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1 COMUNE DI BOLOGNA COORDINAMENTO SERVIZI SOCIALI Servizio Genitorialità e Infanzia Bologna Viale Vicini, 20 AREA EMERGENZA MINORI MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI Il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati è in continua evoluzione e particolarmente complesso, sia per la casistica che lo contraddistingue che per la normativa a cui fa riferimento: la convenzione di New York, il Codice Civile, le leggi di Tutela, il testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione, le circolari e le disposizioni interne. Ad aggravare tale complessità si aggiunge che sia ogni Questura, competente per capoluogo di provincia, sia ogni Magistratura utilizzano prassi proprie spesso in contraddizione l'una con l'altra. Tutto ciò determina continue modifiche di trattamento del minore mettendo in discussione le già di per se difficili scelte di intervento dell'ente Locale. Questo flusso migratorio interessa l'italia con un numero relativamente consistente di minori stranieri, adolescenti provenienti dall'albania, dal Marocco e dall'europa dell'est, che immigrano clandestinamente in Italia per trovare lavoro e per studiare, spesso sospinti dal desiderio di costruire per se e, attraverso le proprie rimesse, per la propria famiglia una prospettiva di vita più allettante di quella che si presenta nel paese di origine. Si tratta molto spesso di minori che giungono nel nostro paese mossi da un preciso mandato familiare, che hanno quindi condiviso o accettato dai propri genitori il compito della migrazione, assumendosi in tal senso una responsabilità. I ragazzi albanesi che sono giunti in Italia dopo il 1991 e negli anni seguenti con un livello di scolarità medio basso avevano svolto lavori agricoli in Albania o di raccolta pomodori e frutta nel sud Italia prima di giungere al nord o ancora avevano tentato la fortuna in Grecia, svolgendo lavori occasionali. In seguito e soprattutto negli ultimi anni i minori albanesi che giungono in Italia hanno un livello di scolarità media, non provengono dalle famiglie più disagiate, che non sarebbero in grado di affrontare il costo del viaggio e delle mediazioni necessarie, ma da quelle famiglie che intendono fare un investimento per il futuro del proprio figlio e in prospettiva anche per il proprio futuro. Diversa è la situazione per i giovani provenienti dal Marocco, in particolare da Casablanca e Khouribga che spesso si allontanano senza il consenso dei familiari, sono molto più diffidenti nel contatto con i servizi soprattutto se sono già compromessi in attività illecite di spaccio di stupefacenti o furti ed è frequente il loro allontanamento dalla comunità.

2 Si presentano con caratteristiche assai diverse per storie familiari e percorsi personali i minori, prevalentemente di sesso femminile, coinvolti in vicende di tratta e di sfruttamento sessuale ma anche utilizzati nell'accattonaggio o in forme illecite di lavoro. Provengono dall'europa dell'est e da alcuni paesi dell'africa e solitamente mostrano maggiore difficoltà rispetto ai primi nell'approccio con i servizi, soprattutto nella prima fase dell'intervento. Si ha a che fare con ragazze e ragazzi segnati da eventi che hanno fortemente minacciato la loro identità, in alcuni casi anche la loro sopravvivenza e si trovano a dover riformulare un proprio progetto di vita partendo da risorse piuttosto fragili. Il fenomeno nel suo complesso pare in costante e significativo aumento in tutto il territorio nazionale. Dai dati censiti dal Comitato Minori Stranieri risulta che dall'1/07/200 al sono stati segnalati n minori dei quali n albanesi ( pari al 61%), n.1833 marocchini (pari all 11,6%) e n rumeni (pari al 7,3%). In Italia, le regioni maggiormente interessate sono quelle del centro/nord ( Lombardia 15,1%, Toscana 12%, Piemonte 9,15 ed Emilia Romagna 9,2% ). La città di Bologna, capoluogo della regione Emilia Romagna, con abitanti e con una popolazione straniera residente pari al 4,8% della popolazione registra un aumento relativo al flusso di minori stranieri non accompagnati fra i 14 e i 18 anni accolti nella comunità di Pronta Accoglienza. Si è passati da n. 239 minori nel 2001 a 388 nell anno 2002 e a n.312 nel primo semestre del 2003.

3 Organizzazione del Servizio Il Comune di Bologna esercita le proprie funzioni ed attività in Settori che a loro volta sono articolati in Servizi e in aree afferenti a quei servizi. Il Settore Coordinamento Servizi Sociali comprende: il Servizio esclusione Sociale Adulti, il Servizio Immigrazione, il Servizio tossicodipendenze e il Servizio Genitorialità e Infanzia. Quest'ultimo si occupa della tutela e della protezione dei minori in stato di difficoltà. L'Amministrazione Comunale di Bologna per tentare di offrire risposte adeguate ai nuovi bisogni emergenti ha costituito nel 2001 l'area Emergenza minori, ( articolazione del Servizio Genitorialità e Infanzia) che in specifico si occupa del collocamento in emergenza in strutture di accoglienza e della presa in carico di: Neonati non riconosciuti alla nascita Minori in stato di abbandono Minori stranieri non accompagnati Interventi rivolti alla protezione sociale di minori coinvolte nella tratta e nello sfruttamento della prostituzione; Madri con bambino irregolari multiproblematici, spesso provenienti dal mondo della prostituzione e privi di alcun riferimento territoriale significativo; Gravide, puerpere e neonati non residenti in condizione di grave ed urgente bisogno assistenziale e/o ad elevato rischio di compromissione relazionale. Per la fase di accoglienza delle situazioni sopra citate, segnalate principalmente dalle forze dell'ordine e dagli Ospedali cittadini, il Servizio ha attivato alcune convenzioni con le associazioni del privato sociale come prima risposta ai bisogni primari. In particolare per quanto riguarda i minori stranieri non accompagnati il Comune di Bologna ha attivato due convenzioni: una per la Pronta Accoglienza prevalentemente maschile gestita dal C.E.I.S. di Modena, con sede a Bologna e una per le ragazze vittime della tratta gestita dall'associazione A.M.A. e C.E.I.S. di Modena. I minori, stranieri di sesso maschile, vengono solitamente portati nella comunità di Pronta Accoglienza dalla Forze dell'ordine della Stato e possono verificarsi le seguenti situazioni: Il minore stesso si rivolge alle Forze di Polizia per essere aiutato, non sa dove andare e dove dormire o sa esattamente che quello è il passaggio obbligato per essere collocato in Comunità; Il minore viene fermato dalla Polizia Ferroviaria per controllo documenti o perché provvisto di titolo di viaggio; Il minore colto in flagranza di reato, non viene arrestato e il Magistrato di turno della Procura minorile del Tribunale per i Minorenni dispone l'accompagnamento in Comunità; In caso di minori dimessi dal percorso penale e privi anch essi di riferimenti genitoriali l accompagnamento in comunità viene effettuato dalla Polizia Municipale.

4 PRESA IN CARICO MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI Minore straniero non accompagnato Ai sensi art.1 comma 2 DPCM n. 535/99

5 Segnalazione presenza Forze dell Ordine 1.Identificazione dattiloscopica. 2.Segnalazione alla Prefettura e al Comitato Minori stranieri della presenza del minore; 3.Comunicazione alla Procura Minori presso il Tribunale dei Minori e al Giudice Tutelare presso il Tribunale Ordinario dell avvenuto accompagnamento del minore in Comunità;

6 Accoglienza Comunità di Pronta Accoglienza Il Ponte 1. Se il minore si allontana senza il consenso degli operatori: la comunità ne da comunicazione alle autorità competenti (Comune di Bologna, Procura Minori, Questura Ufficio Minori, Giudice Tutelare) 2. Se il minore rimane in comunità: Osservazione; Progettazione educativa; Inserimento progetto alfabetizzazione Inserimento scolastico formativo Il minore permane nella Pronta Accoglienza circa 6/8 mesi.

7 Ruolo del Comune 1. Colloquio con il minore e segnalazione al Comitato Minori Stranieri dei dati per il rintraccio della famiglia di origine 2. Identificazione del minore non sarebbe compito dell ente locale (produzione del certificato di nascita da parte del minore) 3. Contatto con le Rappresentanze Consolari per il rilascio di un documento valido ai fini dell istanza per il permesso di soggiorno(certificato consolare,passaporto) 4. Segnalazione al giudice Tutelare per la nomina del Tutore pubblico (Assessore ai Servizi Sociali Famiglia e Scuola) 5. Presentazione Questura di Bologna istanza permesso di soggiorno per minore età e siccessivi rinnovi.

8 Comunità Educativa 1. Trasferimento del minore in comunità educativa e definizione del suo percorso 2. Di crescita e di rafforzamento delle autonomie: Proseguimento percorso scolastico/formativo; Attivazione progetto Borsa Lavoro ; Inserimento lavorativo (se <ai 18 anni è neccessario avere 15 anni compiuti e 9 anni di scuola frequentati), Percorso di autonomia se prossimo ai 18 anni; -Progetto affidamento familiare a parenti -Attivazione in essere di pregetto affidamento omoculturale.

9 Borsa Lavoro: Convenzione attivata dall Ente Locale con le aziende artigiane, piccole e medie imprese per l attivazione di uno stage formativo in azienda della durata di 3/6 mesi che ha come obiettivo l inserimento nel mondo del lavoro del minore. Il minore percepisce un contributo mensile dal Comune durante l attivazione dello stage.

10 Ruolo del Comune Prima del compimento dei 18anni: Se il Comitato Minori Stranieri ha emesso un provvedimento di rimpatrio è neccessaria una valutazione in merito alla singola situazione; Se non ha emesso un provvedimento di rimpatrio assistito possono verificarsi le seguenti situazioni: 1. Minore con 3 anni di permanenza in Italia e almeno 2 anni di progetto educativo/di comunità: Permesso di soggorno per motivi di lavoro ed è neccessario certificare : percorso scolastico/formativo, dichiarazione di ospitalità oltre i 18 anni, contratto di lavoro; 2. Minore con meno di 3 anni di permanenza e un periodoinferiore a 2

11 anni di progetto educativo: l Ente Locale richiede al Comitato Stranieri di emettere un provvedimento di non luogo a procedere al rimpetrio assistito e lo presenta insieme alla documentazione del punto precedente. Segnalazione al Servizio Sociale Adulti, se neccessaria per la presenza in carico del giovane e per l individuazione di una collocazione abitativa.

12 PROGETTI REALIZZATI MINORI IN TUTELA 2002 ANNO 2002 EDUCATIVI ALFABETIZ ZAZIONE EDUCATIVO/ LAVORATOV I INSERIMENT I LAVORATIVI IN USCITA PERCORSO PENALE TOTALE Minori in tutela ALBANIA MAROCCO ROMANIA BANGLADE SH PAKISTAN ALTRI TOTALE

13 FLUSSO MINORI ACCOLTI COMUNITA PRONTA ACCOGLIENZA (per principali nazionalità) ANNO ALBANIA MAROCCO ROMANIA MOLDAVIA ALTRE TOTALE I SEM

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15 Minori stranieri non accompagnati in carico al Servizio nel corso del 2002, per nazionalità Albanese 63 (38,7%) Marocchina 41 (25,2%) Romena Algerina 21 (12,9%) 17 (10,4%) Bangladesh 5 Tunisina Irachena Moldava Pakistanana Altre Comune di Bologna Servizio Genitorialità e Infanzia Area Emergenza

16 Minori stranieri non accompagnati in carico al Servizio nel corso del 2002, per fasce d età da 12 a 14 anni (15,3%) 15 anni (16,0%) 17 anni e oltre (43,5%) 16 anni (25,2%) Comune di Bologna Servizio Genitorialità e Infanzia Area Emergenza

17 Problematiche emergenti Dal 2002 è significativamente aumentata la presenza di cittadini rumeni nella città di Bologna. La Questura di Bologna non emette provvedimenti di espulsione in quanto dai controlli effettuati risultano essere per la maggior parte cittadini in possesso di passaporto con visto turistico. In alcune zone periferiche della città ed in particolare luogo gli argini del fiume Reno, era presente fino allo scorso anno un accampamento piuttosto numeroso sia di adulti che di minori di nazionalità rumena che si è poi trasferito occupando abusivamente una struttura di proprietà delle Ferrovie dello Stato. Struttura appoggiata dal Social Forum e da Associazioni di Volontariato. Tale struttura viene sufficientemente tollerata dalle Forze dell Ordine. Da segnalare la presenza di cittadini rumeni che usufruiscono di : Servizi a bassa soglia (mense, dormitori ecc.), Servizi sociali Servizi Immigrazione Nel corso dell ultimo anno le minorenni vittime della tratta, rispetto alle quali è stato possibile attivare un progetto di aiuto, sono per lo più provenienti dalla Romania e nelle situazioni di abbandono di bambini piccoli la percentuale dei rumeni è elevatissima. Mentre invece per i 110 minori rumeni fra i 10 e i 18 anni transitati nella Comunità di Pronta Accoglienza nell anno 2002 è stato possibile attivare solo n.3 progetti educativi. Per quanto riguarda il rimpatrio assistito è assolutamente necessario individuare nuove procedure, l attuale sistema in vigore in Italia, che non tiene in considerazione il parere del minore, non assicura che venga sempre scelta la soluzione migliore. La procedura messa in atto dal Comitato Minori Stranieri non consente all Ente Locale di essere messo a conoscenza della situazione familiare del minore nel paese di origine e di convincere il minore a far rientro in famiglia del minore nel paese di origine e di entrare in contatto con gli operatori delle ONG, che effettuano la visita domiciliare. Generalmente non si conosce nemmeno il progetto di rientro rivolto al minore, la conseguenza di tutto ciò è la perdita di credibilità da parte dell operatore che cerca di convincere il minore a far rientro in famiglia. Il rimpatrio assistito, che di fato si realizza con la collaborazione delle Forze dell Ordine contro la volontà del minore, di fatto diventa una espulsione mascherata. Infatti da una indagine effettuata dal Servizio Sociale Italiano Internazionale su un campione di 256 minori albanesi rimpatriati tra il 1998 e il 200 è stato rilevato che : all inizio del 2001 soltanto 98 di loro erano ancora in Albania e soltanto 6 avevano

18 trovato lavoro, 155 ragazzi erano emigrati di nuovo quasi tutti in Italia ed alcuni di loro erano già stati rimpatriati due o tre volte. Per quanto riguarda la situazione della città di Bologna, dal 2001 fino ad oggi sono pervenuti n.10 provvedimenti di rimpatrio assistito relativo a minori maschi dei quali n.5 effettuati, n.2 ricorsi in atto, n.3 effettuati in seguito all allontanamento del minore stesso. Diversa è invece la situazione relativa alle minori che escono dallo sfruttamento e dalla prostituzione. Nel 2002 sono stati predisposti n.15 progetti di aiuto e sostegno, 11 hanno riguardato ragazze provenienti dalla Romania, 2 dalla Nigeria e 2 dall area collaborazione con l O.I.M. e con il Servizio Sociale Internazionale, presso la famiglia d origine con la precisa volontà da parte delle minori. E importante sottolineare come è sempre più necessario dare risposte immediate di accoglienza ad un numero sempre maggiore di minori, per cui l Amministrazione Comunale è costretta a ricercare soluzioni alternative alle tradizionali comunità e ad articolare meglio le forme di accoglienza. E a questo proposito che il Comune di Bologna sta realizzando proprio in questi giorni l apertura di un servizio di pensionato per ragazzi fra i 16 e i 18 anni. L Ente Locale è chiamato in causa per primo: sottolineare la limitatezza delle risorse a fronte di un continuo aumento della spesa che comporta l accoglienza di minori, in questa precisa situazione di minori stranieri non accompagnati, ma è anche vero che la normativa ci impone e ci consente di garantire loro accoglienza e tutte le forme di protezione e tutela. Educatrice Professionale Emma Collina Referente Minori Stranieri non accompagnati Area Emergenza Minori Servizio Genitorialità e Infanzia Coordinamento Servizi Sociali Comune di Bologna Bologna 26 Settembre 2003

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