GUIDA PRATICA AL RILIEVO
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- Fabio Bernardi
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1 UNIVERSITA IUAV DI VENEZIA - ANNO ACCADEMICO 2015/16 LAB. INT. 1 - CORSO DI DISEGNO E RILIEVO PROF. ARCH. FIORENZO BERTAN TUTOR ARCH. GUIDA PRATICA AL RILIEVO Da naturale inclinatione guidato mi diedi nei miei primi anni allo studio dell Architettura, e perché sempre fui di opinione che gli Antichi Romani come in molt altre cose, così nel fabricar bene habbiano di gran lunga avanzato tutti quelli, che dopo di loro sono stati, mi proposi per maestro Vitruvio, il quale è solo antico scrittore di quest arte; et mi misi alla investigatione delle reliquie de gli Antichi edificij, le quali malgrado del tempo, et della crudeltà de Barbari ne sono rimaste, et ritrovandole di molto maggiore osservatione degne, ch io non mi haveva prima pensato, cominciai à misurare minutissimamente con somma diligenza ciascuna parte loro, delle quali tanto divenni sollecito investigatore, non vi sapendo conoscer cosa, che con ragione et con bella proportione non fusse fatta, che poi non una, ma più volte mi son trasferito in diverse parti d Italia et fuori per potere intieramente da quelle, quale fusse il tutto, comprendere et in disegno ridurlo. Andrea Palladio. Incipit del Proemio ai Lettori. Primo libro dell Architettura, Venezia I
2 INTRODUZIONE AL RILIEVO ARCHITETTONICO Il rilievo architettonico si articola in due fasi complementari: l indagine storica e il rilievo longimetrico. 1 L indagine storica è svolta preventivamente e conduce all acquisizione di informazioni relative all edificio o monumento oggetto del rilievo. Va svolta con senso critico, cioè verificando l attendibilità delle fonti e comparando le informazioni ottenute, sia grafiche che documentarie. Il suo obiettivo specifico è quello di poter definire, con sufficiente approssimazione, la ricostruzione del processo creativo dell edificio, delle sue successive modificazioni, delle demolizioni e dei restauri. L architetto rilevatore conduce inoltre un attenta anamnesi del costruito anche attraverso i Trattati che possono aver costituito fonte di ispirazione o di riferimento per il progetto iniziale. Tale indagine si riferisce, in generale, a due fonti significative: Mappe storiche e attuali (Archivio di Stato, Archivi di Famiglia, Mappe, Catasti, topografie, aereo-fotogrammetrie) Fonti librarie (Libri antichi, Trattati, testi e articoli recenti) Le ricerche, sviluppate in stretta relazione al rilievo metrico, sono integrate da approfondimenti (studi comparativi, analisi dimensionali) che possano guidare il rilevatore a una migliore comprensione dell oggetto e del contesto analizzato. Le fonti bibliografiche devono possedere tutte le indicazioni necessarie al reperimento da parte di altri soggetti delle informazioni ivi contenute. Sarà necessario quindi indicare correttamente tutti i dati bibliografici delle opere consultate: Autore, Titolo, Editore, Città, anno, pagine di riferimento specifico. L indagine, che può protrarsi anche dopo la definizione del rilievo, termina con una relazione, frutto dell interpolazione tra le informazioni ricavate dalle mappe e apprese dalle fonti bibliografiche e quelle desunte dalla misurazione diretta del monumento. Di seguito si riporta, quale esempio, una tavola riferita all indagine condotta su Palazzo Morosini a S. Polo e i relativi riferimenti documentari: 1. Jacopo De' Barbari, 1500 (pianta prospettica) - tav. 1/6 2. Ludovico Ughi, 1729 (scala 1:1000 circa) - tav. 2/8, tav. 6/8 3. Catasto Napoleonico, (scala 1:1000) - tav. 6, tav. 10, tav. 11, tav Catasto Austriaco, (scala 1:1000) - Città di Venezia: -tav. I, Sestiere V di S. Polo -tav. II, Sestiere V di S. Polo -tav. IV, Sestiere V di S. Polo -tav. I, Sestiere VI di Dorsoduro -tav. VI, Sestiere VI di Dorsoduro -tav. III, Sestiere I di S. Marco -tav. III, Sestiere IV di S. Croce -tav. VI, Sestiere IV di S. Croce 5. Bernardo e Gaetano Combatti, 1856 (scala 1:1000 circa) - tav. 1/6, tav. 3/6 6. Catasto Austro-Italiano, (scala 1:1000) - Città di Venezia: -tav.2, Sestiere di S. Polo -tav.4, Sestiere di S. Polo -tav.6, Sestiere di Dorsoduro -tav.3, Sestiere di S. Marco -tav.3, Sestiere di S. Croce -tav.6, Sestiere di S. Croce 7. Carta Urbana, 1988 (scala 1:1000) - foglio 26 - foglio Carta Tecnica Comunale Numerica, 2000 (scala 1:1000) - foglio 11 - foglio 13 - foglio Fotopiano, 2004 II
3 Fonte: -Il materiale elencato ai punti 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 è stato consultato presso: centro di servizi interdipartimentali di rilievo, cartografia ed elaborazione CIRCE (Cartoteca - tel Orario: lunedì, martedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.30, restituzione dei documenti entro le ore 13.00; - giovedì dalle ore alle ore 16.30, restituzione dei documenti entro le ore 17.00)Palazzo Pemma Zimbelli, Santa Croce 1624, Venezia -Il materiale elencato ai punti 8, 9 è stato consultato presso il sito web III
4 2 Il rilievo longimetrico determina le caratteristiche costruttive e stilistiche dell edificio. È formato da una serie di disegni che forniscono un esauriente rappresentazione grafica dell edificio oggetto del rilievo, offrendo così il mezzo di studiarne le caratteristiche e di confrontarlo con opere simili. Deve essere il più possibile oggettivo e dipende dagli strumenti e dalle tecniche di rilievo messe in atto. L obiettivo del rilievo longimetrico è quello di fornire la rappresentazione che corrisponda nel modo più preciso possibile alle forme del reale. La procedura del rilievo longimetrico si articola in cinque fasi: a) Ricognizione dell opera. Necessaria per conoscere le diverse proprietà all intorno, l ubicazione, la forma e la disposizione generale dell edificio. b) Programma di massima. Serve a stabilire i disegni utili per la corretta descrizione dell edificio; a definire gli strumenti e attrezzi necessari al rilievo; a predisporre i mezzi adatti ad attuare il rilievo (soppalchi, scale, sicurezza) per avvicinarsi alle parti dell'oggetto non facilmente accessibili. c) Esecuzione dal vero degli schizzi. Consiste nella stesura degli eidotipi, procedendo dal generale al particolare. d) Rilevamento e annotazione delle misure. È la parte più complessa e laboriosa, dalla quale dipende la successiva stesura della rappresentazione del rilievo. e) Operazioni sussidiarie. Costituite da fotografie, calchi, impronte, e ogni altro mezzo necessario alla verifica delle fasi precedenti. Le fasi a) e b) sono intuitive e in genere presentano difficoltà del tutto superabili sulla base dell esperienza. Le fasi successive richiedono la predisposizione degli strumenti adatti alla misurazione e alla stesura dei disegni in loco (tavoletta grafica). 2.1 Redazione degli schizzi: l eidotipo È necessario dotarsi di un blocco di carta da disegno opaca nei formati UNI A4 A3 (rifilato mm 210 x 297 o mm 420 x 297) in relazione alla dimensione dell oggetto da rappresentare. Il blocco deve essere supportato da un piano rigido per offrire al rilevatore una superficie resistente alla pressione della matita. L eidotipo consiste in una scheda del formato prima descritto, in cui sono riportati i disegni eseguiti a matita e, in alto a destra, i dati generali del rilievo, la codificazione dell oggetto rilevato, e il numero progressivo della tavola. Il nome del rilevatore e la data del rilievo saranno indicati in basso a destra. All interno saranno descritti gli schemi grafici in pianta, sezione, prospetto, assonometria, su cui si tracceranno le misure acquisite. È molto importante trascrivere le misure sempre con la stessa unità di misura (in genere centimetri), con buona calligrafia e con dimensione evidente e costante. Eventualmente si possono utilizzare colori diversi per i vari tipi di misure acquisite (trilaterazioni, progressive, parziali, altezze). Nella redazione degli eidotipi è buona norma seguire il metodo dal generale al particolare. Ottenuto lo schizzo schematico del prospetto e della pianta generale su questi indicheremo, eventualmente con linee colorate, le diverse zone che saranno oggetto di schizzi più particolareggiati, catalogandole in successione attraverso l'uso di lettere e numeri. I disegni possono essere raggruppati in tre classi: a - Schizzi d'insieme (fig. 1) b - Schizzi di parti o zone delimitate dal medesimo edificio (fig. 2) c - Schizzi dei particolari (fig. 3) Sugli schizzi si predisporranno subito le linee di riferimento per le principali misure da prelevare, avendo cura che siano strettamente collegate fra loro per evitare lacune. Inoltre, è consigliabile stabilire delle linee di base, dette linee fondamentali di partenza, sia sul piano verticale (prospetti) che sul piano orizzontale (piante). IV
5 Le linee fondamentali permettono di eseguire controlli di orizzontalità a quote predefinite e definiscono per esempio la posizione altimetrica dell edificio rispetto al terreno, che non costituisce mai un piano orizzontale di riferimento certo. Generalmente sono individuate su fasce decorative o marcapiani, aventi altezza tale da permettere l inserimento di punti colorati o di segnali artificiali che evidenzino la posizione delle fondamentali durante tutta la campagna dei rilievi. Fig. 1- Eidotipo di Palazzo Morosini a S. Polo. Insieme e riquadri di dettaglio nel prospetto. V
6 Fig.2- Eidotipo con linee fondamentali verticali e orizzontali di facciata in Palazzo Morosini a S. Polo. Fig.3- Eidotipo con le linee fondamentali di rilievo in un balaustro del Palazzo Morosini a S. Polo. VI
7 2.2 Scelta dei riferimenti geometrici Lo schema d inquadramento generale negli eidotipi del rilievo prevede due costruzioni principali: A - realizzare, mediante trilaterazioni, delle vere e proprie 'reti', ossia figure geometriche ampie alle quali saranno ancorate in seguito le parti da rilevare in dettaglio (fig. 4). I punti nello spazio di cui si vuole determinare la posizione sono collegati a due a due con segmenti di retta, in modo tale che abbiano, a due a due, almeno un lato in comune. Occorre notare che, per poligoni di molti lati o per insiemi numerosi di punti, è molto alto il numero e la combinazione dei triangoli possibili. Il rilevatore dovrà selezionare quelli opportuni e strettamente utili. È necessario fare due ulteriori precisazioni: i triangoli acutangoli e quelli ottusangoli inducono errori più pronunciati verso una direzione specifica, quindi, per quanto possibile, sono da evitare; vi è differenza tra una trilaterazione eseguita con un numero strettamente sufficiente di triangoli ed una eseguita con sovrabbondanza di misure. Nel primo caso la trilaterazione è isodeterminata, nel secondo caso è iperdeterminata. Il rilevatore cercherà sempre di eseguire una trilaterazione iperdeterminata, tuttavia se questa è svolta senza gli opportuni accorgimenti e senza calcoli di compensazione, invece di aumentare la precisione, produce maggiore incertezza in sede di restituzione grafica. Fig.4- Eidotipo della pianta con le linee di trilaterazione nel Palazzo Morosini a S. Polo. VII
8 B - costruire degli allineamenti, cioè disporre una serie di punti di riferimento lungo un tratto rettilineo, individuato materialmente tendendo una funicella, o con una serie di picchetti traguardati. Gli allineamenti, come le precedenti poligonali, forniscono un sistema di punti geometricamente determinati (dal loro giacere su una retta), ai quali si possono ancorare le misure di dettaglio delle diverse parti edilizie (fig. 5). Fig.5- Eidotipo con allineamenti orizzontali di facciata e relative sezioni in Palazzo Morosini a S. Polo. VIII
9 2.3 Strumenti di misura e accessori Gli strumenti qui trattati sono quelli di più facile reperimento e utilizzo. La conoscenza delle loro caratteristiche costruttive e operative permette di scegliere lo strumento più idoneo e di utilizzarlo e conservarlo nel modo più corretto. Ogni strumento di misura diretta e indiretta è prodotto in conformità alle direttive del paese in cui viene venduto (es. Europa), e soddisfa parametri di precisione fissati dagli organismi internazionali di controllo. Ciò significa che ogni strumento appartiene a una determinata classe di precisione e perciò è opportuno verificare la congruenza del suo uso con la precisione attesa nella misurazione. a) Strumenti per misure dirette (Foto 1-2) Il Doppio metro rigido pieghevole (legno, alluminio) è comunemente usato per il rilievo di dettagli o di misure limitate. Il Flessometro (acciaio) è forse il longimetro più usato per le sue caratteristiche di precisione e flessibilità. I flessimetri hanno estensione dai 2 ai 10 metri. La Rotella metrica o Cordella metrica (acciaio, nylon, nastro telato) costituita da una fettuccia lunga m, è utilizzata per la misura di medie e lunghe distanze. La Squadra a traguardo (acciaio) è usata per distanze parziali e per il rilievo di dettagli. Il Triangolo graduato (acciaio, plastica) di varie dimensioni correlate all'oggetto da rilevare, in genere il suo uso è complementare all'utilizzo della squadra a traguardo. La Squadra sghemba o squadra zoppa (acciaio) è sostanzialmente un goniometro formato da due barre incernierate, fra loro mobili, che consente la determinazione dell'angolo di rotazione dei due piani relativi. Il Pettine da rilievo (acciaio) esiste in varie fogge ed è composto di una o più serie di aghi che scorrono all'interno di una guida centrale. È utile per il rilievo di cornici, modanature e profili complessi. I Profilometri di metallo, sono in genere delle fascette di piombo, metallo malleabile che mantiene la forma, molto utili per rilevare profili anche in sotto-squadro. I Compassi da rilievo (legno, acciaio) ad apertura bloccabile, permettono di riportare le dimensioni di dettagli al vero per la successiva misurazione. I Calibri (acciaio) sono utili per misurazioni di dettagli molto piccoli o d interni cavi. Foto 1 Foto 2 IX
10 b) Strumenti per misure indirette (Foto 3) Il moderno Distanziometro laser (disto) permette di misurare distanze variabili da pochi centimetri fino e oltre 300 m, senza l'uso di piastre riflettenti. I diversi prezzi sono proporzionali alla relativa precisione. I più economici, che hanno solo il puntatore laser, ma rilevano la distanza attraverso ultrasuoni, vanno senz altro evitati, vista la loro imprecisione e la facile possibilità di interferenze. c) Strumenti di controllo indiretto (Foto 4) Camera Fotografica con relativi accessori (obiettivi, treppiede, flash, livella torica). Segnali artificiali usati per misurare distanze e per segnalare punti notevoli. L insieme delle attrezzature e delle metodiche attuabili con questi strumenti è la base della fotogrammetria terrestre. L uso delle fotocamere (analogiche o digitali) e dei segnali si accompagna in questo caso a quello di software per la compensazione delle misure, per il raddrizzamento e la composizione delle immagini e per la compensazione delle aberrazioni prospettiche indotte. Foto 3 Foto 4 d) Controllo di allineamenti (Foto 5) Funi di diverso spessore, colore e materiale sono indispensabili per la creazione degli allineamenti. e) Controllo di orizzontalità (Foto 6) La Livella ad acqua è costituita da un tubo di gomma (<20 m, e di sezione non superiore a 1,5 cm) riempito di un liquido, possibilmente scuro, con due bicchieri alle estremità dotati di rubinetti. Questo strumento tradizionale, semplice ma efficace, sfrutta il principio dei vasi comunicanti ed è di grande precisione. La Livella torica (detta anche Livella a bolla o livella del muratore) è costituita da un corpo la cui lunghezza è compresa fra i 20 e 50 cm, in cui è inserita una livella torica parallela al piano d'appoggio inferiore. La Livella laser è costituita da un dispositivo che viene posizionato su di un tripode o su di un piano in posizione orizzontale grazie all'aiuto di due livelle toriche di precisione lungo i due assi principali. Dal centro del dispositivo viene emesso un raggio laser parallelo al piano orizzontale precedentemente definito. X
11 f) Controllo di verticalità (Foto 7) Il tradizionale Filo a piombo è costituito da un filo inestensibile che porta alla sua estremità un peso la cui forma appuntita serve a migliorare il riscontro di riferimento sul piano orizzontale. La dimensione varia secondo l uso. g) Accessori (Foto 8-9) La Cancelleria di vario tipo è costituita, secondo le esigenze contingenti, da: cartelline rigide, matite, pennarelli, gomme, carta, nastro adesivo, taglierino, bianchetto, mollette et alia. Foto 5 Foto 6 Foto 7 Foto 8 Foto 9 XI
12 2.4 Metodi fondamentali di misurazione La determinazione della forma e la posizione relativa delle singole parti dell edificio viene fissata, con misure eseguite direttamente, a punti di particolare importanza dell opera e, ove occorra, riferite ad appositi allineamenti (linee fondamentali) precostituiti. I procedimenti per compiere e trascrivere le misurazioni possono elencarsi in alcuni semplici metodi, che qui si riassumono: a) Misure parziali e parziali successive, quando siano prelevate le distanze fra due punti di particolare importanza o fra più punti che si trovino situati lungo una determinata linea. b) Misure progressive, quando siano rilevate le distanze fra un punto fisso, caposaldo di partenza, e diversi altri punti situati lungo una certa direzione. c) Misure per intersezione, quando oltre alle distanze fra i vari punti non situati su di una stessa direzione, siano prelevate le distanze da ciascuno di questi, con altri due punti conosciuti appartenenti allo stesso piano. d) Misure per coordinate. Precostituita una retta fondamentale contenuta nello stesso piano e parallela all'andamento complessivo del contorno che si deve rilevare, siano misurate le distanze perpendicolari (ordinate), proiettate dalla retta fondamentale fino ai punti del contorno. Analogamente siano misurate le relative distanze (ascisse) fra le stesse perpendicolari lungo la retta fondamentale. 2.5 La fotografia come strumento di controllo Foto 10 XII
13 La determinazione delle forme nello spazio tramite insiemi di punti può trovare soluzioni anche attraverso l'impiego di immagini fotografiche che, com è noto, possono descrivere sia la forma delle superfici che delimitano gli oggetti, sia registrare con fedeltà le qualità cromatiche delle superfici stesse. Questo procedimento può estensivamente definirsi celerimetrico, e non deve essere confuso con i rigorosi procedimenti metrici propri della fotogrammetria terrestre. Esso consiste nel determinare forma e numero degli elementi costitutivi di una superficie conoscendone preventivamente le misure generali. Attraverso la determinazione delle geometrie di riferimento dell insieme fotografato è possibile ricavare, con buona approssimazione, le misure parziali dei singoli elementi costitutivi. Si tratta in ultima analisi di un procedimento speditivo, privo cioè dei necessari requisiti di precisione metrica propri del rilievo diretto, che tuttavia permette una corretta approssimazione delle dimensioni reali degli oggetti, dettagli o forme, che risultino di difficile o impossibile accesso al rilevatore. (Foto 10) Bibliografia essenziale: Cento Giuseppe, Rilievo edilizio architettonico, Vitali e Ghianda, Genova Docci Mario, Maestri Diego, Manuale di rilevamento architettonico e urbano, Laterza, Roma-Bari, Si ringrazia per la cortese collaborazione l Arch. Marco Franchin che ha fornito le immagini e i disegni, contenuti nel testo, riferiti alla sua Tesi di Laurea. XIII
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