Costretti a uccidere Un impegno totale per l infanzia.

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1 Bambini soldato Costretti a uccidere Un impegno totale per l infanzia.

2 Costretti a uccidere I bambini soldato vengono fatti passare su campi minati, trasformati in bombe viventi, armati di kalashnikov e costretti a uccidere. L UNICEF calcola in i ragazzi e le ragazze al mondo reclutati a forza per i più crudeli combattimenti. Quel che ne resta alla fine sono persone traumatizzate profondamente ferite nel corpo e nell anima. David aveva 13 anni quando è stato reclutato dai ribelli sudanesi. Appena arrivato nel campo base, gli hanno consegnato un kalashnikov con l ordine di usarlo, di uccidere. Gli domandiamo se aveva paura o scrupoli di coscienza. «Come si può sentire qualcosa se si è già morti?», risponde. Tabita aveva 11 anni quando si è unita volontariamente alla truppa. Di giorno, i suoi compiti consistevano nel trasportare fucili e munizioni, andare a prendere l acqua e cucinare. Di notte, veniva usata e abusata nel peggiore dei modi. Abu non sa più esattamente quanti anni aveva quando ha ucciso la prima volta. «Forse undici, magari tredici», dice quasi sottovoce. Quello che sa per certo è che prima gli è stato dato da bere un miscuglio di alcol e droghe. Abu è stato rapito nel 1991 assieme ad altri trenta compagni dalla scuola di Kuiva, un villaggio della Sierra Leone orientale. Obbligato a fare il soldato, ha combattuto per più di dieci anni al fianco dei ribelli, sostenuti da Charles Taylor, già Presidente della Liberia. Oggetto del contendere erano diamanti e petrolio. «Prima ci obbligavano a trasportare quel che noi stessi rubavamo. Chi si rifiutava veniva ucciso all istante, e tutti dovevano assistere all esecuzione. Mi ricordo la prima volta che è capitato: si trattava di una bambina di nove anni. Era magrissima e non aveva le forze per trasportare tutto quel peso. È stata uccisa davanti ai miei occhi. Da quel momento non ho

3 detto più nulla, ubbidivo ciecamente, eseguivo ogni ordine anche se si trattava di uccidere. Con il tempo, ho smesso di sentire il dolore dei piedi sanguinanti durante le lunghe marce, la fame, la tristezza, la paura di uccidere». Abu funzionava come una marionetta nelle mani dei soldati. Infanzia rubata Nel Sudan meridionale, migliaia di ragazzini hanno marciato per deserti e foreste nella convinzione di vincere la guerra. Senza vestiti, affamati, moltissimi sono morti disidratati. Reclutati dai ribelli o dalle truppe governative, ai bambini poco importava per quale parte dovevano battersi. La guerra è un esperienza terribile per ogni soldato, ma per i bambini è una follia che li priva di ogni prospettiva e di ogni speranza. Quando vengono reclutati, sono ancora giovanissimi, parecchi di loro non hanno nemmeno sette anni, la loro personalità è in pieno sviluppo, i loro valori sono in via di definizione, ciò che li rende facili vittime di manipolazioni e lavaggi del cervello. Soldati ubbidienti, buoni soldati. Il loro senso di giustizia è appena abbozzato, perciò riescono a fare cose che un adulto non potrebbe mai fare. Gli uomini pensano alle loro famiglie, hanno paura. I bambini pensano solo ad attaccare. Costretti a uccidere, sono loro le prime vittime. In guerra nessun bambino è troppo piccolo I bambini sono combattenti ambiti, perché fanno quello che si ordina loro. Sono affidabili, fedeli, di poche pretese e facilmente influenzabili. Vengono usati come sentinelle, spie, portatori o schiavi sessuali e co-

4 stretti a torturare e uccidere sotto l influsso di droghe. Una volta reclutato, al bambino non resta altra scelta se non quella di ubbidire, pena la sua vita. Gli vengono promessi fama, onore, giustizia. Ma le parole restano vacue e, col passare del tempo, le battaglie si fanno sempre più crudeli. In fin dei conti, ai signori della guerra interessa soltanto uccidere e saccheggiare. Le donne vengono violentate, gli uomini ammazzati, gli anziani torturati sotto gli occhi dei bambini soldato, che vengono obbligati a fare altrettanto. «Dopo giorni di uccisioni e torture, imbottiti di anfetamine e cocaina, eravamo ancora costretti a guardare film di guerra. Rambo era il più gettonato», racconta Rachel Holmes, ex bambino soldato. Stop all impiego di bambini soldato Nonostante il divieto internazionale, si contano attualmente almeno 38 conflitti in 12 paesi Burundi, Myanmar, Costa d Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Colombia, Nepal, Filippine, Somalia, Sri Lanka, Sudan, Ciad e Uganda in cui sono impiegati in grande stile bambini e bambine soldato. Secondo le stime dell UNICEF, in tutto il mondo si contano bambini soldato, di cui il 40 per cento femmine. L ampia disponibilità di armi più piccole e leggere ha contribuito ad abbattere un altro ostacolo all impiego dei ragazzini in battaglia. Benché tutto questo sia noto, di rado i capi militari e dei miliziani sono chiamati ad assumersi le loro responsabilità. Nel gennaio 2007, il Tribunale penale internazionale dell Aia ha per la prima volta mosso un accusa contro il coinvolgimento di bambini in operazioni di guerra: Charles Taylor e Thomas Lubanga, già comandante di una milizia del Congo orientale, sono sotto processo. Un primo successo nella lunga

5 Il reclutamento di bambini viola il diritto internazionale Il protocollo facoltativo alla Convenzione dell ONU sui diritti del fanciullo relativo alla partecipazione di fanciulli a conflitti armati impegna gli Stati firmatari ad adottare tutte le misure necessarie per assicurare che nessuna persona sotto i 18 anni partecipi direttamente alle ostilità e sia arruolata nelle forze armate contro la sua volontà. 122 Stati su 200 hanno firmato l accordo, 111 tra cui la Svizzera l hanno ratificato. Molti attori non governativi dei conflitti in atto non si sentono però toccati dal rifiuto internazionale di impiegare i bambini come soldati. Il fatto che il Consiglio di sicurezza dell ONU si chini regolarmente su questo problema e abbia pubblicato un elenco di Stati in cui i bambini sono costretti a combattere è però un successo politico. Il Consiglio chiede tuttavia raramente l applicazione di sanzioni come l embargo delle armi, il blocco di conti o la limitazione degli spostamenti. Nel 2006, per la prima volta sono state congelate le finanze di due uomini politici della Repubblica Democratica del Congo e della Costa d Avorio. lotta contro il fenomeno dei bambini soldato. La parte più difficile tocca però agli ex bambini soldato, che al termine della guerra si trovano davanti al nulla. Per elaborare le allucinanti esperienze vissute, questi bambini hanno bisogno di importanti aiuti psicologici, visto che hanno imparato una cosa sola: la violenza. Quando viene meno la pressione della vita nell esercito, si manifestano le ferite dell animo: paura, depressione, aggressività, disturbi psicosomatici sono all ordine del giorno. L UNICEF persegue un ambizioso programma di disarmo Il 17 maggio 2007, l esercito di ribelli della Repubblica Centroafricana ha consegnato all UNICEF l elenco con i nomi dei 225 bambini che militano tra i suoi ranghi. Nei villaggi di provenienza di questi ragazzini, è prevista l attuazione di un vasto programma di ricostruzione dell infrastruttura, di reinserimento e assistenza dei bambini liberati. I perni del progetto sono le scuole, i centri sanitari di base, l acqua e i servizi igienici, il perfezionamento degli insegnanti, l informazione sull igiene, la salute e l HIV/AIDS, e il potenziamento della protezione dell infanzia. In un primo tempo, il programma riguarderà venti villaggi, un numero che dovrebbe in seguito aumentare. Ogni smobilitazione di bambini soldato comporta il pericolo che i mini-combattenti

6 tornino presto o tardi di nuovo sotto le armi. «È un rischio di cui siamo coscienti», ribatte Mahimbo Mdoe, responsabile dell UNICEF sul posto. E siamo pronti. L esperienza raccolta in tutto il mondo ci ha insegnato parecchio e conosciamo le sfide poste dal reinserimento di questi ragazzini. Per riuscire nell opera di reintegrazione, i fattori chiave sono i centri di transizione, l assistenza psicologica, la consulenza familiare, la preparazione della comunità e l accompagnamento regolare. A tutt oggi, sono i bambini soldato inseriti in programmi del genere. Tabita, ad esempio, ha ritrovato una vita normale: ora dirige l associazione femminile locale e insegna alle bambine a cucire. I frutti del loro lavoro vengono venduti al mercato. David invece è tornato a scuola e nel tempo libero aiuta un pescatore. L operato dell UNICEF nella lotta all impiego dei bambini soldato L UNICEF ha contribuito sostanzialmente alla creazione del Protocollo facoltativo relativo alla partecipazione di fanciulli a conflitti armati. L UNICEF ha rivestito un ruolo chiave dal 1980 nella smobilitazione e nella reintegrazione degli ex bambini soldato, soprattutto in Afghanistan, Angola, Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Guinea-Bissau, Colombia, Liberia, Mozambico, Ruanda, Sierra Leone, Somalia, Sri Lanka, Sudan e Uganda. L UNICEF attua programmi per il reinserimento degli ex bambini soldato, sostenendo i centri di transizione, contribuendo ad assicurare l assistenza psicologica e ad attenuare le conseguenze fisiche. La consulenza familiare e il rafforzamento della protezione dell infanzia sono altre componenti del progetto. L UNICEF promuove l istruzione degli ex bambini soldato, in particolare la creazione di scuole e borse di studio, l adeguamento delle materie d insegnamento alla situazione di questi bambini, la lotta alla povertà. L UNICEF e i suoi alleati si adoperano affinché le competenze e le esperienze internazionali nel campo del disarmo, della smobilitazione e della reintegrazione degli ex bambini soldato confluiscano nei programmi nazionali. L UNICEF si impegna per discutere regolarmente gli argomenti di rilievo per i bambini soldato negli incontri degli organi deputati dell ONU e nei consessi internazionali e nazionali.

7 Cinque possibilità per sostenere l UNICEF 1. Contributi L ammontare del contributo non conta: le donazioni, i lasciti e i legati sono un segno di fiducia. Perché l UNICEF amministra i vostri soldi e li impiega dove il bisogno è maggiore. Se desiderate versare un contributo telefonate allo +41 (0) o consultate il sito SCHERER KLEIBER CD/ Diventare membri Diventando membri, sarete anche voi amici dell UNICEF e quindi aiuterete l UNICEF ad aiutare chi, in più di 150 paesi sparsi in tutto il mondo, ha bisogno di sostegno nell ambito dell istruzione, soprattutto femminile, delle vaccinazioni, della prevenzione dell HIV/AIDS, della protezione dell infanzia e dello sviluppo della prima infanzia. In qualità di membri, sarete regolarmente informati sulle attività dell UNICEF. La quota annua ammonta a 70 franchi per persone singole, 90 franchi per famiglie e coppie, 20 franchi per giovani. Se desiderate diventare membri telefonate allo +41 (0) o consultate il sito FOTO: UNICEF/HQ /HQ /HQ ROGER LEMOYNE; HQ GIACOMO PIROZZI; HQ STEVIE MANN 3. Diventare membri di «kids united» «kids united» è il club per i bambini che vogliono aiutare altri bambini organizzando attività per la raccolta di fondi, recite, piccoli spettacoli ecc. In questo modo, manifestano la loro solidarietà nei confronti dell infanzia di tutto il mondo. Le idee non hanno limite. Chi realizza un iniziativa può diventare piccolo ambasciatore dell UNICEF. Desiderate iscrivere vostra figlia o vostro figlio al club «kids united»? Telefonate allo +41 (0) o consultate il sito 4. Assunzione di un padrinato di progetto Se assumete un padrinato, sostenete per tre anni un progetto di vostra scelta in Somalia/Burkina Faso/Gambia, India, Ruanda, Bolivia, Brasile, Buthan e il nostro progetto per un mondo senza polio. In veste di privati, sostenete con 1.50 franchi al giorno, 45 franchi al mese, un iniziativa promettente e un progetto a lungo termine. Per le ditte, il padrinato ammonta a 4.50 franchi al giorno o 1650 franchi l anno. Telefonate allo +41 (0) o consultate il sito 5. Acquistare cartoline e regali Chi acquista le cartoline o i regali dell UNICEF dimostra di stare dalla parte dell infanzia, ovunque nel mondo. I prodotti dell UNICEF sono venduti nei negozi specializzati e nei grandi magazzini, oppure presso lo stesso UNICEF. Vi invieremo volontieri il catalogo. Telefonate allo +41 (0) o consultate il sito Comitato svizzero per l UNICEF Baumackerstrasse 24 CH-8050 Zurigo Telefono +41 (0) Fax +41 (0) Conto postale:

8 Progetto dell UNICEF Svizzera