riportate in tabella successiva. Pagina 17 di 161

18 Per i casi nei quali si è indicata la possibilità di utilizzare qualunque cemento, la scelta dovrà essere Pagina 18 di 161

19 fatta sulla base di considerazioni relative all aggressività dell ambiente. Le miscele per calcestruzzi strutturali dovranno avere, a meno di casi particolari per i quali sarà sempre necessaria una esplicita autorizzazione da parte della DL, un contenuto di cemento compreso tra 250 e 400 kg/m3. Particolare cautela si dovrà prestare al dosaggio di cemento nel caso di getti massivi come meglio specificato nel seguito. La lavorabilità si riferisce ai soli calcestruzzi preconfezionati o prodotti in cantiere; per i calcestruzzi impiegati nella prefabbricazione, ferme le altre caratteristiche, si potrà derogare da tale prescrizione con opportune motivazioni, da approvare da parte del Direttore dei Lavori in sede di qualifica dell'impianto di prefabbricazione e delle miscele proposte Nel caso venga prescritto l uso di un inibitore di corrosione, occorre valutare gli effetti che lo stesso può avere sul comportamento della miscela allo stato fresco e indurito. Copriferro Il valore del copriferro da adottare è definito dal progettista ed è riportato sulle tavole di progetto. In ogni caso, però, deve essere verificato che i valori prescritti rispettino i minimi indicati qui di seguito come funzione della Rck e siano adeguati alla classe di aggressività dell ambiente secondo quanto riportato nella tabella sui requisiti minimi delle miscele (vedasi paragrafo precedente). Nei casi in cui queste prescrizioni non siano rispettate si deve procedere ad informare la DL che sentirà in proposito i progettisti. Copriferro maggiori di quelli indicati nelle tabelle potranno essere previsti in condizioni particolari (es.necessità di assicurare una determinata resistenza al fuoco). In questi casi, per valori maggiori di 45 mm, dovrà essere prevista l installazione, a meno di 4 cm dalla superficie del getto, di una armatura aggiuntiva non strutturale costituita da una rete elettrosaldata f 4-5 mm con maglia quadrata di passo cm. Calcestruzzi resistenti ai cicli gelo - disgelo E richiesto l utilizzo di aggregati non gelivi (norma UNI 8520 parte 20). Per migliorare la resistenza ai cicli gelo - disgelo l impiego di additivi aeranti potrà essere autorizzato solamente se: - gli additivi sono conformi alla norma UNI 7103; Pagina 19 di 161

20 - l immissione dell aerante avviene contemporaneamente al caricamento di almeno il 50% dell acqua aggiunta; - l impianto è dotato di predosatore d acqua con capacità tale da contenere almeno il 50% dell acqua di impasto nel quale disperdere l aerante prima dell immissione nel mescolatore o nell autobetoniera. Occorre evitare che la disomogenea distribuzione delle micro bolle d aria nell impasto determini nella struttura volumi di calcestruzzo aventi caratteristiche estremamente variabili con conseguenti negative ripercussioni sulla resistenza e sulla durabilità dell opera. La quantità percentuale d aria totale, determinata sul calcestruzzo fresco prelevato dal getto dopo la vibrazione secondo UNI 6395 con le cadenze previste al punto della UNI 9858, dovrà essere conforme ai valori della tabella seguente. Qualora prescritto dal Progettista i calcestruzzi esposti a cicli gelo-disgelo dovranno essere sottoposti alla prova di determinazione della resistenza a degradazione per cicli di gelo e disgelo secondo UNI 7087: la riduzione del modulo elastico non dovrà risultare superiore al 15% del valore iniziale del campione di riferimento. Se l importanza dell opera o le condizioni di esposizione lo giustificano, sono richieste prove di resistenza alla penetrazione, da eseguirsi in laboratorio con le modalità secondo UNI E La profondità media del profilo di penetrazione dell acqua sotto pressione dovrà essere minore di 30 mm, ciascun valore dovrà essere minore di 50 mm. I precedenti valori misurati su provini confezionati in conformità alla norma UNI I limiti corrispondenti con prove effettuate su provini cilindrici prelevati in opera in contraddittorio dovranno essere determinati sulle prime opere realizzate con ciascun mix Calcestruzzo gettato in opera: produzione, trasporto e posa in opera: Centrali di betonaggio ed impianti di cantiere I conglomerati cementizi possono essere confezionati esclusivamente in centrali di betonaggio o impianti di cantiere che siano stati preventivamente esaminati ed approvati dalla Direzione Lavori. L'effettiva capacità produttiva oraria delle centrali e degli impianti dovrà essere commisurata alle produzioni previste dal Programma di Costruzione. Gli impianti e le centrali di betonaggio dovranno essere dotati di sistema di dosaggio automatico e di tutti gli strumenti ed attrezzature idonei a garantire un costante controllo dei dosaggi di tutti i componenti, delle granulometrie e dell'umidità degli aggregati. Ogni centrale di betonaggio od impianto di cantiere dovrà avere al proprio interno un laboratorio dotato di tutti le attrezzature per effettuare le prove di controllo in corso d opera. Per evitare che l'acqua piovana possa alterare bruscamente l'umidità degli aggregati nelle tramogge, queste dovranno essere coperte con idonee tettoie. Analogamente i nastri caricatori delle tramogge e quelli che vanno dall'impianto di miscelazione alla bocca di carico dovranno essere coperti anche al Pagina 20 di 161

21 fine di ridurre l'inquinamento acustico ed il sollevarsi di polveri specie in presenza di forte vento. Nel caso in cui l'acqua per gli impasti sia accumulata in cisterne, queste dovranno essere opportunamente posizionate per limitare gli effetti delle basse ed alte temperature; in particolare dovranno essere protette (con tettoie ecc.) dall'irraggiamento diretto. Ogni centrale/impianto di betonaggio dovrà essere dotato di un sistema di recupero e trattamento dei calcestruzzi freschi di risulta nonché delle acque di lavaggio per il loro eventuale riciclo. Il calcestruzzo residuo contenuto nelle autobetoniere, nei bilici, autocarri, pompe, ecc. e quello eventualmente rifiutato dalla Direzione di Cantiere ovvero respinto dalla Direzione Lavori non potrà essere portato e gettato a discarica ma dovrà essere inviato ad un apposito impianto di recupero del cls. fresco da installarsi a cura e spese dell Appaltatore che provvederà, tramite idonei macchinari e vasche, alla separazione del cemento e degli aggregati, al recupero di quest'ultimi ed al trattamento dell'acqua. Gli aggregati una volta recuperati non dovranno essere reimpiegati per la preparazione di nuovi calcestruzzi ma potranno essere usati per la realizzazione di opere in terra nell'ambito dei lavori. Per la qualificazione delle centrali ed impianti di betonaggio per il confezionamento dei calcestruzzi si rimanda alla procedura. Cemento Non è consentito mescolare fra loro cementi di diverso tipo, classe e provenienza; per ciascuna opera dovrà essere impiegato un unico tipo di cemento (tipo, classe, produttore e stabilimento di produzione). Il cemento, se in sacchi, sarà sistemato su pedane poste su un pavimento asciutto ed in ambiente chiuso. I sacchi di cemento di diverso tipo verranno conservati separatamente e chiaramente identificati con idonei cartelli. Il cemento, se sfuso, sarà conservato in silos che garantiscano la perfetta tenuta nei confronti dell'umidità atmosferica; ogni silo conterrà un unico tipo e classe di cemento proveniente da uno stesso stabilimento di produzione; a tale scopo il silo dovrà essere, chiaramente identificato mediante un cartello di idonee dimensioni facilmente visibile dalla cabina di comando della centrale o dell'impianto di betonaggio. Il dosaggio ed il tipo di cemento dovranno essere scelti in relazione al tipo ed alle caratteristiche costruttive dell'opera ed a quelle ambientali in cui la stessa si verrà a trovare, con particolare riferimento alla resistenza meccanica, durabilità e temperatura del getto in fase di indurimento. Aggregati Gli aggregati dovranno essere stoccati in quantità congruente con il programma lavori e comunque sufficiente a completare qualsiasi opera che debba essere gettata senza interruzioni. Il luogo di stoccaggio dovrà essere di dimensioni adeguate e consentire l'immagazzinamento con separazione delle diverse pezzature che dovranno essere divise da appositi setti. Per ogni cumulo dovrà essere apposto un cartello di idonee dimensioni indicante la classe granulometrica dell'aggregato. La superficie di appoggio di ogni cumulo dovrà essere conformata in modo tale da consentire l'allontanamento dell'acqua piovana e di percolazione. Si raccomanda che i cumuli siano coperti da idonee tettoie. Gli aggregati dovranno essere prelevati in modo tale da garantire la rotazione continua dei volumi stoccati. Pagina 21 di 161

22 Pesatura e miscelazione Il cemento, l'acqua, le eventuali aggiunte (ceneri e microsilice) e gli additivi, dovranno essere misurati con dispositivi separati e usati esclusivamente per ciascuno di essi; gli aggregati dovranno essere dosati per pesate singole o cumulative di almeno tre classi. Il cemento dovrà essere sempre pesato con bilancia indipendente più sensibile di quella utilizzata per gli aggregati. Il tenore di umidità di tutte le diverse classi di aggregati dovrà essere controllato almeno una volta al giorno e comunque ogni volta che cambiano le condizioni atmosferiche nel corso della giornata il tenore di umidità di tutti gli aggregati; inoltre le tramogge contenenti le sabbie dovranno essere dotate di strumenti idonei (sonde di rilevamento) a misurare l'umidità nelle sabbie stesse all'inizio di ciascuna pesata in modo da eseguire automaticamente la correzione di peso effettivo rispetto al teorico e la detrazione dell'acqua presente nell'aggregato. Per gli aggregati grossi, in assenza di sonde di rilevamento la percentuale di umidità potrà essere impostata in modo fisso in base alle rilevazioni giornaliere che dovranno essere registrate su idoneo modulo. In centrale/impianto di betonaggio dovrà essere disponibile un quaderno dove dovranno essere riportati almeno una volta al giorno tutti i valori del tenore di umidità per le varie classi di aggregati confrontati, per quelli fini con quelli letti automaticamente dalle sonde. Per questi ultimi, nel caso in cui il valore letto dalle sonde differisca più dello 0,5% rispetto a quello ottenuto con la prova manuale dovranno essere indicati i provvedimenti apportati per la correzione della taratura delle sonde e per la correzione della miscela. Il cemento, l'acqua e gli eventuali additivi dovranno essere dosati con precisione di almeno il 2% e gli aggregati con una precisione del 3% per ogni singola classe di accordo con le specifiche della norma UNI 9858 parte 9.8. La centrale - impianto di betonaggio dovrà essere dotata di pesi campione o di altri dispositivi ausiliari di taratura, per controllare l'accuratezza di ogni misura in tutto il campo di valori consentito da ogni strumento. Verrà predisposto un programma di controlli delle tarature eseguito da personale qualificato: le bilance dovranno essere revisionate almeno una volta ogni due mesi, tarate all'inizio del lavoro e successivamente almeno una volta all'anno. L'impianto dovrà essere costruito in maniera tale che i componenti di un nuovo impasto non possano essere pesati finché non sia stata ultimata la pesata e Io scarico dei componenti dell'impasto precedente. Nel luogo di produzione ed in cantiere, inoltre, saranno installati termometri atti a misurare la minima e la massima temperatura atmosferica giornaliera L'impianto dovrà essere di tipo completamente automatizzato. Il sistema di gestione e controllo dell'impianto dovrà essere in grado di stampare per ogni carico una bolla ove devono essere riportati per le varie colonne: - n identificativo del mix in produzione; - la classe di resistenza caratteristica - la classe di esposizione ambientale - la classe di consistenza Pagina 22 di 161

23 - i metri cubi trasportati - soggetto (ad esempio impresa esecutrice) richiedente la fornitura; - cantiere di destinazione; - opera (ed eventualmente parte d'opera) cui si riferisce la fornitura; - ora di fine carico del mix prodotto; - identificazione (ad esempio targa) del mezzo di trasporto; - materiali componenti il mix con indicati: - per gli aggregati: la pezzatura nominale e la cava di provenienza; - per i cementi: tipo, classe, produttore e cementificio; - per le aggiunte (ceneri volanti e microsilice): tipo e provenienza; - per gli additivi (fluidificanti, superfluidificanti, aeranti, ecc.): marca e tipo; - per l'acqua: se proveniente da acquedotto, pozzo, cisterna. - la ricetta, per un mc, del mix in fase di produzione; - la ricetta del mix per gli n mc in fase di produzione; - l'umidità relativa alle singole classi di aggregati (rilevata automaticamente con le sonde almeno per gli aggregati fini); - la ricetta per gli n mc in produzione, corretta in funzione dell'umidità relativa alle varie classi degli aggregati; - l'effettivo carico (dosaggio) per ogni singolo componente; - la differenza (+/-)) tra quanto effettivamente caricato e il teorico corretto; - l'errore percentuale di carico (dosaggio) per ogni singolo componente; - il rapporto acqua/cemento di progetto del mix (considerando gli aggregati saturi con superficie asciutta) e quello effettivamente ottenuto dopo il carico (dosaggio) tenuto anche conto dell'umidità degli aggregati. Si dovrà inoltre avere automaticamente evidenza: ogni qual volta l'errore di dosaggio supera la tolleranza ammessa (2% per cemento, aggiunte, additivi ed acqua; 3% per ogni singola classe di aggregati);ogni qual volta si passa da funzionamento automatico a quello manuale dell'impianto Gli impasti dovranno rispondere ai requisiti di omogeneità di cui appresso e a tal fine il tempo e la velocità di mescolamento dovranno essere adeguati. Al fine di garantire un migliore controllo del rapporto acqua/cemento e una corretta miscelazione dell'impasto, si raccomanda l'impiego di impianti di betonaggio con premiscelatore a satelliti, correzione automatica del rapporto acqua-cemento e controllo della consistenza. In caso di impiego di impianti di betonaggio privi di premiscelatore onde garantire la corretta miscelazione dell'impasto in betoniera occorre che la stessa giri alla massima velocità per un tempo (T) T > n+2 ove: n = numero dei metri cubi di calcestruzzo caricati; T = tempo in minuti La necessaria e/o prescritta lavorabilità potrà essere ottenuta, insieme ai bassi valori del rapporto Pagina 23 di 161

24 A/C, mediante l'impiego di additivi fluidificanti o superfluidificanti e mai impiegando maggiori quantità di acqua complessiva rispetto a quella prevista nella composizione di progetto (mix - design) del conglomerato cementizio. Trasporto e scarico Nel caso di miscelazione diretta in betoniera, ferme restando le prescrizioni del tempo di miscelazione fornite nel precedente punto, si dovrà fare in modo che una parte dell'acqua e di aggregato grosso venga caricata prima del cemento e degli altri aggregati. Il trasporto del conglomerato cementizio dal luogo del confezionamento a quello di impiego dovrà avvenire utilizzando mezzi ed attrezzature idonee ad evitare che si verifichi la segregazione dei vari componenti l'impasto o il deterioramento dell'impasto stesso. In ogni caso il tempo intercorrente tra il confezionamento dell'impasto all'impianto ed il getto non dovrà essere superiore a 60 minuti. In caso di particolari condizioni operative (ad esempio getti in galleria a notevole distanza dall'imbocco), qualora sia stato eseguito uno specifico studio di qualifica del mix che ne attesti il mantenimento della lavorabilità nel tempo con controllo dell'abbassamento al cono di Abrams ogni 15 e qualora la temperatura esterna sia compresa nell intervallo tra 5 C e 30 C, tale tempo potrà essere esteso fino a 90 minuti. Nel caso in cui per il mantenimento della lavorabilità a lungo periodo occorresse una ritempra della miscela di calcestruzzo fresco, questa potrà avvenire solo mediante aggiunta di additivo superfluidificante secondo quanto specificato nei precedenti paragrafi. Le betoniere dovranno essere esaminate periodicamente per verificare la diminuzione dell'efficacia dovuta sia ad accumulo di conglomerato indurito o legante che all'usura delle lame. L'autobetoniera dovrà essere dotata di apposito libretto che attesti le revisioni periodiche effettuate (ogni 4000 mc. o almeno una volta al mese). Ogni carico di conglomerato cementizio dovrà essere accompagnato da una bolla Il personale dell Appaltatore sarà tenuto ad esibire dette bolle, su richiesta, al personale della Direzione Lavori. Se pompato, il conglomerato cementizio dovrà avere alla bocca di uscita della tubazione il valore dello slump di progetto. All'atto dello scarico saranno controllate l'omogeneità e la lavorabilità dell'impasto. Getto e maturazione del conglomerato cementizio Programmazione dei getti L Appaltatore è tenuto a presentare, ogni settimana alla Direzione Lavori un modulo preventivamente concordato con la stessa riportante il dettagliato programma settimanale dei getti previsti per il piano successivo con indicati: il luogo, l ora, l'opera e la struttura; i m3 di cls previsti, la classe di resistenza e i codici delle miscele utilizzate; i relativi impianti di confezionamento. Ogni variazione al programma dovrà essere comunicata (salvo casi dovuti a motivi di sicurezza), in forma scritta, con un preavviso minimo di 24 ore. Pagina 24 di 161

25 Operazioni di getto I getti potranno avere inizio solo dopo che il Direttore dei Lavori avrà verificato: - preparazione e rettifica dei piani di posa; - pulizia delle casseforme; - posizione e corrispondenza al progetto delle armature e del copriferro; - posizione degli inserti (giunti, water stop, ecc.). Nel caso di getti contro terra si dovrà controllare con particolare cura che siano stati eseguiti, in conformità alle disposizioni di progetto: - la pulizia del sottofondo; - la posizione di eventuali drenaggi; - la stesa di materiale isolante o di collegamento. I getti dovranno risultare perfettamente conformi ai particolari costruttivi di progetto e alle eventuali prescrizioni aggiuntive. In nessun caso si dovranno verificare cedimenti dei piani di appoggio e delle pareti di contenimento; in tale ultimo caso l Appaltatore dovrà provvedere al loro ripristino. Prima del getto tutte le superfici di contenimento del calcestruzzo dovranno essere pulite, lavate con acqua o aria in pressione e trattate con prodotti disarmanti preventivamente autorizzati dal Direttore dei Lavori; se porose, dovranno essere mantenute umide per almeno due ore prima dell'inizio dei getti. I ristagni d'acqua dovranno essere allontanati dal fondo. Lo scarico del calcestruzzo dal mezzo di trasporto nelle casseforme dovrà avvenire con tutti gli accorgimenti atti a evitarne la segregazione. L'altezza di caduta libera del calcestruzzo fresco, misurata dall uscita dello scivolo o della bocca del tubo convogliatore, non dovrà mai essere maggiore di 100 cm. Il calcestruzzo dovrà cadere verticalmente ed essere steso in strati orizzontali, di spessore misurato dopo la vibrazione comunque non maggiore di 50 cm. Il calcestruzzo dovrà essere posto in opera e addensato con ogni cura in modo che le superfici esterne si presentino lisce e compatte, omogenee, perfettamente regolari, senza vespai o nidi di ghiaia ed esenti da macchie o chiazze. I vespai eventualmente formatisi durante la posa in opera dovranno essere dispersi prima della vibrazione del calcestruzzo. A meno che non sia altrimenti stabilito, il calcestruzzo dovrà essere addensato con un numero di vibratori a immersione o a parete determinato, prima di ciascuna operazione di getto, in relazione alla classe di consistenza del calcestruzzo, alle caratteristiche dei vibratori e alla dimensione del getto stesso, la durata della vibrazione è determinata da tempo intercorso dall immersione totale del vibratore fino all affioramento in superficie della boiacca. Per omogeneizzare la massa durante il costipamento di uno strato i vibratori a immersione dovranno penetrare per almeno 5 cm nello strato inferiore. E' vietato scaricare il conglomerato in un unico cumulo e distenderlo con l'impiego del vibratore. Le attrezzature non funzionanti dovranno essere immediatamente sostituite in modo che le operazioni di costipamento non vengano rallentate o risultino insufficienti. Per getti in pendenza dovranno essere predisposti dei cordolini di arresto che evitino la formazione di lingue di calcestruzzo troppo sottili per essere vibrate efficacemente. Nel caso di getti da eseguire in presenza d'acqua l'appaltatore dovrà adottare gli accorgimenti necessari per impedire che l'acqua dilavi il calcestruzzo e ne pregiudichi la regolare presa e Pagina 25 di 161

26 maturazione; inoltre dovrà provvedere con i mezzi più adeguati all'aggottamento o alla deviazione della stessa o, in alternativa, adottare per l'esecuzione dei getti miscele con caratteristiche idrorepellenti preventivamente autorizzate dal Direttore dei Lavori. Riprese di getto Di norma i getti dovranno essere eseguiti senza soluzione di continuità, in modo da evitare ogni ripresa. Nel caso ciò non fosse possibile, a insindacabile giudizio del Direttore dei Lavori, prima di poter effettuare la ripresa la superficie del calcestruzzo indurito dovrà essere accuratamente pulita, lavata, spazzolata e scalfita fino a diventare sufficientemente rugosa, così da garantire una perfetta aderenza con il getto successivo; ciò potrà essere ottenuto anche mediante l impiego di additivi ritardanti o di ritardanti superficiali. Dovranno essere definiti i tempi massimi di ricopertura dei vari strati successivi, così da consentire l adeguata rifluidificazione e conseguentemente l omogeneizzazione della massa di calcestruzzo per mezzo di vibrazione. Tra le successive riprese di getto non si dovranno avere distacchi, discontinuità o differenze di aspetto e colore; in caso contrario l Appaltatore dovrà provvedere ad applicare adeguati trattamenti superficiali traspiranti al vapore d acqua. Nelle strutture impermeabili dovrà essere garantita la tenuta all acqua dei giunti di costruzione con idonei accorgimenti, da indicare nel progetto e preventivamente autorizzati dal Direttore dei Lavori. Getti in clima freddo Ai fini del getto del calcestruzzo, il clima si definisce freddo quando la temperatura dell aria è minore di 5 C. In queste condizioni il getto potrà essere eseguito dietro il rispetto delle seguenti prescrizioni: - nel caso in cui la temperatura dell aria sia compresa fra 0 C e + 5 C, la produzione e la posa in opera del conglomerato cementizio dovranno essere sospese, a meno che non sia garantita una temperatura dell impasto al momento del getto non inferiore a + 10 C; - questa temperatura potrà essere ottenuta eventualmente anche mediante un adeguato sistema di preriscaldamento degli inerti e/o dell acqua di impasto all impianto di betonaggio. In questo caso, però, la temperatura raggiunta dall impasto non deve mai essere superiore a 25 C. - per temperature comprese fra -4 C e 0 C è ammessa esclusivamente l esecuzione di getti relativi a fondazioni, pali e diaframmi, ferme restando le condizioni dell impasto di cui ai punti precedenti. Per i plinti bisognerà comunque adottare le seguenti precauzioni: - adottare la massima cura nella vibrazione e compattazione del conglomerato; - proteggere ed isolare i getti mediante opportune protezioni da concordare preventivamente con la DL onde permettere l avvio della presa ed evitare la dispersione del calore di idratazione; - mantenere le strutture casserate per un periodo minimo di due giorni; - scegliere, per il getto, le ore più calde della giornata. In ogni caso, prima del getto la neve e il ghiaccio devono essere rimossi dai casseri dalle armature e dal sottofondo in nessun caso un getto può essere eseguito quando la temperatura dell aria esterna è inferiore a 4 C, salvo specifiche prescrizioni di Capitolato Speciale, corredate dai relativi controlli, che dovranno essere preventivamente approvate. Getti in clima caldo Pagina 26 di 161

27 Se durante le operazioni di getto la temperatura dell'aria supera i 35 C all ombra, la temperaturadell'impasto non dovrà superare i 30 C; tale limite potrà essere convenientemente abbassato per gettimassivi. La temperatura delle casseforme dovrà essere ricondotta a tale valore con tolleranza di 5 C mediantepreventivi getti esterni di acque fredda. Al fine di abbassare la temperatura del calcestruzzo potrà essere usato ghiaccio, in sostituzione di partedell'acqua di impasto, o gas refrigerante di cui sia garantita la neutralità nei riguardi delle caratteristiche del calcestruzzo e dell ambiente. Per ritardare la presa del cemento e facilitare la posa e la finitura del calcestruzzo potranno essere impiegati additivi ritardanti, o fluidificanti ritardanti di presa, preventivamente autorizzati dal Direttore dei Lavori. Stagionatura I metodi di stagionatura e la loro durata dovranno essere tali da garantire per il calcestruzzo indurito: a) la prescritta resistenza e durabilità; b) la assenza di fessure o cavillature in conseguenza del ritiro per rapida essiccazione delle superfici di getto o per sviluppo di elevati gradienti termici all'interno della struttura. Deve quindi essere previsto un adeguato periodo di stagionatura protetta, iniziato immediatamente dopo aver concluso le operazioni di posa in opera, il calcestruzzo potrà raggiungere le sue proprietà potenziali nella massa e in particolare nella zona superficiale. La protezione consiste nell impedire, durante la fase iniziale del processo di indurimento: a) l essiccazione della superficie del calcestruzzo, perché l acqua è necessaria per l idratazione del cemento e, nel caso in cui si impieghino cementi di miscela, per il progredire delle reazioni pozzolaniche; inoltre per evitare che gli strati superficiali del manufatto indurito risultino porosi. L essiccazione prematura rende il copriferro permeabile e quindi scarsamente resistente alla penetrazione delle sostanze aggressive presenti nell ambiente di esposizione. b) il congelamento dell acqua d impasto prima che il calcestruzzo abbia raggiunto un grado adeguato di indurimento; c) che i movimenti differenziali, dovuti a differenze di temperatura attraverso la sezione del manufatto, siano di entità tale da generare fessure. Nella tabella seguente sono riportati i tempi minimi di stagionatura, in giorni, per strutture esposte nelle classi di esposizione da non significativa a normale. Pagina 27 di 161

28 Accelerazione dei tempi di stagionatura Di norma per i calcestruzzi gettati in opera viene esclusa l accelerazione dei tempi di maturazione con trattamenti termici. La maturazione accelerata dei calcestruzzi con trattamento termico sarà permessa solo qualora siano state condotte indagini sperimentali sul tipo di trattamento termico che si intende adottare e dietro esplicita approvazione della DL. In particolare si dovrà controllare che a un aumento delle resistenze iniziali corrisponda una resistenza a 28 giorni non minore del 95% di quella che si otterrebbe con maturazione in condizioni standard (20 C e 100% di UR, umidità relativa) ACCIAIO D ARMATURA PER C.A. E C.A.P. Approvvigionamento dell'acciaio in barre Saranno ammessi alla fornitura di acciaio per costruzioni soltanto fornitori prequalificati dall Appaltatore. Prima dell inizio della fornitura si dovrà trasmettere una lettera di notifica alla DL con il nominativo del Fornitore, i tipi d acciaio e le caratteristiche della gamma richiesta e copia del dossier di qualificazione. L'Appaltatore dovrà documentare la provenienza, il tipo e la classe di ogni partita di acciaio in barre che entra in cantiere, nonché il peso complessivo della partita e quello dei tondini di uno stesso diametro. Per partita si intende il quantitativo di materiale che, pervenendo da un unico stabilimento nel periodo massimo di una settimana, potrà essere considerato come unica fornitura omogenea sia per titolo che per caratteristiche fisico-meccaniche Controllo del peso e della sezione Per il controllo del peso effettivo da ogni partita dovranno essere prelevati dei campioni di barra. Qualora risultassero sezioni effettive inferiori a quelle ammesse dalle tolleranze previste nel D.M , della corrispondente circolare esplicativa del il materiale verrà rifiutato e subito allontanato dal cantiere. Qualora il peso effettivo risultasse inferiore al 98% di quello teorico e fosse accettabile in base alle tolleranze previste nel D.M. prima richiamato, dovranno essere aggiunte (modificando i disegni di progetto e informando il Direttore dei Lavori) barre in quantità sufficiente a realizzare una sezione di acciaio non inferiore a quella prevista dal progetto esecutivo originariamente approvato. Non esiste tolleranza sul peso teorico di campione spazzolato del diametro nominale dell acciaio costituente l armatura delle strutture. Controllo di qualità Per l'acciaio controllato in stabilimento, l'appaltatore dovrà produrre la documentazione prescritta dalle norme in vigore che certifichi gli avvenuti controlli (esistenza del Marchio depositato presso il Servizio Tecnico Centrale del Ministero dei Lavori Pubblici) e consentire al Direttore dei Lavori di accertare la presenza dei contrassegni di riconoscimento. Tutte le forniture di acciaio dovranno essere accompagnate da un certificato di un Laboratorio Ufficiale, riferito al tipo di armatura di cui trattasi, e marchiate secondo quanto previsto dalle norme tecniche vigenti. Durante i lavori dovranno essere prelevati, per essere inviati a Laboratori Ufficiali o autorizzati, non meno di tre campioni per ciascun diametro utilizzato, ogni 1000 barre o partita se di minore entità, della lunghezza rispettivamente di: - 1,20 m per diametro delle barre inferiore o uguale a 10 mm; Pagina 28 di 161

29 - 1,50 m per diametro delle barre compreso tra 12 e 18 mm; - 1,80 m per diametro delle barre superiore o uguale a 20 mm. In caso di risultato sfavorevole delle prove di resistenza e duttilità, previste per legge, il complesso delle barre al quale si riferisce il campione dovrà essere accantonato e identificato in attesa dei risultati delle ulteriori verifiche. Rimane comunque salva la facoltà del Direttore dei Lavori di disporre eventuali ulteriori controlli per giustificati motivi a carico dell'appaltatore. Giunzioni e saldature Eventuali giunzioni, quando non evitabili, dovranno essere realizzate con manicotti filettati. L'Appaltatore dovrà consegnare preventivamente al Direttore dei Lavori le schede tecniche dei prodotti che intende utilizzare. L impiego di saldature non è di norma consentito e può essere applicato solo per le gabbie di armatura dei pali di fondazione e in casi speciali dietro autorizzazione del DL. Per le gabbie di armatura dovranno comunque essere effettuati prelievi di barre con elementi di staffa saldati da sottoporre a prove di trazione presso laboratori autorizzati con lo scopo di verificare che la saldatura non abbia provocato una riduzione di resistenza nelle barre. Negli altri casi, le modalità di saldatura, che devono essere descritte in una apposita procedura redatta dall appaltatore, devono essere approvate dalla DL prima dell inizio delle attività. Nel corso dei lavori il Direttore dei Lavori, per giustificati motivi, potrà comunque richiedere ulteriori prove di controllo sulle saldature eseguite. 7.5 Realizzazione delle gabbie e posizionamento delle armature per c.a. Le gabbie di armatura dovranno essere, per quanto possibile, composte fuori opera; in ogni caso in corrispondenza di tutti i nodi dovranno essere eseguite legature doppie incrociate in filo di ferro ricotto di diametro non inferiore a 0,6 mm in modo da garantire l'invariabilità della geometria della gabbia durante il getto. Nel caso di gabbie assemblate con parziale saldatura l acciaio dovrà essere del tipo saldabile. La posizione delle armature metalliche entro i casseri dovrà essere garantita utilizzando esclusivamente opportuni distanziatori in materiale plastico non deformabile oppure di malta o pasta cementizia, in modo da rispettare il copriferro prescritto. L'Appaltatore dovrà adottare tutti gli accorgimenti necessari affinché le gabbie mantengano la posizione di progetto all'interno delle casseforme durante il getto PROVE DI CARICO Le prove di carico (collaudo statico) dovranno essere eseguite in accordo alle normative vigenti ed alle indicazioni del Collaudatore e della DL. L'effettuazione delle prove dovrà essere programmata, con adeguato anticipo, con la DL. Sarà cura dell'appaltatore verificare e fare in modo che al momento del collaudo risulti disponibile tutta la certificazione prevista dalle norme vigenti e dal Specifiche di Controllo Qualità. Prima della effettuazione delle prove I'Appaltatore dovrà concordare con la DL la quantità ed il tipo delle apparecchiature, degli strumenti e dei materiali da utilizzare, garantendo la operabilità e la precisione richiesta e facendo eseguire le tarature eventualmente necessarie. Sarà cura dell' Appaltatore assicurare, nel rispetto delle norme di sicurezza, la completa accessibilità Pagina 29 di 161

30 sia alle opere da collaudare che agli strumenti di misura Tubazioni e opere idrauliche Tubazioni in pvc I tubi in PVC dovranno essere ottenuti per estrusione a garanzia di una calibratura perfetta e continua, dovranno essere prodotti esclusivamente da aziende dotate di Sistema di Qualità Aziendale secondo le norme Europee UNI EN ISO 9001 e UNI EN ISO 9002, e certificato da un ente competente accreditato dal SINCERT o da omologo Ente europeo, accreditato secondo normativa ISO ) scarichi per acque fredde: devono essere realizzati con tubi che corrispondano alla Norma UNI EN ed avere gli spessori del tipo 301 e con pezzi speciali che rispettino la normativa vigente (UNI EN ); 2) Le guarnizioni devono essere conformi alla norma UNI del Tubazioni in calcestruzzo armato centrifugato o turbocentrifugato o turbovibrocompresso. Le tubazioni in calcestruzzo armato centrifugato o turbocentrifugato dovranno essere costruite con calcestruzzo di cemento del tipo ferrico-pozzolanico dosato con almeno 3,50 q per ogni metro cubo d'inerte. Le tubazioni in calcestruzzo turbovibrocompresso armati ad alta resistenza, sezione circolare con giunto a bicchiere dovranno rispondere ai requisiti previsti dalla IV classe di resistenza della normativa CTE/ICITE/CNR. L'impasto cementizio dovrà contenere un additivo superfluidificante esente da cloruri nella proporzione di un kg per ogni quintale di cemento utilizzato. La granulometria degli inerti dovrà essere conforme alla curva di Bolomey. L'armatura sarà eseguita con tondini in acciaio cerchiante e longitudinale, rispondenti alle prescrizioni della norma DIN I giunti delle tubazioni saranno a bicchiere con guarnizioni in gomma neoprene della durezza di 50/60 Shore a perfetta tenuta e delle caratteristiche precisate nei disegni di progetto. Le tubazioni poggeranno su adeguata sella in calcestruzzo di classe 25 N/mm 2 armata con rete elettrosaldata delle dimensioni previste nei disegni di progetto con angolo al centro non inferiore a 120. La lunghezza dei singoli tubi potrà variare da un minimo di ml 2,00 ad un massimo di ml 3,60. Le tubazioni dovranno essere ben stagionate, levigate e perfettamente rettilinee, a sezione interna esattamente circolare, di spessore uniforme e scevre da screpolature e dovranno essere conformi alle norme DIN 4032 e al D.M tab. 1. La formazione delle livellette per la posa delle tubazioni, dovrà essere eseguita con attrezzatura di alta precisione a raggi laser. Pagina 30 di 161

31 Le tubazioni dovranno essere tali da garantire il rispetto delle prescrizioni contenute nell'allegato 4, dei "criteri, metodologie, e norme tecniche generali" di cui all'art. 2, lettere b), d), e), della legge 10 maggio 1976, n 319, recante norme per la tutela delle acque dall'inquinamento. Se richieste e su giudizio insindacabile della D.L., l'impresa dovrà presentare le analisi chimiche del conglomerato cementizio e del tipo di cemento impiegato per la costruzione dei condotti redatte da un Istituto di ricerca autorizzato a tale scopo. Prescrizioni tecniche per i tubi in cemento armato I tubi in cemento armato dovranno rispondere in tutto alle seguenti tassative disposizioni: in particolare per potersi definire "armato" un tubo in calcestruzzo deve avere due serie di ferri disposti come segue: a) cerchi saldati disposti ad intervalli regolari o eliche; b) generatrici, barre diritte, continue o saldate, lunghe quanto il tubo e disposte ad intervalli regolari. Caratteristiche costruttive a) Processo di fabbricazione dei tubi I tubi dovranno essere fabbricati in officine o cantieri debitamente attrezzati, con procedimento atto a garantire il costante raggiungimento dei requisiti di tutti i manufatti prodotti; a tal fine, tutte le operazioni che compongono il processo di lavorazione, dovranno essere ripetute secondo uno schema prestabilito e ben precisato. I getti saranno tolti dalle forme solo quando il conglomerato sia in grado di superare agevolmente le sollecitazioni conseguenti. La stagionatura potrà avvenire entro vasche di acqua a temperatura non inferiore a 10 C per un periodo di tempo non inferiore a 6 giorni, oppure specie per i tubi di grande diametro, sistemati in posizione verticale, con continua aspersione d'acqua. Ovvero si potrà adottare il trattamento a vapore. L'impianto di stagionatura dovrà essere attrezzato in modo da garantire il costante rispetto del trattamento programmato. b) Marchi Su ciascun tubo dovranno essere marcati in modo indelebile i seguenti dati: - nome del fabbricante o marchio di fabbrica; - sigla dell'ente Appaltante; - data della produzione del tubo; - diametro nominale. c) Inerti, cemento, acqua Gli inerti dovranno essere tali da assicurare la migliore resistenza contro possibili corrosioni chimiche e meccaniche da parte delle acque convogliate. Gli inerti dovranno essere perfettamente lavati, di granulometria assortita, almeno di tre granulometrie (per es. da 0 a 3 mm, da 3 a 7 mm e sopra i 7 mm) con l'avvertenza che la dimensione massima non sarà mai superiore a 1/4 dello spessore del tubo e comunque non maggiore di 15 mm. Pagina 31 di 161

32 La loro composizione granulometrica dovrà essere tale, cioè da consentire la massima compattezza del getto. L'acqua dovrà essere limpida, non contenere acidi o basi in percentuale dannosa e dosata in modo da ottenersi un impasto piuttosto asciutto e comunque con un rapporto acqua-cemento non superiore a 0,35. d) Armature metalliche L'armatura metallica trasversale sarà costituita da tondi piegati ad anelli, ovvero avvolti in semplice o doppia spirale e collegati longitudinali in numero e diametro sufficiente per costituire una robusta gabbia, non soggetta a deformarsi durante la fabbricazione ed atta a conferire al tubo la necessaria resistenza. Il numero, i diametri e le posizioni delle spire sarà definito dai calcoli statici in funzione dei carichi e le sollecitazioni che le tubazioni dovranno subire. La distanza dai cerchi dovrà essere regolare con interspazio massimo di 15 cm oppure spirali ad elica continua a passo regolare non superiore ai 15 cm. I ferri di armatura dovranno avere un ricoprimento minimo di 3 cm collocando, preferibilmente, i ferri dell'armatura longitudinale all'interno delle armature trasversali. Le gabbie di armatura potranno essere anche costituite da reti di tondini aventi maglie quadrangolari. Nei tubi armati con reti il processo di costruzione dovrà essere studiato con speciale cura e con riferimento a provata esperienza del fabbricante. Tutte le gabbie d'armatura, comunque confezionate, dovranno presentare alle estremità un anello continuo, chiuso su se stesso e posto su un piano ortogonale all'asse della gabbia. Sulla posizione delle armature è ammessa una tolleranza di circa 0,5 cm, purché sia sempre assicurato il copriferro minimo di cm 3. Il ferro da impiegarsi per la formazione delle armature deve essere conforme alle vigenti norme per l'esecuzione delle opere in cemento armato e sottoposto alle prove di qualità previste dalle norme stesse. e) Impasti - lavorazione - requisiti di calcestruzzo Gli ingredienti degli impasti dovranno essere misurati con precisione: il cemento sarà misurato in peso, gli inerti preferibilmente in peso, l'acqua in peso od in volume, le ceneri volanti in peso come pure gli additivi. Il rapporto acqua-cemento dovrà essere oggetto di controllo con le modalità più indicate per il procedimento di fabbricazione impiegato, tenendo conto anche dell'umidità degli inerti. Il mescolamento dell'impasto verrà fatto con la macchina di tipo appropriato per un tempo non inferiore a 3 minuti primi. La qualità del conglomerato si dovrà controllare sistematicamente su provini appositamente preparati con frequenza non minore di una serie di prove ogni sette giorni. Per ogni serie di prove verranno confezionati 4 provini cubici, spigolo cm 10 e 4 travetti parallelepipedi, dimensioni 10x10x40 cm; i provini verranno confezionati con lo stesso impasto dei tubi curando di riprodurre in essi lo stesso rapporto acqua-cemento ottenuto nei manufatti e stagionati naturalmente in sabbia umida. Pagina 32 di 161

33 I cubi verranno rotti a schiacciamento ed i travetti a flessione, sotto momento costante, deducendone la sollecitazione unitaria di rottura nell'ipotesi di asse neutro centrale e conservazione delle sezioni piane; le prove di rottura verranno eseguite a 7 giorni ed a 28 giorni di stagionatura. Sono prescritti i seguenti limiti per le resistenze in kg/cmq; determinate come media dei tre risultati migliori: resistenza unitaria a compressione 7 giorni giorni 400 resistenza unitaria a flessione semplice 7 giorni giorni 55 - f) Giunti Per i tubi secondo le presenti norme è tassativamente prescritto l'impiego di giunti a bicchiere, con materiale di tenuta costituito da un anello di gomma neoprene. Il disegno del giunto e le dimensioni saranno quelle previste nei disegni di progetto. L'anello di tenuta in gomma neoprene dovrà avere una durezza Shore 50/60, il suo tasso di compressione, tenuto conto delle massime possibili tolleranze dimensionali delle superfici, nei due sensi, e della massima possibile eccentricità di posa tra i tubi adiacenti, resterà compreso tra il 30% ed il 70%. Le superficie dei tubi devono essere perfettamente lisce, prive di asperità, irregolarità, incisioni e simili difetti: a tal fine è consentito un ritocco delle superfici stesse, purché localizzato, sporadico, ed eseguito con materiali di provata efficacia; è inoltre prescritto che le prove di impermeabilità e di rottura siano eseguite con attrezzature che consentono di collaudare anche la tenuta e la resistenza del giunto. Collaudi per tubi in calcestruzzo Le prove di collaudo, oltre che nella verifica delle dimensioni consisteranno: a - Prova idraulica Ultimate le operazioni di giunzione dei tubi, il tronco di condotta eseguito dovrà essere sottoposto a prova idraulica, secondo quanto previsto nel Decreto "Norme Tecniche relative alle tubazioni". Se tali prove non daranno esito favorevole la D.L. avrà la facoltà di far eseguire a cura e spese dell'appaltatore ispezioni televisive delle tratte interessate. b - Prove di assorbimento su spezzone Le prove di collaudo di assorbimento verranno eseguite nel cantiere di fabbricazione sotto il controllo della Stazione Appaltante su 3 campioni per ogni diametro forniti gratuitamente dall Appaltatore. Per ciascun diametro delle tubazioni verranno ricavati provini nel numero che la D.L. riterrà opportuni aventi area superficiale compresa tra 100 e 150 cmq, spessore come quello della parete del tubo. Si curerà di lisciare le superfici di taglio e che i provini siano esenti da qualsiasi traccia di fessurazione. Pagina 33 di 161

34 Essi saranno essiccati a temperatura non superiore ai 100 C e saranno da considerarsi secchi quando due pesate successive a distanza di due ore diano una variazione di peso inferiore allo 0,1%. Successivamente i provini, dopo essere stati pesati, verranno immersi in adatto recipiente pieno di acqua distillata o piovana; l'acqua sarà portata in ebollizione e mantenuta a 100 C per 5 ore, dopo di che i provini saranno lentamente raffreddati in acqua fino ad una temperatura compresa tra i 15 e 20 C. I provini saranno quindi estratti, lasciati all aria per non più di un minuto primo, asciugati superficialmente con un canovaccio ed immediatamente pesati. L'incremento di peso del provino tra lo stato secco e quello subito dopo la bollitura, espresso in percentuale del peso allo stato secco, non deve superare 1,8%. c - Prove di rottura per schiacciamento Le prove di collaudo a schiacciamento verranno eseguite nel cantiere di fabbricazione sotto il controllo della Stazione Appaltante su 3 campioni per ogni diametro forniti gratuitamente dall Appaltatore. La prova può essere eseguita su un tubo intero ovvero su un tronco cilindrico dello stesso, lungo non meno di 1 m. La resistenza allo schiacciamento è definita da due carichi: 1) carico di fessurazione; 2) carico di rottura. Il carico di fessurazione è quello che provoca l'apparizione di fessure lungo le generatrici aventi un'apertura di almeno 0,25 mm su di una lunghezza di almeno 30 cm. Il carico di rottura è quello sopportato prima dello schiacciamento, cioè prima che il provino non sia più capace di sopportare un ulteriore carico. Il carico di fessurazione e di rottura non dovranno risultare inferiore ai limiti espressi in kg per metro di tubo: - carico di fessurazione: 65 DN kg/ml - carico di rottura : 97,5 DN kg/ml con DN espresso in centimetri. Il provino deve essere provato con il metodo delle tre generatrici con un dispositivo tale da garantire l'uniforme distribuzione del carico; il carico deve essere applicato con un incremento dell'ordine di grandezza del 10% del carico totale per minuto primo e deve essere mantenuto per il tempo strettamente necessario per compiere le osservazioni volute. L'appoggio inferiore del provino dovrà essere costituito da due travetti in legno con le facce verticali interne arrotondate con raggio di circa 10 mm nello spigolo superiore; i travetti dovranno essere diritti e saldamente fissati su una base rigida. La distanza tra i due travetti dovrà essere pari a 1/12 del diametro interno del tubo. Prima di appoggiare il provino, si potrà rettificare la superficie di appoggio con uno straterello di malta dello spessore non superiore a 25 mm. Il carico viene applicato superiormente tramite un travetto di legno ben squadrato e liscio, esente da nodi, delle dimensioni di circa 15x15 cm e fissato superiormente ad una trave metallica a doppio T di dimensioni tali da rendere trascurabili le deformazioni elastiche. Pagina 34 di 161

35 Si può anche superiormente applicare uno strato di malta analogo a quello inferiore ed anche in questo caso il montaggio deve essere fatto quando la malta è ancora plastica. La resistenza del provino, espressa in kg/m, viene riferita alla lunghezza utile del provino, cioè: carico di prova R lunghezza utile La larghezza delle fessure è misurata con la lamiera metallica della forma e dimensioni indicate dalla D.L.. Essa dovrà penetrare liberamente per almeno 15/10 mm a brevi intervalli per la lunghezza indicata di 30 cm. d - Prove di resistenza all'abrasione ed all'aggressività chimica Le prove di collaudo a schiacciamento verranno eseguite nel cantiere di fabbricazione sotto il controllo della Stazione Appaltante su 3 campioni per ogni diametro forniti gratuitamente dall Appaltatore. Le prove verranno effettuate in conformità alle norme DIN n e DIN n e comunque le tubazioni dovranno essere esenti dall'aggressività da acque aventi la seguenti caratteristiche chimiche: - solfati 2000 mg/l - cloruri 3500 mg/l - conducibilità S/cm - COD 300 mg/l - NT 200 mg/l - O2 privo - e - Motivi di rifiuto I tubi potranno essere rifiutati nei seguenti casi: 1) perché non rispondono alle prescrizioni di dimensionamento e relative tolleranze ed alle Prescrizioni di fabbricazione di cui alle presenti norme; 2) per esito negativo delle prove di accertamento; 3) per manifesti difetti di proporzionamento dei componenti del calcestruzzo o mancanza di tenuta dei giunti; 4) per danneggiamento delle testate che non consentono di effettuare una giunzione a regola d'arte. In tal caso la Ditta sarà tenuta a sostituire prontamente i materiali rifiutati con altri corrispondenti alle norme contrattuali con l'avvertenza che nel caso non provvedesse tempestivamente, l'amministrazione potrà provvedere d'ufficio avvalendosi del deposito cauzionale, salva ed impregiudicata ogni altra azione legale per qualsiasi danno dovesse derivare all'amministrazione Appaltante dalla inadempienza del contratto. f - Posa in opera delle tubazioni Le tubazioni dovranno essere messe in opera con l'aiuto di un apparecchio autocentrante, atto a consentire il perfetto inserimento del giunto secondo quanto previsto dalle normative vigenti. Pagina 35 di 161

36 Chiusini e caditoie Le caditoie e chiusini devono essere conformi alla normativa UNI EN 124 classe di resistenza C250 in caso di applicazione sul bordo strada (banchina) e D400 se in sede stradale. Tutti i chiusini, griglie e telai devono portare una marcatura leggibile e durevole indicante: UNI EN 124 (come riferimento alla presente norma) la classe corrispondente (per esempio D 400) o le classi corrispondenti per i quadri utilizzati per più classi (per esempio D E 600) il nome e/o il marchio di identificazione del fabbricante e il luogo di fabbricazione che può essere in codice il marchio di un ente di certificazione e possono riportare: marcature aggiuntive relative all'applicazione o al proprietario l'identificazione del prodotto (nome e/o numero di catalogo) Le marcature di cui sopra devono essere riportate in maniera chiara e durevole e devono, dove possibile, essere visibili quando l'unità è installata Scarificazione di pavimentazioni esistenti Per i tratti di strada già pavimentati sui quali dovrà procedersi a ricarichi o risagomature, I'Impresa dovrà dapprima ripulire accuratamente il piano viabile, provvedendo poi alla scarificazione della massicciata esistente adoperando, all'uopo, apposito scarificatore opportunamente trainato e guidato. La scarificazione sarà spinta fino alla profondità ritenuta necessaria dalla Direzione dei Lavori entro i limiti indicati nel relativo articolo di Elenco, provvedendo poi alla successiva vagliatura e raccolta in cumuli del materiale utilizzabile, su aree di deposito procurate a cura e spese dell'impresa Fresatura di strati in conglomerato bituminoso con idonee attrezzature La fresatura della sovrastruttura per la parte legata a bitume per l'intero spessore o parte di esso dovrà essere effettuata con idonee attrezzature, munite di frese a tamburo, funzionanti a freddo, munite di nastro caricatore per il carico del materiale di risulta. Potranno essere eccezionalmente impiegate anche attrezzature tradizionali quali ripper, escavatore, demolitori, ecc., a discrezione della D.L. ed a suo insindacabile giudizio. Le attrezzature tutte dovranno essere perfettamente efficienti e funzionanti e di caratteristiche meccaniche, dimensioni e produzioni approvate preventivamente dall'anas Nel corso dei lavori la D.L. potrà richiedere la sostituzione delle attrezzature anche quando le caratteristiche granulometriche risultino idonee per il loro reimpiego in impianti di riciclaggio. Pagina 36 di 161

37 La superficie del cavo dovrà risultare perfettamente regolare in tutti i punti, priva di residui di strati non completamente fresati che possano compromettere l'aderenza delle nuove stese da porre in opera (questa prescrizione non è valida nel caso di demolizione integrale degli strati bituminosi). L'Impresa si dovrà scrupolosamente attenere agli spessori di demolizione stabiliti dalla D.L. Qualora questi dovessero risultare inadeguati e comunque diversi in difetto o in eccesso rispetto all'ordinativo di lavoro, I'Impresa è tenuta a darne immediatamente comunicazione al Direttore dei Lavori o ad un suo incaricato che potranno autorizzare la modifica delle quote di scarifica. Il rilievo dei nuovi spessori dovrà essere effettuato in contraddittorio. Lo spessore della fresatura dovrà essere mantenuto costante in tutti i punti e sarà valutato mediando l'altezza delle due pareti laterali con quella della parte centrale del cavo. La pulizia del piano di scarifica, nel caso di fresature corticali o subcorticali dovrà essere eseguita con attrezzature munite di spazzole rotanti e/o dispositivi aspiranti o simili in grado di dare un piano perfettamente pulito. Le pareti dei tagli longitudinali dovranno risultare perfettamente verticali e con andamento longitudinale rettilineo e privo di sgretolature. Sia il piano fresato che le pareti dovranno, prima della posa in opera dei nuovi strati di riempimento, risultare perfettamente puliti, asciutti e uniformemente rivestiti dalla mano di attacco in legante bituminoso Altre lavorazioni 3 OPERE IN MARMO Normativa di riferimento UNI EN UNI EN UNI EN UNI EN Qualità dei materiali La terminologia utilizzata (come da norma UNI EN 12670) ha il significato di seguito riportato; le denominazioni: commerciali devono essere riferite a campioni, atlanti, ecc. Pagina 37 di 161

38 Marmo (termine commerciale) Roccia cristallina, compatta, lucidabile, da decorazione e da costruzione, revalentemente costituita da minerali di durezza Mohs da 3 a 4 (quali calcite, dolomite, serpentino). A questa categoria appartengono: - i marmi propriamente detti (calcari metamorfici ricristallizzati), i calcefiri ed i cipollini; - i calcari, le dolomie e le brecce calcaree lucidabili; - gli alabastri calcarei; - le serpentiniti; - oficalciti. Granito (termine commerciale) Roccia fanero-cristallina, compatta, lucidabile, da decorazione e da costruzione, prevalentemente costituita da minerali di durezza Mohs da 6 a 7 (quali quarzo, feldspati, felspatoidi) A questa categoria appartengono: - i graniti propriamente detti (rocce magmatiche intrusive acide fanerocristalline, costituite da quarzo, feldspati sodico - potassici e miche); - altre rocce magmatiche intrusive (dioriti, granodioriti, sieniti, gabbri, ecc.); - le corrispettive rocce magmatiche effusive, a struttura porfirica; - alcune rocce metamorfiche di analoga composizione come gneiss e serizzi. Travertino Roccia calcarea sedimentaria di deposito chimico con caratteristica strutturale vacuolare, da decorazione e da costruzione; alcune varieta sono lucidabili. IV. Pietra (termine commerciale) Roccia da costruzione e/o da decorazione, di norma non lucidabile. A questa categoria appartengono rocce di composizione mineralogica svariatissima, non inseribili in alcuna classificazione. Esse sono riconducibili ad uno dei due gruppi seguenti: - rocce tenere e/o poco compatte; - rocce dure e/o compatte. Esempi di pietre del primo gruppo sono: varie rocce sedimentarie (calcareniti, arenarie a cemento calcareo, ecc.), varie rocce piroclastiche, (peperini, tufi, ecc.); al secondo gruppo appartengono le pietre a spacco naturale (quarziti, micascisti, gneiss lastroidi, ardesie, ecc.), e talune vulcaniti (basalti, trachiti, leucititi, ecc.). Per gli altri termini usati per definire il prodotto in base alle forme, dimensioni, tecniche di lavorazione ed alla conformazione geometrica, vale quanto riportato nella norma UNI EN e UNI EN b) I prodotti di cui sopra devono rispondere a quanto segue: appartenere alla denominazione commerciale e/o petrografica indicata nel progetto, come da norma UNI EN oppure avere origine del bacino di estrazione o zona geografica richiesta nonche essere conformi ad eventuali campioni di riferimento ed essere esenti da crepe, discontinuita, ecc. che riducano la resistenza o la funzione; avere lavorazione superficiale e/o finiture indicate nel progetto e/o rispondere Pagina 38 di 161

39 ai campioni di riferimento; avere le dimensioni nominali concordate e le relative tolleranze; delle seguenti caratteristiche il fornitore dichiarera i valori medi (ed i valori minimi e/o la dispersione percentuale): - massa volumica reale ed apparente, misurata secondo la norma UNI EN e UNI EN 14617; - coefficiente di imbibizione della massa secca iniziale, misurato secondo la norma UNI EN e UNI EN 14617; - resistenza a compressione, misurata secondo la norma UNI EN 1926 e UNI EN 14617; - resistenza a flessione, misurata secondo la norma UNI EN e UNI EN 14617; - modulo di elasticita, misurato secondo la norma e UNI EN 14146; - resistenza all'abrasione, misurata secondo le disposizioni del Regio Decreto 2234/39 e UNI EN 14617; microdurezza Knoop, misurato secondo la norma e UNI EN 14205; IV. per le prescrizioni complementari da considerare in relazione alla destinazione d'uso (strutturale per murature, pavimentazioni, coperture, ecc.) si rinvia agli appositi articoli del presente capitolato ed alle prescrizioni di progetto. I valori dichiarati saranno accettati dalla Direzione dei Lavori anche in base ai criteri generali dell'articolo relativo ai materiali in genere ed in riferimento alle norme UNI EN e UNI EN Criteri di esecuzione delle opere La fornitura di pannelli in marmo bianco di Carrara O bianco Novi, tipo Ordinario qualità C/D, a forma rettangolare e con spessore di 20mm delle dimensioni come indicate negli elaborati grafici.. Il coefficiente di assorbimento del marmo utilizzato, determinato in peso, sarà inferiore a 1,2%. A giudizio dell Ente Appaltante potrà essere consentita la fornitura di marmo con coefficiente superiore a quello richiesto, comunque non superiore a 1,9%, a favore di una migliore omogeneità cromatica della fornitura. I pannelli di marmo rispetteranno le dimensioni richieste, con tolleranza massima di +/- 1 mm/ml dei lati, di +/- 1mm per lo spessore e la differenza tra le diagonali dovrà essere inferiore a +/- 1,5 mm/ml. Dovrà essere posta la massima cura nel posizionamento degli elementi metallici di fissaggio per garantire la precisione del reticolo dei giunti, che sono previsti di 4 mm. La tipologia di posa sarà di tipo a baionetta senza utilizzo di borchie visibili. Prima di iniziare la posa i pannelli dovranno essere pre-posati, per lotti, su Pagina 39 di 161

40 idonea superficie orizzontale, per verificare il grado di omogeneità e se necessario provvedere ad una loro migliore impaginazione. Durante questa fase saranno fatti controlli per verificare le caratteristiche dimensionali, la qualità delle finiture e la loro integrità. L Ente appaltante effettuerà apposito collaudo finale al termina della posa in opera. Pagina 40 di 161

41 4 OPERE DI IMPERMEABILIZZAZIONE SISTEMA ANTICONDENSA Qualità dei materiali E POSA Fornitura e messa in opera di un sistema combinato per la realizzazione di un intonaco anticondensa, antiumidità ed antisale ottenuto con la combinazione di due diversi strati aventi specifiche funzioni. Il primo di regolarizzazione ed aggrappo (rinzaffo), dello spessore minimo di 5 mm, dovrà essere resistente al contatto con i solfati, aderire al supporto anche in presenza di forte salinità (EN adesione al supporto > 0,5 N/mm2) ed avere una percentuale di aria inglobata =15% (UNI EN ) e resistenza a compressione > 5-6 N/mm2 a 7-28 gg (UNI EN ). Il secondo strato (intonaco aerato) dello spessore minimo di 20 mm, dovrà essere in grado di favorire, attraverso la sua struttura di macrosfere di vetro cave (percentuale di aria inglobata =30%) (UNI EN ), l'evaporazione dell'umidità senza manifestare accumuli salini superficiali ed avere un coefficiente di permeabilità al vapore acqueo (µ) (EN ) <15, massa volumica apparente 0,9 1,2 Kg/l e resistenza a compressione a 28 gg < 5 N/mm2 (cat. CS II) (UNI EN ). Il sistema risanante dovrà essere conforme alla marcatura CE (UNI EN 998-1) così come il sistema Calibro Plus Evaporation (Calibro P.E.) Volteco o sistema con pari o superiori caratteristiche e dovrà essere rifinito mediante Fornitura e posa di un intonachino di finitura superficiale (rasante) a base di calce, in grado di non alterare le caratteristiche di traspirabilità dell'intonaco e di realizzare contemporaneamente una superficie asciutta ed adatta a ricevere la pittura finale. La finitura superficiale dovrà garantire una resistenza allo strappo su intonaco di almeno 0,5 N/mm2 e su cls di almeno 0,7 N/mm2, offrire resistenza al passaggio di vapore (spessore equivalente) =0,006 m d'aria per 1 mm di spessore, possedere aria inglobata >13%, resistenza a compressione >2,5-4 N/mm2 a 7-28 gg (UNI EN 196) e resistenza a flessione >1-1,5 N/mm2 a 7-28 gg (UNI EN 196), così come X-Lime Volteco o prodotto con pari o superiori caratteristiche. Pagina 41 di 161

42 5 SOTTOFONDI PER PAVIMENTI Normativa di riferimento - UNI EN 13318:2002 Massetti e materiali per massetti - Definizioni - UNI :1992 Calcestruzzo leggero con argilla o scisti espansi - Definizione e classificazione. - UNI :1992 Calcestruzzo leggero con argilla o scisti espansi - Determinazione della massa volumica. - UNI 7699:1989 Calcestruzzo. Determinazione dell' assorbimento di acqua alla pressione atmosferica. Qualità dei materiali Sottofondi premiscelati ad alta resistenza Saranno realizzati mediante prodotto cementizio a ritiro ridotto, premiscelato pronto all'uso, ad indurimento ed essiccazione medio rapida e tempi di ritiro ridotti, da impastare con sola acqua, in grado di avere dopo 10 giorni una resistenza a compressione di 22 N/mm² ed una umidità residua non superiore al 2,0%. I massetti di sottofondo devono inoltre possedere le seguenti caratteristiche tecniche: granulometria 3 mm resistenza a compressione a 3 gg.: 18 N/mm² resistenza a compressione a 10 gg.: 22 N/mm² resistenza a compressione a 28 gg.: 25 N/mm² resistenza a flessione a 3 gg.: 3,5 N/mm² resistenza a flessione a 10 gg.: 6 N/mm² resistenza a flessione a 28 gg.: 7 N/mm² umidità residua a 3 gg.: 3,5 % umidità residua a 10 gg.: 2,0 % umidità residua a 28 gg.: 1,6 % Sottofondi in sabbia e cemento Saranno realizzati con un impasto a 350 kg di cemento 325 R per m³ di sabbia con strato superiore arricchito a 400 kg di cemento con superficie tirata a perfetto piano idoneo all'incollaggio di pavimenti, cornici, resilienti e lignei. Pagina 42 di 161

43 Criteri di esecuzione delle opere Criteri di posa per sottofondi premiscelati ad alta resistenza I massetti previsti sono del tipo galleggiante con spessore anche maggiore ai 6 cm, gettati su materassino elastico in polietilene espanso estruso reticolato che svolge funzione desolidarizzazione e fonoassorbente. Modalità di posa in opera 1) Verificare l'umidità residua del supporto tenendo presente che questa, essendovi una barriera vapore, tenderà ad uscire attraverso le pareti. 2) Stendere accuratamente lo strato impermeabile sul sottofondo (vedi specifica 3) Fissare lungo le pareti perimetrali ed i pilastri un nastro di materiale comprimibile con uno spessore tra 4 e 8 mm. I sottofondi saranno lisciati e tirati a perfetto piano idoneo alla posa a colla di pavimenti ceramici, resilienti e lignei. Dopo la posa arieggiare i locali per eliminare l'eventuale condensa evitando comunque bagnature accidentali. L'impasto dovrà avere una consistenza "terra umida" del tutto simile ad un massetto tradizionale (circa 1,6 1,7 lt di acqua per sacco da 25 kg). Stendere il materiale impastato, compattarlo, livellarlo con staggia e rifinirlo con frattazzo con macchina a disco rotante. Devono essere garantire le seguenti caratteristiche di messa in opera: acqua d'impasto (impastatrice o pompa) da 6 a 7% acqua d'impasto (betoniera a bicchiere) da 6,5 a 7,5% tempo di riposo dell'impasto 0 min temperatura di applicazione +5 C +30 C durata di vita dell'impasto (pot life) min Criteri di posa di soffondi a sabbia e cemento Le superfici di posa dei sottofondi dovranno essere accuratamente pulite in modo da essere esenti da polveri ed adeguatamente bagnate. Gli impianti a pavimento eventualmente presenti dovranno essere adeguatamente protetti con rinfianchi. Criteri di posa di soffondi fibrorinforzati L'utilizzo delle fibre sintetica di polipropilene vergine è estremamente semplice in quanto il prodotto viene aggiunto direttamente in centrale di betonaggio od in cantiere. Pagina 43 di 161

44 Si produce un calcestruzzo pronto per essere gettato, si introducono le fibre nel dosaggio prescelto e si miscela ulteriormente il calcestruzzo ad alta velocità per circa cinque minuti, al fine di assicurare una perfetta distribuzione delle fibre all'interno dell'impasto. Tale omogeneizzazione assicura un corretto posizionamento delle fibre, che risultano quindi in grado di espletare la loro funzione, mirata a ridurre la formazione di microfessure non appena esse si formano. Il dosaggio raccomandato è compreso tra 0.5 e 1.8 kg/m3 di calcestruzzo. Criteri di accettazione Le superfici finite dovranno presentarsi perfettamente in piano (o secondo le pendenze di progetto se richieste), prove di cavillature e crepe e idonee a ricevere la posa di pavimenti ceramici, lignei e resilienti posati a colla. La tolleranza di planarità ammessa è pari a ± 2 mm misurati con staggia piana di 2 m. Pagina 44 di 161

45 6 MURATURE (TAVOLATI) IN LATERIZIO Normativa di riferimento I materiali e gli impasti usati, il metodo di fabbricazione dei blocchi e la loro stagionatura, dovranno corrispondere a tutte le prescrizioni delle leggi e delle norme di unificazione vigenti, esistenti in materia al momento della realizzazione delle opere. - UNI 10355:1994 Murature e solai. Valori della resistenza termica e metodo di calcolo - UNI 11128:2004 Prodotti da costruzione di laterizio - Tavelloni, tavelle e tavelline - Terminologia, requisiti e metodi di prova - UNI EN 771-1:2005 Specifica per elementi per muratura - Parte 1: Elementi per muratura di laterizio - UNI EN :2006 Eurocodice 6 - Progettazione delle strutture di muratura - Parte 2: Considerazioni progettuali,selezione dei materiali ed esecuzione delle murature Qualità dei materiali Laterizi Per l'esecuzione dei tipi di murature in laterizio (qualora previste), saranno utilizzati formati commerciali normati delle seguenti dimensioni indicative: - mattoni portanti a fori verticali da cm 17/18x19x30 - mattoni forati da cm 8/12x12x24 - tavelle spessore cm 3/4,5 (UNI 11128:2004) Dovranno essere impiegati materiali di buona cottura e di sagoma regolare, privi di fessurazioni e di intrusioni, integri da rotture, anche intervenute in cantiere durante le operazioni di scarico e trasporto. Dovranno inoltre essere scevri da sostanze che diano luogo in seguito a fenomeni di efflorescenza e di disgregazione e non sfaldarsi, screpolarsi o sfiorire all'azione degli agenti atmosferici. Inoltre dovranno rispondere ai requisiti richiesti in relazione ai carichi di progetto, dalle prove di resistenza alla compressione, al gelo, all'imbibizione e all'efflorescenza Mattoni portanti a fori verticali Carico di rottura a compressione: - blocco isolato > 150 kg/cmq - murature > 40 kg/cmq Mattoni forati Carico di rottura a compressione Potere di imbibizione: > 15 kg/cmq < 15% di acqua assorbita Pagina 45 di 161

46 Termoblocchi in Poroton con esclusivo uso di tamponamento Impiegati esclusivamente per realizzare murature di tamponamento senza alcuna funzione statica. peso specifico apparente del blocco di circa 800 kg/m³; peso specifico dell'impasto cotto di circa 1450 kg/m³; percentuale di foratura compresa 45%. Unità misura Valore Tipologia di blocco (tipo) leggero Percentuale foratura (%) 45 Peso specifico impasto cotto (kg/m 3 ) 1450 Peso specifico apparente del blocco (kg/m 3 ) 800 Conducibilità termica equivalente secondo UNI EN 1745 (W/mK) Calore specifico medio equivalente (J/kgK) Permeabilità alla diffusione vapore (kg/mspa) 20x10-12 Resistenza alla diffusione vapore (adiam.) 10 Coefficiente dilataz. termica lineare (m/m C) 5x10-6 Dilatazione per umidità (mm/m) Indice di valutazione Rw a 500 Hz: - parete spessore 12 cm (db) 42 Resistenza al fuoco - parete spessore 8 cm intonacata - parete spessore 12 cm intonacata Classe di reazione al fuoco REI 120 REI (zero) Malte Per la composizione delle malte da usarsi per il confezionamento delle murature dovranno essere impiegate sabbie silicee di fiume prive di materie terrose, organiche o da sali minerali che possano provocare successivi fenomeni negativi. Il cemento da impiegare dovrà essere esclusivamente a lenta presa; le calci preparate anzitempo in apposito bacino in cantiere, anche quando si usino calci idrate in polvere; gli agglomerati cementizi dovranno rispondere alle norme vigenti, in particolare: - alle norme per l'accettazione dei leganti idraulici di cui al R.D. n del 16 novembre 1939 con le modifiche di cui alle legge n. 595 del 26 maggio 1965 ai successivi D.M. del 3 giugno 1968 e al D.M. del : "Norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova sugli agglomerati cementizi e delle calci idrauliche". Pagina 46 di 161

47 Le proporzioni di impasto dovranno essere le seguenti: per le malte di cemento: - sabbia mc 1,00 - cemento kg 400 per le malte di calce spenta: - sabbia mc 0,90 - calce spenta mc 0,36 La preparazione delle malte dovrà essere limitata alla quantità necessaria per l'immediato impiego, tenuto conto delle condizioni ambientali. I residui d'impasto che non avessero, per qualsiasi ragione, immediato impiego, non dovranno assolutamente essere riutilizzati. Le malte usate per la legatura di paramenti esterni saranno confezionate con l'aggiunta di additivo impermeabilizzante Criteri di esecuzione delle opere Premessa L'Appaltatore avrà l'obbligo di tracciare, a sua cura e spese, le murature, segnando con precisione tutte le aperture, sfondi, passaggi di tubazioni e simili, l'appaltatore resta il solo responsabile di ogni errore, per cui sarà tenuto alla demolizione e ricostruzione delle parti di muratura costruite in difformità dal giusto tracciamento, nonchè alla ricostruzione di quanto connesso con le predette parti di muratura e dovuto demolire. I materiali dovranno essere depositati su un soppalco isolante, sarà vietato accatastarli sull'erba, sul terreno umifero, acquitrinoso o di riporto, in prossimità di detriti organici o di prodotti chimici. Se destinati a rimanere a lungo in cantiere dovranno essere convenientemente protetti coprendoli con teli impermeabili. Le murature in cui si trovassero, anche in minima parte, materiali scadenti o deperiti, saranno rifiutate e l'appaltatore dovrà demolirle e ricostruirle a sue spese, rimanendo obbligato al risarcimento degli eventuali danni. I muri dovranno di norma essere elevati uniformemente e contemporaneamente, per spianate di altezza non maggiore di 40 cm nella loro intera estensione; dovrà essere curata la perfetta esecuzione di spigoli, delle voltine, piattabande, ecc. Nessuna opera muraria potrà essere in generale ricoperta da intonaco senza autorizzazione della Direzione Lavori. Murature in mattoni pieni e forati Per tutte le murature da eseguire con laterizi si dovrà curare al massimo la Pagina 47 di 161

48 regolarità dei corsi, riducendo l'altezza dei giunti a valori compresi fra i 5 e i 10 mm; dai giunti stessi dovrà essere eliminata la malta rifluente; è da evitare assolutamente la rabboccatura degli stessi. I laterizi prima dell'impiego dovranno essere abbondantemente bagnati. La muratura dovrà essere elevata uniformemente e contemporaneamente per corsi orizzontali, curandone la verticalità con opportune piombature. Si dovrà aver cura, prima di sovraccaricare i vari strati di muratura, di lasciare riposare le murature eseguite fino a che le malte non abbiano assunto una sufficiente consistenza. I mattoni dovranno essere collocati in opera in modo da avere i giunti alternati nei corsi successivi. Salvo ove si presentino particolari difficoltà esecutive, tutte le murature che si intersecano dovranno essere eseguite contemporaneamente oppure saranno predisposte le immorsature ad un passo adeguatamente commisurato ad una buone connessione trasversale. Dovranno inoltre essere inseriti in corso d'opera e non in un secondo tempo piattabande o travetti in forati armati necessari al sostegno dei voltini in corrispondenza delle aperture. Per le varie incassettature, chiusure di canne velette, ecc. potranno essere usate tavelle forate spessore cm 4,5. I muri non potranno essere intonacati se prima non si sarà ottenuta l'autorizzazione del Direttore dei Lavori. Criteri di accettazione delle opere Criteri di accettazione Le opere eseguite si intenderanno accettate solo se rispondenti a quanto prescritto al punto relativo ai materiali da utilizzare e al punto relativo alle modalità di esecuzione. Dovrà essere verificata la rispondenza delle opere eseguite a quanto richiesto nei disegni di progetto, sia per quanto riguarda le sagome, sia per l'esattezza delle misure richieste. Si dovrà accertare inoltre che non siano intervenuti cedimenti, deformazioni o fessurazioni, presenza di macchie o variazioni di colore nelle murature con faccia a vista, screpolatura dei giunti o altri difetti emersi dopo l'esecuzione dei lavori. Tolleranze - mm 5 al metro lineare, non cumulabili per murature in blocchi (in verticale ed orizzontale); - mm 6 al metro lineare, non cumulabili per murature in laterizio (in verticale ed in orizzontale). Pagina 48 di 161

49 7 INTONACI INTERNI ED ESTERNI Normativa di riferimento - UNI EN :2005 Profili metallici - Definizioni, requisiti e metodi di prova - Parte 1: Intonaci interni - UNI EN :2005 Profili metallici - Definizioni, requisiti e metodi di prova - Parte 2: Intonaci esterni - UNI EN :2005 Progettazione, preparazione e applicazione di intonaci esterni e interni - Parte 1: Intonaci esterni - UNI EN :2005 Progettazione, preparazione e applicazione di intonaci esterni e interni - Parte 2: Considerazioni sulla progettazione e principi essenziali per intonaci interni - UNI CEN/TR 15123:2006 Progettazione, preparazione e applicazione di sistemi interni di intonaci a base di polimeri - UNI CEN/TR 15125:2006 Progettazione, preparazione e applicazione di sistemi interni di intonaci a base di cemento e/o di calce Qualità dei materiali Acqua per impasti L'Appaltatore avrà l'obbligo di controllare le caratteristiche dell'acqua, che dovrà essere limpida, incolore, inodore. Agitandola in una bottiglia non si dovrà formare alcuna schiuma persistente. Potrà contenere al massimo 1 g/litro di SO4 (solfati) ed al massimo 0,1 g/litro di Cl (cloruri). Non potranno essere impiegate acque di rifiuto, anche se limpide, provenienti da fabbriche chimiche, da aziende di prodotti alimentari, da concerie o da altre aziende industriali. E' vietato inoltre l'impiego di acque piovane. L'acqua dovrà avere i requisiti prescritti nel punto 3 dell'allegato 1 al D.M. 9 gennaio Sabbia La sabbia dovrà risultare bene assortita in grossezza e costituita da grani resistenti, non provenienti da rocce calcaree; saranno da scartare quelli provenienti da rocce in decomposizione o gessose. Dovrà essere scricchiolante alla mano, non lasciare tracce di sporco, non contenere materie organiche, melmose o comunque dannose. Dovrà avere i requisiti prescritti nel punto 2 dell'allegato 1. al D.M. 9 gennaio Pagina 49 di 161

50 Cementi La fornitura del cemento dovrà avere i requisiti di cui alla legge 26 Maggio 1965 n. 595 ed al D.M. 3 Giugno 1968 che dettano le norme per l'accettazione e le modalità di prova dei cementi. L'Appaltatore sarà responsabile sia della qualità, sia della buona conservazione del cemento. I cementi, se in sacchi, dovranno essere conservati in magazzini coperti, perfettamente asciutti e senza correnti d'aria. I sacchi contenenti il cemento dovranno essere disposti in modo da formare cumuli ben assestati, collocati su impalcati sollevati dal suolo, eseguiti con tavole di legno e ricoperti con cartonfeltri bitumati o fogli di polietilene; i sacchi così disposti dovranno essere isolati dalle pareti del magazzino e protetti con teli impermeabili. Qualora il cemento venga trasportato sfuso, dovranno essere impiegati appositi ed idonei mezzi di trasporto, in questo caso il cantiere dovrà essere dotato di adeguata attrezzatura per lo scarico, di silos per la conservazione e di bilancia per il controllo della formazione degli impasti. I contenitori per il trasporto ed i silos dovranno essere tali da proteggere il cemento dall'umidità e dovrà essere evitata la miscelazione tra tipi e classi di cemento. Per i cementi forniti sfusi dovranno essere apposti cartellini piombati sia in corrispondenza dei coperchi che degli orifizi di scarico; su questi cartellini saranno riportate le indicazioni dell'art. 3 della legge 26 Maggio 1965 n L'introduzione in cantiere di ogni partita di cemento sfuso dovrà risultare dal giornale dei lavori e dal registro dei getti. La qualità dei cementi forniti sfusi potrà essere accertata mediante prelievo di campioni come stabilito dall'art. 4 della legge sopra ricordata. La quantità di alcali contenuta nel cemento non dovrà essere superiore al 5%. I sacchi dovranno essere mantenuti integri fino all'impiego. Verranno rifiutati i sacchi che presentassero manomissioni. Il cemento che all'atto dell'impiego risultasse alterato sarà rifiutato e dovrà essere allontanato subito dal cantiere. Indipendentemente dalle indicazioni contenute sui sigilli, sui sacchi oppure sui cartellini, il Direttore dei Lavori potrà far eseguire sul cemento approvvigionato, le prove prescritte. Calce viva aerea grassa in zolle o macinata Se impiegata la calce grassa, in zolle o macinata, dovrà provenire da calcari puri, essere di perfetta ed uniforme cottura, non essere "stracotta", nè lenta ad idratarsi e dovrà essere di qualità tale che, mescolata con il giusto accesso di acqua necessario all'estinzione, si trasformi completamente in una pasta soda a grassello tenuissimo senza lasciare residui maggiori del 6%, dovuti a parti non bene carbonizzate, siliciose o altrimenti inerti. Mescolata con l'acqua dovrà raggiungere rapidamente lo spegnimento con forte sviluppo di calore, aumentando di volume fino al triplo; l'impasto che si otterrà Pagina 50 di 161

51 dovrà essere tenace, bianco; morbido e quasi untuoso. La calce aerea grassa in zolle o macinata, prima del trasporto in cantiere dovrà essere conservata in locali chiusi ed al riparo dagli agenti atmosferici. Il trasporto in cantiere dovrà essere eseguito al riparo dalla pioggia e dall'umidità. Sarà rifiutata, sia all'arrivo in cantiere che al momento dell'estinzione, la calce ridotta in polvere o sfiorita. L'Appaltatore dovrà approvvigionare la calce in zolle a seconda delle necessità e, in attesa dello spegnimento, dovrà provvedere alla conservazione della calce in luoghi asciutti. Per la confezione delle malte per intonaci dovrà essere impiegata calce spenta almeno da tre mesi con stagionatura in vasca. Calce aerea idrata in polvere La calce idrata in polvere è ottenuta dall'idratazione della calce viva con la sola quantità stechiometrica di acqua (circa 1/3 in peso). I sacchi contenenti la calce idrata dovranno essere sempre, sia all'atto della fornitura che al momento dell'impiego, in perfetto stato di conservazione; saranno rifiutati quelli che comunque presentassero manomissioni. Intonaco di fondo premiscelato a base di calce e cemento Costituito da una malta secca composta da calce idrata, cemento Portland, sabbie classificate ed additivi specifici per migliorare la lavorazione e l'adesione presenta le seguenti caratteristiche tecniche. Peso specifico della polvere :1.400 kg/m3 ca. Spessore minimo :10 mm Granulometria : 0-3 mm Acqua di impasto : 20% ca. Resa : 14 kg/m2 ca. con spessore 10 mm Ritiro : 0,080 mm/m ca. Densità intonaco indurito : kg/m3 ca. Resistenza a flessione a 28 gg : 2 N/mm2 ca. Resistenza a compressione a 28 gg : 5 N/mm2 ca. Modulo di elasticità a 28 gg : N/mm2 ca. Fattore di resistenza alla diffusione del vapore (EN ): µ < 14 Coefficiente di assorbimento d acqua per capillarità (EN ) : W0 Coefficiente di conducibilità termica (EN 1745): λ = 0,7 W/m K Conforme alla Norma UNI EN GP-CSII-W0 Malta fine a base di calce per intonaci interni Costituito da un intonaco di finitura pronto all'uso composto da grassello di calce e sabbie classificate presenta le seguenti caratteristiche tecniche: Pagina 51 di 161

52 Peso specifico: kg/m³ ca. Granulometria : < 0,6 mm Resa: 3-4 kg/m2 ca. Spessore massimo di applicazione: 3 mm ca. Fattore di resistenza alla diffusione del vapore (EN ) : µ < 9 Coefficiente di assorbimento d acqua per capillarità (EN ): W0 Coefficiente di conducibilità termica (EN 1745) λ = 0,45 W/m K Conforme alla Norma UNI EN GP-CSI-W0 Intonaco interno a base di gesso Premiscelato a base gesso, utilizzato su pareti e soffitti compresa la preparazione del fondo ove necessario con una mano di aggrappante. Si prevede la fornitura di rete plastificata antiritiro posta a protezione di materiali a diversa dilatazione per una fascia di almeno 50 cm ed ogni onere affinchè il lavoro risulti a perfetta regola d'arte. Intonaco interno a base di gesso Premiscelato a base gesso e finitura a stucco, con posa di paraspigoli in lamiera, la fornitura di rete plastificata antiritiro posta a protezione di materiali a diversa dilatazione per una fascia adeguatamente commisurata alla prevenzione dei fonomeni differenziali. Intonaco esterno collante e rasante Collante/rasante in polvere a base di cemento bianco, calce, sabbia di marmo (0-1,2 mm), perlite ed additivi per migliorare l aderenza. Utilizzato come collante e rasante per il sistema di isolamento termico con pannelli tipo RÖFIX in sughero delle seguenti caratteristiche tecniche: Resistenza alla compressione: ca. 3,0 N / mm² Resistenza a trazione: > 1,5 N / mm² Peso specifico: ca kg/m³ Modulo E: ca N/mm² Permeabilità al vapore µ: Valore Sd (5mm): ca. 0,06-0,075 Conduttività termica: ca. 0,45 W/m K Coefficiente di assorbimento d'acqua w: < 1,0 kg/m²/24h Gruppo malte: PM3, W1 (B3340) Rivestimento in pasta, a base di silicato di potassio Pagina 52 di 161

53 Rivestimento in pasta, a base di silicato di potassio e resine acrilsilossaniche, con inerte composto da sabbia marmorea disponibile in diverse granulometrie da utilizzare come rivestimento decorativo per facciate di edifici, in particolare per interventi di restauro e sistemi di isolamento termico avente le seguenti caratteristiche tecniche: Granulometria: 0,7 mm V ;1,0 mm V ;1,5 mm V ;2,0 mm V 2,0 ;mm R 3,0 mm V. Permeabilità al vapore µ: ca. 60 Conducibilità termica: ca. 0,70 W/mK Coef. Assorbimento d'acqua: < 0,15 kg/m² h0,5 Criteri di esecuzione delle opere Prescrizioni generali Non si procederà mai ad eseguire gli intonaci quando le strutture non siano protette dagli agenti atmosferici, ossia quando vi sia la possibilità che le acque piovane possano imbibire le superfici da intonacare e neppure quando il minimo della temperatura nelle 24 ore sia tale da pregiudicare la normale buona presa delle malte, salvo l'adozione di particolari accorgimenti per intonaci interni, mediante adeguate chiusure di protezione o installazioni di sorgenti di calore restando comunque l'appaltatore, anche in questo caso, unico responsabile della buona riuscita dell'opera. Si dovrà anche proteggere gli intonaci dai raggi solari e, se necessario, provvedere a successive bagnature delle pareti intonacate. Qualora l'intonaco fosse previsto su parti adiacenti di tavolati in muratura e strutture in cemento armato, dovrà essere prevista su queste ultime una rete porta intonaco che sormonti per almeno cm 50 le parti in muratura, ad evitare fessurazioni o crepe nei punti di unione tra i diversi materiali. La calce da usarsi negli intonaci dovrà aver subito la stagionatura conveniente ad evitare sfioriture o calcinaioli. Gli spigoli, sporgenti o rientranti, saranno eseguiti ad angolo vivo o con opportuno arrotondamento a seconda di quanto venga richiesto dalla Direzione Lavori o previsto nei disegni di progetto; tutti gli intonaci, ad opera finita, dovranno avere spessore compreso fra 1,5 e 2,5 cm, salvo che non siano state impartite diverse disposizioni particolari. Tutti gli spigoli sporgenti dovranno essere profilati con malta cementizia e la loro esecuzione si intenderà compresa nelle opere appaltate senza che dia diritto a particolari compensi. Intonaco rustico Gli intonaci rustici, sia interni che esterni, non dovranno essere eseguiti prima che le malte allettanti le murature su cui andranno applicati abbiano fatto conveniente presa e comunque mai prima che siano trascorsi almeno due mesi dalla ultimazione delle murature stesse. Le operazioni di intonacatura del Pagina 53 di 161

54 rustico dovranno essere precedute dalla rimozione, dalla struttura da intonacare, della malta poco aderente, raschiando le connessure fino a conveniente profondità e dalla pulitura e bagnatura delle pareti, affinché si abbia la perfetta adesione fra le pareti stesse e l'intonaco che dovrà esservi applicato. Per la sua applicazione dovranno essere predisposte opportune fasce, eseguite sotto regoli di guida, in numero sufficiente e sopra punti fissati precedentemente. Per l'ottenimento di un rivestimento ben piano e verticale, verrà quindi applicato alle murature un primo strato di malta (rinzaffo) gettata con forza in modo che penetri in tutti gli interstizi e li riempia; si provvederà quindi alla regolarizzazione con il regolo. Le poste, le fasce ed il rinzaffo dovranno essere eseguiti con malta e dosatura di cui al punto A, comma g.1. Quando il rinzaffo avrà ottenuto una leggera presa, si applicherà su di esso lo strato della corrispondente malta fine che si conguaglierà con la cazzuola o con il frattazzino, stuccando ogni fessura e togliendo ogni asperità affinchè le pareti riescano regolari. Intonaco a civile (arricciatura) Appena l'intonaco rustico di cui al comma precedente avrà preso consistenza, verrà steso su di esso un terzo strato formato con malta fine che verrà conguagliata in modo tale che l'intera superficie risulti perfettamente uniforme e piana. L'intonaco rustico dovrà essere abbondantemente bagnato prima dell'applicazione dello strato di malta fine, qualora risulti già essiccato. La rifinitura della superficie dovrà risultare perfettamente lisciata, ovvero lavorata larga o stretta al frattazzo o alla pezza a seconda delle disposizioni che verranno impartite dal Direttore dei Lavori. Intonaco di fondo premiscelato a base di calce e cemento La muratura dovrà essere libera da polvere, sporco, efflorescenze saline, ecc. Eventuali tracce di oli, grassi, cere, ecc. dovranno essere preventivamente rimosse. Se impiegato su superfici in calcestruzzo liscio queste dovranno essere asciutte e precedentemente trattate con materiali aggrappanti oppure con un rinzaffo a base di sabbia e cemento. I giunti di elementi diversi devono essere armati con una speciale rete in fibra di vetro alcaliresistente; la rete non deve essere attaccata direttamente alla muratura, ma va immersa nella parte superficiale dell'intonaco. Si dovranno predisporre paraspigoli o staggie negli angoli e guide verticali nelle pareti per rispettare la piombatura. L intonaco andrà lavorato con macchine intonacatrici e applicato in unico strato sino a spessori di 20 mm a spruzzo dal basso verso l'alto e, successivamente, raddrizzato con staggie ad H o coltello con passaggi in senso orizzontale e verticale sino ad ottenere una superficie piana. Per spessori superiori a 20 mm l'intonaco dovrà essere applicato in più strati successivi, a distanza di almeno 1 giorno, avendo sempre l'accortezza di irruvidire lo strato di supporto. Pagina 54 di 161

55 Malta fine a base di calce per intonaci interni Da impiegare come intonaco di finitura ad uso civile per interni su intonaci di fondo a base di calce e cemento Preparazione del fondo La superficie da rivestire dovrà essere libera da polvere e sporco. Eventuali tracce di oli, grassi, cere, ecc. dovranno essere preventivamente rimosse. Per una migliore adesione si dovrà applicare la malta fina su intonaco di fondo fresco; l'intonaco di fondo asciutto va preventivamente inumidito. La malta dovrà essere applicata con la spatola metallica fino ad uno spessore massimo di 3 mm. Dopo l'applicazione si dovrà inumidire e rifinire con un frattazzino di spugna. Pitture, rivestimenti, tappezzerie, ecc. devono essere applicati solo dopo la completa essiccazione e stagionatura degli intonaci. Intonaco esterno collante e rasante L applicazione dovrà avvenire su muratura asciutta, priva di sporcizia e di polvere o su pannelli isolanti. Per l utilizzo sui pannelli isolanti: si dovrà applicare il rasante su tutta la superficie con la cazzuola dentata oppure con metodo a punti e strisce o semplicemente a striscie della larghezza di cm 5 (circa 70% della superficie incollata), le giunzioni aperte o i bucchi nei pannelli andranno riempiti con la speciale malta altamente termoisolante (tipo RÖFIX MINOFILL). Dopo l indurimento dovrà essere eliminata la malta esuberante e le irregolarità dei pannelli in modo da ottenere una superficie perfettamente piana. La rasatura dei pannelli isolanti avverrà dopo circa 2-3 giorni applicando prodotto tipo RÖFIX Unistar POR con la spruzzatrice meccanica o a mano e stendendo con la cazzuola dentata. Per una corretta esecuzione dovrà essere annegata una rete di armatura nella malta fresca sovrapponendo le singole strisce per 10 cm e ricoprendola uniformemente con la cazzuola. Dopo almeno 5 giorni di essiccamento (a seconda del clima) si potrà applicare il rivestimento murale tipo RÖFIX. Non dovranno essere impiegati rivestimenti acrilici, pitture in dispersione, nonché rivestimenti a grosso spessore (quali ad es. rivestimenti graffiati). Rivestimento in pasta, a base di silicato di potassio Da applicare su sottofondo stabile, asciutto e privo di polvere e sporcizia previa stesura, 24 ore prima della posa dell intonaco, a pennello o con rullo un primer di adesione (tipo RÖFIX Primer UNI). Il rivestimento in pasta andrà steso con la spatola di ferro in spessore corrispondente al granulo. Pagina 55 di 161

56 Per dare alla superficie l aspetto desiderato sarà utilizzato un frattazzo tondo in ferro, plastica o legno. Criteri di accettazione delle opere Criteri di accettazione Le opere in oggetto saranno accettate se i risultati ottenuti corrisponderanno a quanto prescritto nei punti relativi ai materiali da utilizzare e alle modalità di esecuzione. Dovrà essere verificata la rispondenza delle opere eseguite a quanto richiesto nei disegni di progetto, per quanto riguarda le sagome, l'esattezza delle misure e spessori richiesti. Si dovrà accertare inoltre che gli intonaci di qualunque tipo essi siano non presentino crepature, irregolarità negli allineamenti e negli spigoli, nei piani, nei piombi, sfioriture. Potrà essere ordinata l'asportazione di tratti di intonaco, per accertare l'aderenza alle murature ed il prelevamento di campioni da sottoporre a prove fisiche od analisi di laboratorio. Gli intonaci che presentassero comunque difetti dovranno essere demoliti e rifatti dall'appaltatore a propria cura e spese, restando inoltre a suo carico i necessari ripristini, nonchè il risarcimento degli eventuali danni. Tolleranze Le superfici delle pareti dovranno risultare perfettamente piane; saranno controllate con una riga di 2 m di lunghezza e non saranno ammesse ondulazioni della superficie che, al controllo della riga, diano scostamenti superiori a 3 mm. Pagina 56 di 161

57 8 PAVIMENTI INDUSTRIALI Normativa di riferimento Per pavimento di calcestruzzo si intende l insieme di piastra di calcestruzzo e lo strato di usura. - UNI 11146:2005 Pavimenti di calcestruzzo ad uso industriale - Criteri per la progettazione, la costruzione ed il collaudo - UNI 6131 Prelevamento campioni di calcestruzzo indurito - UNI 6393 Controllo della composizione del calcestruzzo fresco - UNI 7122 Calcestruzzo fresco - Determinazione della quantità d'acqua d'impasto essudata - UNI 7998 Edilizia - Pavimentazioni -Terminologia - UNI Aggregati per confezione di calcestruzzi - Parte 2: Requisiti - UNI Aggregati per confezione di calcestruzzi - Parte 8: Determinazione del contenuto di grumi di argilla e particelle friabili - UNI 8656 Prodotti filmogeni per la protezione del calcestruzzo durante la maturazione - Classificazione e requisiti - UNI Durabilità delle opere e manufatti di calcestruzzo - Parte 7: Istruzioni per la progettazione, la confezione e messa in opera del calcestruzzo - UNI 9417 Calcestruzzo fresco - Classificazione della consistenza - UNI Additivi per impasti cementizi - Additivi multifunzionali per calcestruzzo - Definizioni, requisiti e criteri di conformità - UNI Fibre di acciaio da impiegare nel confezionamento di conglomerato cementizio rinforzato - UNI Calcestruzzo rinforzato con fibre di acciaio - Parte 1: Definizioni, classificazione e designazione - UNI Calcestruzzo rinforzato con.bre di acciaio - Parte 2: Metodo di prova per la determinazione della resistenza di prima fessurazione e degli indici di duttilità - UNI EN Cemento - Parte 1: Composizione, speci.cazioni e criteri di conformità per cementi comuni - UNI EN Calcestruzzo - Parte 1: Specificazione, prestazione, produzione e conformità - UNI EN 450 Ceneri volanti per calcestruzzo - De.nizioni, requisiti e controllo di qualità - UNI EN Additivi per calcestruzzo, malta e malta per iniezione - Additivi per calcestruzzo - Parte 2: Definizioni, requisiti, conformità, marcatura ed etichettatura - UNI EN 1008 Acqua d'impasto per il calcestruzzo - Specifiche di campionamento, di prova e di valutazione dell'idoneità dell'acqua, incluse le acque di recupero dei processi dell'industria del calcestruzzo, come acqua di impasto del calcestruzzo - UNI EN Prove per determinare le proprietà chimiche degli aggregati - Parte 1: Analisi chimica Pagina 57 di 161

58 9 PAVIMENTI CERAMICI Normativa di riferimento UNI EN 14411:2004 Piastrelle di ceramica - Definizioni, classificazione, caratteristiche e marcatura UNI EN 176/177 corrispondenti alla norma ISO Prove Norme UNI EN Norme ISO Caratteristiche Assorbimento d Acqua UNI EN 99 STRUTTURALI Porosità e densità apparente ISO Caratteristiche di Dimensioni e Aspetto UNI EN 98 ISO REGOLARITA Differenze di colore ISO Caratteristiche Resistenza a flessione UNI EN 100 MECCHANICHE Carico di rottura a flessione ISO MASSIVE Resistenza all impatto ISO Caratteristiche Durezza UNI EN 101 MECCANICHE SUPERFICIALI Resistenza smaltate all abrasione, UNI EN 154 ISO Resistenza all abrasione non smaltate UNI EN 102 ISO Caratteristiche Resistenza al gelo UNI EN 202 TERMO- Resistenza agli shock termici UNI EN 104 IGROMETRICHE Dilatazione termica UNI EN 103 ISO ISO ISO Dilatazione all umidità UNI EN 155 ISO Pagina 58 di 161

59 Resistenza a cavillo (smaltate) UNI EN 105 ISO Caratteristiche Resistenza alle macchie UNI EN 122 ISO CHIMICHE (smaltate) Resistenza all attacco chimico, smaltate UNI EN 122 ISO Resistenza all attacco chimico, non smaltate UNI EN 106 Cessione di Pb e Cd ISO Caratteristiche di SICUREZZA Scivolosità Coefficiente di Attrito ISO Campionamento UNI EN 163 ISO Basi per la classificazione Le piastrelle di ceramica sono suddivise in gruppi secondo il loro metodo di formatura ed il loro assorbimento d acqua (Percentuale d acqua in massa, determinata secondo la ISO ). I gruppi non pregiudicano l uso finale dei prodotti. Metodi di formatura I tre metodi di formatura sono: - metodo A, piastrelle estruse - metodo B, piastrelle pressate a secco - metodo C, piastrelle formate con altri processi Gruppi di assorbimento d acqua ( E ) Esistono tre gruppi di assorbimento d acqua. a) Piastrelle con basso assorbimento d acqua (Gruppo I), E 3% Nel caso delle piastrelle pressate a secco il Gruppo I è ulteriormente suddiviso in: 1) E 0,5% (Gruppo B I a); 2) 0,5% < E 3% (Gruppo B I b). b) Piastrelle con medio assorbimento d acqua (Gruppo II), 3% < E 10% Pagina 59 di 161

60 Il Gruppo II è ulteriormente suddiviso come segue: b1) per le piastrelle estruse: 1) 3% < E 6% (Gruppo A II a, Parti 1 e 2); 2) 6% < E 10% (Gruppo A II b, Parti 1 e 2); b2) per le piastrelle pressate a secco: 3) 3% < E 6% Gruppo B II a; 4) 6% < E 10% Gruppo B II b. c) Piastrelle con alto assorbimento d acqua (Gruppo III), E > 10% Classificazione delle piastrelle di ceramica secondo l assorbimento d acqua ed il metodo di formatura: Metodo di formatura Gruppo I Gruppo IIa Gruppo IIb Gruppo III E 3% 3% < E 6% 6% < E 10% E > 10% Estrusione A Gruppo AI Gruppo AIIa- 1a) (vedere appendice A) Gruppo 2a) Gruppo 1b) Gruppo 2b) AIIa- AIIa- AIIa- Gruppo AIII B Gruppo BIa Gruppo BIIa Gruppo BIIb Gruppo BIII b) Pressatura a secco E 0,5% Gruppo BIb 0,5%<E 3% Altri processi di formatura Gruppo CI Gruppo CIIa Gruppo CIIb Gruppo III Qualità dei materiali Marcatura Le piastrelle di ceramica e/o i loro imballaggi devono riportare: a) marchio del fabbricante e/o marchio del venditore e Paese di origine; b) marchio indicante la prima scelta; c) tipo di piastrelle e riferimento all appendice appropriata della presente norma europea; d) dimensioni: nominali e di fabbricazione, modulari (M) o non modulari; e) natura della superficie, smaltata (GL) o non smaltata (UGL). Informazioni sul prodotto Le informazioni sul prodotto per le piastrelle per pavimenti devono riportare: a) i risultati ottenuti dalla prova di scivolosità, quando richiesto da regolamenti Pagina 60 di 161

61 e tenendo conto del/i metodo/i di prova applicabile/i nel Paese Membro di destinazione, e/o quando richiesto dal cliente; b) la classe di abrasione per le piastrelle smaltate. Designazione Le piastrelle di ceramica devono essere designate indicando quanto segue: a) il metodo di formatura; b) l appendice di questa norma europea che riguarda il gruppo specifico delle piastrelle; c) le dimensioni: nominali e di fabbricazione, modulari (M) o non modulari; d) la natura della superficie, per esempio smaltata (GL) o non smaltata (UGL). Esempi: Piastrelle pressate a secco, EN 14411, appendice L BIII M20 cm 20 cm (W 197 mm 197 mm 8 mm) GL Piastrelle pressate a secco, EN 14411, appendice L BIII 15 cm 15 cm (W 150 mm 150 mm 8 mm) UGL Simboli riferiti all uso L utilizzo di simboli sugli imballaggi e/o sulla documentazione di prodotto non è un requisito eccetto quando esplicitamente stabilito; si raccomanda di utilizzare i simboli riportati a seguire per fornire indicazioni sull uso: a) piastrelle adatte per il rivestimento di pavimenti; b) piastrelle adatte per il rivestimento di pareti; c) i numeri, di cui questo è un esempio, indicano la classificazione di una piastrella smaltata adatta per il rivestimento di pavimenti in base alla sua resistenza all abrasione (vedere appendice N); d) simbolo che indica piastrelle resistenti al gelo. Classificazione delle piastrelle smaltate per pavimento in base alla loro resistenza all abrasione Questa classificazione approssimativa viene fornita solo a scopo di guida (vedere ISO ). Non dovrebbe essere utilizzata per fornire accurate prescrizioni di prodotto in relazione a requisiti particolari. Classe 0 Piastrelle in questa classe non sono consigliate per il rivestimento di pavimenti. Pagina 61 di 161

62 Classe 1 Rivestimenti di pavimenti in aree soggette a calpestio con scarpe a suola morbida o a piedi nudi senza sporco abrasivo (per esempio bagni e camere da letto in edi.ci residenziali, senza accesso diretto dall esterno). Classe 2 Rivestimenti di pavimenti in aree soggette a calpestio con scarpe a suola morbida o normale con, tutt al più, piccoli quantitativi occasionali di sporco abrasivo (per esempio stanze nelle zone giorno di abitazioni private, ad eccezione di cucine, ingressi ed altre stanze ad alto traffico). Questo non si applica nel caso di calzature non normali, quali ad esempio scarpe chiodate. Classe 3 Rivestimenti di pavimenti in aree soggette a calpestio con scarpe normali e con presenza frequente di piccole quantità di sporco abrasivo (per esempio cucine in edifici residenziali, sale, corridoi, balconi, logge e terrazze).questo non si applica nel caso di calzature non normali, quali ad esempio scarpe chiodate. Classe 4 Rivestimenti di pavimenti in aree soggette a calpestio da traffico ordinario con sporco abrasivo, per cui le condizioni sono più severe di quelle riportate alla Classe 3 (per esempio ingressi, cucine commerciali, hotel, negozi ed aree vendita). Classe 5 Rivestimenti di pavimenti soggetti a traffico pedonale intenso per periodi di tempo prolungati con sporco abrasivo, cosicché le condizioni sono le più severe nelle quali si possono utilizzare piastrelle smaltate per pavimento (per esempio aree pubbliche come centri commerciali, sale di aeroporti, ingressi di hotel, passaggi pedonali pubblici e applicazioni industriali).questa classificazione è valida per le applicazioni riportate in normali condizioni. Si dovrebbero prendere in considerazione le scarpe, il tipo di traffico ed i metodi di pulizia prevedibili, ed i pavimenti dovrebbero essere adeguatamente protetti dallo sporco abrasivo all ingresso degli edifici mediante interposizione di sistemi di pulizia delle scarpe. In casi estremi di traffico molto pesante e di abbondanza di sporco abrasivo, si possono prendere in considerazione piastrelle per pavimento non smaltate del Gruppo I. I pavimenti dovranno essere in gradi di resistere alle sollecitazioni statiche e/o dinamiche previste e/o richieste in progetto. I materiali dovranno essere classificati come di "prima scelta" in base alle tolleranze dimensionali e di forma ed all'aspetto dei singoli elementi. A) Grès fine porcellanato Impasto fine di argilla pregiata con aggiunta di feldspati e caolini sottoposto Pagina 62 di 161

63 a pressatura atomizzata (450 kg/cm2) e cottura a 1250 C Principali caratteristiche: - percentuale di assorbimento d'acqua 0,05% (EN 99) - resistenza agli sbalzi di temperatura (EN 104) - resistenza dei colori alla luce ed ai raggi UV (DIN 51094) - resistenza alla flessione 50 N/mm 2 - durezza SCALA MOHS > 8 grado (DIN EN 101) scala MOHS - dilatazione termica lineare 6,5x10-6 /K (EN 103) - resistenza agli acidi (EN 106) - antigelivo (EN 202) - resistenza all'abrasione profonda perdita di volume 130 mm 3 (EN 102) - ininfiammabile - carico di rottura spess. 8,6 mm > 2000 N (per formati quadrati) spess. 12 mm > 4000 N spess. 14 mm > 6000 N B) Grès estruso Impasto di argilla, quarzi e feldspati sottoposti a processo di estrusione e a cottura lenta a circa 1200 C. Principali caratteristiche: - percentuale di assorbimento d'acqua max 6% - resistenza ai calori sulla luce ed ai raggi UV DIN resistenza alla flessione 20 N/mm2 - durezza SCALA MOHS > 5 grado - dilatazione termica lineare 12x10-6/K (EN 103) - resistenza agli acidi (EN 106) - antigelivo - resistenza all'abrasione profonda < 300 mm3 - incombustibile - carico di rottura spess. 8 mm > 1800 N (per formati quadrati) spess. 10 mm > 2800 N spess. 12 mm > 4050 N spess. 14 mm > 5490 N C) Ceramica smaltata - resistenza alla flessione > 50 kg/cm2 - durezza dello smalto > 4^ scala Mohs - assorbimento sulla superficie nullo Criteri di esecuzione delle opere Pagina 63 di 161

64 Posa I criteri di posa dovranno essere adeguatamente valutati in relazione alla tipologia di sottofondo prevista in progetto. Occorrendo parti di piastrelle per il completamento dei pavimenti, queste dovranno essere tagliate con appositi ed idonei utensili, essendo vietato effettuare tagli col martello, con lo scalpello, ecc.. La posa in opera delle piastrelle dovrà essere curata, affinchè nessun elemento sporga rispetto a quello adiacente, le fughe siano perfettamente rettilinee, non vengano posti in opera elementi anche minimamente imperfetti per rotture ai bordi, agli spigoli, o per mancanza di planarità ed ortogonalità degli angoli. I pavimenti dovranno essere perfettamente piani. Giunti Dovranno essere previsti giunti di dilatazione, estesi parzialmente al sottofondo, per campi di superficie adeguatamente ponderata in relazione alle tipologie di posa. Inoltre dovranno essere rispettati gli eventuali giunti strutturali propri della struttura di supporto. Piccoli spostamenti rispetto ai giunti già preesistenti nel supporto potranno essere realizzati mediante l'interposizione di un cuscinetto di materiale elastico che permetta i movimenti relativi previsti senza il rischio di rotture e/o fessurazioni, e purchè lo spostamento sia contenuto entro una dimensione non superiore ad un quinto del lato a sbalzo della piastrella. Sigillature e stuccature In corrispondenza dei giunti strutturali si dovranno impiegare fondo-giunti in compriband autoadesivo e sigillature superficiali realizzate con prodotti non degradabili, ne sublimabili ed aventi un elevato coefficiente di dilatazione ed elasticità. In corrispondenza dei giunti di dilatazione e secondo le prescrizioni di progetto si impiegheranno righelli di PVC, oppure di acciaio inossidabile, oppure di ottone incassati per almeno un terzo nel sottofondo del pavimento. Per le stuccature si impiegherà un impasto molto fluido di cemento bianco, oppure colorato con idonei pigmenti, miscelato con sabbia molto fine nelle proporzioni: 2 parti di cemento ed 1 di sabbia. Pagina 64 di 161

65 Criteri di accettazione delle opere Difetti Lo strato di finitura superficiale dovrà mantenere nel tempo le medesime qualità di resistenza, planarità, omogeneità ed uniformità di colorazione. Non dovrà presentare carie, peli, cavillature, nè fenomeni di rigonfiamento e/o distacco dal supporto sottostante. Tolleranze Non saranno ammesse ondulazioni nella planarità del pavimento superiori a 2 mm per metro lineare di lunghezza, misurati con l'apposizione sul pavimento di un regolo metallico lungo almeno 2.50 m. Qualità e caratteristiche dei materiali Generalità Le pietre dovranno essere di 1 a qualità e presentare grana compatta, senza difetti quali bucce, vene, cuoiaccio, lenti, ghiaia, scaglie, peli, nodi. Non dovrà, inoltre, manifestarsi la presenza di taroli (piccole cavità di soluzione), vermicello o frescume (rigature o macchie biancastre o giallastre di sostanze varie), zampe di gallina, macrosità, fessurazioni, inclusioni di cappellaccio, ecc., che, pur essendo propri delle singole specie, alterino l'omogeneità, la solidità e la bellezza della pietra. Pavimento in lastre di pietra artificiale Fornitura e posa in opera di pavimento in lastre di pietra in marmo di fabbrica dello spessore adeguato alla movimentazione, posa ed esercizio, in lastre rettangolari profilate a spigoli vivi di larghezza compresa tra cm 20 e cm 60 spianate e lavorate a punta fine poste in opera su sottofondo di spessore adeguato eseguito in malta cementizia dosata a kg 250 di cemento tipo R325 per mc di sabbia a granulometria idonea e dotato di rete elettrosaldata diam. 5 maglia 10 x 10 (sottofondo e rete compresi nel prezzo), compresi gli oneri per la sigillatura tra le coste con boiacca di cemento, lo spolvero superficiale con cemento in ragione di minimo 6 kg/mq, la formazione delle pendenze necessarie allo smaltimento delle acque meteoriche, la pulizia superficiale con segatura, sfridi ed ogni altro onere e provvista accessoria affinchè il lavoro risulti a perfetta regola d'arte. Le superfici piane non dovranno presentare cavità, tassellature, rattoppi, masticature, graffature ed altri simili rimedi di consolidamento e di rinforzo. Le pietre dovranno essere lavorabili, pertanto al taglio non dovranno Pagina 65 di 161

66 presentare superfici concoidi o scheggiate, con fessurazioni o diramazioni. In relazione alle lavorazioni previste in progetto, le pietre saranno ridotte a superficie liscia, fino alla lucentezza uniforme, anche speculare, mediante una serie di abrasivi sempre più dolci che tolgano le minime asperità e che lascino vedere meglio macchie, venature e colorazioni naturali, proprie del materiale. Il fornitore deve indicare le dimensioni nominali di ogni lastra sottoposta a prova, a meno che esse non siano fornite in dimensioni libere. Laddove fornita in lunghezze a correre, si devono indicare solo le larghezze e gli spessori. Campioni Tutti i materiali dovranno essere campionati in sede di offerta nelle varie lavorazioni richieste ed accompagnati da schede tecniche atte ad illustrarne la provenienza, i requisiti qualitativi, l'idoneità all'impiego prestazionale di progetto. Il campione di riferimento dovrà essere determinato da un numero di pezzi di pietra di dimensioni sufficienti a indicare l'aspetto del lavoro finito. Le dimensioni devono essere comprese tra 0,01 m2 e 0,25 m 2 nell'area della faccia a vista e devono indicare l'aspetto approssimativo in relazione a colorazione, schema della venatura, struttura fisica e finitura della faccia. Deve mostrare la tonalità generale e la finitura della pietra, ma non implica alcuna uniformità complessiva di colore e venature tra il campione e la fornitura. Il campione di riferimento dovrà essere fornito e consegnato al cliente come indicazione di caratteristiche specifiche quali fori per il travertino, taroli per il marmo, inclusioni vetrose, macchie, vene cristalline e macchie di ruggine dei materiali offerti. Spessore delle lastre L'Appaltatore dovrà fornire le lastre con spessore idoneo al tipo di materiale lapideo impiegato, tenendo conto delle modalità di impiego e delle prestazioni richieste. Si precisa che, in ogni caso, non saranno accettati spessori di valore inferiori a (salvo quanto di seguito precisato): a) pavimentazioni: 10 mm b) rivestimenti: - (posa a malta) : 10 mm - (posa a secco) : 10 mm c) controsoffitti: (posa a secco): 30 mm d) pedate (interne ed esterne): 10 mm e) alzate (interne ed esterne) : 10 mm f) copertine (interne ed esterne): 30 mm g) davanzali (interni ed esterni) : 30 mm h) soglie (interne ed esterne) : 10 mm i) spalle : 30 mm l) zoccolature (interne ed esterne) : 20 mm Pagina 66 di 161

67 m) rivestimento di porte/sportelli : 10 mm Resistenza al gelo/disgelo Il produttore deve dichiarare la resistenza al gelo/disgelo della pietra in conformità al prospetto 6 quando è sottoposta a prova in conformità alla EN Il numero di cicli deve essere 48. La prova è eseguita per determinare l'effetto dei cicli di gelo/disgelo sulle caratteristiche prestazionali (resistenza a flessione della EN 12372). Classe Classe 0 Classe 1 Designazione di marcatura F0 F1 Requisito Nessuno requisito per la resistenza al gelo/disgelo Resistente (variazione 20% nella resistenza a flessione) Resistenza allo scivolamento/slittamento Il produttore deve dichiarare il valore minimo di resistenza allo scivolamento in assenza di lucidatura (USRV) previsto per i singoli provini di lastre con finitura superficiale fine quando siano sottoposte a prova in conformità con l'appendice D. Se nessuna prestazione è stata determinata questa circostanza deve essere indicata. Lavorazioni delle pietre In relazione alla lavorazione delle superfici le pietre si distinguono con la seguente nomenclatura, riferita alla superficie stessa: - sbozzata: che ha subito una prima lavorazione per dare alla stessa una grossolana squadratura; - a punta grossa: uniforme distribuzione di solchi e cavità, ciascuna delle quali deve avere profondità tra i 6 e gli 8 mm (lavorazione con mazzuolo e punta grossa); - a punta media: uniforme distribuzione di solchi come sopra, ma della profondità tra i 5 e gli 8 mm (lavorazione a mazzuolo o punta fine); - a punta fine: uniforme distribuzione dei solchi come sopra, ma per la profondità da 2 a 5 mm; - scalpellata: superficie pressochè liscia; sono ammessi solchi per la profondità non superiore a 2 mm; - a bocciarda grossa: lavorazione con bocciarda grossa (9-16 denti su 25 cmq); - a bocciarda media: lavorazione con bocciarda media (25-26 denti su 25 cmq); - a bocciarda fine: lavorazione con bocciarda fine ( denti su 25 cmq); - a martellina grossa, media, fine: uniformemente striata in una sola direzione (su superficie preventivamente lavorata a punta o martellina di grado superiore); Pagina 67 di 161

68 - levigata: superficie liscia e omogenea senza rigature, striature o altri segni di precedenti lavorazioni; - lucidata: brillante, speculare ottenuta su superficie preventivamente levigata con l'impiego di ossido di piombo. L'Appaltatore dovrà avere la massima cura onde evitare, durante le varie operazioni di carico, trasporto, scarico e collocamento in sito e sino al collaudo, rotture, scheggiature, graffi, danni alle lucidature, ecc.. Egli pertanto dovrà provvedere, alle opportune protezioni, con materiale idoneo, di spigoli, cornici, scalini, pavimenti, soglie ecc. L'Appaltatore dovrà usare speciali cure ed opportuni accorgimenti per il fissaggio o il sostegno di stipiti, architravi, rivestimenti, ecc., in cui i pezzi risultino sospesi alle strutture in genere ed a quelle in cemento armato in specie; in tale caso si potrà richiedere che le pietre o marmi siano collocate in opera prima del getto ed incorporati con opportuni mezzi alla massa della muratura o del conglomerato. La faccia vista della pietra da taglio in lastre per soglie, rivestimenti, pavimenti, ecc., dovrà essere lavorata a pelle piana perfettamente levigata o martellinata secondo quanto disposto dagli elaborati tecnici e dalla D.L.. Qualora richiesto, si dovrà procedere alla lucidatura a piombo che dovrà essere eseguita esclusivamente con fogli di lamina di piombo applicati sulle apposite mole delle macchine levigatrici. Gli zoccolini e le soglie dovranno essere posti in opera dopo aver effettuato alcune passate di arrotatura e ciò per ottenere un perfetto piano di posa degli stessi. Fermo restando che l'appaltatore dovrà realizzare bisellature, smussi e scuretti (levigati oppure lucidati), in modo tale da raggiungere il migliore risultato qualitativo, in relazione alle diverse tipologie di posa, si precisa che, salvo dove diversamente specificato: a) gli spigoli delle lastre accostate dovranno essere bisellati leggermente ("via il vivo di mola"); b) gli spigoli verticali a vista dovranno essere smussati fino alla larghezza di almeno 1 cm; c) gli spigoli orizzontali a vista delle zoccolature dovranno essere smussati (in relazione allo spessore della lastra) in modo tale che la costa piana a vista sporga di un valore non superiore a 0.5 cm dal filo della muratura finita; d) gli spigoli orizzontali a vista di copertine e cielini dovranno essere smussati fino alla larghezza di almeno 1 cm; e) gli spigoli a vista di soglie e pedate dovranno essere bisellati con leggero arrotondamento; f) la connessione fra piani verticali (rivestimenti a parete, zoccolature, alzate, ecc.) e piani orizzontali (pavimenti, copertine, pedate, ecc.) dovrà essere realizzata con l'interposizione di uno scuretto, sul piano verticale, della dimensione di cm 1x1; g) gli spigoli inferiori a vista dei rivestimenti di facciata dovranno essere smussati fino alla larghezza di almeno 1 cm con retrostante gocciolatoio a sezione quadra oppure triangolare per tutta la loro lunghezza. Soglie interne La larghezza delle soglie collocate in corrispondenza dei vani di porta di Pagina 68 di 161

69 ingresso agli appartamenti dovrà essere quella dello spessore finito del vano cui vanno applicate. Qualora le soglie debbano essere realizzate in più elementi i singoli elementi non saranno mai di lunghezza inferiore a 1,50 metri, fatta eccezione per gli elementi terminali. Gli elementi terminali delle soglie a contatto con murature dovranno essere incamerati nelle murature stesse o nei sovrastanti intonaci per almeno 20 mm. Gli elementi terminali delle soglie a contatto con cassettoni di legno o con imbotti di pietra e marmi dovranno essere convenientemente sagomati così da inserirsi perfettamente nel vano cui sono destinati. Pagina 69 di 161

70 10 TINTEGGIATURE E VERNICIATURE PER INTERNI/ESTERNI Normativa di riferimento - UNI 8752:1985 Edilizia. Verniciature, pitturazioni, RPAC, tinteggiature, impregnazioni superficiali. Classificazione, terminologia e strati funzionali. - UNI 8753:1985 Edilizia. Verniciature, pitturazioni, RPAC, tinteggiature, impregnazioni superficiali. Analisi dei requisiti. - UNI Edilizia - Verniciature, pitturazioni, RPAC, tinteggiature, impregnazioni superficiali - Caratteristiche e motivi di prova. - UNI Edilizia - Prodotti per sistemi di verniciatura, pitturazione, RPAC, tinteggiatura, impregnazione superficiale e misti - Caratteristiche di identificazione e metodi di prova - UNI 8681:1984 Edilizia. Prodotti per sistemi di verniciatura, pitturazione, RPAC, tinteggiatura e impregnazione superficiale. Criteri generali di classificazione. - UNI 10560:1996 Prodotti vernicianti Pitture murali in emulsione per interno. Resistenza al lavaggio. Metodo della spazzola. - UNI 10792:1999 Pitture e vernici - pitture in emulsione per interno bianche o leggermente colorate - Determinazione della presa di sporco - UNI EN :2001 Pitture e vernici - Prodotti e sistemi di verniciatura di opere murarie esterne e calcestruzzo- determinazione e classificazione del grado di trasmissione dell'acqua liquida (permeabilità) - UNI EN 13300:2002 Pitture e vernici - Prodotti e sistemi di verniciatura all'acqua per pareti e soffitti interni - Classificazione - UNI EN :2003 Pitture e vernici - Prodotti e cicli di verniciatura di opere murarie esterne e calcestruzzo - Metodi di condizionamento prima delle prove - UNI EN 927-3:2003 Pitture e vernici - Prodotti e cicli di verniciatura per legno per impieghi esterni - Prova di invecchiamento naturale - UNI EN :2005 Pitture e vernici - Prodotti e sistemi di verniciatura per muratura e calcestruzzo esterni - Parte 1: Classificazione - UNI EN 927-2:2006 Pitture e vernici - Prodotti e cicli di verniciatura per legno per impieghi esterni - Parte 2: Specifica delle prestazioni - UNI EN ISO 1514:2005 Pitture e vernici - Pannelli unificati per le prove - UNI EN ISO 15528:2003 Pitture, vernici e materie prime per pitture e vernici - Campionamento - UNI EN ISO 2808:2007 Pitture e vernici - Determinazione dello spessore del film - UNI EN ISO 4618:2007 Pitture e vernici - Termini e definizioni - UNI Prodotti vernicianti - Confronto visivo del colore delle pitture - UNI Prodotti vernicianti - Determinazione della resistenza di pellicole di prodotti vernicianti all alcalinità delle malte E' facoltà della D.L. far eseguire, prove ed analisi chimiche, fisiche e meccaniche, per verificare la composizione qualitativa e quantitativa dei materiali, lo spessore del prodotto applicato, nonchè le prove previste nella Pagina 70 di 161

71 norma di unificazione UNICHIM 4715/61 (Pitture vernici e smalti, proprietà e metodi di prova). Le analisi e le prove dovranno essere effettuate da laboratori specializzati. Le principali prove e determinazioni che possono essere effettuate sono: - adesività e resistenza alla trazione - allungamento o deformazione sopra supporto - grado di brillantezza - potere coprente - resa - diluibilità - durezza - essiccazione all'aria - peso specifico relativo - finezza di macinazione - resistenza all'acqua, alle soluzioni saline ed agli agenti chimici - resistenza agli agenti atmosferici - resistenza alla luce - resistenza alla temperatura - resistenza alle variazioni di temperatura - sedimentazioni - viscosità dinamica - viscosità cinematica. Qualità dei materiali I materiali dovranno essere forniti in contenitori sigillati e con l'indicazione del contenuto. Colori e vernici I materiali impiegati nelle opere da pittore dovranno essere sempre garantiti. Latte di calce. - Il latte di calce sarà preparato con calce grassa, perfettamente bianca, spenta per immersione. Vi si potrà aggiungere la quantità di nerofumo strettamente necessaria per evitare la tinta giallastra. Colori all acqua, a colla o ad olio. - Le terre coloranti destinate alle tinte all acqua, a colla o ad olio, saranno finemente macinate e prive di sostanze eterogenee e dovranno venire perfettamente incorporate nell acqua, nelle colle e negli oli, ma non per infusione. Tinteggiatura smalto all acqua Fornitura e posa in opera di tinteggiatura per interni con smalto idrosolubile, dato in opera a due mani con idonee attrezzature, colori a scelta D.L., da eseguirsi su pareti. Si intende compresa e compensata la preparazione del supporto mediante quanto prescritto nel successivo punto 3.1. Pagina 71 di 161

72 Compreso ogni onere per dare l opera finita a perfetta regola d arte. Tinteggiatura a tempera data a spruzzo Fornitura e posa in opera di tinteggiatura interna a due mani di tinta formata da temperane con aggiunta di fissativo eseguita a qualsiasi altezza, in tinta unica a scelta D.L.. Su pareti e soffitti intonacati a civile o a calce e a gesso. Si intende compresa e compensata la preparazione del supporto mediante quanto prescritto nel successivo punto 3.1. Compreso ogni onere per dare l opera finita a perfetta regola d arte. Tinteggiatura con idropittura lavabile Fornitura e posa in opera di tinteggiatura con idropittura lavabile eseguita a qualsiasi altezza, per interni del tipo opaca, solubile in acqua e in tinta unica a scelta della DL. Su pareti e soffitti intonacati a civile o a calce o a gesso. Imprimitura ad uno strato di isolante a base di resine acriliche all acqua data a pennello. Ciclo di pittura lavabile, costituito da strato di fondo dato a pennello e 2 strati di finitura dati a rullo. Si intende compresa e compensata la preparazione del supporto mediante quanto prescritto nel successivo punto 3.1. Compreso ogni onere per dare l opera finita a perfetta regola d arte. Tinteggiatura esterna lavabile Fornitura e posa in opera di tinteggiatura esterne a tre mani di tinta lavabile acrilica eseguita a qualsiasi altezza e in tinta unica a scelta della DL. Su pareti e soffitti intonacati a civile. Imprimitura ad uno strato di isolante a base di resine acriliche all acqua data a pennello. Ciclo di pittura lavabile, costituito da strato di fondo dato a pennello e 2 strati di finitura dati a rullo. Si intende compresa e compensata la preparazione del supporto mediante quanto prescritto nel successivo punto 3.1. Compreso ogni onere per dare l opera finita a perfetta regola d arte. Pittura murale ecocompatibile Fornitura e posa in opera di pittura murale per interni a base di materie prime selezionate ed eco-compatibili in dispersione acquosa, monocomponente, ad essiccamento fisico, opaca, acrilica. I colori ottenuti da terre naturali con le seguenti caratteristiche principali: - Zero VOC - Assenza di glicoli - Non altera la naturale traspirazione del muro - Alta copertura Lavabile Classificazione (UNI 8681:1984) B4. C.O.A.2.FA Pagina 72 di 161

73 Da applicare come una normale idropittura a due mani su superficie pulita ed asciutta previa mano di fondo fissativo Caratteristiche ed altre informazioni tecniche Metodo Dati principali a 20 C e 60% di Umidità Relativa Aspetto e finitura Molto opaco Massa volumica g/ml MPL 007 (UNI 8910) 1,480-1,540 Viscosità Brookfield cps MPL 021 (ASTM D 2196) Spessore secco consigliato micron per mano Punto di Infiammabilità C infiammabile MPL 021 (ASTM D 1186) MPL 046 (UNI 8909) Non Contenuto solidi % in peso MPL 027 (UNI 8906) Vita di stoccaggio (in luogo fresco e asciutto) Contenuto composti organici volatili (VOC) g/l MPL 064 (UNI 1054) MPL 109 (ISO ) Almeno 36 mesi > 10 g/l Secco al tatto h MPL 033 Max 0,5 Secco in profondità h MPL 033 Max 12 Sovraverniciabilità h MPL Esterni / Interni SI / SI Colori Legante Diluente Bianco, Tinte di cartella Vinilacrilico Acqua Applicazione a rullo % in volume Applicazione a pennello % in volume Applicazione a a spruzzo d aria % in volume MPL % MPL % MPL % Fissativo (Primer) In funzione del supporto (leggermente o molto sfarinante) per l isolamento e l ancoraggio della tinteggiatura, l'impresa, in alternativa alla prima mano, potrà applicare un fissativo/isolatore (primer) a base di resine acriliche in dispersione acquose, atto a ricevere tutti i prodotti per tinteggiature all acqua. Caratteristiche fisico-tecniche: - colore: trasparente incolore Pagina 73 di 161

74 - aspetto del film secco: opaco - applicazione: pennello, rullo, airless - viscosità: tixotropica - diluizione: acqua - tempo di essiccamento:. asciutto al tatto: 2-3 ore. in profondità: ore - sopraverniciabilità:. minimo: 3-4 ore - temperatura minima e massima di applicazione: +2 C C - consumo pratico: 150 gr/mq Pittura a base di silicato di potassio Prodotto a base di silicato di potassio e pigmenti selezionati stabili alla luce ed agli alcali - Peso specifico medio: 1,5 Kg/l - Viscosità: 8000/10000 cps - Tempo tra una mano e l'altra: 24 ore in condizioni ambientali ottimali. - Temperatura di applicazione: 8-30 C. Non applicare su superfici con sole diretto ed in presenza di vento L applicazione del prodotto eseguita in condizioni atmosferiche non idonee influenza negativamente i tempi di essiccazione compromettendo il raggiungimento ottimale delle caratteristiche estetiche e prestazionali. In particolare l applicazione eseguita con temperature elevate (> 30 C), influenza negativamente il processo di silicatizzazione. La conseguente presenza di silicato attivo, può dare origine, a seguito di dilavamenti da parte dell acqua piovana, alla formazione di antiestetiche macchie o colature biancastre insolubili di silicato, per la risoluzione delle quali si rende necessario, prima di procedere alla riapplicazione del ciclo, un intervento di neutralizzazione Resa: 6 mq/l nelle due mani. La resa può variare in base all assorbimento ed alla irregolarità dei supporti Aspetto della pittura: Opaco.L aspetto cromatico è influenzato dalle caratteristiche chimico-fisiche dei supporti interessati e dalle condizioni ambientali che accompagnano le fasi di applicazione e di essiccazione - Resistenza della pellicola alle intemperie: Ottima - Fattore di resistenza alla diffusione del vapore d acqua: 97,9 u - Strato d'aria equivalente (sd): 0,0186 m - Velocità di trasmissione del vapore d'acqua: 705,6 g/mq in 24 h (ASTM E 96) Modo d'impiego - Applicazione: A pennello e pennellessa Pagina 74 di 161

75 - Diluizione: Con fondo sikkens - I mano 100%in volume - II mano 15% in volume Trattamento antipolvere Prodotto per trattamento antipolvere di superfici interne sia intonacate che in c.a.. Vernice a due componenti a base di resine poliuretaniche acriliche su cemento armato o intonaco cementizio a civile asciutto e ben stagionato. Caratteristiche tecniche del prodotto: - colore da progetto - aspetto del film secco lucido brillante - applicazione pennello, rullo, spruzzo airless - numero componenti 2 - rapporti di miscela in peso viscosità A+B = CF4 a 25 C - pot-life 5-6 ore - tempo di essiccamento: - asciutto al tatto 2-3 ore - in profondità 24 ore - sopraverniciabilità: - minimo ore - massimo ore - temperatura minima e massima di applicazione +5 C - +4 C - consumo pratico di riferimento a 80 microns di spessore secco 200 gr/m². Verniciatura protettiva a base di resine epossidiche Verniciatura protettiva di elevato spessore a base di resine epossidiche ed induritori amminici alifatici. Si applica su superfici in calcestruzzo in opera e prefabbricati accuratamente puliti ed asciutti. Prodotto bi-componente ad elevata resistenza chimica e meccanica applicabile a partire da +5 C con temperatura di esercizio da 20 C a +90 C. Caratteristiche tecniche: - colore chiari da campionare - applicazione pennello, rullo, airless - componenti 2 - peso specifico 1,46 ± 0,02 g/cm3 - rapporto di miscela 100 parti in peso di base 26 pari in peso di induritore - viscosità 20 C ± mpa.s - via utile 20 C 60 minuti - consumo teorico 460 g/m² per mano Pagina 75 di 161

76 - spessore 300 micron - residuo secco 96% in peso, 93% in volume - indurimento 22 C, 60% u.r.: - secco al tatto 6 ore - sovrapplicazione 6 ore minimo, 24 ore massimo - completamento indurito 10 giorni - punto di infiammabilità < 21 C Criteri di esecuzione delle opere Preparazione delle superfici A) Calcestruzzo Assicurarsi che il getto sia stato eseguito da almeno 28 giorni. Eliminare tutte le imperfezioni del calcestruzzo, protuberanze e vuoti provocati dall'inclusione di aria e acqua nel getto. Nel caso che al momento del disarmo si rilevassero forti irregolarità, si dovrà applicare uno strato di malta cementizia, (una parte di sabbia e due di cemento) sul calcestruzzo appena disarmato in modo da assicurarne l'aderenza. Lasciare indurire per almeno tre giorni la malta applicata, mantenendo la sua superficie umida, indi livellarla. Le superfici grezze devono essere trattate con una leggera sabbiatura o in alternativa, con una accurata spazzolatura. Prima di dare inizio alle operazioni di pitturazione, accertarsi che tutta la polvere sia stata eliminata e che le superfici siano perfettamente asciutte. B) Intonaco civile, gesso, cartongesso Pulizia accurata delle superfici da tinteggiare, livellamento di eventuali irregolarità con stucco emulsionato e successiva cartavetratura. Eventuali presenze di oli e grassi vanno eliminate lavando la superficie con solvente. Nel caso che la preesistente pittura sia a calce, a tempra o colla è necessaria un'accurata raschiatura delle superfici al fine di asportare la pellicola precedente. C) Legno Procedere ad una leggera carteggiatura e spolveratura. Nel caso si presentassero chiazze di essudazione resinosa, lavare con soluzione alcalina (soda caustica) e risciacquare con acqua. Su legno già verniciato carteggiare con carta abrasiva per pareggiare le superfici. In caso di fondo a bagnonitro si deve asportare totalmente la vernice ripristinando la superficie del legno. Pagina 76 di 161

77 D) Superfici di acciaio Per i criteri di preparazione delle superfici, per il loro trattamento e per i controlli finali si rimanda alla specifica (04)CM_01 Carpenteria metallica. E) Superfici di alluminio Superfici esposte all'aria Rimozione di sostanze grasse, sali, ecc., mediante pulizia con solventi, vapori, alcali, emulsioni (norma SP1 - AL). Superfici in immersione Rimozione di sostanze grasse, sali, ecc. creando una superficie scabrosa mediante abrasivi di natura silicea (norma SP7 - AL). F) Materiali eterogenei Per la tinteggiatura di materiali eterogenei, quali materie plastiche, fibre di vetro rinforzate, polimeri espansi, ecc., dovrà essere studiata la soluzione idonea allo scopo. Pertanto non vengono riportate le norme di preparazione delle superfici, nè la descrizione dei materiali da usare. Stoccaggio delle pitture e dei diluenti Tutte le pitture ed i diluenti andranno stoccati in aree ben ventilate, lontani da fiamme e scintille e protetti dai raggi diretti del sole e da eccessivo calore. Sui contenitori delle pitture e dei diluenti dovranno essere conservate intatte le targhette ed etichette del fabbricante. I contenitori delle pitture e dei diluenti non dovranno essere aperti fino al momento dell'uso. Applicazione delle pitture A) Criteri generali Il metodo deve portare ad una applicazione uniforme della pittura, in modo che essa sia soddisfacente da un punto di vista tecnico ed estetico. Le pitture che al momento dell'apertura dei contenitori si mostrassero coagulate, gelatinose o in qualche modo deteriorate dovranno essere scartate. Se in superficie si fosse formata una pelle sottile la pittura potrà essere utilizzata previa rimozione della pelle. La miscelazione dei prodotti monocomponenti con il diluente, e dei bicomponenti con l'indurente e relativo diluente, deve avvenire nei rapporti indicati dal fornitore. Le pitture a due componenti aventi un pot-life limitato dovranno essere utilizzate nell'intervallo di tempo specificato dal fabbricante delle pitture. L'applicazione delle pitture potrà essere fatta a pennello, a spruzzo, con o senza aria, con una combinazione di questi metodi secondo le istruzioni del fabbricante delle pitture. L'applicazione delle pitture dovrà essere fatta da operatori esperti; lo spessore Pagina 77 di 161

78 delle varie mani di pittura dovrà essere uniforme e la superficie pitturata dovrà essere esente da segni di pennello, colature, discontinuità ed altri difetti. Dovrà essere posta particolare cura per mantenere non pitturate tutte le opere già eseguite quali: serramenti, controsoffitti, pavimenti, impianti ecc.. Tutte le pitture eventualmente depositatesi su tali parti dovranno essere rimosse. Nel corso dell'applicazione delle pitture dovrà essere posta particolare cura agli spigoli, scuretti e zone difficilmente accessibili. La prima mano di pittura andrà applicata entro le 24 ore dopo la preparazione delle superfici. Se la superficie è stata sabbiata sarà preferibile applicare la pittura entro 6 ore. L'applicazione della prima mano andrà comunque effettuata prima che si alteri lo standard di pulizia prescritto. B) Condizioni atmosferiche Le pitture non andranno applicate quando piove, nevica, in presenza di nebbia o eccessiva polvere. Le pitture non andranno applicate in condizioni atmosferiche che favoriscono la condensazione piuttosto che l'evaporazione dell'umidità delle superfici da pitturare. Tracce di umidità devono evaporare dalle superficie entro 5 minuti. La pitturazione non dovrà essere eseguita se l'umidità relativa dell'aria è superiore all'85%. Quando la temperatura è inferiore a 5 C e superiore a 45 C l'applicazione delle pitture dovrà essere approvata dal fabbricante delle pitture. C) Applicazione delle mani successive alla prima Prima di applicare ogni successiva mano di pittura la mano precedente dovrà essere completamente essiccata o indurita. Prima dell'applicazione di ogni successiva mano di pittura dovrà essere riparato ogni eventuale danneggiamento delle mani già applicate, utilizzando lo stesso tipo di pittura usato in precedenza. D) Spessore delle pitture Misurazione dello spessore La misurazione serve a controllare lo spessore del film protettivo e l'uniformità dell'applicazione nella sua estensione. Si eseguirà il controllo dello spessore a film umido e a film secco. Il rapporto numerico tra spessore umido e secco dovrà essere indicato dall'impresa con la campionatura. Per la determinazione degli spessori delle pitture su supporti in acciaio eseguite con strumenti magnetici, le modalità da seguire sono raccolte nelle norme SSPC - PA2 + 73T. In nessuna zona lo spessore dovrà essere inferiore a quanto richiesto. Nel caso in cui in qualche zona non si raggiunga lo spessore minimo prescritto dovrà essere applicata una ulteriore mano di pittura in tali zone. Lo spessore delle pitture non dovrà essere superiore a quello minimo prescritto Pagina 78 di 161

79 di una quantità tale da pregiudicare l'aspetto o il comportamento delle pitture. Esecuzioni particolari Le opere dovranno eseguirsi di norma combinando opportunamente le operazioni elementari e le particolari indicazioni che seguono. Verniciature a smalto comune. - Saranno eseguite con appropriate preparazioni, a seconda del grado di rifinitura che la Direzione dei Lavori vorrà conseguire ed a seconda del materiale da ricoprire (intonaci, opere in legno, ferro, ecc.). A superficie debitamente preparata si eseguiranno le seguenti operazioni: 1) applicazione di una mano di vernice a smalto con lieve aggiunta di acquaragia; 2) leggera pomiciatura a panno; 3) applicazione di una seconda mano di vernice a smalto con esclusione di diluente. e) Verniciature con vernici pietrificanti e lavabili a base di bianco di titanio (tipo Cementite o simili), su intonaci: a) Tipo con superficie finita liscia o buccia d arancio : 1) spolveratura, ripulitura e levigamento delle superfici con carta vetrata; 2) stuccatura a gesso e colla; 3) mano di leggera soluzione fissativa di colla in acqua; 4) applicazione di uno strato di standolio con leggera aggiunta di biacca in pasta, il tutto diluito con acquaragia; 5) applicazione a pennello di due strati di vernice a base di bianco di titanio diluita con acquaragia e con aggiunta di olio di lino cotto in piccola percentuale; il secondo strato sarà eventualmente battuto con spazzola per ottenere la superficie a buccia d arancio. b) Tipo battuto con superficie a rilievo. - Si ripetono le operazioni sopra elencate dai nn. 1 a 3 per il tipo E), indi: 4) applicazione a pennello di uno strato di vernice come sopra cui sarà aggiunto del bianco di Meudon in polvere nella percentuale occorrente per ottenere il grado di rilievo desiderato; 5) battitura a breve intervallo dall applicazione 4), eseguita con apposita spazzola, rulli di gomma, ecc. Pagina 79 di 161

80 Criteri di accettazione delle opere Controllo delle superfici Prima di dare corso alle pitturazioni, si controllerà che le operazioni di preparazione siano state eseguite secondo le norme SSPC, e che lo standard visivo corrisponda a quello fotografico delle norme svedesi dello Svenks Standard SIS. Controllo delle superfici pitturate Le superfici pitturate verranno sottoposte ad esame visivo per controllare l'aspetto e la continuità delle pitture. Le zone in cui si sospetti la presenza di porosità o discontinuità delle pitture andranno controllate con strumenti come lo Spark Tester o altri strumenti idonei. Lo spessore a umido delle pitture potrà essere controllato con spessimetri a pettine o altri strumenti idonei. Lo spessore a secco delle pitture andrà controllato con strumenti come il Microtest o Elcometer o altri strumenti idonei. Dovranno essere eseguite 5 misure (ognuna risultante dalla media di 3 letture) in cinque punti distanziati regolarmente per ogni zona di 10 m² di area o inferiori. La media delle 5 misure non dovrà risultare inferiore allo spessore richiesto. Nessuna singola misura dovrà risultare inferiore all'80% dello spessore richiesto. Certificati, omologazioni L'Impresa dovrà produrre il certificato di omologazione dei prodotti che intende usare. Pulizia e protezione dell'opera Alla fine di ogni singolo lavoro, si dovrà procedere ad una accurata pulizia degli ambienti. Le opere dovranno essere protette da urti accidentali e da aggressioni fisicochimiche. Collaudi delle opere Dovranno essere consegnati volta per volta i collaudi dei prelievi ed il confronto con i campioni forniti alla Direzione Lavori. I collaudi dovranno essere eseguiti nelle posizioni e nei fabbricati, o loro porzioni, indicati dalla Direzione Lavori. Pagina 80 di 161

81 Garanzia sulle opere eseguite La durata della garanzia non è intesa come un limite reale protettivo del rivestimento applicato, ma come il periodo di tempo entro il quale il garante od i garanti sono tenuti ad intervenire per effettuare quei ripristini che si rendessero necessari per cause da loro dipendenti. La garanzia concerne esclusivamente la protezione, (intendendosi per corrosione l'alterazione del supporto metallico o quello cementizio) non comprende la normale degradazione delle caratteristiche estetiche del film (punto di colore, brillantezza, ecc.). Le condizioni di garanzia vengono espresse nelle seguenti parti: - garanzia qualità del prodotto; - garanzia qualità dell'applicazione; - garanzia di durata del rivestimento. A) Garanzia qualità del prodotto Il Produttore garantisce quanto segue: - le pitture sono idonee agli impieghi per le quali sono proposte; - sono conformi alle schede tecniche ed ai campioni forniti; - sono esenti da difetti di produzione. B) Garanzia qualità applicazione L'Impresa applicatrice garantisce quanto segue: - una corretta preparazione del supporto; - una perfetta applicazione a regola d'arte e nella scrupolosa osservanza delle istruzioni fornite dal Produttore; - che i prodotti sono stati applicati nelle condizioni termoigrometriche del supporto ed ambientali prescritte. C) Garanzia durata del rivestimento In base a quanto precisato ai precedenti capoversi, il Produttore delle pitture e l'impresa applicatrice accettano di sottoscrivere congiuntamente un impegno di garanzia di durata del rivestimento definita dal contratto. L'impegno comprende l'esecuzione gratuita di tutte le riparazioni del rivestimento in caso di degradazione del medesimo, causata da deficienza ed inosservanza degli impegni di qualità ed applicazione definiti ai precedenti capoversi. Il periodo di garanzia decorre dalla data di accettazione del lavoro da parte del Committente (o di ciascun lotto se il lavoro non è continuo). Il rivestimento protettivo sarà giudicato soddisfacente in durata se al termine del periodo fissato si verificherà quanto segue: - inalterata l'efficacia dei rivestimenti in funzione dello scopo contrattuale per cui sono stati applicati; - sulla loro totalità non presentino tracce di degradazione eccedenti a quelle di riferimento del contratto; - sui materiali ferrosi non vi sia presenza di ruggine fra il supporto ed il film di pittura, sia esso perforante che visibile attraverso il rivestimento senza che Pagina 81 di 161

82 ne sia stata compromessa la continuità. Nell'arco del periodo di garanzia i garanti dovranno procedere ad una o più ispezioni generali dell'intera opera, ed apportare quei ritocchi ritenuti necessari. Ciò anche a seguito di segnalazione del Committente. L'impegno di garanzia si considera decaduto qualora il Committente eseguisse altri trattamenti applicati senza il benestare scritto dei garanti. Pagina 82 di 161

83 11 VERNICIATURE PER METALLI Normativa di riferimento - UNI 9863:1991 Prodotti vernicianti. Pitture antiruggine su supporto di acciaio per ambiente urbano o rurale con essiccamento e/o reticolazione a temperatura ambiente. Requisiti per la caratterizzazione e l' identificazione. - UNI 9866:1991 Prodotti vernicianti. Pitture di fondo, zincanti organici ad alto contenuto di zinco metallico. Requisiti per la caratterizzazione e l' identificazione. - UNI 9867:1991 Prodotti vernicianti. Pitture di fondo, zincanti inorganici ad alto contenuto di zinco metallico. Requisiti per la caratterizzazione e l' identificazione. - UNI 9868:1991 Prodotti vernicianti. Pitture di finitura su supporto di acciaio per ogni tipo di ambiente con essiccamento e/o reticolazione a temperatura ambiente. Requisiti per la caratterizzazione e l' identificazione. - UNI 10527:1997 Prodotti vernicianti. Preparazione dei supporti di acciaio prima della applicazione di pitture e prodotti similari - Prove per valutare la pulizia delle superfici. Prova in campo per prodotti solubili di corrosione del ferro. - UNI EN ISO :2001 Pitture e vernici - Protezione dalla corrosione di strutture di acciaio mediante verniciatura - Considerazioni sulla progettazione - UNI EN ISO :2001 Pitture e vernici - Protezione dalla corrosione di strutture di acciaio mediante verniciatura - Prove di laboratorio per le prestazioni Qualità dei materiali a) Acquaragia (essenza di trementina). - Dovrà essere limpida, incolore, di odore gradevole e volatissima. La sua densità a 15 C sarà di 0,87. b) Biacca. - La biacca o cerussa (carbonato basico di piombo) deve essere pura, senza miscele di sorta e priva di qualsiasi traccia di solfato di bario. c) Bianco di zinco. - Il bianco di zinco dovrà essere in polvere finissima, bianca, costituita da ossido di zinco e non dovrà contenere più del 4% di sali di piombo allo stato di solfato, né più dell 1% di altre impurità; l umidità non deve superare il 3%. d) Minio. - Sia il piombo (sesquiossido di piombo) che l alluminio (ossido di alluminio) dovrà essere costituito da polvere finissima e non contenere colori derivati dall anilina, né oltre il 10% di sostanze estranee (solfato di bario, ecc.). Pittura anticorrosiva per metalli Pittura antiruggine del tipo monocomponente a base di resine alchidiche corto olio e fosfato di zinco. Pagina 83 di 161

84 Il prodotto prescelto deve avere caratteristiche idonee a formare supporto per il successivo trattamento con vernice intumescente senza necessità di ulteriori aggrappanti. Si applica su acciaio accuratamente pulito e asciutto. Caratteristiche: - peso specifico 1500 g/l - residuo secco in peso 69% - residuo secco in volume 50% - essiccazione a 20 circa 2 ore - ripresa dopo 60 min La quantità di applicazione è di 120 g/m², a spruzzo (in mano unica) o a pennello (in due mani). Verniciatura a finire per metalli Prodotto di finitura a base di resine poliuretaniche alchidiche-clorocaucciù per la protezione di strutture metalliche in genere. Si applica su supporti preparati con prodotti di fondo. Il prodotto è compatibile con zincature inorganiche ed organiche previa applicazione di strato intermedio di clorocaucciù puro, con antiruggini aleofenoliche e alchidiche e fondi epossipoliammidici. Caratteristiche tecniche del prodotto: - colore da progetto - aspetto del film secco lucida - applicazione pennello, rullo, airless - numero componenti 1 - viscosità 100" - 140" CF4 a 25 C - pot-life 6-8 ore - tempo di essiccamento:. asciutto al tatto 5-6 ore. in profondità 24 ore - sopraverniciabilità:. minimo 24 ore. massimo 360 ore - temperatura minima e massima di applicazione +4 C C - consumo pratico di riferimento a 90 microns di spessore secco gr/m² 140 Verniciatura con smalto ferromicaceo Smalto essiccante per ossidazione, che unisce all effetto protettivo, un particolare effetto decorativo con un aspetto metallizzato, con tonalità dal grigio scuro medio e con nuance colorate verso il verde, il bleu ed il rosso, Pagina 84 di 161

85 individuabili dalla relativa cartella colori. Caratteristiche Lo smalto tipo isometal ferromicaceo Chreon o equivalente si presenta con una viscosità molto elevata (tixotropica), preferibilmente da applicare con pennello morbido, si presta bene comunque anche all applicazione a rullo e spruzzo. L effetto metallico della superficie presenta un aspetto molto opaco e ruvido. Preparazione del supporto Isometal ferromicaceo deve essere applicato direttamente su supporti di ferro, non esposti agli agenti atmosferici, carteggiati, sgrassati e privi di fenomeni di corrosione. Per supporti ferrosi esposti all esterno occorre applicare almeno una mano di vernice antiruggine sintetica. I metalli protetti con zincatura dovranno utilizzare una mano di fondo tipo primer. Modalità di applicazione e caratteristiche di resa e di essiccamento Sistema di applicazione: applicabile a pennello, rullo o spruzzo Rapporti di miscelazione in peso in volume per l applicazione a pennello e rullo isometal ferromicaceo dil. sintetico a pennello 4±1 8±1 per l applicazione a spruzzo** isometal ferromicaceo dil. sintetico a spruzzo 10±1 15±1 residuo secco del prodotto pronto all uso in % Pennello o rullo spruzzo resa teor. prod. pronto all uso allo spessore di film secco di 60 m m 2 /kg m 2 /l pennello o rullo 3,5 7 spruzzo 4 5 metodo unità di misura valori viscosità d impiego a pennello e rullo Tazza Fordo 8 a 20 C sec. 12±1 a spruzzo Tazza Fordo 4 a 20 C sec. 40±1 Pagina 85 di 161

86 condizioni d impiego Temperatura C 0-35 ambientali** Umidità Relativa U.R. % essiccazione a 20 C U.R. 60% spess. film secco: 30 m maneggiabile ore 4-5 (circa una mano) completo ore 24 Sovrapplicazione Dopo 24h dall applicazione è sovraverniciabile con sé stesso o altri smalti essiccanti per ossidazione. Non sovraverniciabile con smalti nitro o poliuretanici a due componenti scheda tecnica caratteristiche del film essiccato metodo unità di misura valori colore visivo cartella colori riflessione speculare* UNI EN ISO 2813 GLOSS < 2 resistenza agli agenti atmosferici W.O.M. (Prova accelerata) ASTM G 26 ore 1000*** resistenza agli agenti atmosferici (esposizione naturale) LECHLER anni 1*** NOTE: * Prove effettuate applicando ISOMETAL ferromicaceo su lamierino carteggiato e sgrassato allo spessore di film secco di circa 60 µm per 24h a 20 C. *** La prova di esposizione naturale, è stata effettuata nella stazione di esposizione LECHLER, esponendo i lamierini all esterno, inclinati di 45 e rivolti a sud.i risultati, sia dell esposizione naturale che accelerata, sono simili; non si notano alterazioni strutturali nel film. dati fisici del prodotto Dati fisici del prodotto metodo unità di misura valori colore visivo cartella colori massa 1.750±0,001 volumica (peso specifico) ISO gr/ml viscosità ASTM D Brookfield Pagina 86 di 161

87 gir. 5 vel. 5 cps 1 ) 9440±10 gir. vel. 50 cps 2 ) 3170±10 rapp. di tix. 1 /2 3 punto di infiammabilità ASTM D 3278 C tra 21 e 55 macinazione (finezza) mu 444 micron 60±1 residuo secco in peso mu 591 % 78±1 residuo secco in volume ISO 3233/84 % 50±1 stabilità a magazzino * mesi 12 inalterato NOTE: * Per stabilità a magazzino, s intende il prodotto nelle latte originali ed integre, tenute a temperatura non superiore ai 35 C. Verniciatura con pitture intumescenti di strutture metalliche Dopo la preparazione delle superfici mediante sabbiatura e dopo l applicazione del zincante, le superfici in acciaio dovranno essere trattate con pittura intumescente antincendio. Prima di dare inizio alle operazioni, l Appaltatore consegnerà le schede tecniche del prodotto con la descrizione delle modalità di posa conservazione, preparazione e controllo dei prodotti. Tutti i prodotti devono essere regolarmente certificati dal Produttore in relazione alla classe di protezione richiesta. - classe di resistenza R = 60 - aspetto del film secco: satinato - applicazione: preferibilmente a spruzzo - viscosità: P - peso specifico: 1,31 ± 2% gr/cc - diluente: solvente per pitture sintetiche - tempo di essiccamento:. asciutto 2 ore. in profondità 24 ore - consumo pratico minimo riferito a 750 microns di spessore film secco (classe 60) 1,5 kg/m² - conservabilità: 6 mesi nei contenitori originali sigillati - temperatura applicazione > 5 C < 50 C Si intende compresa la protezione dello strato ignifugo mediante l applicazione a spruzzo di una finitura al clorocaucciù dello spessore di 40/60 micron con colore RAL a scelta della DL compreso ogni altro onere affinché il lavoro risulti a perfetta regola d arte. Verniciatura ceramizzanti di strutture metalliche Vernice trasparente, semilucida, a base di una miscela di resine acriliche e poliuretaniche a struttura alifatica, in dispersione acquosa. Pagina 87 di 161

88 Caratteristiche: È una vernice incolore, che accomuna una notevole rigidità strutturale, che la rende particolarmente resistente all abrasione ed ai graffi, ad una buona elasticità ed aderenza, per una elevata resistenza agli urti ed alle manipolazioni. Espressamente studiata, come mano di finitura, per le applicazioni fatte con l isometal ferromicaceo. L utilizzo finale del ceramizzante, serve a rendere scorrevole la superficie dell isometal ferromicaceo. Il ceramizzante, non altera l aspetto metallico dell Isometal ferromicaceo. Preparazione del supporto: Sia nel caso di Isometal Ferromicaceo, che nel caso di pitture murali, il prodotto di fondo deve essere perfettamente pulito e privo di macchie. Piccoli difetti del supporto, o tracce di sporco, possono essere evidenziati dall applicazione del ceramizzante. Non effettuare applicazioni di ceramizzante, se non si ha la certezza che il materiale di fondo sia perfettamente ancorato, senza screpolature o incipienti sfogliamenti. Modalità di applicazione e caratteristiche di resa ed essiccamento : Sistema di applicazione: pennello / rullo di pelo (spruzzo). rapporto di miscelazione a pennello e rullo prodotto in peso in volume ceramica extra Acqua (min.) 0 0 Acqua (mass.) consumo teorico m 2 /kg m 2 /l allo spess. di film secco 25 m 11-11, ,5 condizioni ambientali idonee unità di misura valori all applicazione Temperatura C 5-32 Umidità relativa % di U.R. TEMPO DI ESSICCAZIONE a 20 C e 60% di U.R. unità di misura valori Fuori polvere min Sovrapplicabile ore 2-3 Completa ore 6-8 Pagina 88 di 161

89 NOTE: * L U.R., in generale non dovrebbe superare il 75%, solo nel caso di temperature superiori a 25 C, è possibile arrivare fino al 90%. Si tenga presente, che il tempo di essiccazione è molto influenzato dalla temperatura, e in particolare dall U.R. Temperatura bassa e U.R. elevata, rallentano moltissimo il tempo di essiccazione. Generalmente, una mano a pennello, è sufficiente per ottenere lo scopo, che comunque può essere migliorato con due applicazioni. Caratteristiche del film essicato SCHEDA TECNICA metodo unità di misura valori riflessione Glosmetro 60 Gloss. 50 speculare* UNI EN ISO 2813 (semilucido) resistenza lavaggio UNI cicli 5000 superlavabile resistenza alle intemperie** W.O.M. ASTM G-26 (1984) ore 1000 inalterato NOTE: * dati ottenuti da stesura con stendifilm da 50 µm su lamierino preverniciato con isometal ferromicaceo. ** misurazione ottenuta da lamierino di acciaio, verniciato con antiruggine isometal ferromicaceo, sopraverniciato con il ceramizzante Dati fisici del prodotto metodo unità di misura valori colore visivo trasparente massa volumica ISO gr/ml 1,010±0,001 (peso specifico) viscosità coppa ford 4 sec. 45±1 granulometria mu444 micron 0 infiammabilità non infiamm. residuo secco in peso mu591 % 30±1 residuo secco in volume ISO 3233/84 % 30±1 Pagina 89 di 161

90 valore di alcalinità strumentale ph 8,5±0,1_ NOTE: temperatura di stoccaggio: dai +5 C ai +35 C. Criteri di esecuzione delle opere Qualunque tinteggiatura, coloritura o verniciatura dovrà essere preceduta da una conveniente ed accuratissima preparazione delle superfici, e precisamente da raschiature, scrostature, decappatura quando necessario e trattamento sgrassante della zincatura sottostante, eventuali riprese di spigoli e tutto quanto occorre per uguagliare le superfici medesime. Successivamente le dette superfici dovranno essere perfettamente levigate con carta vetrata e, quando trattasi di coloriture o verniciature, nuovamente stuccate, quindi pomiciate e lisciate, previa imprimitura, con modalità e sistemi atti ad assicurare la perfetta riuscita del lavoro. Speciale riguardo dovrà aversi per le superfici da rivestire con vernici. La scelta dei colori tra quelli di produzione standard è dovuta al criterio insindacabile della Direzione dei Lavori. Prima d iniziare le opere da pittore, l Impresa ha inoltre l obbligo di eseguire nei luoghi e con le modalità che le saranno prescritti, i campioni dei vari lavori di rifinitura, sia per la scelta delle tinte che per il genere di esecuzione, e di ripeterli eventualmente con le varianti richieste, sino ad ottenere l approvazione della Direzione dei Lavori. Essa dovrà infine adottare ogni precauzione e mezzo atti ad evitare spruzzi o macchie di tinte o vernici sulle opere finite (pavimenti, rivestimenti, infissi, ecc.), restando a suo carico ogni lavoro necessario a riparare i danni eventualmente arrecati. Per le opere metalliche la preparazione delle superfici dovrà essere preceduta dalla raschiatura delle parti ossidate. Pagina 90 di 161

91 12 INFISSI IN LEGA Normativa di riferimento - UNI 3952:1998 Alluminio e leghe di alluminio - Serramenti di alluminio e sue leghe per edilizia - Norme per la scelta, l'impiego ed il collaudo dei materiali. - UNI 4529:1990 Ossidazione anodica e verniciatura dell' alluminio e delle leghe di alluminio. Metodo di controllo accelerato della resistenza alla luce degli strati di ossido anodico colorati e di film di vernici utilizzando luce artificiale. - UNI 7525:1976 Metodi di prova su serramenti esterni - Esecuzione prove funzionali - UNI EN 12207:2000 Finestre e porte - Permeabilità all aria - Classificazione - UNI EN 12208:2000 Finestre e porte - Tenuta all acqua - Classificazione - UNI EN 12210:2000 Finestre e porte - Resistenza al carico del vento - Classificazione - UNI 8204:1981 Edilizia - Serramenti esterni - Classificazione in base alle prestazioni acustiche - UNI EN 12519:2005 Finestre e porte pedonali - Terminologia - UNI 8369/4:1988 Id. - Classificazione e terminologia degli schemi - UNI 8369/5:1988 Id. - Giunto tra pareti perimetrali verticali ed infissi esterni - Terminologia e simboli per le dimensioni - UNI 8370:1982 Edilizia - Serramenti esterni - Classificazione dei movimenti di apertura delle ante - UNI 8975:1987 Serramenti esterni - Dimensioni di coordinazione - UNI Accessori per finestre e porte finestre - Limiti di accettazione per prove meccaniche sull insieme serramento-accessori - UNI EN Ante di porta - Planarità generale e locale - Metodo di misurazione - UNI EN Ante di porta - Metodo di misurazione dell altezza, della larghezza dello spessore e dell ortogonalità - UNI EN Finestre - Permeabilità all aria - Metodo di prova - UNI EN Ante di porta - Determinazione del comportamento sotto variazioni di umidità in successivi climi uniformi - UNI EN Finestre e porte - Resistenza al carico del vento - Classificazione - UNI EN Finestre e porte - Tenuta all acqua - Metodi di prova - UNI EN Metodi di prova delle finestre - Prove meccaniche - UNI Accessori per porte e finestre - Limiti di accettazione per prove meccaniche sull'insieme serramento ed accessori (UNI FA 1/94) - UNI 9122/ Guarnizioni per serramenti - Classificazione e collaudo - UNI 9122/ Edilizia - guarnizioni per serramenti - Limiti di accettazione per guarnizioni compatte monoestruse - UNI Porte - criteri di classificazione - UNI Id. - Terminologia e simboleggiatura - UNI Id. - Porte interne - Prova di resistenza agli urti da corpo molle - UNI Porte interne con movimento rotatorio su asse verticale Pagina 91 di 161

92 laterale - Prova di resistenza al calore per irraggiamento - UNI Porte - Dimensioni di coordinazione - UNI Id. - Analisi dei requisiti - UNI EN ante di porta - Determinazione della resistenza all urto con corpo duro - UNI EN Porte incernierate o imperniate - determinazione della resistenza al carico verticale - UNI EN Porte incernierate o imperniate - Determinazione della resistenza a torsione statica - UNI EN Finestre e facciate continue, porte e chiusure oscuranti - Determinazione della resistenza delle porte all urto. - UNI ISO Porte - Prova di carico statico (effrazione) - UNI ISO Id. - Determinazione della forza di chiusura - UNI ISO Id. - Prova di carico verticale - UNI EN 1125:2002 Accessori per serramenti - Dispositivi antipanico per uscite di sicurezza azionati mediante una barra orizzontale - Requisiti e metodi di prova - UNI EN 179:2002 Accessori per serramenti - Dispositivi per uscite di emergenza azionati mediante maniglia a leva o piastra a spinta - Requisiti e metodi di prova Qualità dei materiali Generalità I materiali impiegati dovranno avere le caratteristiche specificate nei successivi punti. Il Committente si riserva la facoltà di eseguire o di far eseguire le prove per verificare che le caratteristiche dei materiali impiegati rispondano alle norme richiamate dalla presente specifica. L onere di tali prove sarà a carico dell Appaltatore. Alluminio e sue leghe Generalità L'alluminio e le sue leghe, impiegati sottoforma di estrusi, lamiere o pezzi fusi per la costruzione delle facciate metalliche, dovranno essere conformi alla norma UNI "Serramenti di alluminio per edilizia Norme per la scelta, l'impiego ed il collaudo dei materiali". La composizione chimica e la resistenza meccanica dovranno corrispondere a quanto prescritto dalla norma UNI del materiale scelto (per la corrispondenza tra la designazione convenzionale UNI e la designazione numerica internazionale fare riferimento alla UNI-FAGO). In ogni caso, la lega scelta e lo stato di fornitura saranno tali da garantire la resistenza meccanica prevista nei calcoli di stabilità della facciata. Gli elementi di alluminio e sue leghe esposti alla vista saranno normalmente trattati con Pagina 92 di 161

93 anodizzazione o verniciatura, secondo quanto specificato successivamente. Profili estrusi Per le applicazioni che richiedono l'impiego dei profilati estrusi, si userà preferibilmente la lega primaria alluminio-magnesio-silicio 6060 conforme alle UNI EN con le tolleranze previste della Norma EN Potranno essere accettate anche altre leghe di alluminio da lavorazione plastica purché possiedano le medesime proprietà della lega Telai e contro telai fissi e telai apribili ad anta, costruiti in profilati estrusi a taglio termico in lega primaria di alluminio UNI 3569/66 allo stato bonificato con caratteristiche meccaniche non inferiori a quanto previsto per lo stato bonificato TA 16. Lamiere Per gli elementi in lamiera realizzati con pressopiegatrice, rullati o stampati, saranno impiegati materiali conformi alle Norme UNI EN 573-3, UNI EN 485-2, UNI EN In particolare sarà utilizzata preferibilmente la lega primaria alluminiosiliciomagnesio P-Al Si 0,4 Mg (6060). La lega sarà di tipo 0A nel caso che venga richiesto il trattamento di ossidazione anodica. Viti ed altri elementi di unione Verranno impiegati i seguenti acciai INOX: a) per i tipi di viti od elementi di unione (fasteners) particolarmente esposti: UNI X 5 Cr Ni 1810 X 8 Cr Ni 1812 X 5 Cr Ni Mo 1712 tipi AISI 304, 305, 316 rispettivamente; b) per tutti gli altri tipi di viti od elementi di unione (fasteners): UNI x 12 Cr 13 X 8 Cr 17 tipi: AISI 410, 430 (o similari approvati). Sigillanti elastici Ove il materiale non sia espressamente indicato nei disegni, potranno essere impiegati sigillanti di tipo polisulfurico, di tipo siliconico, di tipo poliuretanico o di altra composizione di cui si abbia adeguata esperienza, nel rispetto delle prescrizioni del fabbricante. In mancanza di normativa italiana, le caratteristiche dei prodotti impiegati dovranno corrispondere a riconosciute norme internazionali, ad esempio le Federal Specification Americane: TT-S-00227E per i tipi bicomponenti TT-S-00230C per i tipi monocomponenti TT-S per i tipi siliconici Pagina 93 di 161

94 Guarnizioni Guarnizioni compatte estruse La scelta del materiale (elastomero o plastomero), ove non indicata nei disegni allegati, è responsabilità dell'appaltatore, che giustificherà la sua scelta in base alle caratteristiche del giunto, alle temperature di esercizio ed alla durabilità prevista. Come materiali elastomerici si intendono ad esempio le gomme sintetiche quale policloroprene (neoprene), EPDM etilene propilene (dutral), poliisobutilene ed altri elastomeri di provata rispondenza per usi in edilizia. Come materiali plastomerici si intendono ad esempio i PVC resi flessibili ed elastici mediante l'incorporo di plastificanti e, più in generale, mescole di materiali che non richiedono il processo di vulcanizzazione in estrusione. I materiali impiegati per i tipi monoestrusi dovranno rispondere alla norma sperimentale UNI/EDL (85) "Guarnizione per serramenti-limiti di accettazione per guarnizioni compatte monoestruse", ove non siano richieste guarnizioni di durezza Shore superiore a 70. Per impiego sulla superficie esterna della facciata saranno esclusivamente impiegate guarnizioni rispondenti al prospetto 1 di detta norma. Per i tipi coestrusi, valgono le indicazioni della citata UNI EDL ed inoltre: 1. deve essere assicurata la coesione tra i due materiali di durezza diversa: la rottura a strappo della guarnizione non deve avvenire sul piano di contatto; 2. alla prova del ritiro tra le due parti devono comportarsi in modo uguale e quindi non presentare deformazioni. Potranno anche essere usati prodotti quali ad esempio le gomme elastomeriche che non richiedono vulcanizzazione in estrusione purchè il produttore rilasci garanzia decennale. Le guarnizioni usate nella facciata dovranno essere le stesse, come sezione e materiali, di quelle usate nelle prove di tenuta all'aria ed all'acqua. Ove non diversamente specificato, il colore sarà nero. La sezione della guarnizione avrà sagoma studiata per assicurare la tenuta all'acqua ed all'aria, l'assorbimento delle tolleranze e dei movimenti. In mancanza di analisi più precise, si adotterà: - una lunghezza di taglio maggiorata rispetto a quella teorica per tenere conto del ritiro: +1% per elastomeri, +2% per plastomeri; - una compressione nei giunti a sovrapposizione. Tale compressione, tenuto conto delle tolleranze di spessore dei vetri e dei pannelli, non sarà però tale da danneggiare i componenti (indicativamente non supererà la sollecitazione di 1 kg per centimetro lineare o i 0,5 kg/cm per pannelli sandwich senza telaio) ovvero da superare il limite elastico del materiale della guarnizione stessa. Quest'ultima condizione andrà verificata in particolare nei giunti delle parti apribili; - negli angoli dovranno essere adottati accorgimenti per assicurare la continuità della guarnizione; - nei giunti delle parti apribili le deformazioni e le compressioni a cui sono Pagina 94 di 161

95 sottoposte le guarnizioni saranno tali da non generare sollecitazioni che provochino deformazioni permanenti. Guarnizioni a spazzola Gli spazzolini saranno realizzati con fibre al 100% di polipropilene trattate con silicone, resistente ai raggi UV. Il supporto sarà realizzato con materiale avente elevata stabilità dimensionale pari a max 2%; a 70 C, 1 ora, secondo la norma UNI Vetri Per la trattazione completa dei vetri si rimanda alla voce di capitolato dedicata. Materiali isolanti Materiali fibrosi minerali Generalità Nell'impiego degli isolanti andrà accuratamente evitata la condensazione al loro interno del vapor acqueo (una barriera al vapore li separerà dall'ambiente interno) e la possibilità di impregnazione con acque meteoriche comunque entrate nella facciata. Le densità sotto indicate sono per pannelli non sottoposti a carichi di qualsiasi tipo oltre al loro peso proprio. In caso contrario il produttore della facciata adotterà densità superiori in base a verifiche statiche e prove di laboratorio. Fibre di vetro Saranno impiegate sotto forma di pannelli resinati aventi densità minima di 30 kg/m³ con totale assenza di materiale non fibrato. Fibre minerali Saranno impiegate sotto forma di pannelli resinati aventi densità minima di 45 kg/m³ ove il diametro medio delle fibre sia 8-10 micron e di 60 kg/m³ per diametri superiori. Le materie prime impiegate saranno tali da ridurre praticamente a zero il contenuto di zolfo libero e di alcali liberi (sono escluse le loppe d'altoforno). Si richiede inoltre che la presenza di materiale non fibrato (perline) sia contenuto nel valore max del 10%. Resine espanse Le resine espanse saranno utilizzate per l'isolamento termico della facciata previa accurata analisi delle condizioni di impiego (ad es. in pannelli con superficie esterna di lamiera di colore scuro o di vetro). Pagina 95 di 161

96 In particolare saranno verificate le temperature limite, la stabilità fisicochimica e quella dimensionale. Le densità sotto indicate sono quelle minime accettate. Verranno inoltre rispettate eventuali prescrizioni antincendio, in particolare se il materiale debba o meno essere usato nella sua formulazione "autoestinguente" ove esistente. Anche per le resine espanse occorre impedire la possibilità di condensazione di vapor acqueo all'interno del pannello e di contatto diretto con le acque meteoriche. Sarà inoltre evitata l'esposizione diretta o indiretta alla luce solare. Poliuretano espanso Il poliuretano espanso potrà essere impiegato in lastre o direttamente iniettato nell'interno del pannello. Nel primo caso avrà una densità minima di 30 kg/m³ e nel secondo di 35 kg/m³. La temperatura maggiore di impiego continuativo potrà raggiungere o C. Criteri di esecuzione delle opere Caratteristiche generali Falsi telai Dovranno essere realizzati in lamiera di acciaio zincata, spessore minimo 15/10 di mm, di dimensioni e sagome adatte al tipo di serramento che verrà montato ed al grado di sicurezza corrispondente, essi potranno essere premurati, oppure tassellati o saldati ad inserti metallici. I sistemi di ancoraggio saranno realizzati con materiale anticorrosivo e calcolati per resistere agli sforzi generali dall'utenza normale ed eccezionale, nonché da quelli indotti da tentativi di scasso e/o intrusione dall'esterno. Telai Saranno realizzati in profili estrusi di alluminio anodizzato naturale o verniciato a forno con tinta a scelta DL sia per la parte fissa sia per la parte apribile. Gli elementi apribili ad anta dovranno essere provvisti di frizione o bracci snodati in modo tale da consentire l'arresto ed il blocco dell'elemento apribile nelle posizioni intermedie. I telai fissi ed apribili dei serramenti esterni dovranno essere dotati di taglio termico. Laddove il progetto prevede la suddivisione degli spazi con pareti mobili o tavolati, i telai dovranno essere dimensionati in modo da consentire l'intestazione e l'attacco dell'elemento (cartella) di raccordo tra il telaio e la parete stessa. Movimenti relativi rispetto alle strutture adiacenti Pagina 96 di 161

97 I serramenti e gli elementi che li compongono dovranno essere collegati fra di loro e con le strutture adiacenti in modo che gli assestamenti, i ritiri, le frecce e le dilatazioni normali, relativi a tale collegamento, possano avvenire senza compromettere l'efficienza funzionale del sistema serramento-giunto-struttura adiacente. I sistemi di ancoraggio e/o collegamenti con le strutture adiacenti, incluse eventuali sottostrutture di rinforzo, potranno essere realizzati in leghe di alluminio, acciaio inossidabile austenitico, acciaio cromato o zincato e/o altro materiale non soggetto a corrosione e compatibile con l'alluminio. Ancoraggi e collegamenti in acciaio potranno essere adottati solo con l'interposizione, nei punti di contatto acciaio/alluminio, di uni strato adeguato di materiale dielettrico. Protezione superficiale Tutte le superfici di lega leggera, dovranno essere protette contro le corrosioni mediante ossidazione anodica. La protezione mediante ossidazione anodica dovrà essere conforme alle prescrizioni delle norme UNI La superficie in vista dovrà essere lucidata ed ossidata con uno spessore minimo di 20 micron e quindi fissata in modo tale da rendere lo strato anodico non assorbente. La tonalità della colorazione anodica verrà definita sulla base di campionature. La superficie in vista, dopo il processo di ossidazione anodica, dovrà essere colorata per elettroimpregnazione (elettrocolorazione). L'Appaltatore dovrà fornire una garanzia decennale sulla qualità dei materiali impiegati e sulla durata nel tempo della protezione superficiale adottata. Criteri di accettazione delle opere Vetrazioni e pannelli Generalità I serramenti e gli elementi che li compongono saranno concepiti e montati in modo che la posa delle parti vetrate e/o cieche di tamponamento, possa essere effettuata in ragione degli spessori e dei tipi di tamponamento specificati in progetto e con il rispetto dei giuochi conseguenti. I profili e gli eventuali righelli fermavetro dovranno essere concepiti in modo tale da garantire una facile inserzione del tamponamento (in funzione del suo spessore e dei dispositivi fermavetro e di guarnizione) ed una corretta ritenzione dello stesso sotto l'azione di sollecitazioni esterne, quali pressione e depressione del vento, urti, sicurezza all'intrusione ecc.. Pannello coibentato in alluminio Pagina 97 di 161

98 Pannello cieco coibentato per serramenti interni ed esterni in alluminio, dello spessore di cm 5, composto da doppia lamiera in alluminio dello spessore non inferiore a 10/10 mm, verniciata a forno con tinta a scelta della DL. Nella doppia lamiera in alluminio viene interposto un isolamento termico realizzato in poliuretano espanso avente densità di kg/mc. Il pannello dovrà avere i bordi perimetrali sagomati in modo da essere agganciati al serramento stesso nei regoli fermavetro, compreso l onere degli sfridi, la sigillatura ed ogni altra provvista accessoria affinché l opera sia a perfetta regola d arte. Valutato e compensato al metro quadrato in vista in opera sul serramento. Principali parametri da rispettare Dispositivi di manovra e di bloccaggio I dispositivi di manovra e di bloccaggio dovranno essere dimensionati e concepiti in modo da sopportare le sollecitazioni derivanti dall'utenza normale ed eccezionale. Gli elementi di bloccaggio dovranno essere in grado di trasferire le sollecitazioni dovute al vento, e le altre sollecitazioni di esercizio previste, dalle parti mobili ai telai fissi senza provocare deformazioni permanenti o sconnessioni. Lo sforzo necessario per la manovra dovrà essere compatibile con le capacità fisiche dell'uomo e non dovrà obbligare a posizioni pericolose. Le parti apribili dei serramenti dovranno essere provviste se necessario, di dispositivi di equilibratura. Eventuali dispositivi, per portare le parti mobili in posizione di pulitura, dovranno escludere possibilità di errore di manovra. A. Cerniere La porzione di cerniera, applicata alla parte fissa del serramento, dovrà potersi smontare senza asportare il telaio dal vano. Le cerniere dovranno avere il perno rivestito in materiale sintetico (nailon, teflon, ecc.). B. Maniglie I meccanismi di apertura e di chiusura dovranno essere atti a sopportare l'utenza eccezionale, del tipo ad attrito volvente (su cuscinetti) con forme a stelo arrotondato e ricurvo e realizzate in acciaio inox. Sono previste (in diverse configurazioni ed accoppiamenti indicati sugli elaborati grafici): - maniglie a leva; - maniglione antipanico; - maniglie fisse verticali; - maniglie asportabili adatte per ospedale. C. Serrature I serramenti saranno provvisti di serrature a cilindro, realizzate in materiali anticorrosivi, di grado di sicurezza adatto alle condizioni di impiego previste. Ove necessario saranno montate serrature elettriche comandate a distanza e Pagina 98 di 161

99 con possibilità di sgancio per l'apertura manuale. Sono previste (in diverse configurazioni ed accoppiamenti indicati sugli elaborati grafici): - serrature antipanico azionate da maniglione - serrature con segnalatore per servizi igienici; - serrature elettriche; - serrature con catenaccio verticale. Tutte le serrature saranno fornite con cilindro a testa di morto di tipo Europeo diam. 17 mm. Le serrature dovranno essere organizzate in un "piano chiavi" che sarà definito in dettaglio con la Stazione Appaltante e con la Direzione Lavori. Il piano chiavi sarà come minimo strutturato mediante un sistema indipendente per ogni fabbricato. Il sistema sarà ulteriormente suddiviso per livello di fabbricato e per locale. Ogni fabbricato avrà una propria chiave master. D. Cremonesi (o cariglioni) Potranno anche essere incassate nei montanti tubolari, purché siano smontabili. E. Predisposizioni per il controllo dello stato di apertura dell'anta e per il montaggio di serrature elettriche I serramenti, laddove indicato negli elaborati grafici, saranno corredati della necessaria predisposizione per il montaggio di interruttori e/o profili per il controllo a distanza dello stato di apertura dell'anta e per il comando, sempre a distanza, dell'apertura della stessa. F. Sistemi di ritorno automatico I serramenti, laddove specificato in progetto, dovranno essere corredati di pompe aeree o a pavimento, incassate o a vista costituite da meccanismi di apertura e chiusura atti a sopportare i movimenti prodotti da un'utenza normale ed eccezionale. Detti meccanismi dovranno consentire una regolazione micrometrica della pressione da esercitare sul serramento e dell'arresto in posizione chiuso e/o aperto. Dovrà essere garantita l'accessibilità e facile manutenzione dei meccanismi. Tutti i meccanismi saranno in acciaio inox. Sono previsti: - chiusura a molla per porte vari e vieni; - chiudiporta aereo in vista, per uso specifico antincendio, senza possibilità di fermo; - chiudiporta aereo inserito nel telaio della porta con possibilità di fermo. Messa a terra dei serramenti L'Appaltatore dovrà provvedere, affinché sia assicurata la continuità elettrica, Pagina 99 di 161

100 fra i vari elementi costituenti il serramento e dovrà predisporre, nelle posizioni indicate dalla Direzione dei Lavori, i necessari attacchi per le connessioni alla rete di messa a terra generale della costruzione. Prestazioni Permeabilità all'aria, tenuta all'acqua, resistenza al vento I serramenti esterni, dovranno soddisfare i seguenti parametri: - classe di permeabilità all aria, determinata secondo la normativa UNI EN 12207_serramenti: 3; - classe di tenuta all acqua, determinata secondo la normativa UNI EN 12208_serramenti: 7A; - classe di resistenza al vento, determinata secondo la normativa UNI EN 12210_serramenti: 3; - classe di permeabilità all aria, determinata secondo la normativa UNI EN 12152_facciate continue: A2; - classe di tenuta all acqua determinata secondo la normativa UNI EN 12152: R5. Isolamento acustico L'indice di smorzamento acustico medio del serramento nel suo complesso, misurato su un manufatto con battente chiuso e provvisto di guarnizioni di tenuta su tutti e quattro i lati, dovrà soddisfare i requisiti di cui al D.P.C.M. 05 Dicembre 1997 Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici. Taglio termico degli infissi esterni Le caratteristiche termiche dei serramenti dovranno essere ottimizzate, mediante la realizzazione di profili composti ed assemblati con l'interposizione di elementi isolanti di materiale inerte oppure di resine poliuretaniche ad alta densità in modo da garantire il "taglio termico". Il coefficiente di trasmissione termica del serramento nel suo complesso dovrà risultare K 1,40 W/m²K. Urti, pressioni e sollecitazioni derivanti dall'utenza normale ed eccezionale I serramenti e gli elementi che li compongono dovranno essere progettati in modo tale da sopportare, senza danni od affaticamento, le sollecitazioni derivanti dall'utenza normale ed eccezionale. Inoltre il grado di resistenza delle vetrazioni non dovrà risultare mai superiore a quello dei serramenti nel loro complesso, in modo tale da provocare, a seguito di urti sulle vetrazioni, la rottura dei telai o addirittura il distacco degli stessi dalle strutture adiacenti. Durabilità e manutenzione Pagina 100 di 161

101 A. Condensa Dovrà essere garantita l'evacuazione delle eventuali acque di condensa. B. Infiltrazioni Dovrà essere garantita l'evacuazione delle acque di infiltrazione. C. Durabilità Qualora si preveda una usura localizzata ed inevitabile di parti del serramento, si dovranno prevedere dispositivi atti a sopportare e compensare adeguatamente tale usura e che siano agevolmente sostituibili. Nella scelta e nell'assemblaggio di tutti i materiali necessari, si dovranno tenere presenti tutti gli effetti provocati dalle condizioni di impiego e la loro relativa compatibilità. D. Riparazioni Gli accessori, necessari per la manovra quotidiana dei serramenti, dovranno potersi sostituire in modo semplice; la loro manutenzione dovrà essere agevole. Il sistema di fissaggio e di posa delle lastre vetrate dovrà essere tale da permetterne la sostituzione dall'interno, senza pericolo per l'utente e senza danno per le finiture del manufatto. E. Pulizia La pulizia dei serramenti, nel loro complesso, dovrà essere possibile dall'interno del vano sia per la superficie esterna, che per quella interna. I materiali adatti dovranno essere dichiarati dall'appaltatore. Pagina 101 di 161

102 13 LATTONERIE IN ALLUMINIO Normativa di riferimento UNI EN 485-3:2005 Alluminio e leghe di alluminio - Lamiere, nastri e piastre - Parte 3: Tolleranze dimensionali e di forma dei prodotti laminati a caldo. Qualità dei materiali Salvo diverse prescrizioni sull uso di leghe speciali, si userà lamiera di alluminio in lega primaria alluminio-magnesio-silicio allo stato bonificato di tipo adatto per ossidazione anodica. Tutte le sagomature dovranno corrispondere ai particolari esecutivi. Le principali caratteristiche riassumono in: davanzali, imbotti e cielini in alluminio coibentato - Spessore lamiera: 12/10 mm; - Finitura anodizzata naturale o elettrocolorata con colore a scelta della DL; - Compreso l onere di inserimento di un pannello in lana di roccia dello spessore di 5 cm e della densità non inferiore a 35 kg/mq sottostante alla lamiera ed opportunamente fissato al supporto sottostante; - Ferramente in acciaio zincato di fissaggio della lamiera di supporto. Converse, grondaie e scossaline - Spessore lamiera: 6/10 mm; - Finitura anodizzata naturale o elettrocolorata con colore a scelta della DL; - Compreso l onere per staffe, cicogne, chiodature; Pannelli grecati coibentati in alluminio (per pareti e/o rivestimento esterno di pareti e coperture) - Spessore del pannello 50 mm (due lastre con interposto strato isolante realizzato con schiuma poliuretanica rigida autoestinguente) - Spessore lamiera: 8/10 mm; - Finitura lamiera a vista anodizzata naturale o preverniciata a forno con colore a scelta della DL; - Compresi i meccanismi di fissaggio alla struttura di sostegno con idonea ferramenta, la sagomatura dei profili a vista e l eventuale siliconatura tra i vari pannelli; Lamiera di alluminio prevernciata (davanzali, imbotti, cielini, tamponamenti tra serramenti in genere, cassonetti ect); - Spessore lamiera: 12/10 mm; - Finitura anodizzata naturale o elettrocolorata con colore a scelta della DL; - Compresi i meccanismi di fissaggio; Accessori Gli elementi di supporto, i distanziatori, le viti, i tasselli ecc., dovranno essere di materiale compatibile con l'opera da realizzare ed approvati dalla Direzione Pagina 102 di 161

103 dei Lavori. In particolare essi dovranno essere studiati per garantire la tenuta idraulica e permettere la dilatazione termica dei singoli elementi senza produrre nella lamiera strappi, lacerazioni, ecc.. Dovranno inoltre essere evitati i ponti termici. Criteri di esecuzione delle opere La posa delle scossaline e dei manufatti di lattoneria in genere comprenderà l'onere per formazione giunti, per le sovrapposizioni, pezzi speciali, sigillature e tutte le opere da fabbro e murarie, necessarie per vincolare i manufatti alle strutture sottostanti. Le converse, i compluvi, le scossaline, i colmi, i frontali e simili manufatti, tutte le lattonerie comprese quelle prescritte per i giunti strutturali, avranno forma e sviluppo come prescritto dai disegni di progetto. Da parte dell'appaltatore dovranno essere sviluppati i disegni di officina tenendo conto del massimo utilizzando delle lamiere dalle quali devono essere ricavati i singoli manufatti. Possono essere ammesse piccole varianti rispetto ai disegni di progetto purchè preventivamente sottoposte al giudizio della Direzione Lavori e da queste approvate. Tutte le piegature dei manufatti dovranno essere realizzate con piegatrici meccaniche; le piegature dovranno risultare a spigolo vivo e si dovranno evitare eccessivi stiramenti delle lamiere. Solo in casi particolari potranno essere realizzate a mano piccole parti di manufatti. Tutti i bordi che resteranno a vista dovranno essere rifiniti in modo da evitare parti taglienti. Le giunzioni dovranno essere realizzate per sovrapposizione di almeno 5 cm e graffature multiple in modo da garantire la tenuta e permettere la dilatazione dei singoli elementi; le sovrapposizioni dovranno volgere verso gli scarichi. Saranno invece ammesse giunzioni con rivettature e chiodature con sovrapposizioni di circa 4 cm, con rivetti distanti 5-6 cm l'uno dall'altro e sfalsati, purchè sigillate con silicone ad elasticità permanente. Le parti di lattoneria aderenti alle murature, saranno sigillate con mastice speciale, applicato a pressione con sovrapposizione eventuale di nastri di tenuta. Dovranno essere realizzate le necessarie connessioni fra le lamiere per assicurare la continuità elettrica (ove richiesta) degli elementi, anche nei confronti del manto di copertura, se realizzato in fogli di lamiera. Pagina 103 di 161

104 Criteri di accettazione delle opere Controllo di conformità Comprende tutte le misure e i controlli necessari per accertare che i manufatti in corso di montaggio, corrispondano esattamente per conformazione, caratteristiche geometriche, materiali impiegati, a quanto indicato nella presente specifica e nei disegni di progetto e riportato dall'eventuale certificato delle prove di laboratorio. Controllo della corretta posa in opera Deve essere un controllo qualitativo, diretto ad accertare che non siano presenti difetti di esecuzione, di montaggio, tali da compromettere le caratteristiche funzionali precisate dai disegni di progetto e dalla presente specifica, confermate dai certificati di eventuali prove di laboratorio. Prove relative allo scorrimento e tenuta all'acqua Il controllo dovrà accertare che l'acqua di pioggia scorra regolarmente e non filtri attraverso giunti, punti di ancoraggio ecc. Nel caso si dovessero riscontrare difformità rispetto a quanto previsto nella presente specifica o nei disegni di progetto, l'appaltatore dovrà immediatamente procedere alla sostituzione dei materiali non idonei ed al rifacimento delle opere eseguite in modo difforme, secondo le istruzioni della Direzione Lavori. Pagina 104 di 161

105 14 OPERE DA FABBRO Normativa di riferimento UNI 7958:1979 Prodotti finiti, laminati a freddo - Lamiere sottili e nastri larghi da costruzione UNI EN ISO 1460:1997 Rivestimenti metallici. Rivestimenti su materiali ferrosi per immersione a caldo. Determinazione gravimetrica della massa per unità di area. UNI EN :2004 Materiali metallici - Prova di trazione - Parte 1: Metodo di prova a temperatura ambiente UNI EN 10327:2004 Nastri e lamiere di acciaio a basso tenore di carbonio rivestiti per immersione a caldo in continuo, per formatura a freddo - Condizioni tecniche di fornitura UNI EN :2005 Prodotti laminato a caldo in acciaio non legati per impieghi strutturali - Condizioni tecniche di fornitura UNI EN :2005 Acciai inossidabili - Parte 1: Lista degli acciai inossidabili UNI EN :2005 Acciai inossidabili - Parte 2: Condizioni tecniche di fornitura delle lamiere, dei fogli e dei nastri di acciaio resistente alla corrosione per impieghi generali UNI EN 10143:2006 Lamiere sottili e nastri di acciaio con rivestimento metallico applicato per immersione a caldo in continuo - Tolleranze, dimensioni e forma UNI EN 10162:2006 Profilati di acciaio laminati a freddo - Condizioni tecniche di fornitura - Tolleranze dimensionali e sulla sezione trasversale UNI EN 1433:2004 Canalette di drenaggio per aree soggette al passaggio di veicoli e pedoni - Classificazione, requisiti di progettazione e di prova, marcatura e valutazione di conformità Normativa di riferimento opere da vetraio Qualità dei materiali I materiali costituenti le opere dovranno rispondere ai seguenti criteri qualitativi: Lamiera per profili in acciaio zincato a freddo I profili di acciaio dovranno essere realizzati con nastro di acciaio di caratteristiche meccaniche non inferiori alla norma UNI EN 10327:2004 e UNI EN 10143:2006, zincato con il sistema Sendzmir o equivalente. La lamiera di acciaio zincato dovrà avere le seguenti caratteristiche: qualità FeKPGZ, rivestimento Z 275, prodotto zincato idoneo a sopportare operazioni di profilatura e di piegatura senza distacco del rivestimento di zinco. Le caratteristiche meccaniche minime saranno: - carico di rottura: R = max 41 Kg/mm² (400 N/mm²); Pagina 105 di 161

106 - allungamento: A% = min. 28% secondo provetta UNI 5547 (provetta CECA - 20 x 80 mm); - prova di piegamento: a blocco (x=180 gradi; D=O per spessori < 1 mm; D=a per spessori > 1 mm). Lamiera di acciaio normale Le lamiere dovranno corrispondere alla norma UNI 7958/79. I grafici prima di essere portati in cantiere dovranno essere sottoposti a trattamento di zincatura a caldo come di seguito descritto: - sgrassaggio, fosfatazione e passivazione a caldo con immissione prima di soluzione vaporizzata satura a base di sali; successiva soluzione fosfatante indi risciacquo con abbondante acqua decalcificata, immessa a pressione; - asciugatura completa con potenti getti di aria calda a diffusione uniforme e costante; - applicazione di primo trattamento per immersione con fondo a base di cromato di zinco su tutta la superficie già passivata, onde ottenere una perfetta aderenza della vernice. Non sono ammesse colature, specialmente nelle parti che restano in vista; opportuni fori verranno eseguiti sulle parti non in vista dei telai tubolari, onde permettere ai trattamenti di fosfatazione e verniciatura con fondo di interessare anche le parti interne degli stessi; - appassivamento in aria libera della mano di primo trattamento. Dopo il montaggio in opera si potrà completare il ciclo di protezione con l'applicazione della verniciatura a finire come descritta nella specifica sulle verniciature "ciclo per strutture metalliche". Il rilevamento della massa di rivestimento di zinco sulla lamiera di acciaio verrà effettuata su 3 provette. La media del rilevamento sull'insieme delle due facce non dovrà essere inferiore a 275 gr/m², mentre la massa di zinco determinata su ciascuna delle 3 provette non dovrà essere inferiore a 245 gr/m². Il controllo della massa di zinco verrà eseguito secondo le modalità indicate dalla norma UNI La finitura superficiale sarà del tipo Skinpassata (levigata). Acciaio inox Lamiere e nastri Verranno impiegati i seguenti acciai inox (conformi alle Norme UNI EN :2005 e UNI EN : 2005) a) per tutte le tipiche applicazioni come montanti, pannelli facciata, rivestimenti esterni, porte e finestre, modanature, scossaline, ecc., si utilizzerà acciaio AISI 304 (X5 CrNi 18-10); b) per applicazioni interne (stipiti, rivestimenti, ecc.) e per applicazioni esterne, qualora non interessi la conservazione dell'aspetto superficiale (controtelai, elementi di fissaggio, ecc.), si utilizzerà acciaio AISI 430 (X8 G-17); Pagina 106 di 161

107 c) per applicazioni che comportino severe esposizioni in atmosfere marine o industriali e comunque dove è richiesta la massima resistenza alla corrosione, si utilizzerà acciaio INOX AISI 316 (X5 CrNiMo ) Viti ed altri elementi di unione Verranno impiegati i seguenti acciai INOX: a) per i tipi di viti od elementi di unione (fasteners) particolarmente esposti: UNI X 5 Cr Ni 1810 X 8 Cr Ni 1812 X 5 Cr Ni Mo 1712 tipi AISI 304, 305, 316 rispettivamente; b) per tutti gli altri tipi di viti od elementi di unione (fasteners): UNI x 12 Cr 13 X 8 Cr 17 tipi: AISI 410, 430 (o similari approvati). Finiture superficiali di nastri e lamiere La finitura da usare è indicata successivamente secondo la seguente classificazione dell'american Iron and Steel Institute (AISI). Finiture per laminazione - n. 1 ottenuta per laminazione a caldo, ricottura e decapaggio, ha aspetto grigio argento opaco - n. 20 (D = dull, opaco), ottenuta per laminazione a freddo, ricottura e decapaggio, ha aspetto grigio argento opaco e liscio; - n. 20 (B = bright, brillante), ottenuta per laminazione a freddo,ricottura, decapaggio e successiva rilaminazione con leggerariduzione (skin-pass), ha aspetto grigio argenteo brillante. Finiture per abrasione - n. 4 ottenuta normalmente dalla n. 2B per smerigliatura, con abrasivo di grana mesh, ha un aspetto satinato brillante ( satinatura ). - n. 6 ottenuta dalla n. 4 per spazzolatura con spazzole di tampico e abrasivi fini (per esempio pomice ventilata), ha un aspetto satinato opaco. - n. 7 ottenuta dalla n. 4 per successiva smerigliatura, con abrasivo di grana sempre più fine, è decisamente riflettente. - n. 8 ottenuta dalla n. 4 con smerigliatura e lucidatura con abrasivi molto fini, è la finitura speculare che presenta il maggior grado di riflessione. Canalette di drenaggio Le canalette di drenaggio, ad eccezione delle griglie e delle coperture, possono essere fabbricate in: a) ghisa con grafite lamellare; b) ghisa con grafite sferoidale; c) acciaio fuso; d) acciaio laminato; e) acciaio inossidabile; f) calcestruzzo armato o non armato; Pagina 107 di 161

108 g) calcestruzzo con resine sintetiche; h) calcestruzzo con fibre; i) uno dei materiali da a) a f) abbinati a calcestruzzo/calcestruzzo con resine sintetiche con fibre. Griglie e coperture Le griglie e le coperture possono essere fabbricate in: a) ghisa a grafite lamellare; b) ghisa a grafite sferoidale; c) acciaio fuso; d) acciaio laminato; e) acciaio inossidabile; f) leghe a base di rame; g) calcestruzzo armato; h) calcestruzzo con resine sintetiche. L utilizzo dell acciaio laminato, è consentito soltanto se è possibile garantire una resistenza sufficiente alla corrosione. Essa è ottenibile mediante galvanizzazione per immersione su di una superficie pulita in conformità alla ISO 1461 e per fogli e strisce di acciaio rivestiti in continuo in conformità alla EN 10142, EN ed EN Criteri di esecuzione delle opere Cancelli e recinzioni riconducibili a profili in acciaio Movimenti relativi rispetto alle strutture adiacenti I manufatti metallici e gli elementi che li compongono dovranno essere collegati fra di loro e con le strutture adiacenti in modo che gli assestamenti, i ritiri, le frecce e le dilatazioni normali, relativi a tale collegamento, possano avvenire senza compromettere l'efficienza funzionale del sistema serramentogiunto-struttura adiacente. Sistema di fissaggio alle strutture adiacenti Il sistema di fissaggio dei manufatti metallici dovrà essere adatto: 1. alle dimensioni delle serrande e cancelli; 2. al sistema di apertura; 3. alle caratteristiche tecniche dei materiali costituenti i telai; 4. alle caratteristiche delle opere murarie costituenti il vano al quale il manufatto dovrà essere fissato; 5. alle sollecitazioni alle quali il manufatto sarà sottoposto. Tutti i sistemi di ancoraggio e/o collegamento con strutture adiacenti dovranno essere realizzati con materiali non soggetti a corrosione e Pagina 108 di 161

109 compatibili con quelli costituenti il manufatto. Dispositivi di manovra e bloccaggio I dispositivi di manovra e bloccaggio dovranno essere dimensionati e concepiti in modo da sopportare le sollecitazioni derivanti dall'utenza normale ed eccezionale. Gli elementi di bloccaggio, le cerniere, le guide laterali (superiori ed inferiori), i sistemi di scorrimento e/o avvolgimento, ecc. dovranno essere in grado di trasferire le sollecitazioni dovute al vento, ed alle altre sollecitazioni di esercizio previste, dalle parti mobili ai telai fissi senza provocare deformazioni permanenti o sconnessioni. Lo sforzo necessario per la manovra dovrà essere compatibile con le capacità fisiche dell'uomo e non dovrà obbligare a posizioni pericolose. Le parti apribili dovranno essere provviste se necessario di dispositivi di equilibratura. A. Manigliame I meccanismi di apertura e di chiusura dovranno essere atti a sopportare l'utenza eccezionale, al caso del tipo ad atrito volvente (su cuscinetti) con forme a stelo arrotondato e ricurvo. I materiali impiegati dovranno essere di tipo non soggetto alla corrosione e compatibili con la struttura dei serramenti stessi. B. Sistemi di chiusura I manufatti dovranno essere provvisti di sistemi di chiusura (serrature, catenaccioli, ecc.) realizzati in materiali anticorrosivo, posizionati al centro o lateralmente e comunque in modo tale da rendere agevole la manovra da parte dell'utente. I sistemi potranno essere incassati nei montanti o traversi, purché lo smontaggio ed il rimontaggio per le normali operazioni di manutenzione sia sufficientemente agevole. I manufatti saranno provvisti di serrature a cilindro di grado di sicurezza adatto alle specifiche condizioni di impiego. C. Predisposizioni per il controllo dello stato di apertura I manufatti, laddove specificato in progetto, dovranno essere corredati della necessaria predisposizione per il montaggio di interruttori e/o contatti, incluso l'inserimento di portacavi all'interno dei profili, per il controllo a distanza dello stato di apertura e, nel caso di manovra motorizzata, per il comando a distanza della stessa. Dimensioni, posizioni e connessioni con le strutture adiacenti verranno definite in sede di sviluppo di elaborati costruttivi. D. Messa a terra dei manufatti metallici L'Appaltatore dovrà provvedere affinchè sia assicurata la continuità elettrica fra i vari elementi costituenti il manufatto e dovrà predisporre nelle posizioni indicate dalla Direzione dei Lavori i necessari attacchi per le connessioni alla rete di messa a terra generale della costruzione. Pagina 109 di 161

110 Accessori Gli accessori potranno essere realizzati in lega di alluminio od in acciaio inossidabile austenitico conforme alla norma UNI EN od in acciaio cromato elettroliticamente od in altro materiale di pari resistenza alla corrosione. In ogni caso dovranno essere adottati opportuni accorgimenti al fine di evitare corrosioni elettrolitiche per contatto con componenti in alluminio. Urti, pressioni e sollecitazioni derivanti dall'utenza normale ed eccezionale I manufatti e gli elementi che li compongono dovranno essere progettati in modo tale da sopportare senza danni od affaticamento le sollecitazioni derivanti dall'utenza normale ed eccezionale e dalle condizioni di esercizio previste per lo stesso. Durabilità e manutenzione A. Durabilità Qualora si preveda una usura localizzata ed inevitabile di parti del manufatto si dovranno prevedere dispositivi atti a sopportare e compensare adeguatamente tale usura e che siano agevolmente sostituibili. Nella scelta e nell'assemblaggio di tutti i materiali necessari si dovranno tenere presenti tutti gli effetti provocati dalle condizioni di impiego e la loro relativa compatibilità. B. Riparazioni Gli accessori necessari per la manovra quotidiana dei manufatti dovranno potersi sostituire in modo semplice; la loro manutenzione dovrà essere agevole. Guarnizioni e sigillature Tutti i materiali elastici e/o elastoplastici dovranno, sotto sforzo e per tutto il periodo di vita utile, mantenere inalterate le loro caratteristiche di elasticità iniziale, tenuta ed indeformabilità sotto l'azione delle sollecitazioni dovute alle escursioni termiche ed agli agenti atmosferici nelle specifiche condizioni d'impiego. Le guarnizioni e le sigillature saranno rifilate e rasate in modo da non costituire ricettacolo e/o deposito di polvere. Tutte le guarnizioni e le sigillature dovranno resistere ai processi di sanificazione e pulizia eseguiti periodicamente, secondo le prescrizioni dell'appaltatore. Tutti i materiali impiegati dovranno rispondere ad una normativa e dovranno essere accompagnati dalle prescrizioni del Fabbricante per le caratteristiche e per i criteri di posa in opera. Pagina 110 di 161

111 Tolleranze Per la misurazione delle dimensioni e dei difetti di planarità e di perpendicolarità dei battenti si farà riferimento alle norme UNI EN 24 e 25. Parapetti, corrimani, scale metalliche Le ringhiere ed i parapetti di qualsiasi tipo per passaggi e simili, dovranno avere altezza non inferiore a 110 cm misurata in corrispondenza della parte più alta del pavimento e fino al corrimano; nel caso di parapetti a coronamento delle coperture e terrazzi non praticabili tale misura sarà non inferiore a 100 cm, Gli ancoraggi delle ringhiere e dei parapetti dovranno resistere comunque ad una spinta di 1-1,5 KN/m applicata alla sommità dei progetti stessi in accordo con la circolare 4/7/96 n 156AA.GG/STC Istruzioni per l applicazione delle norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi di cui al D.M. 16/1/96. Parapetti in ferro e vetro I vetri di sicurezza per la realizzazione di parapetti dovranno essere posti in opera in modo solidale con gli elementi di fissaggio in modo tale da garantire una resistenza alla spinta di 1-1,5 KN/m. Saranno utilizzati esclusivamente vetri temprati stratificati dalle caratteristiche sopra descritte. Gli elementi che garantiranno il fissaggio potranno essere in acciaio inox, agganciate alle lastre vetrate mediante viti in acciaio inox. La superficie delle lastre vetrate a contatto con gli elementi di fissaggio saranno protette da strisce in neoprene. Cavi tesati I cavi tesati per parapetti e fioriere potranno essere del tipo a trefoli o a fune spiroidale prodotti con fili di acciaio trafilati a freddo. I cavi saranno dotati di terminali in acciaio filettati in modo da poter regolare le tensioni dei cavi in fase di montaggio. Lo spessore dei cavi sarà di mm 6 con tensione minima di allungamento pari a 14,2 KN. Grigliati Per l aerazione dei locali ove prevista si dovranno utilizzare pannelli a lamelle orizzontali antipioggia in lamiera di acciaio zincato, completi perimetrale di telaio da murare. I grigliati servoassistiti per le uscite di sicurezza dovranno essere costituti da telaio fisso e telaio mobile in acciaio zincato con dispositivo di apertura a pistone, tipo Servokat Passavan con apertura con cerniera e cartuccia a gas, i Pagina 111 di 161

112 grigliati di Classe A 15/L 15 dovranno essere realizzati con dispositivo antiribaltamento e contro la chiusura accidentale e saranno dotati di chiave di sollevamento e servizio. Verniciatura delle opere metalliche Ove previsto le opere realizzate in profili di acciaio zincato saranno trattate con un ciclo di verniciatura del tipo scelto dalla D.L. (vedi specifiche tecniche tinteggiature e verniciature). Per le opere destinate ad installazioni esterne al fabbricato si prescrive sempre la zincatura dei manufatti. Pagina 112 di 161

113 15 OPERE DA VETRAIO Normativa di riferimento UNI EN 572-2:2004 Vetro per edilizia - Prodotti di base di vetro di silicato sodo-calcico - Parte 2: Vetro float UNI EN 14449:2005 Vetro per edilizia - Vetro stratificato e vetro stratificato di sicurezza - Valutazione della conformità/norma di prodotto UNI EN ISO :2000 Vetro per edilizia - Vetro stratificato e vetro stratificato di sicurezza - Definizioni e descrizione delle parti componenti UNI EN ISO :2006 Vetro per edilizia - Vetro stratificato e vetro stratificato di sicurezza - Parte 2: Vetro stratificato di sicurezza UNI EN ISO :2000 Vetro per edilizia - Vetro stratificato e vetro stratificato di sicurezza - Vetro stratificato UNI EN ISO :2000 Vetro per edilizia - Vetro stratificato e vetro stratificato di sicurezza - Metodi di prova per la durabilità UNI EN ISO :2000 Vetro per edilizia - Vetro stratificato e vetro stratificato di sicurezza - Dimensioni e finitura dei bordi UNI EN ISO :2000 Vetro per edilizia - Vetro stratificato e vetro stratificato di sicurezza - Aspetto UNI EN :2001 Vetro per edilizia - Vetro di silicato sodocalcico di sicurezza temprato termicamente - Definizione e descrizione UNI EN :2005 Vetro per edilizia - Vetro di silicato sodocalcico di sicurezza temprato termicamente - Parte 2: Valutazione di conformità/norma di prodotto UNI EN :2005 Vetro per edilizia - Vetro di borosilicato di sicurezza temprato termicamente - Parte 2: Valutazione della conformità/norma di prodotto UNI EN :2005 Vetro per edilizia - Vetro di sicurezza di silicato sodo calcico temprato termicamente e sottoposto a "heat soak test" - Parte 1: Definizione e descrizione UNI EN :2005 Vetro per edilizia - Vetro di sicurezza di silicato sodo calcico temprato termicamente e sottoposto a "heat soak test" - Parte 2: Valutazione della conformità/norma di prodotto UNI EN :2005 Vetro per edilizia - Vetro di sicurezza a matrice alcalina temprato termicamente - Parte 1: Definizione e descrizione UNI EN :2006 Vetro per edilizia - Vetro di borosilicato di sicurezza temprato termicamente - Parte 1: Definizione e descrizione UNI EN :2006 Vetro per edilizia - Vetro di sicurezza a matrice alcalina temprato termicamente - Parte 2: Valutazione della conformità/norma di prodotto UNI EN 357:2005 Vetro in edilizia - Elementi vetrificati resistenti al fuoco comprendenti prodotti di vetro trasparenti o traslucidi - Classificazione della resistenza al fuoco Pagina 113 di 161

114 Qualità dei materiali I materiali costituenti le opere dovranno rispondere ai seguenti criteri qualitativi: Vetri Vetri piani lucidi Nelle vetrazioni trasparenti ed incolori sarà impiegato vetro silicato sodocalcico piano, con facce piane, parallele e lustre ottenuto col procedimento "float". Questo prodotto sarà conforme alla norma UNI EN 572-2:2004 vetro per l edilizia - Prodotto a base di vetro di silicato sodo-calcico - vetro float. Vetri isolati uniti al perimetro (vetrocamera) verocamera 3+3 tipo Visarm visarm I vetrocamera sono vetri isolanti costituiti dall'accoppiamento di due lastre con intercapedine d'aria disidratata ed unite sul perimetro. I vetrocamera risponderanno alle norme UNI EN /2/3/4:2004. Le caratteristiche meccaniche e dimensionali delle singole lastre devono corrispondere a quelle prescritte per il tipo di vetro adottato. La parte vetrata sarà composta da un vetrocamera realizzato secondo la stratigrafia riportata in seguito: - lastra esterna stratificata tipo Stratophone 66.2; - intercapedine da 20 mm di aria disidratata; - lastra interna tipo Stratophone low-e (basso-emissivo) 44.2 Top N+ (planibel Top N+ Planibel Clear) #3; la caratteristiche prestazionali minime garantite saranno: - t v 73 g 51 secondo la normativa EN 410; - R w 49 (-2,-8) secondo la normativa EN 12758; - U g 1,40 W/(m 2 K) secondo la normativa EN 673. Vetri stratificati (accoppiati) tipo Visarm 3+3 mm Sono ottenuti dall'accoppiamento di due o più lastre delle tipologie di cui ai punti precedenti, unite su tutta la superficie mediante interposizione di materiale plastico trasparente. Esse dovranno rispondere alle norme UNI EN ISO /2/3/4/5/6:2000 Fornitura e posa in opera di cristallo stratificato tipo Visarm su serramento interno e/o esterno, fissato con regoli fermavetro secondo prescrizione del costruttore. La lastra è costituita da due o più vetri stratificati con interposto un foglio di Pagina 114 di 161

115 polivinilbutirrale. Valutato al metro quadrato misurato sulla superficie in vista in opera sul serramento. Nel prezzo sono compresi gli oneri per sfridi, pulizia e variazioni di misura rispetto l abaco fino al 10%. Vetri temprati Sono ottenuti da lastre di vetro piano lucido (float) sottoposte a trattamento termico di tempra a circa 700 C per aumentarne le caratteristiche meccaniche e di resistenza allo shock termico. In particolare tutti i vetri indicati in progetto come temprati dovranno aver superato il test HST (Heat Soak Test). Vetri di sicurezza I vetri che, una volta in opera, hanno il lato inferiore posto a meno di 90 cm dal piano di calpestio devono rispondere alla UNI 7697:2007 " Criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarie", fatto salvo quanto diversamente specificato sugli elaborati grafici. Con riferimento a tale norma sono da considerare come vetri di sicurezza le lastre temperate, stratificate ed armate (vetri che incorporano una rete metallica o fili metallici) ed i vetri compositi (stratificati o uniti al perimetro) che incorporano i vetri di sicurezza Vetri resistenti al fuoco (REI - REW) Sono vetri aventi caratteristiche di resistenza al fuoco così definite: R attitudine della lastra a conservare la resistenza meccanica sotto l azione del fuoco per un determinato periodo di tempo; E I attitudine della lastra a non lasciar passare ne produrre, se sottoposta all azione del fuoco su un lato, fiamme, vapori o gas caldi sul lato opposto; attitudine della lastra a ridurre, entro un dato limite, la trasmissione del calore; W attitudine della lastra a ridurre significativamente l irraggiamento del calore come indicato nella Direttiva Prodotti da Costruzione 89/106/CEE recepita in Italia attraverso il DPR n. 246 del 21 aprile 1993 (G.U. n. 170 del 22 luglio 1993). Pagina 115 di 161

116 16 TESSUTO NON TESSUTO Normativa di riferimento UNI EN :1993 Tessili. Metodi di prova per nontessuti. Determinazione della massa areica UNI EN :1993 Tessili. Metodi di prova per nontessuti. Determinazione della resistenza a trazione e dell'allungamento. UNI EN 29092:1993 Tessili. Nontessuti. Definizione. Qualità dei materiali Tessuto non tessuto 200 gr/mq Fornitura e posa di tessuto non tessuto in poliestere del peso di 200 gr/mq, tipo TS45, peso specifico 1.38 gr/cm3 a 20, resistenza longitudinale calcolata con GRAB TEST-ASTM 1682, compreso l'ancoraggio del bordo esterno con idonei pezzi, compreso ogni altro onere o provvista accessoria affinché il lavoro risulti a perfetta regola d'arte. Valutato a metro quadrato di superficie in vista. Criteri di esecuzione delle opere Posa degli strati di separazione o scorrimento Lo strato di separazione e/o scorrimento dovrà essere posato secondo la stratificazione stabilita negli elaborati grafici di progetto. I teli saranno posti in opera con una sovrapposizione minima dei 4 bordi di 100 mm. Criteri di accettazione delle opere Le opere eseguite si intenderanno accettate solo se risponderanno a quanto prescritto per quanto riguarda i materiali da utilizzare e modalità di posa. Dovrà essere verificata la rispondenza delle opere eseguite a quanto richiesto nei disegni di progetto, sia per quanto riguarda le sagome, le pendenze e l'esattezza delle misure. Si dovrà accertare inoltre che gli strati siano integri, non presentino deformazioni, lacerazioni o qualsiasi altro difetto. Pagina 116 di 161

117 Sovrastruttura in conglomerato bituminoso Requisiti generali La sovrastruttura in conglomerato bituminoso è generalmente composta da alcuni o tutti i seguenti strati: strato di base, strato di collegamento (binder), strato di usura. Essi dovranno soddisfare ai requisiti stabiliti nelle corrispondenti "Norme per l'accettazione dei bitumi per usi stradali - Caratteristiche per l'accettazione" CNR n. 68, Ed. maggio 1978; "Norme per l'accettazione delle emulsioni bituminose per usi stradali", CNR fascicolo n. 3, Ed. 1958; "Norme per l'accettazione dei bitumi per usi stradali (Campionatura dei bitumi)", Ed del CNR n. 81; Inoltre per TUTTE le miscele in conglomerato bituminoso da impiegarsi dovranno essere conformi a quanto previsto alla Direttiva 89/106/CEE sui prodotti da costruzione, debitamente recepita con D.M. 11 aprile 2007, G.U. n 91 del per la marcatura CE, si farà riferimento alla famiglia di norme della serie UNI EN Ciascuna norma della serie individua le caratteristiche di una tipologia di prodotto diversa, e nello specifico: 09 - UNI EN Miscele bituminose Specifiche del materiale Parte 1: Conglomerato bituminoso prodotto a caldo; 10 - UNI EN Miscele bituminose Specifiche del materiale Parte 5: Conglomerato bituminoso antisdrucciolo chiuso; 11 - UNI EN Miscele bituminose Specifiche del materiale Parte 6: Asfalto colato; 12 - UNI EN Miscele bituminose Specifiche del materiale Parte 7: Conglomerato bituminoso ad elevata % di vuoti UNI EN Miscele bituminose Specifiche del materiale Parte 8:Conglomerato bituminoso di recupero Inoltre a supporto delle norme UNI EN sopra vengono utilizzate: 14 - UNI EN Miscele bituminose Specifiche del materiale Parte 20: Prove di tipo iniziale 15 - UNI EN Miscele bituminose Specifiche del materiale Parte 21:Controllo di produzione di fabbrica Conglomerati bituminosi a caldo rigenerati in impianto fisso e mobile Generalità I conglomerati bituminosi rigenerati in impianto fisso o mobile sono costituiti da misti granulari composti da conglomerati preesistenti frantumati, inerti nuovi, aggiunti in proporzioni e tipo variabili a seconda della natura di conglomerato (base, binder, usura) che si deve ottenere, impastati a caldo con bitume, al quale viene aggiunto un idoneo prodotto di natura aromatica, che rigeneri le proprietà del legante contenuto nelle miscele bituminose preesistenti; la messa in opera avviene con sistemi tradizionali. Pagina 117 di 161

118 Il conglomerato bituminoso preesistente denominato, proviene in genere dalla frantumazione, direttamente dalla sua primitiva posizione, con macchine fresatrici (preferibilmente a freddo). Per i materiali descritti nel presente articolo, in carenza di indicazioni, valgono le prescrizioni per i conglomerati bituminosi. Inerti Le percentuali massime del materiale da riutilizzare non dovranno superare il 50%, il restante materiale sarà costituito da nuovi inerti, aventi i requisiti di accettazione previsti per i conglomerati normali. Si potrà usare materiale fresato di qualsiasi provenienza, per impieghi nello strato di base; materiale proveniente da vecchi strati di binder ed usura, per impieghi nello strato di binder; solo materiali provenienti da strati di usura per gli strati di usura. Legante Il legante sarà costituito da quello presente nel materiale fresato integrato da bitume nuovo, generalmente additivato con rigeneranti-fluidificanti in modo da ottenere le viscosità e le caratteristiche di adesione prescritte nel punto che segue. Il bitume fresco sarà normalmente del tipo di penetrazione 80/100, salvo diversa prescrizione della Direzione Lavori. Miscela La granulometria della miscela costituita da materiale di risulta dalla fresatura e dai nuovi inerti dovrà corrispondere al fuso prescritto nelle specifiche norme tecniche per il tipo di conglomerato che si vuol realizzare (base, binder o usura). La percentuale di bitume da aggiungere e la percentuale di rigenerante da utilizzare saranno determinate come appresso. Percentuale totale di bitume (Pt) della miscela ottenuta (materiali fresati e materiali nuovi): Pt = 0,035 a + 0,045 b + c d + f essendo: Pt = % (espressa come numero intero) di bitume in peso sul conglomerato. a = % di aggregato trattenuto al N. 8 (ASTM 2.38 mm). b = % di aggregato passante al N. 8 e trattenuto al N. 200 (0.074). c = % di aggregato passante al N d = 0,15 per un passante al N. 200 compreso tra 11% e 15%. d = 0,18 per un passante al N. 200 compreso tra 6% e 10%. d = 0,20 per un passante al N. 200 < 5%. f = parametro compreso normalmente fra 0,7 e 1, variabile in funzione dell'assorbimento degli inerti. Pagina 118 di 161

119 La percentuale rispetto al totale degli inerti, di legante nuovo da aggiungere (Pn) sarà pari a Pn = (P1n 0,2) dove P1n è: P1n = Pt - (Pv x Pr) in cui: Pv = % di bitume vecchio preesistente (rispetto al totale degli inerti). Pr = valore decimale della percentuale di materiale riciclato (nel nostro caso maggiore o uguale a 0,5). La natura del legante nuovo da aggiungere sarà determinata in base ai seguenti criteri: - la viscosità del legante totale a 60 C non dovrà superare poise, quindi, misurata la viscosità del legante estratto ( b ) è possibile calcolare la viscosità (sempre a 60 C) che dovrà avere il legante da aggiungere usando il nomogramma su scala semilogaritmica della figura seguente. Indicando con A il punto le cui coordinate sono: il valore ottenuto di Pn/Pt ed il valore della viscosità di poise, I'intersezione della retta con l'asse verticale corrispondente al valore 100 dell'asse orizzontale, fornisce il valore C della viscosità del legante che deve essere aggiunto. Qualora non sia possibile ottenere il valore C con bitumi puri, si dovrà ricorrere a miscele bitume-rigenerante. Si ricorda che la viscosità a 60 C di un bitume C.N.R. 80/100 è poise. Per valutare la percentuale di rigenerante necessaria si dovrà costruire in un diagramma viscosità percentuale di rigenerante rispetto al legante nuovo, una curva di viscosità con almeno tre punti Pagina 119 di 161

120 misurati: K = viscosità della miscela bitume estratto più bitume aggiunto nelle proporzioni determinate secondo i criteri precedenti, senza rigenerante. M = viscosità della miscela bitume estratto più bitume aggiunto in cui una parte del bitume nuovo è sostituita dall'agente rigenerante nella misura del 10% in peso rispetto al bitume aggiunto. F = viscosità della miscela simile alla precedente in cui una parte del bitume nuovo è sostituita dall'agente rigenerante nella misura del 20% in peso rispetto al bitume aggiunto. Da questo diagramma mediante interpolazione lineare è possibile dedurre, alla viscosità di poise, la percentuale di rigenerante necessaria. La miscela di bitume nuovo o rigenerato nelle proporzioni così definite dovrà soddisfare particolari requisiti di adesione determinabili mediante la metodologia Vialit dei "Points et Chaussees" i risultati della prova eseguita su tale miscela non dovranno essere inferiori a quelli ottenuti sul bitume nuovo senza rigenerante. Il conglomerato dovrà avere gli stessi requisiti (in termini di valori Marshall e di vuoti) richiesti per i conglomerati tradizionali; ulteriori indicazioni per il progetto delle miscele potranno essere stabilite dalla D.L. utilizzando la prova di deformabilità viscoplastica a carico costante (C.N.R ). Il parametro J1 (ricavabile dalla prova CREEP) dovrà essere definito di volta in volta (a seconda del tipo di conglomerato), mentre lo Jp a 40 C viene fissato il limite superiore di 20 x cm2 da N.s. Formazione e confezione delle miscele Il conglomerato sarà confezionato mediante impianti fissi o mobili automatizzati del tipo a tamburo essiccatore - mescolatore. Il dispositivo di riscaldamento dei materiali dovrà essere tale da ridurre al minimo il danneggiamento e la bruciatura del bitume presente nei materiali da riciclare, pur riuscendo ad ottenere temperature (e quindi viscosità) tali da permettere l'agevole messa in opera (indicativamente superiori a 130 C 140 C). L'impianto fisso dovrà essere dotato del numero di predosatori sufficienti per assicurare l'assortimento granulometrico previsto. Pagina 120 di 161

121 Il dosaggio a peso dei componenti della miscela dovrà essere possibile per ogni predosatore. Sarà auspicabile un controllo automatico computerizzato dei dosaggi (compreso quello del legante); questo controllo sarà condizione necessaria per l'impiego di questo tipo d'impianto per il confezionamento dei conglomerati freschi; questo impiego potrà essere reso possibile in cantieri in cui si usino materiali rigenerati e vergini solo dopo accurata valutazione di affidabilità dell'impianto. L'impianto sarà dotato di tutte le salvaguardie di legge per l'abbattimento di fumi bianchi e azzurri, polveri, ecc. Posa in opera delle miscele Valgono le prescrizioni dei conglomerati tradizionali, con gli stessi requisiti anche per le densità in situ. Pagina 121 di 161

122 16.2 Norme generali per la misurazione e valutazione dei lavori La misurazione e la valutazione dei lavori e delle provviste sarà effettuata con metodi geometrici, la contabilizzazione degli stessi sarà fatta a numero, a peso, a misura o a corpo secondo quanto previsto nell'elenco prezzi. Per la liquidazione dei lavori varranno le misure fissate dal progetto anche se in sede di controllo da parte degli incaricati, si riscontrassero spessori, superfici; lunghezze diverse dello stesso se tali unità di misura saranno superiori a quanto previsto. Nel caso però in cui tali maggiorazioni risultassero ordinate per iscritto dalla Direzione Lavori esse saranno contabilizzate. Non saranno in nessun caso ammesse dimensioni inferiori a quelle di progetto salvo eventuali tolleranze previste dal progetto stesso e dal Capitolato Speciale. L'Appaltatore, a insindacabile giudizio della Direzione Lavori, sarà chiamato al rifacimento delle opere deficienti a totale suo carico. Le misure saranno prese in contraddittorio man mano che procedono i lavori e riportate su appositi libretti che saranno firmati dalla Direzione Lavori e dal rappresentante dell'appaltatore. Resta salva in ogni caso la possibilità di verifica e rettifica in occasione delle operazioni di collaudo. Tutti gli oneri e spese dell'appaltatore per i tracciamenti e la conservazione degli stessi, gli oneri e spese necessarie per il prelievo di campioni di qualsiasi genere nelle opere eseguite ed in corso di esecuzione e di tutti quelli necessari per le prove previste dal Capitolato Speciale nonché per le prove da eseguire presso laboratori ufficiali al fine di accertare le caratteristiche dei singoli materiali e la rispondenza degli stessi e dei lavori eseguiti alle prescrizioni di Capitolato ed agli ordini della Direzione Lavori fatte salve eventuali diverse precise indicazioni del Capitolato e dell'elenco prezzi, si intendono compresi e compensati nei singoli prezzi di elenco. 17 Opere elettriche e illuminazione 17.1 Materiali e componenti elettrici Riassunto delle prescrizioni Gli armadi per i gruppi di misura e i quadri elettrici di protezione e comando dovranno essere in resina poliestere rinforzata con fibre di vetro adatti per posa all esterno resistenti alla corrosione, con grado di protezione minimo IP65 Tutti i quadri devono avere una targa sulla quale deve essere indicato il nome del costruttore, o il marchio di fabbrica, insieme al tipo e/o numero di identificazione I collegamenti ausiliari e di potenza devono essere eseguiti in corda di rame flessibile od in sbarre di rame isolate su materiale ceramico o resarm con sezione adeguata alla portata massima nominale degli interruttori relativi I cavi elettrici per posa all esterno ed interrata dovranno essere unipolari o multipolari, isolati in gomma di qualità G7, con guaina in PVC (non propagante l incendio e a ridotta emissione di gas corrosivi) I cavi vanno dimensionati in modo che la caduta di tensione tra il punto di consegna dell energia elettrica e qualunque altro punto dell impianto non supera il 4% della tensione nominale I tubi protettivi in materiale isolante, pieghevoli, corrugati da utilizzare per l esecuzione di impianti incassati dovranno essere di tipo medio o pesante, con diametro interno almeno pari a 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio di cavi Pagina 122 di 161

123 I collegamenti elettrici o connessioni (giunzioni e derivazioni) vanno eseguite con appositi morsetti, con o senza vite, con caratteristiche adeguate alla sezione dei cavi da collegare La corda di acciaio del diametro nominale minimo di 6mm, dovrà essere di tipo spiroidale a 19 fili, con doppia zincatura ed in tutti i punti di ammarro, posta in opera con l impiego di redance e bloccata con tre morsetti a cavallotto, di misura adeguata alla corda Per l impianto di terra devono essere installati conduttori, che assicurano una buona aderenza con il terreno, nello scavo di fondazione e nel collegare all'insieme dispersore-conduttori di protezione le masse estranee ed i ferri di armatura del cemento armato (terra di fondazione). I materiali da utilizzare per i dispersori sono rame, di acciaio rivestito di rame e di materiali ferrosi zincati Sostegni, apparecchi di illuminazione e sorgenti luminose I sostegni dovranno essere realizzati in acciaio zincato laminato/trafilato con pali di forma conica o cilindrica con eventuali accessori sfilabili. Non sono ammessi sostegni in materiale plastico I pali dovranno essere protetti alla sezione di incastro mediante l applicazione di una guaina termorestringente in polietilene con altezza di almeno 40cm, di cui 20 cm. sotto e 20 cm. sopra la sezione di incastro del palo I sostegni in fusione di ghisa devono essere realizzati in lega G 20 UNI 5007 o in altra di caratteristiche non inferiori Gli apparecchi di illuminazione dovranno essere con ottica totalmente schermata (di tipo cutoff ), comunque in piena rispondenza ai requisiti di lotta all inquinamento luminoso definiti dal punto 3 dell Allegato III al Documento di Piano del PIER, e dalla L.R. 39/05, nonché costruiti in conformità alla norme CEI Nel caso in cui l intervento di progetto interessi zone o edifici sottoposti al parere di Soprintendenza o altri Enti ed Uffici sarà cura del progettista incaricato acquisire le relative autorizzazioni per l installazione, la scelta degli apparecchi di illuminazione con le soluzioni più idonee. Le sorgenti luminose da installare negli impianti di illuminazione pubblica dovranno essere quelle con l efficienza e vita media garantita tra le più elevate tra quelle reperibili in commercio, scelte in modo coerente con i criteri di ottimizzazione e razionalizzazione degli impianti, impiegando potenze adeguate ai luoghi di installazione, seguendo le prescrizioni del presente Piano di Illuminazione Pubblica Gli scavi stradali a sezione obbligata da eseguire per la realizzazione di cavidotti per gli impianti di illuminazione pubblica saranno realizzati a seconda della tipologia del luogo con riferimento al Disciplinare dell Ufficio Strade dell Amministrazione Comunale I cavidotti dovranno essere messi in opera ad una profondità di circa 70cm se lo scavo sarà eseguito su carreggiata ed a una profondità di circa 60cm per le restanti tipologie di scavo (marciapiede, banchina, aerea verde, ecc.). Profondità inferiori dovranno essere autorizzate dall Ufficio competente dell Amministrazione Comunale Lungo le tubazioni dovranno essere predisposti pozzetti di ispezione in corrispondenza delle derivazioni, dei centri luminosi, dei cambi di direzione o comunque in tutte quelle situazioni che lo richiedano in modo da facilitare la posa dei cavi e rendere l impianto sfilabile ed accessibile per riparazioni, manutenzione o ampliamenti I pozzetti dovranno avere dimensioni tali da permettere l infilaggio dei cavi rispettando il raggio minimo di curvatura ammesso. Le dimensioni minime esterne dovranno essere di 40x40cm Pagina 123 di 161

124 I chiusini per i pozzetti di derivazione dovranno essere realizzati in ghisa di qualità lamellare o sferoidale suddivisi in varie classi e dimensioni a seconda della tipologia di installazione I plinti di fondazione da utilizzare per la stabilità dei pali del tipo ad infissione di altezza fuori terra fino a 12,00m, saranno realizzati mediante getto di calcestruzzo non armato ottenendo dei blocchi monolitici entro i quali i pali saranno alloggiati e successivamente piombati e bloccati. La dimensione del plinto non deve essere inferiore a quella di un cubo con il lato uguale al 10% della lunghezza del palo Per i pali con piastra di base dovranno essere posate e annegate nel getto di calcestruzzo quattro barre tirafondi per l ancoraggio del palo con piastra sul basamento di fondazione. In tutti gli interventi di nuova realizzazione sarà da usarsi preferibilmente quest ultima soluzione di fissaggio del palo a mezzo piastra, per ragioni di maggior durabilità agli agenti corrosivi e maggior controllo dello stato di conservazione in fase manutentiva Lavori di impianto elettrico Prima di procedere ad allacciare i nuovi impianti e/o comunque manomettere in qualunque modo gli impianti esistenti è necessario che il competente ufficio dell Amministrazione Comunale e la Società Concessionaria del servizio di manutenzione e gestione degli impianti abbiano espressamente autorizzato tali operazioni Per i cavidotti di notevole lunghezza i pozzetti rompitratta dovranno essere predisposti ogni 30m circa in modo da consentire la infilabilità e la sfilabilità dei cavi I cavi utilizzati per le linee dorsali degli impianti dovranno essere del tipo flessibile uni-multipolari isolanti con gomma etilenpropilenica tipo FG7 rispondenti alle norme CEI Si raccomanda comunque di non utilizzare sezioni inferiori a 6mmq Le linee di derivazione dalle dorsali dovranno essere realizzate con cavi del tipo flessibile unimulitpolari isolanti con gomma etilenpropilenica tipo FG7 rispondenti alle norme CEI e della sezione minima di 1,5mmq. Nel caso di punti luce doppi o tripli su uno stesso sostegno le linee di derivazione dovranno essere singolarmente dedicate per ogni lampada I punti luce disposti lungo le strade o nelle aree interessate dovranno essere suddivisi su due circuiti trifasi equilibrati con neutri separati e dovranno essere da questi derivati in modo da risultare alternati sulla sede stradale così da consentire in caso di guasto il fuori servizio di una lampada sì ed una lampada no Le derivazioni dalle linee dorsali per derivare i singoli punti luce, saranno realizzati nelle scatole di derivazione, per i punti luce posati a parete o dentro i pali Per le strade urbane il sostegno dovrà essere installato ad almeno 50cm dal limite della carreggiata. Sui marciapiedi di modesta larghezza i pali dovranno essere installati in posizione arretrata lato interno, in modo da lasciare un distanza di passaggio di almeno 90cm dal filo del palo al cordolo del marciapiede La distanza da mantenere rispetto alle recinzioni o ai fabbricati deve essere di circa 10cm Ai fini della manutenzione qualsiasi punto luce deve essere posizionato in modo da essere raggiungibile da un automezzo tipo autocarro e piattaforma aerea con possibilità di lavoro fino a 19,00m 17.2 Normative L esecuzione degli impianti di illuminazione pubblica deve rispondere alle norme vigenti con particolare riferimento per: Pagina 124 di 161

125 a) Normative impianti elettrici CEI Tutte le norme CEI ultima edizione e successive integrazioni con particolare riferimento a: CEI (1997) Impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica. Linee in cavo. CEI (2005) Lavori su impianti elettrici. CEI 17-13/1 (2000) Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). CEI (1998) Guida per l uso di cavi a bassa tensione. CEI (2001) Guida per l uso di cavi 0,6/1kV. CEI 23-3/1 (2004) Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari. CEI (1999) Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche o similari. CEI (1999) Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche o similari. CEI (1997) Sistemi di canalizzazione per cavi. Prescrizioni particolari per sistemi di tubi interrati. CEI (2005) Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare. CEI 32-1 (2000) Fusibili a tensione non superiore a 1000V per corrente alternata e 1500V per corrente continua. Prescrizioni generali. CEI (2005) Apparecchi di illuminazione. Prescrizioni generali e prove. CEI (1999) Apparecchi di illuminazione. Prescrizioni particolari. Proiettori. CEI (2003) Apparecchi di illuminazione. Prescrizioni particolari. Apparecchi per illuminazione stradale. CEI (2000) Ausiliari per lampade. Prescrizioni generali e di sicurezza. CEI (1998) Condensatori per uso in circuiti con lampade fluorescenti ed altre lampade a scarica. CEI 64-8 (2004) Impianti elettrici utilizzatori a tensione non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua: Parte 1 : oggetto e scopo. Parte 2 : definizioni. Parte 3 : caratteristiche generali. Parte 4 : prescrizioni per la sicurezza. Parte 5 : scelta ed installazione dei componenti elettrici. Parte 6 : verifiche. Parte 7 : ambienti e applicazioni particolari. CEI 81-1 (1998) Protezione delle strutture contro i fulmini. CEI UNEL (2002) Identificazione delle anime dei cavi. CEI UNEL tab /1 Cavi elettrici - Portate di corrente in regime permanente per posa in aria. CEI UNEL (2000) Cavi elettrici - Portate di corrente in regime permanente per posa interrata. Per quanto concerne la scelta dei materiali non univocamente specificati si prescrive quanto segue: Pagina 125 di 161

126 tutti i materiali e gli apparecchi impiegati negli impianti elettrici devono essere adatti all ambiente in cui sono installati e devono essere tali da resistere alle azioni meccaniche, corrosive, termiche o dovute all umidità, alle quali possono essere esposte durante l esercizio; tutti i materiali devono avere caratteristiche e dimensioni tali da rispondere alle norme CEI attualmente in vigore; i materiali e gli apparecchi per i quali è prevista la concessione del Marchio Italiano di Qualità devono essere muniti del contrassegno IMQ; tutti i componenti devono inoltre essere dotati di marcatura CE apposta dal costruttore dell apparecchio, che attesta la rispondenza alle direttive CEE b) Normative illuminotecniche e meccaniche UNI Le norme UNI ultima edizione e successive integrazioni con particolare riferimento a : UNI (2007) Illuminazione stradale Selezione delle categorie illuminotecniche. UNI (2004) Illuminazione stradale. Parte 2 : requisiti prestazionali. Parte 3 : calcolo delle prestazioni. Parte 4 : metodo di misurazione delle prestazioni fotometriche. UNI (2003) Luce e illuminazione - Illuminazione delle gallerie. UNI (1999) Luce e illuminazione Impianti di illuminazione esterna. Requisiti per la limitazione della limitazione della dispersione verso l alto del flusso luminoso. UNI EN 40-2 (2004) Pali per illuminazione pubblica Requisiti generali e dimensioni. UNI EN 40-5 (2003) Pali per illuminazione pubblica Specifiche per pali per illuminazione pubblica di acciaio. UNI EN 40-6 (2004) Pali per illuminazione pubblica Requisiti per pali per illuminazione pubblica di alluminio. c) Guide e raccomandazioni AIDI (1993) Raccomandazioni per l illuminazione pubblica Specifiche dei materiali e componenti Contenitori per gruppi di misura Riferimenti Normativi CEI EN CEI EN CEI EN Generalità I gruppi di misura dovranno essere installati in contenitori in resina poliestere rinforzata con fibre di vetro con grado di protezione minimo IP65. Tale contenitore dovrà essere diviso verticalmente in due vani con aperture separate di cui una destinata a contenere il gruppo di misura installato dall Ente Distributore (in questo caso già presente nel punto di alimentazione), con la relativa serratura di chiusura che dovrà essere installata previo accordi con gli organismi territoriali competenti Pagina 126 di 161

127 dall Ente medesimo. Il contenitore dovrà appoggiare su apposito zoccolo in calcestruzzo realizzato in opera che consenta l ingresso dei cavi sia del Distributore dell energia elettrica che dell impianto in oggetto o a muro. Il secondo vano dovrà contenere le apparecchiature, di sezionamento, e di protezione del quadro comando. L apertura di tale vano dovrà essere munita di apposita serratura. Il quadro elettrico ivi contenuto dovrà essere realizzato con classe di isolamento uguale al resto dell impianto di illuminazione. Le apparecchiature elettriche dovranno essere conformi alle corrispondenti Norme CEI. Gli organi di protezione dovranno essere dimensionati in modo da garantire la protezione contro le sovracorrenti dell intero impianto secondo Norme CEI Quadri elettrici di protezione e comando Riferimenti Normativi: CEI EN (CEI 17-13/1) CEI Generalità Tutti i quadri dovranno essere rispondenti alla Norma CEI 17/13-1 Apparecchiature di protezione e manovra per bassa tensione (quadri BT) e/o alla Guida CEI Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare. Gli armadi dei quadri elettrici di protezione e comando dovranno essere in poliestere stampato a caldo rinforzato con fibra di vetro o in vetroresina, adatti per posa all esterno resistenti alla corrosione, aventi grado di protezione IP65, dotati di portella frontale cieca incernierata, completa di serratura con chiusura a chiave. L apparecchiatura dovrà essere dotata di telaio autoportante e doppia pannellatura, con grado di protezione minimo all interno di IP2X. Gli interruttori modulari dovranno essere installati su barra DIN. I quadri installati in armadi a colonna o in versione incassata a muro, dovranno avere dimensioni adeguate al numero dei dispositivi da installare e cablati con le seguenti apparecchiature secondo lo standard previsto dall amministrazione comunale: interruttore generale onnipolare magnetotermico con potere di interruzione di 10kA adatto alla protezione dai sovraccarichi e dai cortocircuiti, da posizionare all ingresso dei cavi in uscita dal contatore di energia; iinterruttore differenziale generale tipo AC con sensibilità regolabile in tempo e corrente, con toroide separato da collegare all interruttore generale; interruttori magnetotermici differenziali Id 0,30A quadripolari con potere di interruzione di 6kA per ogni circuito elettrico in uscita (circuiti luce); interruttori di manovra sezionatori per avere la possibilità dell accensione o spegnimento manuale dell impianto, sia dei circuiti tuttanotte (permanente) che dei circuiti mezzanotte (variabili); Pagina 127 di 161

128 contattori per avere la possibilità del comando a distanza sia dei circuiti permanenti che dei circuiti variabili; serie di interruttori magnetotermici per la protezione degli ausiliari elettrici e linee pilota; serie di morsettiere di misura idonea ai cavi da collegare sia in entrata che in uscita; spie di presenza tensione sulla linea in entrata e sui circuiti di comando; luce di servizio che si accende con l apertura dello sportello; presa di servizio universale 2P+T 230V 16A; tasca portaschemi all interno; cartello indicatore con il nominativo del costruttore del quadro; cartelli ammonitori del pericolo dovuto a cavi sottotensione. Tutti i quadri devono avere una targa sulla quale deve essere indicato il nome del costruttore, o il marchio di fabbrica, insieme al tipo e/o numero di identificazione, in modo che sia possibile ottenere le informazioni previste dalla norma. La segregazione mediante barriere o diaframmi (metallici o isolanti) può avere lo scopo di: assicurare la protezione contro i contatti indiretti (almeno IPXXB), in caso di accesso ad una parte del quadro posta fuori tensione; ridurre la probabilità di innesco e di propagazione di un arco interno; Per diaframma si intende l elemento di separazione tra due moduli porta apparecchi. La suddivisione può essere : a scomparto; a frazione di scomparto; a celle (frazione di scomparto completamente chiuso salvo che per i passaggi delle connessioni). Pagina 128 di 161

129 Configurazione e dimensioni Deve essere rispettata la Norma CEI 17-13/1 o la Norma CEI circa le condizioni di accessibilità dei componenti all esterno ed all interno dell apparecchiatura. Tutti i componenti devono essere conformi alle relative Norme. I terminali delle apparecchiature non devono avere altezza inferiore a 20 cm sopra il piano del pavimento e gli strumenti di misura non devono essere montati ad altezza superiore a 2 m dal pavimento. Gli attuatori dei dispositivi di manovra vanno in genere collocati ad un altezza compresa tra 0,8 e 1,6 m dal pavimento. Per quanto concerne i componenti o apparecchiature, a sé stanti, alloggiati nel quadro, per i quali esistono norme particolari, si distinguono in: sbarre collettrici :destinate all alimentazione principale dei circuiti di potenza circuiti principali :comprendenti gli apparecchi e le connessioni che convogliano correnti forti, destinate ad energizzare gli utilizzatori (circuiti di potenza); circuiti ausiliari :comprendenti i dispositivi e le connessioni che convogliano correnti deboli, destinate al controllo, alla segnalazione e al telecomando; unità funzionali:comprendenti tutti i componenti elettrici quali apparecchi di protezione e manovra (interruttori, contattori, avviatori, sezionatori); le unità funzionali contenute in un quadro possono essere non separate mediante barriere o diaframmi per ottenere la protezione contro i contatti diretti, la limitazione della probabilità di innesco d arco, la protezione contro il passaggio di corpi solidi. sottoassiemi elettronici e parti di equipaggiamento (circuiti stampati, alimentatori, regolatori ecc.). Le apparecchiature contenute devono essere montate e cablate secondo quanto previsto dalle normative in vigore, e tenendo conto di determinati requisiti tecnici, quali: sollecitazioni meccaniche e termiche; scegliere gli apparecchi incorporati, con riferimento sia al comportamento termico (correnti nominali) sia al cortocircuito (poteri di interruzione); adottare le soluzioni idonee che consentono di rispettare tutte le prescrizioni normative, ed in particolare i limiti di sovratemperatura; definire le caratteristiche nominali del quadro (vedi dati tecnici). La scelta ed il dimensionamento delle apparecchiature deve essere determinata dalle grandezze in gioco indicate sullo schema a blocchi e sugli schemi dei quadri. Dati tecnici: Norme del costruttore o marchi di fabbrica (intendendosi per costruttore la ditta o l impresa che cura il montaggio finale, se trattasi di quadro da completarsi); Tipo o numero di identificazione (o altro mezzo che consente di ottenere dal costruttore tutte le informazioni complementari necessarie); Norma di riferimento (CEI 17-13/1 oppure CEI 23-51); Natura della corrente e frequenza; Tensioni nominali di funzionamento e di isolamento; Tensioni nominali dei circuiti ausiliari; Limiti di funzionamento (valori ammissibili della corrente di picco, di breve durata, di cortocircuito etc.); Pagina 129 di 161

130 Corrente nominale di ciascun circuito; Tenuta al cortocircuito; Grado di protezione; Misure per la protezione delle persone contro i contatti diretti ed indiretti; Condizioni di servizio (se diverse da quelle nominali); Sistema di messa a terra; Dimensioni,massa. I principali dati, sopra esposti, devono essere riportati su opportuna targa da fissare sul quadro in posizione di facile identificazione e lettura. Condizione di accessibilità da parte di personale autorizzato Quando il quadro non ha per costruzione una misura di protezione totale contro i contatti diretti, l accessibilità è consentita unitamente al personale autorizzato debitamente addestrato e per mezzo di chiave o attrezzo meccanico, e che esistano appositi cartelli ammonitori. L agibilità a persone addestrate richiede che sia soddisfatta almeno una delle seguenti condizioni: distanza sufficiente tra il gruppo funzionale, ispezionabile, debitamente protetto ed i gruppi funzionali adiacenti; uso di barriere di suddivisione fra scomparti; uso di celle di segregazione. In base a quanto precedentemente descritto devono essere rispettate le seguenti disposizioni : Caratteristiche circuiti elettrici Le apparecchiature devono essere raggruppate nei singoli elementi della struttura costituente il quadro elettrico secondo un nesso logico corrispondente agli schemi. I collegamenti ausiliari e di potenza devono essere eseguiti in corda di rame flessibile od in sbarre di rame isolate su materiale ceramico o resarm con sezione adeguata alla portata massima nominale degli interruttori relativi (e non dei relè). I supporti devono essere previsti per sopportare la massima corrente di picco verificabile. Le morsettiere devono essere ampiamente dimensionate, raccolte nel quadro, ad una altezza tale da consentire una comoda ed ordinata introduzione dei cavi esterni ed un razionale allacciamento e saranno chiaramente numerate con rispondenza agli schemi. Tutti i terminali di qualsiasi conduttore (ausiliari o di potenza) devono essere chiaramente contraddistinti da testafili numerati con perfetta rispondenza allo schema topografico e funzionale. Il quadro deve disporre di adeguata sbarra di terra, parallela alla morsettiera, per l attacco dei conduttori di terra dei cavi. Ogni quadro elettrico deve altresì essere munito di: tutti gli accessori di minuto montaggio, conduttori, viteria e tutto quanto occorre per dare il quadro finito e funzionante a perfetta Regola d Arte; targhette incise interne ed esterne in corrispondenza di ogni apparecchio per la chiara identificazione della destinazione dei singoli circuiti ed apparecchi; le targhette interne presso i singoli componenti riportano in modo chiaro, indelebile e permanente la sigla corrispondente agli schemi; targhetta indicatrice della specifica funzione anche per i singoli pulsanti e gli indicatori luminosi. Pagina 130 di 161

131 Devono essere adottate tutte le misure e gli accorgimenti per dare al quadro elettrico la maggiore sicurezza di funzionamento, la più pronta accessibilità e la più agevole manutenzione. Rispondenza competa alle Norme CEI 17-13/1 o CEI e Norme specifiche per criteri di dimensionamento - prove di tipo e verifiche di collaudo Interruttori magnetotermici Riferimenti Normativi - CEI EN (CEI 23-3/1) - CEI EN (CEI 17-5) Generalità Gli interruttori automatici svolgono un ruolo determinante nell impianto elettrico, le loro funzioni fondamentali sono quelle di sezionamento e protezione. La scelta degli interruttori automatici deve essere fatta in modo da garantire la sicurezza delle persone e dei componenti elettrici. Gli interruttori ad uso industriale sono specificati con il potere di interruzione estremo Icu e con il potere di interruzione di servizio Ics. I costruttori di interruttori automatici possono scegliere il rapporto Ics/Icu tra i seguenti valori: 0,25-0,5-0,75-1. Per la protezione delle condutture contro i cortocircuiti gli interruttori automatici devono essere scelti con un potere di interruzione estremo e con un potere di cortocircuito nominale maggiore o uguale alla corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione e con un rapporto Ics/Icu tanto più elevato quanto più è importante la continuità di servizio. Per la protezione contro il sovraccarico delle condutture gli interruttori automatici devono essere scelti con una corrente nominale minore o uguale alla portata delle stesse. Gli interruttori automatici hanno le seguenti caratteristiche generali qualitative: tipo compatto, modulare o scatolato, adatto sia per montaggio su profilato di supporto normalizzato sia per installazione ad incasso; tutti i poli protetti simultaneamente per i tipi bipolari, tripolari e quadripolari; curva caratteristica di intervento normalizzata secondo le caratteristiche tecniche dell utenza da alimentare (B-C-D-K-Z), prestazioni riferite ad una temperatura ambiente (all interno del quadro elettrico) di 40 C; potere di interruzione (Icu o Ics) coordinato con la corrente presunta di corto circuito della linea da proteggere, in relazione al tipo di protezione scelta (selettiva o di backup, come specificato nella appendice A della Norma CEI EN ) e comunque mai inferiore a 6 ka con cos 0,7-0,8 salvo specifica diversa indicazione, grado di protezione minimo IP20. Pagina 131 di 161

132 Interruttori differenziali Riferimenti Normativi - CEI EN (CEI e CEI 23-43) - CEI EN (CEI e CEI 23-45) Generalità Gli interruttori differenziali sono classificati in tre tipi secondo la loro attitudine a funzionare in presenza di una corrente di guasto avente componenti continue o pulsanti unidirezionali: Classe AC : dispositivi differenziali sensibili alla sola corrente di dispersione alternata; Classe A : dispositivi differenziali che garantiscono le caratteristiche di funzionamento anche per correnti di dispersione con componenti pulsanti ben specificate; Classe B : dispositivi differenziali che garantiscono le caratteristiche di funzionamento anche per correnti di dispersione di tipo continue. Per ragioni legate alla continuità di esercizio deve essere previsto il coordinamento selettivo tra due o più differenziali disposti in serie utilizzando interruttori differenziali di tipo generale a valle e di tipo S a monte dei circuiti. I dispositivi differenziali dovranno essere dei seguenti tipi: senza sganciatori di sovracorrente, differenziali puri, devono essere necessariamente essere coordinati con adeguati dispositivi di protezione contro le sovracorrenti con sganciatori di sovracorrente: -tipo monoblocco; -tipo con moulo differenziale associabile; relè differenziale a toroide separato (l insieme necessario per il funzionamento è costituito dal toroide o trasformatore di corrente e dal relè differenziale, associati al dispositivo di interruzione provvisto della relativa bobina di apertura). Pagina 132 di 161

133 Contattori Riferimenti Normativi - CEI EN (CEI 17-50) - CEI EN (CEI 17-41) Generalità Il contattore è un apparecchio ad azionamento non manuale, previsto per un elevato numero di manovre, capace di stabilire, sopportare e interrompere le correnti di manovra in condizioni ordinarie e di sovraccarico. I contattori utilizzati devono rispondere alla Norma CEI Le caratteristiche principali che devono possedere i contattori sono: tensione nominale di impiego; corrente nominale di impiego; categoria di utilizzazione (AC-1, AC-2, AC-3 ecc.) che definisce le condizioni di impiego; potere di chiusura e di interruzione nominali; numero totale dei cicli a carico. Il circuito di comando di un contattore per funzionare correttamente deve essere alimentato a una tensione compresa fra l 85 e il 110% della sua tensione nominale di alimentazione. Tra le principali prestazioni richieste dalle norme a questi apparecchi è l elevato numero di operazioni di apertura e chiusura. I contattori non sono in grado di interrompere correnti di corto circuito quindi devono essere previsti in serie dispositivi di protezione. Pagina 133 di 161

134 Fusibili Riferimenti Normativi - CEI EN (CEI 32-1) - CEI EN (CEI 32-3) - CEI EN (CEI 32-6) Generalità Nelle scatole di derivazione e dentro i pali dovrà essere ubicata la protezione del singolo punto luce realizzata con fusibile a cartuccia di vetro, alloggiato in apposito portafusibile. Il fusibile è un dispositivo di protezione contro le sovracorrenti particolarmente adatto ad interrompere elevate correnti di cortocircuito. I fusibili per bassa tensione sono suddivisi in (CEI 32-1, 32-3 e 32-6): fusibili per applicazioni domestiche o similari; fusibili per applicazioni industriali. I fusibili sono contraddistinti da due lettere: la prima lettera, g oppure a si riferisce al campo di interruzione; la seconda lettere G o M designa la categoria di utilizzazione. La lettera g indica che il fusibile è in grado di interrompere tutte le correnti che provocano la fusione fino al potere di interruzione nominale. La lettera a indica che il fusibile è in grado di interrompere tutte le correnti comprese fra k 2In e il potere di interruzione nominale. Le categorie d utilizzazione dei fusibili sono due: G per uso generale e M per la protezione dei motori contro il cortocircuito. In relazione al campo di interruzione e alla categoria di utilizzazione si hanno i seguenti tipi di fusibile: gg cartucce per uso generale, con potere di interruzione a tutto campo; gm cartucce per la protezione dei circuiti dei motori, con potere di interruzione a tutto campo; am cartucce per la protezione dei circuiti dei motori, con potere di interruzione a campo ridotto. Pagina 134 di 161

135 Cavi elettrici Riferimenti Normativi - CEI EN (CEI 20-35) - CEI EN (CEI 20-22) - CEI EN (CEI 20-37) - CEI EN (CEI 20-39) Generalità Per la realizzazione dei circuiti si dovranno utilizzare i seguenti tipi di cavo. Per posa all esterno ed interrata: FG7R 0,6/1 kv : cavo unipolare, isolato in gomma di qualità G7, con guaina in PVC (non propagante l incendio e a ridotta emissione di gas corrosivi); FG7(O)R 0,6/1 kv : cavo multipolare, isolato in gomma di qualità G7, con guaina in PVC (non propagante l incendio e a ridotta emissione di gas corrosivi). Per posa su edifici di pregio in cui occorra coniugare estetica e sicurezza: cavo multipolare, isolamento minerale (ossido di magnesio); serie H 750 V con guaina in tubo continuo di rame e conduttori in rame (non propagante l incendio e resistente al fuoco). Per la realizzazione dei circuiti di comando, di segnalazione e conduttori di terra in tubo interrato si dovranno utilizzare i seguenti tipi di cavo, oltre a quelli su indicati: N07V-K 450/750 V : cavo unipolare flessibile isolato in PVC di qualità R2 (non propagante la fiamma); Colori distintivi Si deve utilizzare il colore giallo/verde per i conduttori di protezione ed equipotenziali, il colore blu chiaro per il conduttore di neutro. In assenza del conduttore di neutro, l anima di colore blu chiaro dei cavi multipolari può essere utilizzata come conduttore di fase. Non sono utilizzare cavi di colore diverso dagli altri circuiti. Pagina 135 di 161

136 Sezione dei conduttori di fase e di neutro La sezione dei conduttori di fase nei circuiti a c.a. e dei conduttori attivi nei circuiti a c.c. non deve essere inferiore ai seguenti valori: 1,5 mm2 per i circuiti di potenza; 0,5 mm2 per i circuiti di segnalazione e circuiti ausiliari di comando. Il conduttore di neutro deve avere la stessa sezione dei conduttori di fase: nei circuiti monofase, qualunque sia la sezione dei conduttori; nei circuiti trifasi quando la sezione è inferiore o uguale a 16 mm2. Nei circuiti trifasi con conduttori di fase in rame di sezione superiore a 16 mm2 il conduttore di neutro può avere una sezione inferiore a quella dei conduttori di fase, con un minimo di 16 mm2, purché i carichi siano sostanzialmente equilibrati. Cavi in parallelo Quando due o più conduttori sono collegati in parallelo sulla stessa fase o polo del sistema si devono rispettare i seguenti accorgimenti: i conduttori devono avere uguale sezione ed essere dello stesso materiale; i conduttori devono avere approssimativamente la stessa lunghezza e non devono avere derivazioni intermedie di altri circuiti; i conduttori in parallelo devono appartenere tutti a cavi multipolari o unipolari cordati ad elica o trasposti lungo il percorso. Caduta di tensione I cavi vanno dimensionati in modo che la caduta di tensione tra il punto di consegna dell energia elettrica e qualunque altro punto dell impianto non supera il 4% della tensione nominale, per garantire ampliamenti futuri. Pagina 136 di 161

137 Tubi protettivi e cassette di derivazione Riferimenti Normativi - CEI EN (CEI e CEI 23-46) Generalità I tubi protettivi in materiale isolante, pieghevoli, corrugati da utilizzare per l esecuzione di impianti incassati dovranno essere di tipo medio o pesante. Questi tipi di tubi potranno essere utilizzati sottotraccia, a parete, a soffitto e per la posa sotto pavimento. I tubi protettivi da esterno (TAZ) o le guaine flessibili a vista dovranno essere di tipo metallico in modo da proteggere meccanicamente le condutture da violenti urti. Il diametro interno dei tubi protettivi deve essere almeno pari a 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio di cavi. Nelle condutture di nuova realizzazione la sezione occupata dai cavi di energia nei canali non deve superare il 50% della sezione utile del canale stesso, tenuto conto del volume occupato dalle connessioni. Le canalette e le passerelle da usare dovranno essere prevalentemente di tipo metallico con caratteristiche adatte al luogo di installazione Se uno stesso canale è utilizzato per cavi di energia e cavi di segnale deve essere munito di setti separatori. In alternativa si potrà procedere come segue: si può posare all interno del canale un altro canale di dimensioni ridotte o un tubo protettivo; si possono utilizzare cavi di segnale isolati per la tensione nominale dei cavi di energia. Le cassette dovranno essere saldamente fissate alle strutture ed avere coperchio fissato con viti, non sono ammessi i coperchi ancorati con graffette. Le connessioni ed i cavi posati all interno delle cassette non devono occupare più dl 50% del volume interno della cassetta stessa. Nelle cassette di derivazione i conduttori possono transitare senza essere interrotti, essi devono essere attestati su morsettiere di sezione adeguata, realizzate, di norma con morsetti in materiale termoplastico isolante autoestinguente con lamella, montati su guida DIN o tramite morsetti isolanti che garantiscono un grado di protezione minimo IP2X. In particolare sono richieste: cassette in materiale termoindurente, resina poliestere, rinforzato con fibre di vetro per gli ambienti ove è richiesto un grado di protezione IP55 o oltre. Non è ammesso il transito nella stessa cassetta di conduttori appartenenti a impianti o servizi differenti. In ogni caso, al fine di garantire una agevole sfilabilità dei cavi, devono essere previste cassette di derivazione sulle tubazioni ogni 2 curve e comunque ogni 25 m circa di tubazione rettilinea. Pagina 137 di 161

138 Collegamenti elettrici Riferimenti Normativi - CEI EN (CEI 23-20) - CEI 64-8/5 Generalità I collegamenti elettrici o connessioni (giunzioni e derivazioni) vanno eseguite con appositi morsetti, con o senza vite, con caratteristiche adeguate alla sezione dei cavi da collegare. Non è consentito ridurre la sezione dei conduttori, né lasciare parti conduttrici scoperte. Nell esecuzione del collegamento elettrico deve essere fatta attenzione affinché il rame nudo non fuoriesca dalla protezione del morsetto. Le connessioni devono essere accessibili per manutenzione, ispezione e prove, per questo motivo devono essere in genere ubicate entro cassette e/o entro i pali. Per derivare i singoli punti luce all interno dei vani di derivazione dei pali dovranno essere impiegati morsetti con idonee caratteristiche e le teste dei cavi dovranno essere protette per impedire l ingresso di umidità tra le guaine isolanti. Le teste dovranno essere di colore blu per i circuiti tuttanotte e di colore rosso per i circuiti mezzanotte. Non saranno accettate le derivazioni o giunzioni dei cavi realizzate con collegamenti termorestringenti o muffole. Le connessioni non sono ammesse all interno delle canalizzazioni (tubi, canalette, ecc.). Pagina 138 di 161

139 Impianti di terra Riferimenti Normativi - CEI CEI 64-8/5 Generalità L'impianto di terra è destinato a realizzare la messa a terra di protezione che, coordinata con un idoneo dispositivo di protezione, realizza il metodo di protezione denominato "protezione mediante interruzione automatica dell'alimentazione". In ogni impianto utilizzatore la messa a terra di protezione di tutte le parti dell'impianto e tutte le messe a terra di funzionamento dei circuiti e degli apparecchi utilizzatori devono essere effettuate collegando le parti interessate ad un impianto di terra unico. La scelta e il dimensionamento dei componenti dell'impianto di terra è stata fatta in modo che: il valore della resistenza di terra sia in accordo con le esigenze di protezione di funzionamento dell'impianto elettrico; l'efficienza dell'impianto di terra si mantenga nel tempo; le correnti di guasto e di dispersione a terra possano essere sopportate senza danni, in particolare dal punto di vista delle sollecitazioni di natura termica, termo meccanica ed elettromeccanica; i materiali abbiano adeguata solidità adeguata protezione meccanica, tenuto conto delle influenze esterne. Il dispersore può essere costituito da : tondi, profilati, tubi; nastri, corde; piastre; conduttori posti nello scavo di fondazione; ferri di armatura nel calcestruzzo incorporato nel terreno; altre strutture interrate adatte allo scopo, le tubazioni metalliche per liquidi o gas infiammabili non devono essere usate come dispersori. li tipo e la profondità di messa in opera dei dispersori devono essere tali, che fenomeni di essiccamento o di congelamento del terreno non aumentino la resistenza di terra nel dispersore al di sopra del valore richiesto. Per il dispersore è conveniente l'impiego di rame, di acciaio rivestito di rame e di materiali ferrosi zincati in modo da contenere i danni meccanici dovuti alla corrosione e di conseguenza il possibile aumento della resistenza dell'impianto di terra. I valori minimi raccomandati, delle dimensioni trasversali dei dispersori, per terreni non particolarmente aggressivi sono dati nella seguente tabella: Pagina 139 di 161

140 Il conduttore di terra è il conduttore che unisce il nodo di terra all'impianto di terra. Le sezioni convenzionali minime del conduttore di terra sono indicate nella tabella seguente: (*) Zincatura secondo la norma CEI 7-6 oppure con rivestimento equivalente. In ambienti non particolarmente aggressivi dal punto di vista chimico il rame e il ferro zincato, non provvisti di guaina, si considerano protetti contro la corrosione. Il collegamento di un conduttore di terra ad un dispersore deve essere effettuato in modo accurato ed elettricamente soddisfacente. In ogni impianto deve essere usato un morsetto od una sbarra per costituire un collettore principale di terra al quale si devono collegare i seguenti conduttori: i conduttori di terra; i conduttori di protezione; i conduttori equipotenziali principali; i conduttori di terra funzionali, se richiesti. La sezione del conduttore di protezione deve essere rilevata dalla seguente tabella: Pagina 140 di 161

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