Identità femminile e diritto positivo

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1 Identità femminile e diritto positivo di Maria Altobella 1. Introduzione Donna: individuo femminile della specie umana. 1 Dizionari ed enciclopedie - a partire dalla grande Enciclopédie 2 di Diderot - definiscono la donna risalendo all origine etimologica del termine, domina, e quindi al suo aspetto naturalistico e alla sua funzione storicamente determinata, considerandola, dunque, una entità priva di caratteri propri e definibile solo in rapporto ad altro. Infatti i più importanti dizionari linguistici quali Tommaseo, 3 Treccani, 4 Battaglia, 5 De Mauro 6 e Larousse 7 continuano nelle rispettive definizioni a considerarla come riflesso della storia dell uomo e, di conseguenza, diventa impossibile una ricerca antropologica che possa ricostruire il percorso evolutivo della sua presenza nel mondo. Inoltre, l Encyclopaedia Britannica 8 alla voce women (sic) fa seguire education of mentre alla voce man fa seguire evolution of. Il che significa chiaramente che l uomo presenta una sua autonomia in evoluzione e la donna, invece, è oggetto di un operazione che rimanda ad altri. La donna viene, dunque, descritta prendendo come termine di paragone l uomo e la sua storia comincia nel momento in cui lotta per la conquista di una umanità mai posseduta; quando, cioè, si misura con la realtà cercando di modificarla. E la sua diventa lotta contro la natura, contro la cultura, contro il potere conquistando, così, il diritto alla propria diversità e dando origine alla condizione femminile intendendone lo status e il ruolo in una data società. Stato giuridico, stato economico, stato familiare, stato sessuale, stato politico: sono questi gli aspetti che compongo- 1 Giacomo DEVOTO Gian Carlo OLI, Nuovo vocabolario della lingua italiana, Milano, Selezione dal Reader s Digest, 1987, 2 vol., voce donna, vol. I. 2 Denis DIDEROT, Encyclopèdie, ou dictionnaire raisonnè des sciences, des arts et des métiers, par une société des gens de lettre, Lausanne-Berne, Sociétés Typographiques, 1781; voce femme, tomo XIII. 3 Niccolò TOMMASEO, Dizionario della lingua italiana, Milano, 1977, 20 voll., voce donna, vol.vi. 4 Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti, Roma, Istituto Italiano dell Enciclopedia Italiana, ; voce donna, vol. XIII. 5 Salvatore BATTAGLIA, Grande dizionario della lingua italiana, Torino, UTET, , 19 voll., voce donna,vol. IV. 6 Tullio DE MAURO, Grande dizionario italiano dell uso, Torino, UTET, , 6 vol.+1 CD-ROM; voce donna, vol. II. 7 La Grande Encyclopédie, Paris, Larousse, ; voce femme, vol.viii. 8 Encyclopaedia Britannica, London, 1962, 24 voll., voce man, vol. XIV; voce women (sic), vol. XXIII. 15

2 Identità femminile e diritto positivo no la struttura della condizione femminile il cui studio presuppone in ogni caso il confronto con l uomo. Uno strumento determinante della soggettività femminile è certamente il diritto che, adeguatamente utilizzato, tutela e promuove gli interessi delle donne. Ogni rivendicazione, ogni conflitto, deve pertanto confrontarsi necessariamente con il linguaggio del diritto. Le lotte contro l ingiustizia e quelle per il cambiamento coinvolgono condizioni sociali ed economiche ma investono prioritariamente le istituzioni e si può parlare di emancipazione raggiunta solo attraverso norme intese, sempre più, a promuovere la parità formale e sostanziale. Dall antichità ai nostri giorni, ieri e oggi, i temi e i problemi legati ai modelli femminili meritano, dunque, una rilettura ed una riflessione. 2. La storia Dalla tutela perpetua dell antico diritto romano e dal mundio del diritto germanico alla situazione attuale, il passo è gigantesco anche se l emancipazione femminile troverebbe in Gaio 9 il suo precursore il quale si dichiarava perplesso circa la infirmitas sexus; tuttavia, essa è chiaramente in correlazione con la trasformazione economica della società, con la sostituzione dell economia industriale all economia agricola e quindi all impresa artigianale, familiare e patriarcale. Le tappe legislative di questa evoluzione, partendo dalle antiche società, vedono in un primo tempo condizioni matrilineari - allorché il nome e i beni venivano trasmessi per via femminile - e in un secondo tempo società patriarcali - in cui la libertà di movimento e di costumi della donna diventa molto limitata - con differenziazioni relative al mondo greco-romano in cui la donna è considerata incapace e relative alla società ebraica in cui era vista come impura e contaminante. In entrambi i casi lo scopo era quello di tenerla lontano dal potere, quello civile presso i Romani e quello religioso presso gli Ebrei. Nelle società cosiddette barbare le donne erano associate alla vita delle tribù e questo perché la vita e la proprietà erano maggiormente comunitarie. Con il cristianesimo, viene riconosciuta l uguaglianza tra l uomo e la donna ma le conseguenze sociali rimangono limitate in quanto la donna deve obbedienza al marito e non acquista alcun diritto pubblico; in compenso il Corano 10 le riconosce diritti economici, quali quello di ereditare e di amministrare i propri beni. Nel mondo antico, quindi, la condizione della donna assume diverse sfumature: in Grecia, in età omerica, vengono mostrate alcune figure di notevole prestigio; in seguito in alcune città e regioni, quali Sparta e la Macedonia, la donna conti- 9 GAIUS, Institutiones, ediderunt E. Seckel et B. Kulbler, Stuttgard, 1969, I, , p Cherubino Mario GUZZETTI (a cura di), Il Corano, Torino, Elle Di Ci, 1989, sura n.4: le donne, p La sura tratta in gran parte dei diritti delle donne e delle questioni relative alla loro posizione personale e sociale. 16

3 nua a godere di libertà e considerazione, mentre ad Atene, probabilmente per influenze ionico-orientali, perde questi privilegi e solo con l affermarsi del predominio macedone e con la creazione dei regni ellenistici la personalità della donna torna in primo piano e si incontrano figure di notevole energia e indipendenza. Nell antica Roma vi era una differenza tra la posizione sociale della donna e la sua capacità giuridica: in ambito familiare godeva infatti di una posizione di elevata dignità, ma sul piano giuridico la donna sui iuris veniva sottoposta a tutela perpetua ed era quindi incapace di testare, di essere tutrice, di postulare pro aliis, di fare malleveria, di ricoprire pubblici uffici. Limitazioni che in parte spariscono nel diritto giustinianeo così come nell età augustea scompare l incapacità di testare. 11 In un primo tempo le donne non potevano trasmettere, esse erano il principio e la fine della propria famiglia in quanto private dei prolungamenti istituzionali della loro persona. Ma l originalità del diritto romano consisteva nell avere edificato un insieme di istituzioni in cui il contrasto tra la natura giuridica dell uomo e quella della donna si prolungava nel regime della filiazione e, quindi, le donne erano considerate dagli uomini secondo la loro capacità di essere madri. Di conseguenza il titolo di matrona o di mater familias era legato alla procreazione di un solo figlio nel primo caso, di molti nel secondo. L ideologia misogina di giuristi ed autori romani, a parte Gaio e Columella, 12 non è purtroppo molto originale in quanto la subordinazione naturale delle donne agli uomini era già un tema aristotelico. I censimenti stessi trascurano le donne, a parte le ereditiere, ed a Roma solo Diocleziano, per motivi fiscali, ordinerà il loro computo; né, per il diritto romano, le donne costituiscono una specie giuridica a sé. Nell ordinamento feudale, con l esclusione da ogni diritto, si giustificarono pregiudizi durati a lungo nelle leggi e nel costume. Inoltre, non si può negare che la donna abbia avuto un ruolo solo negativo nel grandioso sviluppo delle città tra il secolo XII e XIII, in quanto non partecipava ai consigli giurati che reggevano le città della Francia settentrionale, né faceva parte dei consigli che dal secolo XIII fungevano da organi di governo delle città tedesche. 13 Rimanendo nell ambito dell Europa occidentale, le donne dividevano l incerto destino dei non-liberi e dei poveri e solo alcune partecipavano all ascesa sociale dei cittadini più fortunati tra cui i mercanti; sicuramente partecipavano alle attività produttive anche se le informazioni giunte fino a noi sono piuttosto esigue e le fonti non indicano che le donne abbiano lottato per conseguire libertà personali anche perché il concetto di libertà nel Medioevo non è legato ad una sfera personale di libertà, bensì ha piuttosto un articolazione corporativa. In ogni caso esisteva una politica di difesa della famiglia che aveva basi giuridiche. 11 Pauline SCHIMTT PANTEL (a cura di), L antichità, in Storia delle donne in Occidente, Roma-Bari, Laterza, Columella riconosceva alle donne, nel suo trattato L arte dell agricoltura, al capitolo XII dedicato alla massaia (vilica), le stesse facoltà di memoria e di vigilanza degli uomini. 13 Edith ENNEN, Le donne nel Medioevo, Roma-Bari, Laterza,

4 Identità femminile e diritto positivo Nato dal violento mescolarsi dei costumi barbari con le tradizioni giudaiche, cristiane, greche e latine, bisogna riconoscere però che il Medioevo, consentendo la sopravvivenza di antichi diritti consuetudinari, ci fa incontrare anche donne medici e professori di diritto; le monache riescono ad istruirsi ed alcune badesse addirittura dirigono ordini maschili. Ma è attraverso l amore cortese, nell ambito del rinnovamento culturale del XII secolo, che la donna svolge un ruolo capitale. 14 La condizione giuridica generale della donna migliora in seguito con l intensificarsi dei commerci e delle industrie e con la disgregazione della compagine feudale per cui la donna nel Rinascimento acquista coscienza della propria personalità malgrado ancora gravi restrizioni limitino la sua capacità patrimoniale. Si incontrano donne artigiane a tutti gli effetti e la presenza femminile - soprattutto in Italia ed in particolare a Firenze - è evidente nella manifattura della lana e della seta; le tessitrici vivevano per ragioni tecniche prevalentemente nei centri urbani, erano lavoratrici dipendenti con un salario piuttosto basso. Nel secolo XIV domina la donna al telaio, inoltre la presenza femminile diventa molto forte nel commercio al dettaglio di prodotti alimentari. 15 In Germania, sempre in questo periodo, si incontrano particolari figure femminili quali le principesse-badesse; queste erano, infatti, signore territoriali al pari degli uomini, amministratrici oculate e sagge, attente alla tenuta dei libri contabili ma anche ad eventuali coperture formali da parte dei signori più potenti. In ogni caso, nel corso del XV secolo sino a tutto il XVII, compaiono segni chiari di una ampia varietà di vite femminili. La donna del Rinascimento è soprattutto madre, e poi figlia, vedova, guerriera, imprenditrice, serva, suora, eretica, santa, strega; oltre che regina, martire e ricercatrice. Un ruolo femminile preminente era, inoltre, quello della balia: infatti, dalle città italiane, francesi, tedesche e inglesi, i bambini appartenenti a classi elevate venivano mandati in campagna per essere baliti dalle contadine, nutrici dalle caratteristiche particolari; il contratto di baliatico, però era di esclusiva competenza maschile per entrambe le parti e l accordo del prezzo avveniva tra il padre del bambino ed il marito della balia. Questo contratto aveva gli aspetti di un vero e proprio contratto commerciale. Non mancavano, comunque, madri protettive che continuavano ad occuparsi personalmente della prole. 16 I bisogni, i desideri e il carattere delle donne passavano ancora in secondo piano. Prevalevano, infatti i progetti familiari ed i condizionamenti economici e nel corso di tutti i secoli del Rinascimento i mariti controllavano le mogli nel privato e le autorità maschili difendevano la loro supremazia. Contemporaneamente in Oriente il Corano viene interpretato in modo sempre più severo verso il sesso femminile sino a considerare il velo simbolo dell assen- 14 Eveline SULLEROT, Donna, in Enciclopedia del Novecento, Roma, Istituto dell Enciclopedia Italiana, , vol. II. 15 Margaret L. KING, Le donne nel Rinascimento, Roma-Bari, Laterza, Bonnie S. ANDERSON - Judith P. ZINSSER., Le donne in Europa, Roma-Bari, Laterza,

5 za femminile nella società patriarcale. 17 E per delimitare lo spazio privato dallo spazio pubblico anche le finestre, occhi della casa, vengono velate. Quindi l immaginario arabo identifica la donna con la casa mentre l uomo è padrone dello spazio pubblico. In tutto l arco del Medioevo la posizione giuridica del genere femminile era determinata da singole leggi, prerogative e privilegi ed, inoltre, dalle consuetudini cittadine; gli ordinamenti giuridici presentano, poi, specifiche regolamentazioni all interno e all esterno della famiglia. Nelle assemblee giuridiche la donna non poteva essere presente autonomamente ma doveva farsi rappresentare da un uomo; tuttavia, nel campo del diritto privato, poteva disporre di ciò che era in suo possesso e poteva esercitare la tutela dei propri figli minorenni. Sia nello spazio privato che in quello pubblico la donna parla ma la sua voce è prevalentemente letteraria e mistica. 18 Dal Cinquecento al Settecento le lettere, le arti, la filosofia, la scienza e la medicina discutono della donna che si trova al centro di un acceso dibattito. Le donne più fortunate, quelle delle classi superiori, cercano di sfuggire alla reclusione dei loro ruoli ma sono evidenti anche le dissidenze delle donne del popolo, più audaci e più ribelli, nel cercare di evitare la marginalità. Nel corso del XVII e XVIII secolo la servitù femminile costituiva la principale fonte occupazionale seguita dalla manodopera nelle industrie tessili, soprattutto nella produzione di seta e merletti. Il sapere era sorvegliato e alle fanciulle la scuola insegnava in modo prevalente ad amare, conoscere e servire Dio. 19 Più che il sapere contava il saper fare. Tuttavia, i progressi dell alfabetizzazione femminile testimoniano l inizio di un processo irreversibile e si aprono spazi per l azione politica tanto che nel Settecento una figura ricorrente è quella della donna con il figlio, in prima fila nei tumulti. Il processo di modernizzazione che conduce alla società industriale assume un nuovo, diverso ordine sistematico e simbolico. Si aprono nuovi spazi e nuove possibilità di azione, di desideri, di aspettative, di investimenti psicologici che fanno intravedere immagini di libertà. E si configura così il passaggio dal presente all avvenire. 3. Nuovo contesto e nuovi soggetti Due gli avvenimenti, di natura diversa, che daranno luogo a nuove realtà e a nuove coscienze: l affermarsi del concetto di uguaglianza tra gli uomini e la nascita dell era industriale. 17 Erdmute HELLER Hasouna MOSBAHI, Dietro il velo: amore e sessualità nella cultura araba, Roma-Bari, Laterza, Christiane KLAPISCH-ZUBER (a cura di), Il Medioevo, in Storia delle donne in Occidente, Roma-Bari, Laterza, Arlette FARGE - Natalie ZEMON DAVIS (a cura di), Dal Rinascimento all età moderna, in Storia delle donne in Occidente, Roma-Bari, Laterza,

6 Identità femminile e diritto positivo Si delineano, pertanto, i tratti permanenti ed i cambiamenti della costruzione della identità femminile. Con le leggi rivoluzionarie francesi si affermò l uguaglianza giuridica dei sessi, e con la celebre Dèclaration des droits de la femme, venne proclamata l ammissione della donna ai posti e agli uffici pubblici. È questo un segnale importante che farà sentire la donna presente con le proprie esigenze da cittadino uguale agli altri, ma naufragherà presto insieme ai proclami sulla libertà, uguaglianza e fraternità. Infatti questo riconoscimento, anche se limitato ai diritti civili e non politici, sfocerà nella costituzione del diritto napoleonico con il ripristino dell autorità del marito sulla comunità familiare; ed invero nel 1804 il Codice Civile Napoleonico - che influenzerà le norme giuridiche di molti paesi dell Europa e sarà comunque esteso anche all Italia nel pur avendo costituito le basi di una intelaiatura giuridica per un mondo nuovo, consacrerà l inferiorità e l incapacità della donna. Gli stati preunitari si ispireranno al Codice Napoleonico ma nel Risorgimento, che fu un movimento per l indipendenza italiana e la formazione di uno stato moderno, vince la politica di emergenza e gli spazi di movimento per le donne sono obbligati: partecipazione al processo storico in atto o conservazione. In seguito il mito dell unificazione pagherà il prezzo della nascita della questione meridionale e della questione femminile. 20 Nello stesso tempo la rivoluzione industriale modifica profondamente la vita delle donne: l industrializzazione strappa loro le attività artigianali costringendole a cercare lavoro nei laboratori e nelle manifatture; la nuova condizione di operaie sistematicamente sfruttate, utilizzando la loro inferiorità, serve per sottopagare la loro prestazione perché considerata e valutata in modo diverso. E saranno questi i motivi, aiutati anche dall elevarsi del loro livello di istruzione, che le porteranno ad organizzare la lotta per la conquista di diritti mai posseduti. L industrializzazione selvaggia apre le porte ad uno sfruttamento organizzato e la donna della classe subalterna deve lottare per ottenere i servizi necessari ai nuovi bisogni tra cui scuole ed asili che dovrebbero aiutarla ma che la espropriano dell originaria funzione. Sostanzialmente alle donne proletarie viene sottratto il ruolo educativo e nello stesso tempo ne sopportano le conseguenze a causa delle carenze istituzionali. Anche la donna borghese si ribella al suo stato di sottomissione chiedendo l accesso all istruzione, il suffragio e il riconoscimento dei propri diritti come persona. Proletarie e borghesi, unite da esigenze diverse ma essenziali, acquisiscono la stessa coscienza, quella di partecipare alla vita associata, al lavoro e di avere gli stessi diritti dell uomo. Attraverso il femminismo cercano una identità pubblica; le associazioni, le tattiche, le alleanze, le rivendicazioni e le ostilità provocano ampia discussione pubblica e obiettivi di lotta Mimma DE LEO - Fiorenza TARICONE, Le donne in Italia: diritti civili e politici, Napoli, Liguori, Geneviève FRAISSE - Michelle PIERROT (a cura di), L Ottocento, in Storia delle donne in Occidente, Roma-Bari, Laterza,

7 Ulteriore termometro dell avanzata femminista è la proliferazione di una stampa autonoma e multiforme in cui le donne si confrontano con la scrittura pubblica. Per quanto riguarda il diritto al lavoro, a cui viene attribuito un grande potere emancipatore, la donna deve ancora lottare contro pregiudizi, contro forme di sfruttamento e contro l assenza di una politica sociale. Le leggi egualitarie sono rare e la loro genesi pone il problema delle motivazioni che ispirano il legislatore in quanto pur essendo sempre più istruita e sempre più giuridicamente uguale all uomo, il suo inserimento nel mondo industriale e postindustriale rimane debole. Il diritto sociale cui la donna aspira passa necessariamente attraverso il diritto individuale ma anche attraverso il confronto con l uomo per cui l impegno è su due fronti, quello della parità dei diritti sul lavoro e quello dell uguaglianza dei diritti nella sfera personale. 22 La donna afferma il proprio diritto ad esistere, ad essere riconosciuta come persona, ad occupare uno spazio pubblico e politico, ad essere protagonista del processo di modernizzazione. 4. La Donna nuova Intanto il modello culturale della new woman e della femme nouvelle si diffonde e rappresenta il rinnovamento comportamentale femminile. 23 Trova collocazione tra discorsi politici e narrazioni letterarie e durante la grande guerra le donne nuove occupano i posti lasciati liberi dagli uomini nelle industrie, nelle campagne e nelle attività del terziario, facendo arretrare miracolosamente misoginia e diffidenza. L avvento del fascismo, poi, decreta il passaggio da un prima a un dopo di credenze, abiti morali e comportamenti. E mentre le ingiustizie storiche nei rapporti individuali e sociali sopravvivono ancora perché l anatomia è destino, le riforme verranno imposte dall evoluzione dei tempi. Prima faticosa conquista il raggiungimento del diritto di voto, che coprirà un intero secolo in quanto le neozelandesi lo ottengono nel 1893 e le sudafricane nel Verso la metà degli anni 20 potevano votare le scandinave, le tedesche, le russe, le polacche e le statunitensi; le brasiliane nel 1934, le filippine nel 1937, le camerunensi nel 1946, le indiane nel 1950, le canadesi nel 1960, le svizzere nel 1971 e le irachene nel In Italia, la legge del 17 luglio del 1919, abilita le donne ad esercitare tutte le professioni libere (avvocatura, medicina, odontoiatria, farmacia, magistratura) e a ricoprire tutte le cariche, professioni ed impieghi pubblici; rimangono rare nella 22 Franca ONGARO BASAGLIA, Donna in Enciclopedia, Torino, Einaudi, 1978, vol.v, p Michela DE GIORGIO, Le italiane dall Unità a oggi: modelli culturali e comportamenti sociali, Roma-Bari, Laterza, Jacques VÉRON, Il posto delle donne, Bologna, il Mulino,

8 Identità femminile e diritto positivo tecnologia, nelle grandi responsabilità del settore privato, nell arruolamento nelle forze armate e nei corpi speciali in quanto regolati da leggi speciali. Dal 1 febbraio 1945 la donna viene ammessa all elettorato attivo e passivo. La nostra costituzione all art. 3 stabilisce, tra i principi fondamentali, la parificazione della donna all uomo a tutti gli effetti politici e giuridici e all art. 27 il godimento degli stessi diritti e delle stesse retribuzioni a parità di lavoro. Ma, nello stesso tempo, all art. 37 viene prescritto che le particolarità fisiologiche della donna rendono necessaria l adozione di misure di tutela per consentire l adempimento della funzione familiare e assicurare alle madri una speciale protezione. Sarà la legge del 26 agosto 1950 n. 860 che ratificherà questi principi, seguita dalla legge del 30 dicembre del 1971 n.1204 e dal D.P.R. del 25 novembre1976 n Pur mantenendo inalterate le linee fondamentali della precedente normativa, questi ultimi provvedimenti introducono innovazioni tali da poter essere considerati tra i più avanzati in campo internazionale. Soggetti tutelati sono tutte le lavoratrici e l inosservanza delle disposizioni contenute nei vari articoli è sottoposta ad ammende e sanzioni. 25 Non tutte le differenze sono, quindi, discriminatorie. Esistono differenze biologiche che costituiscono, di per sé, disuguaglianze. Per elevare la condizione della donna vengono emanate, nel tempo, altre leggi: quella relativa alla riforma del diritto di famiglia (L. 19 maggio 1975 n.151), attraverso cui si garantisce una posizione di parità tra moglie e marito, e quella relativa alla regolamentazione dell aborto (L. 22 maggio 1978 n.194), che garantisce la procreazione cosciente e responsabile. Ulteriori forme di protezione sostanziali, processuali e sindacali, vengono assicurate alla donna attraverso la legge del 9 dicembre 1977 n.903, sulla parità di trattamento nel rapporto di lavoro tra uomo e donna; attraverso il D.M. 8 ottobre 1982 è istituito il Comitato nazionale per l attuazione dei principi di parità di trattamento e di opportunità delle lavoratrici. Inoltre, allo scopo di favorire l occupazione femminile e di realizzare l uguaglianza sostanziale tra uomini e donne nel lavoro, la legge del 10 aprile 1991 n.125 prevede una serie di misure, denominate azioni positive per la donna. 26 Ma non si può comprendere appieno l evoluzione della condizione femminile se non si considera l azione svolta negli ultimi anni dagli organismi internazionali e dalla politica delle Nazioni Unite. Il 1975 viene proclamato Anno internazionale della Donna e le Nazioni Unite indicono il decennio della donna. Inoltre la Conferenza mondiale del Messico nel 1975 si conclude con l approvazione di un piano di azione mondiale che rappresenta il primo documento internazionale dedicato alla vita delle donne. Altri 25 Mariarosa DALLA COSTA Giovanna Franca DALLA COSTA, Donne, sviluppo e lavoro di riproduzione: questioni delle lotte e dei movimenti, Milano, Angeli, Annamaria GALOPPINI, Il lungo viaggio verso la parità: i diritti civili e politici delle donne dall Unità ad oggi, Bologna, Zanichelli,

9 importanti convegni internazionali, a Copenaghen nel 1980 e a Nairobi nel 1985, affermano il principio dell indispensabile partecipazione femminile al processo di sviluppo mondiale. La Conferenza di Pechino nel 1995 indica gli obiettivi strategici e le azioni da intraprendere nei campi più diversi: donne e povertà, istruzione e formazione, salute e ambiente, violenza e conflitti armati, economia e mass media, potere e istituzioni. Da non trascurare anche il ruolo che ha svolto la Comunità Europea nell impostare una politica per la parità negli Stati membri. Infine, tornando all Italia, la Commissione nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna, istituita nel 1984, ha avuto il suo assetto definitivo con la legge del 22 giugno 1990 e nel febbraio 1996 è stata approvata la nuova legge contro la violenza sessuale, la cui elaborazione è stata una delle più lunghe nella storia del Parlamento italiano. 27 Si può, quindi, affermare che tappe significative - per colmare il deficit democratico delle istituzioni e portare avanti la cultura di una democrazia paritaria - sono state conseguite ma sarebbe utopistico pensare di attribuire alle leggi la costruzione di una immagine unica e coerente delle donne, degli uomini e dei rapporti tra loro perché il senso delle norme cambia nel tempo e secondo i contesti. Nel complesso le leggi in vigore delineano, comunque, un processo di emancipazione della figura femminile dai vincoli tradizionali sebbene il femminile torni spesso alla ribalta sia come debolezza da tutelare che come pericolo da arginare. Tuttavia in questi primi anni del XXI secolo la questione dei diritti delle donne è ancora oggetto di dibattito e ciò significa che tuttora non è stato costruito un perfetto legame tra mutamenti giuridici e mutamenti sociali. Forse perché l accesso ai diritti e le condizioni del loro esercizio sono diversi per uomini e donne a causa delle diverse condizioni che investono tutte le sfere della vita in società, per cui solo specificando che l umanità è duale si supererà la trappola dell essere umano che finisce sempre per declinarsi al maschile Ginevra CONTI ODORISIO, La rivoluzione femminile in Enciclopedia Italiana: eredità del novecento, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2001, tomo II, p Tamar PITCH, Un diritto per due, Milano, il Saggiatore,

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